Voce estate 2017

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Anno VI n. 33 / Estate 2017

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna Lo diceva (già!) Don Milani

L' Angolo di Don Giuseppe

-Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.

Vacanze all'ombra di Dio Che le vacanze sono cominciate o continuano, ce ne siamo accorti. La chiesa si è svuotata e non solo perché sono finite le prime comunioni e le cresime, ma perché ci sono tante attrazioni. Si ha l'impressione (e magari fosse soltanto un'impressione!) che si mandi in ferie anche Dio: poca gente alle messe domenicali, alle eventuali iniziative di preghiera, a qualche fugace catechesi, al servizio della carità. Su via Roma però si montano palchi per far musica e invitare la gente a ballare. Che bello! Questa si che è vita! Scattano dei meccanismi che si intrecciano, senza distinguere il necessario dal dilettevole. Se chiedete a quei pochi genitori, che ancora vanno in chiesa, perché i loro figli non vengono a messa in questo tempo vi rispondono: "Sa, si è in vacanza, i figli sono a casa, dormono di più, e poi, devono divertirsi, no? La domenica andiamo al mare". Insomma, per intenderci: finita la scuola, deve finire "necessariamente" anche il catechismo, e, se finisce il catechismo, deve finire o viene sospesa "logicamente" anche la partecipazione alla messa. La fede assume i ritmi delle stagioni. In chiesa rimane solo il piccolo resto d'Israele, che sostiene la situazione, ma potremmo anche dire che c'è qualche cosa nell'educazione e nella convinzione religiosa che non funziona, se queste sono le conclusioni che si tirano, all'arrivo dell'estate, ma si potrebbe anche dire la stessa cosa per gli altri tempi dell'anno: festività scolastiche, ponti di vacanze. Non facciamoci illusioni! E' vero che molti vanno a trascorrere le vacanze in altre località e chi vuole può andare a messa là dove si trova. Ma provatevi a chiedere ai ragazzi o anche agli adulti se sono andati a messa, quando si trovavano fuori in vacanza. Sentirete le risposte: "Non c'era tempo, la chiesa era lontana, avevamo gli amici, eravamo al camping, non sapevamo dov'era la chiesa...". C'è da chiedersi quanto valga allora tutto lo sforzo che mettiamo nel catechismo dei bambini e dei ragazzi (che prendono poi esempio dai loro genitori!) per formarli alla vita cristiana se, appena arriva l'estate, si molla tutto e... si mette Dio all'angolo! La vita cristiana si scioglie nell'acqua del mare, aspettando settembre o ottobre per l'inizio del nuovo anno catechistico e ripetere la stessa musica.. Capisco che anche i cristiani hanno il diritto e il bisogno di andare in ferie, ma la fede non può permettersi le ferie! Gesù ha detto: "Senza di me non potete far nulla".

-Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande “I care”. E’ il motto intraducibile dei giovani americani migliori. “Me ne importa, mi sta a cuore”. E’ il contrario del motto fascista “Me ne frego”. -E allora il maestro deve essere per quanto può, profeta, scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso. -Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto. -Non mi ribellerò mai alla Chiesa perché ho bisogno più volte alla settimana del perdono dei miei peccati e non saprei da chi altri andare a cercarlo quando avessi lasciato la Chiesa. sembrano scritte solo ieri!

Don Mimì

Miei cari, vacanze da “vacatio” significa libertà...ma io mi libererò mai di voi ...o almeno di qualche brontolio di troppo?!?

.. s...ps. p . . . s p ... Ps...ps .

ps...

Nelle pagine interne in seconda:

-

Il “vizietto” della chiacchiera Un anno per e con le famiglie

-in terza: Chiedete e vi sarà dato La gioia del perdono Letto per voi/ A che serve avere le mani pulite...

-in quarta: Grazie di cuore a tutti! Le dichiarazioni delle parti nel M.P. Mitis Iudex Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto, Marina Capodiferro, Marida Donvito Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com Pagina 1 e su http://www.upgo.org/upgov1/


Il "vizietto" della chiacchiera giocarti brutti scherzi. Per quanto, anche i affezionati fratelli… o no? O magari si posociologi e gli psicologi ci mettono del trebbe dirlo solo a qualche amico fidato… loro…Comunque, a prescindere dai pareri ma veramente fidato…Ma, che cos'è quedati a destra e a manca da Soloni e Carne- sto "Gossip di Parrocchia"? Come funzioadi vari (giusto per alzare il livello del di- na? Ascoltate: si parte da un fatto appascorso!), ci piace “far chiacchiere” e lo rentemente neutro e casuale, magari un facciamo volentieri. E fin qui non ci sareb- comportamento o una scelta di qualcuno be niente di male. Se, nel chiacchiere

non

fosse

gioco delle (ovviamente per dovere di carità non entro presente

un nei particolari, ma la casistica può essere

"Chiacchiere da bar", "Chiacchiere da bar- "vizietto" (chiamiamolo pure così: pare ampia e varia!). Si parte dal Parroco e si biere", "Voci di corridoio"… e poi facebo- che sia chic!) un po' particolare, di cui non finisce magari all'ultimo bambino battezzaok, Twitter, Whatsapp… e chi più ne ha possiamo fare a meno: quello che una vol- to, che, nella sua innocenza, ha ardito sor(nel vero senso della parola!) più ne met- ta si chiamava "pettegolezzo" e che oggi ridere a quella persona che proprio ci sta ta!. Sociologi, psicologi e…orologi (che che siamo più evoluti e abbiamo più espe- sullo stomaco (e ciascuno ha sicuramente c'entrano gli orologi, domanderà qualcu- rienza, chiamiamo "gossip", spacciandolo qualche altro a cui si può riferire!), per poi no?)! C'entrano, c'entrano, rispondo io! Vi per “buona informazione". E qui l'immagi- allargare gli orizzonti spazio-temporali, e la siete mai accorti come si “vendicano”, nazione corre (ahi come corre!) alle coper- circostanza che abbiamo chiamato casuaallorquando ti vedono con un computer, tine patinate. No, non è di questo che vo- le, ma che il più delle volte era uno scamtablet o smartphone? Di come impietosa- glio parlare! È un mondo troppo “serio” polo già confezionato, per mostrare la nomente ti sbattono in faccia il tempo che per occuparcene su quattro fogli di Parroc- stra esperienza di “taglio e cucito”, ed ecperdi… (ops, volevo dire: che passa?) chia. Quello di cui ci occupiamo è assai co un abito bello e pronto per “quella” perDunque, dicevo... Ah sì! Sociologi, psicolo- più “dozzinale”. Verrebbe voglia di chia- sona! E il fatto è che non è neppure un gi e orologi ne hanno parlato non poco. marlo "Gossip di Parrocchia"…ma,ahimè, abito tagliato su misura, ma è uno straccio Qui ho voluto mettere solo il parere degli credo che mi troverei ad inventare, mio raffazzonato , che mostra tutti i difetti dell’orologi, perché – poverini! – già ampia- malgrado, un nuovo soggetto sociologico! altro senza metterne in evidenza la sua mente soppiantati nel loro proprio servizio Chissà, potrebbero venire i “mandarini” naturale eleganza, la sua bellezza nascosta da telefonini, computer e dai succitati dei “giornaloni” ad intervistarmi, a fotogra- da quel lieve o pesante difetto, ma i difetti smartphone, se la potrebbero prendere! E, farmi… Vabbè, facciamo una cosa…che degli altri, si sa, sono travi! come ho altresì dimostrato, potrebbero rimanga tra noi: lo dico soltanto ai miei

Rocco Barbalinardo

Un anno per e con le famiglie E' indubbio che una delle Istituzioni della nostra società maggiormente in crisi è la famiglia. L'ha ben presente Papa Francesco il quale il 19 marzo 2016, durante il Giubileo Straordinario della Misericordia, dava alle stampe l'Esortazione Apostolica Postsinodale " Amoris Laetitia ". Anche le nostre Parrocchie, facendosi portavoce del bisogno di coinvolgere le famiglie nell'educazione civile, morale e religiosa della società, hanno messo in campo una serie di iniziative rivolte alle famiglie di Gioia. Si è partiti il 20 novembre 2016 con la celebrazione della " Festa della Famiglia ", a chiusura del Giubileo della Misericordia, con una messa nelle rispettive parrocchie e la successiva benedizione delle famiglie in Piazza Plebiscito, con lancio di palloncini. Il 13 gennaio 2017 sempre a cura dei referenti parrocchiali per la pastorale familiare, si è tenuto un incontro cittadino nel cinema Sacro Cuore sul tema " La famiglia creazione dell'uomo o progetto di Dio? Sono intervenuti l'avv. Gianfranco Amato e il cantante Giuseppe Povia. Il mese di marzo ha avuto luogo una Via Crucis per le famiglie, animata dalle stesse, e una Via Crucis per giovani e ragazzi. Il 23 aprile presso la parrocchia del Sacro Cuore si è tenuto un ritiro per le famiglie sul tema: " Dall'Eucarestia domenicale alla quotidianità della vita familiare ". Sono stati i primi passi per cercare di recuperare le famiglie al loro ruolo fondamentale all'interno della società e della Chiesa locale, ai quali dovranno necessariamente seguire altri momenti tesi ad andare incontro ai vecchi e nuovi bisogni e alle povertà delle famiglie, così come emerso dai questionari distribuiti nello scorso anno nelle varie parrocchie. Francesco Giannini Pag.2


Chiedete e vi sarà dato Gesù spesso ci invita alla preghiera, fornendoci nelle parabole esempi di persone salvate per la loro fede e le loro richieste a volte insistenti, quasi moleste. Ci ha fornito nel Padre nostro un esempio delle cose essenziali da chiedere al Padre: il pane quotidiano, il perdono dei peccati e l’aiuto per vincere le tentazioni. Richieste che hanno un senso solo dopo aver riconosciuto l’importanza di Dio Padre nella nostra vita e aver scelto di affidarsi a Lui. Come esseri umani però a volte abbiamo difficoltà a rivolgerci a un essere superiore che non vediamo, preferiamo avere degli “intermediari” più al nostro livello, uomini e donne che prima di noi hanno vissuto il cammino verso la santità. Niente di male in questo, solo che molto spesso dimentichiamo Gesù per rivolgerci alla Madonna o ai vari santi, facciamo il segno della croce davanti a ogni statua o quadro religioso presente in chiesa e poi non degniamo di uno sguardo il Santissimo o il Cristo crocifisso per noi. Le nostre richieste, il nostro modo di pregare, le nostre parole sembrano a volte solo un’esaltazione di noi stessi e dei nostri desideri. Abbiamo la pretesa di dover essere esauditi per la nostra bravura o le nostre buone azioni piuttosto che affidarci alla volontà del Padre e alla sua misericordia. Nel paese delle raccomandazioni facili persino pregare un santo assume a volte il sapore di una contrattazione, della ricerca di una corsia preferenziale per la santità, fino a diventare sospetto, quasi illecito. La richiesta di una grazia, di un aiuto per sé o per i propri familiari viene vissuta egoisticamente come se fosse una pratica da sbloccare grazie a un aiuto dall’alto e non un dono della bontà di Dio.

Gianni Capotorto

Cronache catechistiche

La gioia del perdono Lo scorso 28 maggio circa 60 bambini di terza elementare hanno celebrato il sacramento della riconciliazione. I genitori e i familiari sono stati vicini ai loro figli e hanno condiviso con loro la gioia del perdono. Ogni cammino è terreno fertile di apprendimento non solo da piccoli, ma anche da adulti. Preparare i bambini all’amore e al timore di Dio è servito anche a me, per mettere alla prova la mia pazienza e la mia fede, quella fede che spesso si è nutrita delle risposte dei “piccoli”. La cura e l’attenzione dedicate a questi bambini mi hanno fatto venire in mente che ai miei tempi le cose non andavano proprio così e questo non ha permesso a quelli della mia generazione di avere un ricordo preciso e soprattutto gioioso della “prima confessione”. Per questo si è lavorato sui simboli, affinché i bambini possano ricordare. Ad ognuno di loro è stato affidato un cero in ricordo della luce dello Spirito, che li ha avvolti nel momento del loro Battesimo. Alla fine della celebrazione ho pregato con queste parole:” Ecco, Gesù, li ho condotti a te con perseveranza, con fatica, ma senza mai mollare. Spero di aver seminato il desiderio di conoscerTi e incontrarTi. Fa’ che il tuo Spirito continui ad illuminare loro e me oggi è sempre”. Marina Capodiferro

Letto per voi/A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca Don Lorenzo Milani/Editore Chiarelettere Un libro poco conosciuto di don Lorenzo Milani, che include le lettere degli ultimi anni, periodo in cui il sacerdote fiorentino era sotto processo per apologia di reato dopo la polemica con i cappellani militari riguardo all’obiezione di coscienza, tra cui quella più nota come Lettera ai giudici o “L’obbedienza non è più una virtù”. Una lettura utile per conoscere meglio questo sacerdote controverso, tornato attuale dopo la recente visita di papa Francesco a Barbiana in occasione del cinquantenario della sua morte e le dichiarazioni del card. Betori, decisamente contrario all’apertura di un processo canonico per la sua beatificazione. Poco importa se la frase provocatoria che dà il titolo al libro sia davvero sua o più probabilmente di don Primo Mazzolari; in queste parole è ben riassunto il suo pensiero, l’impegno per gli altri e il suo modo di essere fuori dagli schemi, rimanendo sempre comunque fedele alla chiesa. Il testo è stato pubblicato recentemente anche in ebook con il titolo “La scuola della disobbedienza”. Lector in fabula Pag.3


Grazie di cuore a tutti! Di fronte al bene che la Provvidenza ci elargisce di anno in anno e di momento in momento non è possibile rispondere che con due atteggiamenti: il pianto e il ringraziamento. Il pianto può essere di gioia o di pentimento per le nostre inadeguatezze e di riconoscenza per averci fatto oggetto, benché indegni, della Sua infinita misericordia; il ringraziamento è un doveroso riconoscimento della Sua munificenza. Munificenza che passa anche attraverso la vicinanza di chi ci vuol bene e si fa prossimo sulle nostre strade, perché l'amore ricevuto va donato. Solo così si moltiplica e diventa in grado di portare frutto. Entrando più nel particolare, queste poche righe per dire che, insieme al Signore, e dopo di Lui (ci mancherebbe!), sentiamo il dovere di ringraziare chi ci ha permesso, con la sua generosità, di essere una presenza costante e proficua. Non si vorrebbero qui fare i titoli di coda o l'elenco di chi ha partecipato alla realizzazione del film

"Caritas Santa Lucia" (anche perché le vacanze non devono segnare la fine del film, ma, per così dire, la pausa pubblicitaria o l'intervallo per permetterci di ritemprare l'attenzione e la concentrazione), bensì esprimere un sentimento di vicinanza e di amicizia a chi è stato nostro compagno di viaggio (come le sorelle del Gruppo Vincenziano) e a chi, a sua volta, ci ha avuto compagni di viaggio. È quasi, diremmo, il bisogno materiale di meravigliarci di fronte al gesto di chi unisce la liturgia celebrata al gesto concreto di abbracciare la "carne di Cristo" nei poveri (Papa Francesco) come ci è stato mostrato dalla Confraternita del Purgatorio con il suo dono in occasione della festa di un santo dell'amore a Cristo e all'uomo come fu Antonio di Padova. È l'auspicio che la collaborazione sporadica di qualcuno – pensiamo, per esempio, ai giovani che hanno collaborato con noi alla raccolta di generi alimentari nei supermercati – possa di-

ventare più continuativa. Con il desiderio, magari, di conoscere, attraverso altre collaborazioni, un po' meglio il territorio per poter intervenire su quei bisogni non sempre manifestati. Nell'augurare a tutti buone vacanze, dunque, nasce dal profondo del cuore un senso vero di gratitudine che, crediamo, comprenda anche i nostri assistiti, dei quali emoziona sempre l'udire la parola "Grazie!" o frasi ancora più incisive come quella di chi ci ha detto "Ci avete cambiato la vita!". Rocco Barbalinardo per il Gruppo Caritas

L' ANGOLO DEL D. V.

Le dichiarazioni delle parti nel M. P. Mitis Iudex Una delle novità della riforma del processo matrimoniale canonico introdotta dal M.P. Mitis Iudex concerne il valore probatorio delle dichiarazioni delle parti. Infatti, il can. 1678§ 1 prevede: “Nelle cause di nullità del matrimonio, la confessione giudiziale e le dichiarazioni delle parti, sostenute da eventuali testi sulla credibilità delle stesse, possono avere valore di prova piena, da valutarsi dal giudice, considerati gli indizi e gli ammennicoli, se non vi siano altri elementi che le confutino”. Vi è infatti, in tutto il provvedimento pontificio un voler favorire la partecipazione di entrambi i coniugi le cui dichiarazioni non sono più considerate l’inizio della prova, come sintetizzava la formula stereotipata della giurisprudenza della Rota Romana, ma piuttosto diventa centrale. Le prove testimoniali o confessione stragiudiziale, diventano di contorno. Tuttavia, non viene meno il tradizionale controllo della credibilità delle dichiarazioni delle parti attraverso il confronto con le circostanze della vicenda, cioè i fatti oggettivi accaduti: la durata del fidanzamento, la durata della vita matrimoniale, la qualità della relazione affettiva ecc. Inoltre, nel dispositivo si fa cenno ai testi di credibilità. Chi sono costoro? Sono i pastori d’anime: il parroco, il cappellano militare ecc. Perchè sono stati citati? Perché con questo provvedimento si è cercato di avvicinare il foro interno con il foro esterno. Se non vi è la volontà di iniziare una revisione di vita e dunque se non si è in contatto costante con il proprio pastore, non vi è la credibilità necessaria per poter raggiungere la certezza morale da parte dei giudici ovvero il grado di certezza intermedio tra la certezza assoluta e la probabilità, quel grado di certezza che, fin dal Pio XII, il foro canonico richiede. Vito Giannelli Visita il blog parrocchiale on line su

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