Poemetto eos

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Poemetto a

Paola di Eoskarma Carmela Marrazzo



Poemetto a

Paola di Eoskarma Carmela Marrazzo



POEMETTO Amore che conoscesti autunno e luci di Natale che ti aggrappavi a me sfuggendo i guanti Amore stella dei miei radiosi giorni senza timori Amore viva solo pochi istanti non seppi la tua voce e i tuoi occhi l’urlo prolungato che mi squassa ancora dentro fu insieme benvenuta e addio


Amore la culla vuota vuoto il ventre i passi rimbombavano di niente Amore il ciuccio tuo d’argento riposto con il cesto di Natale rivestito verde assieme nei giorni solitari aspettando il giugno luminoso Amore gioia i calci che mi davi se dormigliona la mattina tardavo con la colazione e mi nuotavi dentro


Amore mentre risolvevo problemi ed equazioni Amore mio coraggio nelle sere buie temendo ombre e squilli sconosciuti e passi frettolosi sulle scale ti abituasti presto ai miei pasticci in frantumi la campana del presepio e il piatto del servizio buono e due volte il coperchio in vetro della cucina‌ Amore complice mia amata gocce di rugiada sui fiori secchi nel vaso di murano


Amore vela bianca dei miei progetti dietro il davanzale come un soldato cerchiavo il calendario e a 22 settimane anticipai di un giorno sicura ormai Amore fu di febbraio quell’anno giugno scuro e senza sole esplose l’uragano nel tuo mare tre giorni di bonaccia e fortunali ignare che di lÏ a poco saremmo naufragate mi arrabbiai con te quel giorno mi piegava in due il dolore mi toglieva il fiato e urlavo pensando la vescica che premevi


Amore tu sapevi? sapevi lo tsunami che arrivava? in fondo ti fioriva accanto l’assassino Amore mio dolore mio pianto disperato e inconsolato mio vuoto sconfinato non più colmato Amore non ti volli tra le braccia non ti guardai morire e quindi non moristi scivolò a me la vita assieme al sangue venni con te e a casa poi tornò l’involucro di me


Amore senza te alla doccia come i condannati -ne avrai degli altrima io volevo te Amore il pianto dei neonati e il mio adulto e disperato -nulla va perduto , la ritroveraima ti volevo ora mentre l’odore dell’incenso in chiesa mi bruciava il cuore e l’organo annunciava la Resurrezione non viene giugno Amore non è venuto mai se vedo le formiche uscire dalla tana so che è estate


ma fiocca sempre il cuore anche se rido il tempo è andato avanti ma ancora a quello snodo io stringo le tue mani che non ho toccato mai vorrei fosse domani Amore e ritrovarti o tornare indietro e non lasciarti mai vorrei riprendere la vita smarrita in quel febbraio cosÏ lontano eppure sempre vivo dovrei lasciarti andare Amore dovrei lasciare le tue mani


e darmi pace e darne a te se ancora vivi non so dimenticare il

grembo devastato

e i ferri che scavavano la carne mentre tu morivi Amore e io con te non so dimenticare seduta a terra nella cameretta le lacrime compagne le urla di chi volevo accanto e mi rimproverava non so dimenticare gli occhi persi dietro i vetri a cercarti lĂŹ dove anche il cielo singhiozzava


e il pianto che rigava i vetri opachi mi sfocava i tuoi contorni cerchiavo ancora il calendario ma coll’inchiostro nero distruggere il nemico traditore occupò le mie giornate in cerca dell’arma vittoriosa Amore la follia la neve nel deserto assiderato la notte tenebrosa a meridione il tempio saccheggiato e abbandonato la maschera sul volto in un eterno carnevale cupo -si dice sei cambiata, che non ridi più-esci, pensa al domanima io volevo ieri sedute qui in cucina


a disegnare i vestitini a giocare a nascondino le corse in bicicletta le favole narrate prima della nanna le giostre e il mare e il cortile‌‌‌ Amore non mantenni le promesse non pettinai i tuoi capelli ricci non consolai il tuo pianto dopo un ruzzolone non medicai le sbucciature alle ginocchia non imparai per te le pappe non viene giugno Amore piÚ non lo aspetto il sole della vita ormai va tramontando altri capelli ho pettinato


altre ginocchia ho medicato e tanti pianti ho consolato cantato ninne nanne e raccontato fiabe e amo ancora Amore amo tanto col cuore mutilato eppure amo a volte, incontrandomi allo specchio non riconosco la mia faccia la sconosciuta triste che ride con la bocca che non progetta nulla che annaspa ancora dentro i flutti che si è smarrita e piÚ non sa trovarsi che accanto ha solo buio e in fondo agli occhi il verde ormai marcito delle foglie mai sbocciate


DOVE SEI? I n quel lontano febbraio a disgelo imminente nei campi percorsi da un brivido freddo al calare del sole andavamo Stretta nel giaccone di lana addossata alla parete dell’ascensore tra l’infermiera e il dottore. -Non è vero! Non siamo noi a separarci per sempre. Non è a noi che succedeAndavi Da sola Per sempre.


Non eri tu che piangevi ero io a urlare il tuo nome Cerco ancora nel vuoto che ho dentro la pienezza di allora… Dove sei piccola mia? 2 NOVEMBRE Anche quest'anno farò un giro più lungo nei vialetti odorosi di cera e di fiori risonanti di pianto sulle fosse recenti. Tornerò alle note dimore di amici e parenti tante ogni anno di più.


E porterò fiori per ognuno di voi per adornare il vostro riposo lumini per illuminare la notte che è invece nel cuore. A tutti chiederò di dare un bacio a mia figlia di stringerla al petto un momento solo un momento per me. Mi fermerò sulle giovani fosse per conoscere i suoi nuovi amici e immaginarla tra loro che ride felice lei che non ha mai pianto neanche morendo.


Paola è il suo nome e ha quindici anni compiuti il nove febbraio. E io non conosco nemmeno il colore dei suoi occhi. NASCESTI ...e morimmo assieme. Io qui a scontare l'inferno di una prigione che mi lega alla terra. Tu... non so dove sei... E la vita continua nel pianto di carezze mai date di occhi che non vedono oltre di voli mai piÚ decollati di giorni senza risate


e di notti senza piÚ sogni. Nascesti e cominciò la morte.



Edizione 2013




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