Odi poesie

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Odi alla natura ed al creato



piccola raccolta di

Odi di Giorgio Thieme

verdefronda


Ode Componimento poetico che nasce nella Grecia antica. Esprime impeto di commozione per un tema nobile o alto e successivamente anche amoroso od eroico. (Alceo, Saffo, Pindaro ecc.) Presso i Romani divenne essenzialmente poesia lirica, divisa in strofe, rimata, ma senza una metrica precisa. (Orazio) Fra italiani recenti (Parini, Foscolo, Manzoni, Carducci, D’Annunzio e Pascoli)


Gelsomino invernale Spinto a fiorire nel freddo pungente cerchi di aprire i tuoi piccoli fiori, stelle di giallo colore splendente sfidanti d’inverno i duri rigori. Piegano i rami schiacciati da neve, gemme appuntite ne forano il manto aprono i fiori nel tempo piĂš breve, chè della sera si ode giĂ il canto. Vita fugace riserva natura a questi teneri piccoli fiori anche per loro la vita appar dura, di primavera attendon gli albori.


Le cinque dita della donna Smunta il presente e diventa passato, piccola bimba graziosa tu nasci, dolcezza e beltĂ natura ti ha dato. Stagione lasci. Ragazzina cresci allegra e vivace, di dolci schiamazzi il mondo ora riempi, poi muta il corpo e diventi procace. Cambiano i tempi. Assume il tuo corpo dolci sembianze, da delicato bocciolo fuoriesci, nel portamento hai estreme eleganze. Ancora cresci. ( segue)


(segue le cinque dita della donna)

Donna matura di ricca passione formi famiglia con gran dedizione, nuove creature dispensa l’unione. Altra stazione. Piccole rughe e bianchi capelli sono i segnali che scorre la vita, ho raccontato i tuoi aspetti piÚ belli su cinque dita. (ode in quartine di endecasillabi e quinarii)


Villa Clementina Hai da secoli radici poste sopra questo dosso e su ripide pendici sfoggi il manto tuo ben rosso. Evocando tanti eventi dai tuoi muri un tempo visti contro grandi piogge e venti, torreggiando tu resisti. Guardi intorno tutto il lago da Maccagno fino a Stresa ed ancora, forse è vago, il vedere fino a Lesa.


Nel tuo grembo sempre accogli l’unità di noi parenti qui riuniti con i figli e i nipoti assai contenti. Ed ancora i pronipoti riempiranno le tue mura, i locali che mai vuoti ci proteggono con cura. Che sia lunga la tua vita perchÊ qui possiam trovarci per durata indefinita e con gioia salutarci ( ode in quartine di ottonari)


Maria Ausiliatrice E’ tornata a navigare, dopo anni di abbandono ha potuto caricare tutti noi in grande tono. Ha solcato senza scempi delle acque la distesa con costumi d’altri tempi e cappelli a larga tesa


Fino a Cannero è arrivata col suo carico prezioso sulla spiaggia è approdata fra un pubblico chiassoso. Lunga vita per la barca che da anni ci accompagna e ci accoglie come l’arca sopra l’acqua e la montagna. (ode in quartine di ottonari)


L’antico porto C’è un antico porticciolo con ghirlande sopra agli archi, del rosaio ogni bocciolo di colore adorna i varchi. Nel cullar di verdi acque stan le barche dondolanti d’una vita che ormai tacque fra quei legni gocciolanti.


Qualche vecchio pescatore or s’aggira fra quei moli ripensando con dolore la tristezza d’esser soli. Ma i colori di quei legni si riflettono brillanti mentre forti sono i segni sugli scafi galleggianti. E’ un dipinto di natura e d’umana antica opra ch’occhio artistico cattura mentre il tempo passa sopra. (ode in quartine di ottonari)


Donzella bella La vita tua si stringe qual formichina snella, passione non respinge la tua presenza bella. Colpito m’hanno i lumi acuti come il falco, che tua beltà non sfumi non vada perso il calco. Piacente la tua bocca vermiglia e piccoletta, allor che la mia tocca vi scocca la saetta. Candore d’una perla adorna il tuo bel viso, il canto dell’averla ispira il tuo sorriso.


Stelle Quando la notte il suo velo distende stretta al mio fianco con sciolti capelli mentre la brezza ci sfiora leggera su per i monti io ti condurrò. Seduti su un sasso nel fitto buio udrem dalle stelle tante leggende finchè rapita dal mondo dei sogni il biondo tuo capo si adagerà. Allora dal cielo staccarsi vedrò con vivida luce l’astro più bello che nel più completo dolce abbandono sulla mia spalla a posarsi verrà.


Giovent첫 Rose rosse, rose belle sia fiorite oppure in boccio siete come le fanciulle di rugiada dolce goccio. Col sorriso sulle labbra o col pianto intorno agli occhi con la foglia liscia e glabra o velluto sotto ai tocchi, rifiorite ancor le aiuole luccicanti sotto il sole. In questo tempo e quel che fu portate sempre giovent첫.


Grande arcano Nell’infinito universo l’animo umano palpita e volteggia, immerso nel grande arcano. Nel gran desio del piacere tosto è attirato, del mondo cede al volere, finale ingrato. Immerso nel grande gioco della materia, il piacere sembra fioco, la vita è seria. E nel fuggevole giorno dato dal sole comprende, guardando intorno, che vita duole. (ode in quartine di ottonari e quinari)


L’uva e il vino Bei grappoli dorati su tralci ben potati, splendenti sotto il sole, delizia delle gole. Gustosi chicchi e tanti, da cogliere fragranti, da morder come nati oppure elaborati. Spremuti e messi in tino e trasformati in vino, da ben assaporare e quindi meditare. (ode di settenari a rime baciate)


Ode al Verbano Spesso resto a contemplare, tra le bellezze infinite, il paesaggio che traspare tra le frasche inumidite. Frizza l’aria mattutina e diffonde tutto intorno l’olezzar dell’erba fina annunciante presto il giorno. Sorge il sole all’orizzonte che con lento movimento capolin fa dietro il monte, ridestando un dolce vento. Lo spettacolo continua, piccolino, io mi sento, un pensiero in me si insinua, a natura io non mento.


Primi fiori Nel mio giardino or s’affaccia primavera, spunta il fior di gelsomino allietando la spalliera. S’apre la viola con il suo color vivace, nell’aiuola non è sola con la primula mi piace. Sbocciano i crochi e nel prato margherite, pur se i fiori sono pochi han le aiuole già riempite. (ode in quinari ed ottonari)


Ode all’ode C’è del sol l’ultimo raggio, nel giardino sto scrivendo alla fresca aria di maggio qualche cosa di stupendo. E’ gia tardi e il sole cade mi conviene scriver lesto già s’accendono le strade altrimenti al buio resto. Pochi versi alquanto scempi nati dal fluire lento di strofette d’altri tempi ma di queste mi accontento. Sembra quasi un’ode all’ode più di questo non mi riesce non mi attendo grande lode or da me la Musa esce.


Vola pensiero Vola, vola o mio pensiero, va alla bimba mia diletta e con sussurrar leggero dille ciò che il cuor mi detta. E così noi ci parliamo senza dirci una parola E due cuori ci scambiamo in un’anima che è sola. Messaggero mio silente, tutto a te si può affidare, tu che corri eternamente, tu che varchi terra e mare. (ode in quartine di ottonari)



Raccolta di poesie di verdefronda

Stampato in proprio non in vendita edizione 2010


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