Iride l'apparizione

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Iride l'apparizione

racconto

di verdefronda musa ispiratrice

Iride



Iride l'apparizione

racconto di

verdefronda musa ispiratrice

Iride


Iride l'apparizione Sulla scoscesa sponda piemontese di quel serpeggiante specchio d’acqua che divide due regioni e si protende in territorio elvetico, abita una persona né giovane né vecchia, una persona come tante ma che ama molto la natura e tutto il creato con le sue meraviglie. Fiorenzo è il suo nome, ama gli alberi ed i fiori, ama anche gli animali e tutto ciò che lo circonda, ha interessi in ogni campo, ma il creato sopra ogni altra cosa desta in lui profonda ammirazione, dal più umile fiore al più piccolo insetto sono opere di un grande creatore ed ammirare


le sue opere è come unirsi ed avvicinarsi a lui molto più profondamente di qualsiasi preghiera o di qualsiasi religione. Spesso Fiorenzo parla con gli alberi, con gli animali, con le acque dei ruscelli, con la luna, con il sole e vive quasi in simbiosi con loro. La sua vita è solitaria, è un po’ timido e introverso e spesso evita le umane compagnie, le loro convenzioni e stupide formalità. Un giorno Fiorenzo decide di fare una passeggiata nei boschi che avvolgono con le loro verdi chiome la ripida costa del lago, nei pressi di Cannero Riviera. Questa è una ridente cittadina nata su un grosso delta rivolto verso sud e meta ambita di parecchi turisti in massima parte stranieri. La

giornata

è

limpidissima,

il

sole


luminoso ma non troppo caldo, tutto lascia preludere un ideale scenario per una gradevole gita in montagna. Calzoncini corti, maglietta e scarpe da tennis sono tutto il suo abbigliamento per un brevissimo tracciato, seguendo facili sentieri che si snodano fra i boschi antichi nei pressi dei paesi di Donego , Oggiogno ed anche piÚ in su, dove si aprono ogni tanto piccoli spiazzi per soste in punti panoramici dalla bellezza spettacolare e lÏ si ammira il lago nella sua immensa estensione. E' mattino e Fiorenzo esce di casa e si incammina per la passeggiata, in circa mezz’ora non incontra anima viva, solo un piccolo scoiattolo accovacciato su un ramo, intento a sgranocchiare nocciole e poi scappa saltando di ramo in ramo con una leggerezza ed agilità impressionanti.


A fianco del sentiero in una macchia semi aperta dove filtrano tiepidi raggi del sole appaiono dei bellissimi gigli bianchi dalla forma elegantissima, dalla consistenza quasi carnosa dei suoi petali e dal profumo inebriante che si diffonde per il bosco amalgamandosi al profumo del muschio poco distante che riveste delle grosse pietre leggermente umide e fresche. Incontra poi qua e là dei piccoli funghi nati nella passata notte e che stirano la loro carne ai primi tepori dell’aria. Questo è il mondo di Fiorenzo, questa è la sua vita, queste sono tutte le sue giornate, ma qualcosa di strano sta per accadergli e che resterà in modo indelebile nella sua memoria, nei suoi ricordi, nei suoi pensieri. Da un’ansa del sentiero, a circa una


ventina di metri ecco che improvvisamente vede apparire una figura femminile dall’apparenza giovane che indossa una bianca camicetta con corte maniche ed una gonna rosso scarlatto che le copre le gambe appena sopra il ginocchio, ai piedi porta dei sandali bianchi ed i capelli hanno il colore del sole. Fiorenzo continua a camminare con passo regolare ma non riesce a distogliere gli occhi da quella figura, c’è qualcosa di fascinoso, quasi di misterioso in lei che provoca una strana sensazione di “dejà vu”. Vorrebbe fermarla, parlare, mille pensieri attraversano la sua mente, ma la sua timidezza lo blocca. Giunti ormai fianco a fianco sullo stretto sentiero, l’unica cosa che gli esce di


bocca è un semplice saluto di cortesia, “buongiorno” dice, la donna risponde con altrettanta cortesia al saluto con la medesima parola. Fiorenzo dopo questo breve scambio di saluti resta qualche secondo immobile a lato della stradicciola e una montagna di pensieri si accavallano come onde nella sua testa. Dall’accento sembra italiana ma non ricorda di averla mai incontrata eppure qualcosa in lei gli richiama un certo che di familiare. Lei percependo tali turbinose onde nella mente di lui si volta indietro e con sguardo interrogativo e voce gentile dice “qualcosa non va?”. Fiorenzo a queste parole si sente scoperto fin nell’intimo suo ed arrossendo in modo palese cerca di


trovare una giustificazione al suo comportamento, ma non riesce ad aprire la bocca. La donna intuisce la situazione e rinfranca il nuovo incontrato con queste parole “ sto facendo una gita, il camminare anche senza una meta fissa mi rilassa e mi ristora lo spirito, se vuoi puoi accompagnarmi, così scambiamo qualche parola fra di noi ed abbiamo la possibilità di conoscerci”. Le orecchie di Fiorenzo non avrebbero voluto ascoltare di meglio, quell’invito era la cosa più desiderata e completamente insperata. Il viso di Fiorenzo si illumina di infinita gioia, ma il suo eccessivo riserbo però gli fa pronunciare solo un flebile ”si!” Il sentiero non è abbastanza largo per poter camminare affiancati, quindi


Fiorenzo timidamente si accoda alla donna, senza troppo avvicinarsi e non riesce a togliere lo sguardo da lei ma resta completamente muto. Improvvisamente Fiorenzo riesce a bucare la cortina di silenzio che li circonda e timidamente chiede: “come ti chiami?” “Iride” risponde lei con voce pacata in tono di incoraggiamento “e tu?” “Fiorenzo” risponde lui. Segue un periodo di silenzio poi con un po’ di coraggio Fiorenzo dice “io abito qui vicino a pochi chilometri di distanza ma non ti ho mai vista da queste parti, non sei della zona vero?”. Iride si volta, senza fermarsi e risponde in modo leggermente sibillino tanto che Fiorenzo non riesce a capirne il significato “io sono di queste parti , solo che tu non mi riconosci, non ti ricordi di


me�. Continuano il cammino in fila indiana ed ogni tanto i due si scambiano qualche parola di ammirazione per le meraviglie che li circondano. Fiorenzo le racconta del suo amore per tutti gli esseri viventi e della sua passione ed incanto per i monti per il lago per i ruscelli le cascate ed anche l’azzurro del cielo il verde delle foglie i vivaci colori dei fiori. Tutto l’entusiasma ed egli ha un grande rispetto per la natura e per tutte le opere del creato. Iride lo ascolta con interesse ed ammirazione e non fa che annuire all’entusiastico racconto di Fiorenzo che finalmente si sente incoraggiato ed incitato dalla presenza quasi magica di lei.


Percorrono ancora parecchia strada, ogni tanto fanno piccole soste per meglio osservare ciò che piĂš desta ammirazione ed interesse e si accorgono di avere un grande affiatamento fra di loro, tutto ciò che piace ad uno piace anche all’altra in una strettissima sintonia di pensiero. Ad un certo punto il sentiero sbuca in una piccola radura circondata da grandi alberi che con la loro ombra la coprono quasi totalmente. Solo un lato della radura che volta verso il lago viene raggiunto dai raggi del sole che passano sopra le svettanti cime degli alberi e scendono fino all’umido prato dove le goccioline di rugiada scintillano in mille colori. Fiorenzo e Iride si dirigono verso questo punto in uno strano complice accordo per ammirare la bellezza del panorama.


Un sinuoso nastro luccicante si snoda fra le montagne che riflettono il loro verde nell’azzurro dell’acqua. Uno sguardo allo spettacolo naturale ed uno sguardo reciproco occhi negli occhi, una mutua totale intesa unisce i loro pensieri in questa magica cornice. Iride invita il compagno a sedersi sopra un masso poco distante, questo è ben sagomato, quasi fosse una poltrona con tanto di schienale ed imbottito da un morbido strato di muschio dal colore e dal profumo intensi, ben ombreggiato e comodo. Lei resta in piedi in quel punto ben soleggiato, il suo viso è raggiante, i suoi occhi sprizzano scintille luminose, quasi fossero colorati fuochi d’artificio. Poi lentamente sbottona la bianca camicetta e la depone a terra sul verde


del prato. Sempre con la massima semplicità e naturalezza slaccia la rossa gonna e la fa scivolare lungo le gambe fino a terra ed intorno a lei si forma magicamente un alone multicolore. I colori dell’iride si irradiano dal suo corpo luminoso cominciando da un rosso intenso che degrada verso l’arancio poi verso il giallo, quindi il verde, l’azzurro ed il violetto che si attenua verso l’esterno spegnendosi nel verde degli alberi. In questa magica cornice risalta un corpo statuario, quasi mistico eppure dall’apparente forte vitalità. Fiorenzo, immobile, osserva la splendida scena e passa velocemente lo sguardo dall’immagine di quei dolcissimi occhi sempre più intensi e profondi


all’immagine di quel bellissimo corpo che lentamente si scopre offrendo uno spettacolo meraviglioso e ricco di sorprese. Iride resta quindi per qualche secondo completamente nuda in tutta la sua sconcertante bellezza, una bellezza quasi eterea, semitrasparente, eppure è reale, vera, viva e di questo Fiorenzo ne è certo. Il sangue pulsa nelle vene sotto la finissima pelle di quel meraviglioso corpo. La luminosità , la lucentezza esteriore della nuda pelle ravviva l’arco iridato che fa da cornice a quello splendido quadro vivente. Fiorenzo osserva immobile lo spettacolo improvvisato, nell’immenso spettacolo naturale che lo circonda e sente il cuore traboccare di gioia anche se ancora non


capisce il perché di tutto questo. I suoi occhi improvvisamente notano uno strano mutare della scena, nell’arco iridato lentamente svanisce l’immagine della donna e s’accende una luce intensa che dal bianco si muta in rosso rubino ed in questa luce appare in caratteri cubitali una lettera C di colore bianco. Dopo pochi secondi la lettera scompare e la luce diventa color arancio intenso, nel centro si accende la lettera R, passa ancora qualche secondo e la scena si ripete cambiando in giallo carico con la lettera E. Fiorenzo assiste alla scena ma non riesce a capire il significato di questo strano spettacolo pirotecnico che si proietta davanti ai suoi occhi. Sempre dentro al misterioso arco si accende ora una luce verde prato del


medesimo colore dell’erba della piccola radura con in centro la lettera A, poi muta ancora in azzurro come il colore del cielo che splende sopra l’arco e s’accende la lettera T. Infine la luce diventa violetta ed in centro una grande A. Fiorenzo avverte ora un grosso nodo alla gola ed al petto, capisce di essere di fronte ad un evento eccezionale, di essere spettatore di una visione dall’arcano significato e si sente piccolo e lo assale un grosso attacco di timidezza che lo blocca completamente. Frattanto nell’arco iridato ricompare Iride in quel suo meraviglioso corpo, in tutto il suo splendore. Ella sempre col suo dolce sorriso un po’ enigmatico scruta Fiorenzo, poi si riveste con semplicità mentre


lentamente l’arco iridato si attenua fino a scomparire. Iride fa un piccolo gesto invitando Fiorenzo vicino a sé, lui quasi come un automa obbedisce restando muto. Lei con dolce accento gli chiede “ti è piaciuto?” Lui rinfrancandosi esclama ”è stato meraviglioso, ma perché hai fatto tutto ciò?” Iride con la più grande naturalezza: “sapevo che era un tuo grosso desiderio ed ho pensato di accontentarti”. Fiorenzo ribattendo con timida voce: “ma come facevi a saperlo?” Lei con decisione ma in tono molto cortese: “semplicemente lo sapevo”. Restano entrambi in silenzio per qualche tempo, poi Fiorenzo chiede: “Iride dove


abiti? Come posso incontrarti ancora?” “Semplice” risponde lei “basta che mi pensi” Fiorenzo ha una grande confusione in testa e non riesce a capire il significato di quelle parole. Egli ha sempre l’idea di vivere un sogno, lontano dalla realtà, cerca di scuotersi di pizzicarsi, poi si avvicina di più ad Iride, allunga lentamente la mano destra fino a toccarle l’avambraccio sinistro. La sensazione di quella carne viva fra le sue dita gli solleva lo spirito, “è viva, è reale” pensa quasi con certezza ma poi il dubbio torna ad assalirlo, allunga anche la mano sinistra, prende il braccio destro di lei, le fa scivolare le mani dietro la schiena, si appoggia al petto e la stringe con tenerezza. “Non ho più dubbi ora” pensa lui.


Passano alcuni minuti inebrianti, la testa di Iride dolcemente reclinata sulla spalla di Fiorenzo ed il viso di lui leggermente appoggiato sul capo di lei. I pensieri di entrambi si fondono in un unico pensiero, un pensiero luminoso e magico, una perfetta intesa senza parole o gesti. Certo ormai nel modo più assoluto della realtà dei fatti, Fiorenzo lascia l’abbraccio, si gira verso il lago che nicchia con il suo lontano luccichio, fa una breve panoramica con l’occhio sugli amici alberi che lo circondano e ritorna con lo sguardo verso Iride. Iride non c’è più, Iride è fuggita, è scappata senza un saluto. Fiorenzo piomba nella più forte disperazione, gli si appanna completamente il cervello, non riesce a


capire più nulla. Un profondo sconforto lo assale, si siede sulla pietra amica che già gli aveva fatto da sedile durante lo spettacolo ed affonda la testa fra le mani. Dopo molti minuti passati in quello stato ripensa alle parole di Iride “semplice, basta che mi pensi”. Cercando di uscire da quello stato depressivo si sforza di ricordare la bella Iride, in tutto il suo fulgore, in tutta la sua semplicità, in tutta la sua sincerità e schiettezza, pensa alla sintonia dei reciproci pensieri alla complicità dei loro sguardi e ripensa alle parole incomprese “semplice, basta che mi pensi”. Fiorenzo riapre gli occhi ed Iride si trova proprio davanti a lui con il suo sorriso dolce e ricco di complicità con il suo bellissimo corpo sinuoso e dai


movimenti aggraziati. Sul viso di Fiorenzo si riaccende la luce, gli occhi di entrambi si incontrano in un lampo d’intesa, tuttavia Fiorenzo ha ancora una forte confusione in testa e non sa trattenere una domanda “ma chi sei veramente Iride?” “Semplice” risponde lei “sono la tua guida ed il tuo pensiero e ti sarò sempre vicino anche se a volte non riuscirai a vedermi”. Fiorenzo allora ha un sussulto ed improvvisamente tutto gli si illumina intorno, prende per mano Iride e lentamente con lei riprende la via del bosco, la via del pensiero, mano nella mano con la meravigliosa creatura.

Fine




racconto di

verdefronda il disegno in copertina vincitore del concorso “Iride” è di

Paola Formica pubblicazione on line Edizione 2011


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