L'amore a tavolino

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L'amore a tavolino di Eoskarma



L'amore a tavolino di Eoskarma


RECENSIONE Breve racconto scritto con grande spontaneità ed autoironia riguardante il più importante tema della vita “L'amore” Scritto in forma autobiografica, risulta così vivo ed intenso che cattura letteralmente il lettore. Nel testo sono descritte, con dovizia di particolari, tutte le caratteristiche dell'animo femminile, con tutte le contraddizioni e gli entusiasmi della persona “innamorata”. Il titolo “L'amore a tavolino”, senza voler anticipare la trama del racconto, rappresenta una forma di “chiodo scaccia chiodo”, cioè il voler curare i dolori ed i traumi di un amore sbagliato e che si vuole troncare, con un altro amore studiato e programmato allo scopo. Ma poi che succederà … ? Un grande ed affezionato amico ed ammiratore verdefronda Giorgio Thieme


L'amore a tavolino cap I E' successo. Non so da quando perchè ho preso coscienza della cosa solo ieri. E' successo. E non so se ridere o piangere. O far finta di nulla. Già! Come se fosse facile ignorare quest'altalena di gioia e di angoscia che ho dentro da ieri. Porca miseria! Volevo che accadesse ma non così. Non così ancora una volta! E dire che era cominciato per gioco un anno fa o forse più, non ricordo. Pensare a lui per non pensare a Mauro, quel maledetto figlio di puttana che amavo come una pazza, anzi di più, e soffrivo come una dannata perchè per lui ero meno di niente. Due anni assieme a Mauro: avevo conosciuto la gioia più grande nel primo anno e poi la disperazione più nera. Un rapporto logorante, sbilanciato: più lui si staccava da me più lo amavo. Mi tradiva, lo sapevo anche se lui


negava e ci soffrivo da cani ma non mi importava. Tutto pur di non perderlo. Lo amavo, anzi no, quello non era amore, era una forma patologica di amore ma ci ho messo un secolo a capirlo e a guarirne. Mauro era l'alfa e l'omega della mia vita, il centro del mio universo, più importante della mia stessa vita. E quando mi lasciò mi sembrò di morire. Vivevo solo nell'attesa del suo ritorno. E tornò infatti, qualche mese dopo, e poi mi lasciò di nuovo per poi tornare ancora e ogni volta offriva un pò di meno e io accettavo, mi accontentavo delle briciole pur di non perderlo, di non vederlo scappare via di nuovo. Ero Mauro-dipendente e avevo con lui lo stesso rapporto che ha un drogato con l'eroina: lo disprezzavo, lo odiavo, decidevo di farla finita ma resistevo solo pochi giorni, poi mi prendeva la "crisi di astinenza" e al diavolo l'orgoglio, la dignità, l'amor proprio! Avevo bisogno di lui, di una "dose di Mauro e lui era bravissimo ad approfittare dei miei momenti di maggior sofferenza. Mi chiamava e io correvo da lui e ogni volta mi illudevo che sarebbe stato diverso.


cap II Dopo un anno di quelle montagne russe non ne potevo più! Soffrivo troppo e non mi bastava più un pò di Mauro ogni tanto. Basta, meglio farla finita, ma sul serio! Forse ci sarei morta senza di lui, ma con lui era solo una lenta agonia. Avevo poco più di vent'anni ma mi sembrava di averne cento! Ero stanca, di dentro e di fuori. E stanca di vivere. Lo so, può sembrare assurdo ridursi così per amore; io stessa faccio fatica a capire come abbia potuto annullarmi così per uno che non meritava nulla, come abbia potuto vivere a quel modo per tanto tempo, eppure è così. Ma ciò che conta è che ne sono uscita, che il passato non mi fa più male e soprattutto che il futuro non mi dà più tanta angoscia. E questo, un po’ , è anche merito suo, di lui che è entrato per gioco nella mia vita. Ricordo che mi chiamava "amore mio" ogni volta che ci incontravamo e mi guardava in un


modo...come se volesse sfidarmi, ecco! - Dì a quello scemo dell'amico tuo che la smetta di prendermi in giro ogni volta che passo fuori al bar , sennò qualche giorno perdo la pazienza e gli mollo uno schiaffone!- dissi a mio fratello. Già, perchè il tizio, che ha la mia stessa età, è amico di mio fratello.. Ma questo non aveva importanza. Allora non aveva importanza. Non so di preciso quand'è che ho cominciato a ricambiare i suoi sguardi, so solo che ho cominciato un po’ per gioco, un po’ per sfida. -Fa così con tutte le ragazze che passano davanti al bar. Si diverte a fissarle e a dire spiritosaggini. -mi disse mio fratello e aggiunse che era anche un po’ svitato, che era sempre in rotta col padre e che ogni tanto prendeva su e se ne andava in giro per l'Europa. Uno spirito inquieto insomma e forse fu proprio questo a colpirmi e a farmelo detestare: uguale a Mauro: donnaiolo, egoista, traditore, vanesio, egocentrico, anaffettivo e narcisista. Bene, gliela avrei tolta io la voglia di sfottermi a quel deficiente! -La prossima volta che mi dice "amore mio".


mi fermo e lì, davanti a tutti quei cretini dei suoi amici che ridono come scemi, gli faccio fare una figuraccia che non se la scorda finché campa!-

cap III Evidentemente mio fratello dovette riferire a Daniele le mie intenzioni perché ora non mi diceva più nulla, si limitava a fissarmi e continuava a guardarmi anche dopo che lo avevo superato. All'inizio fingevo di non vederlo, sperando che prima o poi si stancasse e la smettesse, invece lui continuava imperterrito, facendomi sentire maledettamente a disagio. Ma quello che proprio non sopportavo era che pensasse, a ragione del resto, che mi imbarazzava quel suo modo di guardarmi. Decisi così di sfidarlo. Col cavolo che avrei abbassato gli occhi o mi sarei girata da un'altra parte quando gli passavo vicino!


Avrei sostenuto il suo sguardo, lo avrei fissato anch'io negli occhi con aria di sfida. E fu cosÏ che mi accorsi di quanto fosse bello il suo viso. Gli occhi di un verde smeraldo incredibile, le ciglia lunghe e folte e scure, naso regolare e bocca carnosa, ben disegnata. Era bello da morire e non solo di viso. Aveva anche spalle larghe. corpo asciutto e muscoloso, pelle scura e folti capelli castano chiaro. Mi piaceva, malgrado me. Però la sua avvenenza mi tornò comoda quando iniziai il mio "gioco". Fu quando Mauro si mise con colei che fino ad allora avevo considerato la mia migliore amica che decisi di sfruttare l'effetto che Daniele aveva su di me, per non soffrire come un cane. Decisi che mi sarei presa volutamente e a tutti i costi una cotta per lui, meglio ancora se mi fossi innamorata. Ovviamente, trattandosi di un "amore" studiato a tavolino, avrei potuto tenerlo sotto controllo e fare in modo che il cuore ne fosse fuori.


Cap IV CosÏ cominciai gli allenamenti mentali: ripetere "Daniele ti amo" tutte le volte che pensavo "Mauro ti amo"; rifugiarmi in sogni romantici con Daniele ogni volta che mi veniva una matta nostalgia di Mauro. E la notte, nel letto era una dura lotta tra una parte di me che "voleva" pensare a Daniele e l'altra parte che involontariamente inseguiva i ricordi: Mauro che mi amava, Mauro che mi rincorreva lungo la riva del mare, Mauro che mi stringeva fino a farmi male...e Mauro che andava via, che mi lasciava e che ora stava con la mia migliore amica... Era duro deviare la mente, costringermi a pensare a Daniele, a immaginare di volere da lui tutto ciò che in realtà avrei voluto da Mauro e a volte mollavo e lasciavo la mente libera di rincorrere i ricordi, col solo risultato di piangere come una scema. Dovevo

scordarlo

maledizione!

"Volevo"


scordarlo, il che era più importante del "dovere". E così continuavo i miei esercizi mentali. I primi risultati di questa "autocura" li ebbi quando mi accorsi che, benché continuassi ad amare ancora Mauro e mi disperassi per lui, a volte dentro me lo chiamavo "Daniele"; oppure pensando a Daniele rivedevo il volto di Mauro. Insomma mi ero creata una confusione nella testa e, miracolo! anche nel cuore. Ero contenta perché in tutta quel casino cominciavo a dubitare del mio amore per Mauro, a ripetermi fino alla nausea che cominciavo a guarire perché l'amore, il vero amore non ha dubbi. Non so se questo è vero, però allora mi tornava comodo pensare così. In un anno di progressi ne ho fatti tanti, troppi forse, perché ieri ho rivisto per caso Mauro e non ho provato nessun tuffo al cuore. Felicissima di questo, ovviamente, però... E' successo. E' successo accidenti e questo non era previsto! Mi sono innamorata. Io mi sono innamorata di Daniele come una scema! L'ho capito solo ieri. Ieri che passandogli accanto,


lui ha abbassato gli occhi, ha finto di non vedermi. Ci sono rimasta da cani! In un anno è successo altre volte che lui abbia fatto così, o che io passandogli accanto non lo abbia guardato, ma poi tutto riprendeva. Adesso non so perchè sono sicura che non mi cercherà più con gli occhi. In fondo tra me e lui non ci sono stati che sguardi, nulla di reale, di concreto. Ho fatto tutto io. I progressi sono avvenuti solo dentro me. Capirai! A furia di pensarlo, di fingere di amarlo mi sono innamorata sul serio. E ora è tardi per tornare indietro. Maledizione! Ma come è potuto accadere? E dire che avevo tutto sotto controllo. Ero convinta di essere riuscita a controllare anche l'inconscio e il subconscio, cretina che sono! Già, perchè io, da un pò di mesi, Daniele lo sogno anche di notte! Io e lui assieme, felici, innamorati...


cap V Avrei dovuto pensarci prima che il gioco stava diventando pericoloso, porca miseria! E invece niente! Ero certa che appena avessi voluto Daniele sarebbe scomparso dalla mia vita senza lasciare tracce. Avrei dovuto smettere di pensarci appena mi accorsi di non amare piÚ Mauro, cosa che è avvenuta per l'appunto un pò di mesi fa. A quel punto avrei dovuto mettere ordine dentro me, mettere da parte la medicina e aspettare con pazienza la rinascita. Invece ebbi paura di quel cumulo di macerie, del vuoto che avvertivo dentro, dell'angoscia che mi dava pensare al domani, ebbi paura della solitudine interiore e cosÏ continuai a fingermi dentro un amore che sapevo irreale. Il dubbio che mi stessi innamorando davvero non mi venne nemmeno quando cominciai ad emozionarmi incontrando i suoi occhi . Il cuore mi batteva forte, le gambe diventavano molli e nella testa una confusione pazzesca. Pensavo


fosse dovuto alla mia bravura nel fingere. Anche l'emozione! Che scema! Ma a che serve pensarci adesso? Devo correre ai ripari. Devo scordare Daniele. Ma come? E invece non faccio che pensarci! Anche perché ha cominciato a venire sempre a casa con la scusa di cercare mio fratello. L'altro giorno è arrivato insieme ad un altro ma io non lo avevo visto perché era rimasto fuori mentre l'altro era entrato cercando mio fratello. Ero sola in casa e dissi al tipo di aspettare mentre io andavo a chiamarlo. Fuori della porta c'era lui e appena lo vidi mi irrigidii, mi sentii confusa, in imbarazzo. -Vai tu a chiamarlo- dissi al tipo sperando che se ne andassero e invece Daniele restò e io non lo invitai nemmeno ad entrare. Gli chiusi la porta in faccia! Daniele...Potrai mai perdonarmi? Potrai mai perdonare tutte le cattiverie che ti ho fatto? Tutti i tentativi di avvicinarmi che ti ho puntualmente mandato all'aria?...Non sapevo di amarti. Credevo di detestarti. Uno come te...uguale a Mauro...Ora non ne sono più tanto sicura.


Cap VI Ricordo le volte che hai accennato a un sorriso guardandomi senza piÚ sfida, con dolcezza. Bastava sorriderti anch'io...E invece ti ho sempre gelato con i miei sguardi ironici. Quella sera- ricordi? -mi dicesti "Ciao" con un sorriso luminoso. Ero euforica quella sera e non mi rendevo conto che era per quel tuo sorriso. O forse non volevo rendermene conto. Un conto è un amore fasullo, inventato, un altro un amore vero, reale. Io avevo paura. Di te, delle emozioni che mi scatenavi dentro. Per questo ho voluto che tra noi non ci fosse nulla. Dovevi restare solo un punto di riferimento per quell'amore che mi ero inventata. Perciò non ti risposi anzi, ti guardai con ironia e dentro mi sentivo sciogliere di tenerezza. E' volata via una settimana. I tuoi occhi, Daniele, non li ho piÚ incontrati. Ho paura che tu abbia deciso di mandarmi al diavolo e forse


sarebbe anche meglio. E io farei bene a scordarti. In fondo che ne so se mi vuoi, se mi hai mai voluta. E poi non saprei nemmeno come fare a farti capire che ti amo. Ora che mi sono innamorata di te anzi, ora che l'ho capito, non riuscirò più a guardarti e non sarò mai capace di sorriderti. E poi ho paura. Amare da sola è triste, fa male ma non quanto amare da sola assieme alla persona che si ama. L'esperienza con Mauro mi ha insegnato tante cose, soprattutto ad avere paura, a non sentirmi sicura di niente, a non avere fiducia né in me, nelle mie possibilità, né negli altri. Ho una fottuta paura d'amare. E ho anche paura di non amare, del vuoto dentro...Se fossi sicura che tu mi ami! Se tu...Maledizione Daniele! Ma perché dovevo innamorarmi di te? Piove a dirotto e sono senza ombrello. Sto correndo sotto la pioggia. Ogni tanto mi riparo sotto un portone poi riprendo a correre. -Andreina!Mi volto nella direzione della voce e vedo Daniele correre verso di me. Fingo di non averlo visto e tiro dritto.


Cap VII -Andreina, fermati accidenti a te!-Che urli? Non sono mica sorda, sai?!-Per favore, smettila di fare la dura a tutti i costi, tanto non me la dai a bere- E mi sorride accarezzandomi il viso. -Vieni, ripariamoci dalla pioggia- mi dice prendendomi per mano e trascinandomi letteralmente sotto un portone. -Sei tutta bagnata...Prenderai un malanno-mi fa accarezzandomi i capelli fradici di pioggia. -GiĂ - rispondo atona. Ho il cuore in gola." Porca miseria, e datti una mossa scema! Vuoi che si accorga dell'effetto che ti fa averlo a pochi centimetri di distanza?" -Andreina, io...- E tormenta il manico del suo ombrello. -Tu...? Chiedo con un filo di voce. -Ti voglio bene- mi dice tutto d'un fiato.


Se dessi retta all'istinto, gli butterei le braccia al collo. Se dessi retta all'istinto gli direi:"Anch'io". Ma non posso. Ho paura di soffrire ancora, come per Mauro, perchè Daniele è come lui: un maledetto bugiardo! Mi prenderà in giro e poi mi lascerà, lo so. -Andreina, cosa c'è? Hai sentito quello che ho detto?...Non dici nulla?-E che dovrei dire?- rispondo riprendendo il controllo. -Potresti dirmi che anche tu mi vuoi bene- mi dice prendendomi le mani tra le sue. Lo guardo con sufficienza, poi gli dico con un sorrisetto ironico: -Si? Dovrei dirti che ti voglio bene? E perché?...Guarda che non stiamo interpretando Giulietta e Romeo-Cosa vuoi dire?- mi chiede guardandomi con tristezza. -Che la devi smettere di prendermi in giro! Non mi diverti affatto! Credi che sia scema?!-Guarda che io ti voglio bene sul serio- dice carezzevole.


-Ah si?...Bè, non me ne importa nienterispondo con finta indifferenza, strizzandomi i capelli. -D'accordo, allora. Vuol dire che non ho capito nulla, che mi hai solo preso in giro, che non ti importa niente di me...Ma io mi sono innamorato, lo capisci?! Innamorato come un cretino...Stai tranquilla, non verrò più a cercarti. Non sarei dovuto venire neanche oggi...Ma io credevo che...Accidenti! Eppure sento che anche tu mi ami...Dillo, è così?-Dillo che mi ami!- ripete Abbasso la testa. Resto muta mentre dentro me urlo: "Si, si ti amo!". Sarebbe così facile dire di si ma non posso, non devo. Scuoto la testa in segno di diniego e lui mi gira le spalle, apre piano l'ombrello e se ve va senza una parola. Lo guardo andar via, incapace di muovere un dito. E' finita. Prima ancora di cominciare...Non voglio! E' vero, forse domani soffrirò ma nessuno potrà mai cancellare la gioia dei giorni che vivrò con lui. O forse non finirà tra noi, forse Daniele mi amerà per sempre...Ma per saperlo devo


rischiare...Non posso rinunciare così, non voglio! Ti amo Daniele e imparerò ad avere fiducia in te, a non avere più paura. O forse no...Che importa ora? Adesso devo correre, devo raggiungerti, dirti che ti amo. -Danieleee!!!Si gira, si ferma, mi guarda perplesso correre verso di lui sotto quel diluvio. Mi viene incontro e mi ripara col suo ombrello. -Cosa c'è?- mi chiede e negli occhi gli balena un sorriso. -Si, Daniele...si- Gli dico ansante. -Si, cosa?- mi chiede malizioso, ma lo ha già capito, perchè butta via l'ombrello e mi abbraccia forte, mi solleva tra le braccia girando su se stesso. -Dillo-mi dice ridendo- lo voglio sentire."Ti amo-"E' vero? mi chiede accarezzandomi il viso. Faccio di si con la testa. -Ripetilo ancora...-Ti amo, ti amo, ti amo...-


E ce ne stiamo lĂŹ, sotto la pioggia, ad accarezzarci e a ridere come due scemi.

fine


eoskarma Carmela Marrazzo


L'amore a tavolino di eoskarma

edizione del 2014

pubblicato on line da

verdefronda Giorgio Thieme

diritti riservati




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