l'arte delle liste

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Antonio Vallardi Editore s.u.r.l. Gruppo editoriale Mauri Spagnol www.vallardi.it Per essere informato sulle novità del Gruppo editoriale Mauri Spagnol visita: www.illibraio.it

Titolo originale: L’art des listes Copyright © Editions Laffont, Paris, 2007 Copyright © 2012 Antonio Vallardi Editore, Milano Traduzione di Ornella Ciarcià Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta, archiviata in sistemi server o trasmessa in nessuna forma e con nessun mezzo elettronico o meccanico, su cassetta, né fotocopiata, registrata o altro, senza il permesso scritto dell’editore. Ristampe: 9 8 2016

7 6 2015

ISBN 978-88-7887-669-9

5 4 2014

3 2 2013

1 0 2012


Sommario Introduzione................................................................................ 7

Perché fare le liste? ...................................................................9 Tutti abbiamo bisogno di liste .......................................................... 11 La crescita personale ...................................................................... 11 Questione di carattere ..................................................................... 13 L’arte del poco. Uno stile senza sintassi ............................................ 15 Diario o liste? ................................................................................ 17 Un passatempo creativo per tutti ..................................................... 19 Non ci si annoia mai inventariando ................................................. 20 Elencare per impadronirsi di un tesoro inesauribile e segreto .............. 21

Liste per semplificare e organizzare il quotidiano.............................................................................. 23 Il tempo è denaro ..................................................................... 25 Cucina e alimentazione ........................................................... 35 Salute, diete, bellezza ............................................................... 41 Liste dell’angelo del focolare................................................... 49 Liste viaggi................................................................................. 55 Liste per eliminare .................................................................... 65 Una vita ben organizzata ......................................................... 73

Liste per imparare a conoscersi meglio e a valorizzarsi ......................................................................... 77 Chi siamo? ................................................................................. 79 Monografia dell’io..................................................................... 85 Lo scorrere del tempo ............................................................ 101


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Liste per prendersi cura di sé ......................................... 107 Le liste, strumenti meravigliosi di autoanalisi ................... 109 Non siate più vittime delle vostre emozioni....................... 119 Quando nella vita tutto va storto… ..................................... 131 Prendete coscienza dei vostri pensieri ................................ 143 Siamo noi i fautori della nostra vita..................................... 151 Compilare liste per progredire.............................................. 155

Liste dei mille piaceri ......................................................... 163 Fantasia e creatività ................................................................ 165 Il piacere dei sensi .................................................................. 179

Le liste: istruzioni per l’uso ............................................. 193 Le liste e i loro supporti......................................................... 195 Come fare le liste .................................................................... 203


A tutti coloro che vogliono: semplificarsi l’esistenza, partire alla scoperta di sÊ stessi, conservare il ricordo migliore, scoprire i mille e uno piccoli piaceri della vita, trovare la propria vera strada.



Introduzione «Liste di: cose divertenti, cose che fanno battere il cuore, cose estremamente fastidiose, cose piacevoli.» E sotto quest’ultima voce: «È piacevolissimo, nelle fredde notti invernali, seppellirsi con il proprio amante sotto una montagna di trapunte». E poi: «Dormire da sola in una stanza profumatissima». Così la prima e più famosa cortigiana degli scrittori giapponesi, Sei Shonagon, a cavallo tra il decimo e l’undicesimo secolo, annotava ogni giorno ciò che provava nella sua vita. Dai pittogrammi sumeri a Internet, senza tralasciare i florilegi, gli almanacchi, le compilazioni, le enciclopedie, le incisioni su pietra, corteccia o argilla, le scritte su carta, plastica e oggi su schermi al plasma, gli esseri umani hanno sempre sentito il bisogno di scrivere o disegnare idee, avvenimenti e fatti, e di elencarli metodicamente e dettagliatamente. Nei monasteri medievali, i primi libri si redigevano sotto forma di inventari. In Asia, gli imperatori conferivano ai loro funzionari l’incarico di far censire alla popolazione qualsiasi cosa: le varietà di piante officinali, la fauna e i costumi locali, le specialità culinarie, i culti religiosi… Ciò che ognuno cercava era la conoscenza universale e,


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per suo tramite, la conoscenza di se stesso. Grazie a queste forme di enumerazione, gli elenchi, l’uomo era in grado di scoprire l’universo, coglierne l’essenza e quindi comprenderlo più a fondo. È una ricerca che prosegue tuttora: qual è la nostra vera natura, qual è il senso della vita? Per la sua concisione e la sua forma condensata, per la semplicità della presentazione e l’immediatezza dell’approccio, per la scelta delle parole che contiene, l’elenco costituisce una via d’accesso diretta all’esplorazione illimitata della nostra vita. Forma di linguaggio e di conoscenza, ci permette di affrontare i fatti con una chiarezza così prodigiosa da renderceli evidenti e da indurci ad arricchirci e a vivere la nostra vita con maggiore consapevolezza. Compilare elenchi di ricordi, sogni, gusti personali, andare alla ricerca dei tesori nascosti nel proprio intimo, della propria forza creativa, delle illusioni perdute, far riemergere gli innumerevoli frammenti del proprio io fino a quel momento dispersi o ignorati, affinare i sensi, riorganizzarsi, riflettere, evolversi, apprezzare il silenzio e la solitudine, semplificarsi la vita ma anche valorizzarla: ecco cosa ci permettono di fare le liste. Esiste mezzo più piacevole, efficace e gratificante per fare ciò che si vuole per sé, da sé e in sé? Per mancanza di tempo, spesso dimentichiamo chi siamo. La lista, grazie alla sua forma sintetica, si adatta perfettamente alla nostra epoca, non solo perché ci rende più consapevoli, ma anche per il rinnovamento spirituale che suscita in noi. E naturalmente le liste ci permettono di alleggerire e chiarire i nostri stati d’animo. Lo zen predica di sottomettersi alle forme per potersene liberare e raggiungere la realizzazione personale. Le liste sono tali forme. Che cosa ne ricaviamo? Una maggior lucidità, meno preoccupazioni nella vita di tutti i giorni e un arricchimento immenso a tutti i livelli.


PerchĂŠ fare le liste?



Tutti abbiamo bisogno di liste Che ne siamo consapevoli o meno, il nostro stesso essere, a causa della sua inevitabile appartenenza al passato, al presente e al futuro, è un insieme di elenchi. Le liste fanno parte della nostra quotidianità, così come dei nostri stati d’animo di cui sono un sostegno indispensabile. Ne scriviamo a centinaia: ciò che dobbiamo o vorremmo fare, che abbiamo fatto, elenchi di indirizzi, ricette, letture, oggetti da portare in viaggio, progetti… Spesso ci aiutano a essere efficienti, eppure non fanno parte degli scritti che conserviamo e di cui riconosciamo i meriti. Tuttavia, contribuiscono in larga misura a tenere sotto controllo la nostra vita, a farci risparmiare tempo, a evitare le dimenticanze, il disordine e a ridurre lo stress. Allora perché non accettare, una volta per tutte, che gli elenchi, apparentemente superflui per alcuni, irrinunciabili per altri, sono necessari, utili, preziosi e che, imparando a renderli sistematici e a sfruttarli con intelligenza, la nostra vita potrebbe essere più semplice, con meno preoccupazioni e più intensa?

La crescita personale Un tempo avevamo i medici di famiglia, i preti, i direttori spirituali, i maestri, i fratelli maggiori con i quali confidarci e a


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cui chiedere consigli di ordine pratico, morale o spirituale. Oggi, queste figure hanno ceduto il posto agli psicoterapeuti, a svariate tecniche di «sviluppo personale», agli psicologi, ai «coach» e, ovviamente, all’industria farmaceutica. Questo non significa che la crescita personale è diventata meno importante, anzi è il fondamento di tutto. Il mercato è inondato da un numero crescente di pubblicazioni su questo argomento, che divulgano ricette, metodi, tecniche sullo sviluppo della personalità, dell’identità, del comportamento individuale, della psiche. E tutte, a un certo punto, raccomandano di prendere nota, di compilare liste. Gli argomenti che ci interessano e i consigli che ci vengono dati sono così numerosi che non possiamo approfondirli tutti. Inoltre, speriamo sempre, con un pizzico d’incoscienza, che nel prossimo manuale, nella prossima rivista ci sia qualcosa di meglio, di più efficace, più facile e più veloce. E così proseguiamo indefessamente a leggere, andando a caccia dell’ultimo rimedio segreto per dimagrire, rilassarci, trovare il principe azzurro o la felicità. Ma siamo sinceri: che cosa ne traiamo? Che cosa mettiamo veramente in pratica? Che cosa ricaviamo, a conti fatti, da tutto il tempo e il denaro sprecati in libri e riviste? Consigli di vita, suggerimenti per raggiungere il benessere fisico e mentale, interrogativi morali: se leggiamo quel genere di testi è perché nutriamo il desiderio di cambiare, di evolverci, ma per riuscirci, dobbiamo agire, impegnarci. Non è accontentandoci di leggere consigli che otterremo dei risultati, ma mettendoli in pratica. Allora, se volete veramente giovarvi di tutto ciò che predicano tali letture, procuratevi un grosso taccuino e cominciate a prendere nota. Annotatevi tutti gli argomenti degli elenchi da compilare e gli esercizi consigliati che vi sembra-


Perché fare le liste?

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no efficaci e adatti a voi, individuate i vostri interessi personali, per poterli sviluppare, elaborare e sfruttare intelligentemente. Grazie al taccuino, saprete dove scrivere ciò che vi piacerebbe approfondire o sperimentare e vi creerete dei documenti personali su tutto ciò che per voi è significativo e importante. Inoltre, saprete dove segnare tutte quelle piccole cose che desiderate ricordare, di cui avete spesso voglia senza veramente rendervene conto e alle quali rinunciate. Perché? Spesso per pigrizia, per un inconsapevole senso di futilità, ma soprattutto per disorganizzazione. Dentro di voi sentite una vocina che dice: «Dove me lo scrivo? Tanto, questo pezzo di carta finirà nel cestino o sotto il divano. Che me ne faccio?» e così lasciate perdere, sapendo che i vostri promemoria spariranno da qualche parte. Questo libro vi dimostrerà che compilare elenchi non è né faticoso, né inutile e nemmeno da sbadati, anzi è un sistema per arricchirsi, coadiuvare la memoria, rinfrescarla e vivere più intensamente.

Questione di carattere «Le liste? Me le scrivo continuamente, non potrei farne a meno, mi rassicurano.» «Le liste? Ci convivo quotidianamente, sono i miei punti di riferimento, i miei capisaldi.» «Le liste? Me le dimentico sempre sul tavolo, ma il fatto di averle scritte mi aiuta a ricordare cosa devo mettere nel carrello.» Quando chiedo alle persone che mi circondano se si fanno delle liste, alcune mi rispondono con aria distaccata e quasi condiscendente che si fanno la lista della spesa, ov-


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viamente, mentre altre si illuminano e mi confessano che si scrivono elenchi di tutto, dai luoghi che vorrebbero visitare, agli oggetti che hanno in casa, ai regali da fare nel corso dell’anno. «Le liste? Quelle di mio padre erano stupende e compilate secondo un sistema tutto suo di caselle che corrispondevano al giorno, alla settimana e al mese e poi erano piegate a fisarmonica. Erano talmente originali, che avrei dovuto conservarne qualcuna.» «Io mi faccio l’elenco di tutte le varietà di piante e di alberi che abbiamo in giardino.» In ogni caso, anche se di primo acchito porre questa domanda sembra stravagante, in realtà sollevare tale questione è molto istruttivo. Chi si fa delle liste, in generale, non solo ama parlarne, ma rivela a sua insaputa tutta una serie di tratti caratteriali che gli altri ignorano. Così si scopre che il tale, apparentemente privo di interessi, è un artista e che il tal altro, apparentemente spendaccione, calcola tutto fino all’ultimo centesimo. Compilare elenchi è in effetti una questione di carattere e coloro che lo fanno sono spesso persone molto interessanti, al pari dei collezionisti. Su Internet esistono addirittura vari blog destinati a chi vuole pubblicare liste! Ma le liste sono anche un fenomeno culturale. Uno studente universitario mi ha raccontato che lui e i suoi compagni hanno imparato ad annotare tutto: film visti, libri letti o da leggere, mostre, partite di baseball, luoghi visitati, con l’obiettivo di essere preparati, in sede di esame finale, a sfruttare tutte le conoscenze accumulate negli ambiti più svariati. In Giappone si parla spesso di «listomania», la mania di scrivere liste. I giapponesi amano, per carattere, la perfezione, gli estremi. Alcuni sono metodici a un livello inim-


Perché fare le liste?

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maginabile per un altro popolo: elencano tutto e vogliono possedere a fondo tutto ciò che conoscono. Come si spiega questo fenomeno? Con la passione per la molteplicità sistematica, con il desiderio di possedere conoscenze e di conservare traccia di tutto senza accumularne la documentazione (opuscoli, biglietti del cinema, articoli di giornale…), con l’amore per l’arte di possedere senza possedere e di non possedere niente avendo tutto. Sarà forse perché lo zen consiglia di sbarazzarsi di tutto ciò che è inutile per dedicarsi alla vita? Scrivere elenchi significa assaporare la vita, ma è anche l’arte di dilatare il tempo, suddividerlo, scandirlo, misurarlo con punti di riferimento e di collezionarne i singoli istanti all’infinito.

L’arte del poco. Uno stile senza sintassi La lista è la forma d’espressione più concisa che esista, ma, paradossalmente, il suo stile sintetico assume un carattere esauriente in tutti i campi e la sua stessa brevità ne è la testimonianza. Talvolta, è addirittura più incisiva di mille frasi sintatticamente complesse. Fare elenchi significa imparare a ridurre il numero di frasi e parole, utilizzare formule corte, semplice, facili da scrivere, leggere, rileggere e comprendere, per ottenere, con enunciati brevi, il massimo della soddisfazione e per affidare a una sola riga l’essenza pura di una sensazione. E tutto ciò può addirittura diventare un’arte, come quella dell’haiku, il componimento poetico giapponese di estrema brevità e intensità. La poesia ha sempre fatto parte della scrittura, quindi perché non dovrebbe far parte delle liste? I giapponesi si esprimono spesso con gli haiku, visualizzazioni poetiche


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che, teoricamente, non dovrebbero essere più lunghe di un respiro. La civiltà occidentale, per contro, soffre di logorrea e ci intossica di frasi lunghe e complesse. Parole, parole e ancora parole… Il vaniloquio offusca il risveglio del pensiero, così come le erbacce soffocano le piante. L’haiku, invece, è talmente conciso e denso che fa l’effetto di una scintilla che scaturisce e ci conduce direttamente al nucleo delle cose. Il suo segreto? Un semplice accostamento di parole, privo di logica lineare, senza fondamento «cartesiano», senza nemmeno esprimere la sostanza. L’avvicinamento di semplici formule è sufficiente per creare connotazioni straordinarie e farci cogliere ciò che il linguaggio sintattico non riesce a esprimere. È lo stato della «non parola», come nello zen. Pochi ideogrammi, associazioni di idee, collage, disegni, immagini verbali bastano a disegnare il mondo. Per condurre lo spirito verso la sua essenza, per avere una rivelazione improvvisa, cosa può esserci di più semplice e di più chiaro di una successione di parole? Anche le liste sono successioni di parole, che possono condensare le nostre esperienze in maniera poetica e profonda, farci cogliere al volo l’essenza di un istante, arrivare all’intimo. Il caos delle parole non nasconde più quello che si desidera esprimere. Massime e proverbi non si basano forse sullo stesso principio? Comporre, correggere, sfrondare, precisare, limare: il lavoro di raschiatura e filtraggio dell’opera scritta comporta la rinuncia a tutto ciò che non ci è più necessario man mano che aspiriamo all’essenziale. È sempre possibile andare oltre l’enunciato delle verità, delle convinzioni intime, dei piaceri evanescenti ma intensi. Come per l’arte dell’haiku, compila-


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re liste può essere un mezzo per dare forma a un insieme di parole e di sensazioni in una sorta di piccolo componimento artistico. Le parole sono come la dimora in cui abitiamo: usiamole quindi con la stessa cura e lo stesso amore per poter conservare traccia di tutte le piccolezze di cui è intessuta la nostra vita.

Diario o liste? Un tempo, tenere un diario era quasi un obbligo morale. In alcuni paesi, come il Giappone, sono ancora in tanti a compiere questo rito, senza nemmeno chiedersi a cosa serva. L’hanno sempre fatto con l’idea che, altrimenti, si lascerebbero sfuggire una parte del dono prezioso che è la vita. Da noi, questa abitudine, ormai circoscritta agli adolescenti e agli anziani, sta diventando sempre più rara, perché considerata desueta, impegnativa, noiosa. Esibire la propria vita privata, o addirittura intima, su un blog accessibile a sconosciuti appare molto più esaltante, quasi come se essere riconosciuti da altri dia un senso alla propria vita. Sicuramente, il diario non è più una forma d’espressione adatta allo stile di vita attuale. Il secondo svantaggio del diario è il suo carattere troppo intimo. A meno che non cerchiate, come fanno ancora alcune coppie di giapponesi, di dire all’altro (facendo finta di parlare a voi stessi) quello che vorreste fargli sapere (esprimendo i sentimenti, ma evitando il confronto), non sarete mai completamente al riparo dagli sguardi indiscreti e vivrete sempre nell’angoscia di essere letti. Il diario può diventare invadente, non solo in senso materiale, ma anche psicologico. Ci sono persone che crollano letteralmente sotto il peso


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di tutta una vita di quaderni e diari intimi, al punto che si preoccupano del destino dei loro preziosi scritti più che della loro stessa morte. Infine, i diari, nel corso degli anni, finiscono per diventare, oltre che invadenti, anche penosi da rileggere. Ma allora perché conservarli se non si ha voglia di riaprirli? Che fare, quindi di questi diari, se esistono e se ci pesano? Sarebbe un peccato far sparire una così ampia parte del nostro vissuto, quindi la soluzione potrebbe essere riprendere tali scritti ed epurarli (eliminando certi passaggi e riscrivendone altri), estrarne il meglio, il nocciolo, e, con l’aiuto delle liste, riscrivere la nostra vita in forma più laconica, semplice e lieve. Intestazioni come «Piccoli panorami della mia esistenza», «Intenzioni rilevanti», «Appunti di viaggio», «Disavventure», «I miei ricordi più belli», possono servire a ordinare, datare, classificare e riporre il tutto come nei minuscoli cassetti di un armadio da erboristeria. Tutto il resto, considerazioni sentimentali, esclamazioni, sospiri, lacrime, si può eliminare. Fate pulizia nei vostri scritti come in una casa abitata da così tanto tempo che non sapete più che cosa celi, una casa che contiene una tale quantità di oggetti ingombranti, inutili, inservibili che ormai non avete più spazio per viverci e respirare. Imparare a narrare gli avvenimenti della propria vita personale con uno stile nuovo potrebbe persino aiutare a prendere le distanze da determinati fatti, non attribuendovi più l’importanza o la drammaticità che rivestivano fino ad allora. Così facendo, vi alleggerirete mentalmente ed emotivamente, coglierete l’essenza di tutto ciò che l’esistenza vi ha insegnato finora e potrete finalmente guardare avanti. Probabilmente questo lavoro vi smuoverà interiormente, forse comporterà anche qualche morte simbolica, ma, a conti fatti,


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la vostra vita ci guadagnerà. L’arte di vivere bene questa vita implica trarre profitto dalle esperienze e proseguire lungo il cammino. Trasformate questa esperienza «diserbante» in qualcosa di stimolante e «fertilizzante», che potrà anche rendere più chiari e accessibili i vostri ricordi. La forma concisa della lista permette di raccogliere fatti e constatazioni in maniera molto più semplice, facile, pratica e piacevole. Vedrete che le emozioni si ricollegheranno da sole a nomi, luoghi, avvenimenti perché sono ancorate in noi molto più profondamente di quanto immaginiamo. Gli elenchi consentono di ricostruire le idee e di farsi una visione globale della propria esistenza. Alleggeriscono il testo, ne migliorano la percezione, rendono piacevole la sua rilettura. Di questo stile laconico ci sono rimasti i meravigliosi diari del regista giapponese, definito dell’«anticinema», Yasujiro Ozu (1903-1963), il quale annotando «Siesta» intendeva dire «Ieri ho preso una bella sbronza». Non lasciate scritti troppo intimi, ma conservate traccia di tutti i doni che l’esistenza vi offre, trasformandoli nell’opera della vostra vita: è questo il compromesso tra tenere un diario e non scrivere nulla.

Un passatempo creativo per tutti Che abbiate sette o centodiciassette anni, scrivere il libro della propria vita sotto forma di elenchi può costituire la raccolta perfetta, il passatempo più accessibile, un’attività ideale e costruttiva, stimolante quanto i cruciverba (se non di più). Per chi non fa niente la vita è noiosa perché ha la sensazione di non vivere. L’ozio e la noia provocano un restringimento del tempo, che non si riempie più e che, a distanza, appare stranamente breve. Il tempo vissuto pienamente


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sembra, invece, infinitamente lungo. La vita diventa corta come conseguenza del tempo che diventa lungo. Le nostre liste dimostrano che qualsiasi vita può essere interessante o noiosa, secondo il grado di intensità con cui è percepita. In quest’ottica, le liste della vita di un carcerato possono essere affascinanti.

Non ci si annoia mai inventariando Nel momento stesso in cui penetrate nell’intimità della vostra vita, che ne formulate definizioni, idee, concetti, dimenticherete istantaneamente ciò che vi circonda, le circostanze esterne, le vicissitudini quotidiane. Trascorrere il tempo libero a costruirsi una raccolta di appunti delle proprie letture, a trascrivere certe conversazioni, ad annotare alcune briciole di sapere, a interrogarsi sull’etica e l’estetica di una vita perfetta, a descriversi l’idea precisa di felicità, a esigere e sforzarsi di mettersi in sintonia con le proprie aspirazioni più alte tendendo verso un assoluto, non è soltanto un’attività affascinante, ma costituisce anche un insieme di attività mentali, spirituali e artistiche alle quali chiunque può aspirare e che possono aiutare a innalzarsi e a superare i propri limiti, sapendo che la vita ci tira così spesso verso il basso. Elencare non costa uno sforzo continuo, non richiede un talento particolare, non obbliga minimamente a seguire il filo delle proprie idee, ma dà vita ai propri pensieri e alla propria estetica dell’esistenza. Questo insieme di appunti diventerà, giorno dopo giorno, la bibbia della nostra esistenza, il riflesso del nostro universo interiore, una raccolta di punti di riferimento che potranno aiutarci a ritrovare quell’unità, quell’armonia, quel senso di semplice incanto che si perde a poco a poco.


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Elencare per impadronirsi di un tesoro inesauribile e segreto La passione di alcuni per le liste si può anche spiegare con il desiderio di essere esaustivi. Così catalogato, il mondo dà a costoro l’impressione di essere più comprensibile, un po’ più delimitato e ritagliato secondo le loro esigenze. Tutto appare un po’ meno smisurato, complesso, strano, in una parola «angosciante» e queste persone si sentono più padrone del mondo e della vita. Un libro di inventari ha un valore inestimabile perché contiene la nostra vita, è la prova della nostra creatività, è scritto di nostro pugno. E più è vecchio e ricco, più è prezioso. I giapponesi assicurano che, oltre i dieci anni, diventa un tesoro che regala gioie incomparabili.


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