Vain Creative Issue no. 7° - ITA

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e v i t a Cre

La sensualitĂ


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La sensualitĂ






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GIPSY APOLLINARE “Una donna sensuale è sicura di sé stessa.” P.23

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DOLCE&GABBANA Sensualità mediterranea P.21

VALENTINA ROSSELLI Icona di charme e seduzione senza fine. P.35 N I D

ZOE LACCHEI La morte sensuale. P.9

WHITE WOMAN SLEEPLESS NIGHTS BIG NUDES Helmut Newton. P.33

DITA VON TEESE The woman P.47



ZOE LACCHEI La morte sensuale. By Emanuela Amy Rossi

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’ un’illustratrice di corpi femminili conosciuta anche negli Stai Uniti e in Giappone. Il suo carattere schivo e introverso l’ha portata a fuggire dalla realtà e vivere appieno la sua arte fatta di donne sensuali, peccaminose e seduttrici. Ecco Zoe Lacchei.

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Ciao Zoe! Per prima cosa: dove hai imparato a disegnare così bene e a conoscere così dettagliatamente l’anatomia umana e animale? L’arte scorre nelle vene della mia famiglia da sempre. Sin da piccola sono stata circondata da opere d’arte magnifiche e suggestive, soprattutto riguardanti temi religiosi, rappresentanti martiri o santi. Mia madre ha sempre padroneggiato magnificamente ogni tecnica pittorica e mio zio, essendo un mercante e critico d’arte, mi ha donato il privilegio unico e prezioso di poter vedere opere incredibili. Da questi due cardini della mia vita ho appreso tutto quello che mi ha reso quella che sono ora. L’anatomia umana e animale l’ho approfondita per via del mio rapporto con la vita e la morte. Come un orologiaio non può fare a meno di scoprire quali meccanismi scandiscano il tempo, io non sono riuscita ad evitare di appassionarmi a ciò che ci rende vivi sia a livello organico sia a livello spirituale. Donne morte, donne vive, provocanti e molto sensuali. Dove prendi ispirazione per le tue illustrazioni? Essendo stata sollecitata sin da piccola da immagini religiose non ho potuto scindere, nelle mie scelte estetiche di adulta, le grandi dicotomie come il sacro e il profano, la purezza e il peccato, la morte vista come estasi suprema soprattutto se legata al sacrificio. E’ incredibile come la brutalità di certe immagini tipiche della religione cristiana siano capaci di rimanere così vivide nella mente di una bambina a tal punto da influenzarne la crescita. Sono totalmente e assolutamente atea e credo nei principi scientifici e non in quelli religiosi ma non c’è nulla di più affascinante dell’iconografia cristiana. Non tutte le mie opere rimandano a tematiche unicamente religiose ma di sicuramente le mie donne sono delle peccatrici, delle provocatrici sempre colte nel massimo della loro sensualità.

Qual è il tuo concetto di morte? Come lo rappresenti nei tuoi disegni? La morte è l’unico evento che, dopo la nascita e la sessualità, ci riguarda tutti. Trovo la cosa di per sé estremamente affascinante perché nessuna vita è uguale a un altra ma la morte ci accomuna tutti. Nonostante la mia romantica e decadente attrazione per l’Oscura Mietitrice, ne sono ovviamente spaventata e cerco di esorcizzarla attraverso il suo estremo opposto ovvero la sessualità vista come esaltazione della vita. Nei miei lavori vi sono espliciti richiami alla morte solo nel caso in cui ci sia un concetto molto forte da esprimere. La morte può rappresentare il sacrificio nel nome dei propri ideali, come il mio tributo a Yukio Mishima, o la crudeltà nascosta dietro alla bellezza come in “Eros and Thanatos” o vista come un gioco infantile e inconsapevole come in “Play Cat and Mouse”. Nel caso di “Madame la Guillotine” la bellezza delle forme si fonde con l’ineluttabilità del proprio destino rappresentata dal piccolo scoiattolo che osserva la lama che prima o poi lo ucciderà. Come riesci a rendere, nei tuoi lavori, una donna sensuale? Quali sono i tratti fisici che per te sono importanti da evidenziare? Al di là della mera sensualità o della sfacciata bellezza, quello che rende irresistibile una donna è il mistero nascosto dietro il suo sguardo. Sono molto attratta dalla perfezione inconsapevole di una bambina che diventa una ragazza e metamorfizza il suo corpo come un bruco diviene farfalla. Il fascino della Lolita è indubbio ma altrettanto potente è il potere che si nasconde dietro a uno sguardo carico di mistero. Io sono disgustata dalla totale mancanza di decenza e di buongusto che vede protagoniste le donne di oggi. Mi permetto di fare un esempio molto forte ma efficace. Il femminismo è stato un traguardo straordinario per le donne ma solo per quelle che hanno combattuto per diventare indipendenti e liberarsi da concetti arcaici.



Il femminismo del nuovo millennio e delle giovani donne moderne risiede nell’assoluta e totale mancanza di pudore, di mistero, di eleganza nel modo di porsi e di proporsi. E’ come la differenza che c’è tra l’erotismo e la pornografia: nell’erotismo vedi solo “una piuma” mentre nella pornografia vedi “tutta la gallina”. Sono i dettagli a rendere una donna unica. La bellezza delle forme non basta se non è supportata dal savoir-faire: gli occhi, la bocca e le mani di una donna sono la sua forza perché attraverso di essi può affascinare qualsiasi uomo. Io tengo molto a questi dettagli, che non devono mai superare il limite tra sensualità e volgarità. Hai collaborato e ancora collabori con un artista molto controverso, Marilyn Manson, raccontaci del tuo incontro con lui: quando è avvenuto e cosa ti ha portato a livello lavorativo? A Marilyn Manson io devo tutto. E’ stato ed è tutt’ora un uomo straordinario che mi ha dato la possibilità unica di diventare un’illustratrice conosciuta in tutto il mondo. Ho faticato molti anni prima di riuscire a sottoporgli il mio lavoro e ho dovuto superare ostacoli infiniti ma la cosa che ha vinto alla fine è stata la mia perseveranza e la sua grande generosità. Marilyn Manson è un vero gentleman. Lui ha creduto in me, ha creduto nel mio lavoro e ha avuto l’umiltà infinita di vedere in quella ragazzina terrorizzata lo specchio di quello che egli stesso era stato prima di diventare un icona mondiale. Io non smetterò mai di essergli debitrice perché con un piccolo gesto ha cambiato il corso della mia vita. Zoe e il Giappone, cosa ami e cosa odi di questo paese? Il Giappone è un luogo in cui le mezze misure non esistono e il concetto può essere esteso a qualsiasi contesto nel bene e nel male. Del Giappone amo il rigore, l’umiltà, la tradizione, la disciplina, l’estetica, il fatto di rendere ogni singola cosa una forma d’arte in cui raggiungere sempre all’eccellenza.



I lati oscuri di tanto splendore sono pochi seppur inquietanti ma, venendo da un Paese come l’Italia, non me la sento di giudicare una cultura così complessa che non basterebbe tutta una vita per capire. Il Giappone è sempre con me e dentro di me perché per crescere e migliorarsi si ha bisogno di un punto di riferimento e ogni passo che compio lo faccio ispirandomi a quella cultura, a quell’umiltà e a quella gentilezza che mi rendono una persona “bizzarra” rispetto ai canoni comportamentali del mio stesso Paese di origine. Qual è il traguardo artistico che vuoi raggiungere? Nell’arte non si dovrebbe mai guardare a un “traguardo” perché è una sorta di punto di arrivo. Per evolversi è necessario rincorrere un’ eterno orizzonte ,visibile ma mai raggiungibile. Senza tale motivazione non c’è modo di migliorare. Hai fatto molte illustrazioni di Geishe, perché ti affascinano così tanto? La Geisha è l’incarnazione e la fusione tra arte, perfezione, bellezza , tradizione e fascino. Il loro mondo è duro, complesso, codificato e cristallizzato nel tempo ma dall’esterno sembra fatto di sola grazia ed eleganza. L’estremo rigore dietro a quei volti dipinti di bianco mi affascina e mi ispira da sempre. Ho voluto interpretare il loro mondo in modo che si vedessero le “donne” dietro a quella maschera bianca ma facendo questo sento di averle in qualche modo tradite privandole della loro purezza e questo per via del fatto che sono un’occidentale. Di questo, confesso, provo vergogna. Come si esprime, secondo te, la sensualità o l’erotismo femminile? Esistono a mio avviso due tipi di sensualità: quella che si ha sin dalla nascita e quella che si raggiunge attraverso l’autodisciplina. Spesso, come accade a chi per nascita è bello, la sensualità può essere efficace ma priva di sostanza e, in qualche modo, deludente. La sensualità che nasce dalla disciplina sta nell’accettare la propria imperfezione esaltando i propri lati positivi sino all’estremo.

La sensualità non si esprime attraverso la quantità di pelle nuda che un corpo può esporre in pubblico ma sta nell’essere unici, eleganti e particolari. E’ lo scintillio di uno sguardo, quel modo di sfiorare persone ed oggetti in modo da trarne un piacere sottile, è esaltare i sensi in modo che ogni singola cosa che ti circonda ti faccia innamorare. Non c’è cosa più seducente che desiderare infinitamente qualcuno sapendo di non poterlo toccare, è come fare l’amore solo nella propria mente e se lo sguardo è contraccambiato può bastare anche solo quello per essere appagati dal proprio intimo piacere. Con quale artista ti piacerebbe lavorare? Chi mi conosce o segue il mio lavoro sa che ho una mia personale Santa Trinità composta da Saturno Buttò, Nobuyoshi Araki e Michael Hussar. Recentemente però sono rimasta completamente rapita da Marina Abramović. Il mio “innamoramento” non è stato immediato perché ammetto di aver avuto molte reticenze e preconcetti verso il suo modo di fare arte. Poi mi sono imposta di “capire” e quello è stato il momento in cui sono andata oltre i miei limiti. Il suo modo di fare arte è talmente lontano dal mio che ho capito che dietro quella donna c’era un mondo così vasto che era tutto da esplorare e non c’è cosa più bella nella vita che apprendere e capire. Quindi a questa domanda rispondo “mi piacerebbe lavorare con Marina Abramović”.






DOLCE & GABBANA Sensualità mediterranea.

By Gaia Bregalanti

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e la seduzione è l’arma femminile che incanta l’uomo, Dolce&Gabbana l’uomo, lo fa letteralmente impazzire. Lo stilista, per la collezione privavera/estate 2015 presentata alla Milano Fashion Week, mostra in passerella un tripudio di femminilità e sensualità. La donna che sfila supera i confini italiani, è una donna mediterranea che ricorda i tratti greci, dove si evoca il mare, con le ceramiche di Caltagirone e i templi della valle di Agrigento. Le tonalità prevalenti sono il nero e l’oro e tra i tessuti, il pizzo, il chiffon e i drappeggi. Il tratto caratterizzante della maison è quello siciliano, in cui a prevalere sono stati lusso, eleganza, femminilità. Le stampe che impreziosiscono gli abiti sono rovine antiche, valli dei templi, monete antiche, applicate anche su cinturoni dorati, colonne. Il tocco glam d’effetto lo da l’ultima uscita in cui tutte le splendide modelle indossano importanti abiti color oro. La collezione firmata Dolce&Gabbana è un mix tra Grecia, Sicilia e Spagna, in cui ogni capo sembra voler ricordare la cultura del mediterraneo.

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GIPSY APOLLINARE

“Una donna sensuale è sicura di sé stessa” By Emanuela Amy Rossi

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ipsy Apollinare, non è solo una modella, ma un’artista a tutto tondo. Ci spiega i segreti della seduzione femminile.

Quando hai iniziato a fare la modella e perché? Credo più o meno 4 anni fa. È capitato per caso, avevo degli autoscatti fatti con il cellulare pubblicati sul mio My space, un fotografo rimase colpito e mi chiese se volevo posare per lui. Così ho iniziato. Scegli sempre lavori un po’ fuori dal comune, molto trasgressivi. Non ami di certo i classici servizi fotografici! Vi posso assicurare che sono molto poco trasgressiva fotograficamente parlando. Qualche anno fa lo ero di più ma ora no. Quanta trasgressione ci deve essere in una donna che vuole sedurre? Zero. Trasgressione e seduzione non sono sinonimi, per quanto mi riguarda. Quale significato hanno per te i tatuaggi e perché hai deciso di farne così tanti? I tatuaggi nel mio caso rappresentano esperienze vissute. Prima, in un periodo in cui avevo veramente necessità di parlare e spiegare quello che mi stava succedendo, colmavo il bisogno di parlare di me o di quello che vivevo, tatuandolo. Oggi questo bisogno è più latente, è come se non sentissi più la necessità di dover spiegare niente a nessuno di chi sono e quello che ho passato. Non vivo assolutamente i tatuaggi come qualcosa di ornamentale.

Come vieni contattata dai fotografi o cosa fai tu per riuscire a trovare quelli che meglio rappresentano la tua essenza? I fotografi mi contattano tramite social network o portali fotografici e uso gli stessi strumenti per contattare io loro quando sono interessata. Quali caratteristiche deve avere una donna sensuale? Essere sicura di sé. Questo però è un concetto troppo sottile per essere compreso da tutti. Si pensa che per essere sensuali sia necessario, almeno fotograficamente, essere nude, avere atteggiamenti “sexy”; in realtà tutto questo per me è veramente forzato e di una tristezza infinita. Al tempo stesso però sono consapevole che questo modo di fare arriva meglio al pubblico. Il problema è che la tipologia di pubblico a cui arriva è veramente desolante. Se ci sono io o un’altra persona o una ragazza che non fa la fotomodella, tutte nude, è indifferente. Non ti notano perché sei bella, perché sai fare il tuo lavoro, ti notano perché sei nuda e hai atteggiamenti ammiccanti. Io non punto a questo. Mostrarsi nude e provocanti è la strada sterrata per avere successo tra gli sfigati. Una modella, ma più generalmente una donna sensuale, per me è una donna sicura di sé stessa tanto da non dover mostrare tutto a tutti così esplicitamente perché non ne ha bisogno. Sa che vale di più perciò non lo ritiene necessario. Può essere molto più sensuale una donna con la tuta e una canotta di una con la gonna e i tacchi.




Quando non potrai più lavorare con il tuo corpo, cosa farai? E’ un pensiero costante. A dire il vero mi auguro di smettere di “lavorare col mio corpo” quanto prima. Per quanto mi riguarda, questo esibizionismo è sinonimo di pura insicurezza che cerchiamo di colmare mettendoci in mostra affinché tutti ci possano vedere belle e si complimentino con noi. Per me questo è altamente deleterio. Sentiamo tutti la necessità di essere osannati, ma è una dinamica malsana. Vedo tantissime mie colleghe di 30 anni e oltre che ancora posano, sono felice per loro, se ancora si sentono in forma, ma credo ci sia un età per tutto; anche perché non parliamo di una Kate Moss che se a 40 anni ancora posa prende milioni, parliamo di ragazze che spesso non vengono pagate. Questo vuol dire che alla base di tutto questo c’ è l’esigenza di mostrarsi e ottenere consensi, ma i consensi li potrebbero ottenere anche fino a 50 anni. Credo che però a un certo punto una donna debba acquisire una certa consapevolezza di chi è, senza che glielo suggeriscano degli sconosciuti su un social network. Qual è il tuo sogno nel cassetto? Quali desideri vuoi realizzare in campo lavorativo e in campo sentimentale? Il mio sogno nel cassetto è essere una persona serena. Vorrei una famiglia unita e indistruttibile; non desidero necessariamente dei bambini, mi piacerebbe però avere tantissimi cani. Vorrei più persone umanamente valide vicino a me, sulle quali riporre completa fiducia. Nel campo lavorativo le idee sono ancora un po’vaghe, ho tantissime ambizioni che però ultimamente stanno subendo una sorta di freno che mi porta a non investire su di queste.

Mi piacerebbe fare molte cose, mi piacerebbe diventare chef o fotografa, ma mi andrebbe benissimo anche trovare un lavoro onesto senza troppe pretese, se accanto a me ci fossero un compagno amorevole e fidato e amici degni di essere chiamati tali. Non mi pongo il problema di dover diventare una persona affermata a ogni costo, perciò se non investissi in quello che mi piace fare sarebbe un peccato ma non lo vivo come un fallimento; credo che siano altri aspetti umani a togliere valore a una persona. Hanno mai frainteso il tuo lavoro? Sei mai stata vittima di pregiudizi? Sinceramente no. La mia famiglia in parte mi supporta. I miei amici, quelli veri, sono persone talmente fuori da questo mondo che a stento seguono quello che faccio, e sono felicissima cosi. Per il resto, non mi è mai capitato di essere vittima di pregiudizi, e anche se lo fossi mi interesserebbe veramente poco. So meglio di chiunque altro chi sono, quindi se qualcuno mi giudica, non mi tocca. Consigli a chi vuole diventare modella? Rispettare se stessa. Non vendere il proprio corpo per pochi soldi o per niente. Non posare nuda, e, se decide di farlo, di prendere esempio da modelle di nudo serie, che non usano il corpo come mezzo per attirare commenti beceri, ma che lo usano come qualcosa di bello da essere ammirato. Non investire tutte le sue energie in questo, anche se farà tot copertine, avrà 800.000 followers sui social network, non diventerà mai Gisele Bundchen.





Si ringraziano Max Simonotti, Walter Faustini, Marcello Gori per il materiale concesso.



H WHITE WOMAN, SLEEPLESS NIGHTS, BIG NUDES Helmut Newton. By Cristina Giannini

elmut Newton è stato uno dei più noti fotografi di moda, che ha fatto della seduzione il suo punto di forza. Amante delle donne e dell’eros, nei suoi favolosi scatti, soprattutto in bianco e nero, mette in risalto il corpo femminile, giocando con esso, tra forme e impatto erotico. Le sue modelle sono spesso ritratte completamente nude, con indosso solo scarpe con tacco a spillo. Questa nudità quasi aggressiva viene trasmessa al pubblico con naturale e suprema eleganza. L’ambiguità è alla base dei suoi scatti: forti contrasti si manifestano, tra sesso e scene di vita quotidiana, creando un’atmosfera paradossale da leggere con sottile ironia. Le sue donne sono personaggi forti, consapevoli del loro potere seduttivo, capaci di catturare l’uomo grazie a un gioco raffinato di eros e feticismo. Ciò viene fatto grazie ad abili stratagemmi da parte di Newton, usando come location luoghi comuni, che suggeriscano lusso e ricchezza e senza immortalare mai esplicite scene di sesso, ma ricreando abilmente situazioni e atmosfere piene di sensualità. L’amore per la seduzione di Newton si ritrova in tre libri, nei quali il fotografo sceglie di racchiudere foto selenzionate, che successivamente riunisce in una mostra White Women, Sleepless Nights, Big Nudes, tenutasi a Roma nel Palazzo delle Esposizioni nel 2013. Centottanta scatti tra i più importanti del ventesimo secolo, selezionati, appunto, tra questi tre volumi: White Women, nel quale Newton portò il nudo nel fashion system, creando foto sorprendenti e provocanti che sconvolsero il concetto di fotografi di moda, dando un nuovo volto alla donna; Sleepless Nights, un volume che raccoglie i lavori realizzati per note riviste di moda, in cui le foto sono incentrate sulla donna, il corpo e gli abiti, trasformando le foto di moda in ritratti e da ritratti a reportage da scene di crimine, per restare fedele al suo stile unico; Big Nudes, libro che lo proclama protagonista della fotografia del novecento, grazie all’idea di stampare le foto in formato maxi, aprendo una nuova frontiera alla fotografia grazie alle gigantografie. Un vero amante della donna, uno dei pochi a saper cogliere la sensualità in ogni angolo del corpo femminile, giocando abilmente con l’arte del “un vedo non vedo”. L’indiscusso re della fotografia di moda, che punta sull’elemento seduttivo della donna in ogni suo aspetto.

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VALENTINA ROSSELLI Icona di charme e seduzione senza fine.

By Rossella Scalzo

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alentina Rosselli è una delle icone sexy degli anni Sessanta e Settanta. Alta 1 metro e 72 centimetri, caschetto nero, forme sinuose, fotografa di moda indipendente, anticonformista e normale nello stesso tempo. Attorno a lei ruota sempre un alone di mistero che la rende un’icona di indipendenza, charme e seduzione. Il suo nome è strettamente connesso a quello del suo papà e disegnatore Guido Crepax, colui che ha ideato questa creatura tanto misteriosa quanto affascinante rendendola una delle donne del fumetto più celebre al mondo. Guido Crepax è molto più di un fumettista. Nato nel 1933 a Milano, si laurea in architettura al Politecnico nel 1958 e già durante gli studi inizia la sua carriera di disegnatore pubblicitario. Questa, che ufficialmente sarà la sua professione, gli permetterà persino di vincere la Palma D’oro nel 1957 per i disegni della Campagna Pubblicitaria della benzina Shell. A 11 anni dalla sua morte, avvenuta il 31 Luglio 2003, Crepax viene apprezzato anche come copertinista di libri e dischi, oltre che per le sue opere grafiche, litografiche e serigrafiche. La sua passione per il fumetto comincia già a 12 anni, età in cui inizia a disegnarli, tanto da indirizzare tutta la sua attività di disegnatore pubblicitario in direzione del fumetto stesso. Nella sua carriera bisogna far rientrare anche l’invenzione e realizzazione di molti giochi, anche se non hanno avuto un’applicazione pratica, il disegno di costumi per un’opera lirica e la realizzazione di due libri. Più di tutto questo, più di tutte le innumerevoli cose in cui ha lasciato il suo tratto, Guido Crepax è famoso per i disegni di uno dei più noti fumetti erotici, quello di Valentina Rosselli. Anche se negli anni ha inventato altri personaggi, come Bianca e Anita, Valentina è quello che l’ha reso noto in tutto il mondo. Con lei Crepax ha raccontato anche la storia e la moda della cultura italiana, contribuendo anche ad una vera e propria rivoluzione del linguaggio del fumetto.





Valentina vive nell’atmosfera intrigante dagli anni ‘60 ai decenni successivi, integrandosi in essa e riportando nelle sue vicende uno spaccato del costume italiano di quegli anni, cosa che ha contribuito a suscitare grande attenzione da parte dei media, del cinema e della televisione, che si sono ispirati a lei per film e romanzi. La “ Saga Valentina” nasce nel 1965 con la pubblicazione della prima storia nel secondo numero di Linus, la famosa rivista di Giovanni Gandini e Ranieri Carano, e poi di Oreste Del Buono e Fulvia Serra. Questa rivista, e successivamente Corto Maltese, hanno ospitato in totale una cinquantina di storie, poi raccolte in vari volumi, con l’integrazione di numerose tavole nuove. Dalla prima pubblicazione la storia di questo personaggio non ha mai trovato una fine, anche se negli anni è stata interrotta da storie di altri personaggi che non hanno minimamente avuto la sua importanza. Guido Crepax ha sempre sentito un legame speciale con questo personaggio, tanto da farlo invecchiare con lui negli anni. “Valentina è ancora la mia Valentina – ha dichiarato anche se non la disegno più da cinque anni. Confesso che di tanto in tanto mi è venuta voglia di eliminarla, un po’ come Arthur Conan Doyle fece con Sherlock Holmes, prima di pentirsi e resuscitarlo. Ma non ne ho mai avuto il coraggio. Forse c’entra un pizzico di superstizione: sarebbe stato una specie di suicidio...”. Ed è forse per queste ragioni che Crepax le ha costruito intorno un mondo credibile, dalla data di nascita alla carta di identità, le relazioni sentimentali, il figlio, il lavoro, la macchina, i vestiti, gli oggetti di casa, tutti dettagli che sono la fedele riproduzione di un quotidiano possibile. Il suo personaggio è meraviglioso e complesso, sempre a metà tra sogno e realtà, nato dall’incontro tra il mito dell’attrice del cinema muto Louise Brooks e la moglie Luisa.


Valentina vive nell’atmosfera intrigante dagli anni ‘60 ai decenni successivi, integrandosi in essa e riportando nelle sue vicende uno spaccato del costume italiano di quegli anni, cosa che ha contribuito a suscitare grande attenzione da parte dei media, del cinema e della televisione, che si sono ispirati a lei per film e romanzi. Valentina è una donna indecifrabile, una donna dai mille volti, a cui Crepax ha voluto attribuire quattro concept: è donna, privata, romantica e quotidiana; è diva, icona, glamour, protagonista; è crazy, sorprendente, onirica, avventurosa; è sexy, esibizionista, curiosa, sfrenata. Il suo carattere, ricco di sfaccettature e contraddizioni, è uno degli elementi che hanno contribuito al suo successo. E’ protagonista della sua storia tanto da rendere non necessario l’affiancamento di una figura maschile. Il suo stile, altamente seduttivo e pieno di charme, ha fatto sì che Valentina sia stata un’icona per molte donne che hanno finito per identificarsi in lei. Questo grazie anche al ruolo che i sogni hanno nel suo mondo, un ruolo molto importante che conferisce maggiore spessore al suo personaggio tanto da avvicinarlo alla psicologia di una donna reale. Crepax ha preso in prestito molte citazioni da tutte le forme d’arte nella realizzazione delle storie di Valentina, sia per quanto riguarda le trame, sia per quanto riguarda lo schema stesso del fumetto. In particolar modo, Crepax ha preso l’impostazione della pagina e del ritmo della narrazione dal cinema e dalla fotografia. Leggere i fumetti di Valentina è un po’ come immergersi nel mondo del cinema grazie al montaggio, all’inquadratura, alla sequenza, allo stacco, ai particolari. Grande attenzione viene data agli accessori e ai dettagli, tutti punti di vista dai quali ricostruire la scena. Sia il segno grafico che il personaggio conferiscono grande attualità e modernità al fumetto. Ancora oggi Valentina è portatrice di un’estetica diffusa e senza tempo, è un’icona contemporanea ancora presente nel web, visibile nei numerosi profili facebook a lei dedicati che la fanno rivivere.

Ma non solo: oggi il personaggio di Valentina è presente e viva nel campo del licensing grazie alla griffe di alcune collezioni nei settori della moda per i marchi Iceberg, Liujo e Mirtillo, della teleria per casa per Fazzini e della cartoleria per Smemoranda – Gut Edizioni. Ritroviamo Valentina anche su altri oggetti come mobilli, complementi di arredo, stampe artistiche su tela, sculture in ferro. Numerose sono le pubblicazioni in ambito editoriale, per non parlare delle mostre e degli eventi che si sono svolte in prestigiose gallerie europee. Dietro tutto questo c’è la mente e la volontà dell’Archivio Crepax, istituito nel 2003 proprio dai familiari di Guido Crepax dopo la sua scomparsa, che tutela e ripropone il ricco patrimonio di immagini e contenuti frutto del lavoro del suo creatore e dell’iconica Valentina, a sottolineare la continua valenza e attualità del personaggio destinato a non morire mai, così come tutte le grandi dive.



Si ringrazia per per la concessione delle immagini Guido Crepax e l’Archivio Crepax.



DITA VON TEESE The woman.

By Valentina Sorrenti

Penny Lane

Sono convinta che dobbiamo coltivare la nostra sensualità come facciamo con la nostra intelligenza. Ogni giorno dovete fare tutto quello che vi fa sentire bene”. È con queste filosofia di vita che Dita Von Teese ha fatto dell’arte di sedurre un vero e proprio mestiere diventando la regina del Burlesque e la diva più affascinante che ci sia in circolazione. Dita ha dichiarato: “Ho capito di aver raggiunto l’apice della mia carriera quando nel pubblico ho visto più donne che uomini”. Dita deve molto del suo successo alle donne ed è proprio per questo che per loro ha stilato un vero e proprio decalogo infallibile per sedurre.

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DITARULES

1. “L’arma di seduzione migliore è mettersi il rossetto davanti alla vostra “vittima”. L’effetto è maggiore se compite il gesto lentamente con aria sensuale”

7. “Indossare le scarpe con il tacco fa sentire sexy. Se siete vicino a un uomo giocate con la scarpa fingendo di perderla. Poi chinatevi per infilarla di nuovo. Questo attirerà gli sguardi 2. “Il profumo è importante va usato sulle vostre caviglie” ogni giorno. Ma non mettetene troppo: un uomo dev’essere costretto a chinarsi 8. Dita indossa ogni giorno giarrettiere verso di voi per sentirne l’aroma” e calze di seta e rabbrividisce all’idea di uscire con la lingerie spaiata 3. “Sedete sempre con le caviglie incrociate di lato per mettere in risalto le gambe. 9. “Ogni donna deve avere un Se volete colpire un uomo sistematevi reggiseno in pizzo, nero o carne, che con gesti eleganti le calze sollevando sia perfettamente avvolgente. Slip e leggermente la gonna. Dovete compiere perizoma coordinati e un reggicalze” l’azione con discrezione come se non voleste farvi notare da nessuno, con naturalezza” 10. Dita è bionda e si tinge i capelli da sola a casa. 4. “Anche se la mia giornata non prevede “Non spendete soldi dal parrucchiere appuntamenti speciali uso sempre la per una cosa che potete fare cipria, il mascara e un rossetto rosso. E tranquillamente da sole a casa” tiro su i capelli in uno chignon che regala subito un’aria elegante. Ci vogliono solo 10 minuti per essere pronte non avete scuse” 5. ”La miglior cura per la cellulite sono le luci soft. In casa mia ho luci soffuse ovunque anche nel guardaroba. Non fatevi mai vedere nuda da un uomo con la luce diretta” 6. ”A casa fate pratica davanti allo specchio muovendovi in pose sensuali. Spogliatevi come se doveste farlo per un uomo. Quando vado a dormire tolgo le calze con le stesse movenze che uso nei miei spettacoli. Dovete prendere confidenza con il vostro corpo in modo da essere naturali e glamour”



JUMBO




La seduzione è l’arma femminile che incanta l’uomo. Artisti, fumettisti, fotografi, registi e scrittori ne sono attratti. Tramite le loro creazioni, evocano un fascino sensuale molto allettante, trasmettendo nuovi messaggi e più ampi confini.

“La seduzione è un oggetto non identificato, un oggetto non analizzabile, teorico ed amoroso”. Jean Baudrillard

La seduzione è un arte, spesso innata, una caratteristica tipica di tutte le donne. Un’arma segreta capace di incantare l’uomo, che può essere esercitata anche semplicemente attraverso uno sguardo. Nel mondo dell’arte spesso viene utilizzata per esprimere messaggi unici ed inequivocabili. La seduzione diventa la protagonista di storie, racconti, collezioni, qualcosa che rende affascinante ogni cosa. La seduzione è l’arma per eccellenza della conquista di ogni uomo, che spesso cade passivo sotto il suo fascino senza nemmeno accorgersene.



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