Undergroundzine N.7 Gennaio 2013

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Anno II N.1 –Gennaio 2013

INTERVISTE: Palmanana – Andre non Dorme RECENSIONI: Tao Menizoo – Stesso sporco Sangue – I Hate When Elevators door Open Up And a Raptor Appears Infront of Time – Contorsione – Mia Wallance – Big Flies – Dario Antonetti – Tezza F. – Kry Santemia – Caoscalmo – Merry Widow – Yo Sbraito – A. Hawkins – Underworld Collection – Abyssal Flame – The Bankrobber – Violassenzio – Johnny Freak – Nahabat – Mutant Squad – Hyde Abbey – Tryfux – The Abi – Arteria – Breaking Down – The Bidons – Bu Camel – William Wilson - Kerosene COMPILATION FREE DOWNLOAD: L’angolo della follia vol.17 gennaio 2013 Rock L’ANGOLO DELLE PAROLE SPAZIO ALLE BAND: Devilass LIVE – FILM: School of Rock


Editoriale Buon 2013 amici!!! Passato bene le feste? Avete gustato buone serate di musica in questo periodo? Avete divorato dischi nuovi? Punk? Metal? Rock? di tutto un pò? Vi siete satollati? BENE!!! Un nuovo anno alle porte, con alle spalle un altro anno che per noi, al contrario della crisi, ha portato molte soddisfazioni e un successo di cui andiamo orgogliosi. Anche in questo 2013 tutto il nostro staff si impegnerà al massimo per garantirvi quella qualità e quella quantità che finora è riuscito a dare. un ulteriore impegno è ovviamente quello dato dalla chiara intenzione di migliorare per poter offrire un servizio sempre all'altezza di chi legge. Ricordiamo che è appena partita la nuova rubrica dedicata alle poesie e ai testi delle vostre canzoni, e che come sempre potrete inviare i vostri demo agli indirizzi che trovate all'interno del nostro sito. Siete numerosi e ci scusiamo se a volte ci mettiamo un pò per pubblicare le vostre recensioni, ma tutto ciò è quello a cui mi riferivo prima, cioè uno stimolo per migliorarsi!! Potete scrivere direttamente al sottoscritto all'indirizzo br1undergroundzine@libero.it sia riguardo alla rubrica "l'angolo delle parole" sia per qualsiasi consiglio, critica o anche semplicemente per fare quattro chiacchiere. Vi aspetto!!

Buon 2013 da tutto lo staff, continuate a seguirci!!! mosh it up!!!

BR1

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compilation in free download LINK PER IL DOWNLOAD(clicca qui sotto per scaricare)

http://www.mediafire.com/?w9gt262gq6msha6 A. Hawkins si propone come obiettivo quello di ricreare un sound rock legato alle grandi band. Polistrumentista, suona pianoforte, chitarra e batteria. La carriera solista inizia nel 2012, dove cerca di registrare le numerose canzoni composte, per poi farne un album. Il genere è semplice rock 'n' roll, con sfumature alternative. Hawkins è alla ricerca di manager e produttori, per eventuali contatti scrivere sulla pagina Facebook "Hawkins".

Nome: Vera Kross Genere: 90's Rock Membri: Vera Kross (storie), Francesco Cavone (testi e voce), Rafko Piscitelli & Paki Ninni (musica), Stefano Ninni (arrangiamenti e batteria live) Le regole: " Vera Kross ci racconta le sue storie, vuole che diventino musica. Vera vuole che Francesco si occupi dei testi e della voce. Vera vuole che Rafko e Paki creino la musica per le sue storie. Ogni storia che ci verrà raccontata, dovrà diventare un pezzo. Vera vuole che spaziamo fra tutte le nostre influenze: dal post-punk al rock italiano, attraversando tutta la scena alternativa degli anni 90. Se Vera sarà soddisfatta del nostro lavoro, ci farà registrare un disco. Vera può aggiungere e modificare le regole del gioco in ogni momento. Noi non siamo i Vera Kross, noi cantiamo Vera Kross. " Il progetto Vera Kross nasce nella primavera del 2012, quando Rafko e Paki decidono di riprendere a comporre dopo una pausa musicale di due anni. Contattano Francesco Cavone proponendogli le nuove idee e iniziano subito i lavori per buttare giù qualche demo. Stefano prende parte al progetto per collaborare agli arrangiamenti e si offre come batterista per eventuali serate dal vivo. Vera Kross svolge il ruolo di musa: guida il gioco raccontando le sue storie personali ai tre, e dando loro il compito di "tradurre" ogni storia in musica. Ogni pezzo, rigorosamente registrato in casa, viene prima approvato da Vera, e successivamente pubblicato. Al momento Vera ha dato l'ok per due storie: "Fango e Miele" e "L'istante". Fango e Miele appare nella compilation "Salto nell'Emilia": un'iniziativa benefit pro Emilia con gruppi come Rezophonic, Matrioska e altri nomi della scena indipendente italiana. Vera non si è ancora espressa sulla possibilità di suonare live, di farsi vedere in video o in foto.

http://www.facebook.com/verakross?fref=ts

Nati a Bologna nel 2012, i Newglads si propongono con un pop/rock dalle atmosfere decisamente british-oriented, essenziale e diretto, influenzato tra gli altri da artisti come Coldplay, Noel Gallagher, Radiohead e Blur. La band, composta da Matteo Fallica (voce), Filippo Poderini (chitarra), Marco Fabbri (basso) e Gael Califano (batteria), caratterizza il proprio songwriting attraverso un efficace mix di melodia e wall of sound, con testi in inglese che puntano sull'immediatezza e la musicalità per restituire emozioni e sensazioni legate alla vita di tutti i giorni. Whenever It Rains, promo single pubblicato il 25 luglio 2012 e ben accolto da pubblico e critica, conferma appieno le potenzialità di un progetto portato avanti con la giusta determinazione ed attitudine, che trova sul palco la sua migliore forma di espressione. http://www.facebook.com/newglads


Il Quarto imprevisto: Quattro persone che si affacciano nell'universo musicale cercando di trovare una chiave di lettura al proprio presente. Un linguaggio universale ma dalle mille sfumature...è l’intenzione che anima la loro musica: dai testi (in italiano) alle armonie, alle ritmiche utilizzate, tutto quanto nel tentativo di fondere quattro identità distinte in un’unica, simbiotica matrice sonora. 2010: l'incontro imprevisto e l’idea comune della ricerca di un sound che riesca a guidare l’ascoltatore attraverso strade diverse verso un’unica direzione. Questo l’obiettivo posto alla base del primo lavoro in uscita della band: dieci tracce, affreschi di emozioni condivise e codificate in pochi minuti di note e parole, che corrono e si rincorrono su percorsi messi in parallelo. Quattro persone si affidano all'imprevedibilità del caso invitando tutti ad entrare nel loro mondo. http://www.facebook.com/IlQImprevisto?fref=ts I Dead Man Walking nascono nell’estate del 2006 da un’idea di Francesca Clementi (chitarra) e Silvia “Gus” Gussoni (voce), come progetto punk-rock al femminile. Passati pochi mesi, entrano nel gruppo anche Francesco “Kimi” Anzini (basso) e Lorenzo “Suppo” Rainoldi (batteria); con questa formazione i DMW iniziano a esibirsi dal vivo già nella primavera del 2007, proponendo inediti in lingua inglese, caratterizzati da una forte attitudine punk. Nel settembre 2007

Alice Zanzottera sostituisce Gus alla voce; i DMW iniziano così un lungo lavoro di ricerca musicale

che li porta a

rivoluzionare la propria scaletta, sperimentando continuamente influenze di ogni genere. Con la

nuova formazione i DMW incidono, nell’estate 2008, una prima demo di 3 pezzi, grazie alla quale vengono notati dal produttore discografico Maurizio Parafioriti (sony BMG), già produttore e ingegnere del suono di vari cantautori italiani tra cui Ron, Renato Zero e Giusy Ferreri. Tra il 2008 e il 2010 i DMW vedono la pubblicazione di due inediti prodotti da Maurizio Parafioriti per SPHERIKA lab records in due compilation vendute su iTunes e Amazon: “Musica kilometri zero”(2009) e “Music Factory rock contest”(2010). Il lavoro in studio di registrazione tra Milano e Pavia porta i DMW ad iniziare la composizione di inediti, in cui le sonorità, allo stesso tempo ruvide e ricercate, si uniscono a testi introspettivi rigorosamente in italiano. Quello che davvero caratterizza questo giovane gruppo però è la continua ricerca musicale ed espressiva; da ciò deriva la difficoltà di chiudere la propria musica in un genere musicale ben definito. Ad inizio 2011 inizia la collaborazione dei DMW con Helmuth Walter Kesten Diaz, promettente chitarrista della provincia di Varese, che li segue nei concerti dal vivo ed in studio di registrazione. Nel 2012 i DMW pubblicano il loro primo album dal titolo “Favole borderline”, contenente 10 brani inediti in italiano. L’album, totalmente autoprodotto sia nei brani che a livello grafico, viene registrato e mixato da Andrea Fantozzi tra fine 2011 e inizio 2012. Attualmente i DMW sono attivi nella promozione del disco (favole borderline) in numerosi locali tra le provincie di Milano e Varese, proponendo inoltre la scaletta in versione acustica con i loro brani inediti per le situazioni più “intime”. http://www.facebook.com/pages/Dead-Man-Walking/190658365075?fref=ts Intorno al 2005 grazie alla passione per il Rock n Roll, il Garage e il Punk, un gruppo di amici ispirati dai loro idoli imbracciano gli strumenti e iniziano a produrre tanto “rumore”!!! La band è formata da musicisti della Irno Valley che nel corso degli anni riescono ad essere particolarmente attivi nell’underground Campano, supportando nei vari live gruppi internazionali come Dirtbombs e Crash Normal e italiani come Pitch, Fratelli Calafuria e Joy Cut, senza trascurare i cari amici Valium, Waves, Culture Wars, Tony Borlotti & Flowers e Wild Week End. Nel 2011, dopo essersi fatti le ossa sui palchi dei più disparati club e aver cambiato svariate line up, i cinque ragazzi che rispondono ai nomi di Albino Cibelli voce, Nico Plescia and Elia Prisco chitarre e sezione ritmica con Ezio Marinato (dai “Waves”) al basso e Giovanni Schirru alla batteria (già “Shevil”, “Culture Wars” and “Vacanza”) danno inizio alle session di creazione e registrazione di pezzi propri di matrice prettamente Garage 60- 70 ma ricercando un suono personale e anacronistico e nell’aprile 2012 ha visto la luce il loro primo lavoro – Granma Killer!!! (CD autoprodotto/distribuito da Area Pirata), caratterizzato da scoppiettanti pezzi propri messi su nel corso degli anni più due cover, come buon tradizione garage vuole. Immediatamente prima dell’uscita dell’album, a Marzo 2012, hanno

partecipato alla compilation “Sanromolo 2012” promossa da Acidi Viola con la cover di Nada – “Ma che freddo fa”. Poco dopo, il loro brano “Too much fun” è stato inserito nella compilation “Cannibali d’Estate”. Sono inoltre entrati nel palinsesto di: Sotterranei Pop (RLB – Radio libera Bisignano ); RIP, Radio Illusione Parallele; Stoned Circus Radio Show (Rennes, FR); Radio Castelluccio. Attualmente contano di portare in giro il loro garage in questa nuova e frizzante formazione … non vi resta che saltellare con loro al prossimo live!!! http://www.facebook.com/pages/The-Bidons/53575329128


ONE MAN PIER è il progetto parallelo perpendicolare di Pier,chitarrista degli Evil Tardevil ed ex cantante/chitarrista dei Figli del Benessere.!Questo progetto nasce come idea,nell'estate del2009..ma poi prende forma solo in aprile 2010..quando OneManPier,registra,e pubblica solo in rete il primo ep intitolato "Tra il bar e la stazione"..composto da 4 canzoni solo per chitarra/voce ed armonica.. in novembre dello stesso anno,invece,si comincia a lavorare a quello che sarà il primo disco vero e proprio..realizzato con la complicità di Damiano Ferrari..nelle vesti di batterista e addetto alla registrazione/produzione.. nasce così "il folle,il cantabarista ed altre creature.."..presentato il 10dicembre 2010..data che coincide anche con l'inizio dell'attività live.. dal vivo troviamo OneManPier(chitarra/voce/armonica) e Damiano Ferrari (batteria/cori).. con questa formazione si va fino a fine gennaio 2011,quando Damiano è sostituito da Enry Potter.. da qui comincia una serie di quasi 40 serate.. Nel giugno 2011 entra in formazione anche Davide "Sleffio" Alessio al basso.. da luglio 2011 iniziano le registrazioni del nuovo disco..sempre per mano di Mr. Damiano Ferrari.. che vede la luce il 14ottobre2011..e che vanta la collaborazione di molti musicisti..tra cui spicca quella con Emanuele Bocci,geniale cantautore toscano.. il titolo di questo album è "Storie di vite in affitto". OneManPier con il nuovo disco,torna live con molte altre date.. "Storie di vite in affitto" viene inoltre presentato in alcune radio (tra cui BluRadioVeneto,IWradio),e anche nel programma televisivo "A Scotadèo" in onda su Serenissima Tv. Nel novembre 2011 entra stabile in formazione anche Alessandro "Charlie" Carli alla chitarra. Da questo momento è presente,e sarà futuro... in programma ci sono molte novità,e sopratutto tante serate live!!! Per info seguite il cantabarista qui su Facebook,oppure su: www.myspace.com/onemanpier dove troverete tutte le date aggiornate,e dove potrete ascoltare la musica! http://www.facebook.com/pages/OneManPier/136142376423475 Gianluca inizia a suonare nel 1999 all'età di 15 anni,rimanendo affascinato dalla chitarra sin dalla tenera età...Inizia poi a scrivere i suoi primi pezzi inediti,alternandoli a cover riarrangiate in acustico,e registra tutto questo materiale a casa sua,suonando anche percussioni,armonica ed altro... Prova anche ad esibirsi dal vivo da solo,ma spesso senza ricevere buon riscontro di pubblico,riman endo quindi un artista di nicchia...Ecco che allora propone live clandestini,concerti acustici improvvisati nei luoghi più improbabili,come la sua cartoleria,ed usa i vari canali “internettiani”per promuovere in tutti i modi la sua musica... Ha suonato dal vivo in varie band,l'ultima con gli Orange Headman dell'amico Simone Catena “Brown”,con il quale ha girato vari locali e festival ed inciso un EP nel 2010... Nel 2011 Torelli decide di tornare alla sua carriera solista,dopo la pausa presa dal gruppo,affiancato anche da un percussionista,esperienza purtroppo durata solo tre mesi... Dal vivo,cerca di riproporre quel suono “ruspante e verace”che viene fuori dalle sue registrazioni casalinghe,spesso anche con l'ausilio di basi e campionamenti su PC,con suoni fatti di bussate alla porta della cameretta, fantasmi che appaiono durante la notte e musica calda per cuori freddi... Per concludere,per gli onori di cronaca,lo pseudonimo ALVARO VAN HOUTEN proviene dalla fusione di due di alcuni miti di Gianluca,miti più o meno forzati,dato che da ragazzo veniva sempre preso in giro per l'aspetto fisico simile a queste due icone:una è l'attore trash ALVARO VITALI e il VAN HOUTEN proviene da Milhouse,mitico amico di Bart Simpson nei cartoni animati dei Simpsons... PS:L'artista è totalmente indipendente e non iscritto alla SIAE... http://www.facebook.com/pages/Gianluca-Torelli-aka-Alvaro-Van-Houten/90055211393?ref=hl I Palmer Generator sono una band Alternative Stoner-Rock italiana nata a Jesi (Ancona) nella primavera del 2010 dalla collaborazione del chitarrista Tommaso Palmeri con il bassista Michele Palmieri (fratello di Tommaso) ed il batterista Mattia Palmieri (figlio di Michele); l'idea è quella di produrre un sound rock di stampo Stoner delineato da ritmiche incalzanti, ma arricchito da spunti sperimentali con riferimenti onirici di influenza psichedelica e post rock. Ispiratori della band sono gruppi quali “Tool”, “Colour Haze”, “Karma to Burn”, “U.S.Christmas”, "Swans" Ecc.. Nell'aprile 2011 viene rilasciato il primo disco autoprodotto: "Schizoid EP". Ad oggi la band è sempre più attiva e continua costantemente a produrre brani ed esibirsi live. http://palmergenerator.bandcamp.com/


Un trio: Patrizio, Mauro e Francesca... ... o forse un duo, visto che Patrizio e Mauro sembrano essere la stessa entità. Loro due suonano insieme da più di vent'anni, l'uno la chitarra l'altro la batteria, di musica e vita ne hanno condivisa! Sin dall'inizio scrivono musica originale, brani, colonne sonore per corti, in un vortice di idee melodiche raccolte in un 'groove' numerato. Patrizio incontra Francesca, dopo pochi scambi di e-mail atte a 'prendere le misure' gli uni dell'altra (e viceversa), l'invio di tre possibili basi. Francesca, per loro 'skà, ne sceglie una e su quella scrive il primo pezzo; testo e linea melodica... ... che non vedrà mai la luce ma che darà loro la sensazione che forse, finalmente, si son trovati! Le inviano, allora, una nuova base che, il giorno successivo, cogliendo tutti di sorpresa, diventa una versione embrionale (rispetto a quella che oggi condividiamo via web) ma già assai ben definita di: 'E=mc2'. È la prima volta che ‘skà compone, canta da sempre interpretando generi diversi, ascolta musica non precludendosi la possibilità di sentire cose nuove o diverse da ciò che conosce ma, la musica indie, è nuova per lei! Questo è l'inizio. Da qui ad un mese nasceranno quattro pezzi, ancora un mese ed altri due, tutti ancora in lavorazione ... in diverse fasi ma ... ... ... ... ... ... hanno voglia di condividere con voi il lavoro fatto fino ad oggi quindi, eccoli qui! http://www.facebook.com/lalogicadidaisy?fref=ts BLUESADDIRUSE" il progetto proposto dalla band si rifà fortemente al Neapoletan Power, movimento culturale e musicale del panorama campano che vede le origini nell' esportazione del r' n' b da parte degli Showmen negli anni '60 per poi evolversi nei '70 e negli '80 con le esperienze di altre formazioni quali Napoli Centrale, Osanna, Balletto di Bronzo, Musicanova, etc. etc. ... fino ad arrivare ai giorni nostri. La band si ispira chiaramente anche ai generi d' oltremanica ed oltreoceano che hanno fatto la storia come il blues ed il soul (Muddy Waters, Little Walter, Howlin' Wolf ..., Otis Readding, Ray Charles, Staples Singers), il british blues (John Mayall, Graham Bond Organizzation, Animals...), il funk (Sly & Family Stone, George Clinton & Paliament/Funkedelik, James Brown, Temptations,Herbie Hancock...), il rock dei '60 e '70 (Led Zeppelin, Doors, Rolling Stones, Who...) ma non fanno mistero della loro passione per la canzone tradizionale partenopea (sceneggiata in testa) eper certo cantautoriato nostrano (E. Gragnaniello, E. Avitabile, Edoardo Bennato, etc. etc. ...). Nascono nel 2004 come cover-band di musica afroamericana ma ben presto si orientano verso un repertorio proprio con canzoni inedite rigorosamente cantate in dialetto ed ispirate agli stili di cui sopra. Nel corso degli anni hanno svolto un' intensa attività concertistica presso numerosi locali e piazze di tutta la Campania e non solo. In passato hanno avuto l' occasione di dividere il palco con gruppi più affermati come i BLUE STUFF di Mario Insenga, gli OSANNA di Lino Vairetti, LE LOUP GAROU, i BISCA, CAPONE BUNGT BANGT e più volte hanno preso parte alle iniziative (ad esempio il progetto UTOPIA) dei CSOA della loro città (OFFICINA 99, LAB. Occupato SKA...)... Dopo un cambio di organico e la conoscenza di Willy David e Peppe Ponti tornano con repertorio ampliato riprendendo la loro attività live. Hanno partecipato al TRIBUTO A MARIO MUSELLA 2009 (con un altro nome: "TRIBU'") ed alla seconda edizione del 2011 rivisitando due brani del cantante partenopeo. Si prestano in qualità di ospiti musicali ad alcuni programmi televisivi di Gianni Simioli e radiofonici della RAI; hanno aperto il concerto di JAMES SENESE tenutosi in occasione del 19° compleanno di OFFICINA 99 ed il concerto di JIMMY BURNS nell' edizione 2011 del BAIA DOMIZIA BLUES FESTIVAL; Il 27 ottobre dello stesso anno esce la loro opera prima omonima che viene presentata alla FNAC di Napoli. Nel gennaio 2012 sono ospiti all' undicesima edizione del HINTERLAND MUSIC FESTIVAL e successivamente al PAN (Palazzo delle Arti di Napoli) per la mostra "ROCK!" curata da Carmine Aymone e Michelangelo Iossa in occasione della presentazione dell' omonima compilation prodotta da SUONIDELSUD. Il 18 febbraio ritirano a Sanremo la targa del 1° PREMIO AFI GIOVANI EMERGENTI. Il 21 giugno 2012 in occasione della FESTA DELLA MUSICA si esibiscono al Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli. Recentemente Alfredo d' Ecclesiis (voce e armonica della band) è stato ospite in veste di solista alla terza edizione del Tributo a Mario Musella. Formazione: Alfredo d'Ecclesiis-voce e armonica; Alessandro Pagano-piano e tastiere; Andrea Cioffi-chitarra; Nunzio Signoriello-basso; Giulio Pitonibatteria. rocco clemente nasce ad avellino il 25 marzo del 1984 fin da bambino ha sempre avuto passione e talento per la musica. ha iniziato a scrivere i suoi pezzi dall'età di 12 anni esibendosi nell'hinterland salernitano riscontrando numerosi apprezzamenti. dal 2004 causa problemi personali ha abbandonato il mondo della musica ma oggi è tornato più carico di prima e lo si senta dal suo primo singolo "la mia promessa" interamente prodotto da lui. l'uscità del suo ep è prevista per fine 2012 un progetto che dovrebbe suscitare sicuramente molte critiche, cercherà di inserire in un album ben 3/4 generi musicali diversi dal pop al rock per poi trasportarci nell'esplosivo punk e per chiudere con il rap. quindi ricordatevi questo nome perchè sarà il cambiamento per un 2013 fuori dagli schemi.


The Abi è una one man band gestita da andrea proveniente dal sassarese, ha iniziato a suonare nel 2001 e per sei anni si è dedicato a diverse band locali,componendoci dei demo. Dopo una pausa durata circa un anno, all'inizio del 2010 decide di comporre le sue musiche da solo,componendo, suonando e registrando da se tutto il materiale. Song of trail è il primo mini cd che vede la luce,a cui seguirà presto la pubblicazione degli altri lavori. https://www.facebook.com/veryabi Luca Olivieri è compositore e musicista. Diplomato in pianoforte presso in conservatorio "N. Paganini" di Genova, ha realizzato musiche originali per spettacoli teatrali, cortometraggi e sonorizzazioni di film muti d'epoca. Come strumentista (pianoforte, tastiere e programmazioni) e arrangiatore ha partecipato alla produzione di numerosi progetti discografici e suonato dal vivo in Italia, Svizzera, Gran Bretagna, Irlanda, Austria, Olanda e Tunisia. Ha pubblicato due dischi solisti, "Trigenta" (1996) e "La Quarta Dimensione" (2008). http://www.facebook.com/lucaolivierifb?fref=ts Ethn'n'roll, e' una band lucana formatasi in Basilicata, ITALY nel 2009. "Ethn'n'roll, da nome ad un genere musicale che unisce il rock prog di tradizione ai suoni acustici e virtuosi di strumenti a corde, a fiato e percussivi per una esperienza musicale vitale ed unica. Le liriche forti e impegnate incitano alla rivolta e questa ribellione sara' opera di un movimento popolore rinnovato e forte capace di generare un neoilluminismo in una societa' pura". (Francesco Carvelli, regista e sociologo, Londra 2009) Con gli Ethn'n'roll si approda ad un libero poetare che da il verso a un nuovo modo di intendere la musica: un "viaggio esistenziale" che la band rappresenta e fa rivivere nella testa e nel cuore degli spettatori. Un percorso attraverso suoni etno rock, smania di festa e di rivolta, attraverso tutto cio' che ha dato dimora a questi musicisti durante il loro peregrinare nei caffe' letterari d'Europa. Il loro live e' uno spettacolo affascinante e coinvolgente che incanta lo spettatore a ritmi e sonorita' etniche, tribali, pop, dolci e ammalianti melodie popolari, sprazzi di progressive e sperimentazione, contaminazioni balcaniche e latine che si intrecciano con un rock d'autore e attitudine punk alla loro personale tensione poetica. Suoni e parole danzanti che vengono dal cuore, suoni e parole che vibrano e profumano di rivolta! http://www.ethnnroll.com Ivan Mihaljevic & Side Effects are an eclectic rock power trio from Zagreb Croatia. The band consists of Ivan Mihaljevic on guitar and vocals, Marko Karacic on bass and Alen Frljak on drums. Their albums got a lot of excellent reviews from the press. Destination Unknown was selected as the album of the month in the March 2011 issue of biggest European guitar magazine Guitar Techniques. The band has played many live shows including shows supporting Paul Gilbert (Mr. Big, Racer X) and Richie Kotzen (Poison, Mr. Big) and headlined the guitar festival Guitar Master in Zagreb. The band has also appeared and played on numerous TV and radio shows (Sala Prove on Rock TV, Garaza on HRT 2, Dobro jutro on HRT 1, Metal Eye on Z1 TV, Rock block on radio KL Eurodom, Glas Hrvatske on radio HR3 and many more…). Many interviews and reviews were published in pressed magazines, as well as e-zines. Ivan Mihaljevic & Side Effects were very recently a cover story of Indonesian Music Live magazine. Alen Frljak teaches drums at Modern Rock Institute in Zagreb and works as a session drummer. With the band Inciter he has played as an opening act for Lamb of God and Parkway Drive. Marko Karacic also plays with great Croatian band like Big Rock, Undercode and Ivan Speljak Jitz Ivan Mihaljevic is also a music producer and sings/acts in musical theater. With the band Hard Time he played Wacken Open Air in 2005, played as an opening act for Scorpions, The Cult and Tito & Tarantula and toured Europe twice. In November 2008 he played as a guest with the inventor of electric guitar – Les Paul in Iridium Jazz Club on Times Square, New York. Ivan was also producing instructional guitar videos for guitarmasterclass.net and mixer.hr. He endorses and exclusively uses Ernie Ball Music Man guitars (www.music-man.com) and ENGL amps (www.engl-amps.com).


He is currently working on various projects including a solo project, and he is a full-time member of the historical Croatian hard rock band HARD TIME and the new sensation IVAN MIHALJEVIC & SIDE EFFECTS as well. Here are some of Ivan's achievements as a solo artist and with Hard Time

http://it-it.facebook.com/people/Streetteam-Ivan-Mihaljevic/100001783432336 I Cocept Project provengono dal centro Italia e più precisamente dalla provincia di Macerata. Nascono nel 2006 dall’incontro di 4 musicisti provenienti dai generi musicali più disparati con l’intento di far convergere tutte le loro varie influenze in un unico progetto musicale senza paraocchi e restrizioni. Il genere trattato dal gruppo unisce elementi: blues, funky, rock, metal e persino jazz. I componenti della band suonano e collaborano anche con numerose altre formazioni quali: Antagonism (Death Metal), Ibridoma (Hard Rock), Prosit (Rock), Bloody Slave (Heavy Metal), S.T.O.P. Orchestra (Rhythm & Blues / Jazz), C.R.P. (Blues), Out of Mind (Punk Rock). Durante le registrazioni del loro primo album Nicola Parente lascia il gruppo per motivi personali e tutte le parti di basso sono registrate da Marco Vitali. Il loro primo album è uscito nel 2008 e prodotto dalla SG Records. Attualmente la band è al lavoro sul nuovo album che si preannuncia ricco di collaborazioni. Line up: Marco Vitali - Chitarra / Basso Giorgio Spreca – Batteria Edoardo Giunchi – Chitarra www.myspace.com/conceptproject Riff distorti e potenti che si alternano a ballate dalle atmosfere melodiche... il tutto in puro stile Hard Rock!!! Gli STEALTH nascono nel 2007 a Ferrara da un'idea di Luca Occhi e Marcello Danieli. La prima formazione vede come componenti Luca Occhi (chitarra), Marcello Danieli (batteria), Luca Vianello (basso) e Enrico Ghirelli (voce). Dopo alcuni mesi Luca Vianello e Enrico Ghirelli lasciano la band e il progetto sembra naufragare. Luca e Marcello continuano nella ricerca dei nuovi componenti e dopo 3 anni di provini trovano finalmente Andrea Rambelli (basso) e Matia Catozzi (chitarra). Nel 2011 finalmente la line-up della band viene completata dal ritorno di Enrico Ghirelli. http://www.facebook.com/stealthband Il progetto The Kins nasce dalla mente "contorta" di Antonio Altieri, che recluta contemporaneamente il suo amico d'infanzia Loris Taraborrelli (Chitarra) e compagno di "strimpellamento" Alex Ricchezza (Batteria), con la successiva entrata da parte di Francesco Santicchia (Basso). Passate le prime esibizioni in zona, basso e batteria vedono rispettivamente l'entrata di Aldo Di Lello e Paolo Sabatini, militanti in altre band locali. Con una Line-Up fissa, arrivano le prime vere soddisfazioni: esibizione a Roma presso il Palazzo dei Congressi E.U.R, con tanto di complimenti ufficiali da parte di Demo Morselli, il 9/11/2011, assieme al primo lavoro in studio, con registrazioni previste per fine Gennaio, ed uscita il 4 Agosto 2012, con il nome di "White Rose". Dopo la chiusura del progetto Brilliants at Breakfast, nel Settembre 2011 Leonardo Vetrano, Alex Valenti e Giuseppe D'Angelo decidono di riprendere l'attività musicale con un nuovo progetto che unisce il Post-Rock classico strumentale alla musica elettronica. La nuova formazione coinvolge Marco Manzella (Acting Out/Brilliants at Breakfast) ed il batterista Gery Mallia (Sinapsi). La band già a dicembre 2011 registra un EP autoprodotto dal nome Children Kill Ants pubblicato dalla NoStress NetLabel. Presenti con un brano nel primo volume della compilation MEId in Italy prodotta dall'AudioCoop. Protagonisti del ventiseiesimo appuntamento di “Un disco per l’Europa” (rubrica musicale realizzata da Thierry Vissol della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea in collaborazione con Luca D’Ambrosio di Musicletter.it e con la conduzione in studio di Luca Singer). L’album della formazione di Palermo è stato scelto e segnalato nel corso della trasmissione “22 minuti, una settimana d’Europa in Italia” di venerdì 15 giugno 2012 in podcasting sulla radio europea Euradionantes.eu, su tutto il circuito italiano di 1 Radio 100 Città nonché su più di 100 siti italiani della rete Europedirect Vincitori dell'edizione 2012 del Woodchiosk, noto Contest Palermitano, svoltosi presso il Chioschetto di Peppino nella località balneare di Sant'Elia, che vedeva la partecipazione di 16 band tra le migliori del panorama indipendente della Sicilia.


Selezionati per la prima edizione del Festival Percezioni-Musica e Immagine (prodotto da La Stiva con la direzione artistica di Michele Segretario) che si svolgerà tra i boschi dei Monti Sicani l’8 e il 9 settembre 2012,Il progetto, realizzato nell’ambito di Creatività Giovanile, promosso e sostenuto dal Dipartimento della Gioventù – Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’ANCI http://www.facebook.com/pages/Cinema-Noir/231523160243157

A tutte le band, stiamo organizzando compilation mensili freedownload di ogni genere da allegare al nostro magazine Undergroundzine con più di 1000 visite e download mensili. Per chi partecipa alle compilation, ha la possibilità di votare la propria band attraverso un sondaggio sul nostro sito www.undergroundzine.com. Per il 1° Classificato …….intervista Per il 2° Classificato ……mettiamo a disposizione 2 pagine della nostra Webzine dove potete inserire quello che volete. PER CHI è INTERESSATO A PERTECIPARE INVIATE A Compilationuz@gmail.com Angolodellafollia1@gmail.com -BRANO IN MP3 -BIOGRAFIA -FOTO BAND -LOGO -GENERE -LIBERATORIA COMPILATA (scaricabile da http://www.mediafire.com/view/?7scih2v7c94ekrg) AGGIUNGETECI SU FB http://www.facebook.com/undergroundwebzineII http://www.facebook.com/langolo.compilation?ref=ts&fref=ts SITI INTERNET www.undergroundzine.com

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INTERVISTE Siamo andati ad intervistare un gruppo da Palermo nato nell’estate del 2012 dal nome PALMANANA. Ciao e benvenuti su UndergroundZine, Come mai avete scelto questo nome Palmanama? Riccardo: Beh noi siamo di Palermo e le palmenane a Palermo sono di casa. Volevamo qualcosa che rispecchiasse la nostra natura rozza ma legata alla natura della nostra terra e al verde! Quali sono le vostre influenze principali? E a quali gruppi? Riccardo: Il nostro stile è abbastanza particolare, si può notare una forte influenza dei primi gruppi stoner come kyuss, sleep ed electric wizard. Ma non mancano influenze di gruppi più recenti o appartenenti a generi differenti come gli Alice in Chains, i Type o Negative e vari jazzisti qua e là. Senza dimenticare ovviamente il porno, principale influenza della nostra musica. Qual è il messaggio che volete dare all’ascoltatore? I testi di cosa trattano? Emanuele: Noi scriviamo canzoni per tutti, ma sappiamo bene che i principali ascoltatori sono le altre palme sparse per il mondo, voglio dire, noi ascoltiamo i gruppi che ci fanno sentire parte della loro musica, e ci riconosciamo in parte in loro, i nostri veri ascoltatori sono questi, altri cani randagi sparsi per il globo. La maggior parte dei testi sono concepiti nelle prime ore del mattino, quando non si riesce a prendere sonno e si ripensa un po’ a tutte quelle questioni inutili che non ci fanno svegliare la mattina seguente; altri invece nascono all’improvviso, magari in situazioni dove viene difficile scrivere, allora ci affidiamo alla tecnologia e ai nostri cellulari, ci isoliamo mentalmente dalle situazioni circostanti e scriviamo. Dal punto di vista dei contenuti, beh, i testi parlano per la maggior parte dei rapporti tra le persone, figure femminili, spazio, droghe generate su altri pianeti, voglia di distruggere tutto, sonno e porno. Nell’ep che abbiamo pubblicato recentemente si iniziano a delineare queste cose che nell’lp saranno ben scandite. Come nasce una vostra canzone? Riccardo: Solitamente ci vediamo al nostro box aiutati dal potere del fuorismo che riesce sempre a ispirarci nei riff e nella composizione dal punto di vista strumentale. Ad ogni canzone dedichiamo un momento, un evento, insomma un qualcosa di significativo della nostra vita, sia privata che comune dei Palmanana. Quale canzone è il vostro “cavallo di battaglia” e perché? Emanuele: Attualmente il pezzo che il pubblico sembra preferire di più è “Gianna Michaels”. È stato il secondo che abbiamo composto da quando ancora eravamo con la vecchia formazione ed è pieno del nostro stile primitivo; Penso che piaccia per il suo impatto sonoro. Sì certo, anche per il titolo. Negli anni 80 rompevano tutti le palle con le automobili e con i robot, oggi sembrerebbe andare il porno, anche se le automobili le citiamo anche noi.


Cosa fareste voi per migliorare la scena Underground Italiana? Emanuele: Personalmente se avessi soldi aprirei un locale dedito a concerti spaccaossa, dove gli alcolici costerebbero una miseria e la gente verrebbe in primis per quelli, e poi magari ascolterebbe pure qualche pezzo. Oggi va l’elettronica, è inutile che stiamo lì a dare la colpa alla competizione fra gruppi e alla scarsa competenza dei titolari dei locali. Certo la colpa in parte è anche loro, ma in un periodo di merda come questo pensano prima di ogni cosa ad avere il culo parato, e poi alla selezione musicale. Poi se la gente aprisse gli occhi e la finisse di dare conto a tutto lo schifo musicale che ci assilla, come tutte quelle cover band penose, allora forse vivremmo tutti meglio. Avete in programma dei Live? Giulio: Stiamo organizzando vari concerti a Palermo, abbiamo quasi finito di comporre e non vediamo l'ora di far sentire i nuovi pezzi al pubblico. Con che band famosa vi piacerebbe salire sul palco? Giulio: Vorremmo che i Black Sabbath aprissero per noi. Battute a parte, vorremmo condividere il palco indiscutibilmente con gli Electric Wizard... lascio all'immaginazione tutto il resto. Progetti futuri? Giulio: Stiamo componendo il nostro primo full-lenght e abbiamo tantissime idee ancora in cantiere. Molti gruppi direbbero "una casa discografica, tanti begli album e una carriera", noi preferiamo farci sentire e lasciare che gli ascoltatori si ritrovino nei nostri testi e nella nostra musica, al di là del successo. Emanuele: Del resto siamo in un periodo in cui è inutile tentare di emulare quello che avveniva in passato. Le case discografiche come si intendevano fino agli anni 90 sono praticamente morte, e i gruppi di oggi abbiamo carta bianca. Ringrazio molto e come sempre l’ultima parola va alle band per le conclusioni. A risentirci e buona fortuna per i prossimi lavori! Grazie mille a te Martina e allo staff di UndergroundZine. Ci faremo risentire presto. Martina Tosi


Diamo il benvenuto ai ANDRE NON DORME band punk rock che ha appena sfornato il loro singolo in free download un bel regalo di natale per i fan. Ciao e benvenuti su UndergroundZine, parlateci un po’ di voi..….. Ciao... qui è luca degli andre non dorme, siamo una band punk rock dalla provincia torinese attiva dal 2007. In questi anni abbiamo pubblicato 8 ep (di cui 6 usciti a scadenze bimestrali durante il 2012) e un singolo (Puttane a Natale) con cui abbiamo presentato la nuova formazione qualche settimana fa. Tutte le nostre cose sono state pubblicate sotto il marchio sanfra records; una piccola label che abbiamo creato per i progetti degli andre non dorme, i progetti paralleli, e quelli dei nostri amici. Come mai avete scelto questo nome Andre non dorme Quando ci siamo presentati ad uno dei primi concorsi diedi andre non dorme come nome, non ricordo di preciso da dove saltasse fuori, comunque ad Andre non piaceva. all'audizione suonammo come suonavamo, come può suonare un gruppo con un batterista che ha cominciato da qualche mese, alla fine, in più, scappammo senza pagare l'iscrizione e Andre scherzando disse "scommettiamo che non ci prendono?". ci presero... Quali sono le vostre influenze principali? E a quali gruppi? ah, quà è un casino... io ascolto diciamo da Guccini ai diyng fetus, Fra ne sa un sacco di punk e hc (una roba quasi enciclopedica), Andre è sempre stato più per la musica italiana in generale, dai nomadi al rap anni 90, poi ovviamente tanto punk anche per lui... ecco, diciamo che il punk è la radice comune, come ispirazione diretta per i nostri pezzi invece va a periodi in base a cosa ascoltiamo al momento Qual è il messaggio che volete dare all’ascoltatore? I testi di cosa trattano? di tutto un pò... credo che si spieghino da soli Come nasce una vostra canzone? non c'è una formula... in genere qualcuno porta qualcosa, che può essere un giro di chitarra, un riff di basso o un abbozzo di testo o anche una canzone fatta e finita e poi ognuno fa la sua parte Come mai avete scelto di pubblicare ogni 2 mesi un ep in freedownload invece che riunire tutte le tracce in un unico cd? speravamo in una promozione maggiore pubblicando parti del disco un po' alla volta, poi a dire il vero sono sempre stato affascinato dalla storia della musica, e dai modi in cui i vari gruppi si sono mossi all'interno dell' industria, in fondo è un modo anche quello per dimostrare chi sei, e questa era un occasione per fare qualcosa di un pò diverso dal solito... fare una roba tipo a puntate come una serie televisiva... la questione del free download è uscita poi come conseguenza: noi facciamo tutto da soli, a spese nostre, e pubblicare 6 ep in maniera fisica veniva a costare troppo sia per noi che per chi li avrebbe comprati e non avrebbe avuto senso. A conti fatti il free download abbatte i costi e aumenta le possibilità di distribuzione. ciò non esclude che in futuro si possa fare ancora dischi su supporto fisico, ma in questo caso era la scelta più ovvia a tal proposito ringrazio e consiglio di visitare www.punk4free.org e www.necessitohc.com che sono stati gli unici 2 siti a supportarci per tutta l'operazione ep collection (durata 1 anno) e che sono sicuramente siti imperdibili per ogni punk rockers degno di questo nome Avete appena pubblicato il nuovo singolo “puttane a natale” con la nuova formazione, che ci dite


a riguardo? sta andando bene, il video ha avuto più visualizzazioni di quanto mi aspettassi, è stato fatto tutto in un pomeriggio. la versione elettrica è stata registrata contemporaneamente al video, mentre la versione acustica anche è una registrazione buona alla prima a cui poi abbiamo aggiunto metallofono e jambè.

Per quanto riguarda la nuova formazione stiamo finendo di

preparare il repertorio live. quando Cristiano è uscito dal gruppo a marzo siamo rimasti senza bassista, e io che nella band ho sempre suonato la batteria, in realtà mi sono sempre trovato meglio alla chitarra, stessa cosa per fra con il basso. abbiamo chiesto un pò in giro per un batterista e Carlo è entrato nella band. è stato un ottimo acquisto: ne sa un sacco, e a livello di sound ora siamo più maturi grazie anche a lui Cosa fareste voi per migliorare la scena Underground Italiana? niente... l'underground è un pò il rifugio per chi si è rotto i coglioni di quello che si trova normalmente in giro, ed è talmente vario e stratificato che ognuno riesce a trovare esattamente quello che vuole... ha una sua magia già così com'è Parlateci un po’ della scena Underground della vostra zona, è difficile poter suonare nei locali? fino ad ora ci siamo trovati abbastanza bene. pochi locali ma buoni e una scena forte di base a cui affacciarsi. vedremo tra un pò, al momento la situazione dei locali a Torino è abbastanza tragica: stanno chiudendo un sacco di posti fondamentali, a tale proposito vi invito ad andare a cercarvi su facebook il "comitato per il taurus". stanno raccogliendo firme per questo locale ciriecese che è stato fondamentale sia per noi che per tutta la scena della provincia. li trovate sia li link alla raccolta firme digitale che gli obbiettivi del comitato e tutte le informazioni che volete Avete in programma dei Live? niente di fissato, ma sicuramente da gennaio saremo di nuovo su piazza... chiamateci e/o rimanete aggiornati sui vari social network. Progetti futuri? mi piacerebbe fare un disco live con un pò di robe vecchie riarrangiate come le stiamo facendo ora, secondo me meriterebbe, poi sicuramente pezzi nuovi ,concerti, pezzi nuovi e così via. Ringrazio molto e come sempre l’ultima parola va alle band per le conclusioni. A risentirci e buona fortuna per i prossimi lavori! beh grazie a voi per lo spazio e gli auguri, che ricambio volentieri. per chi volesse scambiare quatto chiacchere con noi o semplicemente rimanere aggiornato sul progetto AND ci trovate su twitter, facebook, myspace e reverbnation (per le 4 chiacchere consiglio di più facebook, anche se comunque stiamo abbastanza attenti un pò a tutti i social). Per chi invece volesse semplicemente ascoltare la nostra roba o i progetti con cui siamo gemellati siamo anche su www.sanfrarecords.bandcamp.com www.soundcloud.com/sanfra-records www.youtube.com/sanfravideo www.andrenondorme.bandcamp.com www.rockit.it/sanfrarecords Ciao a tutti e alla prossima; ci vediamo per locali!!!!!!!!!!

Martina Tosi


RECENSIONI Artista: Tao menizoo Titolo Album: Journey Through A Devastated Mind Sito: http://facebook.com/taomenizoomusic Voto:79/100

Genere: Thash-death metal Seconda recensione che faccio di un gruppo d’oltralpe. Seconda occasione per avere tra le mani un prodotto molto interessante e di fattura ottima. Il cd suona in modo molto compatto e con dei rimandi molto chiari. Ascoltando Journey through a devasteted mind non potrete non sentire i rimandi a Meshuggah e a Devin townsend; nel secondo caso perché la band si è avvalsa di Brett Caldas-Lima (Kalisia, Devin Townsend Project, Cynic etc…) per il mastering di questo album. Non trovo in ambito tecnico il minimo errore o la minima sbavatura, la sezione ritmica è massiccia e precisa, le chitarre taglienti al punto giusto e la voce assolutamente azzeccata. Le post produzioni, il mixaggio e il mastering sono fatti ad opera d’arte. Questo è un album che potrebbe far concorrenza benissimo ai più blasonati album usciti da Major e pensare che è autoprodotto mi fa ancor di più piacere. Ennesima dimostrazione che la passione mista alle capacità permette di avere un prodotto assolutamente alto di qualità. Su quelle che sono le empatie che le undici canzoni mi hanno dato direi che ho avuto momenti leggermente altalenanti. In una prima fase il muro massiccio di suoni che la band fa esplodere nelle orecchie dell’ascoltare è molto molto interessante. Ancor più certi “meccanismi” di fraseggio tra le due chitarre con tempi dispari tipici dei sopracitati Meshuggah, rendono ancor più accattivante quello che fanno; purtroppo ci sono troppi midtempo per il mio “palato sonoro”. Mi spiego meglio, la loro componente death-thrash con rimandi industrial è certamente molto apprezzata, la esprimono molto bene, ma forse ci sarebbe stato più blastbeat e meno midtempo, perché si rischia a mio avviso di inserire anche la componente stoner e risulterebbe poi particolarmente ostica la gestione. Direi che la Opener “Wreckage”, “What if…”, “Released”, “The lie within” e “So tired” sono I pezzi che mi sono rimasti più impressi di questo cd. Di certo saranno canzoni capaci di incarnarsi sotto la vostra pelle. In chiusura di recensione vi consiglio vivamente l’acquisto di questo album, sono certo che potreste pentirvi di non averlo preso in tempo e come spesso dico: la musica di qualità va sostenuta e supportata.

Alessandro Schumperlin

Artista: Stesso sporco sangue Titolo Album: Passività urbana Voto: 71/100 Genere: Hardcore Sito: https://www.facebook.com/stessosporcosangue

Gli Stesso Sporco Sangue sono un gruppo Palermitano e propongono un punk hardcore duro e privo di compromessi. A


me ricordano molto alcuni gruppi, come attitudine e come composizione sia chiaro, i primi MAB (gruppo a cavallo tra Piemonte e Lombardia) del 7” “Barricate” e in genere tutta la scena hardcore italiana anni 80 e 90. Se vogliamo anche, ma solo per la parte musicale, parecchio vicini a mostri sacri della scena HC di NY quali: Suicidal Tendencies, Cro-Mags, SOD e Madball (ma giusto per far due nomi) , questo per darvi quelli che sono i cardini su cui si poggia il loro suono e le loro radici musicali. La band mi fa sapere che è in preparazione il nuovo lavoro, molto più orientato verso le sonorità della costa est degli USA e meno dell’hardcore europeo, facciamo un salto a piè pari in "Passività Urbana", che attualmente è il lavoro ultimo uscito dalle mani sapienti della band. La band, in pieno spirito HC definisce in modo chiaro, netto e senza giri di parole su cosa si vuole scagliar contro e, in pieno stile hardcore ovviamente, denuncia una serie di fatti e di atteggiamenti assolutamente distonici con il vivere civile. Interessante il fatto che riescano a farlo senza dover per forza cadere in ambito puramente politico. Quello che la band fa, ma dovrei dire è dato che l’HC è non solo un genere musicale ma proprio uno stile di vita, trattare in modo caustico e estremamente critico una serie di tematiche prettamente sociali , come ho detto prima, puntando il dito su fatti specifici accaduti sul suolo Italico. Come ho già detto, hardcore style, quindi non aspettatevi giri di parole, canzoncine smielate o cali di velocità: DEEP IN YOUR FACE! Tutto tirato al massimo, con blastbeat e stoppati continui, testi al vetriolo. Le canzoni che ho trovato caratterizzanti questo lavoro degli “SSS”: La canzone che da il titolo all’album “Passività urbana”, poi direi "C'è del Marcio in Vaticano" (direi che il titolo è già esplicativo), un rimando esplicito alla tv"Il Teatro dei Forti Bagliori", "Vittime e Carnefici" e "Sogni infranti”. Vi esorto ad andare a cercarli ed a supportarli acquistando il loro cd, perché le tracce da me segnalate non sono le uniche degne di nota, ma sarebbe stato assurdo segnarle tutte (vuoi per un verso, vuoi per un altro). Per quanto riguarda la parte più squisitamente tecnica, direi che avendo deciso di stare nel genere Hardcore, direi che siamo con un meccanismo abbastanza standardizzato su come va suonato, su cosa va equalizzato e in che modo va fatto; quindi non aspettatevi chi sa quali innovazioni, ovvio che questo non vuol dire che siano scontati o prevedibili; ma che ovviamente restando in certi generi (che hanno un solo “way of life”) non c’è molto da poter innovare. Ovviamente consigliatissimo sia per i fans del HC puro che del thrash anni 80 di NY; si sa che molti fans degli Anthrax lo sono anche di S.O.D., Suicidal tendencies e di Agnostic front e quindi troveranno buona musica per fare del mosh! Quindi direi con tranquillità che abbiamo un buon lavoro fatto con tutti i crismi.

Alessandro Schumperlin Gruppo: I Hate When Elevators Door Open Up And A Raptor Appears In Front Of Me Titolo Album: Decimate Genere: Grindcore Voto: 69/100

Sito: https://www.facebook.com/pages/I-Hate-When-ElevatorsDoor-Open-Up-And-A-Raptor-Appears-In-Front-OfMe/474997242523156 Gli I Hate When Elevators Door Open Up And A Raptor Appears In Front Of Me sono un progetto grindcore e one man band di un ragazzo di Novara, al secolo Nicolò Paracchini, che milita in diversi gruppi e in diverse realtà musicali (tra le quali i Godless entity). Nicolò ci tiene a far presente due cose: la prima è che lui si ispira tra gli altri a i Dying fetus per i riff di chitarra e per certe ritmiche ai Berzerker. La seconda cosa che ci tiene a sottolineare è il concept che sta dietro a questi otto pezzi, dal mio punto di vista (e rimanendo in ambito molto grindore style) è che l’idea partorita da Paracchini è un esempio di parto podalico multiplo, la cosa strana è che mi ha indicato in modo piuttosto semplice la cosa, almeno per lui è semplice sia averla pensata che


composta ovvero:” i testi narrano la riconquista della terra da parte dei dinosauri, ricreati ingenuamente dagli umani.”, cosa normale non vi pare? Considerate che le composizioni sono di poco tempo fa, nello specifico il progetto è nato quest’anno e quindi le composizioni, registrazioni, postproduzione e mixaggio è ovviamente tutto in questo anno (che sta per finire) e come se non bastasse, il tutto è stato completamente creato in casa. In ambito puramente tecnico lavoro è fatto bene, forse troppo, nel senso che il grindcore non è mai stato un genere che si è preoccupato più di tanto di quelle che possono essere le risposte sonore; spesso i progetti grindcore partono come evento estremamente goliardico e di destrutturazione degli archetipi standard, ecco perché vedo questo progetto particolarmente curato nei suoni e nel poter distinguere bene tutti gli strumenti. Inoltre il fatto di averlo “partorito” completamente in casa crea due sentimenti complementari. Il primo la grande ammirazione per aver confezionato otto tracce in questo modo così professionale che potrebbe competere con molti studi professionali; l’altro è l’ammirazione non per il “tecnico” ma per il compositore che ha saputo mettere non suoni a caso ma ben determinati riff e ben chiare strutture sonore. In ambito di sensazioni, le canzoni mi hanno lasciato di stucco, simpaticamente colpito e a fine ascolto ero più allegro di quando avessi iniziato. E’ strano trovare canzoni così “lunghe”, ero abbiutato a canzon ida pochi secondi o da non più di un minuto (mi ricordo i vecchi Recto’s Hector con la loro “more than a minute”) qui abbiamo composizioni che si avvicinano più al brutal death che non le “classiche” chicche di grindcore. Personalmente mi sono molto divertito a sentire i I.H.W.E.D.O.U.A.A.R.A.I.F.O.M.D. (che sia un qualche anagramma di chi sa che formula? Scopritelo ascoltando il lavoro dei Dinogrind) ed il loro “Decimate”. Le canzoni che mi sono piaciute di più sono: “Beyond human extinction”, “Reborn for glory” e “Smoothie of human blood”, ma anche le altre hanno lasciato il segno. Nemmeno da dire che l’album è reso disponibile in forma gratuita dall’autore a questo link: http://www.mediafire.com/?164fl40otk59900 Andatevi a cercare il gruppo e a scaricare la loro prima opera, potrete dire:”Io ce l’ho”.

Alessandro Schumperlin

Gruppo: Contorsione Titolo Album: Contorsione Genere Dark wave /elletronica/ rock Voto: 77/100 Sito: https://www.facebook.com/Contorsione Etichetta: Zimbalam Records Cd d’esordio per la one man band che si chiama Contorsione, dietro a questo moniker si cela Franco Bonaccorsi, che ha plasmato COMPLETAMENTE il cd, composto, arrangiato cantato e suonato. Facciamo però un minimo di storia di chi è Franco Bonaccorsi: Musicista dal 1990, anno in cui fu co-fondatore dei “Death Cell”, gruppo rock nato nella provincia di Livorno di cui fu cantante e co-autore. Il gruppo ha sempre eseguito composizioni originali ed ha pubblicato una demo "The Death Cell" nel 1992 e un cd "Magic Water" nel 1994, prodotto da Paul Chain, edito e distribuito da Face Records, che ottenne positive recensioni e un buon riscontro di vendite. Numerosi i concerti tenuti dal gruppo: su tutti la partecipazione alla manifestazione parigina "Tremplin Rock" nel 1994 come ospiti d'onore e il concerto al "Bar Tabacchi" di Milano nel 1995. Il gruppo si sciolse nel 1995 per l'abbandono del progetto da parte del batterista e del chitarrista. Dopo alcuni tentativi di ricostituire i Death Cell, la sua attività musicale continuò con la collaborazione come cantante con il gruppo “Inorganica” per vari concerti fino al 1998, anno in cui decise di dedicarsi anima e corpo ad altre attività, senza però abbandonare mai la passione per la musica. Dal 2006 ha ricominciato a comporre come solista brani originali in uno stile che unisse il rock all'elettronica. Tra il dicembre 2009 e il gennaio 2010 ho inciso l'EP " Tra Le Onde" interamente da me composto, eseguito musicalmente e cantato. Ora entriamo più nello specifico di cosa è Contorsione Il cd si presenta come espressione poliedrica dello stesso Bonaccorsi, si passa da pezzi più pesanti quali “The death cell” a situazioni più leggere a livello sonoro quali “Giuliano” o a “The party” oppure a espressioni più liquide come “Non è il tempo”. La dimensione in cui questi quattordici pezzi si muovono è assolutamente una dimensione enorme ed emozionalmente molto intesa. Il gruppo alterna il cantando in italiano a quello inglese, sia da canzone a canzone ma persino nella stessa traccia. Inoltre si passa dal rock con venature pesanti a musica ambient


elettronica; ovviamente in mezzo c’è di tutto e di più e i contorsione riescono ad inserirci di tutto e di più, ma senza risultare band arlecchino o senza dare l’impressione che tutto sia fatto in modo raffazzonato e campato li per “far numero”. La band riesce a dare un riscontro a quello che è il proprio sentimento attuale e il proprio momento emotivo, andando comunque a toccare la sensibilità di ogni uno di noi. Su quelle che sono le parti tecniche direi che non ho trovato nulla di particolare, buon lavoro sia in ambito compositivo che in ambito post produttivo (come ho già determinato nelle righe qui sopra). Direi che il cd presentato ha un suo perché sia come sottofondo musicale per riflettere su se stessi, sia come colonna sonora di un viaggio “leggero” ma non frivolo. Da ascoltare assolutamente.

Alessandro Schumperlin

Gruppo: Mia Wallace Titolo album: Va meglio Genere: Alternative Rock Voto:68/100 Sito: http://miawallace.webs.com/ Etichetta: Ufo Hi-Fi Inizialmente Mia Wallace sono: Alessandra Annibali (voce e chitarra), Valentina Carta (chitarra) e Micol Del Pozzo (basso). Non è il primo lavoro, quello che recensisco ora, in studio della band; loro sono attivi dal 2005 con alle spalle diversi concorsi ed un ep. Con l’arrivo del nuovo batterista Pasquale Montesano nel Novembre 2012 la band pubblica il primo disco completamente autoprodotto dal titolo “Va meglio” e ora, dato che va meglio, entriamo nello specifico.

“Né riot girl né cantautrici da cameretta, le Mia Wallace amano e suonano il rock, quello senza fronzoli, che non richiede tecnicismi ma molta costanza e coerenza.” Questo è quello che la band decide di far suo come motto basico della band (inserito nel comunicato stampa). Giusto per chi non avesse capito la situazione, ora è chiaro chi e cosa vogliono i Mia Wallace. Come sovente accade il prodotto è confezionato bene, buona la parte compositiva, interessante la scelta sonora e buonissima postproduzione. Si sente bene che il gruppo “non è nuovo di questi boschi”, il batterista anche se è appena entrato nella band dimostra che anche lui ha molto da dare e da dire. A mio avviso anche aver fatto una ricerca di un certo arrangiamento parecchio scarno ha dato una visione concreta di quello che i Mia Wallace avevano intenzione di trasmettere. Il cd è composto da otto canzoni proprie e la rivisitazione di “Just can’t get you out of my head” di Kylie Minogue con incipit dei Black Sabbath (vi esorto a sentire la cover e a capire l’intro, e non solo, di che pezzone dei Sabbath sia). La band balla tra un grunge d’annata, passando per alternative di questi tempi e un pizzichino di Carmen Consoli che non fa mai male. Problemino, ma potrebbe essere visto come semplice questione di gusto, il metodo utilizzato per fare i testi: troppe le rime baciate una appresso all’altra, la cosa rende il tutto forse un filino “già visto”. Provo a dare un ragionamento aggiuntivo: sia chiaro che sono canzoni inedite, di certa fattura ma archetipi già visti e sentiti che lasciano nell’ascoltatore(quantomeno a me) questa “malia” di saper prima che finisca il pezzo come andrà a finire sia in musica che in parole. Unico dubbio che mi resta e vederli da live, forse questo potrebbe essere il quid che potrebbe aumentare il valore aggiunto messo in questo cd. In fine direi che “Va Meglio” è un disco dignitoso e con un solo messaggio: “fare rock, lo si può fare in modo mooooooolto semplice. Senza tante amenità e fronzoli di sorta “. Canzoni che mi sono rimaste in testa direi “Canzone d’amore”, la title track “va meglio” e “Dura madre”. Ve li consiglio non solo a voi appassionati di rock alternativo, ma di tutti coloro che hanno voglia di rock diretto e senza troppe amenità.

Alessandro Schumperlin


Gruppo: Big Flies Titolo Album: Inchin’ Towards… Genere: Metal Voto: 55/100 Sito: http://www.myspace.com/bigflies Tracklist: The Man / Song Of Illusion (SongatA part. 2) / Iron Will

/ Auld Horny (Pippo) / Apocalypse / Jake The Killer

Un frutto acerbo, pur essendo difficile da mandar giù e da digerire, non è necessariamente da buttare. I Big Flies sono un quartetto della provincia di Roma che ha conosciuto una storia abbastanza travagliata e fatti di continui rimpasti di line-up. Lo stile, a sua volta, ha invertito più volte le sue tendenze partendo da un impostazione hard rock/blues per arrivare fino all’heavy metal. Nonostante dunque il gruppo esista dal 2005 solo di recente (se ho ben evinto dalla bio, a partire dal 2010) ha trovato la sua stabilità. Il loro primo EP

Inchin’ Towards più che un EP ci sembra una vera e propria demo, un po’ per la qualità della registrazione e un po’ per il sound che in generale ci pone di fronte a un gruppo che deve ancora aggiustare il tiro. Lo stile dei nostri si rifà soprattutto a mostri sacri come Iron Maiden (soprattutto quelli dell’era Di Anno, direi) e Judas Priest e il lavoro strumentale, che si può purtroppo solo intuire vista la bassa qualità della registrazione, non è affatto male complice anche il lungo periodo di gruppo strumentale che i nostri hanno passato. Buoni sono gli spunti e i motivi disegnati dalla chitarra, la sessione ritmica invece si concentra su un ruolo di accompagnamento lineare in stile hard’n’heavy. Quest’ultima, essendo solo basso e batteria ad accompagnare il solismo della chitarra, avrebbe dovuto essere maggiormente valorizzata in sede di registrazione offrendo così un supporto più solido. Se chiudiamo gli occhi sul fatto che i cambi di tempo non siano ancora puliti e precisi come dovrebbero, gli arrangiamenti scelti lasciano ben sperare per il futuro anche se forse a volte sembrano un po’ troppo audaci ( Auld

Horny e Apocalypse su tutti). Quello che invece convince meno è il cantante che non pare proprio adatto al genere intrapreso dai nostri: alla voce manca piglio, incisività, presenza e anche una certa personalità. Per come si presenta non sembra affatto adatta per l’heavy metal, appare ancora troppo scanzonata e a tratti fin troppo sguaiata, priva di bussola, di un’idea di come dovrebbe suonare. I cori, quando compaiono, non sono di troppo aiuto e necessitano di ulteriore miglioramento. Il problema generale di questa demo, come detto all’inizio, sta proprio però a livello generale: i suoni sono veramente grossolani e grezzi, più che una registrazione in studio sembra una prova registrata in presa diretta. Non che ci sia nulla di male, da qualche parte bisogna pur partire, però per esigenze di onestà della recensione bisogna rilevare anche questo. Gli apprezzamenti per la sezione strumentale derivano più da intuizione che non da un sound nitido, ben prodotto e apprezzabile. Il lavoro da fare è dunque ancora tanto per raggiungere un sound maturo, a partire da un lavoro maggiore sulla pulizia delle imprecisioni e a livello di registrazione. Anche la voce e i cori necessitano di un lavoro non indifferente. Insomma, i nostri non devono far altro che rimboccarsi le maniche e darsi da fare. C’è poco altro da dire a parte: «nondum matura est». Dando tempo al tempo non è escluso che possa maturare.

doc. NEMO

Gruppo: Dario Antonetti Titolo Album: Rigore esistenziale Genere: Rock psichedelico Voto: 85/100 Sito:h http://www.lalocomotiva.com/artisti.php?idArtista=13794 Etichetta : La locomotiva/ Venus srl Dario Antonietti viene da Lecco, con un pesante e interessante bagaglio di esperienze nell’underground musicale: negli anni Ottanta ha militato nei “Kryptastesie” (il cui album “Inner


Whirl” fu pubblicato dall’etichetta inglese “Delirium Record “ e fu votato album italiano del 1996 da Rockerilla), successivamente ha fatto parte degli “Acidi Tonanti” e degli “Effetto Doppler”. Questo per far capire a chi non fosse a conoscenza di chi sai Antonietti che la sua presenza è sinonimo di esperienza e di “sostanza” e non solo forma in ambito musicale. Il materiale, molto interessante direi, che andremo a sondare è lìultimo lavoro in studio, che arriva tre anni dopo il precedente “Il Ritorno Del FiglioDell’Estetica Del Cane”. Antonetti è un veterano della scena musicale italiana diciamo così “di nicchia” (come ho già espresso prima) ed il titolo di questa ultima sua fatica è tanto interessante quanto ricalca questa sua ecletticità:” Il Rigore Esistenziale”. Inoltre è particolarmente interessante il fatto che questo album, non sapendo che è uscito poco tempo fa, non potrebbe avere una sua collocazione temporale soltanto ascoltandolo. Dario Antonetti e le dodici tracce che presenta in questo suo album vengono accompagnate dalle strumentazioni della band “La Svolta Psichedelica”, composta dallo stesso Antonetti alla chitarra e voce, con Alessandro Brumana al basso e Lorenzo Conti alla batteria. La band al completo inoltre paga un debito (ovviamente voluto e cercato coscientemente) alla musica degli anni ’70 e ’60 passando per la psichedelica mondiale e sperimentale di quel periodo, aggiungendo alcune frammentazioni del Beat italiano di quel periodo. Per Antonetti infatti Sid Barret, ( di cui dirò solo che fu la prima voce dei Pink Floyd il resto è storia e direi che non va aggiunto nulla) rimane un maestro indiscusso e un punto di riferimento così alto da dare l’idea a Antonietti di dedicargli un progetto tanto suggestivo quanto immenso: “The Vegetable Man Project”. Progetto con il quale band e musicisti di tutto il mondo e dalle più diverse estrazioni si cimentano con la rivisitazione del brano “The Vegetable Man”, fino ad ora sono uscite sei compilation delle cinquanta previste. Ma entriamo più nello specifico: quelle che sono le gestioni tecniche ho già accennato prima non aiutano a dare una ubicazione spazio temporale al cd (parafrasando HP Lovecraft, si è persi nel tempo e nello spazio). Mi spiego, abbiamo delle sonorità tipiche di 40-50 anni fa, ma oggettivamente non lo sono, non solo perché siamo di fronte ad un cd e non ad un vinile, ma proprio le note che escono dalle casse sono cariche di pathos, di sapienza e di espressività. La capacità di Antonietti e La svolta psichedelica nel tessere nuove canzoni con vecchi arrangiamenti è assolutamente di altissima qualità e di grande sapienza. Canzoni quali “Giovanilistici musicisti”, “Luna di venere”, “Tu ci caschi sempre”, “Il rigore esistenziale” la combinata di “Ultrapressione prima” e “Ultrapressione seconda” (le più particolari e lisergiche di tutto l’album). Creano quel non luogo temporale che vi ho detto poco sopra. Disco adattissimo per chi ha piacere in sonorità psichedeliche, per chi vuole evadere con la mente usando una musica fuori dal tempo e dalle mode.

Alessandro Schumperlin

Gruppo: Tezza F. Titolo Album: The Message (…A Story Of Agony, Hope And Faith)

Genere: Voto:68/100 Sito: https://www.facebook.com/tezzafmetal Etichetta:Logic(il)logic/Andromeda Tracklist: Quies Aeterna / Wings Of A Tragedy / Fading

Lightless / Caelorum Signa / Whisper Symphony / My Face In The Mirror / At The Dawn Of A New Day / This Shining Flame / Outside / In Nomine Patris / The Message / Beyond The Gates Of Heaven Tezza F. è il progetto solista di Francesco T., chitarrista dei Soul Guardian, band underground veronese. Nasce ufficialmente nel 2006 come valvola di sfogo per la passione per lo stile power e sinfonico del metal, in modo da potersi permettere una maggiore libertà di composizione e di arrangiamenti da parte del nostro. Dopo due album registrati in casa e in completa autonomia (salvo la drum machine per le parti di batteria) nei primi due anni di attività, Francesco inizia ad accumulare nuovo materiale e idee per quello che dovrebbe essere il terzo lavoro. The

Message esce infine nel 2012, dopo un lungo percorso iniziato nel 2008 e conclusosi nel 2011. Un concept album


complesso e intricato che attraversa dunque un lungo lavoro di registrazione e produzione in cui il nostro viene affiancato dall’amico Niccolò che compare anche come chitarra solista in tre tracce. Lo stile di Tezza F. è estremamente debitore verso il filone power metal, chi conosce il genere rileverà chiari riferimenti e influenze dei mostri sacri del genere quali Blind Guardian, Gamma Ray, Helloween, Stratovarius, e i nostrali Rhapsody Of Fire. I pezzi sono connotati da una certa ricercatezza, in molti casi raggiungono durate elevate come in Fading Lightless, Whispear Symphony e My Face In The Mirror che tradiscono dunque una certa passione anche per strutture progressive e sperimentali; ciò è particolarmente evidente nella maestosa title-

track di quasi 20 minuti dove l’accostamento di stili e di dinamiche raggiunge i punti più elevati. In generale le atmosfere sono pregne di melodicismi e di impressioni sinfoniche, con qualche concessione (specialmente nelle modulazioni vocali) anche a generi più estremi. La drum machine viene utilizzata anche in questo terzo lavoro di Tezza F. senza far perdere nulla in termini di precisione e potenza del sound. Magari si poteva valorizzarne maggiormente la presenza, ma questo è un altro paio di maniche. A un livello tecnico-compositivo The Message è un buon disco power metal che certo non deluderà gli appassionati del genere. Il suo limite può essere semmai il medesimo della maggior parte dei gruppi dell’area power metal, ossia l’essere troppo legato agli stilemi tipici del genere e di essere poco capace di reinventarsi, di svilupparsi o di personalizzarsi. Tezza F. in effetti ha lavorato e non poco per offrire il maggior numero possibile di sviluppi e di dinamismo al disco, ma il risultato finale resta nondimeno sempre quello delle tipiche atmosfere power/symphonic cui siamo abituati e (specie il sottoscritto) abbastanza saturi. Senza nulla togliere alla bontà del lavoro compositivo, questo è un disco che suona abbastanza identico a troppi altri.

doc. NEMO

Artista: Krysantemia Titolo Singolo: Lay down forever Genere: Thrash metal Voto: 75/100 Sito: https://www.facebook.com/pages/Krysantemia/123645962816 Etichetta: New Idols I Krysantemia sono una thrash-band di Modena. Nel 2009 uscirono sul mercato con l'EP "This Is Resurrection" ed in questo 2012 appena trascorso hanno debuttato con l’album completo dal titolo "Lay Down Forever" contenente dieci canzoni per quasi quaranta minuti di thrash metal aggressivo, granitico e massiccio . Per dare le “coordinate” sonore siamo in presenza di rimandi di nomi quali Sodom, Slayer, Testament e Kreator con una spruzzata di Exodus . La capacità principale della band è di non finire nel calderone dei “cloni di…” ovvero le affinità con le band indicate sopra non creano dipendenza o sudditanza ai ragazzi di Modena, anzi dimostrano che non c’è solo la Germania o l’America come punti di riferimento per il Thrash. Ci terrei a darvi anche un paio di nomi con cui loro hanno condiviso il palco in questi anni: Obituary, Grave, Brujeria e Kataklysm. In ambito tecnico devo dire che mi sarei atteso qualche cosa di più, nel senso che gli arrangiamenti e la post produzione è rimasta troppo legata alla fine degli anni 80 ed i primi anni 90. Non che sia una scelta deprecabile, ma mi sarei atteso un passo in avanti per evitare di sembrare esasperatamente legati non tanto al genere quanto al periodo storico in cui spopolò il Thrash metal. Per il resto devo dire che tutti gli strumenti si sentono in modo distinto e nitido, magari avrei provato a render meno rotondo il suono della batteria e del basso per non sembrare troppo “acuto” il suono delle chitarre. La voce è azzeccatissima, balla tra Onkel Tom e Pedrozza senza risultare ne scontata ne “pesante” e men che meno poco funzionale. Inoltre la sezione ritmica fa un lavoro imperioso per sostenere sia le ritmiche che i solo delle chitarre molto interessanti e taglienti. Nel complesso quindi pollici in alto per i Krysantemia, che propongono un buonissimo album. Ovviamente essendo una prima uscita, come full length, ci possiamo passare sopra a quei piccoli accorgimenti mancati (non posso neppure chiamarli errori, sarebbe ingiusto nei loro confronti) che sono a mio avviso intoppi di poco conto e certamente da considerarsi solo peccati veniali; di certo la band non credo riproporrà nel prossimo cd un arrangiamento così altalenante. Le canzoni che più mi hanno interessato e mi hanno lasciato un quid a livello emozionale sono state: "Dark wedding", "Down necrotic and torn ", "Enjoy the suffering", "Subliminal prophecies" e "At the altar of the cruel saints”. Penso che saranno anche per voi le canzone di interesse. In definitiva questi Krysantemia sono, nel complesso, una bella sorpresa e sono l'ennesima riprova che l'Italia in


ambito musicale (non solo thrash o metal in genere) dà il suo contributo. Ora spetta a voi dare il vostro apporto ed il vostro contributo supportando band originali e vere come loro oppure se decidete di “accontentarvi” del prodotto posticcio e stantio presentato da tante, troppe band mainstream che non hanno più nulla da dire, ma che devono rimpinguare il loro conto corrente, non lamentatevi poi che a suonare nei vari concerti ed i vari festival poi ci sono sempre gli stessi.

Alessandro Schumperlin

Gruppo: Caoscalmo Titolo Album: Le cose non sono le cose EP Genere: Rock Voto: 77/100 Sito: http://www.facebook.com/Caoscalmoband La band si presenta al pubblico con questo Ep e determina un tentativo di rottura con il rock mainstream d’oltre oceano e di oltre manica, questo significa che la band si propone con un rock cantato in italiano e con un groove proprio; il trio romano Caoscalmo si è messo quindi in cammino su questa via. La band non è ingenua e nuova di “questi boschi” dato che la band è reduce di esperienze vissute in più di un contesto e non solo in ambito prettamente rock, ma anche in ambiente hardcore (musicale ovvio) ed persino quello dedito alla composizione di colonne sonore. Inoltre, tengo a segnalare anche una collaborazione live con un nome d’eccellenza, tra i tanti con cui hanno condiviso i vari live, e cioè : Filippo Marcheggiani (Banco del Mutuo Soccorso per chi non riconoscesse il nome, se non sapete cos’è il banco del mutuo soccorso, avete da portare il diario per una nota e domani accompagnati dai genitori che ci sarà da fare una lunga chiacchierata!). Scherzi a parte, entriamo più nello specifico di quelle che sono le proposte sonore presentate dalla band. La loro prima prova da studio è piuttosto interessante, la band determina un distacco, non sempre così netto, dalle sonorità sia main che alternative del rock inglese e americano, ma devo ammettere che ci stanno provando. Tuttavia si sente un non so ché di Morello, di Commerford e di Cornell (quindi Audioslave per capirci) specie nelle sonorità delle chitarre e dei riff di basso. Purtroppo dal mio punto di vista la loro intensità si perderà nel “deserto del niente” che è il rock italiano ora. Mi spiego meglio, loro sono una dimostrazione che abbiamo delle eccellenze in ambito musicale, che abbiamo molte possibilità e molte cose da dire al mondo musicale, senza dover per forza essere dipendenti dal cantato in inglese o dal fare il copia e incolla dei soliti Ligabue e dei soliti Vasco Rossi (ma credo di averlo già scritto in un’altra situazione simile a questa). Il problema per loro sarà questo: “La mancanza di interesse del popolino”. Spero per la band che ci possa essere il momento giusto ed il posto giusto, perché non riesco a trovare un punto che possa definire l’EP dei Caoscalmo un prodotto di nicchia o di poca importanza. Il gruppo ha espresso nelle cinque tracce di questo “Le cose non sono le cose” grande energia, grande capacità e cura per le sonorità. Auspico che chi sta leggendo queste mie poche righe si affretti ad acquistare questo EP, saranno certamente soldi investiti bene e non ve ne pentirete minimamente. Emotivamente le canzoni che mi hanno più colpito sono “Pronti a perdere”, “Dolby surround” e “Di padri in figli”. Mi auguro che l’EP possa presto dare l’opportunità alla band di fare un album completo, in modo da dimostrare quali sono i potenziali effettivi della band. Decisamente, un gruppo che può dare interessanti risposte anche da Live. Come sempre con poche tracce non ho potuto dare un voto alto, ma aspetto fiducioso l’album.

Alessandro Schumperlin


Gruppo: MERRY WIDOW Titolo Album:

LA FESTA è FINITA- EP

Genere: Punk Hardcore Voto: 70/100 Sito: www.facebook.com/merry.widowpunktrio I MERRY WIDOW SONO UN TRIO DELLA VERBANIA E LE COORDINARE SONO PUNK, HARDCORE MELODICO. INFLUENZE TRA BAD RELIGION, MISIFTS, HC ITALIANO. -SEMPRE IN BILICO- è UN CLASSICO PUNK DALLE RITMICHE INCAZZATE, -RABBIA IN TESTAINCATTIVISCE IL SOUND, -ILLUSIONE E REALTà-RICORDA DEI PUNKREAS DEI BEI TEMPI CHE FURONO, -SKATE AND BIRROY- è UN BEL PEZZO AL FULMICOTONE DEDICATO AI LORO AMICI SKATER DELLA ZONA, -NON MI FERMO MAI- ,COME SUGGERISCE IL NOME, è FORSE IL PEZZO PIU' SERRATO DELL'EP, SENZA RESPIRO PER 87 SECONDI. L'EP MOSTRA UNA BAND NELLA MEDIA CHE BISOGNA ESSERE VISTA DAL VIVO PER POTERNE COGLIERE AL PIENO L'ESSENZA.

Lidel Gruppo: YO SBRAITO Titolo Album: YO SBRAITO Genere: post punk, post rock, post hardcore Voto: 90/100 Sito: http://www.facebook.com/pages/GrimNoteRock-band-page/220414974676091?ref=ts&fref=ts Etichetta: Ladymusicrecords YO SBRAITO è IL NOME DIETRO IL QUALE SI CELA UNA BANDA POST ROCK, POST PUNK, POST HARDCORE CON RICHIAMI DI GENERI ANCHE COME ROCK SCANDINAVO O BAND COME CONVERGE CONVERGE. 8 PEZZI CHE SONO DELLE SCHEGGE, DALLA DURATA DI POCO PIU' DI 1 MINUTO. PEZZI CANTATI IN ITALIANO DI BUON IMPATTO. CITARE UN PEZZO O L'ALTRO è QUASI INUTILE IN QUANTO L'INSIEME RENDE BENE L'IDEA DELLA LORO PROPOSTA. DALL'OPENING -L'OROLOGIO DA POLSO- A -HO TROVATO IL VANTAGGIO DI RINCORRERE NELLA NOTTE- O -SATURNO-, SI CAPISCE CHE QUESTA BAND SPUTA ENERGIA A VALANGA DA OGNI PORO. UN GRUPPO FISICISSIMO, MOLTO IN YOUR FACE NELL'ATTITUDINE. DA VEDERE ASSOLUTAMENTE DAL VIVO. PROMOSSI ALLA GRANDE

Lidel


Gruppo: A.Hawkins Titolo Album: Demo 2012 Genere: rock Voto: 60/100 Sito: http://www.facebook.com/Hawkinsofficialpage

Il gruppo è una one man band, presenta in questo demo quattro tracce di rock con molte venatura tra lo psichedelico e il seventies affondando di fatto le radici nella rivoluzione rock di quel periodo. Parto dai punti che mi hanno colpito negativamente, la voce è troppo troppo troppo effettata, un riverbero così alto è secondo solo ai canti gregoriani. Questo è il fattore di enorme impatto negativo che affossa le grandi idee e la prova vocale di Albert, che scavando in tutto quell’eco si può apprezzare una bella voce con un buon timbro e calda al punto giusto per il genere presentato. Va comunque detto che essendo un demo si ha comunque una buona qualità, unica problematica, ripeto, è stata la sovraesposizione della voce ad effetti di eco e di riverbero. Ma andando oltre devo dire che le quattro canzoni si sono dipanate molto velocemente ed hanno lasciato non solo a livello emozionale ma anche do impatto complessivo un buon risultato ed una buona impressione. Su tutte direi che “I’m here” e “From a storm” sono i pezzi più azzeccati e con più anima. Albert Hawkins ha dimostrato che le idee le ha e i concetti ci sono, deve solo fare un minimo di attenzione alle post produzioni ed agli arrangiamenti vocali per fare con minimo sforzo un enorme salto di qualità alla sua musica, esorto tutti comunque a supportare il suo demo e la sua musica, perché ne vale la pena.

Alessandro Schumperlin

Gruppo: Underworld Collection Titolo Album: Chapter I: Collision Genere: Compilation Strumentale Voto: 85/100 Sito: https://www.facebook.com/gbgabrielebellini Etichetta: Self

L’idea di questo cd di musica strumentale è di Gabriele Bellini, che “assolda” diversi musicisti e diversi axeman e bassisti per creare un ensamble di generi e di sonorità non comuni. Passiamo senza colpo ferire da un pezzo fusion ad uno prog metal, passando nuovamente per un brano più calmo e tipicamente di musica classica (non perché ripropone un pezzo di classica, ma per la composizione che ricorda molto gli archetipi) per passare ad un pezzo di più easy listenig molto simile al glam metal e glam rock, poi abbiamo delle cavalcate epiche per poi passare in sonorità a cavallo con il flamenco spagnolo e melodie orientaleggianti. Il tutto si snoda in modo naturale e senza alcuna forzatura. Ci tenevo a far presente quali sono gli artisti che hanno preso parte a questo album (ovviamente le presento in ordine sparso, in modo da andare a cercarvi il cd ed ascoltarlo): abbiamo per il primo pezzo i Synthesis of Synapse che comprendono Bellini stesso, Matteo Cialdi alla’altra chitarra e Jac al basso ed il pezzo di intitola “Cerebral input”; Di seguito Luca Fucci ai synth e programming e Mirko “bassbreaker” Serra al basso per la canzone “DADE”(il che è un acronimo per quattro note D = Re A = La D = Re E = Mi). Bug Alias Meoni Lorenzo che fa tutto dato che è basso, chitarra e programming della canzone dal titolo “Digital violence”; Pasquale bianco alle chitarre, Mark Napolitano per il programming e Simone “ogghe” Menichetti al basso danno vita a “Desperation”. Sguanci Lorenzo al basso e Leonardo Agati danno anima e groove a “Spritze”, Mirko Capitani con Giammarco Agazzotti e Jac rispettivamente chitarra, batteria più programming e basso sono i fautori della canzone “The Sacrifice death”. Debireon aka Alessio Di Maria, come per Bug anche lui fa tutto in questa canzone ovvero chitarra elettrica ed acustica poi basso e programming, crea le sonorità liquide per “Pattern od the being”. Come per il precedente anche Alessandro gatti fa tutto per la canzone “State of mind”. Vanmod ovvero Alessandro Vannini suna chitarra e masso nella canzone “Reborn”. Federico Malloggi crea un suoni accattivanti e particolari con la sua chitarra acustica e classica in “Wild mistang heart”. Luca Rossi alla chitarra e Jac al basso sono i fautori di “Curious snake”, emntre Maximilian Gallorini in “Modulator-Demodulator” suona oltre alla chitarra anche la programmazione


dei samples in supporto alla sua sei corde. S.C.I.B. con “Cybertron Destruction” ripropone per mano di Marco Pacini e Jac al basso le gesta di Optimus Prime. E Last but not the least Andrea Campani che suona la chitarra acustica in “Ceuta”. Questo che può sembrarvi una lista della spesa, ma non lo è, serve per darvi il senso di cosa potreste trovare in questi quattordici pezzi. Abbiamo veramente un livello qualitativo alto sia per quanto riguarda i musicisti, sia la produzione e la post produzione di tutti i pezzi presenti sul cd. Impossibile non trovare un motivo per non avere questo album; il cd è poliedrico e spazia, ripeto, in più generi e in più frange e sfumature. Si trova tranquillamente i pezzi che possono piacere e che restano in mente. Questa volta confido in voi per trovare gli “Highlights” dato che potrei dire tutti e 14 i brani e non farei errore, proprio perché si passa da un genere ad un altro. In buona sostanza avete da recuperare questa compilation dato che è una dimostrazione (ennesima se vogliamo) che i virtuosi e i “campioni” della musica li abbiamo in casa e sono spesso meno tenuti in considerazione dei “soliti noti” (vi evito la mia solita invettiva contro i soliti noti).

Alessandro Schumperlin

Artista: Abyssal Flame Titolo Album: Carnal devastation Genere: Death Metal Voto: 71/100 Sito: https://www.facebook.com/pages/AbyssalFlames/139237956149858 Gli Abyssal Flames sono una band Death Metal proveniente dalla provincia di Taranto, per la precisione da Castellaneta; presentano un EP-minicd di cinque tracce più un ‘intro ed è death metal old style. Per capirci ho delle reminiscenze a sentire i loro pezzi del periodo di “The end complite” degli Obituary e qua e la dei vaghi rimandi ai Grave e ai primissimi Sepultura. La qualità del suono non è delle più nitide, ma di certo non confusionaria o pasticciata, si sente anche qui l’idea di ripercorrere i capisaldi del death anni ottanta e novanta. Abbiamo quindi delle ricerche sonore di impronta “Tampa bay” molto marcata. Devo dire che la batteria che sovente rischia di soverchiare il tutto, ha la sua dimensione e il suo groove, stesso avviene per basso e chitarre tutto cadenzato come una locomotiva e tagliente come un rasoio. La voce ha un non so che a cavallo tra Cannibal corpse e Six feet under, quindi growls ad hoc e con una cattiveria innata non da tutti. Interessante vedere come a poco più di un anno dalla loro formazione abbiano creato un piccolo capolavoro di malignità. Unica nota “stonata” in tutto questo è la copertina che non rende a pieno ciò che sta all’interno del cd. Consiglio per il prossimo futuro di fare tanto ricerca sonora quanto grafica per non far perdere “punti” a quello che la band è interessata a presentare al mercato. Le canzoni più devastanti e che sono sembrate una legnata sui denti certamente sono state: “Wasted by Insanity” e “Divine Punishment” . Come spesso dico, non che le altre canzoni siano meno importanti, ma queste sono la punta di diamante presentate dal gruppo, vi consiglio comunque di ascoltare tutto il mini cd, perché ne vale la pena dal primo all’ultimo secondo. In conclusione vi consiglio vivamente di cercare gli Abyssal Flame per recuperare il loro mini e di andarli a vedere dal vivo, perché credo proprio che abbiano i numeri per spaccare. Consiglio per la band, rinnovo la proposta di fare un minimo di “ricerca grafica” dato che piaccia o non piaccia, anche l’occhio vuole la sua parte; l’idea degli zombies/posseduti è carina, ma è stata “svolta” troppo da fumetto e poco da copertina di cd.

Alessandro Schumperlin


Artista: The Bank Robber Titolo Album: Rob the Wave Genere: Rock/wave/pop Voto: 55/100 Sito: http://www.facebook.com/pages/THEBANKROBBER/258706684280?ref=ts&fref=ts Quartetto trentino con discreta esperienza live e studio (LP e alcuni singoli), TBR decidono di cimentarsi con le proprie muse ispiratrici e svelare le influenze più importanti. Se dobbiamo discutere sula scelta artistica della band potremmo citare tanti esempi in Italia e all’estero; non sembra sia un’idea azzeccata per una giovane band confrontarsi con pezzi che han fatto la storia di rock, (e nel loro caso di) punk, new-wave, post. Dopo qualche ascolto Alison di Elvis Costello ed Ex Lion Tamer dei Wire sembrano apprezzabili nella loro veste emo-punk anni duemila, mentre Lullaby dei Cure è praticamente stravolta e irriconoscibile. Chiude l’EP Making Plans for Nigel (XTC) che ci rammenta di quanta passione mettano in campo i ragazzi e anche di quanta cura negli arrangiamenti e nella produzione (Alka records). Prova interlocutoria, attendiamo ben altre uscite. Controverso.

Al miglietta Artista: Violassenzio Titolo Album: Nel dominio Genere: pop/folk/italy Voto: 60/100 Sito: www.violassenzio.com Altra produzione in casa Alka Records con i ferraresi Violassenzio. Ormai attivi da fine Novanta e giunti al secondo disco sulla lunga distanza, il quartetto sceglie di interpretare un pop di non facile presa, fatto di concettualismi e ritornelli non scontati. Questo può portare all’ascolto del disco con cura, cosa ormai che pare di altre epoche. Buona la produzione che mette in fila pezzi come Rinchiusi in Scatola, il singolo Nelle Fabbriche e l’intensa La Storia quando è numeri. Lo strumentale Piano e solo e brevi episodi come Per un re arricchiscono un disco che però manca ancora di una sua organicità, nonostante alcuni episodi che lasciano il segno. Possiamo dire che il terzo disco, o comunque le prossime produzioni ci mostreranno il volto definitivo di questa creatura.

Al miglietta

Artista: Johnny Freak Titolo Album: Tra il silenzio e il sole Genere: pop/rock/italy Voto: 60/100 Sito: www.johnnyfreak.it In qualche modo il nome scelto come devozione ad uno dei personaggi della saga Dylan Dog ci trasmette già le intenzioni della band. Parole e stati d’animo sono i momenti in cui JF riesce ad tirare fuori il meglio di sé. Fiori Maledetti e Regina fanno venire in mente i primi Deasonika, Streghe è il momento intimista del disco, ben fatto e che anticipa il DeAndrè de Il

Pescatore. A tratti sembra di avere per le cuffie delle outtakes


con la voce di Manuel Agnelli, ma le tracce più lente e ricercate sono quelle meglio riuscite. Un onesto lavoro di cantautorato italiano con tante influenze, anni 90. Apprezzabile.

Al Miglietta

Gruppo: Nahabat Titolo Album: Essence Genere: avantgarde- dreampop-Atmospheric rock Voto: 68/100 Sito: https://www.facebook.com/nahabat “Essence” è il titolo dell'ep d'esordio dei Nahabat, band italo-tedesca autrice di una proposta che, presentata da loro, dovrebbe rievocare i seguenti generi: dream pop, black metal e Atmospheric rock. A mio modesto parere di black metal non vi è nulla nelle tre canzoni, di certo suoni eterei, liquidi e soganti ve ne sono a iosa e con la voce cristallina della cantante il tutto viene amplificato, ma di black metal, ripeto, non ho trovato nulla; anche perché il doppio pedale in trentaduesimi o alcuni passaggi in chitarra distorta non possono bastare per definire black metal o anche black metal delle composizioni, ma andiamo oltre (se no si rischia di attorcigliarci in discorsi di lana caprina). L'ep si compone di tre tracce, un intro strumentale, dal titolo “Prelude”, che con il suo crescendo di tastiere permette piano piano di far fare capolino anche ad altri strumenti, ovvero si affacciano sulle melodie del piano una chitarra distorta, una classica e batteria, con un flauto a fare dei piccoli camei melodici in aggiunta alle atmosfere delle tastiere. Quindi Prelude già da i canoni su cui si muoveranno anche le altre due tracce: Essence ed Helios Anima. La title track “Essence” è molto più lunga ed articolata della precedente (ovviamente); abbiamo la componente ambient che viene sottolineata da questa dicotomia particolare di doppio pedale velocissimo, ma ne invasivo e quasi entra nella canzone a “in punta di piedi” sembra assurdo ma è così; i Nahabat riescono a creare questa formula quasi assolutamente unica. Devo ammettere che comunque ho trovato delle similitudini con gli Alcest, ascoltando tutti e tre i pezzi, non per attitudine ma per gli arrangiamenti e l’inserimento di parti distorte su tappeti eterei intessuti dalla voce e dalle tastiere. La terza traccia e ultima di questo EP si intitola “Helios Anima”; ovviamente ha un legame con le precendeti canzoni, quasi ad essere parte di un concept e quindi si avverte un filo conduttore che lega il preludio di questo EP alla canzone precedente ed a questa traccia. “Helios Anima” ha la stessa struttura, lo stesso feeling e la stessa carica emotiva. Rispetto alla precedente ha un quid aggiuntivo ovvero nel mezzo vi è uno stacco particolare che viene “colmato” da un interludio di piano, tastiera e chitarra; il tutto poi si trasforma quasi come se fosse una nuova “Iron foundry” di Mosolov con un crescendo emotivo e sonoro veramente destabilizzante. Nulla da eccepire in ambito di registrazioni e mixaggio, tutto fatto al mille per cento, professionali anche in questo frangente. A chiusura bellissimo esordio per la band, come spesso dico con così poche tracce non mi riesce a dare un voto alto, ma che sia chiaro che il voto basso e dipendente semplicemente dalle poche tracce da poter valutare, di certo il futuro sarà portatore di ottime notizie per i Nahabat se resteranno fedeli alla loro attuale proposta sonora. Di certo ve li consiglio, questo loro EP è un antipasto veramente succoso e sostanzioso se avete piacere di poter spaziare con la mente mentre ascoltate sonorità così oniriche.

Alessandro Schumperlin


Gruppo: Mutant Squad Titolo Album: Social mistits Genere: Thrash metal Voto: 69/100 Sito: https://www.facebook.com/mutantsquadband Etichetta: Suspiria Records I Mutant Squad sono una band spagnola proveniente dalla famosa Santiago de Compostela, stampano il loro primo EP autoprodotto nel 2009 dal titolo ”Reset the World”. Quasi a 3 anni di distanza, forti di un contratto discografico, il trio si rifà sotto con questo nuovo lavoro che andremo a valutare ora. L’album si intitola “Social Misfits” ed è più vicino ad un EP che ad un album stesso, per il mero numero di canzoni e la durata non certo per un discorso di qualità. Per capire in che abito la band si muove direi che posso darvi questi gruppi come capisaldi loro, e di molti altri ovviamente, quindi potremmo sentire tranquillamente le reminiscenze di : OverKill, Anthrax e Grip Inc. . Il metodo di registrazione è ottimo, curato e senza sbavature di sorta, direi che abbiamo a tutti gli effetti un prodotto curato per quello che riguarda la composizione e la registrazione; tutti gli strumenti e la voce si sentono senza accavallarsi uno sull’altro, abbiamo i livelli ottimi per tutti gli strumenti e la post produzione è oggettivamente mirata e pesata. Unica nota meno positiva è la copertina; forse avrei dato più peso alla copertina che mi risulta oltremodo scarna e senza un quid che faccia presagire cosa ci sarà nelle quattro canzoni. In ambito puramente emotivo direi che “Black harvest” e “Cannon Fodder” danno l’esempio di come si muove la band; inoltre in black harvest abbiamo anche un rimando ad una canzone che è un must del genere, ascoltatela e mi saprete dire. Troppo poche a mio parere quattro tracce per dare un voto alto, come spesso accade nelle mie recensioni, quindi torno a ripetere ciò che spesso scrivo:”se vedete un voto basso sugli EP, se non espressamente indicato, è solo per il fatto di avere poche tracce per fare una valutazione e non perché sia un prodotto di bassa qualità”. La band, in conclusione, non decide di stravolgere il genere, ma semplicemente di dare un suo apporto alla scena ed al genere, proponendo i canoni del Thrash metal degli anni che furono ammodernandoli e declinandoli a quello che è ora la tecnologia e l’ispirazione dei musicisti thrash. Questo EP merita più di un ascolto e di certo sarà tra le release che vi porteranno all'headbanging sfrenato e alla ricerca di un moshpit in cui scatenare del sano pogo. Li consiglio non solo ai fans del thrash old school ma a tutti coloro che apprezzano la musica fatta bene.

Alessandro Schümperlin

Gruppo: Hyde abbey Titolo Album: Hall of shame Genere: Deathcore Voto: 71/100 Sito: https://www.facebook.com/Hydeabbeygroup Etichetta: Suspiria Records Gli Hyde Abbey suonano deathcore. Sono una band che arriva dalla Spagna e sfornano un disco che ripropone tutti gli stilemi del genere, senza vergognarsi come molti gruppi saliti sul carrozzone del deathcore tempo fa ed ora quasi a far non solo “Abiura” della cosa, ma persino a negare di suonar deathcore. Come influenze sento tantissimo quelle degli All Shall Perish, ma sia chiaro non fanno il “copia e incolla“ degli All shall… Semplicemente si sentono dei rimandi nelle scelte compositive e più in quelle di arrangiamento. Tuttavia ho anche dei rimandi, principalmente per la voce, che mi ricorda gli Aborted e i six feet under. Comunqeu sia quello che si sente in questo album “Hall of Shame” è esattamente quello che ci si può aspettare da un album deathcore


produzione molto limpida, suoni ottimi, intro e intermezzi ben pensati e ogni strumento ha il suo “spazio” senza andare ad inficiare il tempo e lo spazio degli altri strumenti. Abbiamo il cantanto, sia in scream che in growls, studiato e si ha anche la dimostrazione che è studiato bene al punto di non rendere le canzoni noiose o monotone. Ovviamente se cercavate la novità assoluta o l’album dell’anno avete sbagliato leggermente. La band fa bene il suo lavoro, sia chiaro, non che sia senz’anima o altre assurdità; ma è anzi un sottofondo piacevole e dotato di un eccellente songwriting, anche perché la band riesce a miscelare insieme i classici archetipi death di ultraviolenza con passaggi di indiscutibile capacità compositiva e di miscelazione tra “calma” e “rabbia” che non è così semplice o così immediata. Ma c’è il ragionevole dubbio e la ragionevole preoccupazione che essendo un genere che per ora ha detto tutto, se la band non si evolverà e rimarrà a quegli standard compositivi rischia, a mio avviso, di rimaner intrappolata e a non riuscire ad esprimere le potenzialità che in queste dodici canzoni si sentono. A livello emozionale ho trovato interessanti “Sons of Iniquity”, “Unlike a backslider”, la titletrack “Hall of shame” e “The collar”, pezzi molto azzeccati e di sostanza. In chiusura devo dire che il gruppo è preparato tecnicamente, assolutamente non accostabile alle migliaia di band di ragazzini che millantano di fare metalcore (in generale, non solo il deathcore) solo perché in possesso di quattro tatuaggi e due dilatatori; quindi li consiglio a chi ha interesse ad ascoltare del VERO Deathcore. Tuttavia auspico che la band per il prossimo futuro faccia “il salto di qualità” se no rischia fortemente di finire nel dimenticatoio delle tante band di un genere che non sta avendo una buona prospettiva di “vita”.

Alessandro Schumperlin

Gruppo:Tryfux Titolo Album: Dance europe express Genere: Rock sperimentale Voto: 75/100 Contatti:http://www.tryfux.com Etichetta: New Idols/Gatti Promotion Tryfux è un progetto solista di Cristiano Poli, chitarrista e compositore della metal band Discordia. Tra il 2009 e il 2012 pubblica due lavori: “The Alternative World” e “Tryfux”. Particolarmente prolifico in questo periodo tanto che nel 2012 entra per la seconda volta in studio e registra un nuovo disco dalk titolo “Dance Europe Express”. Questo cd è un concept album folk/prog rock basato su una favola romantica ovvero: Tryfux decide di fare un viaggio culturale in Europa e tra uno spostamento e l’altro arriva a Parigi dove incontra Siren ragazza incantevole e sensuale di cui si innamora. Il legame tra i due diventa forte ma improvvisamente Tryfux decide di tornare nel suo paese d’origine: l’Alaska. Proprio quando sembra tutto finito, il giovane Tryfux torna indietro per condividere il resto della sua vita con l’amata. Le visioni di Cristiano Poli vengono rese “reali” grazie al suo talento ed alle sue idee compositive che si avvalgono di rimandi quali: il progressive rock anni settanta (su tutti mi viene in mente la PFM), certa musica elettronica, da una certa vena dark wave italiana primi anni ottanta (per certi suoni usati di supporto alla sua chitarra e per darvi l’idea a me ricorda molto i decibel in più di un passaggio) e sonorità folk che spaziano da quelle tipicamente irish a quelle più nostrane, passando per quelle ispaniche. Strutturalmente è composto bene, suonato bene, ma ci sono alcuni vuoti di batteria troppo lunghi in alcuni brani e alcune sonorità della stessa mi ricordano troppo le vecchie drum machine anni ottanta, forse è quello che mi ricordava certa dark wave, e la copertina che mi lascia l’amaro in bocca; nel senso che la copertina mi sembra troppo raffazzonata per la raffinatezza e la classe inserita in tutti i brani. A conclusione vi invito a dare un ascolto a questo concept album strumentale, perché potreste trovare di certo un motivo per farlo. A differenza delle altre mie recensioni non metto le canzoni che mi hanno più colpito, per il semplice fatto che tutte per un verso o per un altro mi hanno colpito.

Alessandro Schümperlin


Gruppo: The ABI Titolo Album: October Genere: Dark rock Voto: 70/100 Sito: https://www.facebook.com/veryabi La band a poca distanza dalla nostra recensione del loro primo Ep sforna, speriamo avergli portato bene, il secondo EP dal titolo October. Il quale fa parte di un concept diviso in tre parti, quasi a creare un trittico musicale sull’esistenza umana. Quindi vi consiglio di fare un salto sul numero 5 della nostra zine per sapere il nome del primo EP, di continuare a leggere sia questa recensione che quella di “Some stories” che è la terza parte di questo trittico Questo secondo lavoro uscito a pochi mesi dal primo, risente delle influenze del primo lavoro, ma questo non solo dipendente dal breve lasso di uscita tra questo e il precedente, ma proprio perché in linea con il concept stesso. Andrea dimostra nuovamente di avere i numeri per poter essere ospite a breve a rinomati festival dark, quali il Lipsia Goth treffen (e non è da escludere che non ci parteciperà in futuro). Abbiamo nuovamente la qualità di registrazione e post produzione molto alta, i brani di questo EP sono nuovamente portatori di emozioni tanto forti quanto intime e non c’è alcuna sbavatura di sorta. Come per il primo avrei gradito un pelino meno di eco nella voce, ma siamo come spesso accade nel mero “gusto personale” non certo un errore o una critica per una svista o una mancanza. Rispetto al primo lavoro, ce da sottolinearlo, che sono più presenti i momenti di “distonia controllata” per capire meglio la cosa avrete da ascoltare “Wishpered” punto dove più di altre tracce la cosa è percepibile; con “Walk away” ho avuto un tonfo nel passato ed è stato stupendo. Anche le altre due tracce di questo Ep meritano e meritano moltissimo, ma vorrei evitare di fare la recensione track by track, perché vi toglierei tre quarti della magia che queste canzoni hanno. In chiusura, come per la scorsa volta anche ora vi dico andate a cercare i The Abi e comprate i loro cd, non ve ne pentirete. In attesa che esca un album in full lenght vi esorto a recuperare tutti e tre gli EP della band.

Alessandro Schümperlin Gruppo: The ABI Titolo Album: Some stories Genere: dark rock Voto: 77/100 Sito: https://www.facebook.com/veryabi Dopo “Song of trial” i The abi hanno proposto non uno ma ben due EP (che saranno valutati entrambe in questo numero). Mettiamoci a ragionare sui pezzi di “Some stories” terzo EP della band, e terza parte del concept iniziato con “Songs…” proseguito con “October” e conclusosi con questo, composto da cinque tracce e comunque potrete trovare su questo numero anche l’EP che fu successivo a “Song of trial”. La magia nelle mani e nella mente di Andrea Braina (mente della band, se ne volete sapere di più andate a ricercarvi il numero 5 di Underground Webzine) continua a fluire incessantemente e mette a fuoco nuovamente brani dalla capacità compositiva ed emotiva di altissimo livello, i brani di questo EP sono un nuovo viatico emozionale interiore e di grande pathos. Come per il primo lavoro recensito, ho ottenuto le stesse emozioni e gli stessi rimandi di memoria. Purtroppo anche qui avrei preferito un filino meno di eco nella sua voce, per poterla “vivere” meglio e poter assaporare di più l’energia delle parole dei cinque pezzi, ma anche così, fidatevi, non mancherà di esprimere questo fluire di dark wave d’altri tempi e di grande qualità. A livello tecnico abbiamo un grande livello anche con queste cinque tracce, vi esorto ad ascoltarlo e a supportare i The Abi.


Di certo vi ritroverete come me a sognare sulle note di “Lies”, di “Without looks” e di “Like yesterday”, avrete momenti di vera introspezione invece con “Some stories” che da il nome all’EP e con la conclusiva “Faith”. Come potete notare ho nominato tutte e cinque le tracce, perché oggettivamente ogni singola canzone ha potuto e potrà dare anche a voi una forte emozione. In chiusura, come per la scorsa volta anche ora vi dico andate a cercare i The Abi e comprate i loro cd, non ve ne pentirete. Consiglio per il futuro della band: provate a far uscire un album completo e non solo Ep, sono certo che fareste la felicità sia di chi vi segue che vostra.

Alessandro Schumperlin

Artista: Arteria Titolo: No Way out Genere: Hardcore, metal Voto: 70/100 GLI ARTERIA SONO UN COMBO HARDCORE CON TESTI CANTATI IN ITALIANO, FEROCISSIMI COME TALE GENERE RICHIEDE. L'ALBUM -NO WAY OUT- HA ANCHE INFLUENZE SU RIFF THRASH METAL ( QUALCOSINA DEI PRIMISSIMI SLAYER, MA PROPRIO POCA COSA). L'OPENING COMANDATO- è LA SUMMA DI QUANTO HO DETTO, COSTITUZIONE- CONTINUA NELLA SUA OPERA DI DISTRUZIONE E NICHILISMO ASSOLUTO, ANDANDO AVANTI ARRIVIAMO ALLA CANZONE 7 -CIRCOLO CONTINUO- CHE MISCHIA UN Pò LE CARTE ED è LA MIA CANZONE PREFERITA, -MENTI COMPROMESSEINIZIA CON UN GIRO CAZZUTO DI BASSO E POI VIA AL MASSACRO, CHIUDE -NO WAY OUT- CHE Dà LA MAZZATA FINALE ALL'ASCOLTATORE. ALBUM BEN SUONATO, BEN PRODOTTO CHE PERò SOFFRE UN Pò DI MANCANZA DI IDEE. COMUNQUE BEL GRUPPO CHE FARà LA GIOIA DI CHI SI NUTRE DI PANE ED HARDCORE

LIDEL Gruppo: Breaking Down Titolo Album: Miss California Genere: Rock/hard rock Voto: 77/100 Sito: http://www.breakindown.it/ PICCOLA PREMESSA: QUESTA BAND è DA PRENDERE COME ESEMPIO PER COME SI è PRESENTATA, HA FORNITO CONTATTI, UNA BREVE BIO E LINK PER IL DOWNLOAD. TUTTE LE BAND CHE MI HAN SCRITTO O MI SCRIVERANNO SENZA MANDARE LINK PER IL DOWNLOAD ALBUM VERRANNO CESTINATE INESORABILMENTE, MENTRE SE NON MI METTETE I VOSTRI CONTATTI NELLA MAIL DI SICURò NON ANDRò A CERCARLI. DETTO QUESTO PASSIAMO ALLA RECENSIONE VERA E PROPRIA I BREAKING DOWN SONO UNA BAND DI ROCK MOLTO SCANDINAVIAN STYLE CON UN PIZZICO DI SOUTHERN ROCK, AUTRICE DI UN BELL'ALBUM DAL TITOLO -MISS CALIFORNIA-, 10 PEZZI TRASUDANTI ENERGIA,SUDORE E SOLE. IL PRIMO PEZZO -MISS CALIFORNIA- (C'è ANCHE IL VIDEO PRESENTE ALL'INDIRIZZO www.youtube.com/watch?v=WgKXT8bkZE&feature=plcp ) è ROCK COME DOVREBBE, IL SECONDO PEZZO -VOODOO WOMAN- è UN CURIOSO IBRIDO TRA HELLACOPTERS E L'ARIA DEL DESERTO DEL NEVADA, -ROCK N' ROLL SHOW- AFFONDA LE SUE RADICI NELL'HARD ROCK DEGLI ANNI 70 WEST COAST DEGLI U.S.A. , -SOUL SLOW TRAIN- è PERFETTA PER QUEI VIAGGI MITICI SULLA ROUTE 66, -PO BOY- PROFUMA DI MISSISSIPI. LE RESTANTI CANZONI CONTINUANO SU QUANTO GIà TRACCIATO. UN BELL'ALBUM MOLTO SINCERO, OTTIMAMENTE CANTATO, SUONATO E PRODOTTO. BRAVISSIMI!

LIDEL


Gruppo: The Bidons Titolo Album: Granma Killer Genere: Garage /punk rock Voto: 90/100 Sito: http://www.facebook.com/pages/The-Bidons/53575329128 DISTRIBUITO DA: Area Pirata & Goodfellas

I -THE BIDONS- SONO UN GRUPPO GARAGE PUNK ROCK SGUAIATISSIMO E CAFONE AUTORE DI UN ALBUM DECISAMENTE RIBOLLENTE DI ENERGIA DAL TITOLO – GRANMA KILLE-, 8 PEZZI DI ALTRI TEMPI,DISTRIBUITO DA: Area Pirata & Goodfellas . IL PRIMO PEZZO -OUT OF MY BRAIN- è PURO GARAGE PUNK, -TOO MUCH FUN- MI RICORDA I THE HIVES O LA SCENA PUNK SCANDINAVA ANNI 90, -2009- è UNA VERSIONE IPERVITAMINIZZATA DI PEZZI DEGLI ANNI 60, NIGHT TIME- è UNA COVER DEGLI AVANGERS BEN FATTA, -WOLVES OF SAINT AUGUST- è UNA MALATISSIMA CANZONE CON UN BEL HAMMOND ACIDISSIMO A SORREGGERE IL TUTTO, GRANMAKILLERS- è PUNK CON UNA SPRUZZATA DI ANNI 60 E TURBONEGRO CHE NON GUASTA MAI, NO!-CONTINUA SU QUANTO FATTO SENTIRE PRIMA, CHIUDE UN'ALTRA COVER DEGLI AVANGERS -BE A CAVEMAN-. L'ALBUM MI HA DIVERTITO MOLTO, VI CONSIGLIO DI LASCIAR PERDERE LA MERDA CHE LE RADIO VOGLIONO PROPINARVI E COMPRATEVI QUESTO ALBUM, NON VE NE PENTIRETE.

LIDEL Gruppo: Bu Camel Titolo Album: Bu Camel Genere: strumentale Voto: 99/100 Sito:

http://www.facebook.com/pages/Bu-

Camel/153036234794776?fref=ts I Bu Camelsono una band strumentale. La grandezza di una band non si misura su quali note riesce a fare il cantante, o a quali possano essere i temi trattati. La musica è come un lego uno può comporre le parti che più preferisce. Può venir assemblato musicatesto, oppure separatamente musica e testo (se uno riesce a vedere il testo come una poesia). I brani dove si fa solo musica strumentale, non sono tanto più difficili, che associare alla melodia un testo. Il difficile potrebbe essere riuscire a tenere alta l'attenzione, per chi ascolta il brano, perché nei pezzi dove c'è un testo di solito nei ritornelli avvengono piccoli cambiamenti. In pezzi, dove fanno la parte dei protagonisti gli strumenti, può essere più difficile creare la giusta atmosfera per rendere alta la concentrazione di chi ascolta i brani. Nei pezzi solo strumentali, chi ascolta questa musica, uno si può lasciare trasportare dall'immaginazione, e vedersi lui una sua storia...................associare l'immagini e costruire lui stesso un dialogo, una vicenda legata alla sola differenza di suono degli strumenti. Oppure in band come i Bu Camel uno si può trovare, già scritto un titolo ai brani che uno si appresta ad ascoltare. Ma il bello della musica è che uno può lasciarsi prendere dalle sue sensazioni, e pensare lui a quello che più gli dice il brano. L'ascolto di questa musica richiede tanta attenzione, più che ascoltare musiche con sotto testi cantanti. Più attenzione, perché è molto facile che i brani possano durare diversi minuti, e anche perché il linguaggio solo strumentale richiede un ascolto leggermente diverso. E soprattutto non ci si deve perdere una singola battuta. Perché il perdere piccole parti, è come leggere libri, e se uno perde o salta alcune righe può perdere informazioni importanti. Così è la stessa cosa se uno si imbatte nell'ascolto di questi pezzi.

Jean Marie


Gruppo: William Wilson Titolo Album: Summer Holidays & Folk Routine Genere: rock Voto: 98/100 Sito: La loro musica non è solo potente o piena di energia, e va ad arricchire gli spazi che il suono della voce non riesce a coprire. La musica che uno si appresta ad ascoltare, uno potrebbe pensare che ci si appresti nell'ascolto di musica d'altri tempi. Potrebbe essere, forse per particolari sonorità o arrangiamenti particolari, ma è semplicemente la musica di questa band. “Vita_Ludus_Est” è un pezzo di forte rock'n’ roll, dove fin dalle prime battute la chitarra elettrica e la batteria prendono la scena assieme alla voce del cantante. Con un piccola chicca, dove di tanto in tanto la musica va in secondo piano, e si sente una voce narrante (quasi venisse da una radio o un tg). “Black” è un pezzo di tutt'altra fattura molto più lento, è una bellissima rockballad............l'intro è molto suggestivo in un primo momento sembra di essere finiti nello spazio. Poi all'improvviso entra in scena il piano, dando un'atmosfera di vecchio stampo alla canzone. E' una canzone che ti appassiona e ti conquista in tutto il suo splendore. “Kissed” ha un suo altro fascino, è un pezzo dal sapore molto ritmico. La chitarra (sembrerebbe) acustica da un cadenza molto ritmica al brano.......................la voce del cantante sembra essere un piccolo optional, nel senso che se l'apertura del pezzo non poteva che essere così grande, l'ingresso del cantante non poteva che essere così corposa usando anche tonalità un po' più basse. “Phantasmagoria_In_Two_Tim” è forse la chicca del gruppo, il pezzo che uno potrebbe non aspettarsi dell'ascoltare. La band usa forse melodie classiche, o sarà le tonalità che usa il cantante, a far pensare questo pezzo per un qualcosa di un po' retrò. Forse è questo sapore antico a rendere il brano molto piacevole ad essere ascoltato. La voce del cantante è un qualcosa di unico, ha una corposità davvero particolare. I pezzi che si possono ascoltare sono tutti brani di grande fattura nel mondo del rock. La musica che esce dagli strumenti e le note che escono dalla voce del cantante, sono sia un bel connubio ma anche un qualcosa che una parte non vive senza l'altra.

Jean Marie Gruppo: Kerosene Titolo Album: Face the Real Genere: Hard and Heavy Voto: 85/100 Sito: http://www.kerosenemetal.com/ Etichetta: Lost Sound Records/Self distribution I Kerosene nascono in Umbria nel 2006. Dopo l’omonimo EP uscito due anni dopo la loro formazione, che permette loro di avere un buon riscontro da parte del pubblico e dalla critica. A distanza di tre anni dall’uscita dell’ EP la band crea un nuovo album, il quale troviamo una nuova line up e la mano esperta di Jamal Ruhe del West West side studio per il mastering. Che sia chiaro la band ha comunque registrato in terra nostrana il cd, per la precisione Real Sound Studio di Parma, e quindi non si pensi subito al fatto che la band sia in tutto e per tutto legata a sonorità esclusivamente d’oltre oceano. Cosa troviamo quindi al suo interno? Mi chiederete voi, direi che avremo un mix molto variopinto da un lato abbiamo le chitarre che “cantano” alla Black label society, mentre la voce è a cavallo tra il classico AOR e un apunta di rock alla Alter Bridge ma meno profonda, anche il resto della sezione ritmica si avvicina molto sia all’AOR dei tempi d’oro che a Ozzy. “Get out of my way”, “Without Rules”, “Face the real” che è la title track, , “My Obsession” usata come primo video del cd, l’immancabile ballad per un album di così corposa entità dal titolo “My Friend” che fa assaporare non solo la capacità compositiva della band, ma anche le tonalità basse del cantante e “Betray Yourself”sono le tracce che più di altre mi sono rimaste dentro; e come sempre ve le ho inserite in ordine sparso e come sempre dico andate ad ascoltare tutto il cd perché aver fatto selezione delle migliori non è indice che le altre sono di bassa qualità o di minor tenore; ma come sovente accade nella vita, c’è da fare delle scelte. L’album nel suo complesso è fatto veramente bene articolato in modo magistrale e con i giusti suoni e le giuste accortezze del caso. Nulla è lasciato al caso e devo dire che il mastering ha certamente dato una marcia in più alle composizioni del combo umbro.


L’unico mio rammarico ascoltando questo album è che ho il ragionevole dubbio che i Kerosene faranno fatica ad emergere qui in Italia, per la solita mania di esterofilia che ci pervade sia chiaro, fossimo stati in un’altra nazione quale la Germania, l’Inghilterra, la Spagna o persino in America, il gruppo avrebbe certamente ricevuto più attenzioni e un riscontro superiore sia dal pubblico che dalle etichette e i promoter musicali. Spero che il futuro dei Kerosene sia il più radioso possibile, dato che le capacità ci sono, le idee pure e la determinazione non manca di certo. SUPPORTATE la musica di qualità e la musica Italiana fatta con il cuore e con la passione.

Alessandro Schumperlin


INIZIATIVE Radio Bellaaaaa è una web radio libera e indipendente che nasce con la voglia di creare uno spazio per giovani band emergenti. Con questa idea nel 2010 due ragazzi di Cervia, Fabio e Stefano hanno iniziato a farsi conoscere sul web trasmettendo on line 1/2 volte la settimana, creando eventi sui maggiori social network e con altre associazioni che promuovono la musica emergente. Con molta simpatia e senza mai prendersi troppo sul serio cercano di far conoscere nuove band e di dar loro visibilità sul loro sito, promuovendo il loro album e le loro date live, ad oggi possono vantare in poco più di 90 puntate, circa 50000 ascoltatori e più di 7000 contatti iscritti tra facebook, twetter e account vari. LINK PER IL DOWNLOAD COMPILATION THE BEST OF (clicca e scarica) https://docs.google.com/file/d/0B0WNrRTbkeXxYzNGOFI2VDBnTmc/edit


L'ANGOLO DELLE PAROLE rubrica letteraria a cura di BR1 Cari lettori, per iniziare bene l'anno ho scelto di proporvi due testi già celebri. Uno è la traduzione del testo di un brano dei Tool, e uno è una poesia di Charles Baudelaire. Parabola - TOOL ci ricordiamo a malapena chi o cosa è venuto in precedenza a questo prezioso momento scegliendo di essere qui, adesso. resisti, stai dentro questa sacra realtà, questa sacra esperienza scegliendo di essere qui in questo corpo. questo corpo che mi trattiene. sii qui a ricordarmi che non sono solo in questo corpo. questo corpo che mi trattiene. sentendomi eterno tutto questo dolore è un illusione sono vivo, io in questa sacra realtà. in questa sacra esperienza. scegliendo di essere qua in questo corpo. questo corpo che mi trattiene. sii qui a ricordarmi che non sono solo in questo corpo. questo corpo che mi trattiene. sentendomi eterno tutto questo dolore è un illusione piroettando con questa familiare parabola roteando, ondeggiando attorno ogni nuova esperienza riconosci questo come un sacro dono e celebra questa possibilità di essere vivo e respirante questo corpo che mi trattiene mi ricorda della mia mortalità abbraccia questo momento. ricordati. noi siamo eterni. tutto questo dolore è un illusione

I gufi - C.Baudelaire Sotto i neri tassi che li riparano stanno allineati i gufi come dei stranieri, e dardeggiano all'intorno il loro occhio rosso. Meditano. Staranno senza muoversi sino all'ora malinconica in cui, spingendo via il sole obliquo, le tenebre regneranno. La loro posa insegna al saggio che bisogna in questo nostro mondo guardarsi dal tumulto e dal movimento; l'uomo, inebriato da un'ombra che passa, porta su di sé il castigo del suo aver voluto mutare.

Se volete vedere anche i vostri testi pubblicati, non esitate un attimo e inviateli a br1undergroundzine@libero.it Vi aspetto! Buona lettura!

BR1


AREA FREE DOWNLOAD Gruppo:SALTO NEL BUIO Titolo Album: La paura non trionferĂ Live in Faenza 2012 Genere: Acustic Rock Link: https://soundcloud.com/donatellacanepa/la-paura-non-trionfera-live-in-faenza2012#new-timed-comment-at-450543

Gruppo:ANDRE NON DORME Titolo Album: Puttane a Natale Genere: Punk Link:

http://andrenondorme.bandcamp.com/


Spazio film School of Rock è un film del 2003 diretto da Richard Linklater. Il film è una commedia musicale sceneggiata da Mike White appositamente per Jack Black, che ne è il protagonista. Tutte le canzoni e gli album che Dewey cita e dà agli studenti sono vere canzoni e album (per esempio, a Lawrence cita Touch Me dei The Doors eRoundabout degli Yes, a Zack Iron Man dei Black Sabbath, Smoke on the Water dei Deep Purple e Highway to Hell degli AC/DC, a Tomika The Great Gig in the Sky dei Pink Floyd) Al film è stato ispirato il reality show Rock School. Trama Dewey Finn è uno squattrinato musicista privo di successo che sogna di diventare un dio del rock. Un giorno, fingendosi il suo coinquilino, nonché ex membro della sua vecchia band, ottiene un posto da supplente in una delle più rigide, rinomate e ricche scuole elementari della sua città. Avendo bisogno di soldi per pagare la propria parte di affitto, accetta il lavoro ma senza entusiasmo rivelandosi un insegnante pigro e non curante delle regole e delle norme che i bambini tentano di spiegargli. Un giorno, aggirandosi per la scuola, passa per caso davanti al laboratorio musicale e notando le doti enormi dei ragazzi in qualche modo limitate nella rigida compostezza della musica classica si fa venire un'idea: fonderà un gruppo con i talentuosi ragazzi e parteciperà a una battaglia tra rock band. Facendo ascoltare canzoni e mostrando video di band storiche i ragazzi cominciano ad emozionarsi all'idea e si appassionano al tutto. Una volta divisi i ruoli della band, Dewey fa in modo che tutto venga fatto senza che la fiscalissima preside lo venga a sapere. La band va all'audizione per la battaglia tra le band ma viene respinta poiché fuori orario. I ragazzi però si fingono malati terminali riuscendo a ottenere il diritto di poter suonare al concerto rock. La maggior parte dei genitori ritiene la musica rock una sciocchezza e quindi scoraggia i figli, dando vita a scene abbastanza drammatiche di ripensamenti continui. La montatura viene scoperta e il supplente impostore viene licenziato, ma i ragazzi imperterriti il giorno del concerto si mobilitano per tirare letteralmente giù dal letto Dewey e suonano al concerto con una performance spettacolare. Prima degli alunni della Horace Green si esibiscono i No Vacancy, ossia la band nella quale suonava Dewey, e dalla quale era stato cacciato per via del suo eccessivo esibizionismo durante i concerti. Ma la gara viene vinta, per l'appunto, dai sopraccitati No Vacancy (che tra l'altro si esibiscono con Heal Me, I'm Heartsick, la canzone che stavano imparando al momento del rimpiazzo di Dewey e che ha modificato quasi radicalmente lo stile generale della band, che Dewey Finn stesso definisce come "ruderi"); ma al pubblico, genitori allarmati inclusi, è piaciuta talmente tanto l'esibizione degli School of Rock che ne chiede a gran voce il bis. Dopo l'esibizione con la celebre It's a Long Way to the Top (If You Wanna Rock 'n' Roll) degli AC/DC, il film si conclude con una scena in cui il gruppo suona e si ha una specie di vera School of Rock lasciando supporre che Dewey sia riuscito a trovare un lavoro serio senza trascurare la sua passione.


SPAZIO ALLE BAND DUNKELROT è musica aggressiva, tagliente e diretta. I Devilass si formano a Potenza nel 2008, dall'incontro nelle aule di Scienze Geologiche dell'Università della Basilicata di Giovanni Di Donato, Antonio Nappi e Giuseppe Cupparo, a cui subito dopo si aggiunge Giuseppe D'Addurno. A tutti e quattro piace la musica, e soprattutto prediligono il Metal; i loro gusti sono simili, subito si crea un'intesa e così dopo poco tempo salta fuori l'idea di formare una band. All'inizio sembra un'idea quasi irrealizzabile, fondata sull'astrazione, ma poi si incomincia a comporre qualche pezzo originale, e definitivamente si creano i Devilass (precedentemente chiamati Devilkiss). Segue qualche prova con il bassista Danilo Catalano, che subito abbandona la band per impegni di lavoro, poi toccherà a Leo Russo, che aiuterà il gruppo alle selezioni per un concorso di band, che purtroppo non vincerà, per abbandonare subito a causa di impegni scolastici. Ai Devilass manca ancora un cantante, un growler che deve completare il gruppo e scrivere i testi sulle originali melodie. I Devilass incontrano sulla loro strada Giuseppe Laginestra, alias Grezz Metal, presentato agli altri membri del gruppo da Antonio Nappi. La simpatia è reciproca, l'affiatamento si crea dai primi momenti, e la voce di Grezz Metal si adatta al genere crudo e martellante del gruppo, abbassandosi di tono e alzandosi di volume. Dopo due anni di musica,concerti( in Basilicata e Campania) e divertimenti vari, i Devilass abbandonano il loro singer Giuseppe "Grezz" Metal Laginestra per motivi personali, reclutando alla voce il talentuoso Miguel Josè Mastrizzi, che si adatta perfettamente ai testi ed alle melodie scritti dai chitarristi Giovanni e Giuseppe; dopo pochi mesi il batterista Giuseppe Cupparo, impegnato in altri progetti musicali,si allontana dalla band lasciando il posto al giovane Teodoro Falanga. All'alba dei quattro anni di attività, i cinque musicisti stanno preparando il loro primo album, grazie all'appoggio di molti artisti lucani e di moltissimi fan di Potenza e soprattutto dei paesi limitrofi;contando sulle persone che per questi primi anni hanno sostenuto il gruppo e stanno costantemente vicino ai cinque membri del Culo del Diavolo! FACEBOOK https://www.facebook.com/pages/Devilass/120415021311526 REVERBNATION http://www.reverbnation.com/devilass YOUTUBE http://www.youtube.com/user/vashmiguel


CURIOSITA': Miguel José Mastrizzi Si avvicina al mondo della musica in tenera età, suonando vari strumenti come tromba, chitarra e basso e i suoi gusti musicali variano dalla musica classica, al Jazz fino al Metal, di cui ama profondamente il death metal anni 90. Come ultimo arrivato nella band insieme a Teodoro, è il frontman, bassista e trombettista dei Devilass. Ha partecipato col chitarrista Giovanni e artisti di livello nazionale a kermesse musicali importanti, è musicista in varie orchestre di musica classica ed è inoltre il bassista degli Ecnephias, band blackened death doom metal di fama internazionale.

Giovanni Diablö Di Donato : Chitarrista, seconda voce e co-fondatore della band

insieme ad Antonio, autore della maggior parte delle musiche e dei testi insieme al chitarrista Giuseppe. Suona la chitarra dall'età di 14 anni, ha collaborato anche con artisti della scena Jazz nazionale.

Antonio Nappi: Si avvicina alla musica in età adolescenziale, prediligendo il Metal in quasi tutte le sue sfaccettature. Adora il Black Metal norvegese e svedese, il Death metal di matrice anglo-americana, il thrash (in primis Slayer e Kreator) e non sdegna l'Industrial, l'Heavy classico Maideniano, Crossover e Nu metal. Suona la chitarra ritmica nei Devilass, è il co-fondatore del gruppo con Diablo, ed insieme a O' Clock è l'addetto alle situazione comiche che accompagnano il gruppo ormai da diversi anni.

Giuseppe O'Clock D'Addurno Si avvicina alla chitarra classica da giovanissimo, si avvicina a piccoli passi all'elettrica per poi coltivare questa passione. All'università incontra Giovanni e Antonio, e si unisce a loro per il progetto Devilass in cui sarà parte attiva nella scrittura dei testi e delle musiche.

Teodoro Falanga Inizia a suonare la batteria da adolescente, orientandosi subito su generi veloci e precisi. Suona in vari gruppi hard rock ed heavy metal locali, fino ad entrare nella lineup dei Devilass nel 2010, dopo essere stato notato da Antonio durante un live.


live

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REGOLE DA SEGUIRE PER LE BAND CHE VOGLIONO ESSERE RECENSITE: 1-INVIARE LINK DOWNLOAD VOSTRO ALBUM E POSSIBILMENTE UNA BREVE BIO (INFLUENZE,ECC.), PIU' VOSTRI CONTATTI ( MYSPACE, FACEBOOK, ECC.), MENTRE IL LINK è OBBLIGATORIO, GLI ALTRI PUNTI NON SONO NECESSARI MA SAREBBERO GRADITI ( è TUTTO NEL VOSTRO INTERESSE) 2- EVITARE DI MANDARE RICHIESTE A PIU' RECENSORI ( IL TEMPO è QUELLO CHE è), LO FACCIAMO GRATUITAMENTE E PER PASSIONE 3- MANDARE IL VOSTRO ALBUM AI RECENSORI INDICATI ( UNA BAND AD ES. CHE FA MUSICA ELETTRONICA E MANDA IL PROPRIO ALBUM AD UN RECENSORE CHE SI OCCUPA DI MUSICA METAL, NON VERRà RECENSITO) 4- FINIRLA DI MANDARE MAIL COME QUESTA ( QUANDO VERRò RECENSITO? ECC.), ABBIAMO UNA ELEVATA MOLE DI RICHIESTE DA SODDISFARE, CHI VI AVVISA LO FA SOLO PER EDUCAZIONE, NON PERCHè è OBBLIGATO. CHI NON RISPETTERA' I SEGUENTI PUNTI NON VERRà RECENSITO. QUESTO PER EVITARE EVENTUALI DOPPIE RECENSIONI, DOVER CONTATTARE BAND PER AVERE L'ALBUM, ECC. GRAZIE LO STAFF


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ALESSANDRO SCHUMPERLIN Recensore Genere: Metal (gothic, death, classic, glam, industrial, black, folk, pagan-vking, doom) Rock(classico, alternative, hard rock e dark) Contatti: sandmanundergroundzine@gmail.com

LIDEL Recensore Genere: punk,hardcore, indie, hard rock, grunge, thrash metal, rock Contatti: lidelrecensione@yahoo.it

ETTA

AL MIGLIETTA Recensore Genere:pop/alternativo/elettronica/punk Contatti: ALESSANDRO MIGLIETTA VIA CALAVINO, 5 73040 ARADEO (LECCE)


JOHN CROWN Recensore/live report

GABBA Rubrica “La storia del rock”

COLLABORATORI: Max”doctor Rock” Ugolini Jean Marie Santi Giacomo Lampredi VUOI DIVENTARE UN COLLABORATORE, RECENSORE, LIVE REPORTER???? Scrivici a materialeundergroundzine@gmail.com



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