La Montagna del Piemonte

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Sebbene piuttosto diversificati, la quota più consistente dei comuni ricade nella tipologia Città e sistemi urbani montani (27 casi; pari al 64,3%) seguita da Centri interstiziali e aree di riconversione produttiva (8 casi, pari al 19,0%). Ne emerge l’immagine di una montagna molto sviluppata: con poche eccezioni, sono tutti comuni con valori positivi o molto positivi dell’indice socio-economico (punte massime nei distretti sciistici e nei centri terziari). Nello stesso tempo sono anche contesti molto danneggiati dal punto di vista ambientale: Sestriere e Borgone Susa, in particolare, risultano i casi più compromessi, mentre emergono come “nicchie ecosistemiche/ecologiche” i comuni di Exilles, Chiomonte, Moncenisio, Monpartero e Condove. A livello regionale, sebbene quasi tutte le tipologie di comuni siano rappresentate all’interno di questa zona omogenea (unica eccezione è quella relativa più legata ai pesaggi appenninici) si tratta di un contesto molto connotato dal punto di vista urbanistico e produttivo (indice di specializzazione 2,55 per Città e sistemi urbani montani e 2,18 per Centri interstiziali e aree di riconversione produttiva). È questo un risultato in linea con il fatto che si tratta di due valli fortemente infrastrutturate (percorrono la Valle di Susa l’autostrada, la ferrovia e due strade statali), e in cui è presente un numero rilevante di attività e popolazione. Sono inoltre mete di importanti flussi turistici. Le vallate alpine della valle di Susa, sede dei XX Giochi Olimpici invernali, offrono a questo riguardo numerose opportunità per gli sport connessi al turismo “bianco”. Anche l’offerta di sport estivi è comunque presente e in crescita: il golf (con campi a Bardonecchia, Sestriere e Claviere), il downhill, l’equitazione. Un tipo particolare di turismo è poi quello collegato con il circuito delle abbazie che, in epoca medievale, sorsero per dare ristoro ai pellegrini che percorrevano la Via Francigena (la Sacra di San Michele all’inizio della valle di Susa e l’Abbazia di Novalesa sono due noti esempi di architetture di questo tipo), e roccaforti militari (il forte di Exilles, per esempio). Rispetto alla valle di Susa, il territorio della val Sangone rappresenta un contesto meno infrastrutturato, in cui la natura più incontaminata (numerosi i boschi) offre produzioni spontanee (funghi e frutti di bosco) e cacciagione e risorse potenziali crescenti.

7.18 Valli Chisone, Germanasca, Pellice e Pinerolese Pedemontano La zona omogenea Valli Chisone, Germanasca, Pellice e Pinerolese Pedemontano insiste su un’area di 98.882 ettari a occidente di Torino. Confina ad Ovest con la Francia, a Nord (per la parte relativa alle valli Chisone e Germanasca) con la valle Susa, ad Est (Pinerolese Pedemontano) con la pianura piemontese, a Sud (val Pellice, la più meridionale delle valli della provincia di Torino) con la provincia di Cuneo. Il tratto alpino interessato da questa zona omogenea comprende porzioni delle Alpi Cozie settentrionali e converge, insieme alle Valli Po, Varaita e la francese valle del Guil, verso il massiccio del Monviso, la cui cima rappresenta il punto centrale di un insieme di creste disposte a raggiera. Formano la zona omogenea 32 comuni, di cui 31 montani32.

32 Non si considera il comune di Cumiana. 128


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