TrentinoMese Novembre 2011

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2011 novembre

euro 2,00 www.trentinomese.it

9 771724 550812

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualitĂ trentina

inserto moda autunno-inverno

Michele Lanzinger: Vi spiego il nuovo MUSE

Banco Alimentare trentino alto adige: per chi non ce la fa

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in ora zion e

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trentini & trentoni il nuovo spettacolo di andrea Castelli

con

Il CASO FORTI

La vera storia I personaggi coinvolti I retroscena Le contraddizioni del processo Uno spiraglio di speranza


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ring

ring di Carlo Martinelli

di Tiziana Tomasini

alla carlona

a mali estremi la galanteria “salvata” dai piccoli fiorai ambulanti

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a pigrizia maschile in fase di corteggiamento pare abbia raggiunto livelli straordinari. Le sottili galanterie di ottocentesca memoria, le portiere aperte, le ricorrenze da calendario sfumano inesorabilmente. La fine ufficiale della “cavalleria”, che pare sia stata accelerata dalle comunicazioni attraverso i social network, è stata ormai decretata o comunque ridotta a monopolio di pochi e datati rappresentanti del sesso forte. Il fatto curioso è che l’epilogo delle cortesi attenzioni nei confronti di una donna è direttamente proporzionale alla presenza degli “indiani”. Se non ci fossero loro a materializzarsi improvvisamente, intorno ai tavolini dei caffè ed ai tavoli dei ristoranti, le donne non riceverebbero più un fiore. Chiedete ad un fiorista quanti mazzi di rose vende al giorno all’innamorato di passaggio. Poca cosa, assicurato. Loro invece, gli indiani, compaiono al crepuscolo con un fascio di rose in braccio. Un bocciolo nudo e crudo, senza foglie e senza spine, fasciato dal cellophane trasparente. Un bocciolo giallo, rosso, rosa. Si piazzano lì, davanti a voi. E non si muovono. Se siete in coppia, lui prova a far cenno di no, ma l’indiano non molla. Non un sorriso, non una parola. Insiste semplicemente con la presenza. Non si muove. L’uomo è chiaramente in imbarazzo, si guarda intorno, sta facendo la figura del tirchio che non scuce tre euro o giù di lì per la sua compagna (quantomeno di tavolo). Alla fine cede. Forse. Ma il tutto manca di spontaneità, di slancio personale. Ed ha il sapore amaro del ripiego per liberarsi dell’ambulante. Ho parlato di lui e lei, ma parlo anche di lei e lei. Seduta con un’amica per il caffè all’ora settimanale del pettegolezzo, lo vediamo sopraggiungere. L’indiano con le rose. Si ferma al nostro tavolo. E non si muove. Tentiamo di spiegargli che siamo solo amiche, ha capito male, abbiamo tre figli a testa. Ridiamo e diciamo di no, grazie. Si allontana per niente scosso, diretto al prossimo tavolino del prossimo bar. Non importa chi c’è: uomo, donna, zio, amico, fidanzato, collega di lavoro. Chiunque sia, può sempre servirgli un fiore. Conviene tentare con l’indiana tattica della silente presenza. Il mondo ci sta cambiando intorno e cominciamo a rendercene conto. Comunque le rose, lasciate seccare, durano parecchio. A testimonianza della forzata galanteria.

brigate schopenauer: NON PRENDIAMO PIù con filosofia i rumori molesti

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iù guardo il mio amico, più penso che un po’ di ragione ce l’ha, dimodoché quasi quasi anche il sottoscritto aderirà alle Brigate Schopenauer che il buon Guido – così si chiama, non chiedetemi il cognome, lascio al pettegolezzo giornalistico il compito di scoprirlo (ma non ce la faranno mai, tranquilli) – dice di avere ormai fondato. Occhio, perché le Brigate Schopenauer vogliono occuparsi – in che modo lo rivelerà il loro programma, per ora ancora segreto – di una cosa in particolare che ha molto a che fare con il nostro Trentino, anche. Sì, perché con fracasso, silenzio e civiltà, di questo si tratta, ci dobbiamo misurare, che si viva in città, tra un happy hour e un camion in retromarcia con gli avvisatori acustici a mille o che si risieda in montagna o nelle valli, dove irrompono moto rumorose e auto dai cui finestrini esce musica a tutto decibel, come piovesse. E Schopenauer? direte voi e ha detto il sottoscritto, che ignorava. Appunto. “Ignoranti – ha tuonato Guido –, se qualcuno si prendesse la briga di leggere, come merita, Il mondo come volontà e rappresentazione del buon Schupi, appunto, scoprirebbe parole pesanti come il piombo e attuali come lo scioglimento dei ghiacciai”. E lo ha citato a memoria, così: “Chi sbatte o permette che in casa sua si sbattano abitualmente le porte delle stanze, invece di chiuderle accompagnandole con la mano, non è soltanto un maleducato, ma è anche una persona rozza e d’intelligenza limitata. Saremo completamente civilizzati solo quando anche le orecchie saranno protette dalla legge e non si concederà più a chiunque il diritto di attraversare la coscienza di ogni essere pensante con fischi, urla, grida, colpi di martello e di frusta”. Senza contare, conclude il fondatore delle Brigate Schopenauer, che quando il nostro scriveva queste cose non v’era traccia di autoradio, clacson, locali che attentano all’udito e alla tranquillità dei loro clienti con ignobili musiche in sottofondo… a tutto volume. Sì, le Brigate Schopenauer dell’amico Guido riguardano anche il Trentino. 11

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ring

ring di Pino Loperfido

di Paolo Chiesa

perfidie

se la cautela ci impedisce di cogliere le opportunità

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n cinese la parola “crisi” è composta da due ideogrammi: il primo, “wei”, significa problema, il secondo, “ji”, (udite, udite) significa opportunità. David Lasnet ha 40 anni e fino al 2002 ha fatto il fotografo di moda a New York. Successo e fama. Poi ha deciso di cambiare mestiere e si è messo a studiare da... osteopata, professione che attualmente esercita felicemente nel Regno Unito. La notizia sconvolgente – per la nostra mono-lavorativa italica mentalità – non è tanto il fatto che un osteopata possa essere felice, quanto il fatto che Lasnet, a un certo punto della sua vita, ha deciso di ripartire da zero. Chi gliel’ha fatto fare? Beh, è presto detto. Non solo il fatto di avere più passioni a fronte di un’esistenza soltanto, ma anche la voglia di indipendenza sfoggiata, ad un certo punto della sua vita, di fronte ad una società che, con crassa naturalezza, continua di contro ad imporre le sue regole alla maggioranza delle persone. Il modo in cui funziona del mercato del lavoro. Le politiche della famiglia. Sembra naturale che uno diventi bravo in qualcosa e poi tiri avanti fino alla morte a fare quel qualcosa. (O come dice quel buontempone di Tom Waits, “solo perché sai fare una cosa, non significa che la devi fare per sempre”.) E se la crisi economica ci aiutasse, dunque, a svecchiare la nostra trentinissima e sclerotica idea di lavoro? Se anziché deprimerci, ci spingesse verso l’ingegno, la creatività, la libera intrapresa? Ci costringesse cioè a tirar fuori la voglia di fare, di inventare, di innovare che nella Storia ha sempre caratterizzato gli italiani? Certo qui siamo in Trentino e a queste latitudini dobbiamo fare i conti con uno dei caratteri tipici di questa terra: la cautela, atteggiamento che fa a pugni con qualsiasi tipo di iniziativa. Una cautela che ci fa sospettare o almeno dubitare di ogni cambiamento o di ogni fatto nuovo, venuto da fuori. Fateci caso. Quasi sempre, giudichiamo più opportuno attendere, non farci coinvolgere da nuove proposte se non dopo lunga, prudente ponderazione. Vogliano sempre soppesare tutto, garantirci sicurezza di risultati e di benefici. (Pronti a sfoderare il classico “L’avevo dit, mì!”). Va da sè che un atteggiamento di questo tipo blocca tutto, non fa agire, non fa esplorare e quindi rischiare di avventurarsi su strade nuove, sperimentare, intraprendere, innovare… Come ha fatto, con successo, quel fotografo – anzi, ex fotografo – di New York. A meno che la crisi e il suo ideogramma che significa “opportunità” non ci facciano cambiare idea... 12

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civiltà trentina Un ragazzo nigeriano mi ha “spiegato” la sanità trentina

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ltimi caldi, pranzo all’aperto sotto la pergola, con moglie e figlia. Arriva un ragazzo di colore a vendere delle cose. Come al solito in questi casi, non si sa se comperare qualcosa che magari non serve o dirgli che se non si offende gli diamo qualche euro. E poi, vista l’ora, gli chiediamo se vuole un piatto di pasta. Accetta volentieri, segno che ha fame e che l’alternativa per lui sarebbe mangiare qualcosa al volo tra una proposta di vendita e un rifiuto di acquisto. Facciamo la conoscenza con Augustin, un ragazzo che studia in Veneto e chissà che progetti di vita fa, mentre di sabato gira la Valsugana a vendere cose che non molti vogliono comperare. Viene dalla Nigeria, lo stato più popoloso del continente africano. Grande tre volte l’Italia: 160 milioni di abitanti, 250 gruppi etnici, un nord musulmano e un sud cristiano. Ogni anno ci muoiono più di 200mila persone di AIDS. Ma nella storia della Nigeria sono morti a milioni anche per motivi religiosi, politici ed economici. Mentre stiamo finendo di mangiare, sopra le nostre teste passa l’elicottero giallo del 118, come purtroppo in Valsugana succede spesso. Augustin mi chiede di che volo si tratti. Gli dico che è il servizio di emergenza sanitaria con elicottero dell’Azienda Sanitaria. Vado a memoria: un equipaggio sempre pronto composto da un pilota, un tecnico di bordo, un medico anestesista rianimatore, un infermiere e un tecnico di elisoccorso. Con una battuta, ma senza nascondere l’orgoglio per quello che forse è il migliore dei servizi erogati dalla nostra Provincia, dico al nostro ospite: “Se adesso mi viene un infarto, nel giro di pochi minuti possono venire con uno di quegli elicotteri e salvarmi la vita”. Lui mi guarda stupito e serio mi risponde: “Se viene un infarto a me a ad Abuja (la capitale della Nigeria), io so che muoio perché nessun elicottero, ma nemmeno un’ambulanza verrà mai a soccorrermi”. Una frase da far ascoltare e riascoltare a chi si lamenta sempre e comunque della sanità trentina. Per essere chiari: lo so anch’io che ci sono cose che potrebbero andare meglio (pronto soccorso ingolfati dalla mancanza di medici, tempi di attesa lunghi per le visite specialistiche e una conseguente facile abitudine a quelle a pagamento, a volte medici scortesi e infermieri poco pazienti), niente però in confronto a quello che succede in altri posti.


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ring di Francesca Negri

colpo di tacco TORTINO AL CIOCCOLATO E SPUMANTE ROSè, OVVERO I LUOGHI COMUNI IN FATTO DI DONNE

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o sempre pensato che chi ha bisogno di etichette e scatole preconfezionate per definire le cose del mondo si perda di esso molte cose e, in fondo, abbia paura di scoprirle. Quando da ragazzina pensavo al Duemila, pensavo anche che sicuramente i preconcetti e i luoghi comuni si sarebbero andati ad affievolire e invece, guardandomi in giro, mi accorgo che nel 2011 sono ancora qui, tanti quanti prima, se non di più. Così, capita che anche noi donne si sia ancora inscatolate in rassicuranti luoghi comuni, che spesso sono paravento dietro ai quali nascondersi per non dover affrontare un nuovo ciclo sociale: quello di crescere in maniera paritaria uomini e donne insieme e vivere l’intera vita così, senza sentirsi a disagio se, ad esempio, vostra moglie guadagna di più di voi, oppure senza disperarsi se vostra figlia preferisce fare la libera professionista e lavorare magari dieci ore al giorno – divertendosi – invece di quel buon posto di impiegata in Provincia o in banca, cosa che voi avete sempre sognato per lei. Noi ragazze siamo un po’ più brave con i luoghi comuni: sarà perché ci piace l’avventura, perché la scoperta di cose nuove ci fa sentire un po’ delle Indiana Jones, fatto sta che solitamente non ci perdiamo molto in preconcetti e preferiamo lasciarli lì, nel dimenticatoio. Certo, nella nostra vita ci sono dei capisaldi che raramente vengono smentiti: - ci sono film che solo gli uomini riescono a vedere, come ad esempio quelli demenziali o i cinepanettoni; - ci sono macchine da uomini, non per costo, ma per estetica, come ad esempio la Mercedes Classe E o l’Audi Q7 (e ad esempio, l’SLK è sicuramente bisex, la Ypsilon è effettivamente più da donna);

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ring - ci sono hi-tech da uomo, e con questo non sto dicendo che il pc da polso sia roba da maschi e che le femmine siano interessante solo all’ultima versione di Kitchen Aid. Nossignori, qui c’è un dato assolutamente incontrovertibile. Noi ragazze non vorremmo mai riempirci la casa di televisioni al plasma in 3D da 50 o più pollici, mentre gli uomini arrivano a trovare la scusa di cambiare la televisione persino a vostra nonna che non ci vede più, solo per poter sfruttare l’ultima imperdibile offerta di Mediaworld. È un dato di fatto, innegabile. Le tv per gli uomini sono probabilmente come le scarpe e le borse per noi donne. Ecco, le ragazze crescono con queste consapevolezze, ma sono sempre pronte a farsi sorprendere (mio marito, ad esempio, non detesta fare shopping). Gli uomini, invece, arrivano addirittura a dirci che ci sono cibi e vini da donne. Sì, avete capito bene, ho scoperto che per molti chef ci sono ricette ritenute infallibili con il pubblico femminile. Un esempio su tutti, ho appreso qualche giorno fa, è il tortino al cuor di cioccolato, ritenuto quello che più di tutti ci dovrebbe mandare in visibiglio. D’accordo, ci

piace, ma perché pensare che sia roba solo da donne? Io, ad esempio, non amo i dolci ma se proprio devo, mi affogo volentieri in una crema catalana, e non credo di essere una mosca bianca. Così, allo stesso modo, un produttore di vino che abbia ospite in cantina un gruppo di sole donne, indovinate cosa stapperà in loro onore, pensando di fare una cosa ganzissima? Certo, apre uno spumante Rosè, «che è il vino che fa impazzire le donne», pensa. E mentre sei seduta in un bar di Roma a scrivere questo editoriale, ti capita di sentire un cliente al bancone dire al barista: «Aò, per me en cafè da homo, per la me principessa uno normale». Allora alzi gli occhi, squadri il principe e guardi con solidarietà la principessa, poi spegni il computer, prendi le tue valige e te ne vai verso la stazione, sicura che alla maggior parte di quelli che bevono il caffé “da uomo” non verrà mai in mente di aiutarti a caricare le valigie o a cederti il loro posto se per caso il vagone sarà tutto pieno. Ma a te non importa, perché sai che di principi veri ogni tanti se ne incontrano e uno, per fortuna, lo hai anche già trovato (e sposato).


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di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi In egitto facevano piramidi. in primiero si danno da fare con gli ecomostri

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all’orrore naturale all’orrore umano. Il primo è uno scenario spettacolare, il secondo è frutto della perversione umana degli amministratori che dimenticano il proprio territorio, la propria storia, la propria memoria, per offrire sull’altare del consumo il sacrificio della propria identità. Solitamente si pensa che gli orrori urbani accadano nelle popolose città dove l’anima si è persa nel labirinto della dimenticanza.

Città nate dal boom economico e stravolte dalla speculazione quotidiana. Per questo rimaniamo sconcertati, frustrati, quando questo accade anche nelle nostre valli, nei nostri paesi, e gli amministratori sono preda di allucinatorie manie faraoniche. Domenica consigliamo un viaggio fuori porta. Non per gustare un sapore – la gustosa tosela che se mangiata fresca, a dispetto di quella conservata, vi farà scoprire un altro mondo – o l’aria autunnale frizzantina che vi farà ammirare le montagne belle come non mai, ma per ammirare un vero e proprio ecomostro. Una costruzione che a questo punto ha messo salde radici e l’opposizione della gente può fare ormai ben poco, anche perché si scontra con il potere del potente sistema cooperativo trentino. Recatevi quindi nel Primiero.

Dopo aver attraversato l’orrida, ma naturale e suggestiva gola dello Schener, terra liminare di confine tra il feltrino e l’arcaico mondo nordico delle miniere bagnate dall’irruento torrente Cismon, si sbuca improvvisamente nella piana primierotta, la terra dalle “cucine sporgenti”. E il nostro corpo si trova circondato da imponenti montagne: dal selvaggio Totoga al severo Pizzo di Sagron Mis, dal triangolare e magico Pavione alle splendide cime dolomitiche delle Pale di San Martino. Sulla soglia della valle ci accoglie, alta su di un picco roccioso, la medioevale chiesa di San Silvestro. Già il guardarla ci rende tranquilli, sereni. La chiesa fa parte infatti della famosa croce protettiva, formata da altrettante chiese e cappelle, che stende fin dall’alto medioevo le sue quattro braccia a protezione delle genti primierotte. Una croce formata, oltre che da San Silvestro, da San Giovanni (la chiesa dei minatori), S. Vittore a Tonadico (la chiesa dei crociati) e S. Romina a Mezzano. Ebbene, nemmeno la potenza del segno e del simbolo cristiano, in altri tempi forte e autorevole, è riuscita a fermare la costruzione dell’ecomostro. Lo sguardo di chi entra oggi a Fiera di Primiero, sulla rotatoria che conduce a Transacqua, invece che perdersi tra i pinnacoli dolomitici, scenario naturale che aveva già colpito i pellegrini e viandanti medioevali oltre che i primi viaggiatori inglesi nell’Ottocento, impatta improvvisamente in una struttura di cemento di una nuova residenza-commerciale. Alta quasi sei piani, si dilunga come un serpente mefitico togliendo non solo la visuale ma anche la vita di quella parte, già di per sé precaria e rovinata, della valle. Un ecomostro, come lo hanno definito Celestino Tavernaro e Flavio Taufer, i nuovi don Chisciotte della valle che già qualche anno fa avevano dato il via ad una lotta affinché l’ennesima idiozia urbanistica non deturpasse il territorio. Lotta che non ha scalfito l’amministrazione comunale. Rimane, come vendetta ideale e utopica, saggia e ironica, non violenta, l’appellativo affibbiato al sindaco, Marino Simoni, dal popolo primierotto: Cheope. 15

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di Alberto Folgheraiter

folgore e saette Il festival delle zucche. Vuote

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orse sarà l’ultima volta. Se, come pare, il governo intende abolire alcune festività, compreso il 1° novembre, Ognissanti, dal 2012 potrebbe cadere anche quella strana usanza importata dagli USA (ma gli Stati Uniti l’avrebbero assimilata con l’immigrazione irlandese), vale a dire la celebrazione di Halloween. Il festival del zucche: vuote. Per la storia, la festa di Ognissanti, che fu istituita nel 610 da papa Bonifacio VI, cadeva il 13 maggio come festa dei “Martiri”. Nel secolo VIII fu spostata al 1° novembre anche perché, nel mondo celtico, si celebrava “Samhain”, il passaggio dall’estate all’inverno. Era una sorta di capodanno che includeva il culto dei morti. Da qualche decennio, la vigilia di Ognissanti, anche in Trentino frotte di ragazzini passano di casa in casa, suonano i campanelli e, agli sbalorditi inquilini, domandano, gridando: “Dolcetto o scherzetto?”. La sera del 31 ottobre anche i piccoli delle valli, dove la tradizione giudaico-cristiana di Ognissanti resiste nonostante tutto, non sanno resistere allo “scherzetto” della zucca. La intagliano come un teschio, vi mettono all’interno una candela accesa e la lasciano sul davanzale di casa tutta la notte di

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passaggio dal 31 ottobre al 1 novembre. Una volta si diceva: “scherzi da prete”. Ma in questo gioco-mania i preti c’entrano nulla. Chi ha più di cinquant’anni, ricorderà che la vigilia di tutti i Santi si osservava una sorta di lutto familiare. La nonna raccoglieva attorno al tavolo figli e nipoti, intonava le “zento rechie”, i cento requiem, per i congiunti scomparsi. La conclusione di quella monotona litania era affidata a una castagnata familiare. Altri tempi, altra cultura. I figli dell’iPod e dell’iPhone, dei megabyte e delle moltiplicate insicurezze adolescenziali hanno ben altro cui pensare. La morte è relegata alle serie televisive. Le sparatorie e lo squartamento di cadaveri sono materiale da guardare al cinema, magari con gli occhialini di cartone per vedere in “3D” così la scena sembra più vera. E allora perché meravigliarsi tanto se la memoria dei morti (glorificati in Ognissanti) è diventata patrimonio “da vecchi”? Da nostalgici, verrebbe da scrivere, di quel mondo che legava le cadenze alle stagioni e i mesi al calendario della Chiesa cattolica. Il fatto è che il Trentino non ha alcun addentellato con la tradizione di Halloween, nemmeno per via dell’emigrazione americana della seconda metà dell’Ottocento. Tra l’altro gli irlandesi, più che scavare le zucche facevano un foro nelle rape e vi ponevano un cero acceso. Va anche detto che per la Chiesa cattolica la celebrazione di Halloween è un culto neopagano. Per taluni gruppi di cattolici tradizionalisti una pratica che avvierebbe i più piccoli verso il satanismo. Più semplicemente è un affare per coloro i quali vendono le zucche e per i titolari di discoteche che, la sera del 31 ottobre, hanno trovato un’occasione di richiamo per i giovanotti in vena di baldoria. Tutto lecito, persino interessante, ma con la tradizione “trentina”, Halloween ha la stessa valenza dei cavoli a merenda. In questo caso, delle zucche a cena. Insomma, anche qui non c’è più religione.


Alla ricerca della collaboratrice più cordiale! Nel corso degli ultimi mesi Banca Popolare · Volksbank si è messa sulle tracce dei collaboratori più cordiali nelle sue 133 filiali. Più di 20.000 clienti hanno aderito all’invito votando i nominativi preferiti. I nominativi dei vincitori sono stati finalmente resi noti! Ecco i collaboratori più cordiali in Banca Popolare · Volksbank: Lara Segabinazzi, Monica Pol, Francesca Da Rù, Franco Volebele Vay, Michaela Vigl, Anna Balzarini, Marianna Radmüller e Margareth Schönegger. Sono stati loro a totalizzare le maggiori simpatie degli oltre 20.000 clienti che hanno preso parte alla campagna indetta dalla Banca. «La grande partecipazione dei clienti dimostra quanto sia importante per loro la cordialità e la competenza dei nostri collaboratori», ha sostenuto il direttore generale della Banca Johannes Schneebacher. «Per i collaboratori quest’iniziativa ha costituito un’importante prova di fiducia e allo stesso tempo un’efficace fonte di motivazione.» Lo scorso 19 ottobre si è svolta la premiazione dei vincitori fra i collaboratori dell’istituto, oltre alla consegna dei premi ai clienti estratti che hanno votato. Il fortunato cliente che in Trentino ha vinto un fantastico iPhone4 risponde al nome di Cristian Seppi (Filiale di Fondo).

Nella foto centrale (da sinistra): Grazia Ferremi (titolare della filiale di Rovereto/Borgo Sacco), Lara Segabinazzi e la cliente Maria Rosaria Fait.

Foto in basso: Il cliente Cristian Seppi (a sinistra) si è portato a casa un iPhone. Al centro Marco Abram (titolare della filiale di Fondo) premia iniseme al sindaco di Malosco, Adriano Marini.

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La premiazione a Rovereto/Borgo Sacco (d.s.): il cliente Graziano Risi, Fabrizio Galli Zugaro (direttore commerciale della Banca), Lara Segabinazzi (vincitrice fra i collaboratori della Sede di Trento), Alessandro Toldo (direttore della Sede Trento) e il cliente Paolo Matuella.



Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ]

sommario novembre2011

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In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Miriana Detti, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Gianfranco Gramola, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Tiziana Tomasini

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9 commenti

Attualità 18 Enrico Forti: al di là di ogni dubbio

32 Michele Lanzinger 36 un “banco” per chi non ce la fa 40 fast food: dimmi cosa mangi... 42 La corsa all’oro 48 Silvia senette 50 Paolo dolzan 52 una gita sul Lago maggiore 58 Andrea Castelli e il suo bestiario

Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. Trento - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 Direzione pubblicità: Rosario Genovese

Panorama

61 teatro mania 62 la conquista del cervino 64 marco travaglio 66 sulle ali della musica 68 natalarte a corte 71 villaggio delle meraviglie 76 cabaret amore mio

Bolzano - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987

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(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati - TM Via Ghiaie, 15 - 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 - Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento - Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

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Scoop&news

105 inserto moda boutique dematté 114 i matrimoni del mese 119 le donne della grappa 120 poetry slam alla bookique 121 190 anni per il gruppo itas 122 Massimo dorigoni premiato

Rubriche

123 Cuochi trentini 126 Libri e librerie 129 enogastronomia 130 Fotoromanzo

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trentinoinchiesta

Il tempo è un galantuomo, rimette a posto tutte le cose. François Marie Arouet, detto Voltaire

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trentinoinchiesta di Pino Loperfido*

* Il racconto della vicenda di Enrico Forti scritto da Pino Loperfido è basato sull’esame dei documenti e degli atti del processo, oltre che sulla testimonianza diretta di suo zio, Gianni Forti, che ha provveduto a fornire anche le relative fotografie.

Enrico Forti: Al di sopra di ogni ragionevole dubbio UN TRENTINO È RINCHIUSO DA DODICI ANNI IN UNA PRIGIONE DELLO STATO DELLA FLORIDA, PERCHÉ ACCUSATO DI ESSERE IL MANDANTE DI UN OMICIDIO. IL PROCESSO CHE LO HA CONDOTTO DIETRO ALLE SBARRE, OLTRE AD ESSERE STATO VIZIATO DA NUMEROSE VIOLAZIONI, SI È CONCLUSO DOPO UN’IPOTESI RICOSTRUTTIVA FORTEMENTE FALSATA, SENZA CHE L’ACCUSA PRESENTASSE ALCUN INDIZIO, nessun testimone, ALCUNA PROVA LEGALE O LOGICA E, SOPRATTUTTO, SENZA UN MOVENTE. Adesso si tenta la via politica (a frattini piacendo...)

L

a notizia ha imperversato sui media per settimane: Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono liberi. Hip hip Hurrà! L’americana ha già preso il volo (in tutti i sensi), il pugliese – per qualcuno – farà altrettanto nelle prossime settimane, prima che la Cassazione metta nel frullatore nuovamente il caso della morte di Meredith Kirchner. L’America è la patria della libertà, là i due, anche in caso di un ribaltamento della sentenza di Perugia, si potrebbero ritenere al sicuro. Chi invece negli States al sicuro non è proprio per niente è Enrico Forti, per tutti Chico, il cittadino italiano imprigionato nel 1999 e condannato al carcere a vita nel 2000, senza uno straccio di prova o indizi degni di essere definiti tali. Nella Patria della libertà, che la libertà ha preso a emblema da centinaia di anni, che da decenni tuona contro stati canaglia, dittatori e diritti umani violati, a ben guardare di libero c’è meno di quanto si possa credere. D’altra parte non è un dettaglio il fatto che gli U.S.A. siano uno dei pochi Paesi

del mondo in cui ancora vige (a grande richiesta) la pena di morte, una delle “moderne democrazie” che con non poca presunzione, periodicamente, stila classifiche dei buoni e dei cattivi in cui, sovente, la cattiveria appare direttamente proporzionale al numero di barili di petrolio lì prodotti. D’altra parte, un Paese il cui stesso Presidente rappresenta una contraddizione vivente (Premio Nobel per la Pace e war addicted allo stesso tempo) non può che essere il luogo delle contraddizioni. Il fatto che vogliamo raccontare è molto semplice. Un italiano è da dodici anni rinchiuso in una prigione dello stato della Florida, perché accusato di essere il mandante di un omicidio. Il processo che lo ha condotto dietro alle sbarre oltre ad essere stato viziato da numerose violazioni (che più avanti proveremo ad illustrare) si è concluso dopo un’ipotesi ricostruttiva fortemente falsata, senza che l’accusa presentasse alcun indizio, alcuna prova legale o logica e, soprattutto, senza un movente. 21

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Tragedia del Cermis: il drammatico scenario che si presenta ai soccorritori nel pomeriggio del 3 febbraio 1998

FEBBRAIO 1998, U.S.A. - TRENTINO: 2-0 È curioso, ma nella prima metà del febbraio del 1998, per ben due volte, una piccola provincia autonoma italiana posta a nordest, il Trentino, è costretta ad incrociare i propri destini con quelli degli Stati Uniti d’America. La prima il 3 febbraio, quando Richard Ashby e la sua allegra brigata tenta di passare sotto i cavi della funivia del Cermis (ahilui, tira giù una cabina con venti esseri umani, ammazzandoli). La seconda, il 15 febbraio successivo, quando l’imprenditore Enrico Forti viene coinvolto, a Miami, Florida, nel caso “Pike”. Stranieri in territorio italiano, i primi; italiano in territorio straniero, il secondo. Peccato però che la proprietà commutativa funzioni solo con i numeri e non con i casi internazionali incrociati. I piloti americani non vengono nemmeno giudicati da un Tribunale italiano, ma

Anthony John Pike

Il padre della vittima. Tenta di vendere il proprio Hotel di Ibiza a Enrico Forti, dopo averne ceduto già il 95% a una società off shore. Sarà la falsa notizia della sua morte a scombussolare l’italiano al punto da indurlo a negare di aver incontrato il figlio Dale all’aeroporto di Miami.

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trasportati d’urgenza nel Paese delle libertà per essere “giudicati” oltreoceano. Sappiamo com’è andata a finire… Enrico Forti, invece, non solo viene giudicato da un Tribunale americano, ma il processo a cui viene sottoposto è degno di un racconto di Franz Kafka o di una pièce di Friedrich Dürrenmatt. Al di là dell’innocenza o della colpevolezza del trentino, se il lettore si prendesse la briga di leggere l’arringa finale di Reid Rubin, il pubblico ministero, potrebbe facilmente farsi un’idea del carattere farsesco di questo processo (ci sono dei punti in cui diventa difficile trattenere un sorriso), e al contempo risulterebbe difficile non tradire un fastidioso senso di impotenza. Perché, vedete, uno va in America e dice: “Che bello, vado negli States, mangiatevi il fegato o voi che restate, ecc.”. Ma non si rende mica conto delle disavventure incontro alle quali rischia di finire durante la permanenza laggiù, se poco poco si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Si fa un gran parlare delle carceri turche o dei metodi della polizia penitenziaria russa: beh, dopo aver letto questa storia, forse anche le carceri U.S.A. diverranno qualcosa di più reale di un film con Clint Eastwood (“Fuga da Alcatraz”) o con Tom Selleck (“Un uomo innocente”). E a proposito di film. Ce n’è un terzo che vogliamo indicare. Si tratta di “Hurricane – Il grido dell’innocenza”, interpretato da un grande Denzel Washington. È la storia del pugile Rubin Carter, condannato per triplice omicidio a tre ergastoli nel 1966,

Dale Anthony Pike

La vittima. Amico di Thomas Knott, dopo una serie di disavventure in Malesia viene convinto dal padre a recarsi a Miami, ospite di Enrico Forti. Accolto da quest’ultimo all’aeroporto il 15 febbraio 1998. Il suo corpo senza vita verrà trovato il giorno dopo a Sewer Beach.

Reid Eric Rubin

1983: gli wham al pike’s hotel

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hi ha più di quarant’anni ricorderà “Club Tropicana”, il simpatico motivetto cantato da George Michael negli Wham! Era il 1983. All’inizio del video compare un energumeno dallo stile discutibile con tanto di baffoni posticci e fazzoletto rosso al collo. Trattasi proprio di Anthony Pike che non era nuovo alle frequentazioni con i vip del mondo dello spettacolo. Il Pike’s Hotel di Ibiza è stato al centro della vicenda di Enrico Forti.

È il pubblico ministero del processo. Sul solo pretesto della bugia iniziale di Forti costruisce tutta la sua arringa, facendo leva anche su un accusa di truffa dalla quale Enrico Forti è già stato sollevato alcuni mesi prima, cosa che si guarda bene dal rivelare alla giuria.

Thomas H. Knott

Faccendiere tedesco, amico di Anthony e di Dale Pike, la vittima. Il suo miniappartamento è sotto a quello di Enrico Forti. I due diventano amici e lavorano assieme al filmato sul caso “Cunanan”. Arrestato per truffa e condannato a 15 anni, Knott patteggia la sua pena e lascia inspiegabilmente il carcere e gli Stati Uniti qualche tempo dopo che la condanna all’ergastolo del trentino è passata in giudicato.


trentinoinchiesta quindi scarcerato e assolto (udite, udite…) nel 1985, ovvero dopo diciannove anni di ingiusta detenzione. La vicenda di “Hurricane” Carter presenta diverse affinità con la storia di Enrico Forti che adesso ci accingiamo a raccontare.

Williams Island, Miami

CHI È ENRICO “CHICO” FORTI Imprenditore, campione di windsurf, filmaker, produttore: come traspare da questo piccolo elenco, la personalità di Enrico Forti è varia e improntata all’eclettismo. Nato nel 1959, Forti si accorge molto presto di quanto stretta gli vada la provincia trentina. Inizia a girare l’Italia e il mondo. Diventa uno dei pionieri del windsurf, ma si dimostra abile anche in altre discipline sportive cosiddette “estreme”. Come se non bastasse, nel 1990, vince alcune decine di milioni di lire al quiz televisivo “Telemike”. I soldi sono la spinta definitiva verso il “sogno americano”, il Paese della Libertà che per lui, qualche anno più tardi, si rivelerà essere il Paese della Prigionia. Una volta in America (California, prima, Miami poi) Forti moltiplica le proprie attività, i progetti, le iniziative. Una mente vulcanica, un uomo che proprio non riesce a stare fermo e a smettere di sorridere: un’innata positività che tra l’altro si è rivelata fondamentale durante questi dodici lunghissimi anni di detenzione. Mette su una società di produzione cinematografica che realizza filmati di sport estremi che poi verranno acquistati dalla ESPN (“Hang Loose”, 100

Ira Loewy

Il primo avvocato difensore di Forti. Penderebbe su di lui il dubbio di aver operato in uno stato di grave conflitto di interesse, in quanto lavorava come pubblico ministero in un altro caso. Enrico Forti sostiene che la firma sulla fotocopia dell’autorizzazione per la doppia mansione non è la sua.

puntate...), la maggiore rete televisiva sportiva americana. Disegna tavole e accessori per il windsurf, orologi sportivi, gestisce un ristorante, crea una casa cosmetica che distribuisce maschere di bellezza anti-invecchiamento e, tanto per gradire, prende anche il brevetto di pilota e acquista un piccolo Cessna per le riprese aeree. In America, Enrico Forti, non se ne sta certo con le mani in mano: questo nemmeno un funambolo dell’oratoria come Reid Rubin avrebbe potuto metterlo in discussione. TUTTO HA INIZIO IN QUELL’HOTEL DI IBIZA Per narrare questa incredibile vicenda dobbiamo partire da Ibiza, la piccola isola delle Baleari dove, negli anni Ottanta, l’avventuriero inglese Anthony Pike costruisce un piccolo hotel, aiutato da suo figlio Dale. Il Pike’s Hotel diventa in breve tempo un punto di riferimento per personaggi del jet-set internazionale dell’epoca, tra cui Boy George e George Michael che, con gli Wham ci gira addirittura il videoclip della canzone “Club Tropicana”. Il Pike’s Hotel è frequentato anche da un faccendiere

Donald Bierman

Secondo avvocato difensore. I due legali fanno desistere Forti dal suo proposito di deporre davanti ai giurati, dando per scontata l’assoluzione. Questa scelta dà all’accusa il diritto all’ultima parola che si rivelerà devastante e decisiva ai fini del verdetto.

Gary Schiaffo

tedesco di nome Thomas Knott che si spaccia per campione professionista di tennis (ha solo vinto qualche partita nei campionati tedeschi), in realtà è un campione professionista di truffe miliardarie nel campo delle multiproprietà. Knott si presenta spesso ad Ibiza in compagnia del connazionale Siegfried Axtmann che è titolare di una piccola compagnia aerea a Norinberga. Qualche anno dopo, siamo nel 1993, per costoro la fortuna comincia a girare. Anthony Pike contrae il virus dell’Aids, dopo aver cacciato malamente il figlio Dale, che si rifugerà in Malesia. Thomas Knott viene arrestato in Germania e condannato a sei anni di reclusione per truffa. Quattro anni dopo, viene messo in libertà vigilata, ma fugge negli Stati Uniti, dove viene introdotto dall’amico Axtmann nel residence esclusivo di Williams Island, Miami. Occupa un appartamento sopra il quale abita Enrico Forti. Alla fine del 1996, Dale Pike supplica il padre di dargli una mano perché – a quanto pare – in Malesia si è cacciato in qualche grosso guaio. Anthony vola laggiù, ma la malattia si aggrava improvvisamente. Viene portato in Australia da Dale, a Sydney, dove vive l’altro figlio, Bradley. Anthony è in fin di vita e i medici gli danno pochi giorni di vita, se non fosse che la moglie Vera non è di questo parere, anzi, vola in Australia, preleva il marito e lo porta in Spagna dove viene curato in maniera alternativa. In poco tempo l’uomo si rimette miracolosamente in sesto.

Uno degli investigatori del caso “Cunanan”. È a lui che Enrico Forti si rivolgerà, da New York, per avere aiuto nella ricerca dello “scomparso” Anthony Pike. Dopo il pensionamento dalla squadra omicidi, avvenuto qualche mese dopo il caso Cunanan, è impiegato presso l’ufficio di Reid Rubin. Nell’aprile 2010, Schiaffo viene arrestato con l’accusa di aver falsificato prove e testimonianze in almeno due processi.

Victoria Platzer

Già nella stessa squadra investigativa di Schiaffo durante il caso “Cunanan”, nonché sua compagna di pattuglia, la ritroviamo giudice durante il processo. È sua la frase più surreale del processo: “La Corte non ha le prove che lei sig. Forti abbia premuto materialmente il grilletto, ma ho la sensazione, al di là di ogni dubbio, che lei sia stato l’istigatore del delitto”. 23

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l’ACCUSA legatA ad un granello di sabbia

Confessor Gonzalez, detective – assieme a Catherine Carter – nel caso Forti

I MISTERI DEL CASO “cunanan” Aperta parentesi: il 15 luglio del 1997, a Miami Beach, sulla Ocean Drive, viene assassinato lo stilista italiano Gianni Versace. Il fatto è clamoroso, ne parla tutto il mondo, figuriamoci il quartiere. Pare che l’assassino sia tale Andrew Cunanan, suicidatosi su una casa galleggiante durante un “assedio” della polizia di Miami. In seguito a questo drammatico episodio, Thomas Knott confida a Enrico Forti di conoscere l’intermediario di quella house-boat. Guarda te la coincidenza, si tratta di Siegfried Axtmann, il suo concittadino. Enrico, che è filmaker e sta pensando di girare un documentario sulla vicenda Cunanan-Versace, approfitta del contatto per acquistare i diritti sulla casa a scopo giornalistico. È lo stesso Knott a collaborare alle riprese del docufilm “Il sorriso della Medusa”, trasmesso successivamente in Italia e in Francia. Gli indizi e le testimonianze raccolte in esso avvalorano l’ipotesi che non sia stato Cunanan a sparare a Versace e la morte dello stilista sia da ricollegare a un movente clamoroso, che porta dritti dritti in ambienti della politica e della malavita. Insomma, diciamolo francamente, “Il sorriso della Medusa” sputtana allegramente la polizia di Miami che – sempre secondo il racconto dell’inchiesta – avrebbe inscenato un assalto in stile Fort Alamo solo per “suicidare” un uomo, in realtà già morto. D’altra parte alcuni strani episodi avvenuti subito dopo sembrano avvalorare la tesi del complotto. Cunanan viene portato via in un sacco nero e cremato in poche ore. La casa galleggiante affonda misteriosamente poco tempo dopo. Acquistato e trasmesso il 25 settembre da RaiTre, “Il sorriso della Medusa” sparirà in seguito dagli archivi della Rai; a tutt’oggi 24

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L’

unico, debolissimo, indizio presentato dall’accusa è rappresentato da un reperto di sabbia prelevato dal tappo del gancio di traino dell’auto di Enrico Forti. Il mezzo viene smontato pezzo per pezzo il 5 marzo. Non viene trovato nulla di significativo. Venti giorni dopo, il poliziotto John Campbell guida l’auto fino a Dodge Island (senza la necessaria autorizzazione del magistrato), solo allora “scopre” alcuni granelli di sabbia nel tappo del gancio di traino. Una settimana prima della sua testimonianza, non avendo fatto fotografie all’originale, scatta alcune polaroid ad un mezzo simile (sic!). Peccato che lo stesso Forti, prima che l’auto gli venisse sequestrata, l’aveva guidata più volte in posti diversi, spiagge comprese. Ma soprattutto, la sabbia delle spiagge di Miami è di riporto, pertanto è compatibile con qualsiasi spiaggia dei dintorni! Su questo punto gli avvocati Loewy e Bierman si dimostreranno clamorosamente latitanti.

malattia. Questi arriva e viene presentato a Forti. Dice Knott: “La sai una cosa? Questo vuole vendersi l’hotel di Ibiza”. Ma dai? “Un affare, amico”. Peccato che però all’italiano venga tenuto nascosto un particolare di una certa rilevanza: e cioè che il Pike’s Hotel non è più di proprietà del suo fondatore, ma appartiene per il 95% a una società off-shore con sede nelle isole Jersey e solo il 5% è in realtà trattabile. Fate conto, un po’ come Totò che vuol rifilare la Fontana di Trevi all’ignaro turista. Purtroppo Enrico Forti non sospetta l’imbroglio e, dopo aver ordinato a Knott di stare fuori dall’affare, considerati i suoi precedenti con la giustizia, va a visionare l’hotel e, a metà gennaio del 1998, firma un compromesso davanti ad un notaio spagnolo, senza sapere che quello che sta acquistando non è l’hotel ma – per usare le parole dello stesso Anthony Pike – un “elefante bianco”, un pacco, insomma. A metà febbraio, c’è la svolta di tutta la faccenda: l’arrivo a Miami di Dale Pike, la vittima. Attenti: quindici giorni prima, Anthony Pike chiama Enrico Forti e gli chiede di fargli una cortesia. Dale è nei guai (un’altra volta) e deve lasciare la Malesia al più presto. In più non ha un soldo in tasca, se per cortesia Forti gli potesse pagare il biglietto. Enrico tira fuori il portafogli e paga il volo diretto in Spagna. Pochi giorni dopo, una nuova telefonata dell’albergatore, da Madrid. Dice: arrivo a Miami con mio figlio Dale, non è che ci potresti pagare i biglietti? L’italiano paga, senonché il giorno dopo arriva un contr’ordine. Dale Pike arriverà da solo a Miami, giacché il padre ha da fare. Dà appuntamento a Enrico Forti per il mercoledì successivo, 18 febbraio, a New York, pregandolo di ospitare nel frattempo il figliolo a Williams Island.

su Internet non è reperibile in italiano. Se da una parte il docufilm gli rimedia un po’ di soldini, dall’altra a Enrico Forti procura la fama di “rompiscatole”. Già gli italiani da quelle parti non sono tutta questa simpatia di persone, se poi ti metti a tirar fuori certe storie… Chiusa la parentesi. IL PIKE’S HOTEL COME LA FONTANA DI TREVI Arriviamo alla fine del 1997. Thomas Knott, che è entrato quindi in confidenza con Forti, invita a Miami il suo vecchio amico Anthony Pike, ristabilitosi dalla

Siegfried Axtmann. È l’intermediario della house-boat in cui viene ritrovato il cadavere di Andrew Cunanan


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I misteri della casa galleggiante

P

rima di venire coninvolto, suo malgrado o meno, nel caso “Versace” Andrew Cunanan è un pluriomicida, trasformista, ricercato in diversi stati per la morte di 4 persone. Sui misteri legati alla sua tragica fine indaga il docu-film di Enrico Forti, “Il sorriso della Medusa”, che tenta di dare risposta ai diversi interrogativi che la dinamica dei fatti ha provocato. Intanto, perché uno abituato a mascherarsi e a fuggire con abilità da uno Stato all’altro, cerca rifugio in una sorta di vicolo cieco, a due passi dal luogo della morte di Gianni Versace. Come si giustifica l’eccezionale dispiegamento di forze messo in campo dalla polizia di Miami? Perché il corpo di Cunanan è stato cremato dopo poche ore? Secondo la ricostruzione dei fatti, il presunto assassino dello stilista italiano si sarebbe ucciso con una Taurus, calibro 40. (“Il viso era perfettamente riconoscibile e intatto” dice Gary Schiaffo nel video di Forti; d’altra parte basta osservare la foto pubblicata qui a lato). Ma se davvero Cunanan si fosse sparato con una calibro 40 della sua testa sarebbe rimasto ben poco... In un articolo del dicembre dello scorso anno, Nick Pisa, corrispondente de The Telegraph, parla di mai provate dichiarazioni del pentito della ‘Ndrangheta Giuseppe Di Bella, secondo le quali lo stilista sarebbe stato assassinato a causa dei debiti nei confronti della mafia. Le stesse dichiarazioni sono riportate nel libro sulla ‘ndrangheta scritto dal giornalista Gianluigi Nuzzi, Metastasi (Chiarelettere, 2011).

15 FEBBRAIO 1998. DOMENICA, FATALE DOMENICA La domenica mattina bussano alla porta di Enrico Forti. È Thomas Knott. Ha saputo (da chi?) dell’arrivo di Dale e si propone di andarlo a prendere. Enrico, conoscendo probabilmente il personaggio, rifiuta l’offerta e si reca da solo all’aeroporto internazionale di Miami. Non era l’unico ospite da prelevare da un aeroporto quel giorno. Alla sera alle 20, infatti, all’aeroporto di Fort Lauderdale (a nord di Miami) sarebbero arrivati da New York il suocero e suoi due figli. Forti però è tranquillo. Di tempo ce n’è in abbondanza. Il volo di Dale Pike è previsto alle 15, ma si verifica un intoppo, un ritardo di quasi due ore. Dale e Enrico si incontrano e lasciano l’aeroporto internazionale attorno alle 18.30. Dunque – abbiamo detto – arriva il suocero e Enrico non può più ospitare Dale

a casa sua. Si offre di trovargli un albergo, ma quello rifiuta e chiede di potersi fermare in una stazione di servizio per comprare le sigarette e fare una telefonata. A Thomas Knott. Quindi torna in auto e chiede di essere accompagnato al ristorante Rusty Pelican, sull’isola di Virginia Key, dove a quanto pare c’è qualcuno che lo sta aspettando. Al contempo lo prega di non dire nulla al padre del suo arrivo, ché ha intenzione di spassarsela un po’. Arrivano, Dale scende e si avvicina ad un tizio al volante di una Lexus bianca. Confabulano un po’, quindi torna da Enrico, si riprende la borsa, e gli dà appuntamento direttamente al giovedì successivo, quando sarebbe giunto in città il padre. Alle 19.16 Enrico telefona a sua moglie Heather, dicendole di stare andando a prendere il suocero e i bambini. La telefonata viene registrata sulla Rickenbacker Causeway – la striscia di terra che

Il certificato dell’ufficio immigrazione rilasciato alla vittima al suo arrivo a Miami. Viene trovato dalla polizia accanto al cadavere, senza vestiti, nel boschetto di Sewer Beach.

collega Key Biscayne a Miami –, a circa due miglia dal Rusty Pelican. Alle 20, Forti è a Fort Lauderdale. Il giorno dopo, Dale Pike viene trovato nudo e morto in un boschetto lungo la Sewer Beach, a tre miglia di distanza dal Rusty Pelican – con accanto la carta rilasciata dall’Ufficio Immigrazione dell’aeroporto di Miami, il boarding pass, il pendaglio del Pike’s Hotel, ucciso da due colpi di arma da fuoco alla nuca: una sorta di esecuzione. Se fosse davvero Enrico l’assassino, avrebbe avuto circa 10-15 minuti per andare a Sewer Beach, eludendo gli sbarramenti e i divieti presenti in quel periodo, giustiziare Dale Pike con due colpi alla nuca, spogliarlo (la camicia insanguinata prova che questa è l’esatta successione), trascinarlo per diverse decine di metri, quindi far sparire i suoi vestiti, la valigia, cancellare le tracce degli pneumatici e prepararsi tra l’altro a mostrarsi calmo, pacifico e rilassato davanti al suocero e ai suoi figli. Oggettivamente l’impresa risulterebbe impossibile anche al criminale più spietato e recidivo. Il ritrovamento del cadavere. IL MESSAGGIO CIFRATO DELL’ASSASSINO Ma se non è stato Enrico Forti, chi ha ucciso l’uomo? Thomas Knott? Un amico comune? E perché nessuno considera la pista malese? Dale Pike aveva combinato qualche grosso casino in Oriente: non potrebbe essere – considerata anche la modalità del delitto – trattarsi dunque del classico regolamento di conti? I malesi incazzati lo hanno seguito a Miami oppure hanno incaricato qualche criminale d’importazione e... fine della storia. Ma poi – scusate – la presenza della carta d’imbarco accanto al cadavere, santo cielo, vi pare che se l’assassino fosse davvero colui che ha appena pre25

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LUOGHI E tempi DEL “CASO FORTI” E DEL CASO “CUNANAN”

20:00 Williams Island Abitazione di Enrico Forti

CASO “cunanan”

La House Boat in cui viene ritrovato il cadavere di Andrew Cunanan

18:30

19:16 Sono questi l’ora e il luogo della telefonata in cui Forti informa la moglie di essere diretto a Fort Lauderdale

A. Aeroporto internazionale di Miami B. Coral Way, Miami C. Ristorante “Rusty Pelican”. D. Aeroporto di Fort Lauderdale

Casa Casaurina. La villa di Gianni Versace a Miami Beach

Stazione di servizio a Lejeune, dove Dale Pike chiede di poter fermarsi per le sigarette e per fare una telefonata

Totale distanza percorsa: ca. 40 miglia Tempo di percorrenza presunto (considerando anche la sosta alla stazione di servizio): un’ora e 20 minuti

Parcheggio del ristorante “Rusty Pelican”. Qui Dale Pike lascia l’auto di Enrico Forti

Sewer Beach Luogo del ritrovamento del cadavere di Dale Pike


trentinoinchiesta levato la vittima all’aeroporto deponga accanto al cadavere la carta dell’ufficio immigrazione e il boarding pass?! Come a dire: sono stato io, venite a prendermi? Di contro, se invece, come appare più plausibile, ad ammazzare Pike è stato qualcun altro, ha un sapore sinistramente puerile questo voler indirizzare i sospetti verso Enrico Forti. L’assassino (o gli assassini...) toglie tutto a Dale, vestiti e bagagli, e gli mette la carta dell’aeroporto accanto alla mano sinistra. Poi sparpaglia qua e là altre “tracce”. (Ci mancava solo che ci scrivesse su “Forti: prego arrestare”). Una specie di messaggio cifrato indirizzato alla polizia, la quale viene allertata nel pomeriggio del giorno seguente da David Suchinsky, un surfista che dopo aver scavalcato le recinzioni (dato che l’accesso era impraticabile dalla strada) si è imbattuto nel cadavere. Giunta sul luogo del delitto, la polizia telefona alla compagnia aerea Iberia, domandando il numero di telefono lasciato dal passeggero, componendolo immediatamente. Il numero è quello del Pike’s Hotel. I poliziotti si fanno passare il direttore, Antonio Fernandez. “Che ci è venuto a fare a Miami, Dale Pike?” Fernandez impiega un secondo a riprendersi dallo choc della notizia, quindi risponde: “Doveva incontrarsi con Enrico Forti (detto Chico) e... con Thomas Knott”. Fernandez non verrà ammesso come testimone al processo. LA SORPRESA, LA BUGIA O L’INGANNO Mercoledì 18 febbraio Enrico Forti e Anthony Pike hanno, dunque, un appuntamento a New York a casa di un’amica di quest’ultimo, Jane Fredericks. È proprio alla Fredericks che arriva la telefonata dalla detective Catherine Carter che la informa della morte di Dale Pike. Il padre in quel momento è ancora in volo e verrà informato dopo l’atterraggio. Nel frattempo Enrico Forti, giunto anch’egli nella Grande Mela, chiama la Fredericks – cercando Tony – e questa informa pure lui della tragedia, consigliandolo di chiamare la detective. A quel punto l’italiano va nel panico. Non riesce più a tenere nella testa, tutte assieme, le cose occorse. Chiede aiuto telefonico all’ex capo della squadra investigativa di Miami, tale Gary Schiaffo, con il quale aveva collaborato durante le riprese de “Il sorriso della Medusa”, scambiandosi dei favori. Quindi prende l’aereo per

La battaglia di imposimato contro la «stupidità di giudici razzisti»

È

uno dei giuristi più illustri del nostro Paese, nonché presidente onorario aggiunto del Consiglio Superiore della Magistratura. Ha deciso di assumere gratuitamente la difesa italiana di Enrico Forti e si sta battendo affinché la revisione del processo possa divenire realtà e perché la politica e la diplomazia italiane facciano la loro parte in questa disgraziata vicenda. Di seguito la lettera che Imposimato ha inviato a Enrico Forti il mese scorso. Caro Chico, Lei è vittima di una grave ingiustizia e di abusi intollerabili da parte della Giustizia americana. Si dovrebbero vergognare i politici americani di invocare il rispetto delle regole per una loro cittadina in Italia trascurando e calpestando i più elementari diritti di difesa che Le spettano. E sono arrabbiato anche con il Ministro Frattini perchè non ha ben compreso la gravità del suo caso e la ingiustizia di cui Lei è vittima. Ma come si fa a sostenere che Lei ha tentato di truffare una persona che non aveva nemmeno i soldi per pagare il biglietto aereo che ha dovuto pagare Lei, caro Chico. Come si fa a pensare che uno possa uccidere una persona, sapendo che il padre della vittima sa dell’incontro. Solo l’immensa stupidità di giudici razzisti può avere consentito tale aberrazione. Io sono arrabbiatissimo e non mollerò mai. Alla prima occasione devo tornare sulla sua vicenda. Al più presto scriverò una lettera a Obama e la darò alla stampa. sciverò una lettera a Hillary Clinton, che farebbe bene a occuparsi del suo caso, simbolo di ogni tipo di abusi. Ho partecipato anche ad una trasmissione su di lei a Sky. E cercherò di creare altre occasioni per denunziare la ingiustizia di cui Lei è vittima. Non mi rassegnerò mai. La abbraccio fraternamente, Caro Chico, con il rammarico di non potere fare di più. Ferdinando Imposimato la Florida, giungendo a Miami prima di Pike. Attende inutilmente l’albergatore nell’area riservata all’uscita passeggeri. Anthony Pike era stato prelevato dalla polizia di Miami e tenuto nascosto al Regency Hotel e il Forti non avrebbe mai potuto incontrarlo. Giovedì 19, Enrico telefona alla polizia: “Guardate che Tony Pike è irreperibile…”. Chiama una seconda e poi una terza volta, quando la detective Carter gli dà un “appuntamento” in centrale, verso le 20. Forti è preoccupato e non sapendo più che pesci pigliare richiama Schiaffo che lo tranquillizza: “Nessun problema, amico. Una formalità. Non occorre nessun avvocato”. Così, durante l’incontro al dipartimento – sempre secondo la tesi della difesa, non esistendo le prove di ciò – i detective Carter e Gonzales prendono da una parte Forti e gli confidano che Tony Pike è stato trovato ucciso a New York. (Ma attenzione; facciamo attenzione, adesso. Secondo voi, se Enrico Forti fosse

veramente il colpevole, fosse cioè ben cosciente in quel momento di aver ucciso Dale Pike e, al contempo, di non aver ucciso il padre; anzi, di avere la certezza – salvo clamorose ma troppo remote coincidenze – che la morte di Anthony Pike è una balla, avrebbe mentito come poi ha fatto?!) Perché Enrico è proprio questo che fa: mente e mentendo commette il suo errore più grosso. Ma mettiamoci nei suoi panni in quel momento. Se davvero quei due hanno reso l’anima a Nostro Signore, quasi in contemporanea, qualcuno sta cercando di incastrarlo, con la precisa, cinica volontà di sbatterlo in galera e buttare via la chiave. Per questo dichiara di non aver mai visto Dale Pike. Chiunque lo avrebbe fatto. Chiunque non conosca il moralistico rispetto che gli americani nutrono nei confronti della verità: per loro non esistono differenze qualitative tra i diversi tipi di bugia. La piccola bugia detta a fin di bene ha la stessa valenza della più spudorata delle menzogne. 27

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Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton. Per molti, anche lei si è mobilitata per influenzare la sentenza di Perugia

“SIGNORA, SUO MARITo È UN MAFIOSO, LO SAPEVA?” Il 20 febbraio, il giorno dopo il primo interrogatorio, Enrico Forti si ripresenta volontariamente dalla polizia per consegnare alcune carte che gli erano state richieste il giorno prima. Di certo non si aspetta quello che gli sta per accadere. Viene arrestato, imputato di truffa e circonvenzione di incapace, e sottoposto ad un interrogatorio di 14 ore. Senza avvocato. Dice: e la Convenzione di Vienna che garantisce l’immediata assistenza legale in caso di arresto di un cittadino in uno Stato diverso dal proprio?! E i principi universali del giusto processo consacrati dal Patto internazionale di New York del 16 dicembre 1966, sottoscritti naturalmente anche dagli U.S.A.? E chi se ne frega… Nella notte, viene portato sul luogo del presunto delitto, ammanettato. Sempre ammanettato, è trasportato in un ambulatorio per effettuare un prelievo del sangue per confrontare il Dna. Tutto senza che nessuno gli legga i “diritti Miranda”, dato che ufficialmente non è in stato di arresto (ma le manette ce le ha, eccome). Viene perquisito il suo appartamento. La sua auto pure, grazie all’atto vandalico di un misterioso “barbone”. E le autorità italiane, il Consolato, lo sapete da chi vengono a sapere dell’arresto? Dai giornali. Nove giorni dopo… Come dire? Sono accadute cose, in questa vicenda, che purtroppo per vari motivi non possono rimanere che congetture. Le raccontiamo prendendole dalla testimonianza di Enrico Forti stesso e di sua moglie. A quest’ultima, i poliziotti raccontano un sacco di menzogne sul conto del marito (“È un mafioso, ha una doppia vita”, ecc.), cosa alle quali, purtroppo, Heather crederà per lungo tempo, fino a quando si accorgerà di essere stata ingannata. Tra l’altro, al momento dell’arresto, i poliziotti strappano davanti 28

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alla faccia del sospettato le foto che lo ritraggono, sorridente, assieme ai suoi bambini, gridandogli che non li rivedrà mai più. (Quella perversa previsione si è avverata. Fino ad oggi, almeno.) Di questo animato confronto – manco a dirlo – è sparita ogni traccia, perfino la registrazione della videosorveglianza interna della caserma nessuno sa più dove sia. In ogni caso, siamo alla fine di febbraio. Enrico Forti e Thomas Knott sono i

Una legge da far west le contraddizioni e le forzature della “principle rule”

L’

accusa, che aveva chiesto inizialmente per Chico Forti la pena di morte, constatando la mancanza di prove (necessarie per la pena capitale), ha abilmente optato per l’applicazione di una vecchia legge, assurda ed oramai non applicata più da quasi nessuno degli Stati Americani: la cosiddetta “ Principle Rule”. Secondo questa, se più persone vengono riconosciute di aver partecipato in qualche modo alla commissione di un reato, anche se in realtà materialmente non hanno fatto niente, a tutti viene applicata la stessa pena del “principale”, anche se unico, responsabile. In poche parole, se tre amici si fermano in macchina in una stazione di servizio ed uno mette la benzina, uno va in bagno e l’altro violenta la cassiera e l’ammazza, senza che gli altri sappiano nulla delle sue intenzioni, tutti e tre vengono condannati alla pena di morte o all’ergastolo... Assurdo? Beh, la frase pronunciata dall’accusatore Reid Rubin durante l’arringa finale – “Lo Stato non deve provare che egli sia l’assassino al fine di dimostrare che sia lui il colpevole“ – ha un senso solo alla luce di questa legge. Chico Forti è colpevole anche senza la necessità che lo Stato provi che sia l’assassino perché lo Stato ha presunto che lui fosse in qualche modo coinvolto.

Amanda Knox, dopo la sentenza di assoluzione

principali sospettati, ma il tedesco ha un alibi. Un alibi leggerino, ma pur sempre di alibi si tratta (un party nel bilocale di Williams Island, con tanto di inviti…). Questo per l’accusa di omicidio. Per quella truffa gli investigatori ritengono di avere prove sufficienti per dimostrare che Anthony Pike è stato raggirato da Forti. In realtà, Pike è proprio il raggirante, se così possiamo chiamarlo. Il 25 febbraio viene arrestato anche Knott, mentre tenta di fuggire da Miami. Il 3 marzo, Forti viene rilasciato su cauzione, inizialmente viene fissata in dieci milioni di dollari: una cifra record per un caso di truffa che non trova nessuna giustificazione. Due giorni dopo, però, viene commutata (come? perché?) nel blocco dei beni dell’imputato. Comunque non è questo il problema, dato che Forti viene assolto da tutte le accuse il 9 ottobre 1999. Thomas Knott, al contrario, viene condannato dalla Corte della Florida per truffa ai danni di Anthony Pike, nonché per il possesso di un’arma da sparo dello stesso calibro di quella con cui è stato ucciso Dale Pike... Pare incredibile, lo so, ma un paio di anni dopo, le parti risulteranno invertite e Thomas Knott volerà verso l’Europa, libero come un fringuello. Dal giorno del primo arresto all’assoluzione per la truffa passano 20 mesi in cui Forti è sostanzialmente libero. Mesi in cui – fosse stato davvero lui il colpevole, percependo che qualcosa si stava macchinando alle sue spalle – avrebbe potuto senza troppi problemi abbandonare gli States. Non lo fa. Perché? Un’ipotesi: forse perché non è lui il colpevole? Due giorni dopo l’assoluzione per truffa, proprio la truffa viene usata come movente, allorquando Forti viene arrestato con l’accusa di omicidio volontario di primo grado.


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“Voglio proporre a forti di girare un film” L’ultima mail di dale pike alla fidanzata

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ei giorni precedenti la sua partenza per Miami, Dale Pike ha scritto alcune e-mail alla fidanzata Vaike Neeme. L’ultima è del 14 febbraio 1998, giorno antecedente il suo viaggio per Miami. In questa e-mail Dale si dice ansioso di conoscere Chico Forti “il nuovo socio dell’hotel di suo padre” e anche noto produttore cinematografico. Scrive “di avere con sé il progetto per fare un film e di volerglielo presentare”. Dice anche di contare sull’aiuto di Chico Forti per poterlo realizzare. Non fa alcun riferimento alla compravendita dell’hotel. LA DIFESA: UN PATCHWORK CONFUSO E TROPPO TIMIDO “Il processo? Una formalità”, parola di avvocati difensori. E invece la faccenda si complica. Forti vorrebbe deporre, andare al banco a dire ai membri della giuria cosa è veramente accaduto, cosa quei poliziotti hanno fatto a lui e alla sua famiglia, ma i suoi avvocati difensori (eccolo qui, un altro tasto dolente del “Caso Forti”) gli hanno sconsigliato di esporsi, per evitare un “massacro” a fronte di un’assoluzione praticamente certa… Peccato che per la legge americana, questo atteggiamento (l’assenza dal banco dei testimoni) conceda un vantaggio pazzesco all’accusa: il diritto all’ultima parola. Come far giocare il Barcellona contro la Vigolana, togliendo a quest’ultima tre giocatori più il portiere. Si tratta del primo di una lunga serie di autogol (tanto per restare sulla metafora calcistica) che la difesa realizzerà durante la requisitoria. Altra cosa assurda, la durata dell’istruttoria: 20 mesi. Un record, considerato che normalmente siamo sui sei mesi. Perché? Non si sa. Forse per cercare quante più prove possibili atte a incastrare l’imputato? Terza cappellata dei difensori, il conflitto d’interessi che l’avvocato Ira Loewy si porta sul groppone. Da qualche tempo,

Sewer Beach, l’area del ritrovamento del corpo. Il cartello evidenzia il divieto di accesso dalle 18 in poi. Sullo sfondo, si notano anche le barriere che impediscono alle automobili di accostare, quindi, di non essere notate. Al tempo dell’omicidio di Dale Pike nel 1998, l’area era chiusa giorno e notte per lavori.

infatti, lavora come pubblico ministero in un altro caso. Per la Legge americana ciò è motivo di annullamento del processo a meno che l’imputato non si dichiari d’accordo. In seguito, verrà presenta la fotocopia di un’autorizzazione che Enrico Forti avrebbe firmato e concesso a Loewy. Forti dichiarerà più volte di non aver mai visto quel documento e di non averlo tanto meno firmato. Anthony Pike si presenta in aula sofferente, sorretto platealmente da due badanti-infermiere. (Qualche settimana dopo, due amiche trentine di Forti lo vedranno diciamo “un po’ meno sofferente” nel suo hotel di Ibiza). Il processo si trascina stancamente per venti giorni, durante i quali la giudice Platzer fa notare alle parti che si sta perdendo troppo tempo in chiacchiere... E ti credo, non ci sono testimoni, impronte prove ecc. ecc. Che processo vogliamo fare? E invece... UN’ACCUSA DA PREMIO NOBEL. DEL CINISMO Se mai dovessero istituire un premio Nobel per l’Ars Oratoria, bisognerebbe provvedere subito a premiare il procuratore Reid Rubin. Ma anche nella categoria “cinismo” non sfigurerebbe. D’altra parte basta andarsi a leggere la sua arringa. Stiamo parlando di un prosecutor che è riuscito a convincere una giuria formata da 12 persone della colpevolezza dell’imputato basandosi solo su una “bugia” ritrattata dopo solo 24 ore. Costui è riuscito a mandare all’ergastolo Enrico Forti senza presentare alcuna prova oggettiva che lo collegasse all’omicidio,

nessun testimone, nessuna impronta, nessuna arma del delitto, esame del Dna (su un guanto ritrovato accanto al corpo di Pike) negativo. Per non parlare del movente utilizzato: quello relativo alla truffa, accusa dalla quale Forti era stato assolto mesi prima. Un comportamento scorretto, fuori legge, attuato in barba alla cosiddetta Regola Double Jeopardy secondo la quale, se un imputato è già stato assolto da un’accusa, quest’ultima non può essere usata in un altro processo. Ma Reid Rubin, il premio Nobel, non si limita a ciò. Sapendo di avere diritto all’ultima parola, durante l’arringa finale usa il grimaldello dell’accusa per truffa, senza informare la giuria che Enrico Forti da quell’accusa era già stato assolto! Pazzesco, no? Alla fine arriva la condanna. La giudice Victoria Platzer – che lavorava con Gary Schiaffo nella squadra omicidi all’epoca del caso Cunanan… – chiede alla giuria di pronunciare il verdetto che è – ci crediate o no – il seguente: “Per avere il Forti Enrico, personalmente e/o con altra persona o persone allo stato ancora ignote, agendo come istigatore e in compartecipazione, ciascuno con la propria condotta partecipata, e/o in esecuzione di un comune progetto delittuoso, provocato, dolosamente e preordinatamente, la morte di Dale Pike...” Che sarebbe come se una mamma dicesse a quel monello del figlio: “Tu hai rubato la marmellata personalmente o con qualcun altro o altri ancora che al momento non conosco e l’idea è stata tua o di qualcun altro o magari tu non c’entri niente ma ti punisco lo stesso”. Ma il meglio delle proprie capacità sofistiche la giudice Platzer lo dà subito dopo il pronunciamento della giuria popolare, quando esprime il suo verdetto con queste parole (la traduzione è letterale): “La Corte non ha le prove che lei sig. Forti abbia premuto materialmente il grilletto, ma ho la sensazione, al di là di ogni dubbio, che lei sia stato l’istigatore del delitto. I suoi complici non sono stati trovati ma lo saranno un giorno e seguiranno il suo destino. Portate quest’uomo al penitenziario di Stato. Lo condanno all’ergastolo senza condizionale”. Sensazione?! Abbiamo letto giusto? Giudice Platzer, lei mi sta mandando a puttane la vita di un uomo sulla base di una... sensazione? Ha un’idea di quello che ha appena detto? No, non certezza, ma sensazione, dal latino sensationem, “modificazione semplicissima dello spirito umano occasionata dall’impressione 29

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trentinoinchiesta

Un “Dossier” per frattini Un lavoro delLa criminologa bruzzone, sottofirmato dal giudice imposimato

La vicenda di Rubin “Hurricane” Carter presenta numerose affinità con il caso Forti

Roberta Bruzzone

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a criminologa Roberta Bruzzone sta preparando un “report” in cui si evidenziano tutte le procedure sbagliate, le regole violate e i diritti negati al processo contro Enrico Forti. La Bruzzone – che si è occupata dei più controversi casi di omicidio italiani degli ultimi anni – ha visitato Forti più volte nel carcere di Miami. Ha impiegato quasi due anni per studiare tutti gli atti del processo. Questo “report”, che sarà presentato a breve alla Farnesina, al Ministro Franco Frattini, è sottofirmato dal giudice Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto del Consiglio Superiore della Magistratura. che fanno sui nervi le cose del mondo esteriore?!” A volte una parola – da sola – può rivelare più cose di quante si possano immaginare. In Florida, nei pressi di Miami, tra le paludi delle Everglades infestate di voraci coccodrilli, c’è un carcere di massima sicurezza. In quel carcere una cella. In quella cella un uomo, un italiano, vive da dodici anni, dopo aver perso la moglie, i figli, la casa, la libertà. Dopo aver dovuto apprendere della morte per crepacuore di suo padre Aldo. Tutto, diciamo tutto, per una sensazione… 30

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Dice: ma c’è l’appello, e che diamine! Loewy e Bierman si dicono arcisicuri del ribaltamento della sentenza. Invitano addirittura i familiari di Enrico a mettere in fresco una bottiglia di champagne. E invece, l’appello si traforma in una specie di farsa in cui, sorseggiando un caffè, la giudice infila una serie impressionante di “Non è rilevante” alle obiezioni sollevate in primo grado. Tra agenti che ridacchiano e altri imputati di passaggio che transitano davanti alla Corte, pochi minuti ed è tutto finito. Anche la revisione del processo non viene concessa, in violazione all’articolo 14 sul giusto processo, della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950. RICORSI KAFKIANI E MISTERIOSE ARCHIVIAZIONI E adesso sono passati dodici anni. Non sono pochi. Certo Enrico Forti ha compiuto 52 anni e guardandolo nelle foto recenti, nonostante quel solito lampo di positività negli occhi, tradisce una certa stanchezza. No, non paura, ma semplice sfinimento. Il dover continuare a sostenere la propria innocenza, il pensiero di parenti – su tutti lo zio, Gianni Forti – e amici che stanno sconvolgendo le proprie vite per provare a tirarlo fuori da quel posto, deve affliggerlo. Vorrebbe darsi da fare lui, leggere carte, andare in tv, rispondere ai giornalisti, consultare nuovi avvocati, ma non può fare nulla. Può solo starsene nella sua cella e cercare di sop-

primere il senso di colpa per gli affanni che indirettamente sta provocando ai suoi cari. Ecco, forse è proprio questa la sua unica colpa. Nel corso di dieci anni, per ben cinque volte vengono presentati costosissimi ricorsi (a colpi di 100mila dollari l’uno...) Il primo viene presentato il 26 ottobre 2001. L’udienza viene concessa il successivo 30 aprile. (Attenzione perché qui entriamo veramente nel campo del surreale) Davanti al giudice si presentano i difensori, Bierman e Loewy, e il prosecutor Frank Ingrassia in sostituzione (perché?) del fuoriclasse della parola, Rubin. Loewy ribadisce, uno dietro l’altro, tutti i punti deboli dell’accusa. Lo fa in maniera lucida e decisa. Ingrassia, invece, legge goffamente una memoria di Rubin, mostrando di essere impreparato in maniera imbarazzante. Pare riconoscere perfino alcune debolezze accusatorie sulla prova della sabbia e sulla mancata concessione del processo breve (speed trial). Alla fine viene richiamato dal presidente della Corte che – testuale – fa notare ad Ingrassia che non ha dato nessuna risposta alle evidenze presentate! Quindi, la replica di Loewy si sofferma nuovamente sugli abusi della Procura e sul fatto che l’accusa è inconsistente. Sei settimane dopo, il caso Forti viene archiviato con la conferma della condanna a vita. Senza nessuna motivazione. Più kafkiano di così... Il secondo ricorso (presentato nel luglio 2004, risposta il 19 ottobre 2006!) viene rifiutato senza discussione né motivazione. Il 9 luglio 2008 viene bocciata la richiesta di riconsiderazione della sentenza inviata alla locale Corte degli Appelli, ovviamente senza spiegazioni. A questo punto, non rimane che rivolgersi alla Corte Suprema della Florida. Per farlo, però, occorre l’opinione scritta dei motivi alla base dell’ultimo rifiuto (...e perché diavolo?! Qui si vede come gli americani non hanno alle spalle nemmeno un anno di diritto romano...). Va bene, poco male, chiediamo che ci spediscano uno straccio di motivazione, in fondo avremo pur diritto di... Niente. La motivazione non viene fornita. E naturalmente manca pure la motivazione della mancata motivazione. Ultimissima possibilità, la Corte Federale degli Stati Uniti d’America. Il 4 marzo 2009, i legali di Forti presentano una mozione che viene respinta per scadenza dei termini... Insomma, pare che sul caso di Enrico Forti sia stata messa una pietra tombale


trentinoinchiesta mento del sistema giudiziario italiano” e sul fatto che “l’anti-americanismo possa avere inquinato il processo”. La senatrice, che rappresenta lo stato di Washington (dove vive la famiglia Knox), sostenne che “non esistevano prove sufficienti per spingere una giuria imparziale a concludere oltre ogni ragionevole dubbio che Amanda fosse colpevole”. Da quel giorno, i politici americani hanno esercitato pressioni affinché la signora Clinton in persona si occupasse del caso

Gli amici, i politici, lo zio Chi si sta battendo per un nuovo processo

E Il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Su di lui ricade la maggior parte delle speranze per riaprire il caso Forti.

LA “VIA” POLITICA: DA AMANDA A CHICO, passando per frattini In questi anni di detenzione, Enrico Forti non si è mai sognato di chiedere la grazia per un delitto che lui sostiene di non aver commesso. Altresì, si guarda bene dal chiedere il trasferimento in un carcere italiano. La Convenzione di Strasburgo ne prevede la facoltà, tuttavia i rischi sono davvero molti. Uno su tutti: chi dà a Forti la garanzia che, una volta firmata la richiesta, venga poi accolta? Ma poi perché ammettere, seppur solo implicitamente, una colpa rispetto alla quale sta tentando disperatamente di dimostrare la sua estraneità? La Giustizia americana non gli ha dato certo motivi per conquistarsene la fiducia... Non resta che la cosiddetta “via” politica. Nei giorni che hanno preceduto la sentenza di assoluzione di Amanda Knox, cittadina americana, in America si è potuto assistere ad una vera a propria mobilitazione in favore della ragazza di Seattle. Ma se andiamo a guardare, già nel dicembre 2009, dopo la condanna in primo grado, la senatrice Maria Cantwell si disse “rattristata per il verdetto” e di avere “seri interrogativi sul funziona-

il Consolato italiano? Certo qualcosa ha fatto. È riuscito ad evitare che Enrico venisse spedito in un carcere irraggiungibile e ancora più terribile di quello alle Everglades. Visita con regolarità il detenuto in carcere. Insomma, poco più che un’ordinaria manutenzione del carcerato. Chi vede spessissimo Forti è Roberto Fodde, suo amico di lunga data che segue molto da vicino questa tragica vicenda. Poi ci sono tutti i vecchi amici di Trento, di Palermo, di tutt’Italia e del mondo intero: anonimi cittadini che si stanno dando da fare, anche sul web, in maniera gratuita. Che dire dello zio di Forti, Gianni, la persona che ha letteralmente sconvolto la propria esistenza per inseguire come una chimera una possibile giustizia per suo nipote Enrico? Tra i Gianni Forti

politici italiani, infine, il senatore Giacomo Santini e la deputata Laura Froner sono i trentini che tra interrogazioni e altre attività si sono distinti per essere in qualche modo parte attiva in questa battaglia.

(e non è per niente escluso che l’ex first lady non ci abbia messo lo zampino). Atteggiamento completamente diverso quello assunto dalla politica italiana, il cui esponente maggiormente chiamato in causa – il Ministro degli Esteri Franco Frattini – ha mantenuto un basso (bassissimo) profilo rispetto alla questione, scrivendo sul suo blog che «l’America è una grande democrazia e l’unico passo che non possiamo compiere è quello di un’interferenza politica e diplomatica (...). L’unica possibilità che abbiamo è quella di verificare se sussistano nuovi elementi a discarico non emersi e non considerati nella fase del giudizio, elementi che potranno riaprire il caso, valutare nuove prove ed accertare la sua responsabilità o meno». Ciumbia, signor Ministro: di elementi non considerati in fase di giudizio ne abbiamo a decine. Non l’hanno ancora informata i componenti del suo staff? ENRICO FORTI COME “HURRICANE” carter? Abbiamo citato a inizio articolo il film “Hurricane – Il grido dell’innocenza”, che racconta l’incredibile vicenda del pugile Rubin Carter, per la cui causa si mobilitò mezz’America (Bob Dylan compreso che gli dedicò il celebre brano “Hurricane”, appunto). Ad un certo punto del film, Carter, dopo anni e anni di prigionia, mostra per la prima volta la sua debolezza. Ha tenuto duro a lungo, ricorrendo all’ascetismo religioso, alla meditazione e a qualsiasi altra possibilità che gli impedisse di cedere alla rabbia e all’ingiustizia. C’è, insomma, questa toccante scena in cui Carter chiama i suoi avvocati e confessa di non farcela più. La paura per Enrico Forti è questa. Che nonostante la fermezza gli anni diventino davvero troppi anche per lui e molli, si riduca a chiedere la Grazia, confessando una colpa che fino ad ora i fatti dicono non sua. E c’è anche un altro pericolo. Ben più grave. Il pericolo, cioè, che le voci di una imminente revisione del processo giungano con troppo anticipo nel penitenziario delle Everglades. “Qui dentro la vita di un uomo vale cento o duecento dollari al massimo” ha detto più volte Forti... La spada di Damocle che pende sul suo capo è ancora lì, dal primo giorno della sua più che decennale prigionia. Dovesse cadere, saremmo in tanti a dovercene assumere ■ la responsabilità. 31

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trentinoesclusiva

19 ottobre 2011: la telefonata di ENRICO FORTI Il trentino, direttamente dal carcere di everglades, a miami Amanda si è mobilitata sia a livello di opinione pubblica che a livello politico. Il credo comune statunitense è che Amanda sia stata vittima del sistema giudiziario più corrotto e preistorico dell’emisfero occidentale, addirittura arrivando ad insinuare che Amanda sia stata torturata dalle autorità inquirenti. Un vero e proprio schiaffo all’immagine della giustizia italiana. Nel mio caso l’interesse mediatico si è limitato solo all’attenzione di alcuni giornalisti che hanno voluto vedere più chiaro in un caso così assurdo e si sono documentati sullo svolgimento del processo. Quindi si sono potuti fare un’idea personale più precisa e non certo per sentito dire. È vero, il mio caso è diverso da Amanda. Nel mio caso non c’è una singola evidenza a supporto dell’accusa, non c’è DNA, non ci sono impronte, non ci

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«È vero, il mio caso è diverso da quello di Amanda. Nel mio non c’è una singola evidenza a supporto dell’accusa...»

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o letto e riletto con tanto amaro in bocca una frase del Ministro degli Esteri Franco Frattini, persona che stimo e ammiro. Riassumendo, Frattini dice che non si possono accomunare i processi di Forti e Knox perché la condanna di Forti è definitiva. In altre parole: sepolto, anche se non dimenticato. Non sono avvocato, ma credo che in Italia una sentenza diventi definitiva quando viene confermata dalla Corte di Cassazione. In America la Corte Suprema degli Stati Uniti è l’equivalente della Cassazione. Il percorso per arrivare a presentare un ricorso alla Corte Suprema è estremamente lento e costoso. Io, ancora non ci sono arrivato. Ma grazie a Dio ho un altro possibile appello basato sull’incostituzionalità del mio processo. Ripeto, i tempi sono molto lunghi ed è notorio che con gli appelli ormai, sono arrivato alla frutta. C omunque la mia

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condanna, di conseguenza, non è definitiva. I documenti che dovrei firmare per il rientro in Italia specificatamente sottolineano l’obbligo di rinuncia a qualsiasi ulteriore passo legale, accettando la sentenza imposta e indirettamente, un’ammissione di colpa. Se così facessi, allora sì che la sentenza diverrebbe definitiva. Frattini scrive che conosce bene il mio caso e su questo non ho dubbi. Dovrebbe essere quindi al corrente che, per quanto remote, ho ancora delle possibilità legali. Non avendo dubbi sull’integrità del ministro, sono convinto che chi per lui ha fatto il lavoro di ricerca lo deve aver fatto in modo impreciso e frettoloso. È vero comunque che il mio caso è diverso da quello di Amanda Knox. Il suo è un caso internazionale che ha ricevuto migliaia d’ore di attenzione da parte di stampa e radio-televisioni, soprattutto americane. La nazione di

sono testimoni, non c’è né l’arma né il guanto di paraffina, e a completare questo quadro futurista alla Picasso non c’è nemmeno il movente. Nel caso di Amanda invece c’è DNA, c’è il sangue, c’è il coltello, c’è il reggiseno e ci sono le sue molteplici versioni che hanno avuto più varianti del raccordo anulare. L’Italia però, a differenza dell’America, rispetta le leggi del codice penale. Altro che Paese barbaro e corrotto! Se le prove sono state contaminate o raccolte senza le dovute precauzioni, la legge prevede che vengano scartate, anche se così alle volte un colpevole “la fa franca”. La giustizia italiana preferisce lasciare libero un colpevole che condannare un innocente. A manda, rimpatriata e al sicuro nella roccaforte statunitense, invece di criticare e offendere l’Italia, dovrebbe gridare a tutta voce: “Grazie Italia per


trentinoesclusiva avermi concesso l’appello con ampia discussione! Altro che “per curiam affirmed” come in America. Tutto sommato la giustizia in Italia alla fine prevale. Sarà il Paese del “dica che la mando io”, però il recidivismo criminale è tra i più bassi al mondo. In America invece è il più alto tra i Paesi civilizzati. Di cento detenuti che scontano la loro condanna, sessantacinque rivengono incarcerati per altri crimini nell’arco di cinque anni dalla data del rilascio. Il sistema italiano è basato sì sulla punizione, ma anche e soprattutto sulla riabilitazione. Q uest’ultima è praticamente inesistente nelle carceri americane. Amanda aveva l’occasione e il dovere morale di far sapere al mondo, quanto l’Italia infine, sia un Paese che perdona, che ama più che odiare. Un Paese che concede una seconda chance anche a coloro che hanno sbagliato. Un Paese da imitare, non da offendere. Se Amanda convive con la propria coscienza gridando al tifone dei media americani che lei non ha nulla a che fare con il delitto

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«Se non fossi innocente mai chiederei alla gente che amo di dedicare parte della loro vita alla mia battaglia.»

e che gli italiani l’hanno intrappolata, beh, vuol dire che nonostante quel suo viso angelico, è un’incallita attrice. Io non ce la farei. Se non fossi innocente mai chiederei alla gente che amo di dedicare parte della loro vita alla mia battaglia. Sono fiero di essere italiano e noi italiani siamo uomini d’onore. Se sbagliamo abbiamo il coraggio di sostenere le conseguenze senza trascinare nel fango familiari e amici. Ci sono elementi per contrastare a livello diplomatico l’America. Qualche anno fa, una decina di cittadini americani fu coinvolta nel sequestro di un cittadino egiziano confuso come terrorista. Arrestati dalle autorità italiane vennero rilasciati a breve in attesa di giudizio, permettendo loro, indirettamente, di lasciare l’Italia prima del processo. Al verdetto e conseguente pioggia di sentenze, i criminali americani erano tut-

ti uccel di bosco, viaggiando imperterriti a piede libero per l’Europa, facendosi beffe delle pene imposte. Se si vuol far giustizia e far rispettare l’autorità della Nazione italiana, si chieda l’estradizione ai Paesi limitrofi della Comunità Europea. Un breve tragitto per i nostri agenti spe-

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«Confido disperatamente nell’intervento delle autorità politiche italiane, che dovranno stare attente, però, alle trappole...»

ciali se volessero usare i sistemi americani, fregandosene di leggi e confini di altri Stati sovrani. Nello Stato della Florida il sequestro di persona di per sé, prevede la pena dell’ergastolo, senza sconti, una pena equiparata alla mia. Lo scambio di detenuti, a livello internazionale e usando canali diplomatici, non è prassi rara in America. Il ministro Frattini, però, non dovrebbe intervenire direttamente e politicamente presso le autorità giudiziarie di Miami (quelle stesse che mi hanno condannato) per ribadire la possibilità di un errore processuale e chiedendo una nuova verifica. Sarebbe un errore strategico perché, se così si facesse, il lavoro di ricerca di tante persone e tutto il tempo dedicato a evidenziare le manipolazioni dell’accusa, verrebbe annullato. Riveleremmo così i nostri “assi nella manica”, permettendo loro, ancora una volta, di correggere e ricreare altre evidenze fasulle, così da comprovare e salvaguardare la legittimità delle loro azioni commesse, prima, durante e dopo il processo. A questo proposito voglio ricordare che i tre poliziotti di Miami, due sergenti ed un tenente colti in falsa testimonianza nella fase pre-processuale, non sono mai stati puniti. In Florida, un poliziotto non ha il diritto di ritrattare. Deve dire la verità sempre, specialmente durante un processo. Il “perjury”, cioè mentire, è un atto criminale punito con una pena fino a cinque anni di reclusione e loro, gli stessi che mi hanno accusato di essere bugiardo e mafioso, hanno ricevuto solamente uno schiaffetto verbale. Un classico caso di due pesi e quattro mi-

sure. Altro che Italia! Per la cronaca, dell’accusa di perjury, io sono stato assolto dalla giudice Platzer In realtà, dove vedo una possibilità è nell’ambito delle trattative diplomatiche italoamericane. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton è la seconda potenza politica in America e quest’anno è stata molto occupata a recuperare una decina di cittadini americani, detenuti e condannati all’estero, includendo accuse di omicidio. Usando la sua enorme influenza politica e diplomatica (e fondi speciali), è riuscita a riportarli a casa, inclusi due assassini americani in Pakistan, dove alle famiglie delle vittime sono stati pagati oltre due milioni di dollari come risarcimento, in “blood money”, ovvero denaro sporco di sangue. Il morale della storia è che gli americani, Clinton in testa, sono come i marines nei film: non lasciano mai un loro connazionale a marcire in una galera all’estero. Una volta rientrati a casa, poi, c’è sempre la riabilitazione presso l’opinione pubblica. I media se ne “fregano” di

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«Anche Sacco e Vanzetti sono stati riabilitati cinquant’anni dopo. Vuol dire allora che non devo disperare del tutto...»

accuse e verdetti, e dispensano iniezioni di solidarietà e patriottismo. Vedi il caso dei piloti responsabili della tragedia del Cermis. E più recentemente, appunto, Amanda Knox. Noi invece (e purtroppo), l’unico esempio che possiamo citare è quello di Silvia Baraldini. Anche Sacco e Vanzetti sono stati riabilitati cinquant’anni dopo. Vuol dire allora che non devo disperare del tutto. Se sarò tanto fortunato da vivere ancora mezzo secolo, forse avrò anch’io il conforto di vedermi riabilitato. Per il momento “tengo duro” nonostante le enormi difficoltà e continuo a lottare a testa alta per dimostrare la mia innocenza e riavere la mia libertà. Lo faccio per me, per i miei figli, i miei familiari e per tutti gli amici che continuano a lottare per me. Grazie per avermi ascoltato. CHICO

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trentinoincontri di Francesca Negri e Paolo Curcu

un caffè a casa di...

Michele Lanzinger: Vi spiego il nuovo MUSE vent’anni da direttore del museo di via calepina, una passione sfrenata per la ricerca scientifica da sempre, e un nuovo museo, disegnato da Renzo Piano che sarà un prodigio di tecnologia, interattività e intermodalità

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resciuto a pane e Museo tridentino delle scienze naturali, Michele Lanzinger non poteva che diventarne prima o poi il direttore, ruolo che nel 2012 ricoprirà da ben vent’anni. A sentirlo parlare e ad osservare la sua gestualità un po’ viene da pensare ad Alberto Angela, figlio del noto Piero, di cui ha le stesse capacità di coinvolgere e trasportare nel magico quanto ingarbugliato mondo della ricerca scientifica. Ma tutto sta sempre a come la si spiega. Per questo, nel nuovo MUSE, 70 milioni di euro di gioiello che ci invidierà il mondo intero e che troverà spazio nel nuovo quartiere di Renzo Piano, la comunicazione sarà all’avanguardia, interattiva, semplice e al contempo in grado di passare dalla storia all’attualità. Classe 1957, nato a Trento, Michele Lanzinger racconta di aver «iniziato a 34

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frequentare il Museo delle scienze fin dai primi anni del liceo. Poi ho frequentato l’università di Geologia a Ferrara e quindi il dottorato di ricerca tra Firenze, Bologna e Padova. Ci tengo a ricordare un periodo di dieci anni in cui ho fatto il presidente di una cooperativa di archeologia del Trentino, che aveva soci lavoratori da tutta Italia e che si occupava di scavi archeologici dall’Alto Adige alla Sicilia: un bel gruppo di persone, tra le quali mi piace nominare Franco Marzatico direttore del Castello del Buonconsiglio e Annaluisa Pedrotti docente di archeologia preistorica all’università di Trento». Erano gli anni Ottanta e quest’esperienza è stata sicuramente un bagaglio importante per i suoi incarichi al Museo di scienze di via Calepina, dove ha iniziato a lavorare nel 1988 come conservatore e poi dal 1992 come direttore.

Lanzinger, l’anno prossimo compie 20 anni da direttore del Museo Tridentino di Scienze Naturali e nel 2013 sarà pronto il nuovo MUSE. Cosa è cambiato in tutto questo tempo e cosa cambierà con il “trasloco”? Sono cambiate veramente tante cose. Agli inizi degli anni ’90 eravamo 24 persone con Gino Tomasi direttore, io e due altri ricercatori con laurea, due ragionieri, tre tecnici e il resto custodi. Adesso il personale è di 120 persone, tra i 60 dipendenti e gli altri collaboratori, i dottorati di ricerca, i rapporti con professionisti, e così via. Possiamo dire che il museo è fatto dal suo personale e dalla sua rete di collaborazioni: viviamo di relazioni e la crescita è data da un clima di persone molto capaci di progettare e molto competenti. Non siamo un one man show, insomma, ma una struttura policentrica. Sono le capacità delle risorse umane che danno la possibilità di crescere, in qualsiasi ambiente. Ed è anche molto importante essere sempre focalizzati sull’innovazione. Nella primavera 2013 ci sarà l’apertura al pubblico della nuova sede. Sarà un salto di qualità? Cosa cambierà? Siamo stati fortunati perché in questi dieci anni che separano dall’inizio del pensiero della nuova struttura alla sua inaugurazione è stato possibile mettere in atto anche tutti i cambiamenti organizzativi necessari. Per questo non ci sarà uno stacco consistente tra il vecchio e nuovo. Certo, le cose cambieranno nel rapporto con il pubblico, perché le nuove esposizioni comporteranno maggiore flusso, ma ci stiamo già allenando, abbiamo già nuove risorse nella gestio-


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Il libro che sta leggendo in questo momento? È di Stephen Hawking, Il grande disegno Il piatto preferito? I groestel di patate con la carne. Il film preferito? Vado spesso al cinema, deportato da mia moglie, all’Astra. Io son lì, molto toccante, ambientato a Chioggia. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Il musicista. Io suono la viola nella prestigiosa orchestra dei Filarmonici di Trento, facciamo prove tutte le settimane e ogni tanto qualche concerto. Sa, ho studiato per dieci anni la viola con Margit Spirk… La cosa che le fa più paura? La noia. Penso che sia disumana. Il suo sogno ricorrente? Temo di non averne. Capita talvolta, però, che io mi svegli ridendo. ne eventi e nei percorsi educativi. La macchina organizzativa c’è, mentre il risk management sarà sul fronte della logistica legata a spazio e parcheggi, non alla fornitura di servizi. Le risorse umane che serviranno ci sono già state incrementate da una Provincia alla quale va il merito di aver creduto nel progetto Mi sento di dire che arriviamo molto sereni e preparati. Parliamo di un Museo della scienza e della tecnica come quello di Berlino, per intenderci, o sarà diverso? Per il visitatore italiano che si è fatto un’idea di museo sulla base del Deutsche Museum di Monaco non sarà facile capire come sarà il nuovo MUSE. Ci saranno spazi espositivi, spazi immersivi (3D) e interattivi, in cui si potrà interagire con le cose esposte. Abbiamo collaborato con New York, Parigi, Londra e molte altre importanti città estere per creare tutto questo. Si tratterà di una nuova formula di museo che dalla lettura di un sistema naturale inserisce la presenza dell’uomo come elemento forte della relazione natura/società, in cui la dimensione scientifica e tecnologica interagisce pesantemente. Insomma, non sarà un Museo della scienza e della tecnica inteso come nel Novecento, dove c’erano

navi e acciaio, tanto per fare due esempi: nel nuovo MUSE ci sarà sostenibilità, paesaggi naturali, economie attente al nord e sud del mondo… Una macchina culturale a disposizione della nostra cittadinanza, che speriamo qui ritrovi una guida efficace per il rapporto con il territorio. Quindi, da una parte sarà un museo educativo, ispirativo, sfidante, provocatorio, invitante ad assumere una posizione, un simbolo del Trentino che stupisce. Vede, il Trentino è da sempre percepito per i suoi tanti valori che riesce a mettere in gioco, per le sue eccellenze. Per questo noi speriamo di essere accolti nel gruppo di eccellenze trentine come università, aree protette, istituti di ricerca e musei importanti per arte e storia (Mart e Buonconsiglio), e anche realtà che si occupano di sostenibilità del costruire. Soddisfatto del progetto di Renzo Piano? In questi giorni stiamo chiudendo il progetto definitivo con un team composto da personale del museo, da un team di progetto della Renzo Piano Building Workshop e da dei consulenti del Natural History Museum di Londra. La forma dell’edificio e l’organizzazione interna discende da lunghi colloqui tra noi e l’architetto genovese. Il vuoto interno che simulasse la verticalità alpina, la serra che va ad esplicitare il legame al pianeta terra, l’espansione laterale che ci proietta verso il globale, sono ragionamenti che abbiamo svolto efficacemente a Genova: noi usavamo le parole, lui la matita. Le piace anche il nuovo quartiere di Piano? Premetto che parlo da cittadino e, in quanto tale, ritengo evidente il fatto che la città di Trento debba affrontare dei

cambiamenti. Il bello del Giro al Sass della città storica non è più sufficiente per contenere le esigenze urbane moderne: per questo si è optato per la direzione di uno sviluppo policentrico di Trento, scegliendo di avere presenze rilevanti a livello culturale nell’ex area Michelin, a cui è stata conferita una funzione urbana non solo direzionale o residenziale. Complessivamente, quindi, credo che riusciremo nel giro di qualche tempo ad avere una porzione della città di assoluta qualità. Torniamo al MUSE. Ghiacciaio, biodiversità alpina, storia umanità, storia dell’uomo attraverso i viventi, saranno raccontate attraverso le Dolomiti, l’uomo preistorico, i dinosauri, giusto? Giusto. Il nostro non è più un museo di storia naturale, è una lettura del nostro territorio calato nella realtà. Non ci interessa esporre oggetti, ci interessa essere lista dei temi più attuali. Il fatto è che nella vita bisogna sempre continuare a studiare e non essere mai di maniera: nel nostro caso questo significa che anche se abbiamo una pinacoteca o un animale impagliato, i significati, le trame di senso, oggi sono diverse da quelle di un tempo. Le contaminazioni sono fondamentali, il confrontarmi con persone diverse da me, che si occupano di campi lontani o comunque differenti dai miei, è importantissimo. Giuliana (Scarpa), la moglie di Michele Lanzinger, arriva con il caffè e un vassoio di marron glacè, mentre Leonardo, ventanni studente di Informatica, e Sofia, 18, ultimo anno del liceo Galilei, tagliano corto con la scusa di dover sgobbare 35

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sui libri. Giuliana sorride e spiega: «Non siamo abituati ad avere Michele a casa, solitamente è sempre in giro, è davvero un occasione speciale questa…». Il direttore del MUSE sorride sornione e, mentre gira e rigira lo zucchero nella sua tazzina, inizia a parlare di quando, negli anni Novanta, era diventato presidente dell’Associazione nazionale dei musei scientifici: «Quest’esperienza mi ha permesso di entrare in contatto con il mondo internazionale e anche di capire che c’era grande spazio di rinnovamento e in questi anni abbiamo lavorato in tal senso. Il MUSE è il frutto anche di questo». Ci faccia qualche esempio... Gli animali impagliati oggi, inseriti in una foresta, ci consentono di affrontare il tema della conservazione delle specie, delle aree protette, degli ecosistemi da preservare. La parte della Preistoria è divertentissima: attraverso l’uomo di Neanderthal, i cacciatori raccoglitori, i villaggi palafitticoli, la storia della nascita delle città e dei tempi più vicini ai nostri arriviamo all’attualità della crescita demografica planetaria, dell’inquinamento… Arriviamo, insomma, al Festival dell’economia. E diventiamo contenitore di innovazione tecnologica, anche legata alla sostenibilità. Altro esempio è la storia della vita: dai dinosauri ripercorriamo l’evoluzione che ci porta ai mammiferi e quindi all’uomo, per poi sconfinare nella genetica, nella bioetica, nelle cellule staminali. Insomma, ci saranno due lati del Muse: uno fisico, visitato, con le sue mostre, e il Muse 36

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2.0, ovvero tutto un orizzonte che viaggerà attraverso social network per creare relazioni durature con i nostri visitatori, proponendo un dialogo costante. Un elemento di base sarà la visita virtuale. L’interattività sarà poi un ingrediente fondamentale, ci diceva… Proprio così. I ragazzini nel museo potranno interagire con delle mascotte attraverso tablet, che appena entrati li accoglieranno per guidarli in una visita personalizzata. Gli adulti, invece, saranno monitorati nel loro percorso e riceveranno, di tanto in tanto nel corso della visita, proposte a partecipare a incontri e dibattiti, oppure ad approfondire gli argomenti più graditi in altri reparti del museo. È difficile da raccontare, ma il nuovo MUSE sarà davvero un gioiello, pensato in tutto e per tutto per la gente. Il vecchio museo cosa diventerà? Torna alla Provincia autonoma di Trento e, da cittadino, dico quello che si sente

dire in giro, cioè che probabilmente diventerà il rettorato. Il MUSE potrebbe essere un problema per il Mart? Io credo che Mart, MUSE e Castello del Buonconsiglio fuori dal Trentino verranno percepiti come un’unica entità e la gente verrà attratta proprio da queste tre importantissime realtà. Non sarà assolutamente un problema di sovraofferta. Non esiste l’idea che ci si possa fare concorrenza. Dovrà darci una mano anche l’Azienda di promozione turistica. Torino ce l’ha fatta: da città industriale ora è arrivata a essere città turistica culturale, in cui fermarsi per qualche giorno. Col bello o col brutto tempo, la cosa importante è che passerà il messaggio che in Trentino vale la pena venire, per il Mart, il MUSE o il Buonconsiglio, ma anche per montagne, laghi, mountain bike, sci, enogastronomia. Del resto, noi abbiamo la fortuna di essere percepiti, dal resto degli italiani, un po’ come esotici… Scusi Lanzinger, è sicuro che i trentini vengano percepiti come esotici? Ma certo! Dalla pianura padana in giù la nostra regione è qualcosa di fuori sagoma, un mondo diverso dall’Italia. C’è curiosità nei nostri confronti e ammirazione della qualità della nostra città, mi creda. Una città, però, in cui non si fermano, oppure che si visita una volta nella vita… Ecco, il MUSE non sarà da visitare due volte nella vita, cioè da bambini e con i bambini (e al massimo con i nipoti). Qui c’è uno spazio di 500 mq per le mostre temporanee, che cambieranno ogni anno e che saremo noi per l’Italia a “importare” dall’estero per poi immetterle nei nostri circuiti. Saranno esposizioni che arriveranno da New York, Washington, Londra, e a fianco di questo ci saranno conferenze, serate, un pianoforte a coda


trentinoincontri nella hall per conserti, i fine settimana ci saranno spettacoli (come giocolieri, funamboli, etc), e ci sarà anche un po’ di ristorazione, interna al museo, e rivolta alle famiglie. Questo significa che la nostra offerta sarà semplice e di prezzi accessibili: chi vorrà avere un pasto gourmet potrà usufruire di convenzioni che il MUSE stilerà con i migliori ristoranti cittadini. La ricaduta sul territorio del MUSE è un aspetto fondamentale per me… Una ricaduta sul territorio, intensa in un altro senso ovviamente, è la questione posteggi. Come funzionerà questo aspetto logistico? Il MUSE sarà dotato di un parcheggio sotterraneo di 140 posti. A questo si aggiungerà un parcheggio sulla destra Adige e poi siamo intenzionati a fare accordi di quartiere per poter usufruire, nei fine settimana, di tutti i posteggi degli uffici, vuoti il sabato e la domenica. Marco Andreatta è il presidente attuale del museo. Resterà? È un’ottima persona, perché no? Io sono felicissimo di lui, è un grande lavoratore e un uomo molto in gamba. Di “ambasciatori” ne avremo già abbastanza con il panel di ricercatori italiani (da Piero Angela in poi) amici del museo, e tutti i giornalisti, i professori universitari ed i ricercatori che fanno parte dell’advisory board. Dove si vede nei prossimi 20 anni? Me lo domando ricorrentemente, però credo che il miglior modo di prevedere il futuro sia inventarselo. Quindi diciamo che sto provando a fare proprio questo… ■

il nuovo muse: Superficie coperta = 11’692 mq (superficie utile lorda) + 8’258 mq (interrati) superficie totale = 7’592 mq (superficie lotto) volume = circa 65’000 mc costo totale = € 69’900’000,00 parcheggi posti n° = 144 apertura prevista = giugno 2013 Presidente: Prof. Marco Andreatta Direttore:

Dott. Michele Lanzinger

Cda: Prof. Marco Andreatta Dott.ssa Anna Raffaelli Dott.ssa Monica Basile Avv. Antonio Giacomelli Dott.ssa Lucia Maestri

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di Paolo Chiesa

Un “banco” per chi non ce la fa

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i cosa ha bisogno oggi la società? Di quello di cui ha bisogno ognuno di noi. Di qualcuno che ci voglia bene; di qualcuno che ci guardi con quella stima che è prima ancora dei nostri bisogni, che è prima ancora di conoscere i bisogni e di trovare risposta ai bisogni”. Sono le parole usate da Monsignor Mauro Inzoli, presidente nazionale della Fondazione Banco Alimentare Onlus, durante l’inaugurazione del dicembre 2010 della nuova sede trentina dell’associazione. E un anno dopo, davanti alle centinaia di scatole di cibo stivate nel magazzino di via Innsbruck, cerchi di pensare a quali categorie di persone sono destinate: anziani, disabili, alcolisti, extracomunitari, ex tossicodipendenti, ragazze madri? E poi il presidente del Banco alimentare del Trentino Alto Adige Duilio Porro, ti dice che adesso quei bisogni li può avere chiunque da un giorno all’altro, magari a causa di una separazione o della perdita del lavoro. Famiglie normali come se ne vedono tutti i giorni per strada o 38

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lo scopo del Banco Alimentare, o la sua mission, come la chiama Duilio Porro – il presidente della sezione trentina –, è quello di recuperare le eccedenze di cibo che ci sono in commercio, per metterlo a disposizione di enti non a scopo di lucro. Appuntamento, SABATO 26 novembre al supermercato. Solo che per uno di quei rovesci che nessuno si aspetta ma che potrebbe colpire ognuno di noi, un giorno al supermercato non ci vai semplicemente più. Sembra strano sentirne parlare, ma anche nel ricco Trentino c’è chi non ha di che sfamarsi. Duilio viene dalla provincia di Varese e il suo accento dà una sensazione di competenza lombarda che non nasconde una passione evidente per quello che mi sta raccontando. Gli chiedo di spiegarmi per bene cosa si fa in questo magazzino che si

26 novembre 2011


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NEL MONDO E IN REGIONE

L’

Il responsabile di Siticibo Roberto Scarpari

trova tra una ditta di logistica e una di corriere espresso. Anzi, partiamo proprio dalla sede. “Prima eravamo in affitto qui vicino, in un altro capannone che dopo un po’ si è rivelato troppo piccolo. Ora siamo in questo magazzino di proprietà di Patrimonio del Trentino SpA per il quale la Provincia ci concede un finanziamento che ci aiuta a pagare l’affitto”. È in questo deposito che vengono stoccati i pacchi di cibo raccolti dall’associazione. Perché lo scopo del Banco Alimentare, o la sua mission, come la chiama Duilio, è quello di recuperare le eccedenze di cibo che ci sono in commercio (in pratica quello che verrebbe buttato perché invenduto), per metterlo a disposizione di enti non a scopo di lucro (in Trentino Alto Adige sono 90) che a loro volta lo distribuiscono alle persone bisognose. Detto in poche righe sembra facile: il cibo avanzato viene

Il presidente Duilio Porro e il direttore Dario Nicolli

dato a chi non ne ha. Ma se andiamo a vedere i numeri di quello che hanno combinato quelli del Banco nel 2010, si resta a bocca aperta: 788 tonnellate di cibo raccolte (per dare l’idea si tratta di 30 TIR) e ridistribuite a circa 10 mila persone bisognose. 10 mila! Sembra incredibile vero? E da dove viene il cibo? E come viene raccolto? E poi come viene ridistribuito? Duilio accende il computer e mi fa vedere i dati dell’anno scorso relativi alla nostra Regione: un terzo dei prodotti raccolti è derivato dall’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) che su indicazione dell’Unione Europea, acquista con un apposito fondo prodotti alimentari in eccedenza e li dona alle fondazioni come il Banco. Un altro terzo circa è stato raccolto dalle industrie e dai negozi della grande distribuzione (Conad, Despar, Ld, Menz&Gasser tra gli altri). Un altro 26% (207 tonnellate!) è stato raccolto con la colletta alimentare annuale del Banco. L’ultimo 5% circa è stato recuperato dal mercato ortofrutticolo e dal mondo della ristorazione. Oltre al cibo donato c’è roba che se non riutilizzata finirebbe in discarica: confezioni di biscotti con qualche grammo di prodotto in meno, pacchi di pasta con la data di scadenza stampata sbagliata, scatolette di marmellata con l’etichetta di un tipo e il contenuto di un altro. Tutta roba buona ma che non potrebbe essere destinata alla vendita. Dal momento che non si sa per quanto l’Unione Europea potrà continuare a fornire la quantità attuale di cibo, è ovvio

idea della prima “Banca del cibo” (Food Bank), venne nel 1969 negli Stati Uniti a John Van Hengel, un emigrato olandese che a Phoenix, in Arizona, vide su un lato di una strada i dipendenti di un ristorante che buttavano il cibo avanzato, e sull’altro lato, dei barboni che non avevano da mangiare. L’idea di Van Hengel, semplice e geniale allo stesso tempo, fu quella di iniziare a distribuire ai poveri il cibo in eccedenza che veniva buttato da negozi e ristoranti della zona. Oggi, negli Stati Uniti le Food Banks sono più di 200 e altrettanti Banchi Alimentari ci sono in Europa. In Italia il primo Banco è nato nel 1989 su iniziativa di monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione e di Danilo Fossati, proprietario della Star, l’azienda produttrice dell’omonimo dado da cucina. Attualmente la sede centrale del Banco Alimentare è a Milano ed è presieduta da monsignor Mauro Inzoli e ci sono altre 21 sedi sul territorio nazionale. Il Banco Alimentare del Trentino Alto Adige è stato costituito nel 2003 e ha iniziato la sua attività l’anno successivo, anche se appoggiandosi alla struttura del Veneto, era attivo in regione già dal 1996, anno in cui ha partecipato alla prima edizione della colletta alimentare. Il presidente è Duilio Porro, ricercatore della Fondazione Mach di san Michele all’Adige. Il direttore è Dario Nicolli, ex direttore della casa di riposo di Arco. L’attività è svolta da 40 volontari e due dipendenti. Uno di loro si occupa del servizio di Siticibo in Alto Adige e l’altro gestisce l’analogo servizio in Trentino. Presso il magazzino di 650 metri quadrati più altri 150 tra uffici e locali vari, c’è anche una cella frigo per il fresco e sono in uso tre furgoni (dei quali due sono autorefrigerati per il trasporto del fresco), cinque trans pallet e tre sollevatori. Una vera “azienda” che produce speranza e solidarietà.

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IL PROGETTO SITICIBO

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che ci si dovrà rivolgere ancora di più al territorio locale. Come abbiamo visto un ruolo importantissimo lo svolge la colletta alimentare che quest’anno si svolgerà sabato 26 novembre 2011. Sono 300 (l’anno scorso erano 270) i punti vendita nei quali si potrà acquistare del cibo da destinare alle persone che ne hanno bisogno. Con quelli del Banco, saranno 3500 i volontari, tra i quali gli Alpini, i Nuvola della Protezione civile, la Croce Rossa, varie associazioni parrocchiali, gli Scout e chiunque abbia voglia di fare del volontariato, che raccoglieranno il cibo e lo porteranno nel magazzino di via Innsbruck. Qui verrà stoccato e affidato alle associazioni che si occupano della distribuzione capillare alle famiglie e alle persone in situazioni

all’anno scorso in Trentino Alto Adige è attivo anche il servizio SITICIBO (da “Si, ti cibo”, nel senso di “Si, ti do la possibilità di mangiare”). L’iniziativa trae spunto dal servizio nato a Milano nel dicembre 2003. In Lombardia l’intuizione è stata di Cecilia Canepa, una mamma che, vedendo la quantità di cibo fresco avanzato e buttato dalla mensa della scuola dei suoi figli e pensando alle molte altre mense dove succedeva lo stesso, si è chiesta come mai queste risorse non potessero venire ridistribuite ai poveri di Milano, che all’epoca erano 160 mila. Dopo avere scoperto che la legge italiana non lo permetteva, mentre negli Stati Uniti da più di vent’anni la cosa era possibile, con l’aiuto dell’avvocato Bianca Massarelli e di Marco Lucchini, direttore generale della Fondazione Banco Alimentare, Cecilia è riuscita a far approvare in Parlamento la legge numero 155. Si tratta della “Legge del Buon Samaritano”, che per prima in Europa regola la raccolta del cibo non utilizzato nelle mense, per renderlo disponibile a chi ne ha bisogno. Dal 2010 Siticibo è presente anche in Regione: in Alto Adige in convenzione con il Comune di Bolzano e in Trentino in convenzione con la Provincia Autonoma di Trento. Il responsabile per il Trentino Roberto Scarpari e altri volontari girano per le valli con dei furgoni attrezzati, raccogliendo con procedure che garantiscono l’igiene dei prodotti. Raccolgono il cibo cucinato ma non servito, gli alimenti freschi come frutta e verdura, il pane e i dolci invenduti. Tra le aziende donatrici ci sono: Sait, Famiglia Cooperativa, Alles Market, Aspiag, Eurospin e altri. Da gennaio a settembre 2011 sono stati raccolti oltre 33.000 chilogrammi di prodotti che grazie ai 30 enti beneficiari, sono stati distribuiti a quasi 1100 (!) persone in stato di bisogno.

di disagio e di degrado. Roberta Facchinelli, membro del Consiglio Direttivo del Banco ma anche segretaria e responsabile amministrativa volontaria, ci parla dei conti. Sì, perché l’associazione ha il suo bilancio e deve sostenere dei costi non indifferenti. Da dove entrano i soldi? “Dalle banche, dalla Commissione comprensoriale delle Casse Rurali, dalla Curia. E poi facciamo ricerca di fondi privati

LA DISTRIBUZIONE DEI PACCHI Come avviene l’ultimo passaggio tra chi distribuisce il cibo raccolto dal Banco Alimentare e le persone bisognose? Me lo hanno spiegato Anita Defrancesco dell’associazione Nitida Stella di Caldonazzo e Monica Ropelato del Centro di Solidarietà di Trento. Le famiglie che hanno dei problemi economici si conoscono attraverso la segnalazione dei Servizi Sociali ma anche da una conoscenza diretta. “Inizialmente si trattava quasi esclusivamente di persone straniere che appena arrivate in Trentino avevano problemi sia di lavoro che di riuscire a mettere in tavola il pasto. Ora hanno bisogno di aiuto anche molte famiglie di residenti”. Quante sono le famiglie che seguite? “Nitida Stella distribuisce quaranta pacchi mensili mentre il Centro di Solidarietà arriva a duecento”. E che situazioni si incontrano? “Ci sono famiglie con problemi di soldi perché il padre o la madre hanno perso il lavoro, ma anche uomini di cinquant’anni nella stessa situazione, donne separate con figli”. Anita mi spiega che ogni famiglia è affidata a un volontario fisso, in modo che si possa creare un rapporto di fiducia. Questo perché se all’inizio l’attività consiste nel consegnare il pacco con il cibo, dopo un po’ il rapporto si evolve e si capisce che queste persone hanno anche voglia di parlare con qualcuno che riesca a comprendere e a dare loro una parola di conforto e di incoraggiamento.

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da parte di chi vuole fare delle donazioni. Da parte pubblica abbiamo un contributo dall’assessorato alle politiche sociali e ci viene riconosciuto anche un incentivo dall’assessorato all’ambiente perché il nostro lavoro riduce il conferimento di rifiuti in discarica”. Mentre faccio le foto nel magazzino e mi aggiro tra pacchi di pasta, riso, scatolame e altro, faccio la conoscenza di alcuni volontari che stanno lavorando. Ci sono la dottoressa e l’ingegnere in pensione che seguono le indicazioni del magazziniere del Banco. E come potrebbe essere altrimenti visto che faceva il magazziniere anche quando lavorava? E tra una proposta su come incrementare la raccolta di cibo e un’occhiata agli spazi da ottimizzare, si sentono le battute scherzose e il buon umore di chi con passione dedica parte del proprio tempo libero per permettere un pasto a chi non potrebbe averlo in altra maniera. Allora l’appuntamento è per sabato 26 novembre nei negozi che espongono la locandina della colletta alimentare. Chi volesse saperne di più sul Banco Alimentare o magari farne parte può rivolgersi a: Banco Alimentare del Trentino Alto Adige Onlus, località Interporto, via Innsbruck 20. Telefono 0461/994830. E-mail: info@trentinoaltoadige.bancoa■ limentare.it



trentinoattualità di Tiziana Tomasini

Fast fooD: DIMMI COSA MANGI...

È

vero che l’agriturismo fa tendenza. È normale che la pizzeria sia simbolo di aggregazione e di italianità. È impagabile lo spettacolo visivo e culinario che si può degustare dal ristorante del rifugio o lungo il lago. È accertato scientificamente che lo slow food – l’assimilazione piacevolmente lenta del cibo – faciliti la digestione. Quanti i locali sul territorio premiati, segnalati, contrassegnati da stelline di merito di cui leggiamo mensilmente anche sulla nostra rivista? Locali che presentano menù tradizionali, innovativi, alternativi, ricercati, essenziali. Locali rurali, eleganti, rustici e raffinati. Se porgiamo l’orecchio in un qualsiasi ambiente lavorativo – magari in un classico lunedì mattina – cogliamo un ventaglio fresco di degustazioni, di commenti e pareri su questo o su quel 42

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Nessuno lo ammette, pochi lo confidano, ma tanti ci vanno. E mangiano. Ecco il racconto di Un pasto in un noto fast food di Trento. Frequentato anche da... (leggere per credere)

ristorante frequentato nel fine settimana. Naturalmente, niente a che vedere con i panini settimanali del bar, con le monotone insalatone o con la mensa aziendale. E, naturalmente, niente da spartire con il fast food. Provate a chiedere in giro opinioni sulla famosa catena di distribuzione di cibo. Sentirete “Cibo di plastica”, “salse indigeribili”, “porcherie”, “la strada sicura verso l’obesità” e molto altro. E molto peggio. Eppure … Può succedere che –


trentinoattualità per una sorta di intricati ed inspiegabili meccanismi gastrici – al normale cittadino sopraggiunga quello strano richiamo verso polpetta, pane, salse e patatine. Verso il fast food. E più si cerca di sopprimere quello strano richiamo, più lui avanza inesorabile. Condito da altre aggravanti. L’indiscutibile ed intrinseca velocità del pasto, i prezzi contenuti ed alla portata di ogni tasca (la crisi c’è, è inutile negarlo), i gadget per i più piccoli. Tanto per citarne alcuni. Prendiamo un fine settimana qualsiasi. Prendiamo una piacevole domenica di autunno estivo e rechiamoci lì, sul far del mezzogiorno, nel luogo maledetto da buongustai, intenditori e salutisti. Andiamo ad osservare chi c’è, cosa mangia, in quale stato di forma si trova.

Un’intera squadra sportiva giovanile, con tanto di allenatore e preparatore atletico al seguito. Alcuni vestiti in maniera equo solidale che – per scelta di vita – mai avresti pensato di incontrare proprio QUI.

Tanti. Tantissimi. Anche insospettabili. Tutti fuori città? Tutti sui prati o sulle rive dei laghi? Non esattamente. Il parcheggio è pieno. Anzi, strapieno. Le automobili invadono anche il marciapiede. Una sorta di macchina da guerra – “Hammer”– occupa spavalda la ciclabile. Occupati quasi tutti i tavoli all’aperto. Gente all’apparenza soddisfatta, che addenta felice. All’interno cinque casse attive, con una media di sei o più persone in fila per cassa. Solo fascia giovanile? Non proprio. Famiglie al completo con nonni al seguito, padri e figli, madri e figli, nonni e nipoti, single, coppie, gruppi di amici. Motociclisti con casco in braccio, gitanti con zaino in spalla, sportivi con borsone della società, signori signorili con aria di cerimonia. Zoom visivo sulle scarpe. Sportive di ogni genere e qualche tacco alto, decisamente inaspettato. Anche gli eleganti mangiano veloce.

La scelta nutritiva. Sorpresa. Oltre ai soliti panini noti ed importati già dagli anni Ottanta, compaiono sui tabelloni luminosi le insalate, le piadine arrotolate a mo’ di cono e farcite di tutto il farcibile, il reparto cremeria e la caffetteria. Una schiera di assemblatori là, dietro al bancone, – saranno almeno una ventina - lavora in febbrile successione. Pane, polpetta, formaggio, salsa, carta e via. E poi di nuovo. Pane, polpetta, formaggio, salsa, carta e via. E via. Terminato il pasto veloce, saziati gli istintivi appetiti con poca spesa, la domenica è lì fuori che aspetta di essere vissuta. Si liberano i vassoi collocando i rifiuti secondo la raccolta differenziata (forse è questa ad aver conquistato anche quegli “insospettabili” frequentatori?), si salutano i vicini di casa (anche loro qui? Ma dai!) ed i compagni di scuola (hai visto che c’è anche il … quello di terza A che a ricreazione mangia le carote!). ■ Buona digestione.

Corpulenti, robusti, snelli e perfino mingherlini. Gli allarmi mondiali sulle schifezze alimentari lasciano evidentemente il tempo che trovano. Il campionario umano ivi presente è assai variegato per costituzione, stazza e peso. Ragazzini esili, uomini robusti, donne filiformi, ragazze con lati B di tutti i generi e volumi. Sportivi in gran forma ma anche fuori forma. Esposizione di fisici in attesa di pasto. Nella media, nessuna evidente predominanza di eccesso.

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trentinoattualità

di Tiziana Tomasini

La corsa all’oro All’ombra della crisi, appare un riflesso giallo. Giallo ORO. Il metallo più nobile è oggi uno dei protagonisti della nostra città. Il suo nome campeggia sulle insegne di molte vie cittadine… ma sarà tutto oro quello che luccica sotto questa continua espansione del settore? 44

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a leggenda narra che re Mida – avuta dal dio Dioniso la possibilità di poter esprimere un desiderio – ottenne di poter trasformare in oro tutto ciò che toccava. Le drammatiche conseguenze, che lo avrebbero portato a morte certa di fame e di sete, costrinsero il re a ritirare umilmente la richiesta. La leggenda racchiude un monito verso la smania dell’arricchimento e trasmette al contempo l’importanza e il valore del metallo. E se gli storici affermano che si cominciò a estrarre l’oro seimila anni fa, possiamo constatare che la storia dell’oro ha segnato fortemente il percorso dell’uomo. La stessa scoperta dell’America è stata motivata anche dalla


trentinoattualità

Non è tutto oro, quel che luccica

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Corso III novembre

Via Torre Vanga

ricerca dell’oro, come testimoniano le prime lettere di Cristoforo Colombo. L’oro che - a partire dall’epoca moderna – è stato il motore di importanti e significativi fenomeni economici e sociali, sia positivi sia fortemente negativi. Lo sviluppo dell’economia ma anche la criminalità ed il sacrificio di vite umane nelle miniere. Sono esistiti migliaia di “cercatori”, partiti in cerca di fortuna, colti da quella che è stata definita la febbre dell’oro, magistralmente descritta da Jack London e portata sui primi grandi schermi da Charlie Chaplin. E finiti arricchiti o vittime di quella stessa malattia.

particolari. Con l’obiettivo di incuriosire, attirare il cliente e farlo sentire a suo agio. Niente a che vedere con l’essenzialità e la freddezza degli sportelli del banco dei pegni.

Oggi si fanno affari d’oro Indiscutibilmente l’oro ha sempre visto affiancarsi la funzione ornamentale e funzionale (ricordiamo che l’8% dell’oro mondiale finisce nelle nostre bocche, sottoforma di protesi dentarie) e la funzione economica. Ed è altrettanto indiscutibile e comprovato che laddove tiri aria di crisi finanziaria appaia all’orizzonte l’oro. Come bene di scambio, come bene rifugio. E mentre le borse, nei vorticosi saliscendi, bruciano quantità smisurate di denaro, l’oro c’è. E si compra. E si vende. Le botteghe di compravendita dell’oro hanno aperto e stanno aprendo a macchia d’olio in tutta Italia. E dopo il boom delle grandi città, sono sbarcate anche a Trento, con un’ ultima recente impennata. Ormai sono otto, concentrate nel centro città, nelle vie commerciali; si trovano lungo importanti arterie di traffico, come via Brennero. Ma stanno dilagando in tutta la regione. I negozi del genere si stanno evolvendo anche nelle strutture, negli arredi, nella ricerca dei

Un nome, una storia, un mitico re Il negozio all’ombra del castello deve ancora inaugurare. Mentre Marco allestisce le vetrine e dialoga volentieri tra un ripiano e l’altro , Imma racconta le precedenti esperienze nel settore, l’andamento attuale e la voglia di dialogare, di intrattenere rapporti. Siamo molto lontani dalle barriere in vetro. La volontà è di lasciare alle spalle l’intrinseca diffidenza verso chi si rivolge allo sportello e di aprire alla comunicazione. Un salotto colorato, lo slancio per accogliere il cliente che non deve più nascondersi, quadri alle pareti. Il cliente – subito, ancora sulla soglia – deve cogliere un approccio soft. Lei ha lavorato per anni nei primi negozi del genere vendo/compro oro, quelli con l’impostazione più tradizionale [nota catena con logo giallo che anche noi abbiamo visitato ma senza poterne sapere di più, perché la gestione milanese non gradisce parlare dell’attività, n.d.r.]; racconta che – agli albori dell’attività – chi si rivolgeva allo sportello badava di non farsi riconoscere, per non far sapere “cosa e come”. Gradualmente si è capito che sono negozi come gli altri e che il cliente – e ricordiamo che il cliente ” porta cose importanti per avere in cambio cose importanti “ dice Imma – apprezza una calda accoglienza. Marco spiega che la catena per cui attualmente lavorano ha sede a Mantova ed ha aperto ben 18 ne-

asciamo da parte considerazioni sociologiche o amare constatazioni, per quanto legittime, sul fatto che in un periodo di crisi anche vendersi la collanina della prima comunione diventi un gesto possibile. Qui, invece, due constatazioni. Uno. Non è stato sottolineato più di tanto, ma sabato 15 ottobre, durante la guerriglia di Roma, sono stati attaccati anche dei negozi “compro oro”. Lo ha ammesso, in una intervista – anonima, va da sé – un ragazzo anarco insurrezionalista. “Gli scontri erano stati organizzati, è vero, ma solo in parte. Si erano pianificati attacchi mirati a banche, compro oro e suv, ma la situazione è sfuggita di mano”. Due. La versione online di “Repubblica” ha dedicato una inchiesta al fenomeno “compro oro”. Citiamo. “In tempi di crisi il business è tra i più lucrosi. La maggior parte dei seimila “Compro oro” italiani lavora onestamente ma, secondo i dati delle forze dell’ordine, un sesto, circa un migliaio, cade nell’illegalità. Una percentuale che tende a salire nelle grandi città come Roma, Milano, Napoli e Palermo dove la presenza della malavita è più forte. La polizia ritiene che nel 14% dei casi queste attività nascondano riciclaggio, usura e ricettazione. I gestori disonesti sono pochi ma attivi. Secondo Raniero Razzante, presidente dell’Associazione italiana responsabili antiriciclaggio, c’è chi non registra le transazioni né l’identità di chi vende”. Peraltro, senza occuparsi di massimi sistemi criminali, una notiziola, nell’inchiesta, colpisce più di altre. Un cronista ha fatto un breve tour nei “compro oro” siciliani. Una collanina da 17,3 grammi (pesata da un gioielliere specializzato) è risultata pesare 8, 9, 12, 14 e 17 grammi a seconda del negozio. Carlo Martinelli

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Via San Martino

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gozi, sparsi su tutto il Nord Est. Si tratta di un franchising casalingo, di un’affiliazione diretta – precisano – in quanto si tratta di ex gioiellieri che hanno cavalcato questa nuova ondata commerciale. Chi compra gioielli usati? I monili da porre in vetrina vengono disinfettati e sterilizzati. E si vendono, eccome. Sono praticamente a metà prezzo. Non si paga la lavorazione a monte, ma solo il prodotto finito. Arriva la signora appassionata di antiquariato, arrivano tanti che vogliono fare un regalo considerevole ad un prezzo accessibile. E tra poco arriva Natale … sfuma Imma. Mentre Marco sistema le vetrine, riferisce che negli Stati Uniti i gioielli si vendono anche nei centri commerciali su carrelli movibili, segno inequivocabile della disinvoltura commerciale e dell’indiscussa crisi economica.

centro Italia, con sguardi già oltre confine, come ad esempio la Slovenia. La storia di questa società nasce dall’oreficeria. Una bottega orafa che in tempi di crisi percepisce le difficoltà di un settore . E allora, “se non si vende l’oro, compriamolo!” dice Luca con inequivocabile accento veneto. Sull’onda della tendenza – si racconta che negli Stati Uniti questi negozi erano attivi già nei primi anni Novanta, quasi ad anticipare i venti difficili - l’oreficeria si trasforma concettualmente. E più che vendere, compra l’oro. L’oro viene acquistato perlopiù sottoforma di monili, rinchiuso in cassaforte, conservato per qualche giorno e poi spedito a ditte specializzate nella fusione. In pratica, il prodotto finito compie il viaggio a ritroso e ritorna ad essere Au, materia prima, lingotto. E i pentiti? C’è chi ritorna e chiede la restituzione dei preziosi di famiglia? I pentiti ci sono, ma si fa di tutto per evitare pentimenti. Chi sta dietro al bancone valuta l’oggetto e si assicura, anche attraverso una dichiarazione scritta, dell’impossibilità della restituzione. Ecco emergere la differenza sostanziale con i Monti di Pietà. Mentre questi ultimi – attualmente gestiti da UniCredit Banca – prevedono il riscatto della merce, i negozi di “compro oro” non restituiscono. Salvo eccezioni. Quali, ad esempio, le indagini degli inquirenti su possibili furti. Certo, appare fin troppo semplice per un ladro tradurre la refurtiva in euro, offrendo l’immediata possibilità di liberarsi del maltolto e di ricavarne euro. Questi negozi sembrano creati su misura per facilitare il riciclaggio e le recenti cronache nazionali ne hanno dato ampia testimonianza. Luca Milan non nega che questo sia successo. Può accadere, è accaduto che si acquisti oro

Altre quattro preziose chiacchiere con un compratore d’oro Solcate le porte di un altro negozio di recente apertura, parliamo con Luca, uno dei soci delle famose botteghe. La location è ottimale - pieno corso III Novembre – e scopriamo, per nulla casuale. Non a caso, ci spiega Luca, si scelgono le vie di forte passaggio pedonale e di ampia visibilità; le strade più ambite per questo tipo di commercio sono quelle percorse dai mezzi pubblici; particolarmente gradite le vetrine in prossimità di incroci o semafori, che consentono di essere facilmente individuate dai viaggiatori in sosta temporanea. La sede della società aurea - di quella che ormai è divenuta una catena - si trova a Vicenza, e si sta aprendo in particolare a tutto il Triveneto e a qualche città del 46

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di dubbia provenienza, frutto di razzie di appartamenti. Ma l’epilogo non è certamente felice. Tale oro, se individuato, viene messo sotto sequestro dalle forze dell’ordine e ripagato alla conclusione del processo. Al compratore dell’oro conviene quindi fiutare l’inganno e rifiutare l’acquisto. La compilazione di registri con i dati di chi vende e che cosa vende – a disposizione della questura - agevola chi è in buona fede e scoraggia, o comunque dovrebbe scoraggiare, la criminalità. Identikit di chi vende l’oro: nuovi poveri e non solo… E arriviamo al chi. Chi vende? Sono in tanti ad aver bisogno di contanti, ed anche se suona come uno slogan, è la triste constatazione di questo difficile periodo economico. Allora generalizziamo e diciamo “tanti”. Nel senso che non esiste una categoria in netta predominanza. C’è il cosiddetto ceto medio che arranca per arrivare a fine mese, c’è chi a fine mese ci arriva giusto ma non riesce a far fronte a spese straordinarie, quali il dentista e il funerale. C’ è chi era abituato ad un tenore alto di vita e piuttosto che rinunciarvi apre il comò e vende il bracciale della nonna, c’è chi non rinuncia alle ferie e vende l’orologio della laurea. C’è il ragazzo che vende la catenina del battesimo per l’ i – pod o per l’ultimissimo cellulare messo sul mercato (ma i genitori lo sapranno?). C’è la ragazza che vende gli orecchini ricevuti in dono dall’ex fidanzato. E c’è anche chi non ha realmente bisogno di contante, ma che utilizza questi negozi per disfarsi di monili inservibili, per dirottarsi magari all’acquisto di gioielli dal design più moderno ed attuale. Colui che vende non è naturalmente co-


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trentinoattualità stretto a motivare il suo gesto, ma in fase di trattativa spesso confida la propria situazione a chi sta dietro al bancone. Ne appare lo specchio di una società che vuole una sola cosa, a tutti i costi. Monetizzare per sopravvivere e per avere quello di cui non si può più fare a meno. La concorrenza e i falsi. Pare che la concorrenza non sia un problema. L’importante è mantenere le stesse cifre. Facciamo presente che nella via, a pochi metri, la concorrenza è proprio lì, con la stessa offerta e le stesse caratteristiche. Davvero non è un problema? No, assolutamente no. Del resto lo stesso discorso si potrebbe fare per i bar. Uno vicino all’altro. Senza difficoltà di convivenza. E i falsi? C’è chi cerca di ricavare un utile da una patacca? Certo. Anche qui con più tipologie. C’è l’ingenuo che crede di avere in mano oro e vuole venderlo in buona fede – salvo poi ritirarsi in buon ordine - , c’è il potenziale truffatore che vuole spacciare per oro ciò che luccica.

L’ANDAMENTO DEL METALLO: QUANTO, DOVE, COME

I

l prezzo dell’oro viene fissato quotidianamente sulle piazze finanziarie mondiali; a guidare il mercato è il fixing di Londra, sede della maggior parte delle transazioni. La quotazione si basa sugli acquisti e sulle vendite. Se c’è molta richiesta e poca offerta il prezzo sale, se c’è poca richiesta e molta offerta il prezzo scende. Oggi nel mondo vengono prodotte più di 2.000 tonnellate di oro all’anno. Principale produttore è il Sudafrica, seguito dagli Stati Uniti, dall’Australia, dalla Russia. L’Europa produce 28 tonnellate; l’Italia solo 5 chilogrammi l’anno. Italia produttore di scarso rilievo, ma in compenso uno tra i maggiori trasformatori di oro al mondo. Fino all’anno 2000 ai privati non era concesso acquistare oro per investimento; si poteva comperare esclusivamente sottoforma di gioielli e di monete. Con la Legge numero 7/2000, anche il privato può acquistare lingotti d’oro. Secondo un rapporto annuale, l’attività estrattiva comporta considerevoli costi sociali, ambientali e sanitari. L’estrazione dell’oro implica il rilascio di sostanze tossiche quali mercurio, piombo, cadmio e cianuro. Ogni giorno muoiono 40 minatori nel mondo.

E i gioiellieri come la pensano? Entriamo in una famosa gioielleria di Trento per chiedere cosa ne pensano dei negozi vendo/compro oro. Il commesso dice sorridendo che i gioiellieri non hanno niente a che fare con questo tipo di commercio (e l’avevamo capito!); il titolare, interpellato, non rilascia dichiarazioni. Salutiamo e ce ne andiamo. Due mondi di oggi. Il nuovo e l’usato. Due lati della stessa medaglia. Naturalmente d’oro. ■

i villaggi dai camini spenti Viaggio nella periferia del Trentino del terzo millennio

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di Gianfranco Gramola

S

ilvia Senette è nata a Tradate (ottobre 1979) ma è cresciuta a Cislago (Varese). È giornalista professionista dal 2006 e attualmente è direttore di Rtt la Radio e di Tv Alpi. Prima di arrivare nella redazione di via Zanella, ha lavorato a Il Giornale, Libero, Il Sole 24 ore, Il Corriere del Trentino, Donna Moderna e Men’s Health. A Rtt La Radio e Tv Alpi quali sono le sue competenze? Da quando sono diventata direttore il mio ruolo è diventato più organizzativo che giornalistico analitico. Quando sono arrivata, ero una sorta di tuttofare, quindi telecamerina e microfono alla mano, uscivo a fare i servizi, oppure la mattina facevo la rassegna stampa della TV, poi facevo capo servizio a Rttr la mattina, quindi gestivo le troupe e i colleghi organizzando i servizi, conducevo il TG, facevo i servizi io, spesso uscendo anche con l’operatore e non sempre da sola con la telecamerina. Ora sto praticamente quasi sempre in redazione. Esco quando ci sono eventi, dibattiti o seminari, o riunioni di rappresentanza che rendano indispensabile la mia presenza. Suo padre e sua sorella sono giornalisti, vero? Sì. Papà è giornalista professionista, ma faceva l’operatore in Rai, quindi si occupava di telecamere e di immagine. Abbiamo iniziato con la scrittura e la Tv è capitata per caso. Mia sorella Francesca, invece, puntava già sulla TV e ha iniziato subito con Antenna Tre. La passione l’abbiamo respirata fin da piccoli, quando papà tornava a casa con la telecamerina, nei weekend, oppure quando lo seguivamo nelle sue trasferte. 50

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L’emozione di raccontare Silvia Senette, Da Libero di vittorio feltri al Corriere del Trentino, quindi direttrice di Rtt la radio e Tv Alpi. Una giornalista brillante con la passione per lo speck, i canederli e la carne salada Il giornalismo è più istinto o mestiere? È istinto, è pancia, è fiuto, è sensazioni, è emozioni, è delicatezza nel trattare certi temi, nell’affrontarli a volte è anche tenacia, sicuramente è carattere, però è effettivamente un istinto che va domato con la pratica, con la quotidianità, con la fatica e quindi è sicuramente anche un mestiere che si impara a bottega. Non lo impari sui libri, non lo impari all’università, non lo impari nei corsi di

giornalismo. Lo impari proprio lavorando sul marciapiede come si suol dire. Come ricorda l’esperienza con Feltri, a Libero? Ho fatto carte false per lavorare con lui. Ho lavorato per due anni a Libero facendo veramente la fame. Ho fatto un anno di stage gratis, sedici ore al giorno, 365 giorni all’anno. Poi un altro anno a 300 euro al mese, finché poi la fame e il fatto di dovermi mantenere, non hanno avuto il sopravvento sull’onore di

avere la mia firma a dodici centimetri misurati con il righello in prima pagina con lui. Le virtù di un buon giornalista? Sicuramente la capacità di ascolto è la prima, la curiosità forse alla pari della capacità d’ascolto, poi l’onestà intellettuale e saper distinguere da quello che pensi da quello che provi. Parlo spesso di emozioni quando parlo di giornalismo perché ho fatto per tanti anni la cronaca nera e la giudiziaria e quando ti trovi davanti a determinati fatti è fin troppo facile farsi prendere dall’emozione e parteggiare per la parte offesa. È giusto avere le proprie opinioni, è giusto se vuoi anche esser trasparenti e far capire in qualche modo come la pensi, ma è giusto dire che è una tua opinione. Altra virtù di un giornalista è avere tanta pazienza, perché la gavetta è lunga, perché le giornate sono lunghe, perché spesso hai a che fare con persone maleducate e più sono in alto e più sono maleducate. Qual è il suo motto? Sono due: “Nulla è impossibile” e “Volere è potere”. Poi c’è una frase di Charles Darwin che mi piace moltissimo: “Non è l’individuo


trentinoattualità più forte che sopravvive, ma quello che meglio si adatta al cambiamento”. E questo mi è servito molto, perché nella mia gavetta ho lavorato in tantissimi posti e ho dovuto adattarmi a ritmi, situazioni, redazioni, direttori, linee editoriali, linee politiche, posti, città e tantissimi orari diversi. Pensa, iniziavo alle 4 di mattina in radio a Milano. Quindi io credo veramente che la capacità di adattarsi e di captare, di avere le antennine per quelle che sono le esigenze dell’ambiente in cui ti inserisci, permette di crescere, di evolvere e di andare avanti, se no, se ti irrigidisci sulle tue convinzioni, sulle tue capacità, senza voler progredire e migliorare, sei finito. Fidanzata? Felicemente fidanzata con Roberto, che fa il direttore generale al Comune di Bergamo, ma quando io l’ho conosciuto era direttore e segretario a Viareggio. Lui è toscano, ha 42 anni. La distanza è una dura prova, ma con l’amore si supera tutto. Ci vediamo solo nei fine settimana. Com’è arrivata Trento? È successo dopo anni di gavetta. Quando non riuscivo a barcamenarmi perché la mole di lavoro quotidiana diventava infinita e a livello pecuniario la resa era irrisoria, mi sono data da fare e ho trovato come co.co.co. il mio primo contratto scritto ed è stato dopo 6

anni di giornalismo; un co.co. co, quindi praticamente ancora abusivo ad AGR l’agenzia Radio della RCS, di cui parlavo prima. Solo che dopo un anno e mezzo mi mancava terribilmente scrivere. Ho telefonato al Corriere della Sera, per chiedere se potevo mandare un curriculum. Il capo redattore responsabile, Gianni Valenti, mi ha concesso un colloquio e tre giorni dopo mi ha chiamato per chiedermi se volevo andare a Trento, per una sostituzione estiva. Mi sono fiondata a Trento e dopo quasi quattro anni al Corriere del Trentino, sono passata a Rttr. Il resto è storia recente. Come ha trovato il Trentino? Meraviglioso. Ero convinta di trovarmi in una terra veramente straniera, cioè di trovarmi in Alto Adige e quindi i crucchi che parlavano tedesco, con i gerani ai balconi di legno, con degli inverni rigidissimi. In realtà ho trovato quello che dovrebbe essere un modello per l’Italia, un’Italia pulita, un’Italia educata, ordinata con poco traffico, con pochi problemi e con parecchi soldi e con degli inverni che fondamentalmente sono più belli dell’estate perché, salvo qualche autunno particolarmente piovoso, l’inverno qui c’è un sole pazzesco che in estate ce lo sogniamo. E quindi mi sono trovata benissimo e i trentini non sono così spigo-

Pianeta

losi come si vuol far credere. Le piace la cucina trentina? È una cucina un po’ troppo ricca per me, un po’ pesante, però semplice allo stesso tempo. Adoro i canederli, mi piacciono da morire, li mangerei anche d’estate e l’orzotto alla trentina, che mi piace da impazzire. Infatti la prima estate che sono arrivata in Trentino, finivamo di lavorare a mezzanotte al Corriere e l’unico posto aperto era il Green Tower. Adoro anche lo speck, che pensavo fosse più una specialità dell’Alto Adige. Poi, ogni volta che torno a casa dei miei o in quella di mio cognato o anche dai genitori del mio moroso; per loro, tipo a Natale, il mio regalo è un cesto con dentro un chilo e mezzo di speck, il puzzone di Moena sotto vuoto, un va-

Terra

setto di crauti, le marmellate trentine, lo sciroppo dell’Orso, i canederli, la carne salada sotto vuoto che io adoro, ecc… Loro lo sanno che io arrivo con questo cesto per tutti e io so che è gradito moltissimo. Dimenticavo… ovviamente, faccio mettere anche una buona bottiglia di Teroldego e una di Trentodoc. L’unica cosa è che sono astemia. Voi trentini non mi avete ancora convertito all’alcol. Come si vede tra 10 anni? Sicuramente giornalista, attiva, cresciuta, più brava, più capace e competente, perché c’è sempre da imparare e da crescere. Forse a Milano o a Roma, in una grande Tv Nazionale. Oppure potrei essere in campagna, mamma di cinque figli, a fare marmellate… chi lo sa. ■

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trentinobottegad’artista

di Renzo Francescotti

U

n artista precoce quanto esorbitante il nostro Paolo Dolzan, se è vero che ha esordito in una collettiva a 19 anni, a Marano d’Isera e con la sua prima personale a Venezia a 23 anni. Nato a Mezzolombardo nel 1974, si è diplomato all’Istituto d’Arte “A.Vittoria” di Trento e poi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, allievo di Carlo di Raco. Attualmente insegna storia dell’arte e disegno nell’Istituto di Istruzione Superiore di Tione e dal 2005 vive e lavora inforrato in

La sconfitta della realtà Con le grandi tele ad acrilico, drammatiche, sensuali, carnali, erotiche, cupe-sanguinanti, provocanti paolo dolzan ci testimonia le sconfitte dell’uomo. Rimarrebbe solo la disperazione, senza quel filo di speranza che... con quella umana. Paolo ha saputo creare una fittissima rete di contatti con numerosi artisti e operatori in vari Paesi del mondo, collaborando con essi a numerosi progetti, la-

un vecchio mulino a Stenico. Nonostante la giovane età le sue collettive sono state oltre settanta, moltissime delle quali all’estero (in Usa, Germania, Russia, Bosnia, Boemia, Austria, Francia, Cina).Una trentina le sue personali (a Venezia, Brescia, Bergamo,Roma; all’estero in USA, Germania, Slovenia). L’ultima sua personale (dal titolo “La predica all’uccello”, catalogo con testi di Tommaso Decarli e Mauro Zanchi) si è aperta il 24 settembre e durerà sino al 5 novembre, alla Galleria d’Arte Argo di Trento. Dicevamo dell’esorbitanza di Paolo Dolzan, impattante sia con la sua personalità artistica che 52

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vorando nel mondo: in Italia e altri Paesi europei come la Russia; in Libia, Egitto, Stati Uniti, Cina. Oltre che innumerevoli referenti geografici, Dolzan ne ha altrettanti stori-

ci: anche con essi “collabora e lavora”. Sono grandi pittori in cui riconosce una sua affinità. Molti li indica lui stesso nelle sue tele: Rubens, Rembrandt, Caravaggio, Van Dick, Van Gogh… Altri li potremmo indicare noi: Munch, Kokoschka, Rouault, Bacon, de Kooning… Con quest’ultimo artista che – come è noto, traghettò dalla sua Olanda negli USA l’espressionismo figurativo europeo – con il suo disagio e la sua angoscia, la sua riduzione del mondo a maschera tragica, sviluppandolo dopo il 1936 nell’espressionismo astratto – Dolzan ha in comune le pennellate, il furore dinamico che lacera la superficie della realtà svelando la miseria della condizione dell’uomo contemporaneo. Così come le lacerate, tragiche crocifissioni di Paolo, si accomunano (nelle stesse pennellate sintetiche e veloci) a quelle di Rouault in cui l’uomo è solo e flagellato come Cristo sul Golgota; e a quelle disintegranti di Bacon, a identificare gli archetipi della violenza del’uomo sull’uomo. E gli esempi si potrebbero moltiplicare. Benché il cubismo di Picasso e Braque sia stato l’avanguardia artistica


trentinobottegad’artista

più rivoluzionaria del ‘900, è l’espressionismo – nato quasi contemporaneamente oltre un secolo fa in Germania e Francia – ad avere lasciato il solco più profondo, attraversando il secolo non solo in pittura, ma anche in scultura e architettura, in letteratura, nel teatro, nel cinema. Un solco che sconvolge tutto il Novecento e che prosegue nel secolo attuale. Così Paolo Dolzan non ci appare come epigono, ma come un artista drammaticamente attuale. Potremmo dire più che mai attuale, al di là delle mode e delle operazioni artistiche

(sempre più di promozione desolatamente commerciale) che asfissiano la contemporaneità. E una ragione di questa attualità, estremamente concreta e necessitante, esiste. Se il secolo passato è stato il più tragico della storia: nessun secolo ha mai moltiplicato tante guerre (per la prima volta nella storia del mondo due guerre mondiali a distanza di vent’anni), guerre civili, rivoluzioni, sterminii di massa, genocidi. E, varcata la soglia del terzo millennio, non è che ci sia stata un inversione di tendenza. Più di un secolo fa questa disumanizzazione globale dell’uomo era stata annunciata dall’espressionismo. Una produzione artistica come quella di Dolzan continua coraggiosamente nel territorio dell’arte nella sua operazione di provocazione, condanna, documentazione, sublimazione delle tragedie individuali e collettive. Con le sue grandi tele ad acrilico (la sua misura prediletta è di due metri per un metro e mezzo), drammatiche, sensuali, carnali, erotiche, cupe, sanguinanti, provocanti Dolzan ci testimonia le sconfitte dell’uomo. Rimarrebbe solo la disperazione. Se il filo di speranza non fosse appeso come a un filo di ragno (che è pure il titolo di una sua piccola tela, cm. 31x61) resterebbe spazio solo per l’angoscia o per la quiete, come in “Pastorale”, in cui un vecchio – nudo e senza tempo – accarezza i ■ suoi agnelli.

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trentinofuoriporta trentinoattualità Arrivare al Lago Maggiore rappresenta già un’emozione. Preparatevi infatti ad una serie di scoperte piacevoli, che inizieranno proprio da un panorama che non ci si aspetta.

di Diamante Irti

i caldi colori del lago maggiore

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asciata l’autostrada dei laghi, in pochi minuti ci si trova immersi in uno scenario fiabesco. Con una serie di tornanti si scende verso Stresa e questo balcone naturale rappresentato dalla strada di accesso permette subito di farsi un’idea della natura e della grandezza del Lago Maggiore e dell’intera area che lo circonda. Il Lago Maggiore infatti è il secondo lago per superficie in Italia. Se la fortuna vi accompagna e le condizioni meteo saranno buone, l’aria tersa e pulita, il sole splendente ed il fascino del bacino lacustre contornato da montagne e colline vi colpiranno sicuramente. Una serie di 11 isole, tutte da scoprire grazie ad un efficiente e frequente servizio di motonavi e battelli, completano un vero e proprio affresco che la natura ha posizionato in questa area del Piemonte (l’80% del lago si trova in Piemonte, il 20% in Svizzera). Il Lago Maggiore con i suoi 212 kmq di 54

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sviluppo racchiude in sé molte anime. Località di grande attrazione per il periodo estivo, che permette ad esempio di fuggire dalla calura delle città e rifugiarsi in una vera e propria oasi di natura e benessere, ma che risulta attrattiva praticamente in ogni stagione dell’anno, regalando colori e sensazioni diverse. L’autunno sicuramente rappresenta un’ottima stagione nella quale programmare un fine settimana in questa zona che viene anche definita distretto dei laghi. Due o tre giorni che riusciranno ad emozionarvi. Rivolgere lo sguardo verso il lago o l’entroterra, vi farà scoprire sempre nuovi scorci, nuovi dettagli, nuovi borghi, villaggi, ambienti. Qui infatti risulta particolarmente affascinante girovagare sulle sponde del lago, fare brevi spostamenti in auto intervallati da piacevoli tratti pedonali. Nei periodi meno freddi, un’ottima idea può essere quella di utilizzare le biciclette lungo questi percorsi sicuri

e piacevolmente pianeggianti, in riva al lago, che garantiscono una bellissima mobilità a stretto contatto con l’ambiente. Ma, tornando al periodo autunnale le passeggiate rappresentano certamente il migliore dei modi per entrare in contatto con questo lago, i suoi colori, la sua terra, la sua gente ospitale e in grado di farti sentire uno di casa. Il vostro fine settimana sul Lago Maggiore non può non comprendere la navigazione sulle sue acque e la visita delle sue isole, cominciando proprio dalle isole fra Stresa e Verbania, dove si trova l’arcipelago delle Isole Borromee. Dedicate a questa scelta una o due giornate intere, prendete un battello della navigazione “Lago Maggiore Express” ed avrete una visione da un punto di vista diverso, a pelo d’acqua, che confermerà le sensazioni provate al vostro arrivo. Un panorama intenso, dolce e maestoso, con delle colline curate e ricche di abitazioni di grande qualità architettonica


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Scorcio dell’Hotel Regina Palace, Stresa

Isola dei Pescatori

e storica, immerse in una natura ancora incontaminata e che regala una serenità incomparabile. La navigazione è lenta in una logica “slow”, magari non cercata, ma che vi avvolgerà facendovi tornare a ritmi di vita sereni e improntati alla massima tranquillità. Il lago, infatti garantisce una sorta di rallentamento dei ritmi di vita, una delicata e piacevole lentezza della visita. Il solo fatto di prendere un battello e nel silenzio, privo di auto, di rumore di traffico, visitare una dopo l’altra le piccole e bellissime isole che caratterizzano il Lago Maggiore, è entrare in una dimensione di vacanza diversa, rilassata e morbida. Iniziate dall’Isola Bella, a circa 400 metri al largo di Stresa. Misura 320 metri di lunghezza e 180 di larghezza ed è interamente occupata dal giardino all’italiana del palazzo Borromeo e dal palazzo stesso, aperto alle visite, che mostra i suoi saloni e camere del piano nobile, realizzati dal XVII al XIX secolo, e nella parte inferiore le grotte. Da visitare, appunto, i giardini con una incredibile varietà di piante esotiche. In essi, la parte superiore è quella detta “anfiteatro”, poiché qui si tenevano le rappresentazioni sceniche che appassionavano i Borromeo, dove si trovano varie statue, alcune realizzate dallo stesso progettista, il Vismara. Proseguite, sempre in battello, verso l’isola dei Pescatori, conosciuta anche come isola Superiore. È l’unica isola dell’arcipelago delle Isole Borromee del Lago Maggiore (comune di Stresa) ad essere stabilmente abitata. Larga 100 metri per 350 di lunghezza, ospita un piccolo centro abitato, dalle caratteristiche

case a più piani (con lunghi balconi per essiccare il pesce), con una piazzetta, caratteristici vicoli stretti, il lungolago e la via principale a permettere gli spostamenti rigorosamente a piedi dei 50 abitanti che vivono di pesca e turismo. Infine, scoprite anche l’Isola Madre. È la più grande isola dell’arcipelago delle Isole Borromee sul Lago Maggiore, larga 220 metri e lunga 330, anticamente era chiamata Isola di San Vittore e successivamente Isola Maggiore. Sull’isola è da visitare il palazzo Borromeo e il relativo giardino all’inglese. La visita delle isole, tra brevi passeggiate, visite ai palazzi Borromei ed ai loro curatissimi giardini, un aperitivo seduti all’esterno di uno dei tanti locali affacciati sulle acque limpide del lago vi faranno trascorrere le ore e la giornata in maniera piacevole e appagante. L’intera area è organizzata sotto il profilo turistico per ogni esigenza. Questa zona infatti può ospitare dalle famiglie con bambini piccoli o ragazzi adolescenti, offrendo loro ogni possibile svago e divertimento, alle coppie in cerca di ro-

Imbarcazione del “Lago Maggiore Express”

mantiche fughe o a chi magari più avanti con l’età cerca calma, stile ed ambienti in grado di donare piacevoli emozioni. Per i più sportivi o le famiglie attive, grandi sono le opportunità. Si va dalle passeggiate, alla mountain bike, agli sport d’acqua. Non manca neppure il golf con due campi e l’equitazione. Per gli appassionati di trekking, invece, vale la pena arrivare in cima al Mottarone, la montagna facilmente raggiungibile in funivia da Stresa, e da lì partire lungo i vari percorsi. Per chi ama la montagna, in questi mesi esplodono i colori della natura, con un arcobaleno di sfumature calde ed avvolgenti che faranno da cornice alle gite e passeggiate. Chi adora passeggiare, ma in città, e preferibilmente per shopping, non può perdersi i numerosi negozi, i mercatini degli hobbisti e quelli del gusto, che ad Arona, ad esempio ogni fine settimana, propongono le eccellenze del made in Italy. Per chi invece cerca romantiche sensazioni, il quadro naturale e le offerte anche in termini di ospitalità garantiscono un sicuro successo. Le strutture alberghiere hanno investito molto negli ultimi tempi nella creazione o ristrutturazione di centri benessere, spa ed ambienti dedicati alla cura del corpo e della mente . Nulla di meglio, dopo una giornata trascorsa a stretto contatto con la natura, che godersi vere e proprie coccole. Il panorama alberghiero è estremamente variegato e offre davvero ogni tipo di possibilità, ma, per assaporare il lato romantico del lago Maggiore, è consigliabile soggiornare in una struttura 55

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Lo chef Marco Sacco nella sua cucina del Ristorante Piccolo Lago, Verbania

sulle rive del lago, dai caratteri storici , ma con tutti i comfort necessari in una moderna offerta turistica. Rappresenta certamente questo stile, il Regina Palace Hotel. Hotel quattro stelle inaugurato nel 1908 conserva ancora il fascino fin de siècle presentandosi però in veste rinnovata, che riesce ad unire charme e modernità. Nel parco secolare si trovano la piscina scoperta, il campo da tennis e da calcetto. Da poco inaugurato il Regina Sporting club. Il centro benessere dell’hotel, con la piscina coperta e riscaldata ricca di giochi d’acqua, le docce emozionali, oltre che sauna, bagno turco e palestra, sa offrire ai propri clienti un vero momento di benessere totale. L’enogastronomia del luogo propone ottime scelte, prodotti tipici e vini di alta qualità all’insegna di una grande attenzione al territorio. Sintesi e apice di questo è certamente rappresentato dal Ristorante Piccolo Lago, a Verbania (www.piccololago.it) che da solo vale un viaggio in questa terra. Marco Sacco, chef e proprietario, insieme al fratello sommelier, del ristorante, frutto della tradizione del padre e della famiglia Sacco, ha viaggiato, scoperto mondi e culture, prodotti e tradizioni gastronomiche che lo hanno portato ad ottenere due stelle Michelin. La sua cucina è una vera arte dell’interpretazione ed utilizzo dei prodotti tipici del territorio. Sacco si serve anche di tecniche ed abilità nel trattare i prodotti, nei metodi di cottura, di altri paesi del mondo ma applicati ai prodotti locali di cui è orgoglioso e alla cui ricerca si spinge in ogni piatto. L’ambiente è di fascino, e grande eleganza, ma nella sobrietà necessaria per farvi stare sempre a vostro agio e per concentrare tutta la vostra attenzione sui meravigliosi ed ec56

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cellenti piatti preparati da Marco Sacco e dal suo giovane e professionale staff, di cui è giustamente orgoglioso. Una particolarità: troverete tutta la cucina interamente a vista, e potrete così seguire il lavoro dello chef in tutte le sue fasi, a partire dalla griglia, che per Marco Sacco è fondamentale per la cottura delle carni e dei pesci. L’ottima lista dei vini e la professionalità, unita alla gentile cordialità del personale di sala, garantiscono insieme ai piatti un’esperienza unica del gusto. Tra gli altri consigli per godere al meglio del vostro weekend d’autunno sul Lago Maggiore, ci sono certamente le Terme

Vista del Lago Maggiore da Stresa

di Premia, nella provincia del Verbano Cusio Ossola, il più moderno centro termale dell’alto Piemonte, che anche in autunno garantiscono un’apertura quotidiana e rappresentano un’occasione unica per ritrovare forma perfetta, benessere e relax, affidandosi alla natura ed al suo dono più prezioso: l’acqua. Oltre alle piscine esterne ed interne, nelle quali sono possibili percorsi emozionali ed idromassaggi con lettini ad idrogetti, il centro è dotato anche di un moderno centro wellness, con diverse tipologie di saune e bagni turchi e di una palestra attrezzata. Dal benessere del corpo a quello di stampo “enogastronomico”: l’autunno è infatti la stagione delle sagre che consentono di gustare le tipicità che questo territorio, dalle antiche tradizioni, sa offrire con un calendario di sagre ed appuntamenti imperdibili. La stagione autunnale diventa anche occasione di scoperta dei borghi nel’entroterra o affacciati sul lago e delle cittadine più suggestive. Alcuni villaggi, inseriti nel patrimonio dei “Borghi più belli d’Italia”, rappresentano davvero un gioiello architettonico ed artistico inestimabile. Potete trovare tutte le informazioni turistiche per organizzare il vostro weekend sul Lago Maggiore sul sito www.distrettolaghi.it ■




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uando spira la brezza e le camicie o i maglioncini si adagiano al corpo senza fasciarlo, ma soltanto disegnandolo, ecco, questa deve essere stata l’immagine che un paio di anni fa ha ispirato i più famosi stilisti nella ricerca dello “slim fit”, la nuova impronta della moda maschile. Non è, sia chiaro, una rivisitazione degli anni Sessanta quando i giovani giravano fasciatissimi nelle camicie o nei pantaloni senza tasche. È qualcosa di totalmente diverso. Vediamo come e perché? Diego ed Elisa Vanzo, i titolari della boutique Jvanhoe – che da oltre 40 anni, assieme a poche altre, “detta” la moda a Trento anche perché Diego ed Elisa sono di casa alle sfilate di Pitti Uomo di Firenze, a quelle di Parigi e di Milano –, lo spiegano analizzando struttura, tessuti e colori dei capi, la trilogia fondante la nuova moda, slim fit. Intanto i capi non sono più strutturati da e con certi elementi cardine – ad esempio le spalle di una giacca – dentro cui si inserisce il corpo quasi fosse un “ospite” del capo. No, adesso è il corpo stesso che calamita a sé il tessuto che finisce per adagiarvisi addosso, adattandosi. Insomma, è una rivoluzione. Se prima era il corpo che si adattava all’abito, adesso è l’abito che si conforma al corpo. Perché ciò possa compiersi esaurientemente – questo è il secondo elemento – anche i tessuti sono cambiati. Tutto è molto più morbido, piacevole al tatto, meno strutturato. Le lane sono soffici, duttili alle forme, “svelte” e sportive pur mantenendone l’eleganza. Vediamo ora – affermano sempre Diego ed Elisa Vanzo – il terzo elemento di questa

abiti che abbracciano Da Jvanhoe, la boutique di Elisa e Diego Vanzo, struttura, tessuti e colori dei capi sono la trilogia fondante la nuova moda: slim fit trilogia: i colori. Ebbene sì, anche i colori contribuiscono con la loro valenza a questo slim fit. I colori sono “lavati”, ma non sbiaditi. Sono tenui come lo sono certe emozioni che ci danno le nostalgie d’un tempo. Non ci sono più nocciola o beige. No, è color “fango”, ovvero qualcosa di indefinito, eppure di inconfondibile. Il marrone è definito “moka”, o chicco di caffè.

Il grigio? Vi è una tavolozza di grigi lavati, ma di grande personalità anch’essi. Potremmo definirli grigio mercurio perché le loro sfumature, proprio come il mercurio, sono inafferrabili. Case di moda blasonate come Cantarelli, Tombolini, Allegri, Orciani, Brooksfield hanno tirato fuori dal loro cilindro dell’estetica questo coniglio del tutto im-

Info Boutique “Jvanhoe” Galleria Tirrena 10 38122 Trento (TN) Tel: 0461.980027

previsto, nuovo, qualcosa che certamente durerà nel tempo. Ma come stanno rispondendo i trentini che solitamente preferiscono abiti ingessati e classici? Parola di Diego ed Elisa: si sono adeguati subito e stanno andando a nozze con questo slim fit. Certo – concludono – per essere al top dell’eleganza, soprattutto per alcuni mezz’età, un po’ di palestra non guasterebbe, anche perché fa bene alla salute. Ma – avvertono – qui nella nostra boutique non v’è problema in quanto dalla camicia al pantalone, dalla giacca al giaccone, il cliente può essere servito anche su misura. Un’ultima annotazione: questa moda “metropolitana” si è talmente radicata, che perfino i pellami, come ad esempio le cinture, si sono adeguati: Elisa e Diego mostrano qualche dozzina di cinture decisamente inconsuete, ma altrettanto decisamente eleganti. ■ 59

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Foto Lucio Tonina

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he i trentini siano una razza molto particolare, Andrea Castelli lo sa molto bene. Che abbiamo certi piccoli difetti e si lascino spesso intrappolare da alcuni stereotipi, pure. Che nel corso della storia Siamo stati costretti a mutare abitudini e bandiera, spesso contro la propria stessa volontà: idem come sopra. Tutto ciò, per dire, che uno spettacolo come “Trentini & Trentoni” solo Andrea Castelli avrebbe potuto concepirlo, scriverlo e portarlo in scena. Il pubblico è avvisato fin da adesso, però (il debutto è a Trento, dal 22 al 25 novembre, Teatro Cuminetti): ci sarà poco da ridere. Cioè, le risate non mancheranno, ma ci sarà ampio spazio per la riflessione, l’autocritica e altre simpatiche usanze che uno non si aspetterebbe di mettere in pratica con Andrea Castelli sul palco. E invece questa volta, l’attore trentino fa sul serio, presentando una summa della trentinità, partendo dalla preistoria, per finire ai giorni nostri, sconfinando di qualche millennio nel futuro. Passato o futuro, sempre di Trentino si tratta, e i trentini – come si può ben immaginare – non cambiano mai.

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di Pino Loperfido

Bestiario trentino Debutta a trento (dal 22 al 25 novembre) il nuovo spettacolo di andrea Castelli: “Trentini & Trentoni”. Una ricercata, garbata, ma anche pungente, summa della trentinità Ci dica, Castelli, che lavoro è questo ”Trentini & Trentoni”? Volevo un testo divertente che facesse anche pensare, una critica a certi luoghi comuni che fanno di noi trentini un popolo unico. Un esempio? La concorrenza... Cioè? Solo da queste parti aprire un negozio simile a uno già esistente viene interpretato come un’offesa personale. E i Trentoni chi sono? Erano i primi abitatori del Doss Trento, che però si sono estinti per diversi motivi, lasciando il posto ai trentini, più piccoli, come si può desumere dal nome.

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Come è strutturato lo spettacolo? In tre parti. La prima, appunto, la prende da molto lontano. Quindi, nella seconda parte, ci spostiamo sul lettino dello psicanalista... Psicanalista? Sì, proprio così. C’è questo tizio (che sarei io, l’attore, Andrea Castelli, insomma...) che si accorge di soffrire di una sorta di sdoppiamento della personalità, non riuscendo più a capire quanto sia trentino e quanto, invece, altoatesino. Il disturbo viene aggravato dalle circostanze. Dalla cucina, ad esempio: abbiamo baccalà alla trentina, canederli alla trentina, spatzle alla trentina, ma quanto c’è effettivamen-

te di “trentino” in tutto ciò? Probabilmente il solo tonco de pontesel. Una crisi nel bel mezzo della ricerca di un’identità, mi pare di capire... La nostra identità, alla fine della fiera, risiede in noi stessi che siamo alla ricerca della nostra identità. Praticamente, uno scioglilingua. Per fortuna, la Storia ci ha consegnato alcuni capisaldi che aiutano a meglio individuare le nostre origini. Si tratta di capisaldi, solo relativamente saldi. Prendiamo Cesare Battisti, cui do voce sul palco: è una figura controversa. È vero, quando lo catturarono gli sputarono addosso, ma è anche vero che i figli

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trentinopanorama degli sputatori sarebbero diventati italiani. Quindi merito a Battisti di aver saputo guardare lontano e di aver seguito un giusto ideale nonostante già sapesse che non sarebbe stato capito dalla grande maggioranza dei trentini. Quindi è la volta di Hofer... Sono stato al museo a lui dedicato, a San Leonardo in Passiria: un gioiellino. All’ingresso, una frase di Umberto Eco che è un monito: “L’eroe vero è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco, come tutti”. Trovo che nel museo la figura di Hofer sia tracciata anche con una grande ironia. La cosa mi ha molto ispirato nella scrittura del testo dello spettacolo. E Alcide Degasperi? Di lui ho solo potuto offrire alcuni accenni. Ad esempio, quella frase che mi ha sempre commosso, anche pensando alla politica odierna: “Fate il vostro dovere fino in fondo...” Beh, lo disse anche Gigi Radice, prima del match decisivo, ai ragazzi del Toro dell’ultimo scudetto... D’accordo, niente di originale: ma se lo dice un Presidente del Consiglio... le cose cambiano, no? Nella terza parte di “Trentini & Trentoni” il pubblico si ritrova improvvisamente nell’anno settemila e rotti, a bordo di un’astronave... Tanto per andare a vedere se tutto è rimasto com’è o se qualcosa l’hanno cambiata ‘sti trentini. E l’hanno fatto? Beh, l’inceneritore è diventato realtà. Poi si parla di questo asteroide, pericolosissimo, che a un’attenta analisi si rivela essere nientemeno che il famosissimo “rilancio del Bondone...” Cose così. E nel finale, una chicca... Saranno gli spettatori a giudicare. L’idea mi è venuta assistendo allo show di Roberto Benigni al Festival di Sanremo, quando ha sviscerato l’Inno nazionale.

Non mi dica che... Già, ho pensato di fare la stessa cosa con l’Inno al Trentino, quello scritto da Ernesta Bittanti Battisti. Ho pensato che forse avrebbe potuto essere divertente analizzare quell’Inno frase per frase, farne una sorta di esegesi pubblica. È quasi un omaggio finale alla mia adorata Terra. E alla fine, si canta tutti assieme? Vedremo... Mi pare di capire che qualcosa di positivo nei trentini lo ha trovato: il bestiario ha dunque delle falle? Se “Trentini & Trentoni” si potesse spremere come un limone, come succo credo che troveremmo questo messaggio: se ci facessimo furbi capiremmo che a questo punto della Storia forse è il caso che ci concentriamo sul futuro, senza continuare a rivangare nel passato, perdendoci in inutili polemiche o diatribe legate a questa o a quell’altra appartenenza. Riponiamo la vanga, allora. Ma con l’assistenzialismo? Come la mettiamo con quello? L’oppio del popolo trentino... Eccolo il dito nella piaga... Il testo parla anche di questa specie di droga che, per certi versi, alletta i trentini, ma contribuisce a ridurne la creatività e l’intraprendenza. ...a gonfiarne la cautela. Ci aspettano tempi duri. Le nuove generazioni, anche quelle delle famiglie, anche di quelle storiche di artigiani, albergatori, ristoratori, ecc. sono in via d’estinzione. La corsa al profitto ci fa perdere di vista le nostre origini che poi coincidono con la nostra vera natura. Ad esempio, una volta l’ospite era sacro. Il mestiere di albergatore era quasi una missione. Oggi, se l’ospite rompe un po’ troppo le scatole lo si invita a togliere le tende. Magari con parole neppure tanto gentili. Ci vediamo a teatro, allora? Se no deventén orbi... ■

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iovedì 17 novembre per la rassegna “Scappo a teatro” del Centro Culturale Santa Chiara debutta Oh Boy!, la nuova produzione di Fondazione Aida. Lo spettacolo andrà in scena al Teatro Cuminetti di Trento alle ore 20.30. Maurizio Nichetti torna alla regia teatrale scrivendo la riduzione teatrale del romanzo omonimo di Marie-Aude Murail. Un testo dirompente per i temi e i messaggi che hanno subito appassionato e convinto il noto regista. Oh, Boy! affronta con un linguaggio leggero e sorridente la problematica dell’abbandono dei minori, dell’adozione e dell’omosessualità. Temi delicati, spesso sorvolati o marginali al dibattito sia pubblico che educativo-scolastico. Da qui la sfida e la scommessa di poterne non solo parlare pubblicamente in scena ma poterne parlare a quei giovani che per

sul palco “oh, boy!” Giovedì 17 novembre per la rassegna “Scappo a teatro” debutta la nuova produzione di Fondazione Aida l’età adolescenziale sono i più difficili da coinvolgere con il linguaggio teatrale. In scena non assisteremo a un lacrimevole racconto di fine ottocento, ma a un ironico viaggio tra i luoghi comuni con cui spesso ci difendiamo ed esorcizziamo paure e tabù. Una storia semplice che coinvolge tre bambini orfani e i tentativi di un giudice di mediare tra l’adozione “ac-

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cettabile” della sorellastra e quella più problematica del loro fratellastro. Una storia che nega con forza tanto gli stereotipi narrativi quanto quelli sociali: “narrare una storia dove nulla sia scontato, dove si dimostri la pochezza delle etichette che spesso mettiamo” ha spigato Nichetti. Il tutto tradotto con lo stile che il pubblico ha riconosciuto e amato

nei capolavori cinematografici del regista. La commistione tra favola e realtà, la duplicazione dei ruoli, l’utilizzo di sagome: giochi teatrali funzionali ad un messaggio rivolto soprattutto a produrre dibattito e riflessione nei giovani spettatori. Nel romanzo, ha spiegato Nichetti, c’è “un’ironia, e quella comicità che è un modo per raccontare al giovane pubblico le cose tristi della vita”. Nessuna scabrosità, nessuna volgarità, in pieno stile-Nichetti il linguaggio è uno sguardo divertito e allusivo che descrive con humour debolezze e fragilità ■ dell’animo umano.

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a chiamano “La regina del teatro napoletano” e sarà proprio lei, Isa Danieli ad aprire giovedì 3 novembre il sipario della stagione di prosa di Trento 2011-2012 con “Paesaggio con figure”, testo e regia di Ugo Chiti. Un lavoro che venne rappresentato con successo a Trento anni fa, nella sua prima versione del 1993 e che fece conoscere al grande pubblico sia la bravura di questo autore (sue anche opere cone “Allegretto” e “La provincia di Jimmy”) sia la forza interpretativa della Compagnia Arca Azzurra di cui è regista dal 1983. Chiti ha ulteriormente apportato nuove modifiche all’opera che sarà presentata a Trento in prima nazionale. È uno spaccato di vita contadina che alterna cupezza e comicità. Un viaggio nei primi anni del Novecento, dal sapore “verghiano” incentrato sulla figura del vecchio despota Lucesio il quale, in un’agonia continuamente interrotta, è alla ricerca di un erede degno della sua “roba”. Chiti ci presenta un microcosmo rurale toscano che però si amplia a quello più vasto della storia del nostro paese fino ad approdare ai giorni nostri.

teatro mania “Paesaggio con figure”, testo e regia di Ugo Chiti, e poi gli “Spettri” di ibsen, con la regia di cristina pezzoli

Giovedì 17 novembre spazio allo Stabile di Bolzano con il capolavoro di Ibsen “Spettri”. Questa volta non sarà Marco Bernardi a dirigere la compagnia bensì Cristina Pezzoli, che ha già firmato pièce di successo come “Di Buona famiglia” di Isabella Bossi Fedrigotti e “Precarie età” di Maurizio Donadoni.

Due generazioni di attori si incontreranno in scena: Patrizia Milani, vincitrice del prestigioso premio “FlaianoPegaso d’Oro” quale miglior interprete teatrale femminile della stagione 2010-2011, Carlo Simone ed Alvise Battain e due giovani e promettenti artisti Fausto Paravidino e Valentina Brusaferro. Un

dramma in cui i personaggi si dibattono nella rete delle intime contraddizioni, in un contesto di perbenismo borghese ipocrita fatto di follia e verità terribili. Il testo ha cambiato radicalmente la prospettiva del teatro europeo del diciannovesimo secolo. Per la rassegna Trento Oltre promossa da Portland, il 30 novembre al Teatro Cuminetti andrà in scena “Il ritorno” di Sergio Pierattini, con Milva Marigliano, Arianna Scommegna, Renato Sarti e Alex Cendron, diretti da Veronica Cruciani. Il lavoro ha ricevuto il premio della critica come miglior testo italiano stagione 2007-2008. È la storia di una famiglia, i cui componenti devono affrontare una serie di difficoltà, alla ricerca di una vita migliore. In tutti loro il rimpianto per un passato difficile, fatto sì di lavoro e sacrificio, ma ricco di ideali e di speranze. ■

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uovo appuntamento della rassegna “Specchi Riflessi” al Teatro Valle dei Laghi. Sabato 12 novembre in collaborazione con “Il mese della montagna” andrà in scena “La conquista del Cervino” del Teatro D’Aosta, un’occasione per ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Lo spettacolo, di Livio Viano, Roberto Anglisani ed Alessandro Cappai, interpretato da Anglisani, porta in scena le montagne che, con tutto il loro fascino, sono depositarie di storie e leggende che narrano eventi di grande umanità. Ad essere raccontata è una delle più avvincenti sfide per la conquista della montagna simbolo delle Alpi, il Cervino. Scorrono sulla scena otto anni di tentativi e l’epilogo finale del luglio 1865 con la salita di Jean-Antoine Carrel, la tragedia dell’inglese Edward Whymper e l’apertura della via italiana che conduce alla vetta. Un’impresa che per

La conquista del Cervino Sabato 12 novembre al Teatro Valle dei Laghi Roberto Anglisani racconta una delle più avvincenti sfide per la conquista della montagna simbolo delle Alpi lunghissimo tempo è apparsa impossibile, diventa ad un tratto possibile, e quasi contemporaneamente, per due uomini che ad essa hanno dedicato la propria vita. Lo spettacolo vuole raccontare la montagna, che richiama attorno a sé genti di paesi differenti e lontani: si narra la fatica ed il pericolo della salita, così come i rapporti, tanto di alleanza che di sfi-

da, che si vanno a creare tra i compagni di cordata. È un racconto corale, proprio come le storie risorgimentali o i grandi poemi epici. La salita, la fatica, la morte, l’amicizia e la fratellanza. Tutto questo si vive nella rincorsa a quei 4.400 metri sopra il livello del mare, da dove “si sentono cantare gli angeli”. Per i ragazzi si segnalano: gli spettacoli Dolci racconti in

programma domenica 13 novembre alle 16.30 che attraverso la narrazione della vita quotidiana di una famiglia qualunque si propone di affrontare il tema complesso del cibo e Storie di gnomi coraggiosi, in programma domenica 27 novembre alle 16.30, perché le creature fatate non abbiano a scomparire per sempre dai nostri sogni. ■

“La Patria riTrovata”, il gioco degli specchi

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associazione Il Gioco degli Specchi propone “La Patria riTrovata”, l’annuale settimana di incontri che quest’anno va dal 7 al 14 novembre, come riflessione sul nostro Paese, a centocinquant’anni dall’unità nazionale. Si ricorda il passato coloniale e di emigrazione per comprendere meglio, nel confronto, la realtà presente e il fenomeno migratorio dei nostri giorni. Molti italiani, proprio nell’anno della ricorrenza, hanno ritrovato il sentimento della Patria superandone l’uso nazionalista o le fantasie secessioniste, mentre molte persone che arrivano da fuori cercano di trovare qui una nuova Patria, dove vivere in pace allevando i propri figli. Da ciò, quindi, il nome “La Patria riTrovata”. Numerosi gli ospiti, che parlano dell’Italia del passato, del suo presente di immigrazione e delle sue possibilità future, in particolare rispetto ai paesi del Mediterraneo. Incontrano gli studenti di molte scuole,

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a Trento, Rovereto, Riva e Cles ed anche il pubblico presso la biblioteca comunale di Trento e presso l’aula magna della Fondazione Bruno Kessler. In questa sede, in via S.Croce 77, a Trento, viene allestita la libreria de Il Gioco degli Specchi; curata dalla libreria universitaria Drake; sono messi in vendita i libri più recenti su intercultura e migrazione, con un’ampia selezione di testi per bambini. Venerdì 11 novembre alle 21, al Teatro S. Marco serata spettacolo con musica e danze; partecipano Gabriele Del Grande, fondatore dell’osservatorio sulle vittime della migrazione Fortress Europe; Milton Fernandez, scrittore, regista e drammaturgo; Karim Metref, animatore politico e culturale e scrittore; Ribka Sibhatu, scrittrice e mediatrice afroitaliana. Da segnalare inoltre gli incontri di carattere formativo, sempre aperti al pubblico: sull’emigrazione con Flavia Cristaldi (La Sapienza di Roma) e Michele Colucci (università della Tuscia), su proposte didattiche mirate all’inclusione con Vinicio Ongini, esperto di intercultura del Ministero dell’Istruzione e l’antropologa Roberta Bonetti. La partecipazione è sempre libera e gratuita.



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Sveglia, c’è “Anestesia totale”

di Fabio De Santi

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nutile girarci troppo intorno: uno come Marco Travaglio, polemista, discepolo di Indro Montanelli salito alla ribalta negli ultimi anni, o lo si ama o lo si detesta profondamente. Travagli, insomma, non può lasciare indifferenti con la sua vis corrosiva piena di ironia e la sua penna pungente mescolata ad un eloquio che non lascia scampo nelle sue argomentazioni, condivisibili o meno, appunto. A suo favore sono schierati tutti gli antiberlusconiani di cui Travaglio è una sorta di paladino, lui che di sinistra non è comunque, mentre sul fronte opposto, chiaramente, ci sono coloro che mal sopportano i continui attacchi del giornalista verso Silvio Berlusconi. Due Italie lontane fra loro, che emergeranno probabilmente anche nelle pieghe dello spettacolo “Anestesia totale” che vedrà l’11 novembre proprio Travaglio sul palco dell’Auditorium S. Chiara, insieme all’attrice Isabella Ferrari. Una copia inedita che incuriosisce, quella proposta in “Anestesia Totale”, titolo impegnativo ma accattivante, dello spettacolo prodotto da Promo Music di Marcello Corvino, per la regia di Ste-

Due Italie molto lontane affiorano nello spettacolo dell’11 novembre a trento, con marco Travaglio e l’attrice Isabella Ferrari fania De Santis. L’evento vuole essere uno spaccato irriverente, quanto veritiero, del giornalismo attuale. “Si tratta di uno spettacolo totalmente inedito – spiegano le note che accompagno lo spettacolo – che prova a immaginare ed esorcizzare il

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futuro dell’Italia senza Berlusconi. Travaglio metterà a nudo il vizio italico di essere compiacenti con il potere: con il suo stile già messo in scena con il fortunato Promemoria, presenterà i sintomi dell’anestesia, invitando lo spettatore a risvegliare la

propria coscienza. Su un palco spoglio ci saranno un’edicola, un violinista, una panchina e due microfoni per dipanare un racconto a due voci che , come si evince già dal titolo, fa riferimento al conformismo e alla perdita della capacità di indignarsi degli italiani. È una dinamica fra luce e suoni, raccontata alternativamente dai due interpreti che, in scena, invitano il pubblico a riflettere sull’attualità, a risvegliarsi dai sintomi di questa misteriosa epidemia che ha cloroformizzato e lobotomizzato

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un intero paese riducendolo all’anestesia totale. E proprio dall’analisi di queste macerie, dove è la lezione senza tempo di Indro Montanelli ad illuminare e ad ammonire, che si cerca di trovare la cura per un Paese in cui, secondo Travaglio, i cittadini hanno perso logica, memoria, verità e solidarietà. “Il virus è un sistema che imbavaglia i cittadini, ma comodo al potere di ogni colore. Chi vince prende tutto. Non governa, comanda. Il controllato controlla tutto, anche i controllori. Perché mai chi viene dopo dovrebbe smantellarlo?”. Su questo spettacolo è stato scritto: “Travaglio espone, analizza, sviscera come il più

impietoso dei chirurghi alla ricerca dell’infezione e dei suoi sintomi, lasciando allo spettatore-paziente il compito di risvegliare la propria coscienza e scoprire l’antidoto. La speranza di un risveglio, forse, esiste, e resiste”. Quello di Travaglio è, comunque la si pensi su di lui, un percorso giornalistico molto particolare: dagli esordi free lance in piccole testate di area cattolica, al ruolo di giornalista al fianco di Indro Montanelli prima ne “Il Giornale” e poi a “La Voce”, il quotidiano che Montanelli costituì dopo aver abbandonato il Giornale, da lui fondato venti anni prima. Proprio su Travaglio, l’indimenticabile giornalista di Fucecchio ebbe modo di dire: «È un Grande Inquisitore, da far impallidire Wishinsky, il bieco strumento delle purghe di Stalin. Non uccide nessuno. Col coltello. Usa un’arma molto più raffinata e non perseguibile penalmente: l’archivio. Immaginate il dossier che un simile segugio può aver compilato su Berlusconi, che a pranzo ha completamente dimenticato ciò che ha detto a colazione». L’ultimo approdo del Nostro è nel ruolo di vice direttore e cofondatore de “Il Fatto Quotidiano”, che ha fatto della battaglia contro il Primo Ministro (Mister B,) il suo cavallo di battaglia. Ma attenzione però, perché come abbiamo sottolineato, Travaglio non è affatto uno di sinistra, anzi, si è sempre definito un liberal-montanelliano, uno che ha trovato rifugio nell’area di sinistra, ma che non si identifica certo in quest’area politica. Basti dire che, come riportano alcune note biografiche in un’intervista a Claudio Sabelli Fioretti, riportata nel libro Il rompiballe, Travaglio ha detto: «In Francia voterei a occhi chiusi per uno Chirac, un Villepine…in Germania voterei Merkel sicuro. Mi piacevano molto Reagan ■ e la Thatcher».

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Tra musica e danza Piero Guarino

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ercoledì 2 novembre, a Trento (Sala della Filarmonica, Via Verdi 30, ore 20.45 ) e giovedì 3 novembre a Parma (Auditorium del Carmine, ore 20.30), l’Ensemble Zandonai - Orchestra da Camera di Trento eseguirà un “Omaggio a Piero Guarino” a vent’anni dalla scomparsa (1919-1991). Il programma prevede musica da camera, per piccola orchestra e solisti di Piero Guarino: “Jeu Parti” per orchestra da camera-

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Due eventi novembrini per l’ensemble zandonai. Un omaggio al compositore Piero Guarino e “Sulle ali della musica” “Berceuse” (da “Nozze di sangue” di F.G. Lorca) per mezzosoprano e piccola orchestra da camera -“4 Haiku” per soprano e pianoforte -“Schlaflied” (Ninna nanna - Rainer Maria Rilke) per soprano e clarinetto -“Huit Poèmes d’Henri el Kayem” per mezzosoprano e orchestra da camera -“Omaggio a Clementi” Divertimento per pianoforte e orchestra da camera- “De Profundis” per soprano, mezzosoprano e orchestra d’archi. Tra gli interpreti: Margherita Guarino (soprano), Martina Belli (mezzosoprano), Stefano Guarino (pianoforte) con l’Orchestra da Camera di Trento diretta da Giancarlo Guarino. “Omaggio a Piero Guarino” vuol essere un tributo alla figura di un grande musicista e insigne didatta, pianista, direttore d’orchestra, saggista e compositore. Nato ad Alessandria d’Egitto nel 1919, Piero Guarino effettua gli studi musicali ad

Atene (diploma in pianoforte con medaglia d’oro e licenza di armonia); frequenta quindi a Roma, all’Accademia di Santa Cecilia, i corsi di perfezionamento in pianoforte e musica d’insieme, diplomandosi con Alfredo Casella e Arturo Bonucci. Tornato in Egitto nel 1945, fonda nel 1950 il Conservatoire de Musique d’Alexandrie, poi riconosciuto e sovvenzionato dal Governo Egiziano. Al 1984 risale l’ideazione della programmazione generale per l’Anno Europeo della Musica 1985. Tra i suoi scritti si ricordano alcune voci del Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti (Egitto moderno e 7 compositori contemporanei) e l’introduzione al volume E. Schikaneder, Il flauto magico, Studio Tesi, 1987. Altro evento, domenica 27 novembre (Trento, Teatro Auditorium S. Chiara, ore 20.45), lunedì 28 novembre, (Taio, Nuovo Teatro Comunale, ore 10.30) e martedì 29 novembre (Tione, Teatro Comunale, ore 20.45): spazio a “…Sulle Ali della Musica…” Spettacolo straordinario di danza, con musica eseguita dal vivo e il ballerino Fabrizio Bernardini. Nel programma musiche di

Fabrizio Bernardini

Igor Stravinsky e Leonard Bernstein (West Side Story). Si tratta di un progetto, sostenuto dall’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento, che coniuga in uno spettacolo dal vivo la danza con la musica, riunendo realtà locali nei due ambiti che collaborano strettamente e sinergicamente alla produzione dello spettacolo. Si tratta di un’iniziativa nuova sul nostro territorio, dove si incontrano l’Orchestra da Camera di Trento Ensemble Zandonai, attiva da 15 anni nella promozione a livello professionale della musica sul territorio, e due fra le più qualificate scuole di danza della provincia, quali la Scuola di danza contemporanea “L’altro movimento” e l’Associazione Artedanza, entrambe facenti parte del coordinamento delle Federazione delle scuole di danza trentine e riconosciute dalla Sovrintendenza Scolastica Provinciale. La scelta del programma, rivolto al repertorio di balletto dedicato al ‘900, di elevato livello artistico e spettacolare, vede anche un interessante confronto culturale est-ovest, dove musica e danza, misurandosi e interagendo, “volano” insieme oltre i confini ■ e le barriere.



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L’arte, la Corte, il Natale... Non solo un mercatino di natale, ma l’occasione di perdersi in un’atmosfera d’altri tempi, in una vera corte medievale, tra opere d’arte e bellezze dell’artigianato locale. A caldonazzo, “natalarte a corte”, il primo del trentino...

La corte è un museo

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ono una ventina gli artisti che hanno aderito entusiasticamente alla competizione artistica abbinata a “Natale a Corte”. Scultori e pittori si sfideranno sul tema “Sfogliando la Pace”, il tema scelto per questa prima edizione, nata con lo scopo di promuovere e dare visibilità al settore dell’artigianato artistico. Gli artisti saranno chiamati ad esprimere la propria visione del concetto di pace, tramite la realizzazione di un’opera. Pittura, scultura, digital art, installazioni o altro ancora: qualsiasi forma di creatività è ammessa. (Le iscrizioni si sono chiuse a fine settembre) Tutte le opere in gara saranno esposte in un apposito spazio dedicato all’interno di Corte Trapp. La votazione sarà stabilita da una giuria – presieduta dal critico d’arte Fiorenzo Degasperi – e dagli stessi visitatori del mercatino. Il vincitore si aggiudicherà un premio finale del valore di 1.500 Euro.

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FOTO PROMOEVENT

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vete mai pensato ad un Mercatino di Natale ospitato in una corte medievale? Un evento all’insegna del made in Trentino, che senza dimenticare la Tradizione, dedichi anche un importante spazio all’arte? Bene, allora non potete perdervi “NatalArte a Corte”, l’attesissima manifestazione che a partire dal 26 novembre, per 4 weekend, accoglierà i visitatori e gli appassionati a Caldonazzo. Forse sono in pochi a saperlo, ma “Natale a Corte”, negli anni Ottanta del secolo scorso, è stato il primo evento nel suo genere a venire proposto in Trentino. Quest’anno avrà luogo fra le mura e le caratteristiche arcate dei portici della Magnifica Corte Trapp, conosciuta anche come “Castello di Caldonazzo”. Scoprire questo gioiello architettonico d’altri tempi è un ulteriore buon motivo per visitare l’esposizione. Ogni giorno vi saranno laboratori didattici per i bambini e l’esibizione di gruppi come il coro Stella Alpina di Lavarone, della Banda di Caldo-

nazzo, il coro La Tor di Caldonazzo, la Banda di Folgaria; e ancora, balletti figurati della tradizione trentina e mostra degli antichi mestieri a cura del Gruppo Folk di Caldonazzo; da non perdere anche l’esibizione della cantante Cristina Plancher e l’allestimento del classico Presepe vivente. A NatalArte, artisti e artigiani creeranno occasioni di incontro con il pubblico per mostrare la ricchezza di esperienze di bottega, tradizioni tramandate e riportate alla vita, abilità manuali e innovazioni. Un bel modo per rispolverare e far conoscere una cultura popolare che è ancora viva e rappresenta

una delle massime espressioni culturali del territorio. Decoupage, bricolage, lavorazione del legno, del feltro, del vetro e tante altre tecniche, con un unico ingrediente comune: la creatività. Nello spazio dedicato agli hobbisti, un’ampia varietà di opere e creazioni. Per regali di Natale veramente unici qui c’è solo l’imbarazzo della scelta. non resta che lasciare dunque lo spazio alla fantasia... Non mancherà l’angolo enogastronomico dedicato al recupero delle tradizioni trentine con vin brulè, strudel, canederli, caldarroste e tante ottime proposte per scaldarsi tra una bancarella e l’altra, gustando e degustando in compagnia. Ad organizzare l’evento, il neonato Consorzio CentriAMO Caldonazzo. Costituito nel 2010, è un consorzio d’imprese che raggruppa gli operatori economici del centro storico di Caldonazzo e delle immediate vicinanze. Lo scopo di questa sinergia è promuovere e organizzare iniziative volte alla rivalutazione e alla salvaguardia del centro commerciale naturale del paese. NatalArte fa parte di ■ queste.

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...oltre il mercatino

Novembre 26 • 27

Dicembre 3 • 4 8 • 9 • 10 • 11 17 • 18 22 • 23 • 24 da non perdere l’esposizione delle opere “Sfogliando la Pace”

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onto alla rovescia per la seconda edizione di Perzenland & La Valle Incantata e Il Villaggio delle Meraviglie di Pergine, evento che quest’anno, anche grazie alla presenza strategica ad alcune importanti fiere del settore turistico, ha creato particolari sinergie e ha saputo coinvolgere gli operatori di tutta Italia, da subito impazienti di proporre questa nuova meta invernale. Il Natale 2011 al Villaggio delle Meraviglie comincerà il 12 novembre e si farà festa fino all’8 gennaio 2012 con un calendario di appuntamenti denso di novità, nuove e originali categorie merceologiche, animazioni e attrazioni per bambini. A seguito del grande successo ottenuto in occasione di MITO (Meeting Internazionale Turismo Organizzato), grazie anche all’idea degli organizzatori di far conoscere “da vicino” ai Cral aziendali e ai Tour Operator il territorio di Pergine e della Valle dei Mòcheni, le richieste per essere presenti come visitatori sono partite da tutta la penisola e l’interesse suscitato dal “giovanissimo” evento natalizio, che comprenderà quest’anno anche Capodanno ed Epifania, è oggi altissimo. Gli addetti hanno potuto conoscere le “meraviglie” del territorio già a fine estate, quando sono stati guidati al Castello di Pergine per la presentazione della

Il Villaggio delle Meraviglie Perzenland & La Valle Incantata con Il Villaggio delle Meraviglie: sinergie e coinvolgimento a livello nazionale. Quest’anno è a Pergine il Mercatino di Natale più incantato che c’è! manifestazione e in seguito ospitati in Valle dei Mòcheni per una cena e un dopocena molto particolare all’agriturismo Aquila Nera, dove la serata si è conclusa con danze e racconti del luogo. Determinanti, per il buon esito della promozione, sono state le partecipazioni al Salone del Camper di Parma, durante la quale si sono create convenzioni con oltre una decina fra i più importanti Camper Club italiani e la Fiera del Turismo di Rimini, che resta un punto di riferimento per il settore e che ha fatto incontrare Perzenland & La Valle Incantata e Il Villaggio delle Meraviglie con 30 tour operator nazionali e internazionali. Ma le sinergie messe in moto quest’anno sono tante altre, a partire dagli accordi con Pinè, El Paes dei Presepi, con il territorio del Tesino e il “gemellaggio” con il Mercatino di Natale di Bassano del Grap-

pa, dal quale domenica 18 dicembre, quando l’atmosfera Natalizia avrà ormai raggiunto il suo apice a Perzenland & La Valle Incantata, arriverà una grande sorpresa su rotaia: una bellissima Vaporiera d’Epoca farà capolinea al Villaggio delle Meraviglie e un comitato d’accoglienza speciale darà il benvenuto ai 500 viaggiatori partiti da Bassano. Ad attendere il Treno, figuranti in costume che sfileranno per le vie del centro storico, accompagnando gli ospiti veneti attraverso un viaggio fatto di atmosfera, gusto, cultura e divertimento. E il divertimento è assicurato con appuntamenti quali “La Corsa dei Babbi Natale” che da Levico arriveranno a Pergine il 18 dicembre, la presenza “fantastica” dei Krampus il 12 e 13 novembre, le tappe del concorso “Fiabe Scolpite”, i golosissimi Ciocco-days di sabato 3 e domenica 4 dicembre, il gioco La Volp e la Gallina e tanto altro ancora. C’è ancora riserbo sulle sorprese legate alla Feuer Nacht, la notte bianca dei fuochi, che il 10 dicembre illuminerà tutta Pergine. Saranno molti anche gli appuntamenti legati al gusto e alla tradizione culinaria del

territorio: uno degli appuntamenti da segnalare, fissato per i primi tre sabato del mese di dicembre (il 3, il 10 e il 17) Perzenland & La Valle Incantata e il Villaggio delle Meraviglie, ospiteranno il Laboratorio del Gusto di Palazzo Roccabruna e Camera di Commercio di Trento. Con l’apertura della mostra di Spumanti TRENTODOCMETODO CLASSICO, del Vino Santo Trentino Doc, e delle Grappe dell’Istituto Trentino per la Tutela delle Grappe a Palazzo Hippoliti, al via una serie di appuntamenti in cui avverranno degli sfiziosi “abbinamenti” con i sapori locali, grazie alla presenza dello chef Andrea Bassetti. La mostra esporrà una selezione di Spumanti e Vin Santo per far conoscere ai visitatori le eccellenze del Trentino “in ■ calice”. 73

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Incontro alla felicità “Chi la fa l’aspetti” è il mese di eventi culturali sul territorio promossi dalle cooperative sociali di Con.Solida per incontrarsi e fare comunità

la testa alta e a guardare il prossimo, a (ri)scoprire il valore di gesti molto semplici. Ma Chi la fa l’aspetti è anche un mese di eventi culturali sul territorio trentino promossi per incontrare e incontrarsi,

per fare comunità. Attraverso linguaggi dell’arte, della musica e del teatro, le organizzazioni aderenti a Con. Solida vogliono promuovere un modo diverso di guardare alla cooperazione sociale: non solo erogatore di servizi, ma rete di persone che accompagnano il singolo a partecipare alla vita comune e alla costruzione del futuro anche nei momenti di difficoltà. Sono molti gli eventi dell’autunno culturale, iniziato il 13 ottobre, e che proseguirà fino al 12 novembre: da Trento con “A tavola con i boss” insieme al giornalista Peppe Ruggiero che dà il via al Festival “Tutti nello stesso piatto”, fino a Carisolo con “Apriti sesamo”, dove l’asilo nido incontra la comunità; dal Bar Dopolavoro dell’A.L.P.I dove profit e non profit dialogano sul lavoro ed econo-

mia davanti a un caffè, allo spettacolo “Garbuglietto” al nido di Besenello; e ancora, da Riva del Garda con “Fragili. Perché preziosi” dove fra musica e parole don Marcello Farina affronta il tema della fragilità nell’accogliere la differenza, fino a Cles con “Aspettando 1,2,3, storie”, manifestazione sulla letteratura per l’infanzia per finire, poi, nel suggestivo convento di Terzolas con “Comunità che si incontrano: immagini, parole e note”. Il mese culturale termina il 12 novembre in Piazza Lodron a Trento con Condividere il cuore, tappa conclusiva dell’omonimo progetto itinerante del consorzio nazionale CGM: dialoghi con rappresentanti della politica, dell’economia e della cultura e con tutti i cittadini che vorranno esprimere il loro parere e che andranno in diretta su Radio Dolomiti. Tutte le informazioni sulla campagna e sugli eventi si possono leggere sul nuovo sito www. cooperazionesocialetrentina. it, che contiene anche informazioni sulle oltre 120 tipologie di servizi alla persone e al lavoro che le cooperative realizzano per rispondere ai bisogni di famiglie, scuole e istituzioni. Per info: www.cooperazionesocialetrentina.it; ufficio. stampa@consolida.it ■

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iamo di fronte ad una crisi strutturale che ci consegnerà fra pochi anni un welfare molto diverso da quello che abbiamo conosciuto finora. Una situazione che genera ansia e paure spingendo all’autorganizzazione, al fare per sé, a vivere gli altri come una minaccia. Ma la felicità individuale non esiste e rincorrerla porta ad arroccarsi; la paura rischia di uccidere la solidarietà, rende miopi e impedisce di vedere l’altro. Uscire da questa situazione è possibile, ma solo se si agisce insieme partendo dalla consapevolezza che il proprio benessere è intimamente collegato al benessere degli altri e che la solidarietà, la gratuità e il volontariato sono potenti strumenti di “produzione di felicità”, propria e altrui. Per promuovere la partecipazione di tutti alla costruzione della felicità come bene comune, le cooperative sociali di Con.Solida hanno ideato “Chi la fa l’aspetti“ una campagna di sensibilizzazione per mettere in luce che è il dare, prima ancora del ricevere che genera sorrisi e per stimolare tutti a “tenere



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dal 12 novembre all’ 8 gennaio

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l nome scelto per la rassegna – “Cabaret Amore Mio” – è una vera e propria dichiarazione passionale verso questa forma d’arte all’insegna della risata che sempre più, grazie anche al piccolo schermo, ha trovato l’attenzione del pubblico. La scelta è quella del Coordinamento Teatrale Trentino che, in collaborazione con il Centro Servizi culturali S. Chiara, propone dall’8 novembre al 27 febbraio 2012 una serie di spettacoli con un cartellone davvero di alto livello, con le performance, fra gli altri, di Cochi & Renato e di Dario Vergassola, ospitati all’Auditorium di Trento. L’apertura della rassegna viene affidata, martedì 8 novembre, a Flavio Oreglio che racconterà, seduto “Sulle spalle dei giganti”, la grande avventura del libero pensiero. Il comico milanese cercherà di rispondere a tante domande che, nel loro insieme, delineano una storia curiosa, divertente, poetica, di un uomo che ripercorre i momenti più significativi vissuti a scuola da ragazzo, a partire dall’emozione del primo giorno. Che legame c’è tra la nostra società e la scuola? Cosa ci insegnano? Ci raccontano proprio tutto?

CABARET AMORE MIO L’apertura della rassegna viene affidata, martedì 8 novembre, a Flavio Oreglio che racconterà seduto “Sulle spalle dei giganti”. A dicembre, arrivano Cochi e renato Perché la Storia è solo storia di guerre? Perché crediamo che l’uomo sia lupo all’uomo? Perché non si studia la storia degli eventi positivi? Perché si sorvola sull’Ellenismo? Perché si resta vaghi sui primi quattro secoli del cristianesimo? Perché ci dicono che la scienza nacque nel XVII secolo? Tutte domande che collegano eventi distanti nel tempo, ma uniti dal fil rouge della lotta per il potere, quasi un romanzo satirico basato – come afferma lo stesso Oreglio – su “dati che chiunque può ritrovare nei testi ufficiali”. Flavio Oreglio, oltre che cabarettista, è anche musicista e ha al suo attivo numerosi album fra i quali Melodie & Parodie (1987), Clownstrofobia (1988), Bur-

lando furioso (1994) che nel loro insieme costituiscono l’opera prima Ridendo e sferzando. Collaboratore di alcune personalità di spicco della comicità milanese e dialettale, come Nanni Svampa e Marina Massironi, deve la

notorietà alla partecipazione dal 2000 al programma televisivo Zelig, nel corso del quale recita delle surreali poesie precedute dal tormentone «Il momento è catartico. Atmosfera, grazie.» Il 9 dicembre spazio a “Finché c’è la salute” con Cochi e Renato che ci catapulteranno in un mondo di comicità intrisa di assurdo, quasi in stile “british”, il 20 gennaio a Leonardo Manera e all’illusionista Walter Maffei in “Viaggio in un Paese di mostri - Italian Beauty”, mentre la chiusura della rassegna sarà affidata, in febbraio, alla comicità fantasiosa e corrosiva di David Riondino e Dario Vergassola, duo irresistibile e “collaudato” amato da un ■ pubblico trasversale. Dal 1765...

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ono tre gli eventi musicali proposti a novembre dalla Società Filarmonica di Trento, a partire da quello di giovedì 3 con la pianista Khatia Buniatishvili che sarà capace di far vivere emozioni intense, visto anche il programma particolarmente stimolante e accattivante. Nata nel 1987 a Tbilisi, Khatia Buniatishvili è cresciuta in Georgia ed ha iniziato lo studio del pianoforte sotto la guida della madre. Il suo talento è stato riconosciuto prestissimo e, all’età di sei anni, ha debuttato in concerto con un’orchestra. Concorsi e concerti hanno segnato i primi passi della sua carriera, oggi egualmente svolta con intensità in Europa e Ame-

Trio Broz Alla Filarmonica, ci sono anche Khatia Buniatishvili e l’Oxalys Ensemble rica. Il suo talento è stato subito messo a frutto dalle migliori orchestre sinfoniche per presentare il grande repertorio pianistico. Ospite dei festival più prestigiosi, da Lockenhaus al Progetto Martha Argerich di Lugano, Khatia Buniatishvili è stata recentemente applaudita alla Wigmore Hall di Londra. Mercoledì 9 novembre, con il Trio Broz, spazio al consueto omaggio nella Stagione della Filarmo-

nica ai concertisti locali, con in programma proprio ciò che li ha fatti decollare a livello internazionale. Il Trio Broz è composto dai fratelli Barbara (violino), Giada (violino e viola) e Klaus (violoncello), uniti in Trio sin dal 1993. Avviati alla musica cameristica al Mozarteum di Salisburgo, i tre fratelli di Rovereto hanno completato la loro formazione presso l’Accademia di Santa Cecilia a Roma con

Rocco Filippini e alla Scuola di Musica di Fiesole sotto la guida di Piero Farulli, Andrea Nannoni e Milan Skampa. Nella serata del 22 novembre con l’Oxalys Ensemble la Filarmonica propone un altro raffinato ensemble da camera, con una valenza e un programma capace di trasformare la serata in un’esperienza di emozione e approfondimento. Una pagina eccezionalmente celestiale, come recita il Lied struggente scelto per il finale della Sinfonia n. 4 di Mahler, capace di festeggiare degnamente i cento anni dalla scomparsa del grande musicista. ■

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opo l’apertura affidata alle note del chitarrista americano John Abercrombie, la quindicesima edizione della sezione autunnale del festival Itinerari Jazz propone altri due eventi all’Auditorium Melotti di Rovereto. La rassegna, organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara insieme al Comune di Rovereto e la consulenza artistica di Vincenzo Costa, il 4 novembre avrà come protagonista il Gianluca Petrella Jazz Ensemble con l’Omaggio a Nino Rota nelle note di “Il bidone”. L’omaggio che viene tributato a Nino Rota, autore di colonne sonore di film come Otto e mezzo, Amarcord, Il Padrino e La strada, dal funambolico trombonista Gianluca Petrella sottolinea, nel centenario della sua nascita, un’attenzione che il mondo del jazz ha sempre avuto nei confronti di Rota, delle sue melodie indimenticabili. Questo lavoro, che prende il nome “Il bidone”, dal celebre film di Fellini, è stato presentato lo

Gianluca petrella il 4 novembre, il trombonista barese omaggerà Nino Rota. Il 13 novembre on stage il pianista americano Eddie Palmieri con il suo progetto “Afro - Caribbean Jazz All Stars” scorso maggio al Festival di Vicenza in una serata al palladiano Teatro Olimpico. Il 13 novembre on stage il pianista americano Eddie Palmieri con il suo progetto “Afro - Caribbean Jazz All Stars”. Come scrive Giuseppe Segala nelle note di accompagnamento all’evento: “Per la capacità di assimilare stili diversi nella propria musica, Eddie Palmieri si è guadagnato l’appellativo di Miles

Davis del latin-jazz, di James Brown della salsa”. Nato a New York da famiglia di origini portoricane, Palmieri ha ricevuto una formazione classica al pianoforte, ma si è ben presto orientato verso il latin-jazz attraverso l’influenza del fratello maggiore, Charlie, pianista con Tito Puente e leader di proprie orchestre. Come pianista è riuscito a fondere nella musica latina lo stile bop di Bud Powell, ma anche

le avventure metafisiche e mercuriali di Thelonious Monk e le arditezze armoniche di Herbie Hancock, trovando una sintesi esemplare tra questi capisaldi del jazz. Come arrangiatore e compositore ha perfezionato cornici ricche di contrasti tra le sezioni orchestrali, sempre cercando inedite e sfolgoranti combinazioni timbriche. Nell’organico che il pianista porta a Rovereto si distingue la presenza del trombettista Brian Lynch, solista di pregio già membro del quintetto di ■ Phil Woods.

Eddie Palmieri

Sonata Islands Festival Jazz & Notation

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i è aperta a fine ottobre la nona edizione del festival “Sonata Islands “ che si svolge anche quest’anno sia a Trento che a Milano, da fine ottobre a metà dicembre. Le sedi sono numerose: a Trento, il Museo delle Scienze, il Teatro Portland, lo Studentato San Bartolameo, il Cineforum al Teatro S. Marco, a Milano la galleria d’arte Zona K. La formula ormai consueta di Sonata Island è quella di intrecciare jazz e musica classica contemporanea, linguaggio dell’improvvisazione e della composizione, ospitando solisti jazz come Salvatore Bonafede, Giovanni Falzone, Francesco Cusa, Simone Zanchini con i quali la collaborazione è diventata consueta e l’interplay più profondo. Achille Succi e Gianni Gebbia sono invece nomi nuovi del cartellone. Verranno presentate molte prime esecuzioni di Hubert Stuppner, Francesco Zago, Stefano Zorzanello, Stefano Nanni, Mario Pagotto, oltre che dei musicisti ospiti. Il primo appuntamento di novembre, giovedì 3, al Museo delle Scienze, sarà con il “Stefano Colpi Open Atrio” quintetto formato da trio con pianoforte più tromba e chitarra

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che ruota attorno al lavoro compositivo del contrabbassista trentino Stefano Colpi. L’ intento è quello di proporre una musica di forte impatto melodico, con una particolare attenzione alle sfumature timbriche e ai contrasti dinamici e ad uno sviluppo spaziale più che ritmico in senso stretto. Mercoledì 9 novembre, Auditorium dello Studentato universitario San Bartolameo, on stage il Trio Alberto Turra con la presentazione del disco Sacred Ground mentre il 17 novembre, al Teatro Portland, live “Alt Rock for chamber quartet“. Il 24 novembre, sempre al Portland, l’evento “Sonata Islands meet Mahler. Il canto della terra” con Giovanni Falzone (tromba), Emilio Galante (flauto), Achille Succi (clarinetto e sax alto), Simone Zanchini (fisarmonica), Stefano Senni (contrabbasso), Francesco Cusa (batteria) e Tommaso Lonardi (voce recitante). A partire dai testi messi in musica da Mahler, un dialogo immaginario - una cornice e cinque frammenti redatti da Giuseppe Calliari - ripercorre le figure che via via prendono congedo da chi “si incammina verso i monti”, per fare ritorno “alla terra natale”.


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opo il sold out fatto registrare al Palasport dai Modà in ottobre, a Trento è tornata la voglia di musica per andare oltre la crisi che negli ultimi due anni ha reso piuttosto anemico il calendario degli eventi musicali nel capoluogo. Torna, infatti, con un calendario piuttosto fitto la rassegna “Musica d’Autore” che proporrà una ricca serie di eventi fino al maggio prossimo, organizzata dal Centro Servizi S. Chiara di Trento, l’agenzia milanese Sonora con Ester Paglia e il Laboratorio Culturale Si può fare con Fausto Bonfanti nel ruolo di direttore artistico. Da ricordare come nella formazione del calendario siano stati coinvolti anche la Showtime, Piattaforma Eventi e Fiabamusic di Piero Fiabane. Sono due gli appuntamenti che verranno proposti a novembre, con Dolcenera e la strana coppia Articolo 3ntino e Lou Dalfin, nel cartellone della nuova stagione di “Musica d’Autore”. Il 14 novembre al Teatro Sociale si esibirà Dolcenera che per la prima volta si presenta sul palco in un tour dalle forme teatrali sotto la sigla di “Evoluzione della specie”.

dolcenera Il 14 novembre, al Teatro Sociale, la cantautrice presenta un tour dalle forme teatrali intitolato “Evoluzione della specie”

Una scelta per far emergere le mille voci ed i mille volti di un artista versatile che in questa occasione vuole incontrare da vicino il suo pubblico, con gli occhi aperti per lo stupore, e gli occhi chiusi per l’incanto. Insieme ai suoi quattro musicisti, fedeli compagni di viaggio, Dolcenera seguirà un itinerario poetico e musicale che la vedrà im-

pegnata al pianoforte a suonare, al microfono a cantare ed in scena a raccontare la propria esperienza di donna e di artista. Fra i brani proposti, “Il sole di domenica”, scritto e arrangiato dalla stessa Dolcenera rappresenta un nuovo coraggioso percorso artistico e musicale della cantautrice, caratterizzato da un sound pop-rock con elementi di

elettronica, un suono internazionale per un’artista dalle forti radici italiane. Il 24 sul palco nello show il musicista occitano Lou Dalfin e gli Articolo3ntino, gruppo cult dei movimento rock trentino, per un evento pensato appositamente per la Stagione Musica d’Autore. L’idea è quella di aprire nella stagione un percorso specifico, sotto il titolo “Dialettando”, per scavare nel panorama della musica d’autore che ha raggiunto la popolarità usando, come linguaggio vero e proprio, il dialetto. Un evento che mira a valorizzare un fenomeno che col passare degli anni ha assunto una sua specifica identità: in parole povere, si vuole contribuire al riconoscimento dei dialetto, nella piena consapevolezza che l’Italia rimane unita anche grazie all’identità dei suoi dialetti. ■

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e, quanto fino ad ora prodotto a salvaguardia dell’ambiente, come auto a gas, elettriche, ibride e prototipi non ancora di serie. Oltre all’esposizione, parte integrante di Mobility – salone della mobilità sostenibile, sarà la sicurezza stradale e la formazione. In una speciale area forum, con la collaborazione di ACI e Polizia di Stato - Specialità Polizia Stradale, si terranno lezioni

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sulla sicurezza stradale indirizzate principalmente a studenti delle scuole superiori. Per la didattica dei più piccoli verrà allestito un divertente percorso in bicicletta dove imparare a riconoscere la segnaletica stradale. La 2 a edizione di questa manifestazione, unica sul territorio trentino, si preannuncia davvero interessante e parte dai numeri più che positivi della passata edizione: 8.152 visitatori registrati nelle 2 giornate di apertura con 850 iscritti ai corsi di guida sicura e 15.000 mq. espositivi occupati, divisi in 3 padiglioni più 7.000 mq. di ■ aree esterne.

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icuramente anche le scelte di programmazione di un cartellone artistico dipendono dai tempi non rosei che il nostro paese sta attraversando. E sicuramente anche questo spinge gli enti promotori a compiere scelte di titoli che possano rassicurare e non porre grossi interrogativi e incertezze al pubblico che deve decidere se andare o no a teatro. La 84

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nuova stagione della danza, proposta dal Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento, propone infatti quest’anno otto titoli (due in meno della scorsa stagione) e tra questi, cinque sono opere conosciute e che rientrano tra i grandi classici, seppur in gran parte rivisitati e modernizzati, della storia della danza. Il primo di novembre il teatro Sociale ospiterà la

Il primo di novembre il teatro Sociale ospiterà la compagnia che aprirà la programmazione di InDanza con la rappresentazione di Carmen. In scena, il Salzburg Ballet

compagnia che aprirà la programmazione di InDanza con la rappresentazione di Carmen. In scena vedremo così il Salzburg Ballet, la compagnia austriaca facente parte del Salzburg Ballet Theatre e fondata quasi 20 anni fa da Peter Breuer, direttore artistico e coreografo della stessa compagnia. Come ballerino Breuer ha lavorato in importanti compagnie come il Te-

atro dell’Opera di Monaco, il London Festival Ballet, il Teatro dell’Opera di Berlino, La Scala di Milano e l’American Ballet Theatre, mentre come coreografo si è specializzato nel balletto di narrazione mettendo in scena grandi storie e drammi. A Trento potremo infatti assistere alla sua versione di Carmen, basata sull’omonimo racconto di Prosper Merimée e sull’opera musi-


trentinopanorama cale di Georges Bizet con un moderno riadattamento. “Il racconto di Mérimée – ha riferito Breuer in un’intervista – offre una tale ricchezza di avvenimenti che è molto stimolante da mettere in scena. Abbiamo soprattutto voluto riprendere e rappresentare la grande asprezza del racconto. Questa, combinata con le possibilità che la danza nella sua passionalità corporale permette, crea una «dinamite emozionale». ... Il tema è sempre quello universale dell’essere umano, qui ad ogni modo con la variante «morte», e tutto quanto ci spinge a fare l’amore e le passioni dell’istinto. Ognuno, su questi temi, trova naturalmente il proprio personale linguaggio espressivo. Io il mio, attraverso la danza.” Questa moderna creazione di Carmen, la cui versione più nota e sempre emozionante rimane quella creata nel 1949 da Roland Petit, intramontabile coreografo scomparso nel luglio scorso, nel 2005 vince il Premio Maya-Plisetskaya. Simbolo di seduzione e libertà ottenuta tragicamente ad

ogni costo, Carmen, la sigaraia di Prosper Mérimée, è rappresentata da Breuer in 14 quadri di passionalità e intensità, ma anche di rigore e spessore tecnico. Lo spettacolo inizia con la morte di Carmen, e poi tutta la sua vita le passerà davanti in un flashback a ritroso. A fine mese, il 30 novembre per l’esattezza, un altro classico permetterà al pubblico trentino di fare sogni tranquilli. La Compagnia Junior del Balletto di Toscana, sarà infatti protagonista, sempre al Sociale di Trento, di Coppelia. Liberamente ispirato all’omonimo balletto del repertorio, sarà interpretato da otto coppie di danzatori della Compagnia diretta da Cristina Bozzolini. Per i giovani e selezionati componenti di questo ensemble, tutti under 20 di promettente talento, l’esperienza di lavorare nella compagnia Junior rappresenta da otto anni una qualificata occasione di debutto sulle scene, con modalità rigorosamente professionali, sia artistiche che tecniche ed organizzative. Attraverso il

contributo di affermati coreografi, gli spettacoli in repertorio puntano sulla coreografia e danza pura, articolata per linee trasversali in una pluralità di linguaggi espressivi, dal neo-classico al contemporaneo, dal modern-jazz all’hiphop. La nuova versione di Coppelia su musica di musica Leo Délibes e su drammaturgia, regia e coreografia di Fabrizio Monteverde, creatore d’importanti rappresentazioni e rivisitazioni di grandi classici come l’intramontabile Romeo e Giulietta, va oltre la favola romantica che ha per protagonisti un giovane innamorato, una bambola e un costruttore di giocattoli. Fabrizio Monteverde e Cristina Bozzolini riprendono un

percorso di solidale e feconda collaborazione artistica più che ventennale e a proposito della nuova creazione il coreografo ha scritto: “Coppelia non è altro che il punto di partenza per un viaggio che ha come meta la ricerca dell’altro, ovvero, l’Amore. È solo con questo indispensabile ingrediente che il sangue e la vita riescono a fluire dentro ad un corpo e a dare un senso all’esistenza. La ricerca disperata di voler donare la vita è semplicemente la necessità di amare”. Dopo Coppella, a dicembre sarà la volta del consueto Schiaccianoci e di Cenerentola un’altra impedibile creazione di Fabrizio Monte■ verde.

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dove le idee diventano realtà La factory di Ada Rosa Balzan: Grafici, web master, designer, architetti, tecnici e creativi specializzati e pronti a realizzare le idee i settori della produzione, fino ad abbracciare molteplici e diversificate tipologie di azienda, come la tessile e l’alberghiera. In ambito fiere, si lavora sulla visibilità, sulla costruzione dell’immagine e sul restyling. Ed i grandi eventi spettacolo – basti pensare alle manifestazioni dedicate agli sposi ed al recentissimo “Lui e Colei”, tenutosi nella spettacolare location dell’Astoria Park di Riva del Garda – sono solo alcune delle operazioni realizzate dal team, frutto di consulenze ragionate e costruite dai professionisti. Al servizio marketing si coglie l’entusiasmo della modernità, del futuro, della tecnologia. L’altro cuore pulsante del gruppo è la realizzazione di un progetto digitale. Saper costruire una pagina costantemente aggiornata sui social network, impostare e delineare un sito è già il futuro. Si tratta di una piattaforma che permette di farsi conoscere da tutto il mondo. Non solo. Consente

di promuovere ed interagire. A Milano il web è già il futuro. Le aziende che si sviluppano ed investono sul web possono costruire, possono diventare fenomeni. L’equazione è semplice: se non si investe nel social network si chiude; se si investe, oggi non si chiude. In tempi di crisi, tagli e morigeratezze occorre pensarci. Ed aggiornare. Sì, perché non basta avere la pagina digitale. La pagina va seguita nell’evoluzione dei mercati ed è sostanzialmente un soggetto in continua metamorfosi grafica e stilistica. La pagina va periodicamente rivista, ripensata, completata e rinnovata a seconda degli slanci aziendali e delle nuove tendenze. Rivista, ripensata, completata e rinnovata da mani esperte, dagli addetti ai lavori. Per investire sul proprio lavoro ma nel contempo anche per risparmiare, per rendere al meglio il proprio pensiero. Nascono così Social Media Marketing, Ambient Marketing, SMS Mobile Marketing, tanto per citare alcuni dei servizi offerti. Il servizio marketing di Ada

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La bottega d'arte gabbana, di rovereto si prepara al vicino periodo natalizio con tante belle novità quasi mezzo secolo di storia nel centro storico di Rovereto, nata il 15 febbraio 1965 in piazza delle Oche e ora in via Rialto. Cornici, quadri, doratura a foglia, restauro, decorazione sono alcune delle attività a cui si dedicano Paolo, Grazia, e il figlio Roberto. Oltre 2500 tipi di cornici dai modelli classici lavorati anticati a soluzioni modernissime, sempre con accuratezza e precisione. Oltre 800 poster, pannelli su misura, stampe di tipo antico e un vasto assortimento di dipinti a olio e irresistibili multipli d'autore.

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Vallorz e zanoni: talento trentino

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itorna presso lo Studio d’Arte Raffaelli di Trento l’artista californiano

James Brown

(classe 1951), il quale presenterà un nuovo ciclo di

opere raccolte sotto il titolo di “Eclipse”. Opere eseguite in questi ultimi anni di vagabondaggio per le terre e le fantasie americane ed europee. Infatti l’artista ha sempre evocato nei suoi lavori il forte e costante desiderio del viaggio, elemento questo che per Browun rappresenta non solo spostamento nomadico, ma soprattutto la ricerca introspettiva continua di un confronto con la realtà e le sollecitazioni e gli stimoli provenienti da ispirazioni diverse. Un concetto questo rimarcato nel ciclo di opere che riportavano il titolo di “Maps”: mappe geografiche, fisiche, mentali, ottiche. La tecnica delle sue opere non sfugge, nemmeno questa volta, all’uso misto di collage su carta intelata e a piccoli acquerelli su carta. Le dimensioni vanno da piccoli formati che sembrano fogli

ivo fruet a pergine, dal 25 novembre

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naugura il 25 novembre presso la Sala Maier di Pergine Valsugnana la mostra personale dedicata a Ivo Fruet. Diviso nelle due sale espositive di piazza Serra - Sala Maier - e piazza Garibaldi Sala esposizioni del Teatro Comunale, il percorso espositivo, curato da Giovanna Nicoletti, raccoglie una selezione di opere che tracciano sensibilmente la ricerca del maestro nato a Pergine Valsugana nel 1942. Tele, carte e sculture, nel pigmento e nei diversi materiali, intrecciano elementi formali che si affrontano sugli sfondi e costruiscono una stratificazione poetica resa dinamica dalle linee che seguono un andamento oscillante. A volte esplodono verso l’interno, altre volte, invece, si spingono fino ai limiti della superficie per rimandare a parametri differenti: associazioni e sentimenti di forze opposte alla ricerca di un calibrato equilibrio. Ivo Fruet sembra mettere insieme le profondità della narrazione: dalla descrizione di una nuova visione prospettica bioculare alla maniera di Cezanne, alla scomposizione e moltiplicazione dello spazio di Picasso, all’astrazione gestuale di Pollock, fino all’uso di nuovi strumenti per la rappresentazione come la serigrafia introdotta nell’arte dalla pop art. Le opere nascono sperimentando materiali diversi dalla tela alla carta, dal bronzo alla ceramica raku. Apparentemente irriverenti, contro la complessità delle simbologie dei linguaggi dell’Arte, esprimono piuttosto l’esperienza di uno spirito creativo, ricco di immaginazione ed emozione.

dove annotare appunti visivi ad alcune opere di grande dimensioni dove la tela diventa

Partendo dal dato esistente, da una traccia trovata, da

il campo di intervento della

un punto di riferimento scoperto e quindi approfondito,

fantasia e della capacità

sviscerato in tutte le sue declinazioni, procede poi con la

combinatoria dell’artista.

stratificazione sia materiale sia mentale. La sovrapposizione

Mentre per quanto riguarda la forma il suo operare ha

dei vari elementi punta ad ottenere una nuova conoscenza

subito uno scatto laterale. Prima si assisteva ad una messa

culturale oltre a un’ulteriore sapienza tecnica. Gli altri

in scena di un linguaggio visivo dalle forti connotazioni

ingredienti che entrano nelle opere di Brown sono il tempo

primitive, dove i rimandi ad una scrittura automatica e ad un

e il luogo, attraverso l’impiego di diversi materiali, la

pullulare di forme oniriche erano il frutto di assembramenti

scelta dei vari colori, la ricerca di suggestioni geografiche.

casuali e iterati nel tempo. Ora invece l’artista si è

In queste opere James Brown riesce ad immortalare

incamminato in un terreno dove l’astrazione delle forme

una realtà che è in costante cambiamento: un universo

prendono il sopravvento rispetto al figurativismo.

in continua espansione. Il risultato sono dei lavori che

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trentinomostre assomigliano a frammenti di un caleidoscopio dove il soggetto non è ciò che sta fuori ma ciò che sta dentro i molteplici specchi ottici. Uno stacco questo che non è da leggere come un cambiamento di percorso artistico. Tuttaltro. L’importante per l’artista rimane la continua ricerca e sperimentazione di un equilibrio interiore. Su questo viene giocato il tutto. La mostra chiude il 30 novembre. Nelle suggestive e storiche sale di Casa de Gentili a Sanzeno, Val di Non, troviamo invece le opere pittoriche e scultoree di due artisti che da sempre si può dire lavorano partendo dal territorio che li circonda: Paolo

Vallorz

e Luciano Zanoni. Il tema della mostra non

poteva essere che “Natura Incantata” dal momento che ambedue si occupano di quel contesto in cui la potenza generatrice di tutte le cose è il primo elemento motore del mondo. Il primo, pittore, mette in scena il mondo alpino cercando di cogliere non tanto le connotazioni figurative e realistiche quando la linfa vitale che in questi soggetti scorre, siano essi alberi, pere e mele, fiumi e montagne. Come aveva scritto Vittorio Sgarbi “ciò che interessa a Vallorz è dipingere il respiro, il calore, gli umori. La pittura deve essere un equivalente fisico della natura, non un esercizio del disegno o un libero movimento del colore, ma un organismo vivo, reattivo, in grado di pensare”. Luciano Zanoni è un fabbro che ha saputo, complice il fuoco e l’alchemica fucina in cui opera a Caldes, creare forme d’arte mantenendo uno stretto contatto con il dato oggettivo del soggetto ricavato dal suo incessante martellare. Alberi filiformi, frutta, verdura, girasoli, tutto quello che circonda la

Albiano Mostre RICORDI DI GUERRA Apertura: da martedì 1 a domenica 6 novembre. Chiesa di San Biagio. Mostra fotografica sulla guerra. La mostra è aperta al pubblico il sabato dopo la messa serale e la domenica dopo la messa dl mattino. Organizza: Associazione Reduci e Combattenti Sezione di Albiano. Info: Christian Sevignani 347 5015553, christiansevignani@ hotmail.it.

Arco Fiere MERCATINO DELLE PULCI 19 sabato. Via delle Palme. Mostra del piccolo antiquariato, usato, collezionismo e curiosità. Dalle 9 alle 17. Info: tel. 0464-516161. Mercati MERCATINI DI NATALE Apertura: da venerdì 18 a mercoledì 30 novembre. Centro storico.. venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 19;. Info: tel. 0464-516161. Mostre La grande guerra sull’Altissimo Apertura: da domenica 7 novembre 2010 a lunedì 21 novembre 2011. Casinò Municipale - Mostra fotografica. Mostre Vivere altrove Apertura: da domenica 7 novembre 2010 a lunedì 21 novembre 2011. Casinò Municipale - Storie di migranti nel Basso Sarca Trentino. Mostra multimediale. Mostre Pagine del Garda Apertura: da sabato 5 a domenica 20 novembre. Casinò Municipale. Rassegna dell’editoria gardesana. Pubblicazioni, mostre, iniziative editoriali e documentazioni. Associazione Il Sommolago. Info: tel. 0464-552930.

Caldonazzo Mostre Sfogliando la Pace Apertura: da sabato 26 novembre a sabato 24 dicembre. Magnifica Corte Trapp, piazza della Chiesa. Esposizione delle opere concorrenti all’omonimo concorso, abbinato al mercatino di Natale “NatalArte a Corte”. Ore 10-19. Info: tel. 0461-706101.

vita quotidiana di un contadino o comunque di una persona

Castello di Stenico

che si trova a vivere all’interno di un contesto alpino, sono

Mostre VIAGGIO TRA ROCCHE E CASTELLI Apertura: fino a domenica 6 novembre. Collezioni grafiche del Castello del Buonconsiglio. Info: info@buonconsiglio.it - www. buonconsiglio.it. Dalle 10 alle 18; lunedì chiuso.

il pane quotidiano per questo artista. Sempre con il sorriso sulle labbra i soggetti di Luciano Zanoni trasmettono un messaggio di solidità, di compostezza, di equilibrio armonico con il mondo, di speranza. La mostra chiude l’8 gennaio 2012.

Nago Torbole Mostre Immagini per una canzone Apertura: da sabato 22 ottobre a domenica 6 novembre. Forte Superiore. 50 immagini ispirate al brano di Battiato “La cura”. Orari: lunedì 15.00 - 18.00 da martedì a venerdì 15.00 - 22.00 sabato e domenica 17.00 - 22.00. Mostre “Il fotogramma” Apertura: da sabato 24 settembre a domenica 6 novembre. Forte Superiore. Mostre fotografiche a cura de “Il fotogramma”. Info: tel. 0464-516161.

Pergine Valsugana Mostre Ivo Fruet Apertura: da sabato 26 novembre a domenica 11 dicembre. Sala Maier, piazza Serra 10 e Sala Esposizioni del Teatro Comunale, piazza Garibaldi 5/H. Mostra personale dedicata a Ivo Fruet. Il percorso espositivo, curato da Giovanna Nicoletti, raccoglie una selezione di opere che tracciano sensibilmente la ricerca del maestro nato a Pergine Valsugana nel 1942.. Ore 10-12 / 16-19.

Riva del Garda Fiere Expo Riva Grand Prix Apertura: da sabato 26 a domenica 27 novembre. Palafiere. Auto e moto show. Info: tel. 0464-516161. Mercati AR...RIVA IL NATALE Apertura: da mercoledì 30 novembre a giovedì 6 gennaio. Centro storico. Luci e addobbi, musica ed animazione per le vie del centro. Info: tel. 0464-516161. Mostre Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: da venerdì 25 marzo a martedì 1 novembre. Museo “La Rocca” - Archeologia dell’Alto Garda. Storia: il lago, gli uomini, i tempi. Mostre Storia: il lago, gli uomini, i tempi Apertura: fino a martedì 1 novembre. La Rocca - Museo Civico, Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo. Archeologia dell’Alto Garda. Mostre FEDERICO PIETRELLA Apertura: fino a lunedì 5 dicembre. Galleria Civica Segantini. A cura di Giovanna Nicoletti. I grandi paesaggi monocromi o le figure ammiccanti che sembrano sporgere dalle pareti dipinti da Fede-

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pancheri e hass: racconti visivi

È

in corso l’esposizione “Racconti visivi” di Rudolf Haas e Aldo Pancheri alla “Locanda Montescano”, via Montescano 61 , 27040 Montescano (PV) fino al 31 dicembre. “Racconti visivi” raccoglie un percorso parallelo fra i due artisti che operano, in modi diversi, nella stessa direzione. Rudolf Haas è un esponente di primo piano del nuovo realismo austriaco e le sue opere testimoniano la contemporaneità. Le opere di Aldo Pancheri vengono scomposte e ricomposte in un gioco creativo evidenziato da forme geometriche in equilibrio dinamico. Le immagini sono tratte da figurazioni che potremmo configurare come archetipi del nostro tempo. Aldo Pancheri è nato a Trento nel 1940. Diplomato all’Istituto d’Arte di Trento, continua gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna alla Scuola di Virgilio Guidi ove si diploma nel giugno del 1962. Numerose le esposizioni in Italia e all’estero con importanti contributi critici. Fra le molte altre sedi pubbliche, sue opere si trovano presso la raccolta Bertarelli, Civici Musei Castello Sforzesco Milano e al Museo d’arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto MART. Rudolf Haas nasce a Vienna nel 1937 e attualmente vive e lavora a Ginevra e a Parigi. Intensissima attività espositiva in Svizzera, Germania, Italia, Spagna, Stati Uniti, Giappone, Svezia.

rico Pietrella (Roma, 1973) sono il risultato di un’originale combinazione di pittura e fotografia, modalità espressiva che l’artista ha sperimentato a partire dalla fine degli anni Novanta. Nei suoi lavori si mescolano gli aspetti salienti del suo percorso artistico: il rapporto con il tempo, la dimensione illusionistica, l’utilizzo mai banale di strumenti e materie semplici.. Orario: 15.30 - 22.00, chiuso il lunedì, ingresso libero. Mostre “L’Enigma” Apertura: da domenica 11 settembre a martedì 1 novembre. Astoria Park Hotel. Mostra collettiva sul tema della mela. Info: tel. 0464-516161.

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tmnovembre

Mostre FRATELLI D’ITALIA. omaggio al Risorgimento Apertura: fino a domenica 6 novembre. Galleria Civica G.Craffonara. Nell’anno in cui si celebra il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia il Centro “La Firma” di Riva del Garda propone un evento espositivo in cui undici artisti del Triveneto rendono omaggio al Risorgimento tra il serio e l’ironico. Ad esporre le loro opere saranno gli artisti trentini Livio Tasin, Alberta Struffi e Alessandro Goio, gli artisti veronesi Laura Toffaletti, Adriano Cecco, Andrea Cardone, Luciano Tarasco, le artiste trevigiane Anna Galassini e Bruna Carnio e Fulvio Dot di Monfalcone. Ingresso libero. Tutti i giorni dalle 15.30 alle 18.

Mostre RACCONTO DI UNO SGUARDO 11 venerdì. Biblioteca civica. “Racconto di uno sguardo” dell’archivio fotografico Toninelli di Malcesine nell’ambito della XVII edizione di “Pagine del Garda”. Ore 20.30. Info: tel. 0464-516161.

Rovereto Mostre Look today. Gli ultimi sessant’anni Apertura: da venerdì 1 aprile 2011 a domenica 12 febbraio 2012. Mart corso Bettini 43 - a cura di Gabriella Belli. Orari: mart-dom 10-18, ven 10-21. Numero verde 800 397760. Mostre Gino Severini 1883-1966 Apertura: da sabato 17 settembre 2011 a domenica 8 gennaio 2012. MartRovereto, Corso Bettini, 43. Coproduzione del Mart e dei Musées d’Orsay e de l’Orangerie di Parigi. Infoline 800 - 397760 0464 438887. Orari: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica 10:00 - 18:00, venerdì 10:00 - 21:00. Ingresso: Intero: 8 Euro Ridotto: 5 Euro. Mostre Silvia Giambrone e Liliana Moro Apertura: da venerdì 23 settembre a sabato 19 novembre. Galleria Paolo Maria Deanesi. Paolo Maria Deanesi Gallery presenta una mostra con due artiste italiane che appartengono a generazioni diverse e condividono un approccio plastico e concettuale nell’esplicitamento delle loro pratiche artistiche. gio, ven, sab 16-20; altri giorni su appuntamento. Info: tel. 0464-439834. Mostre CARLO VALSECCHI - SAN LUIS Apertura: da sabato 19 novembre 2011 a domenica 26 febbraio 2012. Mart. Negli scatti dell’artistafotografo italiano, una ricognizione “al limite del visibile” degli spazi sconfinati delle pianure argentine. E una riflessione di grande attualità sul rapporto tra uomo e natura. Il progetto comprende 36 grandi opere fotografiche realizzate tra il 2007 e il 2008 in alcuni dei luoghi più sperduti dell’Argentina. A cura di Gabriella Belli. Orari: mardom 10-18 ven 10-21. Info: Tel. 0464.454154-108, education@ mart.trento.it, www.mart.trento.it.

San Michele a/A Mostre BENI COMUNI, PROPRIETA’ COLLETTIVE E USI CIVICI IN TRENTINO TRA ‘700 E ‘900 Storia - cartografia - documenti - oggetti della cultura materiale Apertura: da mercoledì 12 ottobre 2011 a venerdì 6 gennaio 2012.

Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina. Mappe, documenti, oggetti della cultura materiale illustrano le trasformazioni delle secolari pratiche di utilizzo collettivo dei boschi e dei pascoli appartenenti alle comunità trentine intervenute nel corso dell’Ottocento e fino alla legge sugli “usi civici” del 1927. A cura di Mauro Nequirito. In collaborazione con la Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici della Provincia Autonoma di Trento. Info: Tel. 0461 650314 - www.museosanmichele.it. 9.00 - 12.30 / 14.30 - 18.00 - chiuso il lunedì.

Sanzeno Mostre NATURA INCANTATA Apertura: fino a domenica 8 gennaio 2012. Casa de Gentili. Mostra personale di Paolo Vallorz e Luciano Zanoni. Info APT Val di Non. Tel. 0463.830133. info@visitvaldinon. it - www.visitvaldinon.it.

Telve di Sopra Mostre Museo etnografico della memoria storica e culturale di Telve di Sopra Apertura: da lunedì 24 ottobre 2011 a domenica 8 gennaio 2012. Collezione e donazione Tarcisio Trentin. Aperta tutte le domeniche e festivi dalle 15.00 alle 18.00. Apertura su richiesta per gruppi e scolaresche..

Trento Fiere Idee casa “Unica” Apertura: da venerdì 11 a domenica 13 novembre. Quartiere espositivo, Trento Fiere, via Briamasco 2. Nel centro storico di Trento sotto un unico tetto le migliori idee per arredare, ristrutturare, costruire. Ore 10/19 (sabato e domenica 9/20). Info: tel. 0461-230264. Mostre LE GRANDI VIE DELLA CIVILTA’ Apertura: fino a domenica 13 novembre. Castello del Buonconsiglio. Relazioni e scambi fra il Mediterraneo e il centro Europa, dalla Preistoria alla Romanità. Una nuova grande mostra archeologica internazionale, alla scoperta dei viaggi avventurosi nell’antichità, di uomini, donne, beni e idee. Info: info@buonconsiglio.it. Mostre Willy Verginer Apertura: fino a sabato 3 dicembre. Arte Boccanera, via Milano. La teoria di scultori gardenesi hanno saputo, in questi ultimi anni, aggiornare il proprio alfabeto iconografico senza tradire il proprio passato, le radici e la memoria che hanno fatto di questa valle uno dei luoghi privilegiati della lavorazione del legno. A questo non sfugge


trentinomostre nemmeno Willy Verginer, già noto alle cronache dell’arte trentine. Info: 0461.984206, www.arteboccanera.com. Mostre Erbaria Apertura: da sabato 3 settembre a domenica 20 novembre. Gigantografie di piante e fiori del fotografo Piergiorgio Migliore. Inaugurazione: venerdì 2 settembre, ore 18. La mostra, una sorta di erbario atipico composto da gigantografie realizzate in digitale che ritraggono la pianta intera o parti di essa, lega la bellezza dei soggetti ritratti alla conoscenza scientifica e culturale delle piante esposte. Alle foto si accompagnano libri e stampe botaniche antiche, fogli di erbari storici e curiosità legate ai possibili usi tradizionali delle erbe. Info: tel. 0461.270337. Mostre Michele Parisi Apertura: fino a venerdì 11 novembre. Galleria d’arte Il Castello, via degli Orbi 25. Una pittura velata, nata dalle nebbie del tempo, nasconde, mimetizza, copre un paesaggio che noi, in queste condizioni, vediamo come fatto di macchie, grumi, evanescenti e lattiginose figure e forme. Orari: 10-12.30 / 16-19.30; Lun mattina chiuso. Mostre La predica all’uccello Apertura: fino a sabato 5 novembre. Galleria d’Arte Argo. Catalogo con testi di Tommaso Decarli e Mauro Zanchi). Info: www.argocentra.com.

Mostre Nedko Solakov Apertura: da venerdì 7 ottobre 2011 a domenica 5 febbraio 2012. Fondazione Galleria Civica Trento, via Cavour 19 - mostra a cura di Andrea Viliani. All in (My) Order, with Exceptions. Orari: mar-dom 10-18. Lun chiuso. Ingresso gratuito. Tel: 0461 985511. Mostre Il libro che non c’è Apertura: da sabato 8 ottobre a domenica 6 novembre. Bookique Caffé Letterario, Parco la Predara. Via Torre d’Augusto 29. Artisti vari. Ore 16-23. Mostre James Brown Apertura: da giovedì 13 ottobre a mercoledì 30 novembre. Studio d’arte “Raffaelli”, Palazzo Wolkenstein. Eclipse, questo il titolo della mostra, che si richiama al titolo delle opere esposte, mette in evidenza gli esiti del suo lavoro degli ultimi anni. Nelle sale di Palazzo Wolkenstein verranno esposti quadri a tecnica mista e collage su carta intelata di formato medio, piccoli acquerelli su carta e alcune opere di grande dimensione. Ore 10/12.30-17/19.30, dal martedì al sabato. Info: tel. 0461-982595. Mostre JAMES BROWN - Eclipse Apertura: fino a mercoledì 30 novembre. Studio d’Arte Raffaelli. Sede Palazzo Wolkenstein. Ora: lun/ven 10.00/13.00 - 16.00/19.30. Eclipse, questo il titolo della mostra, che si richiama al titolo delle opere esposte, mette in evidenza

gli esiti del suo lavoro degli ultimi anni. Nelle sale di Palazzo Wolkenstein verranno esposti quadri a tecnica mista e collage su carta intelata di formato medio, piccoli acquerelli su carta e alcune opere di grande dimensione. Info: Tel. 0461.982595, studioraffaelli@tin.it, www.studioraffaelli.com. Mostre MARCO CASENTINI Apertura: da lunedì 17 ottobre a giovedì 22 dicembre. Buonanno Arte Contemporanea, Via Roggia Grande, 5 - Mostra dal titolo “Day Dream”. L’artista italiano Marco Casentini, (La Spezia 1961), che si divide fra l’Italia e la California, sarà presente con una sua personale. Lun-giov 16-19.30, venerdì, sabato e altri orari su appuntamento. Info: 0461.262534 - Cell. 333.9133314 - buonannoac@virgilio.it - www.buonannoac.com. Mostre PADIGLIONE ITALIA DEL TRENTINO - ALTO ADIGE Apertura: da domenica 23 ottobre a giovedì 8 dicembre. Palazzo Trentini. Via Giannantonio Manci, 27. L’esposizione sarà divisa in due periodi. Nel primo periodo dal 23.10 al 13.11.2011 sarà presente un’opera di Mastro 7. La prestigiosa iniziativa promossa da Padiglione Italia, alla 54^ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, per il 150° dell’Unità d’Italia, a cura di Vittorio Sgarbi, vedrà la presentazione degli artisti più rappresentativi del Trentino Alto Adige, scelti da un’apposita commissione di studio. Mastro 7, con il suo fondatore Settimo

Tamanini, è stato scelto con la nuova opera Crateri Erranti. Info: Tel. 0461 213111. Mostre Una storia a ricamo Apertura: fino a lunedì 7 novembre. Museo Diocesano - La ricomposizione di un raro ciclo boemo di fine Trecento. Ingresso libero alla mostra. La recente restituzione da parte del Museum of Fine Arts di Boston di un prezioso pannello a ricamo, realizzato intorno al 13901391, ha permesso al museo di ricomporre il più esteso ciclo figurativo di ricami boemi di quest’epoca che ancora si conservi: quello raffigurante scene della vita di San Vigilio, patrono di Trento. Orario: 9.30-12.30/14.30-18. Martedì chiuso. Info: Tel. 0461 234419.

Vezzano Mostre Esperienze che lasciano una traccia Apertura: da venerdì 4 a venerdì 25 novembre. Teatro. Nel mese di novembre Vezzano ospiterà le emozioni di un viaggio che parlerà di montagna a trecentosessanta gradi. Serate, film, libri con protagonisti alpinisti ed esperti internazionali, ma anche semplici conoscitori delle nostre montagne o amanti di questo affascinante mondo, daranno vita alla sesta edizione di Mese Montagna... esperienze che lasciano una traccia. La mostra rimarrà aperta durante gli orari di apertura del teatro. Info: Tel 0461.340158 -info@teatrovalledeilaghi.it - www.teatrovalledeilaghi. it. Ore 20.15.

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tmnovembre


trentinoappuntamenti

come Investire il tempo libero

A

rrivano i primi freddi e crescono la voglia di rintanarsi in un teatro o di immergersi nel

caldo ambiente di un mercatino di Natale. Novembre non è certo avaro di occasioni per chi vuole investire il proprio tempo libero in cultura o in folklore. Torna il Natale, il momento più bello dell’anno! In Trentino la festa è davvero speciale: scopri i profumi e i colori delle feste nei più bei Mercatini di Natale del Trentino. Giungere qui nel periodo natalizio significa immergersi in un’atmosfera magica e familiare fatta di profumi, di sapori e di luci soffuse. Trento,

Isabella ferrari

I

sabella Ferrari ha più volte partecipato alla Mostra del Cinema di Venezia. Infatti ha partecipato a Venezia per la prima volta nel 1995, come interprete del film in concorso «Romanzo di un giovane povero» di Ettore Scola, ottenendo dalla giuria presieduta da Guglielmo Biraghi la «Coppa Volpi» come miglior attrice non protagonista. È tornata poi alla Mostra nel 1996 con «Escoriandoli» di Antonio Rezza, presentato alla «Settimana del Cinema italiano», nel 1998 con «Vite in sospeso» di Marco Turco, sezione Prospettive, e nel 2000 con «La lingua del Santo» di Carlo Mazzacurati, in concorso. Nel 2005 ha partecipato nelle vesti di giurata del «Premio Luigi De Laurentiis-Venezia Opera Prima». Nel 2008 è protagonista di Un giorno perfetto dove torna ad esser diretta da Ferzan Ozpetek. Per la televisione ha recitato nella miniserie Provincia segreta, trasmessa da Rai 2 nel 1998; nello stesso anno ha partecipato a Il dono di Nicholas, film per la tv trasmesso da Canale 5 dedicato alla vicenda dell’uccisione del bimbo americano Nicholas Green. Nel 1999 è stata protagonista di Vite in sospeso (Rai 2) e nel 2000 della fiction La vita cambia, della miniserie Sospetti e di Distretto di polizia 1 e 2, in cui ha impersonato con successo il ruolo del commissario Giovanna Scalise.

Caldonazzo, Levico Terme e poi Rango, Arco e tutti gli altri aspettano residenti

Roberto Anglisani racconta una delle più

e ospiti per celebrare il

avvincenti sfide per la conquista della montagna simbolo

magico rito del Natale.

delle Alpi in “La conquista del Cervino”.

Per il teatro, sono

Per la musica, ll 14 novembre al Teatro Sociale si esibirà

due Italie molto lontane quelle che affiorano nello

spettacolo dell’11 novembre a trento, con Marco

Travaglio e l’attrice Isabella Ferrari.

Dolcenera che per la prima volta si presenta

sul palco in un tour dalle forme teatrali sotto la sigla di “Evoluzione della specie”. il 4 novembre, il trombonista

La chiamano “La regina del teatro napoletano” e sarà

barese omaggerà Nino Rota. Il 13 novembre on stage il

proprio lei, Isa Danieli ad aprire giovedì 3 novembre il

pianista americano Eddie Palmieri con il suo progetto “Afro

sipario della stagione di prosa di Trento 2011-2012 con

- Caribbean Jazz All Stars”.

“Paesaggio con figure”, testo e regia di Ugo Chiti. Ma

Per chi ama la comicità e il buon umore, ecco l’apertura

c’è anche il debutto, a Trento (dal 22 al 25 novembre),

della rassegna “cabaret amore mio” che viene affidata,

del nuovo spettacolo di Andrea

Castelli:

martedì 8 novembre, a Flavio

Oreglio che

“Trentini & Trentoni”. Una ricercata, garbata, ma anche

racconterà seduto “Sulle spalle dei giganti” (a dicembre,

pungente, summa della trentinità.

arrivano i mitici Cochi e Renato...)

Giovedì 17 novembre, per la rassegna “Scappo a teatro”

Infine, la danza. Il primo di novembre il teatro Sociale

debutta la nuova produzione di Fondazione Aida: “Oh,

ospiterà la compagnia che aprirà la programmazione di

Boy”, per la regia di Maurizio Nichetti. Sabato 12 novembre, al Teatro Valle dei Laghi, 96

tmnovembre

InDanza con la rappresentazione di Carmen. In scena vedremo il Salzburg

Ballet.


trentinoappuntamenti 1 martedì Cultura Conferenza Arco. Ore 20.30. Auditorium Palazzo Panni. Conferenza sul tema della personalità e dell’etica con Agnes Heller. Info: tel. 0464516161. Danza CARMEN Trento. Ore 12. Teatro Sociale. In scena vedremo il Salzburg Ballet, basata sull’omonimo racconto di Prosper Merimée e sull’opera musicale di Georges Bizet con un moderno riadattamento.. Info: n. verde 800 013952, www.centrosantachiara.it.

2 mercoledì Cultura Conferenza Riva del Garda. Ore 20.45. Galleria Civica Craffonara. “Irredentismo e Risorgimento. Autonomia e...” Riflessioni sulla nostra storia e sul nostro futuro nel 150° anniversario d’Italia. Info: tel. 0464516161. Musica OMAGGIO A PIERO GUARINO Trento. Ore 20.45. Sala della Filarmonica, Via verdi 30. L’Ensemble Zandonai - Orchestra da Camera di Trento eseguirà un “Omaggio a Piero Guarino” a vent’anni dalla scomparsa (1919-1991). Il programma prevede musica da camera, per piccola orchestra e solisti di Piero Guarino: “Jeu Parti” per orchestra da camera-”Berceuse” (da “Nozze di sangue” di F.G. Lorca) per mezzosoprano e piccola orchestra da camera -”4 Haiku” per soprano e pianoforte -”Schlaflied” (Ninna nanna - Rainer Maria Rilke) per soprano e clarinetto -”Huit Poèmes d’Henri el Kayem” per mezzosoprano e orchestra da camera -”Omaggio a Clementi” Divertimento per pianoforte e orchestra da camera- “De Profundis” per soprano, mezzosoprano e orchestra d’archi. Tra gli interpreti: Margherita Guarino (soprano), Martina Belli (mezzosoprano), Stefano Guarino (pianoforte) con l’Orchestra da Camera di Trento diretta da Giancarlo Guarino. Info: Società Filarmonica - Trento, tel. 0461.985244, info@filarmonica-trento.it.

3 giovedì Cultura personaggi che hanno dato lustro al trentino Trento. Ore 17. Associazione Culturale Antonio Rosmini, via Dordi 8 - Bruno e Nino Betta - Docenti del Liceo Classico “G. Prati” di Trento. Relatrice: Prof.ssa Lia de Finis - Trento. Tel: 0461 239994 www. associazionerosminitrento.it.

Musica SONATA ISLANDS FESTIVAL Trento. Museo delle Scienze. Stefano Colpi Open Atrio, Walter Civettini tromba, Michele Giro pianoforte, Giuliano Cramerotti chitarra, Stefano Colpi contrabbasso, Stefano Bertoli batteria. Musica Concerto Trento. Ore 20.45. Sala Verdi. Khatia Buniatishvili, pianoforte su musiche di S. Prokofiev: Sonata in Si magg. op. 83 n. 7, R. Schumann: Fantasia in Do magg. op. 17, F. Chopin: Sonata in si bem. min. op. 35 n. 2, I. Stravinsky: Tre movimenti da Petrouchka. Info: Tel. 0461.985244, www.filarmonica-trento.it, info@filarmonicatrento.it. Teatro L’ABISSINA. PAESAGGIO CON FIGURE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Regia di Ugo Chiti. Con Barbara Enrichi. Info: tel. 0461-213811.

4 venerdì Cultura Presentazione libro Rovereto. Ore 18. BluLibri, Via Portici. Roberto Antolini presenta “La Morte ci colse vivi” di Antonella Bragagna (Edizioni Curcu & Genovese). Famiglia IL VALORE DELLA CULTURA IN FAMIGLIA Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Auditorium. Percorso di conoscenza della realtà della famiglia nel contesto odierno e locale “Famiglia come”. Interverranno il dott. Richard Unterrichter e la dott.ssa Patrizia Maltratti. Musica Gianluca Petrella I-Jazz Ensemble 2011 Rovereto. Ore 21. Auditorium F.Melotti. Itinerari Jazz con Gianluca Petrella trombone, Giovanni Guidi pianoforte, Beppe Scardino sassofono baritono, Andrea Sartori elettronica, Joe Rehmer contrabbasso, John De Leo voce, Cristiano Calcagnile batteria. Info: tel. 0461-213811. Teatro GLI INGANNATI Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia degli Accademici Intronati di Siena - adattam. di Luigi Lunari con la Compagnia “GAD Città di Trento”. Per la 20ª Rassegna Teatrale “Il Piacere del Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it.

Sala per banchetti e cerimonie Trento c/o Aeroporto “G. Caproni” tel. 0461/944999 Teatro L’ABISSINA. PAESAGGIO CON FIGURE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Regia di Ugo Chiti. Con Barbara Enrichi. Info: tel. 0461-213811.

5 sabato Cultura Letture da gustare Riva del Garda. Ore 21. Centro Sociale Pernone. Lucilla Giagnoni in “Canto di vino”. Info: tel. 0464516161. Musica MUSICA E CANTI POPOLARI Vezzano. Ore 20.30. Teatro. Concerto organizzato dal Coro Cima Verde. Il coro Cima Verde di Vigo Cavedine organizza la 2^ edizione di “Festiv Ail” - rassegna di beneficienza a favore di “Ail Trentino”. Partecipano il coro “Bambini dell’Oratorio” di Vigo Cavedine, il coro “Erica” di Paitone (BS), il coro “Valchiese” di Storo, il coro “Dolci Armonie” di Parma, il coro “Ensembe Vocale Emozioni Incanto” di Padova. Sarà presente il presidente della sezione “AIL Padova” essendo anche gli amici di Padova testimonial ufficiale “AIL”. Info: Tel 0461.340158 -info@ teatrovalledeilaghi.it - www.teatrovalledeilaghi.it. Per i più piccoli Ivento suono Trento. Ore 17.30. Mini-Filarmonica. Un viaggio coinvolgente nei colori e nei timbri magici e incantatori del suono, nella sua forma più pura e primordiale. Un concerto esposizione di strumenti etnici durante il quale anche il pubblico inventerà il suo suono. Percussioni: Enèas L. da Silvia; Carlo Alberto Canevali. Informazioni: Società Filarmonica - Tel. 0461/985244. www.filarmonica-trento.it. Teatro AMLETO IN SALSA PICCANTE Trento . Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Aldo Nicolaj, con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Per la 15ª Edizione di “Palcoscenico Trentino”.Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro EL CONGRESSO DE LE SUOCERE Rovereto. Ore 20.45. Teatro S. Maria. Commedia brillante in tre atti di Guido Chiesa con la Filo “Segosta ‘90” di Bedollo. Per la

Rassegna “Ugo Coelli”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro LA DAMA DI CHEZ MAXIM Civezzano. Ore 20.45. Teatro Comunale “Luigi Pirandello”. Commedia di Georges Feydeau con il Gruppo Teatrale Tuenno. Per la Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro”. Info: tel. 0461-237352 info@ cofas.it. Teatro EL BANDOL DELA MATASSA Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Antonia Dalpiaz con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la 21ª Rassegna Teatrale a Sopramonte. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro PRIMA CHE SIA MASSA TARDI Nave San Rocco. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti” di Rovereto. Per la Rassegna Teatrale organizzata dalla Filo “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Info: tel. 0461237352 info@cofas.it. Teatro REFUGIUM PECCATORUM Povo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Gabriele Bernardi con la Compagnia Teatrale “El Feral” di Primiero. Per la XXIV Rassegna Teatrale “Isidoro Trentin”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro LE ME TOCCA TUTTE Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro “Don Bosco”. Commedia di Loredana Cont con la Filo “S. Ermete” di Calceranica. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro LA LUNA DEGLI ATTORI Taio. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Ken Ludwig con la Filo di Ora. Per la 14ª Edizione della Rassegna “Amici del Teatro”. Info: tel. 0461237352 info@cofas.it. Teatro L’ABISSINA. PAESAGGIO CON FIGURE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Regia di Ugo Chiti. Con Barbara Enrichi. Info: tel. 0461-213811. Teatro ragazzi PAM! PAROLE A MATITA Trento. Teatro S. Marco. Con Michele Eynard, Barbara Menegardo

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trentinoappuntamenti posto imprescindibile: provare ad immaginare ed esorcizzare il futuro dell’Italia senza Berlusconi.. Info: Tel. 0461.213834.

e Federica Molteni. Ore 15.30 e 17.30. Info: tel. 0461-213811.

6 domenica

Teatro finale di partita Rovereto. Ore 20.30. Auditorium. Commedia di Samuel Beckett.. Info: tel. 0464-452253.

Musica Festival Corale Trento. Ore 21. Chiesa del SS. Sacramento. Coro Santa Lucia Coro Laboratorio Musicale Corale Polifonica di Calceranica. Teatro L’ABISSINA. PAESAGGIO CON FIGURE Trento. Ore 16. Teatro Auditorium. Regia di Ugo Chiti. Con Barbara Enrichi. Info: tel. 0461-213811. Teatro ragazzi LA VERA STORIA DI BIANCANEVE Calavino. Ore 16.30. Teatro. Commedia con la Filo “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro “Gruppo Giovanile”. Per la 9ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi PAM! PAROLE A MATITA Trento. Teatro S. Marco. Con Michele Eynard, Barbara Menegardo e Federica Molteni. Ore 15.30 e 17.30. Info: tel. 0461-213811.

8 martedì Cabaret CABARET AMORE MIO Trento. Ore 21. Auditorium, via S. Croce, Trento. L’apertura della rassegna viene affidata a Flavio Oreglio che racconterà, seduto “Sulle spalle dei giganti”, la grande avventura del libero pensiero. Il comico milanese cercherà di rispondere a tante domande che, nel loro insieme, delineano una storia curiosa, divertente, poetica, di un uomo che ripercorre i momenti più significativi vissuti a scuola da ragazzo, a partire dall’emozione del primo giorno. . Cultura Conferenza Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “La nascita e l’evoluzione della lingua italiana” di Italo Bonassi. Info: tel. 0461-239994. Musica Invito all’ascolto Trento. Ore 9.00. Sala Filarmonica. Stagione 2011. “Giosuè De Gregori, Memorie (1829-1904)”; Mauro Grazioli, storico; Iacopo Laurino, voce recitante; Simone Vebber, organo. Info: Tel. 0461 985244 info@filarmonica-trento-it.

9 mercoledì Cinema AU DELÀ DES CIMES Vezzano. Ore 20.30. Teatro. Di Rémy Tezier - Francia, 2008 - 75’. Inquadrature vertiginose di pareti di granito e primi piani su mani alla ricerca di un punto d’appiglio

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sicuro, esprimono al meglio la forte passione per la montagna. Catherine Destivelle è tra i più grandi e conosciuti scalatori odierni, sia in Francia che all’estero. La sua notorietà la rende un’eccellente ambasciatrice della montagna. Premio CAI 56° TrentoFilmfestival 2008. Francese con sottotitoli italiani. Info: Tel 0461.340158 -info@teatrovalledeilaghi.it - www. teatrovalledeilaghi.it. Cultura Presentazione libro Arco. Ore 20.45. Biblioteca. Presentazione del libro “La letteratura di età risorgimentale (1848-1871) nel Fondo Emmert della biblioteca di Arco” di Matteo Largaiolli. Info: tel. 0464-516161. Musica SONATA ISLANDS FESTIVAL Trento. Auditorium dello Studentato universitario San Bartolameo. Con il Trio Alberto Turra chitarra e voce, Davide Tedesco contrabbasso e voce, Alberto Pederneschi batteria e percussioni. Presentazione del disco Sacred Ground. Musica Concerto Trento. Sala Verdi. Trio Broz su musiche di J.S. Bach:, Variazioni Goldberg BWV 988 (trascr. B. Giuranna). Info: Tel. 0461.985244, www.filarmonica-trento.it, info@ filarmonica-trento.it.

10 giovedì Cultura personaggi che hanno dato lustro al trentino Trento. Ore 17. Associazione Culturale Antonio Rosmini, via Dordi 8 - L’Avv. Sen. Bruno Kessler a venti anni dalla scomparsa. Relatore: Dott. Gianni Faustini - Trento. Tel: 0461 239994 www.associazionerosminitrento.it. Cultura Conferenza Trento. Ore 10 e ore 15. Fondazione Bruno Kessler, Aula Grande, Via Santa Croce, 77. Padre Ki-

no e i suoi tempi. Una riflessione storica.. Info: isig.fbk.eu - www. trentinocultura.eu - padrekino.org. Teatro Scappo a Teatro DEDICATO A GIULIETTA E ROMEO Trento. Ore 14.30. Teatro Cuminetti. Con Renzo Boldrini e Giovanna Palmieri. Regia Renzo Boldrini, Vania Pucci. Collaborazione drammaturgica Giovanna Palmieri. Immagini elettroniche Roberto Bonfanti. Info: tel. 0461-213811.

11 venerdì Esposizione Idee casa “Unica” Trento. Ore 10/19 (sabato e domenica 9/20). Quartiere espositivo, Trento Fiere, via Briamasco 2. Nel centro storico di Trento sotto un unico tetto le migliori idee per arredare, ristrutturare, costruire. Info: tel. 0461-230264. Musica THESAURUS MUSICAE SACRAE Trento. Ore 21. Badia di San Lorenzo. Gruppo vocale e strumentale del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio ˝F. A. Bonporti˝ di Trento. Coordinatore: Roberto Gianotti. Un viaggio nella lunga tradizione della musica per la liturgia cattolica e per la devozione dei laici, in quel thesaurus musicae sacrae (tesoro della musica sacra) che ha innamorato Laurence Feininger e lo ha fatto convertire al cattolicesimo. Un itinerario perché quella bellezza possa ancora risplendere e attirare, in un mondo moderno sempre più devastato da interesse, comodo e piacere effimero.. Info: tel. 0461-213811. Teatro Anestesia Totale Trento. Auditorium S. Chiara. Titolo impegnativo ma accattivante, dello spettacolo prodotto da Promo Music di Marcello Corvino per la regia di Stefania De Santis, in scena con l’attrice Isabella Ferrari in un testo che parte da un presup-

Teatro UN VIAGGIO... NEL MONDO DEI MUSICAL Borgo Valsugana. Ore 20.30. Teatro. Des Étoiles con la partecipazione dei ballerini e cantanti dell’Associazione Des Étoiles di Trento con Mattia Inverni, attore nel musical “Notre-Dame de Paris” di Riccardo Cocciante, e Silvia Bombarda, vincitrice del Concorso “TrentoIncanta” 2011. Regia di Mauro D’Alessio. Info: tel. 0461-420788.

12 sabato Esposizione Idee casa “Unica” Trento. Ore 10/19 (sabato e domenica 9/20). Quartiere espositivo, Trento Fiere, via Briamasco 2. Nel centro storico di Trento sotto un unico tetto le migliori idee per arredare, ristrutturare, costruire. Info: tel. 0461-230264. Teatro AGENZIA N.L.G. NON LAVORIAMO GRATIS Bedollo. Ore 20.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per la quarta Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” rappresentazione teatrale in due atti di Davine Conati, adattata da Gabriele Penner e presentata dalla compagnia teatrale Libero Teatro di Grumes. Ingresso unico: 6,00. Prevendita biglietti presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Bedollo dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00. Organizzano: Comune di Bedollo, Filodrammatica El Lumac di Piazze, Filodrammatica Segosta 90 di Bedollo e Associazione Pensionati ed Anziani di Bedollo. Info: Comune di Bedollo 0461.556624. Teatro LA LUNA DEGLI ATTORI Trento . Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Ken Ludwig, con la Filo di Ora. Per la 15ª Edizione di “Palcoscenico Trentino”.Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro AGENZIA N.L.G. - NON LAVORIAMO GRATIS Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Commedia di David Conati Meneghini con l’Associazione Culturale Teatrale “Libero Teatro” di Grumes. Per 4ª Rassegna Teatrale “Foje de Bedol”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it.


trentinoappuntamenti Teatro PARENTI SERPENTI Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Carmine Amoroso con il Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Per la 19ª Rassegna “Amici del Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro BENIAMINO CIOPETA APALTATOR Rovereto. Ore 20.45. Teatro S. Maria. Commedia brillante scritta dal perugino Artemio Giovagnoni - trad. e adatt. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni. Per la Rassegna “Ugo Coelli”. Info: tel. 0461237352 info@cofas.it. Teatro TROPPA GRAZIA SANT’ANTONI Povo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Edoardo Scarpetta - trad. e libero adattamento di Riccardo Gottardi con la Filo “Doss Caslir” di Cembra. Per la XXIV Rassegna Teatrale “Isidoro Trentin”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro EL BANDOL DE LA MATASSA Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro “Don Bosco”. Commedia di Antonia Dalpiaz con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro TREI REBUFI E ‘N TANANAi Taio. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Nicoletta Parrotta Filodrammatica “Nicola Parrotta” di Lavis. Per la 14ª Edizione della Rassegna “Amici del Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro AMLETO IN SALSA PICCANTE Preore. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Aldo Nicolaj con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Per la 7ª Rassegna

Teatrale “Preore a Teatro” 20112012. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro PAREVA ‘NA BELA IDEA Gardolo. Ore 20.45. Sala Teatro Comunale. Commedia di Loredana Cont con la Filo “Ce.Dro” di Dro. Per la 25ª Edizione della Rassegna “Alegra Ribalta”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro La conquista del Cervino Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Lo spettacolo, di Livio Viano, Roberto Anglisani ed Alessandro Cappai, interpretato da Anglisani, porta in scena le montagne che, con tutto il loro fascino, sono depositarie di storie e leggende che narrano eventi di grande umanità. Info: Tel 0461.340158 -info@ teatrovalledeilaghi.it - www.teatrovalledeilaghi.it. Teatro ragazzi AMICO NUOVO Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro. Commedia con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 9ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi SECONDO PINOCCHIO Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro S. Marco. Interpretazione e Regia: Daria Paoletta e Raffaele Scarimboli. Burattini e Scenografie: Raffaele Scarimboli. Età consigliata: dai 4 anni. Info: tel. 0461-213811.

13 domenica Esposizione Idee casa “Unica” Trento. Ore 10/19 (sabato e domenica 9/20). Quartiere espositivo, Trento Fiere, via Briamasco 2. Nel centro storico di Trento sotto un unico tetto le migliori idee per arredare, ristrutturare, costruire. Info: tel. 0461-230264.

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trentinoappuntamenti Cultura Conferenza Borgo Valsugana. Ore 17.30. “Da Platone alla globalizzazione: il pensiero politico nella storia della filosofia”. A cura di Giorgio Ragucci. La polis greca in relazione con la concezione di Platone, il pensiero del Cristianesimo, ius gentium, ius naturale e feudalesimo. Info: Biblioteca Pubblica Comunale di Borgo Valsugana, Tel. 0461.754052, sistemaculturale@biblio.infotn.it, www.valsuganacultura.it.

Musica Eddie Palmieri «Afro Caribbean Jazz All Stars Rovereto. Ore 21. Auditorium F.Melotti. Eddie Palmieri pianoforte, Brian Lynch tromba, Louis Fouché sax tenore, José Claussell percussioni, ˝Little Johnny˝ Rivero percussioni, Luques Curtis contrabbasso. Info: tel. 0461-213811. Teatro LA CENA DEI CRETINI Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Commedia di Francis Veber con la Filodrammatica di Laives. Per la 14 ª Edizione “Zivignago sera... in prosa”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi I NANI DI MANTOVA Calceranica. Ore 16.30. Teatro “S. Ermete”. Commedia con “I cuccioli della Logeta” di Gardolo. Per la 9ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi LE AVVENTURE DI GASPAROTTO Serravalle. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Commedia con l’Associazione “Amici del Teatro” di Moena. Per la 9ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi L’AMORE DELLE TRE MELARANCE Cognola. Ore 16.30. Teatro Auditorium. Commedia. Per la 9ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi SECONDO PINOCCHIO Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro S. Marco. Interpretazione e Regia: Daria Paoletta e Raffaele Scarimboli. Burattini e Scenografie: Raffaele Scarimboli. Età consigliata: dai 4 anni. Info: tel. 0461-213811. Teatro ragazzi DOLCI RACCONTI Vezzano. Ore 16.30. Teatro. Drammaturgia: Giacomo Anderle. Durata 50’. Dai 3 anni. Una mamma e una bambina. Che giornata! Sempre di corsa, casa, lavoro, scuola materna, non c’è mai tempo per riposare un po’ o per giocare insieme. Il papà arriverà tra poco e la cena non è ancora preparata. In casa non c’è niente di pronto. La bambina vorrebbe mangiare solo caramelle, mentre la mamma, agitatissima, mangia tutto quello che le capita sotto mano. Con questo spettacolo ci si propone di affrontare il tema complesso del cibo. Info: Tel 0461.340158 -info@ teatrovalledeilaghi.it - www.teatrovalledeilaghi.it.

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14 lunedì Musica DOLCENERA in concerto Trento. Ore 21. Teatro Sociale.. Info: tel. 0461-213811.

15 martedì Cultura Reportage Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “Notizie e immagini dall’Afghanistan” - Reportage di Ada Francesca Rizzoli, fotoreporter - Presenta Luciana Grillo Laino. Info: tel. 0461-239994. Cultura Presentazione libro Riva del Garda. Ore 21. Biblioteca civica. “Brucia ancora Ora” di Sergio Ragnolini nell’ambito della XVII edizione di “Pagine del Garda”. Info: tel. 0464-516161. Musica Invito all’ascolto Trento. Ore 9.00. Sala Filarmonica. Stagione 2011. “Girolamo Graziadei, Memorie storiche ossia cronaca della città e del vescovato di Trento dal 1776 al 1824”; Mirko Saltori, storico; Iacopo Laurino, voce recitante; Lucrezia Slomp, pianoforte. Info: Tel. 0461 985244 - info@filarmonica-trento-it. Teatro SPETTRI Rovereto. Ore 20.30. Auditorium. Di Henrik Ibsen; Traduzione Franco Perrelli. Elaborazione drammaturgica Letizia Russo. Regia Cristina Pezzoli. Con Patrizia Milani, Carlo Simoni, Alvise Battain, Fausto Paravidino,Valentina Brusaferro. Scene Giacomo Andrico. Info: tel. 0464-452253.

16 mercoledì Musica Orchestra Haydn Trento . Ore 20.30. Auditorium - Yves Abel, direttore; Alexander Lonquich, pianoforte. Info: Num. Verde 800.086890 - www. haydn.it. Teatro DONNA NON RIEDUCABILE Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Don Bosco. Dramma di Stefano Massini con Ottavia Pic-

colo e musiche per arpa eseguite dal vivo da Floraleda Sacchi. Regia di Silvano Piccardi con la Compagnia “La Contemporanea”. Info: Biblioteca comunale di Pergine Tel. 0461.502390 - www.comune. pergine.tn.it.

17 giovedì Musica SONATA ISLANDS FESTIVAL Trento. Teatro Portland. Alt Rock for chamber quartet . Emilio Galante flauto, ottavino, Valerio Cipollone clarinetto,clarinetto basso, Andrea Pecolo violino, Bianca Fervidi violoncello. Teatro SPETTRI Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Di Henrik Ibsen; Traduzione Franco Perrelli. Elaborazione drammaturgica Letizia Russo. Regia Cristina Pezzoli. Con Patrizia Milani, Carlo Simoni, Alvise Battain, Fausto Paravidino,Valentina Brusaferro. Scene Giacomo Andrico. Info: tel. 0461-213811. Teatro OH BOY! Trento. Ore 14.30 e ore 20.30. Teatro Cuminetti. Tratto dal romanzo OH, BOY! di Marie-Aude Murail. Riduzione teatrale di Maurizio Nichetti con Filippo Garlanda e Flora Sarrubbo. Scene di Gino Copelli. Costumi Sonia Mirandola. Per la rassegna “Scappo a Teatro”. Età consigliata: dai 14 anni. Info: tel. 0461-213811.

18 venerdì Cinema Futuro presente Rovereto. La creatività possibile. Il cinema. Il focus autunnale di Futuro Presente sarà dedicato alla creatività applicata al linguaggio cinematografico. www.orienteoccidente.it. Info: 0464-431660. Cultura Lettura di Gabriela Corini Arco. Ore 21. Palazzo Marcabruni Giuliani. “Il canto d’amore e morte dell’alfiere Christoph Rilke” nell’ambito della XVII edizione di “Pagine del Garda”. Info: tel. 0464-516161.

Cultura Presentazione libro Trento. Ore 17.30. Pro Cultura, via Dordi, 8. “Voci d’amore da una locanda” di Clara Kaisermann (Curcu & Genovese). Con Renzo Francescotti. Info: tel. 0461-239994. Famiglia RIFLESSIONI SULLA GENITORIALITÀ ADOTTIVA E SULL’INSERIMENTO DEI MINORI NELLA REALTÀ SOCIALE Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Auditorium. Percorso di conoscenza della realtà della famiglia nel contesto odierno e locale “Famiglia come”.Interverranno l’ass.soc. Rita Zeni e l’ass.soc. Emiliana. Teatro SPETTRI Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Di Henrik Ibsen; Traduzione Franco Perrelli. Elaborazione drammaturgica Letizia Russo. Regia Cristina Pezzoli. Con Patrizia Milani, Carlo Simoni, Alvise Battain, Fausto Paravidino,Valentina Brusaferro. Scene Giacomo Andrico. Info: tel. 0461-213811. Teatro SUI MONTI FIOCCANO... BorgoValsugana. Ore 20.30. Teatro. Club Armonia - Coro e Fanfara della Sezione di Trento A.N.A.. Atto unico di Renzo Fracalossi. Info: tel. 0461-420788.

19 sabato Cinema Futuro presente Rovereto. La creatività possibile. Il cinema. Il focus autunnale di Futuro Presente sarà dedicato alla creatività applicata al linguaggio cinematografico. www.orienteoccidente.it. Info: 0464-431660. Cultura Serata di poesia Caldonazzo. Ore 20.30. Serata di poesia con i poeti di Caldonazzo. Presso Ex Caseificio. Folklore MERCATINO DELLE PULCI Arco. Dalle 9 alle 17. Via delle Palme. Mostra del piccolo antiquariato, usato, collezionismo e curiosità. Info: tel. 0464-516161.


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Musica Concerto Riva del Garda. Ore 16. Auditorium del Conservatorio. “Histoire du Soldat” di I. Stravinskij con l’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano. Info: tel. 0464-516161. Per i più piccoli Karamela e Schokola Trento. Ore 17.30. Mini-Filarmonica. Karamela cerca di attirare Schokola nel mondo meraviglioso degli strumenti musicali, ma lui ha poca pazienza e suona subito a modo suo. Ogni strumento ha però una sua caratteristica, che alla fine ci accompagna nell’avventuroso viaggio della goccia d’acqua. L’ascolto e la poesia, la clowneria e la musica si uniscono. Informazioni: Società Filarmonica - Tel. 0461/985244. www.filarmonica-trento.it. Teatro I PETTEGOLEZZI DELLE DONNE Trento. Ore 20.30. Filodrammatica di Sopramonte di Carlo Goldoni. 4ª Rassegna Teatrale “LA COMEDIA” organizzata dalla Compagnia “Strapaes” di S. Giacomo di Laives. Info: tel. 0461-237352. Teatro LA LUNA DEGLI ATTORI Civezzano. Ore 20.45. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della Rassegna Teatrale Bruno Pallaoro rappresentazione teatrale del testo di Ken Ludwig presentata dalla filodrammatica Filo di Ora. Ingresso: intero 5,00, ridotto 3,00 (ragazzi fino a 12 anni). Apertura cassa alle ore 19.00. Info: Compagnia Filodrammatica Civezzano, filocivezzano@libero.it, www.filocivezzano.altervista.org. Teatro PARENTI SERPENTI Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Carmine Amoroso, con il Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Per la 15ª Edizione di “Palcoscenico

Trentino”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro DOLORI, DOLORI, DOLORI Rovereto. Ore 20.45. Teatro S. Maria. Commedia di Gabriele Bernardi con la Filo “Nino Berti” di Rovereto. Per la Rassegna “Ugo Coelli”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro LA LUNA DEGLI ATTORI Civezzano. Ore 20.45. Teatro Comunale “Luigi Pirandello”. Commedia di Ken Ludwig con la Filo di Ora. Per la Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro”. Info: tel. 0461237352 info@cofas.it. Teatro L’ERA DE MAGIO, SE DAVERZERA LA STAGION DEI FIORI Nave San Rocco. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Elio Fox con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la Rassegna Teatrale organizzata dalla Filo “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro DOMANDO LA CASA I.T.E.A. Povo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Loredana Cont con la Filo “Tra ‘na roba e l’altra” di Cavrasto. Per la XXIV Rassegna Teatrale “Isidoro Trentin”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro LIOLA Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro “Don Bosco”. Commedia di Luigi Pirandello - trad. in dialetto trentino di Camillo Caresia. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro PAOLO, METI LA VESTA! Taio. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Loredana Cont con il Gruppo Filodrammatico “Coredano” di Coredo. Per la 14ª Edizione della Rassegna “Amici del Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro DUE PADRI DI TROPPO Avio. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Tributo agli Abba con l’Associazione Culturale “Veronamusical”. Per il 6° Memorial “Alberto Salvetti”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro SPETTRI Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Di Henrik Ibsen; Traduzione Franco Perrelli. Elaborazione drammaturgica Letizia Russo. Regia Cristina Pezzoli. Con Patrizia Milani, Carlo Simoni, Alvise Battain, Fausto Paravidino,Valentina Brusaferro. Scene Giacomo Andrico. Info: tel. 0461-213811.

Curcu & Genovese Associati S.r.l. - Südtiroler Studio S.r.l. - riproduzione vietata

Montagna UNA MONTAGNA DI RISATE IN TRENTINO Vezzano. Ore 20.45. Teatro. Il Festival Nazionale del Cabaret “Una montagna di risate in Trentino” è una vetrina della nuova comicità italiana, e presenterà i migliori comici emergenti, che magari tra qualche anno vedremo in televisione. In pochi anni questo Festival è diventato punto di riferimento della nuova comicità italiana. L’evento sarà ripreso dalle telecamere di RAI 3 regione, e viene promosso in collaborazione con Radio 2. Presenta la serata Savino Zaba di Ottovolante. Direzione artistica di Lucio Gardin. Biglietto unico: 3 euro. Info: Tel 0461.340158 -info@teatrovalledeilaghi.it - www. teatrovalledeilaghi.it.

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CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI

Teatro ragazzi MUSIKANTEN Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro S. Marco. Spettacolo di musica, teatro e circo di e con Camilla da Vico, Vlastimil Viktora, Giacomo Anderle, Walkin’ Brass Band con Paolo Trettel, Fiorenzo Zeni, Giorgio Beberi, Hannes Petermair. Età consigliata: dai 5 anni. Info: tel. 0461-213811.

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I GIOVEDÌ DELL’ ENOTECA

Cinema Futuro presente Rovereto. La creatività possibile. Il cinema. Il focus autunnale di Futuro Presente sarà dedicato alla creatività applicata al linguaggio cinematografico. www.orienteoccidente.it. Info: 0464-431660.

Ogni giovedì alle 18.00 un incontro dedicato ai prodotti trentini. Consumazione: 5,00 €

Giovedì 3 novembre NOVELLO IN SCENA

Giovedì 17 novembre L’ARISTOCRATICO RIESLING NELLE PRODUZIONI DEL TRENTINO

IL SABATO CON IL PRODUTTORE Ogni sabato alle 18.00 un appuntamento con i produttori trentini.

Sabato 5 novembre LE NOVITÀ DI CASA: I VINI BIANCHI Cantina: Zanotelli (Cembra – TN)

Sabato 19 novembre TRENTODOC ROTARI: ELEGANZA DI TERRITORIO Cantina Rotari (Mezzocorona – TN)

EVENTI 10 - 13 novembre

I BORDOLESI DEL TRENTINO Dai ruggenti anni Sessanta ad oggi. A distanza di cinquant’anni rivive la grande tradizione dei bordolesi trentini. 10 novembre, ore 18.00: QUATTRO VICARIATI - Cavit (Trento) 11 novembre, ore 17.00: MASETTO - Endrizzi (S. Michele all’Adige) 11 novembre, ore 19.00: SAN LEONARDO - Tenuta S. Leonardo Guerrieri Gonzaga (Borghetto all’Adige) 12 novembre, ore 17.00: MORI VECIO - Concilio Vini (Volano) 12 novembre, ore 19.00: MASO LODRON e CASTEL SAN MICHELE - Letrari (Rovereto) e Istituto Agrario di San Michele all’Adige (S. Michele a/A) 13 novembre, ore 18.00: FOJANEGHE - Conti Bossi Fedrigotti (Rovereto) A TAVOLA CON LA CUCINA TRENTINA Carni e selvaggina del Trentino. 12 novembre, ore 19.00-22.00: menù del ristorante Il Catenaccio, osteria tipica trentina (Rango, Bleggio Superiore – TN) 13 novembre, ore 12.00-15.00: menù del ristorante Ca’ dei Boci, osteria tipica trentina (Montagnaga di Piné – TN)

24 novembre - 11 dicembre

BOLLICINE SU TRENTO Tre settimane di appuntamenti dedicati alle bollicine del Trentodoc con degustazioni, laboratori enogastronomici, piatti della tradizione. Per scoprire le altre iniziative dell’Enoteca: www.enotecadeltrentino.it Palazzo Roccabruna: Via SS. Trinità, 24 - 38100 Trento - tel. 0461/887101

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Musica Festival Corale Trento. Ore 21. Chiesa del SS. Sacramento. Coro Rigoverticale Coro Polifonico Ignaziano I Cantori di Seregnano. Per i più piccoli Karamela e Schokola Trento. Ore 17.30. Teatro di Povo. Karamela cerca di attirare Schokola nel mondo meraviglioso degli strumenti musicali, ma lui ha poca pazienza e suona subito a modo suo. Ogni strumento ha però una sua caratteristica, che alla fine ci accompagna nell’avventuroso viaggio della goccia d’acqua. L’ascolto e la poesia, la clowneria e la musica si uniscono. Informazioni: Società Filarmonica - Tel. 0461/985244. www.filarmonicatrento.it. Teatro ALI DI FARFALLE Tesero. Ore 16.30. Teatro Comunale. Commedia di Giampiero Pizzol con la “Compagnia Bella” di Forlì. Per la 20ª Rassegna Teatrale “Il Piacere del Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro SHREK Sopramonte. Ore 16. Teatro Parrocchiale. Commedia con i “Guitti” della Scuola Materna di Vezzano. Per la 21ª Rassegna Teatrale a Sopramonte. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro SPETTRI Trento. Ore 16. Teatro Auditorium. Di Henrik Ibsen; Traduzione Franco Perrelli. Elaborazione drammaturgica Letizia Russo. Regia Cristina Pezzoli. Con Patrizia Milani, Carlo Simoni, Alvise Battain, Fausto Paravidino,Valentina Brusaferro. Scene Giacomo Andrico. Info: tel. 0461-213811.

24/10/11 08.26

Teatro ragazzi AMICO NUOVO Calavino. Ore 16.30. Teatro. Commedia con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 9ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi IL BRUTTO ANATROCCOLO Cognola. Ore 16.30. Teatro Auditorium. Commedia con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Per la 9ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi LA VERA STORIA DI BIANCANEVE Moena. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Commedia con la Filo “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro “Gruppo Giovanile”. Per la 9ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi MUSIKANTEN Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro S. Marco. Spettacolo di musica, teatro e circo di e con Camilla da Vico, Vlastimil Viktora, Giacomo Anderle, Walkin’ Brass Band con Paolo Trettel, Fiorenzo Zeni, Giorgio Beberi, Hannes Petermair. Età consigliata: dai 5 anni. Info: tel. 0461-213811.

22 martedì Cultura Letture di poesie Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “Scorrendo pagine d’acqua” - Poesie di Giovanna Sartori De Vigili - Introduzione critica di Paolo Toniolatti - Letture di Alfonso Masi e Graziella Zen, chitarra di Stefano Cattoni.. Info: tel. 0461-239994. Musica Invito all’ascolto Trento. Ore 9.00. Sala Filarmonica. Stagione 2011. “Garibaldi stato ferito...”. Relazioni della polizia nel Trentino d’epoca risorgimentale. Michele Toss, storico; Iacopo Laurino, voce recitante; Stefano Chicco, direttore e pianista. Info: Tel. 0461 985244 - info@filarmonica-trento-it. Musica CONCERTO DI SANTA CECILIA Cembra. Ore 19.30. Chiesa parrocchiale. In occasione della festa di Santa Cecilia Santa Messa con concerto. Ingresso libero. Organizza: Coro Parrocchiale di Cembra. Info: A.P.T. 0461.683110.


Musica Concerto Trento. Sala Verdi. Oxalys Ensemble, Laure Delcampe, soprano. La Filarmonica propone un altro raffinato ensemble da camera, con una valenza e un programma capace di trasformare la serata in un’esperienza di emozione e approfondimento. Info: Tel. 0461.985244, www.filarmonica-trento.it, info@ filarmonica-trento.it. Teatro Trentini&Trentoni Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Monologo di e con Andrea Castelli. Info: www.centrosantachiara.it.

23 mercoledì Cinema MOUNT ST. ELIAS Vezzano. Ore 20.30. Teatro. Di Gerald Salmina - Austria, 2009 100’. Un documentario drammatico che racconta l’impresa ineguagliabile di due sci alpinisti austriaci, Axel Naglich e Peter Ressmann, e del freerider americano Jon Johnston sullo sfondo della selvaggia bellezza del’Alaska: la discesa con gli sci dei 5.489 metri del Mount St. Elias. Un’avventura dove eroismo e follia si confondono. Un film in cui si mostra come la montagna possa conciliare il pericolo mortale con la felicità delirante. Genziana d’argento Miglior Contributo tecnico artistico 58° TrentoFilmfestival 2010. Inglese/tedesco con sottotitoli italiani. Info: Tel 0461.340158 -info@teatrovalledeilaghi.it - www. teatrovalledeilaghi.it. Cultura Presentazione libro Arco. Ore 20.30. Palazzo Panni. “Denti e salute” di Michael Mountad nell’ambito della Biblioteca del Benessere. Info: tel. 0464-516161. Teatro Trentini&Trentoni Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Monologo di e con Andrea Castelli. Info: www.centrosantachiara.it.

24 giovedì Montagna LA SUD DEL MCKINLEY 1961 Vezzano. Ore 20.30. Teatro. Una vetta leggendaria considerata impossibile. L’appassionante cronaca della spedizione raccontata dall’anima di quella impresa: Riccardo Cassin. Conduce: Fabio Valseschini. Presentazione del libro: La sud del Mckinley 1961, realizzato per il 50° della prima ascensione. Info: Tel 0461.340158 -info@teatrovalledeilaghi.it - www.teatrovalledeilaghi.it.

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CORTE TRAPP

...oltre il mercatino

Novembre 26 • 27

Dicembre 3 • 4 8 • 9 • 10 • 11 17 • 18 22 • 23 • 24 da non perdere l’esposizione delle opere “Sfogliando la Pace”

NATALE 2011

Comune di Caldonazzo

CALDONAZZO TRENTO

www.nataleacorte.it

con la collaborazione di

Musica ARTICOLO 3TINO + LOU DALFIN in concerto Trento. Ore 21. Auditorium.. Info: tel. 0461-213811. Musica SONATA ISLANDS FESTIVAL Trento. Teatro Portland. “Sonata Islands meet Mahler. Il canto della terra” con Giovanni Falzone/tromba Emilio Galante/flauto Achille Succi/clarinetto e sax alto Simone Zanchini/fisarmonica Stefano Senni/contrabbasso Francesco Cusa/batteria /Tommaso Lonardi voce recitante A partire dai testi messi in musica da Mahler, un dialogo immaginario - una cornice e cinque frammenti redatti da Giuseppe Calliari - ripercorre le figure che via via prendono congedo da chi “si incammina verso i monti”, per fare ritorno “alla terra natale”. Teatro Trentini&Trentoni Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Monologo di e con Andrea Castelli. Info: www.centrosantachiara.it

25 venerdì Cultura Ivo Fruet. Attraversamenti Pergine Valsugana. Ore 10-12 / 16-19. Sala Maier, piazza Serra 10. Inaugurazione mostra personale dedicata a Ivo Fruet. Il percorso espositivo, curato da Giovanna Nicoletti, raccoglie una selezione di opere che tracciano sensibilmente la ricerca del maestro nato a Pergine Valsugana nel 1942.. Cultura Serata con Giorgio Ragucci Caldonazzo. Ore 20.30. Presso Casa Boghi. Musica MUSICA PER SANTA CECILIA Riva del Garda. Centro storico. Info: tel. 0464-516161.

Teatro Trentini&Trentoni Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Monologo di e con Andrea Castelli. Info: www.centrosantachiara.it

26 sabato Cultura GIORNATA NAZIONALE DELLA COLLETTA ALIMENTARE 2011 In tutti i supermercati del Trentino. www.bancoalimentare.it. Cultura Presentazione libro Levico Terme. Ore 17.30. Biblioteca. “Un filo di Arianna: di mano in mano” Bambini raccontati tra fiaba e realtà. Di e con Micaela Bertoldi e Marco Dallari. Info: tel. 0461-706101. Esposizione Expo Riva Grand Prix Riva del Garda. Palafiere. Auto e moto show. Info: tel. 0464-516161. Folklore Inaugurazione NatalArte a Corte Caldonazzo. Ore 10. Magnifica Corte Trapp, piazza della Chiesa. Inaugurazione NatalArte a Corte con il parroco. I gioielli monelli Laboratorio per bambini a cura del Mastro Orafo Fiorenzo Scartezzini. Info: tel. 0461-706101. Musica Concerto Riva del Garda. Ore 20.30. Chiesa S.Maria Assunta. “A lovely rose” con il Coro Anzolim de la Tor. Musiche per coro, organo e percussioni. Info: tel. 0464-516161. Musica CONCERTO BANDISTICO Vezzano. Ore 20.30. Teatro. Con la partecipazioen della Banda Sociale di Cavedine, Banda di Calavino e Banda Borgo di Vezzano. Info: Tel 0461.340158 -info@teatrovalledeilaghi.it - www.teatrovalledeilaghi.it. Teatro I SIORI E I PORI LAORI Bedollo. Ore 20.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per la quarta Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” rappresentazione teatrale in dialetto trentino in due atti di Francesca Aprone presentata dalla compagnia Gruppo Amici del Teatro. Ingresso unico: 6,00. Prevendita biglietti presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Bedollo dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00. Organizzano: Comune di Bedollo, Filodrammatica El Lumac di Piazze, Filodrammatica Segosta 90 di Bedollo e Associazione Pensionati ed Anziani di Bedollo. Info: Comune di Bedollo 0461.556624.

Teatro DA GIOVEDI’ A GIOVEDI’ Trento . Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Aldo De Benedetti, con Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Per la 15ª Edizione di “Palcoscenico Trentino”.Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro EN MALGAR ... MA CHE OM Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Angelo de Gentilotti con la Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Per la 20ª Rassegna Teatrale “Il Piacere del Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro I SIORI E I PORI LAORI Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Commedia di Francesca Aprone con Gruppo “Amici del Teatro” di Serravalle. Per 4ª Rassegna Teatrale “Foje de Bedol”. Info: tel. 0461237352 info@cofas.it. Teatro EL BANDOL DELA MATASSA Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Antonia Dalpiaz con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la 19ª Rassegna “Amici del Teatro”. Info: tel. 0461237352 info@cofas.it. Teatro STASERA VINCO ANCH’IO Povo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Federico Cioppetta con la Filodrammatica di Laives. Per la XXIV Rassegna Teatrale “Isidoro Trentin”. Info: tel. 0461237352 info@cofas.it. Teatro LE MAESTRE PASSERE Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro “Don Bosco”.Commedia di Maria Filippini Lazzari con la Filodrammatica di Telve. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro CHI DE FIORI FERISS Taio. Ore 20.30. Teatro. Commedia trad. e adattamento di Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la 14ª Edizione della Rassegna “Amici del Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro BENIAMINO CIOPETA APALTATOR Preore. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Artemio Giovagnoni - traduzione in dialetto trentino di Carlo Giacomoni con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Per la 7ª Rassegna Teatrale “Preore a Teatro” 20112012. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it.


trentinoappuntamenti Teatro PAREVA ‘NA BELA IDEA Avio. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “Ce. Dro” di Dro. Per il 6° Memorial “Alberto Salvetti”. Info: tel. 0461237352 info@cofas.it.

ci, Diario delle cose avvenute in Trento dal 1756 (al 1792)”Giovanni Delama, storico; Iacopo Laurino, voce recitante; Francesco Iorio, violino; Klaus Broz, violoncello; Cristian Ferrari, cembalo. Info: Tel. 0461 985244 - info@filarmonica-trento-it. Teatro OTELLO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Don Bosco. Dramma di William Shakespeare, con Denis Fontanari, Alessandra Mattei, Daniele Gattano, Christian Renzicchi, Chiara Benedetti. Adattamento teatrale di Giuseppe Amato. Regia di Riccardo Bellandi e Giuseppe Amato con la Compagnia “AriaTeatro”. Info: Biblioteca comunale di Pergine - Tel. 0461.502390 - www. comune.pergine.tn.it.

Teatro GEMELAGIO CO LA LUGANEGA Gardolo. Ore 20.45. Sala Teatro Comunale. Commedia di Loredana Cont con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Per la 25ª Edizione della Rassegna “Alegra Ribalta”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi CANTAFAVOLE Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro S. Marco. Spettacolo di fiabe in musica di e con Valentino Dragano. Età consigliata: dai 3 anni. Info: tel. 0461-213811.

27 domenica Danza ...Sulle Ali della Musica... Trento. Ore 20.45. Teatro Auditorium S. Chiara. Spazio a Spettacolo straordinario di danza, con musica eseguita dal vivo e il ballerino Fabrizio Bernardini. Nel programma musiche di Igor Stravinsky e Leonard Bernstein (West Side Story). Esposizione Expo Riva Grand Prix Riva del Garda. Palafiere. Auto e moto show. Info: tel. 0464-516161. Folklore Coro Stella Alpina di Lavarone Caldonazzo. Ore 10. Magnifica Corte Trapp, piazza della Chiesa. Dopo il concerto... Conosciamo i minerali Laboratorio per bambini a cura dell’Eco-Museo Argentario. Info: tel. 0461-706101. Teatro EN MALGAR ... MA CHE OM Tesero. Ore 17. Teatro Comunale. Commedia di Angelo de Gentilotti con la Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Per la 20ª Rassegna Teatrale “Il Piacere del Teatro”. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi LE AVVENTURE DI GASPAROTTO Cognola. Ore 16.30. Teatro Auditorium. Commedia con l’Associazione “Amici del Teatro” di Moena. Per la 9ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it.

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Teatro ragazzi IL BRUTTO ANATROCCOLO Dro. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Commedia con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Per la 9ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: tel. 0461-237352 info@cofas.it. Teatro ragazzi CANTAFAVOLE Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro S. Marco. Spettacolo di fiabe in musica di e con Valentino Dragano. Età consigliata: dai 3 anni. Info: tel. 0461-213811. Teatro ragazzi STORIE DI GNOMI CORAGGIOSI Vezzano. Ore 16.30. Teatro. Lo spettacolo racconta le storie meravigliose del piccolo popolo degli gnomi e di altri mondi fatati, storie che parlano di un mondo luminoso e colorato come un quadro naif, con presepi di paesini in mezzo ai prati.Info: Tel 0461.340158 -info@teatrovalledeilaghi.it - www. teatrovalledeilaghi.it.

28 lunedì Danza ...Sulle Ali della Musica... Taio. Ore 10.30. Nuovo Teatro Comunale. Spazio a Spettacolo straordinario di danza, con musica eseguita dal vivo e il ballerino Fabrizio Bernardini. Nel programma musiche di Igor Stravinsky e Leonard Bernstein (West Side Story). Teatro OTELLO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Don Bosco. Dramma di William Shakespeare, con Denis Fontanari, Alessandra Mattei, Daniele Gattano, Christian Renzicchi, Chiara Benedetti. Adattamento teatrale di Giuseppe Amato. Regia di Riccardo Bellandi e Giuseppe Amato con la Compagnia “AriaTe-

atro”. Info: Biblioteca comunale di Pergine - Tel. 0461.502390 - www. comune.pergine.tn.it. Teatro il mistero buffo Rovereto. Ore 20.30. Auditorium. Omaggio di Paolo Rossi a Dario Fo.. Info: tel. 0464-452253.

29 martedì Cultura Conferenza Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”,via Dordi, 8. “La violenza sulle donne dal punto di vista medico” - Conversazione di Daniela Cazzolli, medico chirurgo - “Testimonianze sul campo” con Barbara Bastanelli (direttore del centro antiviolenza del Coordinamento donne di Trento) - Presenta Mario Caparelli.. Info: tel. 0461-239994. Cultura Presentazione libro Riva del Garda. Ore 17.30. Biblioteca civica. “Maestro Martino: principe die cuochi” di Ketty Magni nell’ambito di “Letture da gustare”. Info: tel. 0464-516161. Cultura Presentazione libro Arco. Ore 20.30. Palazzo Panni. “Mangia che ti passa. Uno sguardo rivoluzionario sul cibo per vivere più sani e a lungo” di Ongaro Filippo. Info: tel. 0464-516161. Danza ...Sulle Ali della Musica... Tione. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spazio a Spettacolo straordinario di danza, con musica eseguita dal vivo e il ballerino Fabrizio Bernardini. Nel programma musiche di Igor Stravinsky e Leonard Bernstein (West Side Story). Musica Invito all’ascolto Trento. Ore 9.00. Sala Filarmonica. Stagione 2011. “Sigismondo Man-

Teatro il mistero buffo Rovereto. Ore 20.30. Auditorium. Omaggio di Paolo Rossi a Dario Fo. Info: tel. 0464-452253.

30 mercoledì Cultura Presentazione libro Arco. Ore 20.30. Palazzo Panni. “Guarire cambiando” di Roberto Berruti. Info: tel. 0464-516161. Danza COPPELIA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. La Compagnia Junior del Balletto di Toscana, sarà infatti protagonista di Coppelia.Liberamente ispirato all’omonimo balletto del repertorio interpretato da 8 coppie di danzatori della Compagnia Junior BdT, diretta da Cristina Bozzolini, drammaturgia, regia e coreografia di Fabrizio Monteverde, musica Leo Délibes, costumi Santi Rinciari, luci Andrea Narese. Info: n. verde 800 013952, www. centrosantachiara.it. Musica Orchestra Haydn Trento . Ore 20.30. Auditorium Gustav Kuhn, direttore; Sabina von Walther, soprano. Info: Num. Verde 800.086890 - www.haydn.it. Musica MUSICA PER SANTA CECILIA Riva del Garda. Centro storico. Info: tel. 0464-516161. Teatro IL RITORNO Trento. Ore 21. Teatro Cuminetti. Di Sergio Pierattini. Progetto e regia Veronica Cruciani. Con Milvia Marigliano, Arianna Scommegna, Renato Sarti e Alex Cendron. Scene e costumi Barbara Bessi. Disegno luci Gianni Staropoli. Musiche Paolo Coletta. Info: tel. 0461-213811.



trentinoscoop&news

fiera internazionale d’autunno di bolzano spazio lib(e)ro, l’editoria a bolzano

Tre fiere sotto lo stesso tetto

Dal 4 al 12 novembre, al centro trevi del capoluogo altoatesino

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a manifestazione SPAZIOLIB(e)RO è organizzata dagli uffici del Dipartimento cultura italiana, settore iniziative editoriali dell’Ufficio educazione permanente, biblioteche e audiovisivi e Servizio giovani, in collaborazione con Arciragazzi. L’obiettivo, come spiegano gli organizzatori – è quello di creare un’occasione di incontro tra tutti i soggetti che operano direttamente o indirettamente nel mondo del libro (editori, autori, istituzioni pubbliche, librerie, biblioteche) ed anche per dare visibilità alle azioni svolte dal Dipartimento per la promozione della lettura e della scrittura legate al territorio ed in particolare al premio “Alto Adige Autori da scoprire”. Nell’arco delle tre giornate, vi saranno numerose occasioni per incontrare autori, editori, giornalisti ed esperti nel campo della letteratura e dell’editoria. Vi sarà inoltre la possibilità di sfogliare ed acquistare libri, per approfondire la conoscenza

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e fiere sono mercato. Attraverso le fiere le aziende entrano in contatto con un vasto pubblico e anche tra gli espositori c’è un scambio di informazioni interessante. La Fiera d’Autunno è e rimane una vetrina importante per l’economia locale e delle province limitrofe. “La Fiera d’Autunno si colloca con successo tra il tempo di Törggelen e i mercatini natalizi ed è un appuntamento imperdibile per gli altoatesini, che la visitano da quando era la Campionaria era l’unico appuntamento fieristico della Città di Bolzano”, afferma Luigi Spagnolli. Il pubblico locale e delle regioni limitrofe è quindi invitato a trascorrere cinque in Fiera e a far visita alle 500 aziende presenti in fiera da mercoledì 16 a domenica 20 novembre 2011. Artigianato, abitare e costruire, bellezza e salute sono le parole chiave di quest’evento bolzanino. I padiglioni C e D sono dedicati a prodotti tradizionali e dell’artigianato nel Salone Alto Adige e a tutto quello che ruota attorno al mondo della casa, dell’abitare e del costruire, mentre nel padiglione A Sani & Vital offre uno spaccato completo sul mondo della sanità. Da venerdì il via anche a Biolife, l’unica fiera in Italia per il prodotto biologico certificato, che completa l’offerta di questa 64edizione della Fiera d’Autunno. Per informazioni: www.fierabolzano.it/autunno2011

di storia, arte, letteratura e tradizioni del territorio altoatesino. Presenti con propri stand le case editrici altoatesine: RAETIA, PRAXIS 3, ATHESIA, CURCU & GENOVESE, FOLIO e ALPHA BETA. Gli editori esporranno le rispettive novità librarie, in lingua italiana, riguardanti l’Alto Adige negli ambiti arti, letteratura, storia, territorio e autori locali. Negli stand istituzionali, invece, troveranno invece spazio iniziative e attività, sul tema della manifestazione, promosse direttamente dall’Ufficio Educazione permanente, biblioteche e audiovisivi e dall’Ufficio Servizio Giovani. La manifestazione prenderà il via il 4 novembre e durer fino al 12. 106

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trentinoattualità anche questo mese due matrimoni nella rubrica dedicata ai fiori d’arancio

i matrimoni del mese

il matrimonio di Silvia e mattia Arrivo dello sposo a piedi da casa e della sposa in 500. Per festeggiare con gli amici lo sposo ha organizzato una “gita” con gli amici all’Oktoberfest di Monaco, e la sposa una serata in una discoteca.

Lei Nome: Silvia Anni: 24 Nata a: Trento Residente a: Sopramonte Occupazione: Impiegata Vestito di: Fedus Sposa Scarpe di: Il Laccio (Vr) Parrucchiere: Salone Carmen , Trento Estetista: Salone Carmen , Trento

Lui Nome: Mattia Anni: 30 Nato a: Trento Residente a: Sopramonte Occupazione: Sistemista informatico Vestito di: Mero Giuseppe Scarpe di: Madras Barbiere: Salone X-MODE, Trento 116

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Servizio fotografico a cura di: Lucio Tonina www.fototonina.com

Matrimonio: Civile/religioso Data: 8 ottobre 2011 Luogo: Chiesa S. Cuore di Sopramonte Fiori: gerbere bianche, rose bianche e rosse, costo Euro 700,00 (120,00 il bouquet) Fioreria Frizzera, Vezzano (TN) Lista di nozze: Vallagarina Tour di Rovereto Anello per lei/lui: Gioielleria Nardelli & Garzetti, Trento Invitati: 120 Ricevimento: Maso Dosila, Lasino Catering: Menu Service Viaggio: Isola Mauritius Durata: 14 giorni Vivranno a: Sopramonte


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trentinoattualità vuoi vedere il tuo matrimonio pubblicato in questo spazio? scrivi a redazione@trentinomese.it

Lei il matrimonio di Martina e alessio Un sogno diventato realtà, una giornata ricca di emozioni e di gioia. La cerimonia è stata originale e romantica, nella chiesa di San Romedio a Valternigo di Giovo, addobbata a festa con un tocco di primavera: il prato verde nella navata. All’uscita, una pioggia di petali lanciati dall’elicottero di Luca, il fratello della sposa. Il ricco banchetto e la festa a Palazzo Lodron a Nogaredo è stato allietato dalla musica di Flavio.

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Nome: Martina Anni: 32 Nata a: Trento Residente a: Valternigo di Giovo Occupazione: albergatrice Vestito di: “L’abito dei sogni” di Marianna Michelon Verla di Giovo Scarpe di: Prada - “Pedrotti”, Trento Parrucchiere: “Tagliati per il successo” - Mezzolombardo Estetista: Sabrina Lorenzato di “Fior di Bosco” Masen di Giovo

Lui Nome: Alessio Anni: 33 Nato a: Mezzolombardo Residente a: Sporminore Occupazione: Parrucchiere Vestito di: “L’abito dei sogni” di Marianna Michelon Verla di Giovo Scarpe di: Caneppele - Trento Barbiere: “Tagliati per il successo” - Mezzolombardo


trentinoattualità

Servizio fotografico a cura di: Roberta Pisoni - www.robertapisoni.it Matrimonio: Religioso Data: 15 ottobre 2011 Luogo: Chiesa di San Romedio - Valternigo di Giovo Fiori: Prato verde in chiesa con rose, garofolini, spezie e frutta Domusflor, Tondingroup - Cembra Anello per lui: Damiani - Milano Anello per lei: Damiani - Milano Invitati: 160 Ricevimento: Palazzo Lodron - Nogaredo Bomboniere: Solidali Airc - marmellate autoprodotte Torta nuziale: Millefoglie della Pasticceria “Bologna” - Mori Catering: Rialto Party - Rovereto Intrattenimenti: Fulvio Moriconi. Babyclub a cura di Lorena e Anna Viaggio: Al caldo... Durata: Due settimane Vivranno a: Valternigo di Giovo 119

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trentinoscoop&news

La musica di Mozart in Volksbank A Rovereto suona la sveglia per l’arte!

Un concerto in banca: che idea!

Una settimana per dare una scossa all’addormentato mondo dell’arte trentina. A casa tani

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a Settimana dal primo all’8 ottobre – in particolare le performances del giorno 8, giornata Amaci – nelle intenzioni ha voluto dare nuova linfa all’addormentato mondo dell’arte trentina. “Sveglia!” lo avrebbe detto Fortunato Depero ed in effetti il suo spirito aleggia fra le sale del Centro Culturale Casa Tani, in via Rialto 14 a Rovereto. La mostra dedicata all’Arte Contemporanea, muove parole, immagini, musica, rumori, indica in poche parole i Futuristi del 3° millennio. Chi poteva, meglio di Maurizio Scudiero, presentare quale direttore artistico del Centro un avvenimento che si pone al centro dell’attenzione sulla creatività contemporanea? Lo storico del Futurismo ha sfidato le istituzioni con una “zampata” da leone, alle sue spalle artisti giovani e non, ma sempre attivissimi anche se il “dimenticatoio istituzionale” vorrebbe eclissarli. Da questo autunno caldo di temperature e di fermenti, si apre un nuovo modello espositivo, aperto, vitale e organizzato anche per mostre virtuali, come si deve fare oggi. Sia Scudiero, che Claudio Cavalieri, Paolo Ober, con il fondamentale aiuto del presidente dell’Associazione, Marsilli e del patron Eugenio Tani, chiamano intorno a sé gli artisti per un dialogo interculturale, ossia il vero spirito che ha sempre mosso l’Arte e in particolare interpretando le idee futuriste. Ora che questo spazio esiste, malgrado le grandi difficoltà iniziali, Rovereto ha un momento in più per l’Arte, richiama attenzione e vive in sinergia con la cittadinanza e il mondo intero. Sì, poiché il web scorre veloce su tutti i confini, li supera con slancio e proietta le esperienze artistiche contemporanee ovunque. Chi saprà vederle avrà soddisfazione. Chi ha gli occhi foderati dal prosciutto starà ad aspettare le mostre “grandi”, cioè quelle per gli allocchi che stanno in fila ore per vedere opere che

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locali della filiale di Rovereto di Banca Popolare Volksbank sono stati nobilitati dalla musica di Mozart, con un concerto organizzato dalla sede locale dell’omonima associazione. Negli ambienti dove normalmente si svolgono le operazioni di consulenza e sportello, giovani musicisti tra i 4 e i 22 anni hanno messo in mostra tutta la loro bravura. L’ensemble Mozart Boys&Girls (il gruppo musicale giovanile dell’associazione) è stato fondato da Marvi Zanoni nel 2007. L’obiettivo dei giovani studenti di musica è di far conoscere alla gente comune le opere di Mozart e dei suoi contemporanei. Le scuole musicali che questi giovani frequentano sono site a Rovereto, Arco, Riva, Brentonico e Trento; tramite l’Associazione Mozart Italia di stanza a Rovereto, essi mantengono i contatti anche con altri circoli mozartiani sul territorio (e anche a livello internazionale). Banca Popolare Volksbank ha dunque sponsorizzato per la prima volta un concerto classico in un ambiente non convenzionale. Uno dei propositi più importanti della Banca è fornire supporto a bambini e ragazzi nella loro educazione musicale e fare in modo che eventi culturali di questo genere possano tradursi in realtà. in altri periodi nessuno degna di uno sguardo. Il Centro Culturale Casa Tani, è stato riconosciuto nel Circuito delle programmazioni dell’AMACI (Associazione Musei Arte Contemporanea Italiani), ulteriore conferma di quanto questa iniziativa abbia trovato approvazione. Il numero degli artisti partecipanti al primo evento è stato di 29 pittori, 6 scultori, 4 fotografi, 3 video-artisti, poi installazioni di altri 7 artisti e per finire l’8 ottobre nella Giornata del Contemporaneo 10 autori in Performance, letture poetiche, suoni, pittura dal vivo, sculture sonore, più un gruppo nel mini spettacolo sul Futurismo e Depero, infine delle ballerine hanno animato fra rumori vari la conclusione della giornata. www.centrocasatani.com

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alfonsina gonzaga: una storia da leggere Le donne della grappA compiono dieci anni

PRESENTATO “TRE PUNTI DI ROSSO” il nuovo romanzo DI LUISA GRETTER ADAMOLI

IL SUCCESSO per il decennale DI ATTIVITà CONFERMA CHE IL FUTURO DELLA GRAPPA È ROSA

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i festeggiamenti per i 10 anni di attività dell’Associazione Donne della Grappa, una “squadra” di Donne, formata da produttrici, operatrici di settore ed estimatrici ha confermato definitivamente che il futuro della Grappa è in Rosa! Come preannunciato, l’ospite d’onore della festa, “La Signora Grappa”, si è presentata raffinata ed elegante, svelandosi con le sue straordinarie doti, capace di sorprendere per i suoi utilizzi sia semplici che sofisticati! Ha infatti aperto la festa come base nella preparazione dei cocktail Mosquito® e Grappa Sunrise per l’aperitivo. Ha poi accompagnato tutta la cena sapendo stupire gli ospiti per la grande versatilità: Risotto pere e Grappa e Medaglioni di Vitello ai funghi di montagna profumati alla Grappa. La Grappa è entrata nel vivo della serata, proponendosi prima negli abbinamenti con il Pecorino Toscano, con la pasticceria semi-morbida e con il cioccolato fondente, per essere poi degustata infine semplicemente “liscia”. Un plauso alla maestria di Camilla Guiggi che ha guidato la degustazione al fianco delle produttrici presenti: Claudia Mazzetti, Valeria Luparia, Livia Bertagnolli, Anna e Fabiola Marzadro, Priscilla Occhipinti. La Presidente, Claudia Mazzetti, dell’omonima distilleria Mazzetti d’Altavilla, ha commentato: “Sono molto soddisfatta della due giorni all’insegna del distillato tipico di bandiera, che già a partire dal sostantivo è femmina e che senz’altro continuerà a stupire l’altra metà del cielo!”. Dopo essersi date appuntamento ai prossimi incontri, le Donne della Grappa si sono salutate con un brindisi di Felice Grapposità lanciato dalla titolare della Distilleria Nannoni, Priscilla Occhipinti.

ella sala del Centro “Rosmini” la storica “Pro Cultura” di Trento ha inaugurato il suo 112° anno di attività con la presentazione del nuovo libro di Luisa Gretter Adamoli “Tre punti di rosso”, edito da Curcu & Genovese. La Gretter Adamoli è tra il resto da molti anni componente del Direttivo della “Pro Cultura”. In una sala gremita la serata è stata introdotta da un breve quanto raffinato filmato, realizzato da Antonello Adamoli, sul materiale storico di cui si avvale il libro. Dopo tre libri in poesia e altrettanti in prosa, questo presentato è quindi il settimo libro di questa poetessa e scrittrice, una delle più note autrici trentine. Luciana Grillo, scrittrice particolarmente attenta allo specifico femminile, ha tracciato un’analisi di questa nuova opera che ripercorre la vita di Alfonsina Gonzaga (1580-1647), sposata 22 anni con Gianangelo Gaudenzio Madruzzo, capitano della Rocca di Riva del Garda. Sono anni drammatici quelli in cui Alfonsina vive, fitti di intrighi politici, guerre, carestie, pestilenze; come quella del 1630 descritta dal Manzoni che devastò l’Europa e anche il Trentino. E tuttavia Alfonsina seppe gestirsi con intelligenza e prudenza, supplendo al marito nelle lunghe assenze per motivi militari, sopravvivendo al consorte per quasi trent’anni. Il suo grande cruccio fu quello di non aver avuto figli: riuscì almeno in parte a riempire questo vuoto dedicandosi alla costruzione della Chiesa dedicata all’Inviolata, a Riva del Garda, prima assieme al marito e poi da sola. In quella chiesa è ritratta in una tela di Teofilo Polacco, con cui fu legata da stima e affetto (forse non solo platonico). Renzo Francescotti, il secondo dei relatori, ha condotto la sua conversazione analizzando vari generi letterari (il saggio storico, il romanzo storico, la biografia, la biografia romanzata), inserendo in quest’ultimo genere il libro della Gretter Adamoli, indicando come modello le biografie di Maria Bellonci, quasi tutte dedicate alla storia dei Gonzaga. Ha concluso riconoscendo la misura e il fascino che appartengono a questo libro, scritto prima da una poetessa che da una narratrice. Hanno scandito l’applaudita serata le letture di Chiara Turrini del Gruppo “Neruda”, interpretate con grande professionalità.

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Sara fruner sbanca Il Poetry slam Con “promoevent” per vincere in passerella Intervista a martina grassi, “Ragazza Spettacolo Italia 2011”

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rande successo, sabato 17 settembre, per le bellezze del Trentino alla Finale Nazionale della Bella d’Italia che si è svolta a Scalea in Calabria. Agguerrita la concorrenza, oltre 100 ragazze presenti alla finale, provenienti da tutte le regioni di Italia. Nello splendido scenario dell’hotel Santa Caterina di Scalea Martina Grassi ha vinto il titolo di Ragazza Spettacolo Italia 2011. Martina è nata a Trento il 7 luglio del 1994 e frequenta il 4° anno dell’IPC Battisti di Trento. Ha vinto il titolo alla finale del LA BELLA D’ITALIA, quali sono state le prime sensazioni? Inaspettato, anche se ci speravo in cuor mio, una grande soddisfazione essere l’unica ragazza del Trentino che ha vinto un titolo nazionale nei Concorsi di Bellezza Impressioni sulla sua esperienza vissuta? È iniziato tutto per gioco, poi si è rilevato divertente, perché è una cosa che mi è sempre piaciuta fare. Ho conosciuto un mio limite: l’ansia da prestazione, che per fortuna con il passare delle selezioni sono riuscita a controllare. Chi l’ha seguita in questa esperienza? Sono stata seguita ed assistita da Massimo D’Achille dell’agenzia PROMOEVENT SERVICE di Trento, responsabile di zona del Concorso, che con la sua umanità e sensibilità mi ha sempre incoraggiato e sostenuto Cosa si aspetta ora? Mantenendo sempre i piedi per terra, spero di riuscire ad entrare, in punta di piedi, nel mondo dello spettacolo e della moda Si sente di proporre questa esperienza a ragazze sue coetanee? Assolutamente sì, perché si fa una nuova esperienza di vita e si riesce a capire veramente se questo mondo piace o non piace Cosa devono fare allora le ragazze? Devono semplicemente presentarsi all’agenzia Promoevent di Trento: l’iscrizione è gratuita e non vi è nessuna tassa da pagare e… in bocca al lupo a tutte! 122

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alla Bookique di trento, un’originale sfida poetica

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Sara Fruner (nella foto) la poetessa trentina del mese, che si è aggiudicata il simpatico titolo di “De poet of de mont” nella Poetry Slam svoltasi sabato 22 ottobre presso la Bookique, il Caffé Letterario del Parco della Predara a Trento. Nella finalissima, Sara ha superato il veneziano Alessandro Burbank con la poesia “Cosa vuoi?”, conquistando il favore unanime della giuria popolare scelta tra il curioso pubblico presente. Sara Fruner, arcense di origine ma trentina di adozione, ricercatrice e traduttrice, nei suoi versi utilizza un linguaggio in grado di mescolare sonorità eleganti con termini molto diretti ed immediati. Le sue poesie scavano la superficie delle cose per scoprire e raccontare una realtà sotterranea fatta di piccole illuminazioni quotidiane. La Poetry Slam è una sfida tra poeti all’ultima goccia di inchiostro, uno spettacolare confronto letterario che si svolge in tre manches, due eliminatorie e una finale, dove i partecipanti si sfidano l’un l’altro sotto il “severo” occhio di una giuria popolare, scelta tra il pubblico presente, che giudica e sceglie le poesie migliori proposte durante la serata. Non è tanto importante la competizione, bensì l’opportunità di poter dedicare spazio, ascolto ed espressione alla poesia, in un periodo storico in cui la materialità delle cose risulta predominante e manca il tempo per creare e ricevere visioni e suggestioni diverse dell’esistente. Se in passato si sosteneva come la poesia potesse salvare il mondo, oggi tocca invece al mondo salvare la poesia: la Poetry Slam, nella sua ironia, ci dice che l’energia poetica è ancora possibile, un piccolo ma importante passo per far sì che si sprigioni sempre di più nelle cose e nelle azioni quotidiane di ciascuno. La prossima Poetry Slam che si terrà alla Bookique è prevista per Sabato 19 novembre alle 21.


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“L’uomo, il campione, il viticoltore”: Moser I centonovanta anni del gruppo itas

il popolare checco protagonista al “Grappolo d’Oro”

Più di settecento persone alla grande festa delle “gallerie”

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l giorno fatidico è stato il 7 ottobre scorso. Oltre settecento persone si sono date appuntamento alle Gallerie di Piedicastello per fare gli auguri, in grande stile, al Gruppo Itas. Un compleanno mica da poco, dato che gli anni festeggiati erano 190 e per l’occasione è stata allestita una meravigliosa scenografia: suoni e immagini che aiutavano i presenti a ripercorrere il cammino fatto dalla compagnia assicuratrice trentina in questi quasi due secoli. A moderare gli interventi uno dei decani del giornalismo trentino, Franco De Battaglia, che ha lasciato la parola al vice presidente delegato Giovanni Di Benedetto, il quale, tra le altre cose, ha detto: “La storia – lo sappiamo tutti – è maestra di vita: e ciò in tutti i suoi articolati e concatenati segmenti ed alterne vicende nel corso dei tempi. Leggere oggi insieme il libro di quasi due secoli della storia dell’ITAS rappresenta per tutti noi uno spaccato significativo e ricco di valori umani, sociali, civili ed economici, innescati nella solidarietà e mutualità assicurativa, che da sempre caratterizzano e vieppiù caratterizzeranno, in una crescente continuità storica, il nostro distintivo e la nostra bandiera”.

l campione trentino è stato protagonista di una serata, molto partecipata dal pubblico di suiveur, nell’ambito de “Il Grappolo d’Oro”, evento vitienologico ospitato a Chiuro in Valtellina. Intervistato dai giornalisti Diego Nart e Paolo Valenti, il fuoriclasse trentino ha parlato della sua storia sportiva: dal 1973, stagione del debutto tra i professionisti del pedale, al settembre del 1988 quando ha appeso la bici al chiodo con oltre 260 successi. Record ancora oggi ineguagliato. L’occasione è servita anche per ripercorrere la sua “vita tra le viti”. La storia dei Moser, infatti, nasce in campagna, in valle di Cembra, terra caratterizzata da una “viticoltura eroica”. Oggi come ieri. “Fatica e sudore sono compagni inseparabili sia in campagna ma anche in sella a una bici – è stato osservato – per quanto l’evoluzione tecnologica abbia contribuito ad alleviare molto il lavoro di chi coltiva la vite”.

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Massimo Dorigoni premiato a Bardolino ARCHIMEDE! IL FUTURO È MOBILE sull’a22

Il poeta, autore de “la TrInità trentina”, ABITA A ischia di PERGINE

Per il secondo anno consecutivo Archimede vince all’Interactive Key Award con un progetto sviluppato per l’Autobrennero

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a società trentina Archimede, già nel 2010 aveva vinto il premio per il miglior sito web 2010 nella categoria Trasporto ed Energia, con www. autobrennero.it. Quest’anno si è candidata ed ha ottenuto il riconoscimento più importante, sempre grazie allo stesso illuminato committente, con l’applicazione Apple iPhone di A22 nonostante in lizza ci fossero importanti agenzie italiane quali DNSEE/ Interactive Thinking per ENI e Fullsix per Vodafone Italia. Il progetto è stato apprezzato dagli oltre cento esperti della giuria milanese, così come sembra essere particolarmente apprezzato anche dalle centinaia di utenti che stanno scaricando l’applicazione disponibile sull’App Store fin da ferragosto. Le release delle versioni successive hanno provveduto a migliorare i bug iniziali e a mettere in atto miglioramenti suggeriti dagli stessi utenti che recensiscono l’applicazione

sull’App Store di Apple. Il progetto è stato sviluppato da Archimede durante i primi sei mesi dell’anno 2011 grazie alla collaborazione dei vari reparti interni e alle preziose indicazioni dei responsabili della viabilità di Autostrada del Brennero. Utilizzando l’applicazione, l’utente iPhone potrà tenersi sempre aggiornato sulla viabilità lungo tutto il tratto autostradale che va dal Brennero fino a Modena. Potrà controllare il traffico direttamente dalle web cam, impostare le coordinate del suo viaggio ed essere avvisato ogni qualvolta si avvicinerà all’uscita preselezionata, in caso di problemi di traffico o di incidenti sulla carreggiata. Avrà anche la possibilità di segnalare eventuali situazioni di particolare disagio inviando una foto direttamente dall’applicazione. http://blogfolio.archimede.nu 124

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uattro trentini classificati, dei quali due sul podio, al XVIII Concorso nazionale di poesia “Grappolo d’Oro” svoltosi a Bardolino sul lago di Garda e promosso dal Comune nell’ambito dell’annuale festa dell’uva e del vino, al quale hanno preso parte centinaia di concorrenti da quasi tutte le regioni italiane. Massimo Dorigoni, di Ischia di Pergine, con la lirica “Slinze de fogolar”, ha vinto il primo premio assoluto e medaglia d’oro nella sezione dialetto del Triveneto assegnato dalla commissione giudicatrice presieduta dal prof. Arnaldo Soldani, cattedratico nella facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Verona. Dorigoni è autore del volume “La Trinità trentina” (Curcu & Genovese, 2010). Questa la motivazione scritta dal prof. Lorenzo Carpanè “Ritmo, sonorità, onomatopeiche, colore e calore contraddistinguono questa poesia che sa dare il sapore autentico della vita domestica”. Loredana Cont di Rovereto con “Notte a Bardolino” si è invece aggiudicata il secondo premio (non assegnato il primo) nella sezione a tema Baldo-Garda: ricchezza della sua terra. Questa la motivazione scritta dal prof. Ilvano Caliaro “Il silenzio della notte dà finalmente voce ai sentimenti e alle emozioni: e la brezza e le onde del lago ne sono il contrappunto”. A Sergio Balestra di Sant’Orsola e a Guido Leonelli di Calceranica è stata assegnata la segnalazione con premio del Comune, rispettivamente per la sezione lingua italiana e dialetto del Triveneto. I quattro poeti – non nuovi a riconoscimenti in provincia di Verona – hanno ricevuto gli ambìti premi nel corso della cerimonia conclusiva alla presenza del Procuratore della Repubblica e delle autorità provinciali di Verona.


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È tutto trentino il miglior pane italiano Cristina Klaser e Gianluca Bronzetti selezionati in un concorso europeo

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trentino il team che realizza il miglior pane italiano. Averne ragazzi così! Come i giovani trentini Cristina Klaser e Gianluca Bronzetti, rispettivamente 18 e 19 anni, selezionati dalla Richemont Club Italia nelle scuole di arte bianca e pasticceria in ambito nazionale ed hanno rappresentato l’Italia al 41° Concorso Europeo per giovani pasticceri-panettieri che si è tenuto a Wienheim in Germania dal 19 al 22 settembre. Tanti allenamenti, con sacrificio ed impegno, a dimostrazione che ci sono ancora giovani alla ricerca di emozioni, a smentire le più recenti denunce che descrivono giovani spinti sempre più all’arrivo immediato, al tutto facile, capricciosi “ bamboccioni”, dominati da desideri malsani come alcool e droga. Cristina e Gianluca hanno frequentato il quarto anno dell’Istituto di Formazione Professionale Alberghiero di Arte Bianca di Rovereto dove si insegna che l’artigianalità ha una sua dignità e che il loro lavoro di panettiere è uno dei più affascinanti al mondo. Oggi i ragazzi fanno parte dell’Associazione Dolce Arte Bianca Trentina. Tanta la

riconoscenza nei confronti degli allenatori Eliseo Bertini, Valentino Baldo e Valentino Zanoner che hanno dedicato molte giornate intense per preparare i giovani ad affrontare questa durissima sfida. Partecipare ad un Concorso Europeo significa acquisire professionalità, attenzione per la qualità, valorizzare il gusto dei sapori del Made in Italy, sperimentare nuove tecnologie, mettere in pratica nuove competenze organizzative. Al concorso erano presenti 12 squadre rappresentative dei diversi Paesi europei, ognuna formata da due partecipanti. In sole cinque ore i ragazzi hanno realizzato: per la panificazione 6 tipologie di pane con 12 kg. di impasto, per la ristorazione 8 tipologie di pane con 3 kg. di impasto; per la pasticceria 120 differenti forme di prodotti per la prima colazione, utilizzando sia l’impasto lievitato dolce, sia l’impasto sfogliato. Il pezzo forte è stata la realizzazione artistica con pasta pane sul mondo del circo, tema del concorso scelto dal Presidente di Giuria dell’organizzazione dell’evento. Un sentito ringraziamento è stato inviato a tutti coloro che hanno creduto nell'evento e hanno messo a disposizione sponsor e supporti di vario genere. Per chi volesse vedere i filmati e altre foto: www.assocuochitrentini.it

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un Premio alla Fondazione Mach Omagio a enzo biagi, quattro anni dopo...

PREMIO “BAGNARESI” PER LA RICERCA SULL’OZONO IN TRENTINO

e nel palinsesto rai regione torna il trio morandini, Ghedina e Zorzi

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quatto anni esatti dalla sua scomparsa, abbiamo voluto rendere omaggio ad uno dei più grandi giornalisti contemporanei: Enzo Biagi. Abbiamo voluto farlo dal Mart, luogo di cultura per eccellenza, in una serata a lui dedicata, in cui Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, , incontra e intervista Loris Mazzetti, autore e regista di Enzo Biagi e insieme ne rievocano la figura ( “TERRA DI MONTAGNA” in onda domenica 6 novembre alle 09.45 circa su RAI3). Ritorna, domenica 27 novembre, Bianco & Nero con i suoi tre protagonisti: Claudia Morandini, Cristian Zorzi e Kristian Ghedina. La stagione del programma ”contenitore” della Rai di Trento, si apre con un viaggio in treno da Trento ad Innsbruck andata e ritorno, viaggio che suggella il fresco accordo preso tra le Aziende per il Turismo delle due città, creando sinergie tra le due destinazioni. Bianco & Nero accorcia quindi le distanze tra Trento e Innsbruck in occasione dell’apertura dei mercatini di Natale. Un viaggio on the road , o meglio on the train , con l’intento di promuovere oltre alle iniziative comuni, anche l’utilizzo del treno come mezzo di collegamento tra le due città. Un viaggio a tratti surreale, ricco di sorprese ma anche di conferme, alla scoperta del fascino natalizio delle due città. La sesta puntata del programma “Eco-logica”, incentrato sui temi ambientali, è dedicata alla mobilità. Montagne, passi, valli strette… Il Trentino è per sua natura un territorio che rende difficili gli spostamenti, è anche per questo che finora ci siamo affidati soprattutto al trasporto privato su

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ell’ambito dell’ottavo congresso nazionale della Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale, tenutosi recentemente a Rende (Cosenza), è stato assegnato al Centro ricerca e innovazione della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige il premio “Umberto Bagnaresi” per la ricerca sull’ozono e gli effetti sulla vegetazione in Trentino. Il lavoro è stato presentato da Elena Gottardini, Fabiana Cristofolini e Antonella Cristofori della Piattaforma di biotecnologie ambientali FEM, Mauro Confalonieri del Servizio foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento che ha supportato il progetto e Marco Ferretti di TerraData environmetrics, spin-off dell’Università di Siena che ha collaborato alla ricerca. Il lavoro, presentato come poster al congresso di Cosenza, è stato uno dei cinque selezionati per l’assegnazione del premio. gomma. In futuro molto potrebbe però cambiare. Le tecniche del cinema per avvicinare i ragazzi all’ambiente e alla cultura locali: è questo in sintesi il senso del progetto – curato da UISP del Trentino e dal Liceo Tecnologico di Trento - che ha visto gli studenti protagonisti e registi di questo documento sui muretti a secco, straordinaria testimonianza di storia e cultura contadina.


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I balletti russi invadono trento Le bocce per l’unicef

il 16 novembre la Haydn a Trento con una “boutique” magica

La maratona bocciofila di amblar

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uovo record per una manifestazione sportiva che è oramai arrivata alla sua 31esima edizione, superando la cifra di 700 presenza. Unire lo sport alla solidarietà concreta: questo lo scopo della maratona bocciofila che si è svolta sulle corsie del bocciodromo “Conca Verde” di Amblar. Un evento unico nel suo genere in regione. L’intenso programma comprendeva trasferte sui campi di Bolzano, Caldaro, Laives e Sinigo, le cui rispettive società hanno risposto con entusiasmo all’appello della società nonesa. Lo scorso anno, la maratona ha consentito la realizzazione in Sudafrica di un campo sportivo polivalente, mentre per il 2011 il ricavato andrà ad un importante progetto Unicef: la lotta contro la mortalità e la malnutrizione dei bambini.

bosco, vita e incanto di ada garrone una Bella retrospettiva dell’artista bergamasca

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agli anni Ottanta ad oggi: una retrospettiva colma di emozioni e carica di ricordi e significati per la pittrice bergamasca Ada Garrone che ha presentato le opere di ieri e di oggi nella sala mostre della Cassa Rurale Novella e Alta Anaunia di Cavareno. Un successo personale, un ulteriore successo dopo premi e segnalazioni ottenute ovunque. Nei paesaggi – con in primo piano la Valle di Non, ove ama trascorrere le vacanze estive e invernali (nella foto uno scorcio di Malosco) – Ada Garrone si rivela artista dotata di sicurezza di espressione figurativa e i suoi colori, dai gustosi effetti, mettono in evidenza soprattutto il paesaggio liricamente interpretato. E c’è impegno anche nelle opere più recenti, con le quali si apre ad un discorso moderno nella scelta di una realtà colta nelle sue sfumature più fantasiose che esaltano la natura, il bosco, il canyon, il viale alberato d’autunno, esaltato da mille colori. Una retrospettiva con la quale l’artista ha omaggiato i suoi cambiamenti, riuscendo in pieno a darci l’immagine dell’arte che conta. (c.r.)

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avvento dei Ballets Russes di Sergej Diaghilev, esibitisi in Occidente (e in particolare a Parigi) a partire dal 1909, ha portato una ventata di novità nel mondo della danza. Tra i compositori ingaggiati a comporre musiche nuove e stimolanti per Vaclav Nijinskij e gli altri spettacolari ballerini russi, protagonisti delle fantasmagoriche messe in scene curate da Pablo Picasso, Léon Bakst e altri grandi artisti d’avanguardia, si contano in primis Igor Stravinskij (con L’uccello di fuoco e Pétrouchka) e Maurice Ravel, ma anche Richard Strauss e Ottorino Respighi. Questi si divertì a riutilizzare diverse musiche vocali e pianistiche di Gioachino Rossini, a suo tempo pubblicate come Soirées musicales e Péchés de vieillesse (Peccati di vecchiaia), che sotto le mani del grande orchestratore bolognese, già allievo di Nikolaj Rimskij-Korsakov, divennero piccoli gioielli, brillanti esempi di acume musicale al servizio della danza. Il balletto di Respighi su musiche rossiniane venne presentato col nome La boutique fantasque (La bottega fantastica) per la prima volta il 5 giugno 1919, all’Alhambra Theatre di Londra, con la coreografia di Léonide Massine e la Compagnia dei Balletti Russi; la suite ricavata da Respighi dal balletto assembla i numeri migliori, in una divertente sequenza di ballabili italiani (Tarantella) e non (Mazurka, Danza cosacca, Can can). “La boutique fantasque” sarà proposta dall’Orchestra Haydn mercoledì 16 novembre all’Auditorium di Trento (ore 20.30) sotto la direzione di Yves Abes. In programma figura anche “Summernight on the river” di F. Delius oltre alla Ballata per pianoforte e orchestra op. 19 di G. Fauré e alla “Burlesque” di R. Strauss, che vedranno protagonista un solista d’eccezione, il pianista Alexander Lonquich.

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Il libro del mese

racconti dal trentino ...a civezzano nuova presentazione per L’ultima fatica di francescotti

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opo essere stati presentati a Trento, Caldonazzo e Levico Terme i “Racconti dal Trentino” di Renzo Francescotti (Curcu & Genovese) sono approdati alla Biblioteca di Civezzano. Introdotta dal bibliotecario Alessandro Fontanari, la serata è iniziata con la lettura di alcuni brani tratti dai racconti. È poi seguito l’intervento di Giuseppe Colangelo, critico letterario, che ha esordito dicendo come il genere dei racconti sia poco frequentato dagli attuali scrittori, così come poco sostenuto dagli editori. Molti critici ritengono che proprio nel genere del racconti si possano esprimere le doti migliori del narratore, costretto a dare il meglio in poche pagine. Così Renzo Francescotti con quest’opera ci ha regalato uno dei suoi libri più belli, con racconti lucidi, coraggiosi, ispirati, che ci rivelano un Trentino inedito, tutto da scoprire, in continui mutamenti di registri stilistici (dal realistico al surreale, al lirico, all’ironico) sorprendenti, a tenere sempre teso l’interesse dal lettore. Dal canto suo Francescotti ha spiegato come dopo oltre cinquanta suoi libri questo sia il suo primo di racconti, anche se ha scritto racconti da quando aveva vent’anni, pubblicati su quotidiani, riviste, vincitori di premi nazionali, inclusi in antologie. Ha chiuso l’intensa serata la lettura di alcuni brani letti da Arrigo Dalfovo e Chiara Turrini del Gruppo “Neruda”, che hanno confermato la loro collaudata e professionale bravura. 128

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Un’antologia di Spoon river ambientata in trentino. “La morte ci colse vivi” ha portato antonella bragagna ad un vero e proprio viaggio nel tempo, nel trentino che fu, alla ricerca di storie perdute

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ntonella Bragagna si esprime abitualmente con le forme della poesia lineare, nella quale ha ormai trovato, da Io sto con Agar del 2006, una sua sicura maturità. È insomma abituata a condurre, tramite la pagina scritta, un dialogo intimo con i suoi lettori, un dialogo a due, stretto, ravvicinato: dall’autore al lettore, direttamente. Un dialogo che ha di solito, per lei, un registro classicamente lirico, giocato su analogie e immagini connotate. Con questo testo ci troviamo, invece, su un altro piano, che potremmo definire di teatro poetico. Questo è un testo che le è stato commissionato – da un’idea di Leonardo Franchini (direttore artistico di La compagnia dell’attimo) – per una occasione teatrale. E quindi non ha più nulla del dialogo intimo con il lettore. Questi suoi 50 ritratti, ispirati a duecento anni (da metà XVII a metà XIX sec.) del Libro dei Morti della Chiesa Arcipretale di S.Marco di Rovereto (Tn), sono nati per una recitazione pubblica, basata sul rapporto: attore/collettivo degli ascoltatori. E quindi si muovono in una modalità comunicativa molto diversa, che deve essere più immediatamente efficace, percepibile “al volo” nel corso della performance, deve lasciare una traccia nella memoria con dei contorni netti, potentemente evocativi e narrativi. Il riferimento al Libro dei Morti offre indubbie suggestioni, che però non è così facile cogliere, per trasportarle in un testo comunque pur sempre poetico. I libri dei morti sono uno strumento anagrafico introdotto nella pratica ecclesiastica dalla controriforma: lasciano al clero locale il compito di registrare giorno per giorno la sequenza dei decessi riguardanti gli abitanti della circoscrizione parrocchiale (nel nostro caso della Arcipretale). Ma le annotazioni sono essenziali, quelle del Libro dell’Arcipretale di S. Marco non vanno in genere oltre nome e cognome del defunto, nome del coniuge nel caso di donne maritate (o del padre nel caso di nubili), data della morte, luogo della morte (di solito), cause del decesso (di solito),


trentinolibreria Maria Pia Veladiano La vita accanto Einaudi

Susanne Scholl Russia senz'anima? Zandonai

Varujan Vosganian Il libro dei sussurri Keller

Rebecca è nata irreparabilmente brutta. Sua madre dopo il parto non l'ha mai presa in braccio e si è sigillata in se stessa. Suo padre ha lasciato che accadesse. A prendersi cura di lei, la bella e impetuosa zia Erminia, il cui affetto nasconde però qualcosa di tremendo. E la tata Maddalena, saggia e piangente, che la ama con la forza di un bisogno. Ma Rebecca ha mani perfette e talento per il pianoforte. L'incontro con la «vecchia signora» De Lellis, celebre musicista da anni isolata in casa, offre a Rebecca uno sguardo nuovo sulla storia di dolore che segna la sua famiglia, ma anche la grazia di una vita possibile. La vita accanto racconta la nostra inettitudine alla vita, da cui solo le passioni possono riscattarci. Con una scrittura limpida e colta. Con personaggi buffi e veri, memorabili. Con la sapiente levità di una favola.

Mosca, centro nevralgico di un Paese immenso e contraddittorio, perennemente in bilico tra Europa e Oriente. È qui che l’autrice colleziona i tasselli di questo intenso reportage, un’indagine sulla storia più recente di una nazione in crisi d’identità, affidata alle testimonianze dirette dei suoi abitanti. La narrazione entra nella vita quotidiana di personaggi celebri e gente comune, nelle case e nei luoghi di lavoro, attraverso interviste – cercate, inseguite, rubate – che spesso si trasformano in vere e proprie confessioni, tra un ingombrante passato e l’incalzare drammatico dell’attualità. Ad accomunare la maggior parte di queste storie è l’esperienza sovietica, fatalmente impressa nella memoria collettiva: non a caso alcuni la considerano una ferita ancora aperta, mentre altri la rievocano con nostalgia.

Tutto ha inizio nella piccola città di Focsani, in una strada armena, tra i vapori del caffè, gli aromi della cantina di nonna Arshaluys, i libri antichi e le fotografie appartenute a nonno Garabet. Il piccolo Varujan guarda un mondo colorato dallo sguardo dell'infanzia e ascolta le conversazioni e le storie favolose di alcuni vecchi armeni che, per parlare liberamente, si nascondono in una cripta. Prende vita così, in un'atmosfera già densa di presagi, uno straordinario romanzo, una vera e propria epopea nella quale partecipando ai destini dei personaggi, alle guerre, ai viaggi, alle fughe, alle avventure, agli amori, alle vite che si compiono nella fine, si segue passo dopo passo, con continui salti di tempo e di spazio, l'intera storia del Novecento, il destino umano e in particolare quello del popolo armeno, del suo genocidio e della sua diaspora.

e professione in vita. E questo a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, essendo precedentemente queste annotazioni anche meno specifiche. Su questi elementi ha lavorato Antonella Bragagna, integrando il mero dato anagrafico con una sua “interpretazione esistenziale”, in grado di dar corpo a personaggi lasciati intuire molto sommariamente dal documento di partenza. Operazione basata sullo strumento di una fantasia comunque sempre rapportata al contesto storico, ed intrecciata dunque ad uno studio minuto sulle condizioni di vita della Rovereto del tempo. Il riferimento letterario va ovviamente ad uno dei testi più fortunati della tradizione poetica novecentesca, quella Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, ispirata alle lapidi di un cimitero dell’America profonda a cavallo fra XIX e XX secolo. Questo lavoro poetico su documenti “finali” di vite comuni (anche se alcune note alla storiografia) produce testi dalla forte valenza esistenziale, caratterizzati da punti di vista rovesciati rispetto al punto di vista abituale “proiettato sul futuro” delle nostre vite. Il punto di vista di questi personaggi è invece rivolto al passato, ad un passato ormai immodificabilmente concluso, e conduce quindi a struggenti bilanci. Bilanci di tutti i tipi: intimi-affettivi, ma anche storici e molto “sociali” in questi testi della Bragagna. La reinvenzione poetica di queste vite ha una costante nella ricerca del “senso” dell’esistenza, ma mantiene un rapporto fecondo e tutto sommato – nonostante il contesto teatrale e

poetico – anche documentario con i personaggi che sfilano come in una processione nelle pagine del Libro dei Morti della Chiesa Arcipretale di S. Marco. In un tendenziale rispetto creativo delle specificità storico-sociali originarie, organiche alla realtà della Rovereto del tempo, città fiorente di attività manifatturiere paleoindustriali, di traffici internazionali, e di conseguente “libera” circolazione anche delle idee. Ne esce, alla fine, ritratto dopo ritratto – dall’artigiano alla contessa, dall’imprenditore arricchito e nobilitato alla pazza, dall’intellettuale alla monaca di clausura (con una gran presenza di figure femminili) – una mappa poetica, ma non priva di addentellati storici nel panorama sociale e nella cura dei particolari, dall’Autrice puntigliosamente verificati sulla bibliografia di riferimento. Roberto Antolini

Antonella Bragagna

La morte ci colse vivi - Antologia del Leno Ritratti ispirati al Libro dei Morti della Chiesa Arcipretale di San Marco in Rovereto - secoli XVII - XVIII - XIX

Curcu & Genovese (Euro 12, pagine 112)

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trentinoscoop&news

NASCE IL SUPER SECCO PER VERI INTEDITORI “POMARIA 2011” batte OGNI RECORD Con raspelli e sua maestà, la mela

1907 EXTRA BRUT è LA NUOVA ETICHETTA DELLA CANTINA D’ISERA, PRODOTTA IN 5MILA PEZZI. UN PRIVILEGIO PER POCHI, DA AFFRETTARSI AD ACQUISTARE

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i è conclusa con un successo inatteso la 7° edizione di “Pomaria” la festa della mela della Val di Non svoltasi sabato 8 e domenica 9 ottobre come consuetudine nel piccolo borgo di Casez, proprio nel cuore della zona frutticola anaune. Quest’anno il numero dei visitatori ha battuto ogni record: ben 18.000 persone tra le quali moltissimi turisti provenienti da fuori regione che hanno colto l’occasione del bell’autunno 2011 per godersi un ultimo week-end di vacanza. Molti anche i valligiani accorsi alla festa: complice l’anticipo della raccolta delle

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ccolo qui il terzo TrentoDoc della Cantina d’Isera, che va a cercare di sedurre il pubblico più esigente, che delle bollicine ama soprattutto la versione Pas Dosè ed Extra Brut. Ed è proprio un Extra Brut il nuovo nato in quel di Isera, avvolgente e intrigante 100% Chardonnay lasciato maturare 38 mesi sui lieviti. Dopo oltre quattro anni di affinamento il risultato è una bollicina finissima, dai profumi molto intensi e dal sapore nitido e pulito. Il 1907 Extra Brut, che sta per debuttare sul mercato con l’annata 2007, è prodotto in una quantità di 5mila bottiglie. Affrettatevi a prenotare le vostre: il rischio, altrimenti, è quello di restare a bocca asciutta.

mele, infatti, anche loro quest’anno hanno potuto celebrare a dovere la festa del raccolto della Val di Non. Un’edizione ricca di novità dove protagonista è stata come sempre la mela nelle sue mille sfaccettature. Anteprima d’eccezione della festa è stato il Gran Galà di Beneficienza di Pomaria che quest’anno si è svolto il venerdì sera presso la bellissima cornice della da poco restaurata Casa de Gentili di Sanzeno. Gli incassi del Gran Galà di Pomaria 2011 saranno come sempre devoluti in beneficienza. Quest’anno “Pomaria” ha scelto di sostenere il finanziamento di una borsa di studio per la ricerca sul “Progetto scompensi cardiaci” promosso dall’Ospedale Valli del Noce di Cles in collaborazione con il Consorzio Melinda. Il progetto mira alla realizzazione di una rete di rilevazione del segnale biologico elettrocardiografico in tutti gli ambulatori e nei reparti dell’Ospedale di Cles, nelle RSA e nei poliambulatori di tutta la valle in modo da permettere ai pazienti di rimanere il più vicino possibile al loro domicilio durante le cure necessarie per gli affetti da scompensi cardiaci. Mai come quest’anno la Val di Non ha dimostrato tanta attenzione alla solidarietà: i 160 posti a sedere disponibili sono infatti andati velocemente esauriti e i commensali presenti al Galà hanno potuto trascorrere qualche ora in compagnia degli ottimi piatti preparati dal Centro Professionale Alberghiero di Ossana in collaborazione con gli chef dell’associazione “Strada della Mela e dei Sapori delle Valli di Non e Sole”.


trentinoenogastronomia

ristoranti

in ogni numero trentinomese vi propone due ristoranti provati per voi I ristoranti presentati in questa rubrica sono una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: redazione@trentinomese.it

zen

Alle Ginestre

ZEN: IL POSTO GIUSTO PER UN SUSHI GOURMET Per gli amanti del sushi e della cucina giapponese in Trentino da qualche settimana c’è un indirizzo nuovo che già ha tutte le carte in regola per diventare il punto di riferimento per gli appassionati dell’intera regione. Si chiama Zen e si trova nascosto in fondo a una rampa di scalini in via Malaga a Trento, in pieno centro storico. Ad accogliervi troverete un ambiente di design davvero metropolitano, sicuramente inusuale per il Trentino, dove avrete l’imbarazzo della scelta di un menu davvero esteso. Dopo grande indecisione, ho pensato di optare per un ottimo Tendon, riso bianco con tempura di verdura, seguito da un Hotegai, ovvero capesante alla piastra con sakè (piatto curioso e dal buon sapore). Ad accompagnare la mia cena una bottiglia di Cesarini Sforza, scelto nella breve lista di vini a disposizione, che ben si è sposata anche con il piatto di sushi misti, davvero ben fatti, che hanno rappresentato il terzo piatto assaggiato: sette pezzi di Nagiri, quattro pezzi di Maki per 12 euro di sana bontà, ovviamente accompagnata da salsa di soia, piccantissimo wasabi e zenzero. Davvero interessanti anche i Temasi, coni ripieni di riso, verdure e pesce (dall’anguilla al tonno), ma il piatto davvero più sorprendente è stato il Maki arcobaleno, confezionato in maniera differente rispetto a come si trova proposto solitamente nei locali di suhsi, ovvero con il ripieno dei rotoli di riso invece che cotto, fritto. Nel menu potrete trovare anche una lunga lista di carpacci di pesce e crostacei crudi, quattro proposte di piatti grigliati e una decina alla piastra, tutta una serie di golosissimi Uramaki Maki speciali (dal tonno piccante con avocado alla tempura di granchio morbido), insalate miste di pesce, zuppe di ogni tipo e gli immancabili fritti. I prezzi sono un po’ più alti della media ma, vi assicuro, ben spesi. ZEN Via Malaga 12/a Trento Tel. 0461.262109 Sempre aperto a pranzo e a cena

cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥

CAMBIO DI GESTIONE (CON GIOVANI VELLEITà) ALLE GINESTRE DI FOLGARIA Cosa abbia spinto un giovane trentenne genovese - maitre per molti anni prima al due Stelle Michelin Trussardi alla Scala, poi da Gualtiero Marchesi a Milano e quindi a Parigi in una delle strutture di Alain Ducasse - a decidere di realizzare il suo sogno di cuoco proprio a Folgaria, resta per me ancora un mistero. Alessio Delfino cerca di spiegarmi: «La mia fidanzata e io siamo arrivati qui l’estate scorsa per aiutare un’amica per qualche settimana e in men che non si dica abbiamo trovato questo ristorante e l’abbiamo rilevato». Il ristorante – più pizzeria che ristorante, a dire il vero – era il Alle Ginestre, a cui i due giovani entusiasti non hanno cambiato molto i connotati, se non per quanto riguarda un po’ di tovagliato (ma restano gli sgredevoli tovaglioli di carta) e ovviamente il menu, con cui Alessio sogna di «diventare la seconda Stella del Trentino». L’augurio è quello di tagliare l’ambìto traguardo, con la consapevolezza, però, che prima di raggiungerlo la strada da fare sarà lunga e anche un po’ onerosa per una serie di motivi: sicuramente il locale per ambire ad entrare nell’empireo di quelli di alta cucina dovrà essere soggetto ad un restyling profondo, a partire dalla porta d’ingresso fino alle luci e ai quadri appesi (una signorina ritratta nuda dal suo lato B, coperto con un fogliettino ritagliato con la scritta “Censured” non è certo idoneo a un locale stellato); una revisione dell’immagine, a partire dal menu dove va posta anche grande attenzione all’ortografia; un costante esercizio dei piatti eseguiti, umiltà e tenacia. Il mio percorso culinario Alle Ginestre è stato affidato all’estro dello chef. Così, ho assaggiato una successione di piatti espressione – ha spiegato Delfino – del suo menu sull’innovazione: fritto alla genovese (molto buono), “Uovo assoluto” (capesante con tartufo, da rivedere assolutamente), coscette di rana in salsa guacamole (poco saporite), bocconcini di trota affumicata con carpione di cipollotto (discreti), riso all’oro come Marchesi creò (buono), anatra nantese con purè alla senape (discreta), cialda di formaggio con scaloppa di foie gras (buona), pluff ai frutti di bosco con liquirizia e frutta can dita (anche questo da rivedere assolutamente). In menu troverete anche lumache, ossobuco, brasato, trenette al pesto, risi e bisi o tagliatelle ai funghi. Chiedete allo chef, ex maitre, cosa ha in cantina: lì le sorprese sono davvero belle e lui è davvero bravo con gli abbinamenti. Per il menu innovativo si spendono 40 euro vini esclusi, mentre alla carta si va dai 6 ai 14 euro. Il locale è aperto da un mese, vedremo come si evolverà con l’andare del tempo. ALLE GINESTRE Via del Parco, 55 FOLGARIA Tel. 0464.722015

cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥

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trentinofotoromanzo di Carlo Martinelli

Il trentino di aldo moro

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a storia non si fa con i se e con i ma. Così impossibile – ed inutile esercitazione – dire oggi quale posto avrebbe occupato nella storia delle vicende politiche italiane Aldo Moro, se la sua esistenza non fosse diventata, quel 16 marzo 1978, un tutt’uno con la parabola terroristica delle Brigate rosse. In via Fani – e poi nel tragico, terribile epilogo di via Caetani – lo statista democristiano fu consegnato alla storia di questo lacerato Paese. Il delitto Moro. Capace di contenere – e relegare talvolta in secondo piano – le cento altre storie di quell’uomo politico che pure aveva già segnato le cronache politiche. Così anche per il legame, tutt’altro che secondario, che egli aveva stabilito con il Trentino. E che qui ricordiamo a partire da una fotografia restituita dalle cronache del lontano 1966. L’alluvione ha da poco devastato l’Italia e con essa, il Trentino. Allora presidente del consiglio, il pugliese Aldo Moro visita le zone più colpite. L’obiettivo del fotografo lo coglie tra giovani e anziani. Una immagine esemplare, che contiene anch’essa cento storie, a ben guardare. Il potere e la povera gente. La solidarietà e l’ufficialità. La speranza e il dolore. L’orgoglio e la riconoscenza. Moro conosceva bene il Trentino. E non solo perché patria del Grande Padre democristiano, Alcide Degasperi ma anche perché la val di Fiemme, Bellamonte in particolare, fu il suo buen retiro estivo, per anni. Là, tra i boschi della Magnifica Comunità, Aldo Moro veniva a ritemprarsi. Strana la vita. Beffardi i destini. Il giorno in cui l’Italia fu scossa – eravamo nel 1974, il 4 di agosto – dall’attentato

sul treno Italicus, successe l’imponderabile. «Mio padre doveva viaggiare sull’Italicus per raggiungere la famiglia in vacanza in Trentino, ma prima che il convoglio partisse fu fatto scendere per firmare delle carte importanti». Sono parole della figlia dello statista Dc rapito e assassinato dalle Brigate rosse. Sulla vettura numero 5 di quel treno, l’espresso Roma-Brennero, esplose una bomba che provocò 12 morti e una cinquantina di feriti. Maria Fida Moro ha affidato la sua rivelazione, anni fa, ad una emittente padovana. Maria Fido raccontò che suo padre aveva detto ai famigliari, che erano già partiti per le vacanze in Trentino, che li avrebbe raggiunti il giorno dopo in treno. Quel treno era l’Italicus. Moro, ha raccontato la figlia, salì in carrozza ma all’ultimo momento fu costretto a scendere per firmare importanti carte di stato. Un episodio di cui Moro volle far partecipi solo i familiari, senza rivelarlo a nessun altro. Storie, accadimenti. La foto qui racconta di Aldo Moro che porta ai trentini la solidarietà e la vicinanza del governo. E dire che in quel 4 novembre 1966, quando l’Arno a Firenze e l’Adige a Trento sembrarono incontenibili, il presidente del consiglio Aldo Moro rimase per ore ed ore all’oscuro di quel che accadeva. Quel 4 novembre 1966 alle 10, a Redipuglia, il presidente del consiglio Aldo Moro si accingeva a tributare il rituale omaggio al sacrario dove sono sepolte più di centomila salme di caduti della prima guerra mondiale; non sapeva. Ci vollero decine di telefonate trafelate – mica c’erano i cellulari, mica c’erano le news (le notizie, scusate) 24 ore su 24 – per delineare, anche presso i vertici dello Stato, i contorni della tragedia.

La memoria restituisce persone e cose che pensavamo dimenticate per sempre o delle quali neppure sospettavamo l’esistenza. Questo è FOTOromanzo. Una immagine che ritorna. Dentro la memoria delle storie.

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