Signs of the Times - #78

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#78 SIGNS OF THE TIMES Cover: Liu Bolin, a living, camouflaged sculpture.

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MANIFESTO The Moodboarders is a glance into the design world, capable of capturing, in all of its many facets, what is extraordinary in the everyday. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick up on budding trends, emerging talents, and overlooked aesthetics. It is an adventure towards discovering the most original creativity. It is a savoury mix of contemporary news acquired through persistent involvement in even in the farthest corners of the design world, as well as an occasional dive into fashion, seeing as the two go hand in hand.

The Moodboarders Magazine è un occhio spalancato sul mondo del progetto, in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. È un viaggio avventuroso alla scoperta delle creatività più originali. È una miscela sapida di notizie contemporanee, recuperate grazie alla frequentazione assidua del mondo del design, conosciuto nelle sue più segrete pieghe e, saltuariamente, in quello della moda, poiché le due discipline si tengono per mano.

www.themoodboarders.com

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#78 SIGNS OF THE TIMES

CONTRIBUTORS CRISTINA MOROZZI

DOMITILLA DARDI

MELODIE LEUNG

Journalist, critic and art-director on the border between art, fashion

As a historian and curator, I observe design by reading and visiting exhibitions.

Observing, wondering and creating in between of architecture, art and design.

Giornalista, critica e art director sul confine tra design, arte e moda.

Storica e curatrice, osservo e studio il design attraverso libri e mostre.

Tra architettura, arte e design: osservo, mi stupisco, creo.

FRANCESCA TAGLIABUE

LI JUN

Moving above the lines as much as needed, I would love to live in tree house designed by Mies van der Rohe

I’d be surrounded by the rich colors of this world, and continue to push the boundaries of design and art.

Sopra le righe quel poco che basta, vorrei abitare in una casa sull’albero progettata da Mies van der Rohe.

Vorrei essere circodata dal colore pieno di Memphis e continuare spingere i confini di arte e design.

GENNARO ESPOSITO It was 1991, and the only thing I knew for sure was that I would never do what other restaurants were doing. Era il 1991 e l’unica certezza che avevo era che non avrei fatto le stesse cose degli altri ristoranti.

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PETE BREWIS After over a decade of editing design magazines, I’ve taken to the road for a year, traversing the world in search of wonder Dopo un decennio trascorso scrivendo per riviste di design, mi sono messo in viaggio per un anno alla ricerca delle meraviglie del mondo.


EDITORIAL STAFF

CRISTINA MOROZZI Editor- in-Chief

MELISSA MARCHESE Translator

ERIKA MARTINO

LUCA MAZZA

ELENA BERTOLINI

MASSIMO LUTTAZI

Founder and Managing Editor

Editorial Staff

Founder and Art Director

Web Content Editor

NOEMI PATRIARCA Graphic Designer

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CONT ENTS SOMMARIO

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BALENCIAGA E LA PITTURA SPAGNOLA Madrid’s national Thyssen Bornemisza museum is hosting the “Balenciaga e la pittura spagnola” exhibit, curated by Eloy Martinez de la Pera, running from June... Il museo nazionale Thyssen Bornemisza di Madrid (24 giugno- 22 settembre 2019) presenta la mostra “Balenciaga e la pittura spagnola”, curata da Eloy Martinez...

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SUSTAINABLE THINKING Florence’s Museo Salvatore Ferragamo, as well as other prestigious locations, including the Museo del Novecento, are hosting the Sustainable Thinking exhibit curated by... La mostra in corso al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze e in altre prestigiose sedi, come il Museo del Novecento (19 aprile 2019-8 marzo 2020), curata da...

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VISIBLE INVISIBLE Milan’s Mudec hosted the “Visible Invisible” exhibition, dedicated to Chinese artist Liu Bolin, a living, camouflaged sculpture, photographed in a multitude of places... La mostra “ Visible Invisible”, dedicata dal Mudec di Milano (15 maggio-15 settembre 2019) a Liu Bolin, l’artista cinese che, mediante il travestimenti, si rappresenta...

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LOUBHUTAN EXPRESS During Paris Fashion Week, Christian Louboutin, beloved for his red bottom stilettos, presented his 2020 Spring/Summer collection within the Caserne... In occasione della settimana dell’alta moda francese Christian Louboutin, noto tra le fashion victims per i suoi stiletto dalla suola rossa, ha presentato a Parigi...

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OGNI COSA È ILLUMINATA Milan commemorated Nanda Vigo with the personal exhibition “Ogni Cosa è Illuminata”, that ran from July 23 to September 29, 2019 in the Palazzo Reale... Milano, finalmente, si è ricordata di Nanda Vigo e le ha dedicato una personale “Ogni cosa è illuminata” a Palazzo Reale dal 23 luglio al 29 di settembre 2019 e Marco Poma ...

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FUTURE FASHION New York’s Pierre Cardin, Future Fashion is the first retrospective in the state dedicated to the eponymous, legendary Italian designer and fashion designer... Pierre Cardin, Future Fashion è la prima retrospettiva a New York dedicata a quarant’anni di lavoro del leggendario stilista/ designer di origini italiana Pierre...

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TWENTYTHIRTYFIVE At the beginning of the summer, Swiss brand Vitra Campus’ Fire Station presented the “Twentythirtyfive” installation by 38 year old architect Virgil... All’inizio dell’estate all’interno della Fire Station, presso il proprio Campus, la nota azienda svizzera Vitra ha presentato l’installazione “Twentythirtyfive” del 38 enne...

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Art, design, and fashion, especially expertly curated exhibitions, are signs of the times. Art’s visionary attitude poses

essential questions about our society, shaping images that solicit reason and

emotion

Le mostre di arte, design e moda, soprattutto quelle in ambito museale, forniscono la temperatura epocale. L’arte nella sua attitudine visionaria, propone e evidenzia le questioni urgenti della nostra società, dando forma a immagini in grado di sollecitare la ragione e l’emotività.

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EDITORIAL by Cristina Morozzi

SIGNS OF THE TIMES Art, design, and fashion, especially expertly curated exhibitions displayed in museums, are signs of the times, metaphorically focusing on not only artistic themes, but ethical and social ones as well. With visionary attitude, art puts forth essential questions about our society, forming images that solicit reason and emotion. To attentively visit, or better, participate in, an exhibition with the open desire to be surprised isn’t only a visual pleasure contributing to our cultural consciousness. A visit is mental conditioning in which we discover the creators’ thoughts and sensitivities, as well as the visual ideas behind their creations, standing up for a larger political scheme.

Le mostre di arte, design e moda, soprattutto quelle in ambito museale, affidate a curatori d’esperienza, forniscono la temperatura epocale, focalizzando metaforicamente, temi, non solo artistici, ma anche etici e sociali. L’arte nella sua attitudine visionaria, propone e evidenzia le questioni urgenti della nostra società, dando forma a immagini in grado di sollecitare la ragione e l’emotività. Visitare una mostra con attenzione e partecipazione, disponibili a farsi sorprendere, non è solo un piacere visivo e un accrescimento del nostro patrimonio culturale, ma un allenamento mentale per scoprire il pensiero e la sensibilità degli autori e per comprenderne appieno il messaggio, che non è mai solo visivo ma, in senso più ampio, sempre “politico”.

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BALENCIAGA e la pittura spagnola

Madrid’s national Thyssen Bornemisza museum is hosting the “Balenciaga e la pittura spagnola” exhibit, curated by Eloy Martinez de la Pera, running from June 24 to September 22, 2019. The exhibition places a selection of the Basque atelier’s creations, ranging from January 21, 1895, to March 23, 1972, in contrast with Spanish paintings from the sixteenth to the twentieth centuries. The works are on loan from varying museums, including 13 from the Prado, and others from the Museo de Bellas Artes of Seville, Valencia, and Bilbao, dated from 1500s to the 2000s. The greats, including El Greco, Velasquez, Zurbaran, and Goya, pair up with the brand’s never-before-seen garments from Getaria’s Museoa Nacional and madrid’s Museo del Traje. Balenciaga found initial inspiration in Spanish painting, and the chronological narrative highlights how the designer integrated Spanish artistic tradition into his admirable garments, from full silhouettes with rouches, folds, plissé collars, and luxe embroidery taken straight from bullfighters’ boleros to royal clothing. This exhibition is just in time to remind us how fashion is fed by art, whether it be historical or contemporary.

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Il museo nazionale Thyssen Bornemisza di Madrid (24 giugno- 22 settembre 2019) presenta la mostra “Balenciaga e la pittura spagnola”, curata da Eloy Martinez de la Pera, che mette a confronto alcune creazioni di alta moda del sarto basco (21 gennaio 1895-23 marzo 1972) con opere della pittura spagnola del periodo compreso tra il XVI e il XX secolo, appartenenti a collezioni di vari musei, a partire dal Prado con 13 dipinti, per arrivare ai musei delle Belle arti di Siviglia, Valencia e Bilbao, datate fra il 500 e il 900. Assieme ai quadri dei grandi pittori spagnoli, come El Greco, Velasquez, Zurbaran, Goya … sono presenti alcuni capi di abbigliamento, mai precedentemente esposti al pubblico, provenienti dal Museo Nazionale di Getaria, città natale del sarto e dal Museo del costume di Madrid. Balenciaga trovò nella pittura spagnola una delle sue primarie fonti d’ispirazione. Il percorso cronologico della mostra evidenzia le assonanze con la tradizione artistica spagnola che Balenciaga seppe attualizzare nei suoi mirabili abiti, caratterizzati da una silhouette bombata arricchita da rouches, pieghe, colli plissettati e ricami preziosi, rubati alle giacche dei toreri e ai costumi d’epoca dei regnanti spagnoli. Questa mostra suntuosa conferma, in modo puntuale, come la moda si nutra costantemente d’arte, sia storica, sia contemporanea.


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ANTONIO MARÍA ESQUIVEL Y SUAREZ DE URBINA The Dancer Josefa Vargas, 1850 Oil on canvas. 91x72 cm Colección Dunques de Alba. Palacio de las Dueñaa, Sevilla

Cocktail dress, taffeta and embroidered cotton trim © Cristóbal Balenciaga Museoa, Getaria © Jon Cazenave

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Evening coat with ruffled collar, velvet and faille © Cristóbal Balenciaga Museoa, Getaria © Jon Cazenave

EL GRECO Portrait of a Gentleman Oil on canvas. 67x55 cm Museo nacional del Prado, Madrid © Archivio Fotografíco Museo Nacíonal del Prado

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BARTOLOMÉ GONZÁLES (Antonio Moro copy) Queen Anne of Austria, the fourth wife of Philip II. Oil on canvas. 105,5 x 87 cm Museo nacional del Prado, Madrid © Archivio Fotografíco Museo Nacíonal del Prado.

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The Balenciaga

e la pittura spagnola

exhibit places a selection of the Basque atelier’s creations in contrast with Spanish paintings from the sixteenth to the twentieth centuries

La mostra "Balenciaga e la pittura spagnola" mette a confronto alcune creazioni di alta moda del sarto basco con opere della pittura spagnola del periodo compreso tra il XVI e il XX secolo

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Evening jacket, silk velvet and passementerie and jet beads. Hamish Bowles Collection Š Jon Cazenave

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RAMÓN CASAS CARBÓ Julia, c. 1915 - Oil on canvas. 85 x 67 cm © Colección Carmen Thyssen-Bornemisza en prestamo gratuito al Museo Carmen Thyssen Málaga

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The chronological narrative highlights how the designer integrated

Spanish artistic tradition into his

admirable garments, just in time to remind us

how fashion is fed by art,

whether it be historical or contemporary

Il percorso cronologico della mostra evidenzia le assonanze con la tradizione artistica spagnola che Balenciaga seppe attualizzare nei suoi mirabili abiti confermando, in modo puntuale, come la moda si nutra costantemente d’arte, sia storica, sia contemporanea

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Francìsco de Goya, Cardinal Luis María de Borbón y Vallabriga. Oil on canvas, 214 x 136 cm. Museo nacional del Prado, Madrid © Archivio Fotografíco Museo Nacíonal del Prado. Dress and jacket: satin dress; satin jacket embroidered with metallic thread, sequins and ceramic beads. Museo del Traje, Madrid, Minísterio de Cultura y Depoerte. ©Jon Cazenave.

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Francìsco de Zumbarán,1935. Elisabeth of Portugal. Oil on canvas 184 x 96 cm. Museo nacional del Prado, Madrid © Archivio Fotografíco Museo Nacíonal del Prado. Dress and overskirt for evening: cotton tulle dress embroidered with metallic therad over rayon satin, silk taffeta overskirt. Museo del Traje, Madrid Ministerio de Cultura y Deporte © Jon Cazenave.

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On the left: The Annunciation, 1576. Oil on canvas 117 x 98 cm. Museo nacional thyssenBornemisza, Madrid. This page: Evening gown, silk organza, 1968. Coleccíon de Dominique Sìrop, Paris. © Jon Cazenave.

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SUSTAINABLE THINKING

Florence’s Museo Salvatore Ferragamo, as well as other prestigious locations, including the Museo del Novecento, are hosting the Sustainable Thinking exhibit, curated by Stefania Ricci and a team of specialists, scientists, scholars, art historians and fellow curators, all taking on the theme of sustainability. Starting with Salvatore’s own creations as testament to the various forms of ethical, sustainable aesthetics applied to materials, fabrics, and threads. Industrial, artisanal, and artistic creations from around the world are included. In his ”Il calzolaio dei sogni” autobiography (Sansoni, Firenze, 1971), Salvatore notes that beauty has no limits, just as the materials available to a shoe maker to decorate his styles: he’s used precious leathers from Germany, Great Britain, and America…rayon, silk, lace, embroidery, mirrors, and feathers…raffia, artificial silk, algae, and wool…nylon, that is stronger than wool despite its fragile appearance, and twine covered in transparent paper. The exhibition, divided into ten sections, two dedicated to Ferragamo and his chosen materials, has clothing, accessories, industrial, artisanal, and artistic objects by fashion designers, designers, and artists from around the world. All sustainable, manufactured with innovative natural and artificial materials specifically made for reuse, including Solvay’s biodegradable yarn, Pinatex’s “leather” made from pineapple leaves, WillowFlex, a bioplastic elastomer made from recycled waste, Orange Fiber derived from orange peels, and Newlife, a polymer obtained from plastic bottles. As Salvatore wrote, “Infinity is defined by the materials’ variety," making the fashion world ethical.

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La mostra in corso al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze e in altre prestigiose sedi, come il Museo del Novecento (19 aprile 2019-8 marzo 2020), curata da Stefania Ricci, affiancata da un comitato scientifico di specialisti, studiosi e storici dell’arte e vari curatori, affronta il tema della sostenibilità, partendo dalle creazioni di Salvatore per documentare le varie forme dell’estetica/etica sostenibile nell’ambito dei materiali, dei tessuti e dei filati, esponendo creazioni industriali, artigianali e artistiche di aree geografiche diverse. Nella sua autobiografia “Il calzolaio dei sogni” (Sansoni, Firenze, 1971) Salvatore scrive “Non vi è limite alla bellezza; così come è infinita la varietà dei materiali che un calzolaio può impiegare per decorare i suoi modelli…. Ho usato… pelli pregiate dalla Germania, dall’Inghilterra, dall’America… Ho adoperato raso, seta, pizzi e ricami, specchietti, piume…… raffia, sete artificiale, alghe marine e lana….. ho usato nylon che è più forte del cuoio, nonostante l’apparente fragilità e spago rivestito di carta trasparente”…..La mostra, suddivisa in dieci sezioni, tra le quali la 2 dedicata a Salvatore Ferragamo e i materiali, propone abbigliamento, accessori, manufatti industriali, artigianali e opere artistiche di stilisti, designer e artisti internazionali nel segno della sostenibilità, realizzati con materiali innovativi, naturali, artificiali e ottenuti per trasformazione, come il filato degradabile in cinque anni della Solvay; Pinatex; una pelle ottenuta dalle foglie dell’ananas; il WillowFlex, un elastomero bioplastico derivato da materie prime compostabili; Orange Fiber, il filato serico a base di bucce di arancia; Newlife un polimero ottenuto dalle bottiglie di plastica, dimostrando, come scrisse Salvatore che “infinita è la varietà dei materiali” che la moda può impiegare per essere etica.


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The Sustainable Thinking exhibit, curated by Stefania Ricci and a team of specialists, stands testament to the various forms of ethical, sustainable aesthetics applied to materials, fabrics, and threading

La mostra Sustainable Thinking, a cura di Stefania Ricci e un team di specialisti, documenta le varie forme dell’estetica/etica sostenibile nell’ambito dei materiali, dei tessuti e dei filati

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Salvatore notes that

beauty has no limits, just as

the materials available to a shoe maker to decorate his creations. The exhibition, divided into ten sections, features clothing, accessories, industrial, artisanal, and artistic objects

Salvatore scrive “Non vi è limite alla bellezza; così come è infinita la varietà dei materiali che un calzolaio può impiegare per decorare i suoi modelli”. La mostra, suddivisa in dieci sezioni, propone abbigliamento, accessori, manufatti industriali, artigianali e opere artistiche

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VISIBLE

INVISIBLE Milan’s Mudec hosted the “Visible Invisible” exhibition, dedicated to Chinese artist Liu Bolin, a living, camouflaged sculpture, photographed in a multitude of places that all deserve a second glance; after the surprise of unadulterated originality of expression and the sheer technique, his works’ message should be taken into consideration. In a recent interview, Liu commented that,“art allows us to discuss the issues in front of us, to get people’s attention. Artists’ real responsibility is to catch people’s attention, and slowly change their mentality…Before choosing a location, I take its social themes into consideration”. Class of 1973, Bolin began his artistic experiments with his “Hiding in the City”, series in 2005, the same year in which the Suojia village, hosting about 100 artists’ studios, was ordered to be destroyed by the Chinese government, where Liu lived. He literally traced the neighbourhood ruins across his body. In his 2015 series ‘Migranti’, he is camouflaged amongst the rescue boats, and there are images of blue migrant bodies, taken from the Memory Day European flag, and migrants painted the colour of sand, laid out on the shoreline. Images far more effective at telling this tragic story than words spent in vain.

La mostra “Visible Invisible”, dedicata dal Mudec di Milano (15 maggio-15 settembre 2019) a Liu Bolin, l’artista cinese che, mediante il travestimenti, si rappresenta fotograficamente, come scultura vivente, integrato in differenti contesti, merita una riflessione a posteriori: dopo lo stupore per l’originalità della scelta espressiva e della tecnica di rappresentazione, conviene soffermarsi sul messaggio delle sue opere. In una recente intervista Liu ha dichiarato : “con l’arte possiamo dar modo di discutere di problemi che abbiamo di fronte per risvegliare l’attenzione delle persone. Portare l’attenzione degli individui sulla realtà e cambiare lentamente la loro mentalità è la vera responsabilità che hanno gli artisti… Prima di optare per una location prendo in considerazione i temi sociali che quel luogo racchiude in sé”. Classe 1973, cinese, Liu Bolin inizia la sua sperimentazione artistica nel 2005 con la serie di scatti “Hiding in the City”, l’anno in cui venne distrutto, per ordine delle autorità governative, il villaggio degli studi di artisti (circa 100) Suojia, in cui viveva, tracciando sul proprio corpo le linee delle macerie del quartiere. La serie Migranti del 2015 dove l’artista si mimetizza accanto ai barconi della speranza, che include anche una immagine con i corpi dei migranti dipinti con il blu della bandiera europea e “Memory Day” con i migranti sdraiati sulla battigia, dipinti nel colore della sabbia, meglio di molte vane parole, racconta questa tragedia contemporanea.

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GALLERIA BORGHESE -ROME

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TEATRO ALLA SCALA -MILAN

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TEATRO DI CORTE REGGIA DI CASERTA - CASERTA 50


MOSÈ, SAN PIETRO IN VINCOLI - ROME 51


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PIAZZA SAN MARCO - VENICE

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PIAZZA DI SPAGNA - ROME

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Milan’s Mudec hosted the Visible Invisible exhibition, dedicated to

Chinese artist Liu Bolin, a living,

camouflaged sculpture, photographed in a multitude of places that offer not only aesthetic, but social and

political

backgrounds

Il Mudec di Milano ha ospitato la mostra "Visible Invisible", dedicata all'artista cinese Liu Bolin, che, mediante il travestimenti, si rappresenta fotograficamente, come scultura vivente, integrato in differenti contesti che offrono sullo sfondo non solo una riflessione estetica ma anche sociale e politica.

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MUDEC MUSEUM - MILAN

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LO U B H U TA N

Express

During Paris Fashion Week, Christian Louboutin, beloved for his red bottom stilettos, presented his 2020 Spring/Summer collection within the Caserne des Célestins. The entryway and entire space were dressed in red, with traditional Eastern motifs abound; the interior was transformed into a railway car straight from the Orient Express, bound for Bhutan. The country’s luxe architecture inspired his bespoke collection aptly named Loubhutan; the 13 ornate, sculpted heels are delicately shaded and hand painted, the fruit of an artistic and creative exchange with 13 artisans from a school in Thimphu, Bhutan.

In occasione della settimana dell’alta moda francese Christian Louboutin, noto tra le fashion victims per i suoi stiletto dalla suola rossa, ha presentato a Parigi la sua collezione primavera estate 2020 al maneggio Battisti, all’interno della caserma dei Celestini. Lo spazio, all’insegna del rosso totale, con decori orientaleggianti nella sala d’accesso, ripresi dalla tradizione del Bhutan, è stato allestito al pari di un vagone dell’Orient Express, idealmente in viaggio da Parigi al Bhutan, per sottolineare l’ispirazione orientaleggiante della sua nuova collezione, comprendente anche una capsule di 13 modelli esclusivi, denominata Loubhutan, ispirata alla ricchezza ornamentale dell’architettura del Bhutan. Le 13 calzature con zeppe in legno scolpito, ornate con coloriture in delicate sfumature, dipinte a mano, sono il risultato di uno scambio artistico e creativo con la Scuola dei 13 Artigiani reali di Thimphu in Bhutan.

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Christian Louboutin,

beloved for his red bottom stilettos,

presented his 2020 Spring/ Summer collection within the Caserne des CÊlestins. The Loubhutan collection was inspired by Bhutan’s luxe

architecture

Christian Louboutin, amato per i suoi stiletto dalla suola rossa, ha presentato la sua collezione Primavera / Estate 2020 all'interno della Caserma dei Celestini. La collezione Loubhutan si ispira alla ricchezza ornamentale del Bhutan

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The interior was transformed into a railway car straight from the Orient Express, bound for Bhutan, and the entire space was

filled with Eastern motifs and dominated by the colour red

L'interno è stato allestito al pari di un vagone dell'Orient Express, diretto al Bhutan, e lo spazio, all’insegna del rosso totale è stato allestito con decori orientaleggianti

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OGNI COSA È

ILLUMINATA Milan commemorated Nanda Vigo with the personal exhibition “Ogni Cosa è Illuminata”, that ran from July 23 to September 29, 2019 in the Palazzo Reale; Metamorphosis’ Marco Poma, long time follower, filmed friends, Milanese designers, with contributing critics and art historians. Her artistic belligerence, her enthusiastic dedication to the Zero group, the most important reference after the death of her life partner Piero Manzoni, and the freedom in her creativity, make her an essential cornerstone of not only the art world, but interior design and architecture as well. With Gio Ponti, she designed the Casa sotto la foglia in Malo, just outside Vincenza (1965-1968), created furnishing for Acerbis and Driade, curating their storefront and showroom interior located on Milan’s Via Fatebenefratelli. She made carpets and lamps; in 1971, she received an award in New York for her Golden Gate lamp (Arredoluce).

Milano, finalmente, si è ricordata di Nanda Vigo e le ha dedicato una personale “Ogni cosa è illuminata” a Palazzo Reale dal 23 luglio al 29 di settembre 2019 e Marco Poma di Metamorphosis, che da sempre segue il suo lavoro, ha realizzato un video con le testimonianze dei suoi amici, dei designer milanesi e con i contributi di critici e storici dell’arte. La sua militanza nell’arte, la sua adesione entusiastica al gruppo Zero, di cui costituisce il riferimento più importante dopo la morte di Piero Manzoni, che fu il suo compagno di vita, la sua libertà creativa, esibita senza timori, ne fanno una figura di riferimento, non solo in ambito artistico, ma anche nel design e nell’architettura d’interni. Ha collaborato con Gio Ponti e creato con lui la Casa sotto la foglia a Malo in provincia di Vicenza (1965-1968); ha disegnato mobili per Acerbis e per Driade, occupandosi per quest’ultima anche degli allestimenti e delle vetrine dello showroom in via Fatebenefratelli a Milano. Ha creato tappeti e lampade. Nel 1971 ha ricevuto un premio a NewYork per la lampada Golden Gate di Arredoluce. Nata nel 1936, indomita, ha festeggiato i suoi 80 anni con una grande festa nel Salone d’onore della Triennale di Milano, circondata dai suoi numerosi amici.

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Born in 1936, she remains formidably untamed, celebrating her 80th birthday in the Triennale’s Salone del’onore, and even at 85, despite the fact that she has difficulty walking, she hasn’t lost her sense of humour, her desire for transgression, and her visionary approach. Her recent work reveals how avantegarde she really is, including installations for Alacantra, her 2018 “Nove viaggi nel Tempo” exhibition in Palazzo Reale (curated by Davide Quadrio and Massimo Torreggiani), and 2018 Archy/ Archeolog in Maxxi, curated by Domatilla Dardi, inspired by a work by Paolo Soleri, using a soundtrack by Franco Battiato. Nanda’s unstoppable creative energy teaches us how artistic militancy is the best remedy for keeping our spirits young.

A 85 anni, nonostante faccia fatica a camminare, non ha perso la sua vivacità, la sua ironia, la sua voglia di trasgredire e la sua capacità di essere visionaria, rivelandosi, sempre e comunque, d’avanguardia, come hanno testimoniato le sue recenti installazioni promosse da Alcantara, sia per la mostra “Nove viaggi nel Tempo” del 2018 a Palazzo Reale (curata da Davide Quadrio e Massimo Torreggiani), sia per Archy/ Archeology, sempre del 2018, al Maxi (curata da Domitilla Dardi), ispirata all’opera di Paolo Soleri, con colonna sonora di Franco Battiato. Nanda con la sua dirompente energia creativa dimostra che la militanza artistica è il miglior rimedio per restare giovani di spirito.

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Nanda Vigo’s

formidable humour, desire for transgression, and

visionary approach

towards art, design, and interior design, was recently celebrated in Milan’s Palazzo Reale with the retrospective Ogni Cosa è Illuminata. Artistic militancy has kept her

spirit young

La formidabile vivacità di Nada Vigo, la sua voglia di trasgredire e la sua capacità di essere visionaria rivelandosi d’avanguardia, non solo in ambito artistico, ma anche nel design e nell’architettura d’interni, sono stati recentemente celebrati nel Palazzo Reale di Milano con la retrospettiva Ogni Cosa è Illuminata. La sua militanza artistica le ha permesso di restare giovane di spirito.

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FUTURE

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FASHION

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New York’s Pierre Cardin, Future Fashion is the first retrospective in the state dedicated to the eponymous, legendary Italian designer and fashion designer known for his futuristic creations. From July 20, 2019, to January 5, 2020, the Brooklyn Museum took a selection of 170 examples of fashion, photography, illustrations, and films from the designer’s archives, spanning the 60s, 70s, and 80s, set in a scene designed by the atelier. Amongst these, the 1964 unisex Cosmocorps collection, featuring pieces in vinyl, plastic, and synthetic fabrics. Pierre has always been innovative and transgressive, leaving his mark on the fashion industry, paving the way to modernism with his “space age” style using rigorous geometry through cuts and printed motifs. He’s taken note of sportswear, American football uniforms, and origami when creating his sartorial garments, while using bold colour-blocking and solid backgrounds. He decorated a-line mini-dresses with geometric white vinyl inserts, was the first to use black tights and thigh-high boots to transform women into intergalactic creatures. He was not only an inventor of modern style, but distribution, entrusting large facilities with his collections. He also designed for future interiors: flamboyantly-coloured, shiny, lacquered furnishing and skyscrapers he never quite got to build. During Venice’s recent Film Festival (2019), the documentary “House of Cardin” was presented, (distributed by Wonder) and will be out in theatres shortly. Look out for the plexiglass gondola floating outside the designer’s Venetian home.

Pierre Cardin, Future Fashion è la prima retrospettiva a New York dedicata a quarant’anni di lavoro del leggendario stilista/ designer di origini italiana Pierre Cardin, famoso per la sua moda futuribile. Allestita al museo di Brooklyn (20 luglio 2019- 5 gennaio 2020), la rassegna, basata sugli archivi dello stilista, presenta oltre 170 pezzi di moda e design, foto, disegni e filmati degli anni 60,70 e 80, allestiti in una scenografia ispirata ai suoi atelier. Tra le opere in mostra la collezione unisex Cosmocorps del 1964 che include capi in vinile, plastica e tessuti sintetici. Trasgressivo e innovatore, Pierre ha segnato indelebilmente il panorama della moda, aprendo la strada della modernità, con il suo stile “spaziale” basato su rigorose geometrie di tagli e motivi segnaletici stampati. Ha rubato suggestioni allo sport, ispirandosi alle uniformi da football americano e agli origami giapponesi che hanno nutrito il rigore delle sue costruzioni sartoriali. Ha utilizzato campiture piene e colori primari segnaletici. Ha decorato i suoi miniabiti a trapezio in panno con inserti geometrici in vinile, ha introdotto i collant neri opachi e gli stivali cuissard, trasformando la donna in una ideale creatura spaziale. E’ stato innovatore e moderno nello stile, ma anche nella distribuzione, affidando le sue collezioni ai grandi magazzini. Tra i suoi progetti destinati al futuro, oltre ai mobili in lucida lacca, dai colori sgargianti, anche un grattacielo che non è riuscito a costruire. Alla Mostra del Cinema di Venezia (2019) è stato presentato un documentario a lui dedicato “House of Cardin”, che arriverà nella sale distribuito da Wonder ,dove compare anche la gondola in plexiglas attraccata di fronte alla sua residenza veneziana.

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New York’s Pierre Cardin, Future Fashion is a retrospective featuring

170 examples of fashion, photography,

illustrations, and film clips from the innovative designer’s archives, spanning the 60s, 70s, and 80s

Future Fashion è una retrospettiva dedicata a Pierre Cardin che presenta oltre 170 pezzi di moda e design, foto, disegni e filmati degli anni ‘60, ’70 e ‘80, allestiti in una scenografia ispirata ai suoi atelier

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At the beginning of the summer, Swiss brand Vitra Campus’ Fire Station presented the “Twentythirtyfive” installation by 38 year old architect Virgil Abloh (June 12 - July 20, 2019). He is a multifaceted creative, architect, engineer, university professor, artist, entrepreneur, and creative director of Louis Vuitton’s Mens Collection. Born to Ghanaian parents who immigrated to just outside Chicago. Virgil works to verify the legitimacy of luxury fashion brands as a designer; his hunger for culture leads him to nurture himself with every sort of stimuli from the past and present, modifying them in a dialogue with the current generation immersed in social media. Virgil recently described his idea of design as a bridge between the past and present, and he is in exploring designer Jean Prouvé’s work. The installation is a sort of inhabitable biography of a young person, from 2019 to 2035. The first part, Past Present, is a casual selection of Vitra’s current furnishings and objects. The second, Tomorrow, looks to 2035, where the youth has grown to adulthood and transformed their memories into products. The future features a wall of numbered, orange ceramic tiles; the Ceramic Blocks, as well as other limited edition pieces (300 of each) designed by Virgil, can be purchased at the exhibition. Twentythirtyfive isn’t like most fashion designers’ home collections, that tend to be decorative hybrids of fashion and design; Virgil reveals radical minimalism perfectly in line with the Swiss brand’s contemporary icons. VIrgil’s collection is a visceral response to recent decorative design trends.

All’inizio dell’estate all’interno della Fire Station, presso il proprio Campus, la nota azienda svizzera Vitra ha presentato l’installazione “Twentythirtyfive” del 38 enne architetto Virgil Abloh (12 giugno-20 luglio 2019), creativo poliedrico, architetto, ingegnere, docente universitario, artista, imprenditore e direttore creativo della collezione uomo Louis Vuitton. Figlio di emigranti ghanesi, cresciuto nella periferia di Chicago, Virgil opera come stilista per marchi del lusso, sollevando interrogativi sulla loro legittimità. Affamato di cultura, si nutre di qualsiasi stimolo, presente e passato, modificandolo per comunicare alla generazione emergente, ispirata dai social media. “La mia idea di design”, ha dichiarato Virgil, interessato a esplorare l’opera del designer francese Jean Prouvé, implica sempre un ponte tra passato e futuro. L’esposizione è una sorta di biografia abitativa di un ideale giovane del 2019 accompagnato sino al 2035. La prima parte dell’installazione “Past Present,” dedicata al ricordo, è una raccolta, apparentemente casuale, di mobili e oggetti della collezione Vitra. La seconda, “Tomorrow”, allunga lo sguardo sino al 2035: il giovane protagonista è diventato adulto e trasforma i propri ricordi in prodotti. Nella sezione futuribile campeggia una parete composta di mattoni in ceramica smaltata, color arancione, numerati. Si tratta dei Ceramic blocks che possono essere acquistati anche in mostra, assieme a altri due prodotti di Virgil, disponibili in edizione limitata di 300 esemplari. A differenza delle Home collections firmate dagli stilisti, basate su possibili ibridazioni tra moda e design, finalizzate ad arricchire decorativamente i prodotti, Twentythirtyfive mostra un approccio di radicale essenzialità, coerente con la filosofia del marchio svizzero che annovera nel suo catalogo riconosciute icone del design contemporaneo. La collezione di Virgil è una risposta severa alle tentazioni decorative del nuovo design.

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Virgil Abloh is a multifaceted creative: architect,

engineer, university professor, artist, entrepreneur, and creative director. His

Twentythirtyfive

installation for Swiss brand Vitra is a sort of inhabitable biography of a young person, from 2019 to 2035

Virgil Abloh è un creativo poliedrico: architetto, ingegnere, professore universitario, artista, imprenditore e direttore creativo. La sua installazione "Twentythirtyfive" per il marchio svizzero Vitra è una sorta di biografia abitativa di un ideale giovane, dal 2019 al 2035

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Twentythirtyfive isn’t like most fashion designers’ home collections. Virgil reveals radical minimalism perfectly in line with the Swiss brand’s contemporary icons, and the collection is a visceral response to

recent decorative design trends

Twentythirtyfive non è come la maggior parte delle collezioni per la casa firmate dagli stilisti. Virgil rivela un minimalismo di radicale essenzialità, coerente con la filosofia del marchio svizzero. La sua collezione è una risposta severa alle tentazioni decorative del nuovo design

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photo: Thomas Pagani

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