Otaku Wonderland - Giallo

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Capitolo 1

E' quasi l’alba quando da un viottolo fa capolino una figura. Ruota la testa in ogni direzione come se si sentisse seguito. Il cappuccio gli copre il volto e non c’è anima viva per le strade; tranne qualche gatto che fruga nei bidoni. L’uomo tiene stretta alla vita una cintura che contiene alcuni attrezzi. La figura è ben piazzata e muscolosa, veste con abiti grigi e sporchi. Continua per la via fin quando non è costretto a girare a sinistra in un’ampia strada. Segue la strada per arrivare al porto, quando si volta. Un colpo secco in pieno volto lo stordisce e lo fa accasciare al suolo con un tonfo sordo che si ripercuote sulla banchina. Appare un uomo vestito completamente di bianco, il volto coperto da un fazzoletto bianco, mentre gli occhi erano coperti da degli occhiali da sole con le lenti rosso sangue. Anche se stordita, sul viso della vittima si può osservare la vera paura. La paura di un pover'uomo indifeso che non sa cosa fare in un'occasione del genere. L’aggressore tira fuori una grossa mannaia affilata, ma notevolmente sporca di sangue. Solleva il braccio e la fa ricadere violentemente sul volto della vittima. Ripete l’azione per circa altre quattro volte. Infine si china. La banchina, ora, è ricoperta dal sangue, e l’uomo aggredito ha oramai il volto sfigurato e ricoperto anch’esso di rosso. L'assassino avvicina la mano alla tasca della vittima e comincia a frugare. Qualche secondo dopo tira fuori una piccola penna USB, che, molto probabilmente, per aver scatenato la furia di quest’uomo,


dovrebbe contenere qualcosa di estremamente segreto e compromettente. Dopo aver ottenuto ciò che voleva l’uomo si alza e tira fuori una corda dal camice. Trascina il corpo fino ad un palo, lasciando una scia rossa sul legno. Appoggia la schiena del defunto sul palo e lo lega facendo un nodo molto stretto. Il sole è ormai alto in cielo e l'assassino si allontana tranquillamente dalla scena del crimine. Si gira e fa una specie di cenno verso il corpo del povero ragazzo, prende la mannaia e la lascia lì... come se fosse sicuro di non essere scoperto. O magari di non essere scoperto in tempo.

Ci vuole poco, prima che sulla scena del crimine si presenti la polizia di Norfolk. Le sirene si spengono non appena dall'auto esce Ryan Lesh. Ryan Lesh. Il detective più celebre del Virginia, o almeno di Norfolk. E' un uomo magro, è abbastanza alto, porta una giacca color beige e pantaloni non troppo stretti ed eleganti. Ha capelli castano chiari e occhi verde smeraldo. Appena mette piede nella zona delimitata dalla polizia, si avvicina subito un uomo abbastanza anziano, gli manca qualche capello e porta giacca e cravatta. E' Nolan Wood. E' il medico legale del dipartimento, ha aiutato molti detective a risolvere i loro casi, nei cadaveri trova sempre qualche indizio. «Buongiorno, detective.» «Buongiorno a Lei, signor Wood.» Ryan accenna un piccolo sorriso. «La vittima da quanto ho capito è un operaio, sono riusciti a identificarlo nonostante il volto ormai rovinato dall'arma usata dall'assasino. Secondo quanto ho potuto notare il colpo letale è stato inferto all'altezza della scatola cranica. La polizia ha ritrovato l'arma a circa trenta metri dalla scena del crimine, è una mannaia da macellaio.» afferma Wood. «Mhh... il “colpo letale” quando è stato inferto?» chiede Lesh. «L'uomo deve essere morto tra le quattro e le cinque del mattino.» «Bene gra-...» ma non riesce a finire la frase poiché interrotto da Alan Nore. Un uomo scuro di pelle con i capelli corti e neri. Porta una giacca di pelle e i suoi occhi sono marroni. Di solito è lui che riferisce le notizie sulle vittime. «La vittima è Enric Cooper, è un operaio. Stava andando a lavoro, siamo riusciti a contattare alcuni suoi colleghi e ci hanno riferito che lui è sempre il primo ad arrivare a lavoro...» «Questo spiega il perché fosse per la strada tra le quattro e le cinque del mattino.» afferma Lesh. «Esatto, ma non spiega come mai si stesse dirigendo al porto.» «Abbiamo dei testimoni?» «Sì» afferma Alan indicando una donna vicino alla camionetta della polizia. E' sulla quarantina e sembra molto spaventata. «Bene, grazie a tutti e due!» dice Lesh mentre si dirige verso l'unico testimone. «Buongiorno signora-...» «Cooper» continua.


Ryan rimane stupito ed esita prima di chiedere «Quindi lei è imparentata con la vittima?» La signora annuisce, «Sì, sono sua sorella maggiore... Voglio fare tutto il possibile per aiutarvi.» «Bene, allora deve dirci tutto quello che sa, non importa se sia privato o meno. Ogni piccolo dettagli ci sarà di aiuto, ci siamo intesi?» «Certamente» conferma la donna mentre si ferma una lacrima; sospira. «Ultimamente mio fratello, era molto strano... qualche giorno fa stava litigando con un uomo muscoloso davanti ad un bar. Sembrava abbastanza giovane. Ma non l'ho riconosciuto, ricordo solo che portava una spilla con un segno che non avevo mai visto prima. Era una specie di cerchio con un quadrato e a sua volta dentro il quadrato c'era un triangolo. Quando gli ho chiesto chi fosse mi ha risposta che non era nulla. Ma non gli credetti... era molto agitato.» «Aveva una ragazza? O qualcun altro che gli stava accanto per la maggior parte della giornata?» chiede Lesh. «No... la sua ragazza è morta qualche tempo fa in Europa. Era lì per un viaggio di lavoro, lavorava in un'azienda di cosmetica e faceva conferenze in tutto il mondo per questo si trovava lì.» «Aveva nemici, che sappia? O almeno persone che si era fatto nemico in passato?» «Non credo... era una brava persona» si ferma nuovamente una lacrima, «Negli ultimi tempi passava molto tempo davanti al suo computer, non so cosa facesse... forse provando ad accedervi potrete trovare qualcosa.» afferma la donna. Lesh e la signora Cooper si stringono la mano e si congedano, quindi il detective conferma che può andare e tutti e due si dirigono verso le rispettive automobili mentre alcuni giornalisti arrivano a scattare qualche foto o a fare un servizio per il TG. Lesh trova in auto Alan. «Scoperto qualcosa?» chiede Nore. «Sappiamo che ha litigato con un uomo giovane e muscoloso davanti ad un bar, ed inoltre portava una spilla con un segno particolare, una specie di cerchio con un quadrato con a sua volta un triangolo all'interno. Infine sappiamo che aveva una ragazza che è morta in Europa; era lì per una conferenza di cosmetica. La signora Cooper ha anche notato che Enric passava molto tempo davanti al proprio computer.» constata Ryan. «Ottimo. Mando una pattuglia a perquisire la casa di Enric Cooper.» dichiara mentre prende il cellulare. «Bene.»

Arrivati alla sede della polizia di Norfolk i due scendono ed entrano nel palazzo. All'esterno la sede appare elegante. Entrano nell'ascensore e arrivano all'ottavo piano di dieci. Nel nono e nel decimo vengono archiviati vecchi casi; mentre gli altri vengono utilizzati dalla polizia ventiquattro ore su ventiquattro.


Appena entrano nel loro ufficio scrivono immediatamente su una lavagnetta affissa al muro tutto ciò che hanno appreso sul caso. Dalla spiegazione della morte della vittima di Wood alla testimonianza della signora Cooper. «Sappiamo tanto e non sappiamo nulla...» afferma con amarezza Lesh. «Non abbiamo prove concrete oltre all'arma del delitto.» «Già...» conferma Alan. Improvvisamente qualcuno apre la porta. E' William, è uno nuovo. E' gentile, sveglio ed educato. E' una specie di protetto per Lesh. Secondo lui può ambire ad un posto di rilievo nella polizia. «Wood ha trovato qualcosa.» riferisce il ragazzo. «Bene, grazie Will!» dice Lesh. Il ragazzo esce dalla stanza mentre Alan e Ryan si dirigono verso l'ascensore, che si ferma al quinto piano. Appena si apre la porta si trovano subito di fronte Nolan Wood. «Ho buone notizie per voi.» annuncia accennando un sorriso. I due rimangono stupiti e lo seguono per il lungo corridoio che porta al suo studio. E' un luogo freddo


Capitolo 2

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