Harry Potter 8 - 1-6

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Capitolo 1

La lettera per Hogwarts

Harry si svegliò, prese gli occhiali e si alzò. Molte persone con gli abiti rossi lo guardavano: i poster dei Cannoni di Chudley, la squadra preferita da Ron. Il suo amico russava così forte che Harry si attappò lo orecchie. Quando si trovò davanti alla porta tirò la maniglia e si trovo davanti Molly, la signora Weasley. «Oh Harry, caro!» disse Molly, «T’ho svegliato?» si preoccupò la signora Weasley. «Oh! Non si preoccupi.» rassicurò. «E’ stato Ron.» disse Harry, ma si accorse di aver sbagliato, «Credo.» aggiunse Harry in fretta. «Ron!» strillò la signora Weasley che senza che Harry se ne accorgesse si era avvicinata a Ron; a quanto pareva non gli interessava molto quello che aveva detto Harry. Ron sussultò. Alzò la testa con gli occhi ancora chiusi, ma poi li aprì. «Avevo quasi preso la pluffa!» disse Ron. Ma poi si ricordò di essere sveglio e aggiunse, «Niente era solo un sogno…» .


«E’ pronta la colazione Harry, caro.- la signora Weasley si era calmata ma… «Ron scendi subito!» urlo Molly. Harry scese le scale finchè non arrivò in cucina. Sul tavolo c’erano sei tazze fumanti. L’unica persona seduta era Arthur Weasley, il papà di Ron. «Oh, Harry!» disse Arthur euforico vedendo Harry scendere le scale. «Signore!» disse Harry accennando un sorriso. «Siediti ti volevo chiedere una cosa…» Harry obbedì. «Sai da quando hai sconfitto Tu-Sai-Chi…» Harry lo interruppe «Non pronunciare quel nome non fa che aumentare la paura della persona stessa, signore.» «Hai ragione. Da quando V-Voldemort è stato sconfitto il Ministero è quello di una volta. Il nuovo ministro è Beauregard Monist… non è questo il punto, il punto è… sai che molti Mangiamorte sono ancora fedeli al Signore Oscuro?» «No.» rispose onestamente Harry. «Bene, bene… questi seguaci del Signore Oscuro stanno facendo di tutto per cercare il loro “padrone”, anche Peter Minus è tra questi ma è stato portato ad Azakban.», Harry rabbrividì. Com’era possibile? Voldemort era stato ucciso. Non potevano riportarlo in vita. «Nessuna magia può riportare in vita i morti.» disse Harry, ripetendo ciò che gli aveva detto Silente quando erano nella sala dello Specchio delle Brame. «E’ vero… ma si dice che succederà come in passato… dicono che il Signore Oscuro vaghi… senza forze.» Arthur abbassò la voce. In quel momento arrivò Ron con il solito maglione color melanzana fatto a mano dalla signora Weasley. «‘Giorno!» disse Ron sbadigliando. «Buongiorno, Ron!» dissero Arthur e Harry all’unisono. «Di cosa stavate parlando? Mentre scendevo sentivo voi parlare


dei Mangiamorte! » disse Ron rabbrividendo mentre si sedeva a tavola. «Sì Ron… molti Mangiamorte cercano ancora il Signore Oscuro.» ripetè Arthur mentre Ron rabbrividiva ancora. «Ora ascoltatemi tutt’e due… non andate mai e poi mai in cerca di questi Mangiamorte… eccovi la notizia.» disse porgendo la “Gazzetta del Profeta” a Harry. La prima pagina era ricoperta da una sola notizia. In alto a destra c’era la foto del nuovo Ministro. Era un uomo tozzo, con capelli neri molto lisci e portava una bombetta simile a quella di Cornelius Caramell. Harry cominciò a leggere ad alta voce :

Il Ministro Beauregard Monist comunica alla popolazione dei Maghi che molti seguaci del Signore Oscuro sono rimasti fedeli a quest’ultimo. «Purtroppo, è stato scoperto che molti Maghi Oscuri cercano il loro “padrone”. Gli Auror sono stati già messi al corrente della situazione, e hanno già catturato il famigerato Peter Minus. A Gennaio verrà baciato dai Dissennatori. E il Ministero deve anche annunciare, purtroppo, che molti Dissennatori sono tornati dalla parte dei Maghi Oscuri.» affermà il Ministro Monist…

Harry si interruppe. In quel momento arrivò gufo. Harry aprì subito la finestra per farlo entrare. La prese e la esaminò per qualche secondo. «Bene Harry apri quella lettera.» incalzò Arthur. La scritte della lettera erano verde smeraldo. Aprì la busta e lesse.


Caro Signor Potter, siamo lieti di informarla che è invitato a completare i suoi corsi di studio alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Troverà tutto l’occorrente nel biglietto a lei allegato. Preside, Minerva McGranitt

«Fantastico!» esultò Ron.


Capitolo 2

La misteriosa scatola

Un figura si aggirava da quelle parti. Nessuno lo conosceva, tutti erano molto diffidenti anche perchè non aveva l'aria di una persona buona. Ad un momento girò in un vicolo buio e stretto. Anche lì, probabilmente, nessuno lo conosceva. Ma lo accolsero con dei «Buongiorno, signore»; lui non rispondeva. Girò in una stradina sporca. Avanzò finchè non si trovo davanti a un piccolo negozio. Aprì la porticina ed entrò. Dentro c'erano migliaia di libri di Magia Oscura e c'erano alcuni oggetti dall'aspetto molto strano. Quando la persona si avvicinò al bancone suonò il campanellino, e a quel puntò dalla penombra del retrobottega apparve un uomo anziano, molto anziano. Aveva capelli sul grigio ed erano molto lisci, molto curati. Un silenzio di tomba regnava in quell'insolito negozio. «Ah... un “nostro” carissimo cliente!» disse il proprietario del negozio con voce piatta.»


«Non abbiamo tempo! Hai quello di cui ho bisogno?» disse l'uomo che adesso che stava vicino alla candela e si distingueva il volto. Il viso era solcato da profonde cicatrici, ma una sanguinava molto ed era ancora aperta... aveva capelli castani e arruffati ed era molto alto. «Certo, certo! Gliela porto subito.», detto questo si diresse nel retrobottega. Qualche istante dopo torno dal cliente portando con sé un scatola nera come la pece. «Ecco a lei, monsieur!» disse sogghignando mentre porgeva a l'uomo la scatola. «Bene. Ci vediamo Baldric.» si congedò l'uomo con voce untuosa. «Arrivederci, Cecil.» salutò Baldric, il commesso. Cecil uscì dal negozio in fretta tenendo stretta a sé la scatola nera. Si inoltrò nello stretto vicolo che portava a Diagon Alley e seguì la strada finchè non arrivo al Paiolo Magico. Appena entrò tutti si girarono. «E' lui!» urlarono sbalordite quattro o cinque persone.


Un nuovo arrivo alla Tana

Ron guardò alla finestra. Harry seguì il suo sguardo. Oltre il giardino della Tana era apparsa una ragazza con capelli lunghi. «E' Hermione!» disse euforico Harry. I due ragazzi uscirono insieme al signor Weasley. Hermione cadde a terra, non sembrava in buone condizioni... era ferita al viso e alle gambe. «Portiamola dentro! Al mio tre la solleviamo...» ordinò Arthur «Uno! Due! Tre!» concluse urlando il signor Weasley. Quando entrarono la misero sul tavolo. Sembrava che avesse conbattuto. La signora Weasley scese le scale, e quando vide la scena si portò le mani alla bocca. «C-Cosa...?» balbettò tra i singhiozzi Molly. «Prendi un bicchiere d'acqua Molly!» gli ordinò Arthur sbrigativo. La signora Weasley obbedì, andò a prendere una bicchiere e lo riempì d'acqua pronunciando una formula. Fatto questo corse da Hermione e, tenendogli la testa verso l'alto, gli porse il bicchiere sulle labbra. Ci fu un attimo di silenzio che veniva spezzato dal cinguettio degli uccelli. Aprì debolmente gli occhi.


Hermione, per fortuna, era viva. «Si è svegliata! Si è svegliata!» urlò Ron euforicamente. «Bhe, che credevi?» disse debolmente Hermione, ma sorridendo. Ron e Harry ricambiarono il sorriso. «Oh, santo cielo! Sei viva! Eravamo molto preoccupati...!» disse Molly. «Molly, ora lasciagli spiegare cos'è successo.» Hermione si alzò lentamente e si sedette sulla sedia. «Stavo con i miei genitori. Sapete, da quando gli ho dato di nuovo la memoria passo molto tempo con loro. Mentre arrivavamo al parco per fare una passeggiata, improvvisamente tutto è diventato buio. La felicità scomparve dai nostri volti. Ogni ricordo brutto riaffiorava nella mia mente... allora sentii un rumore. Mi girai... e solo allora vidi che un...» «Dissennatore.» aiutò Harry. «Sì, un Dissennatore stava attaccando i miei genitori. Io usai il mio Patronus per scacciarli. Dopo che se ne furono andati, io ordinai a mia madre e a mio padre di andare a casa di mia nonna, così per essere più al sicuro. Quando se ne furono andati sentii una voce untuosa chiamarmi. Mi girai e vidi un uomo.» «L'hai visto in faccia?» chiese il signor Weasley preoccupato. «No, era coperto da una maschera.» rispose Hermione «Non capivo chi fosse. Presi la mia bacchetta e gliela puntai. Ma lui fu più veloce di me e mi disarmò. Usò un Incantesimo senza Perdono... per esattezza l'Incatesimo Cruciatus.» Molly trattenne il respiro.


«Dopo che tutto fu finito si avvicinò a me e chiese se sapevo dove si trovasse la Bacchetta di Sambuco... io gli dissi che non lo sapevo. E riusò l'incantesimo... ma io non risposi. Provai ad allungare la mano per prendere la bacchetta. Quando la presi mi Smatterializzai e il primo posto che mi venne in mente fu la “Tana”.» concluse Hermione. «A quanto pare vogliono la Bacchetta di Sambuco, eh?» disse Harry. «A quanto pare si.» ribattè Hermione. «Dovete stare molto attenti...» disse il signor Weasley abbassando la voce. Iniziò a piovere violentemente. «Domani andremo al Ministero della Magia per denunciare il fatto.» affermò Arthur.


Capitolo 3

Beauregard Monist, Il nuovo Ministro

Harry si svegliò. Ron russava ancora. La casa era immersa in un silenzio tombale. Harry guardò alla finestra. Osservò un barbaggianni, probabilmente di Hogwarts, che volava verso la Tana. Harry scese le scale in men che non si dica. Aprì la fine-stra e fece entrare la bestiola. Aveva una lettera con sé, Harry aprì quest'ultima.

Signor Harry Potter, L'ex Preside della Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts chiede se può incontrarlo nel suo studio alle dieci di sera. Le ricordiamo che, inoltre, per questa sera Lei può


Materializzarsi all'interno della Scuola. Le ricordiamo anche, che dovrà recarsi nell'Ufficio dell'ex Preside della Scuola. Cordiali saluti, Minerva McGranitt.

Il barbagianni uscì. Il sole ormai splendeva. Il signor Weasley scese le scale dicendo: «Harry, non c'è tempo. Dobbiamo agire prima che sia troppo tardi. Ti accompagno al Ministero. Stringimi il braccio.» ordinò Arthur a Harry. Obbedì subito. Gli mise una mano sul braccio e si Smaterializzarono insieme. Si ritrovarono nel bagno che Harry più di un anno prima aveva usato per infiltrarsi al Ministero della Magia. Entrarono tutt'e due in toilette diverse. Harry mise i piedi nel water e scaricò. Era come se un vortice lo risucchiasse. Prima che potesse pensare a cosa gli avrebbe detto al Ministro si ritrovò nell'atrium vicino al signor Weasley. Si incamminarono nel Ministero. Era deserto, data l'ora. Quando arrivarono alla sala degli ascensori trovarono la persona che Harry aveva visto nel giornale qualche giorno prima. «Salve, signor Ministro!» salutò Arthur. «Oh, Arthur! Mi vuoi parlare di qualcosa? Non è normale che tu stia qui a quest'ora!» chiese il Ministro. E quando concluse la frase si accorse di Harry, «Harry Potter! Il Bambino Sopravvissuto!» disse Beauregard ammirando la cicatrice di Harry. «Bhe, sarà meglio che ci sbrighiamo. E' una cosa importante, Ministro!» disse Arthur.

Arrivati nell'ufficio del Ministro si sedettero sia il signor


Weasley, sia Harry. «Ecco...» cominciò Arthur, «volevamo informarla che i Mangiamorte stanno già attaccando. Lo scorso pomeriggio si è Materializzata un'amica di Harry. Sanguinava moltissimo. Quando si fu svegliata ci disse che è stata attaccata da alcuni Dissennatori... e da un mago con il volto coperto... il mago cercava la Bacchetta di Sambuco.» concluse. «Mi dispiace molto di quello che è successo. Gli Auror hanno già catturato Peter Minus... ma non riescono a trovare gli altri. Sembra che siano nascosti da qualche parte. In un posto lontano dal mondo. Hogwarts da quando è stata ricostruita è sott'attacco da molte persone. Gli Auror hanno trovato aperture nella sistema di difesa di Hogwarts!» ribattè il Ministro Monist. «Non è questo il punto! Il ragazzo qui presente è in serio pericolo!» sbottò il signor Weasley. «Avvertiremo qualcuno... qualcuno che lo controlli.» rispose il Ministro. «Questo ragazzo ha bisogno di una persona ora!» tuonò Arthur. «''Ora'' al Ministero non c'è nessuno.» rispose tranquillamente Beauregard. Per Arthur aveva superato il limite. Secondo lui non era più una persona valida... ma purtroppo se avesse continuato sarebbe stato licenziato. «Ora se non le dispiace dovremmo andare, vieni Harry.» disse Arthur alzandosi, a sua volta si alzò anche Harry. «Arriverci!» si congedò Arthur. Il Ministro non rispose, si limitò a osservare il signor Weasley e Harry uscire dal suo ufficio.


Arrivati alla Tana, trovarono Ron seduto al tavolo. «Auguri, Harry!» urlò Ron felicemente. Solo ora Harry si ricordò del suo compleanno. «Grazie!» «Hermione ha avuto un'idea geniale!» «Quale?» s'informò. «Vuole andare a Grodic's Hollow per il tuo compleanno!»


Capitolo 4

I 18 ANNI

Un compleanno a Godric's Hollow? Era fantastico! Harry non c'avrebbe neanche pensato a una cosa del genere... menomale che c'era la sua cara amica, Hermione. Era da meno di un anno che non vedeva quel posto innevato... ma la visita non era stata poco agitata, tutt'altro! Appena arrivati lì Harry ed Hermione erano andati al cimitero dove trovarono la tomba di Ignotus con il simbolo dei Doni della Morte inciso sopra, e avevano anche visto la tomba dei genitori di Harry. Una lapide in marmo bianco. Poi videro anche Bathilda Bath... la seguirono fino alla sua casa e lì Harry venne attaccato dalla stessa Bathilda che si rivelò di essere un Horcrux, Nagini. Harry si preparò per il suo compleanno, invece la signora Weasley aveva preparato una bella torta alle mele. Ginny che era partita per l'America insieme a una sua amica di nome Alicia ritornò proprio quel giorno, Ron diede un pacchetto a Harry mentre Hermione gli regalò un pacco molto grande - di solito i


regali di Hermione erano sempre i migliori -. Harry sedeva sul suo letto aspettando che si finissero di prepare tutti per andare a Godric's Hollow. Harry venne percosso da un pensiero. E se la Bacchetta di Sambuco fosse stata rubata?, si chiese turbato. Harry si rassicurò del fatto che Hogwarts era protetta. Ma il Ministro ha detto che gli Auror hanno trovato delle aperture nella Scuola! Harry era molto stanco e a pensare a questo gli veniva il mal di testa, quindi decise di smettere e si cominciò a rilassare. Dopo cinque minuti la signora Weasley chiamò a rapporto tutta la famiglia in cucina. Harry era vestito normalmente ma gli altri erano vestiti come se ci fosse una festa di gala. La signora Weasley teneva in mano una gustosissima torta alla panna. «Disponiamoci in cerchio e teniamoci le braccia.» ordinò il signor Weasley. Tutti obbedirino e si disposero a cerchio. Harry era vicino a Ginny e Ron. «Tre! Due! Uno!» urlò Arthur. Si Smaterializzarono. Arrivarono in un piccolo paesino. L'anno prima, quando c'era venuto con l'amica Hermione, era innevato, mentre ora il sole splendeva in quella piccola cittadina. Precisamente si erano Materializzati davanti alla monumento dedicato ai caduti. Harry turbato un po' dalla Materializzazione si riprese. Il paesino che avevano visitato l'anno prima era del tutto diverso. Ora, invece, il sole splendeva sulla cittadina mettendo in risalto gli alberi verdi e l'erba curata. C'era un albero che attirò subito l'attenzione di Harry. Aveva foglie viola e alcune bianche. «Cosa c'è, Harry?» chiese il signor Weasley mentre Harry si avvicinava sempre di più a quell'insolito albero. «Nulla, è solo che quest'albero...» rispose Harry con voce sognante.


«Quale albero?» domandò Hermione. «Questo!», Harry puntò il dito sull'albero. «Lì non c'è nulla Harry, caro!» disse Molly. «Harry meglio che andiamo a festeggiare!» disse all'improvviso una persona alle spalle di Harry. Si girò e non vide nulla. Ma quella voce gli ricordava qualcuno. «Sì, meglio.» disse fra sè e sè. «Scusa, cosa hai detto?» chiese Ginny. «Nulla, andiamo a festeggiare!» rispose Harry. Percorsero la strada finchè non arrivarono alla chiesetta dove c'era il cimitero. Entrarono nel cimitero. Harry e Hermione guidarono tutta la famiglia Weasley alla lapide bianca candida. Sopra inciso : James – Lily Potter Harry si lasciò cadere sulle ginocchia lasciandosi scappare una lacrima. La signora Weasley con un sol colpo di bacchetta fece apparire dei fiori mentre Hermione un ghirlanda. «Grazie!» disse Harry. «Auguri Harry!» disse Hermione e insieme augurarono a Harry un felice compleanno. Passarono un bel compleanno, tutt'insieme. Fecero qualche passo per la cittadina e infine andarono anche a Diagon Alley! Per prima cosa si diressero alla gelataria di Florian Fortebraccio e poi andarono al Ghirigoro per comperare i libri per il nuovo anno scolastico. Poi passarono per il Paiolo Magico e infine tornarono alla Tana. Erano le dieci meno cinque quando Harry


si ricordò dell'appuntamento. Salutò tutti e si Smaterializzò oltre il cancello di casa Weasley. Arrivò a Hogwarts con un fragoroso CRAC. Nel parco c'era una brezza leggera. Il Platano Picchiatore c'era ancora... ma quello che notò subito Harry era che avevano ricostruito il castello. La capanna di Hagrid era sempre la stessa. Le luci accese; intanto Thor abbaiava. Harry arrivò al Salone d'Ingresso; fu lieto di rivedere il castello al suo posto. Le candelle sospese nell'aria della Sala erano spente. Tutto era immerso nell'oscurità, ma c'era qualche torcia che bastava a illuminare. Harry arrivò davanti alla porta dell'Ufficio della nuova Preside, la professoressa McGranitt. Harry neanche bussò... la porta si aprì da sola e ci trovò la Preside insieme al Ministro della Magia, che se ne stava andando. Tutt'e due guardarono Harry. Come aveva fatto quel giorno ammirò la cicatrice di Harry. «Oh, scusi, tolgo il disturbo.» si scusò Harry indietreggiando. «No, no. Tanto il signor Ministro se ne stava giusto andando.» rispose la McGranitt, probabilmente infuriata. «Non si preoccupi, signor Potter.» disse il Ministro con voce piatta. Beauregard uscì sbattendo la porta. «Harry, sono contento di rivederti!» disse Minerva raggiante. «Oh anche io sono conteto di rivederla, professoressa!»


Capitolo 5

La riunione

La McGranitt si alzò e si diresse verso la porta. «Io esco, ti lascio parlare con il “Preside”.». Harry si limitò ad annuire debolmente... Harry si girò verso Fanny e la vide bruciare. Stava per rinascere dalla sue ceneri un'altra volta. «Harry! Volevo parlarti.» disse una voce che Harry conosceva fin troppo bene. «Professore!» urlò Harry dalla gioia. Harry voleva parlare con Silente più di ogni altra cosa. Non lo sentiva da quando aveva deciso con lui di nascondere la Bacchetta di Sambuco nella sua tomba. «Novità?» chiese ridendo Albus.


«Sì... hanno attaccato Hermione.» rispose Harry. «Ah, sì mi è arrivata voce... ho ascoltato quando parlava il Ministro.», Silente rise ancora. «Ma non è per questo che ti ho chiamato.» Ad un tratto diventò serio, «Dobbiamo parlare di cosa farne.» «Farne di che?» chiese Harry senza capire. Il Preside era stati sempre una persona enigmatica. «Della Bacchetta, Harry. La mia tomba... non è un posto sicuro, il Ministro ti ha anche detto che hanno trovato aperture nei sistemi di difesa...» Harry lo interruppe: «Come fa a sapere questo? Come fa a sapere che ho avuto un incontro con il Ministro?» «I quadri, Harry.» rispose indicando i quadri degli altri Presidi della Scuola. «Ritorniamo a noi... non possiamo lasciare lì la Bacchetta. E' molto pericoloso... se solo un Mago se ne impossessasse sarebbe come il ritorno di Voldemort.» disse guardando Harry da sopra i suoi occhiali a mezzaluna. «Ha ragione.» rispose Harry preoccupato. «Dove dovremo spostarla?» chiese poi. «In un luogo.» rispose Silente serio. «Come?» chiese sbalordito. Silente sorrise. «Ti sei chiesto a chi appartenesse quella Bacchetta?» «Antioch... uno dei tre fratelli.» «Esatto...». Harry non riusciva a capire, era confuso... Antioch che cosa c'entrava? Bhe, aveva avuto la Bacchetta dalla Morte,


pensò Harry. «Senti, Harry, anche questa volta chiedo troppo da te...» «Signore... farò tutto il possibile.» «Lo so... sei molto coraggioso... ma tocca a te decidere dove portare la Bacchetta... Auguri Harry!», a questo punto fece l'occhiolino a Harry e si mise a sonnecchiare. Harry, confuso, uscì dall'Ufficio e si mise a pensare sulle scale. All'improvviso cominciò a sentire passi sulle scale, passi pesanti... sembrava che da un momento all'altro crollasse la scalinata. Harry si alzò prendendo la bacchetta. Harry si trovò davanti un gigante, anzi il suo amico mezzo-gigante. «Auguri Harry!» «Hagrid!». Harry lo abbracciò fortissimo, gli mancava molto Hagrid. «Scusa se non ti ho mandato un gufo con un regalo ma... il tempo non lo permetteva. Aspetta dovrei avere il tuo regalo qui!» disse mentre guardava nelle tasce del suo pastrano. Alla fine, dopo aver tirato fuori mollette, formaggio, biscotti e chiavi, porse a Harry una scatolina. Era marrone. Quando Harry l'aprì si ricordò di non aver scartato i regali degli amici. Dentro la scatola c'era un boccino. Un Boccino d'Oro. «Spero ti piaccia, eh eh. Ci ho messo molto a sceglierlo... quel negozio è pieno di roba. Quel boccino ti obbedisce... se lo tiri fuori dalla scatola ti segue da tutte le parti e in caso di pericolo attacca!» «Grazie Hagrid! Non ti dovevi scomodare... la cosa che imparato in questi anni a Hogwarts è che non esiste regalo migliore è l'amicizia.» disse Harry sorridendo all'amico.


Hagrid abbracciò Harry piangendo. Ma questa volta piano, non gli stava per spezzare le ossa come le volte precedenti. «Bravo ragazzo!» disse piangendo. Hagrid mollò la prese e si asciugò gli occhi. «Aspetta... cosa ci fai qui?» domando Hagrid. «Riunione con Silente.» «Ah! Ora mi dispiace ma devo andarci a parlare anch'io... mi ha chiamato la McGranitt dicendomi che voleva parlarmi. Ci vediamo Harry!», si congedarono. Harry s'incamminò per il corridoio finchè non arrivò alle scale, le scese e arrivò al Salone d'Ingresso. La porta della Sala Grande era socchiusa... era sempre buio. Dentro c'erano Lumacorno e la McGranitt. «Il ragazzo... BUM BUM!» disse la Preside. Ma Harry non sentiva più niente. Si vedeva che avevano utilizzato l'incantesimo per non far origliare la gente. Harry uscì dal portone e si Smaterializzò. Con un sonorò CRAC arrivò alla Tana. Si ritrovò oltre la staccionata. Aprì il cancello e s'incammò verso la porta. Quando bussò Molly aprì la porta facendogli gli auguri. Tutti cominciarono a cantare la canzone degli auguri e gli porsero i regali rimproverandolo per non averli aperti prima, ma sempre ridendo. Non dimenticherò mai i miei diciotto anni... ,pensò Perchè Harry è il nostro Re! Ogni due ne fa fuori tre! A Harry piacque molto quella canzone cantata dalla famiglia Weasley. Però era ora di scartare i regali. Aprì per primo quello di Ron. Era il Deluminatore...


«No, non posso!» si rifiutò Harry. «E' tuo. Serve più a te che a me.» ribattè Ron sorridendo. Harry non riusciva a dire di “no” a quel sorriso. Poi aprì quello di Hermione. Conteneva un kit professionale per il Quidditch... a Harry sembrava molto più bello del kit di manutenzione che gli aveva donato lei stessa. E infine arrivò Ginny. Gli porse una piccola scatola. Dentro c'era un medaglione uguale all'Horcrux. Harry lo aprì. Dentro c'era una foto di Harry di Ginny, di Ron ed Hermione. E se si toccava una foto appariva inciso sopra al medaglione “Migliori Amici”, poi scompariva. Ad Harry piacque molto. «Grazie a tutti! Non dimenticherò mai i miei diciotto anni!» disse Harry ripetendo cosa aveva pensato qualche minuto prima. Un ultimo “Perche Harry è il nostro re!” e un'altra canzone di auguri poi tutti a letto!


Villa Malfoy

La peggior paura di Cecil si era avverata. L'avevano scoperto. Gli uomini che avevano urlato erano quelli che l'avevano visto entrare nella torre. Un uomo si lanciò addosso a Cecil, ma lui fu svelto e urlò «Crucio!», l'uomo si contorse ululando dal dolore. Cecil mollò la presa. Mise un piede sulla mano dell'uomo e disse: «Volte fare la sua stessa fine?» e CRAC. Cecil arrivò in un viottolo poco illuminato, i lati della stradina erano delimitati da una file di alberi. Entrò dento la stanza buia. Davanti a lui c'era un donna di spalle che parlava con un ragazzo dai capelli biondi, lucidi. «Narcissa...» disse con la voce allungando le due “s” come se


fosse un serpente. Lei si girò di scatto, e quando vide la persona che l'aveva chiamata spalancò la bocca. «Chi è, mamma?» disse il ragazzo. «Andiamo, Draco! Tienimi il braccio, svelto!» ordinò Narcissa. «Non così in fretta.», Cecil tirò fuori la bacchetta e dal nulla fece apparire delle sedie. E costrinse a far sedere Narcissa e il figlio con un altro colpo di bacchetta. «Bene, bene. La famigliola non è al completo...» disse l'uomo. «Lasciami andare o giuro che ti ucciderò io stesso!» urlò Draco. «Sta zitto!» urlò a sua volta, sputacchiando, Cecil. «Cosa vuoi? Lascia in pace Draco lui non ha fatto niente!» lo supplicò Narcissa. «Zitta! Ora ditemi dov'è Lucius!». Proprio in quel momento davanti alla porta apparve un uomo dai capelli biondi. «Caro, Lucius!» disse Cecil. «Vattene! Fuori da casa mia!» «No, no. Non ti hanno insegnato le buone maniere?» «Fuori!» disse di nuovo il signor Malfoy. «Ora tu vieni con me.» disse con un ghigno stampato in faccia. «Cosa vuoi? Non ho più a che fare con voi!» tuonò Lucius. «Dammi il braccio!» ordinò Cecil. E con la bacchetta fece avvicinare Lucius. Il padre di Draco obbedì porgendo il suo braccio nella mano dell'uomo. Cecil scoprì la manica del braccio su cui era disegnato il Marchio Nero. Il Marchio diventava scuro e opaco.


«No...» disse Malfoy. «No cosa, Lucius?» chiese Cecil. «Non può essere!» «La bacchetta...» rispose, nessuno in quella stanza, tranne Cecil, sapeva di cosa stesse parlando. Sempre tenendo il braccio di Malfoy, Cecil si Smaterializzò e con lui anche Lucius. Arrivarono in un via. Il cartello non si leggeva bene. Era notte. Nessuno camminava per strada. Di fronte loro c'era una casa.


Il desiderio di Harry

Harry si svegliò con un profumino che proveniva dalla cucina di casa Weasley. Si girò verso il letto di Ron, ma non lo vide. Scese dal letto si cambiò e aprì la porta. Nel corridoio si sentivano due voci provenire dalle scale. «Dovremo studiare, tra poco si va ad Hogwarts.» chiese una voce femminile inconfondibile. «Ma perchè? Io mi voglio allenare a Quidditch!» ribattè. «Ron, arriveremo impreparati a scuola! Vuoi essere bocciato ai M.A.G.O.?» «Certo che no! Ma c'è tempo fino a Giugno, Hermione!» «Ma tu pensi solo al Quidditch? Pensa che se tu studiassi


arriveresti agli esami preparato e dopo potrai giocare a Quidditch quanto di pare!» rispose Hermione. Ron si limitò a sbuffare e a scendere le scale infuriato. Harry avanzò fino ad arrivare davanti alle scale. «Oh, Harry!» salutò Hermione. «Ciao!» disse Harry, voleva chiedere di quella discussione ma preferì cambiare discorso, «Stai meglio? Da quando sei stata aggredita sei sempre rinchiusa in camera tua!» «Emh... studiavo.» «Ah!», Harry non sapeva che dire ma per fortuna una voce, non umana, ruppe il silenzio. «E' pronta la colazione!», Harry disse: «Meglio scendere.», Hermione non disse nulla, scesero le scale e arrivarono in salotto. Sul tavolo c'erano le solite tazze. Questa volta il tavolo era pieno. C'era Ron, il signor Weasley - che teneva in mano un telecomando Babbano-, Ginny, George e Bill insieme a Fleur. «Sciao, Harry!» salutò Fleur con il suo solito accento alla francese. «Harry! Scusa se non ti ho dato il mio regalo via gufo, ma non potevo e sai... te lo volevo dare di persona.», a questo punto guardò per terra e prese una gabbia con un velo sopra. Bill levò il velo che celeva... una civetta bianca. «Un nuovo gufo!» annunciò Bill. «Grazie, ne volevo uno! Da quando Edvige è morta non so come mandare la posta.» urlò Harry euforicamente. La civettà cinguettò felicemente. «Bene, come la chiamerai?» chiese Ron sbadigliando.


«E' uguale a Edvige, non so...» rispose. «Puoi chiamarla Edvige.» ipotizzò Ginny. «No, troppo scontato.» disse Ron. «Invece per me, va benissimo.», fu la risposta di Harry. «Hey, Harry! Il mio regalo non l'hai ancora visto.» disse George. Si girò verso il davanzale dove c'era una specie di valigia. George la passò ad Harry. L'aprì. Dentro c'erano molte scatoline del “Tiri Vispi Weasley”. «Offre la casa.» disse facendo l'occhiolino ad Harry. «Grazie, George!» rispose Harry. Mancava solo un regalo. Quello dei Dursley. Non era questa la preoccupazione di Harry... ma dove si trovassero i suoi zii. Non li vedeva da quando dovettero scappare per colpa di Voldemort. La sera di quel giorno arrivarono alla Tana, feriti dall'imboscata. Arrivati lì scoprirono che Malocchio Moody, il famoso Auror, era morto. Dopo qualche giorno ci fu il matrimonio di Bill e Fleur. Harry, Ron ed Hermione scapparono, da lì iniziò la caccia agli Horcrux. Avevano trovato la Spada di Grifondoro e con quest'ultima distrussero il medaglione che portava al collo la Umbridge. Quando andarono a casa Lovegood per vedere se Xenophilius sapesse qualcosa sui Doni della Morte furono attaccati dai Mangiamorte, che aveva chiamato il padre di Luna. E poi quando scapparono con il drago della Gringott. L'arrivo ad Hogwarts, seguito dalla sanguinosa Battaglia di Hogwarts. Dopo tutti que-sti fatti Harry non aveva mai pensato ai suoi zii. Harry prese una decisione. Doveva andare a cercarli, coloro che lo fecero crescere, che gli diedero un posto dove dormire nel momento del bisogno, non importava se si fossero comportati male con lui, ma in fondo gli volevano bene.


«Harry, come stai?» chiese George all'improvviso. «Sto bene.» mentì lui. «Non mi sembra.» interloquì la signora Weasley. «Sto bene!» disse Harry, «Ron ti va di giocare un po' a Quidditch?» «Sicuro!», fu la risposta. Senza dire niente uscirono e andarono nello sgabuzzino della Tana. Presero le scope e andarono al campetto. Harry non sapeva perché volesse giocare a Quidditch. Forse per togliersi dalla testa i Dursley o forse perché gli andava semplicemente di allenarsi un po'. «Bene! Finalmente un po' di allenamento!» esultò Ron. Mentre entrarono nel campetto. «Eh, già!» disse Harry, ridendo. «Chissà se anche quest'anno sarò il capitano della squadra di Quidditch.» «Hey, amico! Ti fai troppi problemi. Ora giochiamo e basta!». Detto questo salirono sulle scope e volarono. Ron si posizionò davanti ai tre anelli. Harry, invece, prese una pallina da golf. Gliela tirò e Ron con un tuffo la parò. La tirò ad Harry. «Ok, continua a tirarla.» disse Ron. Harry non rispose, si limitò a tirarla. Ron era decisamente fuori allenamento. Ne parava una ogni circa dieci tiri. Fino a quel momento aveva fatto solo due parate spettacolari. Una era quando stava sul cerchio di destra e Harry gli aveva tirato la pallina su quello di sinistra, e Ron con un calcio era riuscito a deviare la traiettoria facendola cadere a terra. L'altra era quando Ron con una giravolta all'indietro era riuscito a prendere la pallina che stava per entrare nel cerchio. Harry notò che una persona risaliva la collinetta. I suoi capelli arancioni scintillavano alla luce del sole che stava per tramon-


tare. Harry capì subito chi era. Scese di quota e si fermò. «Hey che ti prende? Ah, Ginny!» disse Ron accorgendosi d'un tratto di Ginny.











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