Eden: l'Inganno - Manuale Base

Page 7

La penisola delle Nevi Eterne vide sciogliersi nella violenza l’antico regno di Normeria e prendere possesso dei fiordi e delle coste l’etnia danor, popolo di abili navigatori e terribili predoni: così, essi diedero vita al Dan. I Gador, invece, preferirono spostarsi più a sud, occupando le brulle e fredde terre ai confini dell’enorme Foresta Nera, in attesa di un nuovo condottiero capace di brandire il Martello del Tuono. Sulle sponde del Nules, l’edificazione di Levis fu solo il primo gradino dell’ascesa di Nulevis sotto la guida illuminata di re Girors e dei suoi consiglieri duir. Il Ponto Minor vide la ricostruzione delle antiche poleis ed il loro sinecismo portò alla nascita di Issaca come nazione illuminata, retta dal raziocinio e dalla democrazia. Ad est, invece, i Rass formarono il nucleo da cui sarebbe sorto, secoli dopo, il Levaika. Solo la Frimea non riusciva a ritrovare quella coesione che era stata il motore del glorioso impero perduto, divisa com’era in principati e ducati, città-stato e signorie pronte ad azzannarsi alla gola, sotto la costante minaccia degli stranieri invasori. Tutt’altra la situazione nel centro della Vesperia, dove i Sid, guidati dai condottieri Hammeric e Morghauer, marciarono unendo popoli e terre nel Siddlend, il regno che da lì a poco avrebbe avuto un ruolo decisivo per il destino di tutti i vesperiti. Sconfortati ed abbandonati, gli uomini sentirono il bisogno di abbracciare nuove fedi e nuovi dèi. Mentre in occidente i duir tentavano di ricondurre i popoli agli antichi culti, la Suditia fu scossa da un fermento religioso che attirava proseliti dalle nazioni mediorientali. Centro e motore di questa spinta fu la risorta Menashè, dove la Fede nell’Unico divenne ben presto il solo credo possibile. I Fedeli imposero la nuova religione anche con la forza, e tale era il loro potere che persino i Sacerdoti di Râ lasciarono penetrare i predicatori entro i confini nefliti, ritirandosi nelle grandi piramidi e sigillando la Valle di Mesektet. La capitale spirituale era posta in Balkh dove un imponente tempio ricordava il Profeta Zartosh. Intanto, nonostante l’impegno duirico, i vesperiti vessati dalla fame, dalle malattie e dalle guerre, si avvicinarono a esotici culti, in cerca di una speranza. Un nuovo credo, proveniente dalle calde terre sudite, venne da subito accolto cambiando le sorti di un intero continente.

La Chiesa della Presenza “…e tu porterai la Verità Nuova. A quanti l’abbracceranno, la gloria e il giubilo della Presenza scenderanno su di loro. A chi la rifiuterà, il tormento eterno si abbatterà con la furia della Spada e il biasimo del sangue.” dal Libro dei Precetti

Intorno al 383 aR un pastore di nome Abhra ricevette alcune visioni notturne che lo spinsero per quaranta giorni ad errare nel deserto del Sarhat. Qui egli maturò la dottrina su cui fondò la religione della Presenza. Abhra, ritornato nel suo villaggio, a poche leghe di distanza dalla città di Jeshal, si circondò di dodici discepoli con i quali attraversò le regioni sudite scosse dalle guerre sante indette dai Fedeli, avviando la sua predicazione. Il nuovo credo venne da subito osteggiato e centinaia di Credenti furono perseguitati e giustiziati, finché Abhra non fu catturato. Il profeta venne impalato fuori le mura di Jeshal come monito per quanti si erano convertiti o volessero farlo. I discepoli, recuperato il corpo del proprio maestro, dopo averlo deposto in un luogo segreto, si diressero sulla costa. Da lì, seppur a malincuore, lasciarono la loro terra e approdarono in Vesperia. Qui i nuovi predicatori trovarono terreno fertile per il proprio credo presso i diseredati: ben presto il culto della Presenza si diffuse da sud a nord, facendo breccia negli animi del popolino e della povera gente delle campagne. Nonostante ciò, per più di due secoli, la nuova religione visse all’ombra di quelle più antiche, ed i suoi seguaci furono contrastati con forza, soprattutto dai duir, che non gradivano il loro fanatismo. Gli eventi mutarono drasticamente nell’anno 1 pR. quando in una cittadina del Siddlend settentrionale, Siddheim, il primo patriarca, il santo Mose, ricevette la visita del Portatore di Luce, angelo della Presenza e suo messaggero. Mose, al tempo semplice predicatore, ebbe il privilegio di redigere, sotto la dettatura dell’essere divino, la Sacra Scrittura. Il tomo fu compilato in due anni, ed in esso era contenuta la Verità Nuova da portare agli uomini: gli Antichi Dèi erano falsi e meschini, avevano precipitato il Creato nel caos e nella morte con la leggendaria Guerra degli Dèi, tanto che ancora i popoli di Eden ne portavano le ferite. Solo l’intervento della Presenza, l’unico vero dio, con il suo esercito angelico, aveva posto fine alla tirannide delle vecchie divinità e al conflitto. A testimonianza di ciò v’era la Luna Spezzata, luogo in cui queste divinità avevano dimorato, fino a quando essa non era stata frantumata dalla sacra Spada di Luce della Presenza. Con gli Antichi Dèi esiliati, era giunto per gli edeniti il tempo di vivere un’età di splendore e benessere, sotto la guida del vero dio, ed incamminarsi verso una nuova era. Mose scelse quaranta fedeli e li inviò in tutta la Vesperia perché portassero la Sacra Scrittura e il nuovo messaggio di speranza, mentre egli rimase a Siddheim, in attesa dell’angelo e delle sue istruzioni. La nuova predicazione ebbe una forza maggiore della precedente e, in poco tempo, metà della popolazione del Siddlend fu convertita, nonostante l’opposizione dei duir e dei sacerdoti delle antiche

13


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.