The Best Magazine_#2

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La rivista per il blogger fatta dal blogger

Primavera Dunque... giochiamo? La mia vela e... La stagione splendida Odor di primavera... A spasso per Roma L’incantevole Barcellona

E poi... Radio OnAir Music in my ears I Mandala Incontrarsi e innamorarsi... Emmaus - A. Baricco -

# due anno 0 - marzo 2010

<meta-tag> Raptus Creativo Forse non tutti sanno che...


ASSAPOR ATE con calma...e ... non dimenticate di

leccarvi le dita!

# due

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l’editoriale

by Solindue

VORREMO FARVI SENTIRE IL PROFUMO DI QUESTA PRIMAVERA...

Farina

LATTE, UOVA, ZUCCHERO UN PIZZICO DI SALE E LIEVITO. Semplici ingredienti per sfornare un’ottima torta (senza dimenticare scorza di limone non trattato o cannella).

Ma per fare un buon Magazine? Forse non basterebbero acqua, terra, mare e fuoco! Come riuscire perciò a toccare tutte le corde della vostra curiosità? Così come ritengo che un dolce si mangi con la bocca, con gli occhi, l’olfatto, il tatto e l’udito, vorrei far diventare tutti e cinque i vostri sensi, protagonisti e giudici di questa esperienza giornalistica. Stiamo lavorando a questo Magazine come fosse un’opera d’arte, e crediamo perciò importante non solo la scelta delle tematiche da svolgere, non solo i pensieri da elaborare, ma anche i giochi di colore, la stravaganza delle forme, la varietà delle consistenze. Vorremo farvi sentire il profumo di questa primavera che sta invadendo la nostra questo lungo inverno.

Ecco

Redazione

e aiutarvi ad allontanare il grigiore di

dunque un menù da gustare adesso che le giornate si stanno allungando. Come

antipasto potreste provare a riflettere con l’Opinione di Arthur sui nostri rapporti di coppia più intimi e personali. Quale piatto di portata principale potreste apprezzare l’intervista a Shulung che vi darà le calorie essenziali per iniziare quel corso di Tantra che fa sembrare tanto serena la vostra vicina e che forse vi permetterà di capire meglio da dove veniamo, quali sono le nostre radici e quale sia la direzione migliore da prendere. Oppure davvero bisognosi di dessert leggermente esotico potreste decidere di andare a Barcellona seguendo i consigli del Signor Blogaventura… o degustare, come fosse un vino pregiato, l’idea di iniziare a lavorare per una piccola radio locale come avevate sognato da ragazzini: OnAir dice che non è impossibile!

SFOGLIARE

questa rivista vorrei significasse anche avere cura di sé; riflettere per conoscersi. Divertirsi e svagarsi certamente, ma anche arricchirsi con i sapori di letture inedite, di culture lontane o semplicemente diverse dalla nostra. Abbiamo cercato dunque di trasformare questo cibo per l’intelletto in un’esperienza unica e straordinaria in cui entrano in gioco fattori culturali, estetici e sociali.

Ecco a voi quindi The Best Magazine #2: una somma variegata di valori che vanno appunto aldilà del semplice nutrimento delle vostre menti.

ASSAPORATE con calma questo nostro menù e al termine non dimenticate, come faccio io,

di

leccarvi le dita! Solindue

Buona lettura! # due

Solindue _http://solindue.wordpress.com/

2


the contents Editoriale

2 in redazione...

Foto ultima pagina Bergamo - 2009 © Arthur

5 I Mandala

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La foto del mese Mirror

7 Emmaus Alessandro Baricco

21

La mia vela e...

9 Odor di primavera A spasso per Roma

12 La stagione splendida

14

23 25

Incontrarsi e Innamorarsi... L’incantevole Barcellona

16 Raptus Creativo

27

Music in my ears

17

Radio OnAir

31 L’intervista a Shulung

33

35

Non tutti sanno che... <meta-tag> Foto copertina Moniga del Garda 2009 © Arthur

# due

37

La posta del cielo

40 3


...da un’idea di Solindue Rubriche e collaborazioni Direttore

Solindue (www.solindue.wordpress.com)

Elle - Cultura e Spettacolo (www.2elle.wordpress.com)

Art Director

Arthur (www.ilmondodiarthur.wordpress.com)

E. Koala - Blog creativo (www.koalanation.wordpress.com/)

Progetto grafico Impaginazione

Spaziocorrente - Orme ed Impressioni

Arthur

(www.spaziocorrente.wordpress.com)

Redazione

E.Koala - Photo

Solindue Arthur

Luciano - meta-tag

Solindue - L’intervista (www.solindue.wordpress.com)

the b est magazi ne the best magazine

(www.koalanation.wordpress.com/)

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Riccardo - Music in my ears (www.riccardo-uccheddu.blogspot.com/)

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OnAir - Radio OnAir (e-mail: thebestmagazine@ymail.com)

Godot _ Non tutti sanno che... (www.dailygodot.wordpress.com/)

Arthur - L’opinione

La foto del mese è: Mirror

(www.ilmondodiarthur.wordpress.com)

(www.iamthemirror.wordpress.com)

nel web: http://thebestmagazine.wordpress.com # due

e-mail: thebestmagazine@ymail.com

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in redazione

by Sol’ e Arthur

Chiacchierando... chiacchierando... “Ieri, nella pausa pranzo, mangiando degli spaghetti di soia davanti al computer, (una goduria infinita…) preso da sacro furore letterario, ho scritto l’articolo per la mia rubrica “Opinione”. Lo sforbiciacchio un pochetto e poi te lo mando per la tua di opinione.” “Spaghetti di soia … Arthur stai bene?” “Benissimo, perché? Un collega ieri è arrivato con il pranzo cinese e poi la soia fa bene alla linea, non credi? ‘nnagg… !!! Devo proprio dirti tutto…” ”E’ solo che un giorno mi mangi da Mc Donald, un giorno soia cinese … devo invitarti a pranzo io mi sa per farti mangiare bene!” “Maddai, non mangio porcate, come potrebbe sembrare… Non dimenticare che sono un buongustaio, ma ogni tanto mi piace trasgredire ed è il famoso pizzico di un qualcosa che rende la vita meno scontata. Ho ricevuto il pezzo di Spazio, l’ho letto e mi sembra come al solito un bel pezzo. L’hai letto? Cosa ne pensi?” “Cioè io ti ho invitato a pranzo … neanche presa in considerazione …bah! Comunque e certo che mi piace il pezzo di Spazio. Adesso glielo comunico e preparo la pagina sempre bianca direi, con il nuovo titolo della rubrica … però qualcosa mi dice che stai lavorando un po’ poco … devo rispondere io a OnAir?” “Ma no, dai, cosa dici mai? Invito a pranzo? Ti va bene per oggi? “ (… ) “ “OK, per Spazio comunicaglielo pure tu, (grazie) a OnAir oggi le scrivo all’ora di pranzo, stai tranquilla. Bacino del perdono?” “Maddai, lasciami stare …” “Dai dove pranziamo?” “Non so se ho ancora voglia di pranzare con te … e poi ho da fare devo studiare per l’intervista e riscrivere a Fabio, il nuovo collaboratore sardo … è così pieno di entusiasmo, LUI!” ” ‘nnagg… un altro LUI e per giunta pure lui Sardo… ‘nnagg… !!! ” # due

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Che ne dici di adottare un cane a distanza?

N

oi siamo alcuni della BANDA DEL RIFUGIO. Siamo quelli che vengono da canili problematici e che ne hanno viste di tutti i colori.

Siamo noi, grandi e piccoli, giovani e vecchi. Quelli che aspettano dietro a un cancello, che tu venga ad aprirlo. Siamo quelli che desiderano una carezza, una gentilezza o anche un solo sguardo di attenzione‌

# due

Per informazioni e adozioni _http://secondazampa.wordpress.com/

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photo del mese

by koalanation

Dunque...

GIOCHIAMO?

L

UNGO L' INVERNO CHE CAMMINA

a passi lenti sul vialetto della vita . Va via di spalle, un pò curvo e anch'esso stanco : ha soffiato vento , rovesciato acqua , tritato ghiaccio , spalmato neve . C'È VOGLIA DI RIPOSO NEL SUO ULTIMO SGUARDO. Alza la mano senza voltarsi , solo un cenno da vecchio amico , saluto di chi parte per un pò , ma torna , come tutti , torna sempre seppur diverso . Si incrociano sulla soglia ,

Inverno e

Primavera , lo sguardo timido ma giocoso di Lei , il silenzio profondo di Lui . Nessun convenevole tra i due . Pare , a detta di Lei , che Lui , ancor camminando , dormisse già !!! Sorride luminosa e tiepida , vibrante di vita . Smaniosa di musica , brezze leggere , piogge profumate . Ha lo sguardo di bambina , l'ingenuità irresistibile di chi vive ogni volta come la prima volta . Esplode la vita , ci prende per mano . Vuole giocare . Dunque... GIOCHIAMO? (E.Koala)

# due

Koala _http://koalanation.wordpress.com/

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Q

UESTA FOTO Ăˆ UN REGALO PER VOI , cari Best amici. Ma non un regalo qualunque. Non la troverete altrove. Potrete trovare lo stesso stile forse, potrete riconoscere "la manoâ€?, il punto di vista, l'amore per la natura, ma questa foto no, non la troverete .

Mirror

ci dona questa "immagine riflessa" di se .

Distante da qui, ma sempre vicino alla vita, vi saluta e vi augura un nuovo e gioioso risveglio dei sensi .

# due

Mirror _http://iamthemirror.wordpress.com/

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la mia vela e...

by Solindue

La mia vela e... E NELLE CALDE GIORNATE DI AGOSTO HO PATITO IL CALORE DEL SOLE CHE BRUCIA LE MANI... «Senza voler togliere nulla agli altri mezzi di propulsione, la vela infatti per me rappresenta molto più di un semplice motore. Non è facile esprimerlo, ci provo: la vela è intima simbiosi con la natura, talvolta è cosciente e rispettosa sfida alle sue forze, dalle potenzialità smisuratamente maggiori delle nostre, è ricerca della perfezione, è grande senso di libertà, è purezza assoluta e chissà quant’altro ancora. Le sensazioni che suscita, diceva Beppe Croce, sono paragonabili a quelle dell’appassionato di arte quando ammira i dipinti più belli o ascolta la musica preferita o legge la più elevata poesia». Giancarlo Basile (Parola di skipper, Roma, 2007, Editrice Incontri Nautici)

A

LL’INIZIO DEL MESE DI MARZO, in previsione di sogni marini facilitati dall’arrivo del primo sole primaverile, mi ero ripromessa di scrivere per voi le mie impressioni sull’andar per mare a vela. Ho passato ben tre settimane a riflettere, con una sorta di blocco dello scrittore … eppure mi ripetevo, so bene cosa provo quando sono lì, fra le onde io e la vela. E conosco bene la sensazione di libertà che offre quella brezza che scompiglia i capelli; e il significato dei raggi di luce che squarciano le nubi. E ricordo la voglia di fuggire via che si prova davanti ad un fronte di nuvoloni neri colmi di pioggia; e il voltarsi indietro e vedere che siamo riusciti a sfuggire all’acquazzone e alla furia dei venti.

di vento; e il grido del prodiere: “Laggiù, una raffica ragazzi!”; e via la rincorsa incontro a quel soffio ormai inaspettato. E nelle calde giornate di agosto ho patito il calore del sole che brucia le mani, obbligate a restare ore appese alla ruota del timone; e il bisogno di acqua dolce; e il profumo inebriante di un’arancia che riempie tutti i sensi prima ancora che il suo succo sia arrivato alla nostra bocca.

E ho presente la stanchezza che arriva addosso come una montagna, ma solo dopo che in porto ho sistemato anche l’ultima cima. E mai prima.

E patisco il crescere del mare, con quelle piccole ondine che noi chiamiamo in gergo “ochette”; e che si fanno sempre più fitte, avanzando e portando con loro il mare agitato. E riconosco la gioia, anzi il sussulto di gioia che colpisce proprio il cuore come una cannonata, quando dopo ore della calma più piatta si intravede magari in lontananza quella striscia di mare più scuro, finemente increspato da una piccola raffica

# due

Solindue _http://solindue.wordpress.com/

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E

RICORDO IL SAPORE DI UN BACIO AL CAFFÈ durante le traversate notturne, quando davvero ti senti sola nell’universo, con il cielo stellato come tetto; e ti pare di contarle tutte quelle stelle e non credevi davvero fossero così tante. E lì, sotto quel cielo, ti chiedi come ci sei finita, che percorso hai fatto, e non ti sembra vero.

Perché, caspita, in vita tua ne hai passate davvero tante, e anche adesso se ci pensi i problemi addosso, sulle tue spalle, sono sempre pesanti come il piombo. E davvero non ti capaciti come ancora una volta tu sia riuscita a salpare, a mollare gli ormeggi da quel porto di partenza, lì dove hai lasciato tutte le tue preoccupazioni, per solcare nuovamente queste acque luccicanti di sogni; e con quella magica luna che illumina nell’acqua il percorso che devi ancora fare. E allora guardi la fine della luce all’orizzonte, con quasi il terrore di intravedere ancora la terra; e sei davvero convinta che vorresti passare la tua vita lì, sempre sospesa fra il mare e le stelle.

E LA TERRA LONTANA.

# due

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primavera...

by Arthur

Odor di primavera... Odor di primavera… raggi di luce che s’intrecciano alternandosi a lame fluorescenti, che tagliano l’aria come fendente, in un alito delicato oltre ogni misura. Colori che traboccano come da un vaso colmo di storie, che a stento riesce a trattenere la voglia di confondersi, rosso che con il giallo smorza i suoi toni, ombre che, con il chiaro e lo scuro si scolorano, diventano abbandono, morbida distesa dove adagiarsi inerme. Voglia di guardare e poi, un succedersi di tele, immagini ramificate che una dopo l’altra si mischiano in un gioco di trasparenze solo accennate… cieli, terre, prati, montagne, mari, nubi, stelle… natura al suo risveglio, tiepido, assonnato, promesse mantenute per occhi che scrutano l’inverosimile scenario, che non è mai da solo, che non è mai lo stesso. Controversa certezza di parole sussurrate al vento, ma che si posano in ogni dove, l’una accanto all’altra, e timido è l’approccio; bisbiglio impercettibile, che trova spiraglio nel chiacchierio di una frenesia ormai a fatica trattenuta… e ancora, luce, occhi, parole, respiri, affanni, mani che s’intrecciano, corpi che si confondono, pelle che nella pelle trova ristoro… odor di primavera…

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the best magazine the best magazine

nel web:

http://thebestmagazine.wordpress.com

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# due

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orme ed impressioni

by Spaziocorrente

La stagione splendida 07/03/2010

Lentamente le giornate si allungano, come fossero sogni che trovano appigli e diventano veri. La luce si spande gradevole oltre il solito giorno, si srotola aggiungendo colore alle ore. Preme la gemma sul ramo assaporando i tiepidi raggi di sole, il canto del bosco le chiede un sorriso da regalare ad uno sguardo sincero. Ovunque qualcosa si muove, è il respiro di una forza comune, impercettibile ai sensi ma inarrestabile. Immersi nel ritorno di questa stagione, anche l’uomo avverte nuove emozioni, e spoglia le proprie paure dal freddo rigore invernale. C’è posto per la bellezza di mandorli in fiore, per ammirare la forza di semi che germogliano ancora, per leggere pensieri che danno fiducia e si liberano in azioni d’amore. Il primo vento che mitiga la frescura dell’aria, avvolge come fosse un abbraccio, bacia ed accarezza come fosse un amante, a cui si concede un pezzo di cuore e si chiede soltanto di continuare ad amare. Spaziocorrente

# due

Spaziocorrente _http://spaziocorrente.wordpress.com/

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R E C ATIV O

Raptus

NIENTE DI TROPPO COMPLICATO,

Raptus

INTENDIAMOCI,

PERÒ PARE CHE LA MAMMA

ABBIA APPREZZATO IL RISULTATO … (E IL REGALO)

R E C ATIV O


blog_creativo

by Koalanation

Decoupage? Eccomi...

O

gni tanto la mamma mi costringe (non è che proprio mi leghi, però diciamo che sa come convincermi !) a lunghe sessioni di decoupage .

Sabato addirittura mi sono puppata 3 ore di corso intensivo; immaginando di non essere troppo interessata alla materia ho pensato (perchè ogni tanto penso anche…) che avendo a portata di dito la mia fedele macchina fotografica la sessione sarebbe stata di gran lunga più produttiva. In effetti , ho scattato diverse foto (nonostante alcune vecchiette permanentate alla Marge Simpson mi ostruissero costantemente la visuale), ma inaspettatamente, una volta a casa, mi è venuta voglia di provare a mettere in pratica le tecniche apprese. Niente di troppo complicato, intendiamoci, però pare che la mamma abbia apprezzato il risultato … (e il regalo)

Ingredienti : Cornice IKEA 18*24 in legno grezzo (che stava lì da una vita in attesa di destinazione), una bella scartavetrata per rendere la superfice lissssssiaaaaa, applicare un doppio strato di gesso acrilico (lasciare asciugare bene tra una mano e l’altra … e se, come me, siete iperattivi, aiutatevi con il phon!!!!). Pittura di base color perla. Mentre attendete che asciughi recuperate dei fiori finti e dipingete anche questi con la stessa base. Aggiungete un tocco di colore con leggere sfumature lilla ottenute con apposito pennellino per sfumature (non ho idea di quale sia il nome tecnico dell’arnese!), sia sulla cornice che sui fiori . Finitura lucida con vernice trasparente super gloss (ANCHE SUI FIORI ) ……………. infinito tempo di asciugatura naturale ( ma solo perchè non avevo più punti di presa e non riuscivo ad usare il phon!!!). Una volta asciugato il tutto incollate i fiori con la colla a caldo (ebbene si , la mamma è fornitissima anche di superpistolone di colla a caldo ). Voilà ! Ah dimenticavo … mentre tenterete di scollare indice e pollice che inevitabilmente vi saranno rimasti incollati cercate di non tirare via anche parte delle impronte digitali !!!! BUONA DECOUPATA A TUTTI !

# due

Koala _http://koalanation.wordpress.com/

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music in my ears

by Riccardo

Riffs, donne ed uragani C

i sono dei rock che secondo me si segnalano per una particolarità: il riff. A me, ma forse anche ad altri alcuni pezzi continuano a rimanere in mente come un’ossessione proprio per quei pochi accordi (di solito, di chitarra) che “aprono” e riprendono il pezzo, in un certo senso cucendolo.

Anche per questo in me ci sarà sempre posto per “Layla” di Clapton, “Satisfaction” degli Stones, “Proud Mary” dei Creedence, “Adam raised a Cain” di Springsteen, “Johnny B. Goode” e “Roll over Beethoven” di Chuck Berry, “How I wish” di Keith Richards con gli X Pensive Winos… e poche altre. Oggi voglio parlarvi di “Like a hurricane” di Neil Young. Si tratta di un pezzo che comincia con una chitarra distorta ma distorta il giusto: il distorsore non è la via per la terra promessa. A quel punto, tanto varrebbe amplificare un trapano. Ma “Like a hurricane” si presenta con quei 2-3 accordi iniziali, certo distorti ma non esagerati. Poi il brano lievita: come una tromba d’aria che giri su sé stessa fino ad attirare a sé tutto quel che trova, ma che poi si stacca sempre più da terra… volteggiando sul disastro… e contemplandolo con un crudele sorriso. Le note sparate dalla chitarra di Young spazzano l’aria come brevi ma micidiali raffiche di mitra. Ascolto “Like a hurricane” e capisco che cosa intendeva Townshend quando diceva: “Il rock non ti fa dimenticare i tuoi problemi, ti fa ballare sulla tua tomba.” Il protagonista pensa d’aver visto una donna “in a crowed hazy bar”, in un affollato bar fumoso; è colpito dai suoi “occhi bruni che volgono al fuoco”. Per lui, lei è ”come un uragano”; lui vuole amarla ma sente che sta per essere “blown away”, spazzato via. Il pensiero corre a tanti bar e locali, fuori piove forte e tira vento, qualcuno è stanco, amaro e stracciato, aveva 20 anni e forse è invecchiato male o invano, ma le note della chitarra incalzano per ricordare quella (forse illusoria) sensazione di conforto che presto svaniva… Lui vede lei come un uragano e percepisce la “calma” nei suoi occhi. C’è quel “momento” in cui lui pensa: “Hai toccato le mie labbra/ quel sentimento perfetto/ quando davvero il tempo scivola.” Ma l’amore di “Like” svanisce ed alla fine il contatto si rivela falso o illusorio; lui continua a desiderarla ma sente che sta per essere spazzato via . Lei è forse la donna-maga o la strega, femme fàtale, se vogliamo, che troviamo (come dice Elliott Murphy) da “Pretty woman” di Roy Orbison a “Fire” di Springsteen. Ma di questo riparleremo.

# due

Riccardo _http://riccardo-uccheddu.blogspot.com/

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Il pensiero corre a tanti bar e locali, fuori piove forte e tira vento...

Lui vede lei come un uragano e percepisce la “calma� nei suoi occhi. # due

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mandala

by Kate

I mandala

I mandala

«Contenitore dell’essenza»

I

MANDALA sono dei disegni di origine tibetana usati per praticare la meditazione. La loro simbologia è ricca e complessa ma il loro significato è quello di mettere in relazione il centro con la periferia. Letteralmente "CONTENITORE DELL'ESSENZA", il Mandala è una forma espressiva carica di richiami spirituali. La sua forma più comune, il cerchio, è un immagine di equilibrio, armonia, totalità, dove inizio e fine coincidono. E' anche la proiezione della circolarità dell'esistenza, del ciclo della vita che non ha conclusione. Il Mandala, realizzato con pazienza e precisione dai monaci tibetani, porta con sé un messaggio di benessere e pace ma dopo un po' di tempo, proprio perché legato alla ciclicità delle cose, viene distrutto.

La sabbia utilizzata per la sua realizzazione viene dispersa, per ricordare la caducità di ogni cosa e la fragilità della vita umana.

I

l Mandala (in sanscrito “cerchio magico” ) è un potente simbolo per la nostra unità, l’equilibrio e l’armonia di tutto il nostro essere. La sua realizzazione e l’elaborazione della sua storia sono non solo un momento di rilassamento, distensione e concentrazione, ma soprattutto una forma di spazio per se, per un momento di crescita e di sviluppo.

Non vi è al mondo un altro disegno simbolico così universale come il mandala; esiste da sempre, compare in tempi diversi e in ogni cultura visto che il più antico mandala sin qui conosciuto è una “ruota solare” paleolitica scoperta nell’Africa del sud. Noi troppo spesso viviamo nello strato superficiale delle cose, e perdiamo di vista il nostro centro. Meditare su un mandala vuol dire proprio questo, recuperare la coscienza del nostro centro.

# due

Kate _http://scaladicristallo.wordpress.com/

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CONSIGLI: TROVA un momento tranquillo della tua giornata. Mettiti a fissare il centro di questo disegno. RESPIRA in maniera ampia e distesa. DIMENTICATI di tutto ciò che ti circonda e rivolgi l'attenzione al tuo centro. Immagina di entrare dentro in profondità di te stesso, in un punto preciso del corpo. Può essere il cuore, la testa, l'ombelico, non importa quale, sarai tu a capire quale quando ci entrerai. LASCIATI andare alla sensazione di benessere che provi, senza aspettare che nulla di particolare accada. Sii semplicemente cosciente di ciò che avviene. Fissando un Mandala per un po' nel suo centro si potrà avvertire una strana sensazione nel terzo occhio, niente di preoccupante, sono energie bloccate che si sciolgono, flusso della corrente che ti trascina. - Quando un pensiero si affaccia, osservalo, e lascialo andare. - Cerca di essere costante e praticare sempre agli stessi orari. - Crea un tuo spazio personale per la meditazione, dove sei sicuro di non essere disturbato. - Crea un tuo rituale che ti faciliti la meditazione: usa incenso, un vestito particolare, una candela. Utilizzando il colore, l'immagine e il segno all'interno di questa struttura, sia i bambini che gli adulti sviluppano un senso di armonia e di pace un momento di rilassamento un modo di pensare nuovo e creativo una positiva esperienza mente-corpo una maggiore consapevolezza un risveglio della creatività e dell’espressione artistica. In molte scuole questo metodo viene utilizzato già da alcuni anni con successo e interesse da parte dei bambini come esperienza piacevole, divertente e ricca di significato.

http://www.free-mandala.com/it/start.html

#due

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EMMAUS

cultura e spettacolo

# due

S

by Elle

IMPATICO, ANTIPATICO, NARCISO, LEZIOSO, bravo,

pessimo, lucido, vacuo. Chissà perché quando si parla di Baricco è inevitabile che ci si ritrovi più o meno sempre di fronte agli stessi aggettivi dissonanti. Chissà perché suscita questi sentimenti ambivalenti e contrastanti, lui, costantemente messo in mezzo tra detrattori e fans osannanti. E lui ci sta, senza scomporsi, calmo e placido, è artista anche in questo. Da Oceanomare in poi, tra romanzi, Totem, reading e qualche raro editoriale su Repubblica, l'ho sempre seguito Baricco. E l’ho seguito fin sulla strada che conduce a Emmaus, ché se non fosse arrivato come regalo di Natale, comunque lo avrei letto lo stesso, prima o poi. Quel titolo rosso su copertina color crema, l'assenza di bibliografia dell'autore e di riassunto all'interno dei risvolti, mi avevano già ammaliato in libreria e per me si sa, la letteratura è fatta anche di questi insensati coupsde foudre. Emmaus l'ho letto in due settimane, ma volendo si potrebbero leggere anche in un giorno solo le 139 pagine di cui si compone, talmente la storia scorre fluida in un linguaggio asciuttovmavdenso.

Io di solito Baricco lo leggo piano, lentamente, o meglio, divoro le frasi, ma poi torno indietro molte volte sulla stessa pagina e sono capace di stare anche mezzora sulla stessa, finché non son convinta di come l'ho letta e di cosavmivhavcomunicato. Non questa volta: con Emmaus ho seguito un rituale preciso, dieci pagine al giorno, non una di più né una di meno, con estrema cura. Appuntamento fisso serale, lui mi aspetta edviovaspettovluivevviavchevsivva,vinsieme. Prima ancora di iniziarlo, nemmeno a farlo apposta, mi capita tra le mani un articolo su La Stampa, che a prima vista sembra quasi scoraggiarne la lettura, ma essendo scritto in modo molto accattivante, anziché frenarmi, accelera i tempi e la voglia. Si inizia. Un breve prologo di due paginette, poi via fino al primo grande spazio che separavlevrighevavpaginav20. "Abbiamo tutti sedici, diciassette anni, ma senza saperlo veramente, è l'unica età che possiamovimmaginare:vavstentovsappiamovilvpassato". Esordisce con queste parole Emmaus ed io sono già ubriaca, ma lucida. Ovvero, mi rendo conto che un libro non lo valuti certamente da una frase, impossibile, eppure a me, proprio come a sedici-diciassette anni, sembra già di poter trarre conclusioni, di aver trovatovunvsenso,vavtutto. Vado avanti e mi piace Emmaus anche quando descrive come vivono questi ragazzi dentro famiglie borghesi, con la luce che spesso è ritenuta un disturbo e grati alla nebbia, quando definiscevtuttovquesto unvcorredovdellavnormalitàvd'ordinanza. Mi piace il linguaggio ricercato (e Baricco ce l'ha, eppure non lo usa qui) ma che a leggerlo sembra (o è) così naturale, ché la frase ti si scioglie in bocca e le sensazioni che descrive le conosci, le ri-conosci perché ti si muovono dentro.

Elle _http://2elle.wordpress.com/

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C'è chi rimprovera a Baricco che questa storia di Emmaus è vuota, che non regge, che è solo il maldestro tentativo di un ateo di integrarsi o allargarsi in un contesto cattolico, c'è addirittura chi,vavtalvproposito,vhavmillantatovun'ipoteticavconversionevdell'autore. A costoro chiederei allora se la locanda Almayer di Oceanomare non sia da considerare forse una metafora esistenziale, o se quel paesino della Francia meridionale, Lavilledieu (!) in cui è ambientata la storia-favola Seta, sia forse anch'esso luogo reale. Baricco in questo libro semplicemente si spoglia di certi virtuosismi pur restando stilisticamente un autore capace di farvvibrarevlavprosavconvnotevdivpacatavpoesia. E allora non so se sia da preferire quel tempo imprecisato (eppur meraviglioso) che è stato lo scenario dei suoi precedenti romanzi a questo spaccato di vita comune, ritratta nei suoi dubbi, nellevsuevipocrisie,vconvunvvelovdivtristezza. Baricco stesso nella presentazione di Emmaus al Teatro Valle di Roma definisce il suo romanzo scrittovconvdurezzavevpersinovunvpo'vtriste, désagréable. Ma così è la vita, ché "nell'assenza di senso, il mondo pur tuttavia accade, e in quell'acrobazia di esistere senza coordinate c'è una bellezza, perfino una nobiltà, talvolta che noi non sappiamo" (pag.86). Alessandro Baricco Emmaus - Feltrinelli 2009 pp. 139 euro 13,0 0

# due

Alessandro Baricco

Ci sono pagine semplicemente perfette nella loro semplicità lineare, dettate da un io narrante (è scritto tutto in prima persona) che racconta di tre amici e Andre, il personaggio femminile centrale della storia. Andre con l'accento sulla A e che sta per Andrea ovviamente, nome in genere maschile, ma che qui è donna ed ha il suo perché. E la ritrae così:"Porta i capelli lunghi, ma con il furore di un indiano d'America - mai vista sistemarli o spazzolarli, li porta e basta. Tutta la sua meraviglia è nel volto - il colore degli occhi, lo spigolo degli zigomi, la bocca, non sembra necessario guardare altro - il suo corpo è soltanto un modo di stare, di appoggiare il peso, di andarsene - è una conseguenza." (pag. 19). Sullo sfondo restano sfocate le famiglie di una qualunque città di provincia, l’ospedale, la parrocchia, la scuola. Ma Baricco è esemplare nel disegnare i suoi personaggi non solo perché li rende vivi che li senti muoversi nelle pagine, ma soprattutto perché al di là delle connotazioni fisiche o delle battute di dialogo, non riporta solo parole, ma i loro pensieri, le riflessioni, facendo spazio a quella vocina interna che tutti sentiamo e che normalmente, resta confinata dentro. E' così che si impara a riconoscere Bobby, Luca e il Santo e quell'io narrante che non ha nome ma che ti fa sentire come quei discepoli a Emmaus, che faticano a riconoscere ciò che appare per quello che realmente è. Ed è bravo Baricco a ricordarcelo, perché quei ragazzi ci appartengono, sono tutti noi, perché anche noi abbiamo avuto la loro età e per ognuno di noi è statovdifficilevcrescere. E' difficile anche oggi crescere da adulti, nel confine di quell'età mentale di sedici diciassette anni,vsemprevintentivevindaffarativavcelarevpaurevevfragilità. Quando invece sono proprio quelle, le domande che si decide di non porre e quegli sbarramenti che non riusciamo ad abbattere che potrebbero restituirci ad una vita più libera.

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a spasso per Roma...

by Folletta

con Folletta... MI VOGLIO SEDERE, CI SARÀ POSTO SOTTO LA QUERCIA GRANDE?

Stamani

UN BRIVIDO SULLA PELLE, qualcosa nell’aria mi dice che sarà una giornata speciale, qualcosa mi chiama, alzo lo sguardo e un cielo turchino mi fa strizzare gli occhi, non una nuvola dopo tanta pioggia e tanta umidità, mi sento sulla faccia un bacio caldo, il bacio del sole che mi avvolge in un tepore diverso. I piedi vanno, loro sanno dove portarmi,

Pamphili è vicina,

arrivo a grande portale seicentesco.

Un

Piazza Ottavilla

in una mezz’ora e poi a sinistra si apre il

Villa Vecchia, La Cappella, non è

bellissimo viale ombreggiato da alti platani mi porta all’interno della

sulla sinistra, ermeticamente chiusa e circondata da una cancellata possibile visitarla.

# due

Villa

Folletta _http://folletta.kataweb.it/

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Più avanti ancora la Villa Nuova , il Giardino Segreto bellissimo, un curatissimo giardino all’italiana. Passeggio e mi beo di questo sole, delle primule e dell’odore dell’erba appena tagliata.

Un velo di nebbia sottile viene dallo stagno e le ninfee e giunchi si stirano verso il tepore del giorno che avanza, e poi il ruscello, piccole cascatelle argentine e intorno le erbe aromatiche e le ginestre fino ad arrivare giù al laghetto dove le papere si tuffano (si sono umili papere non cigni maestosi, però mi sono tanto simpatiche) a caccia di enormi pesci rossi che sfuggono con maestria. Mi voglio sedere, ci sarà posto sotto la Quercia grande? No, mamme con le carrozzine e ragazzi che si abbracciano hanno occupato tutto lo spazio, fa nulla, continuo a camminare serena, il sole è caldo adesso, un sole primaverile che mi fa slacciare il cappotto e togliere la mia inseparabile sciarpona dai mille colori, il cappellino lo tengo però, i folletti non si separano mai dal loro cappellino a cono. Profumo di eucalipti, il grande prato, mi siedo su quel prato, mi sdraio anzi. All’improvviso un eco dal passato, mi sembra quasi di sentirli gli spari e il nitrito dei cavalli, i richiami dei garibaldini che il 2 giugno del 1849 cercarono invano di scacciare le truppe di Napoleone III in difesa della Repubblica Romana, una battaglia durissima in nome della libertà che si è consumata proprio qui in questo paradiso verde. All’improvviso il silenzio mi riavvolge, tutto si è consumato tanto tempo fa. Quanta pace adesso, mille persone e tantissimi bambini, ma la voce si disperde lontana. Profumo di vento e di fresie e di narcisi, profumo di qualcuno lontano, una stretta nel fondo del cuore, passerà e tornerai e sarà primavera inoltrata e allora sarai qui al mio fianco a passeggiare in bicicletta con me, e ci sdraieremo ancora a guardare il sole e a sentire il vento sul viso e mi dirai tutto senza parole, soltanto accarezzandomi piano la mano.

# due

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l’opinione

by Arthur

incontrarsi e innamorarsi... OGGI SEMPRE PIÙ SPESSO, SI CREANO DEGLI SPAZI INVIOLABILI...

S

TATISTICHE A PARTE, sembra che ci

siano sempre di più uomini e donne single; discutendo, qualche giorno fa con degli amici di uomini e donne che non hanno mai vissuto una vera e propria vita di coppia (matrimonio, convivenza…), quindi senza un partner, mi è venuto in mente un articolo che avevo letto su Dweb Repubblica, dal titolo molto emblematico “Adulti (non) Innamorati”. Lo psicanalista Sergio Benvenuto, intervistato sul perché è così difficile incontrarsi e trovare un partner da grandi, spiegava tra le altre cose che “viviamo in una società democratica, dove nessuno si rassegna più al proprio rango, sia esso economico, culturale o erotico” e si assiste ad una specie di “arrivismo per cui nessuno accetta più il proprio rango. Non a caso c'è il boom della chirurgia estetica". Per certe donne, il desiderio di un compagno con un “rango economico, culturale o erotico” al di sopra della media, diventa un obiettivo spesso irraggiungibile, al punto che sembra di vivere in un mondo di uomini “sottodimensionati”, mai realmente all’altezza delle loro aspettative. Una mia amica, gran bella donna, ha spesso giustificato la sua “solitudine”, con il fatto di non aver mai incontrato l’uomo adatto per lei (bello, aitante, con un’ottima posizione sociale…). Aveva, a suo tempo, vissuto una storia (senza convivenza) e, chissà come mai, terminata ed ora, quando ne incontrava uno, o era già sposato o non era (lui) interessato.

# due

Arthur _http://ilmondodiarthur.wordpress.com/

Discorso ricorrente, sempre lo stesso, quasi a voler affermare una verità e lei? Una vittima. Una verità quindi da raccontare come fosse quasi una discolpa. Non riesco a vedere in questa loro “sventura”, una condizione particolare; ho difficoltà a crederle sfortunate, perché c’è chi ci ha creduto ed anche ricominciato e per farlo, ha dovuto investire tante energie, magari non sempre ben ripagate, ma senz’altro con un “look rinnovato”, forte delle esperienze fatte, con una gran voglia di rimettersi in gioco e di risentirsi vivo dentro. Qualcosa non mi torna! Forse è colpa di quest’isteria, come dice lo psicanalista, di questa nascente cultura dell’insoddisfazione, dove predomina il desiderio di sentirsi insoddisfatti, per non vedere problemi non risolti, sottovalutati. Crogiolarsi in ipotetiche sfortune, alla ricerca dell’uomo o della donna che spesso non esiste e, dove c’è stato, fonte di tante sofferenze,sahimè. E’ vero, oggi sempre più spesso, si creano degli spazi inviolabili, fatti a proprio uso e consumo, chi è solo, raggiunge un suo equilibrio interiore, del quale non riesce a farne a meno e, soprattutto non è disposto a condividerlo con un probabile partner. Le condizioni economiche sono più rosee e, ridurre un rapporto solo in termini di “ farsi compagnia, lavare decine di camice, dividere le spese della casa”, è quantomeno svilente, come se non si volesse intendere che, sono ben altre le cose che uniscono due persone.

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L

A CONVIVENZA È UNA SCELTA, oltre che importante, anche molto faticosa, sia in termini fisici che emotivi. Scegliere di dividere la propria vita con un altro, vuole anche dire costruire la possibilità di interagire in maniera profonda e completa. Creare quella intimità d’intenti, come mi piace chiamarla, che nel tempo, diventa unica e irripetibile (vedi i due vecchietti che, al supermercato si tengono per mano…). Certamente, le lagne, il mal di testa, e i giramenti di … fanno parte del rischio che si è scelto di correre, altrimenti, cosa resta? Soltanto la consapevolezza della propria solitudine. E’ vero, viviamo in un’epoca in cui siamo un po’ viziati ma, anche molto egoisti, aggiungo. Dividere il nostro bene amato orticello, ci dispiace, presi come siamo nel pensare che, tutti i sacrifici fatti, gli obiettivi raggiunti, siano solo a nostro esclusivo appannaggio, e quindi si ricorre a scelte diciamo così “estreme”…

«viviamo in una società democratica, dove nessuno si rassegna al proprio rango, sia esso economico, culturale o erotico... «

… stasera ho voglia di uscire, ti telefono, sei disponibile, ci agghindiamo come non mai, ceniamo insieme e, tra una collezione di francobolli e qualche manicaretto, magari ti fermi a casa mia e facciamo all’amore. Coccole a non finire, passione sfrenata e, quando mi saluti, ci guardiamo teneramente negli occhi, sapendo però che, una volta chiusa la porta di casa, mi posso tranquillamente mettere nel mio bel lettone matrimoniale a baldacchino (ovviamente moderno…), con materasso in lattice ultra ergonomico, coperto da un leggerissimo piumino danese imbottito di piuma d’oca di primissima scelta, con una gamba di qua e un’altra di là. E già, è più comodo, ma resta pur sempre la voglia di non risolvere il problema, se esiste ovviamente. # due

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il sigor blogaventura

by Fabio

l’incantevole Barcellona...

I

l sole spacca le pietre alla mattina sul Passeig de Colom e, a volte, per raggiungere il mercato della Boqueria, che si affaccia sulla Rambla, preferisco addentrarmi nei vicoli del Barri Gotic. C'è “un'aria spessa, gonfia di odori”, proprio come nei quartieri della città vecchia di Fabrizio De Andrè, in questo dedalo di vie strette dove non passa mai la luce. Ma almeno, si sfugge ai raggi del sol leone che, d'estate, picchia senza pietà. Di tanto in tanto i vicoli si aprono in soleggiate piazze. Plaça Real coi suoi portici, le palme, i suoi locali di ristoro è di certo la mia preferita. Osservo l'aria pigra e distratta dei turisti mentre, seduti al tavolino, sorseggiano un caffè e consultano le guide per organizzare le passeggiate della giornata. Proseguo nel mio cammino fra i vicoli ed ecco, finalmente, la Rambla illuminata dal sole del mattino.

# due

Fabio Melis _http://volodinotte.typepad.com/

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La percorro in salita, quasi contro corrente rispetto al fiume in piena della folla che discende verso il porto. Faccio un po' di fatica a districarmi col mio fido carrello della spesa ma, comunque, arrivo al mercato. Viene l'acquolina in bocca nell'ammirare tutto quel ben di Dio così sapientemente esposto: i pesci d'argento, le aragoste dal rosso carapace, il tripudio della frutta, i profumati salumi e, persino, le uova di struzzo: inevitabile cedere alla tentazione di assaggiare qualcosa, anche se sono appena le nove del mattino e, a quest'ora, dalle nostre parti, non si va oltre un cornetto e un cappuccino. Ho acquistato del prosciutto e del formaggio per i panini e, soprattutto molta frutta perché, col caldo che fa, è sicuramente il cibo più appropriato. Sono già stanco e sudato quando torno a casa a prendere la mia famigliola per la quotidiana escursione. Mi faccio la doccia e poi, di nuovo in marcia, attraverso i vicoli per raggiungere il centro. Siamo veramente sfor tunati perché, quest'anno, la facciata della cattedrale, col suo bellissimo portale gotico, è “impacchettata” per restauri. Ma Barcellona è una città piena di risorse che non delude mai i suoi visitatori. Dopo aver percorso le centrali vie dello shopping e visitato i lussuosi magazzini “El Corte Ingles”, raggiungiamo l'affollata e caotica Plaça de Catalunya per dirigerci verso il Passeig de Graçia: è qui che si entra nello straordinario mondo di Antoni Gaudì, nel quartiere dell'Eixample coi suoi edifici modernisti. Ricorda il dorso squamoso e brillante di un drago il tetto della Casa Battlò; bellissime le maioliche che rivestono la tromba delle scale con gradazioni che fluttuano dal bianco al celeste sino al blu più cupo. Originali ma austeri gli arredi di questa dimora gentilizia.

modernità ed eleganza pervadono gli ambienti di questa casa. Ma forse è la stanza dei bambini l'ambiente che più attira la nostra attenzione: mi sembra quasi di vedere quei bimbi di buona famiglia, vestiti alla marinara, mentre si dilettano coi loro giocattoli... ma la governante chiama: bisogna lavarsi le mani perché è l'ora della merenda... Noi, invece lasciamo la Pedrera e ci concediamo un attimo di relax su una panchina. -Mamma presto!- dice allarmata Valentina -Sposta la borsa che quel tipo sta cercando di prenderla!- E' veramente un attimo e, per fortuna, anche stavolta, come ieri sera, quando siamo andati a mangiare la paella a Barceloneta, il portafogli è salvo. Perché bisogna tenere sempre gli occhi aperti nella grande città catalana, non distrarsi mai sulla metropolitana, fra la folla della Rambla e neanche quando lo sguardo è rapito dalle ardite guglie della Sagrada Familia. Rimaniamo senza fiato al cospetto di questa grande opera: davanti alle sculture e i merletti che adornano le sue facciate, a tratti annerite dallo smog cittadino, alle gru che si ergono fra le torri della chiesa in costruzione. Ci vorranno parecchi decenni prima che questo monumentale edificio venga completato... Ma, il mio committente- spiega il mistico Gaudì - non ha fretta e ha tutto il tempo che vuole... Noi, invece, abbiamo solo altri quattro giorni per esplorare questa metropoli, per ammirare i suoi panorami dal sacro monte del Tibidabo, le architetture e i viali alberati del Parc Guell, raggiungere il colle del Montjuich da Barceloneta sor volando il por to col Trasbordador aerei. Solo pochi giorni, è vero. Ma un'intera vita, per non dimenticare l'incantevole Barcellona.

Usciamo ed ecco, più avanti, gli ondivaghi profili della casa Milà, ai più nota come la Pedrera: sembra un esercito di minacciosi giganti armati la sequela dei camini sul tetto dell'edificio. Tuttavia, visitando gli appartamenti, prevale il senso di un'ovattata e tranquilla vita borghese: lusso,

# due

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Antoni Gaudí Reus, 25 giugno 1852 – Barcellona, 10 giugno 1926

Casa Milà detta la Pedrera dal Catalano Pedrera= cava di pietra La Sagrada Familia Mercato del pesce

# due

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radio OnAir

B

EH, SONO STATA STUZZICATA DAI BRAVISSIMI EDITORI di questo magazine on line e come rifiutare, mi hanno già coccolata … così ho pensato, perché no, perché non aprire una finestra sul mio mondo. Infondo la primavera è il periodo dell’anno in cui le apriamo più volentieri per cambiare aria, per sentire il fresco profumo. Apro metaforicamente la finestra sulla Radio. LA RADIO è quell’aggeggino che probabilmente avrete in macchina, o anche in casa, io ne ho di sparse ovunque … tempo fa ne avevo una collegata al pulsante di accensione delle luci in bagno, così, come gli sciacquoni giapponesi suonano quando vanno in uso, il mio bagno emetteva musica quando dentro c’era qualcuno. Ma questo non è il post, il post vuole raccontare qualcosa della radio vista da dentro … anche perché ammetto che io da fuori non l’ho mai vista: la prima volta che ho “trasmesso” in diretta avevo 14 anni, e credetemi, prima di allora l’accendevo davvero di rado! Molti di voi conoscono un solo aspetto della radio ed è proprio quello della diretta, molti amano le radio, molti le odiano, ma sicuramente, a differenza della televisione, non è invasiva, non obbliga alla permanenza in un posto e non stanca la vista.

by OnAir

è la luce che vi permette di vedere la cima imbiancata. Ma sotto la punta c’è la base, e sapete, è davvero mooolto profonda. In radio ci sono tantissime figure, possiamo dire che dentro una radio ci lavorano tante persone, molte diverse e assolutamente utili tutte quante, perfino la signora che viene a fare le pulizie è necessaria per la nostra sopravvivenza. Chi fa radio non fa un mestiere, vive un mestiere. Qualcosa si impara, la parte tecnica, ma il resto no, è solo passione. Se sarete curiosi, piano, piano scoprirete come funziona una piccola radio, di come si lavora nei network ne ho solo una piccola esperienza! Allora, visto che ho nominato gli speaker, partiamo di li! Chi è e cosa fa uno speaker radiofonico (o conduttore): esattamente come dice la parola, tradotta, è la persona che parla. Gli speaker parlano quasi sempre da soli guardando dei monitor. Per diventare speaker non è necessario avere una voce particolarmente bella, ma deve essere una voce godibile, la proprietà di linguaggio è molto importante, come molto importante la capacità comunicativa, la facilità di riassumere in breve un argomento.

La trasmissione, quella che magari state ascoltando ora, è la punta dell’iceberg della radio e il conduttore o la conduttrice (o speaker, o erroneamente chiamati dj)

# due

OnAir _e-mail: thebestmagazine@ymail.com/

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N

ELLE RADIO REGIONALI non è fondamentale avere una dizione perfetta e comunque anche in molti network la dizione priva di inflessioni è ormai in disuso. Come facciamo ad avere sempre argomenti di cui discutere? Semplice, leggiamo molto e poi, infondo, trasmettere è come parlare al bar con gli amici, solo che non parliamo (a parte qualcuno) dei fatti nostri. COME SI FA A DIVENTARE SPEAKER? Per prima cosa, siete sicuri di voler diventare speaker? Perché in radio si lavora più spesso nei giorni di festa, spesso di sera, il giorno di Natale e anche il primo dell’anno. Se amate comunicare con tutti, dai bambini agli anziani, se amate tutta la musica (e non un solo genere), se siete in grado di mettere da parte i vostri momenti no quando occorre, se non vi spaventa discutere con il vostro editore per qualsiasi cosa, allora continuate a leggere!

sceglie in assoluto quale musica programmare e non solo, chi vuole fare lo speaker non trasmette per se stesso, ma per chi ascolta in primis e naturalmente anche per la “sua” radio e per tutti i suoi colleghi. Una mancanza di rispetto in diretta verso persone, cose, eventi, non sarà vostra personale, ma sarà di tutto lo staff. Ricordate che parlare in pubblico non è facile, perché bisogna cercare di non urtare la sensibilità altrui, pur avendo la possibilità di esporre il proprio punto di vista … Lezione numero uno finita, vado .. tra poco sarò in diretta! Bye OnAir

AVVICINARSI ad una radio locale è il primo passo, entrare per vedere e imparare è fondamentale. Questo è il momento più lungo e carico di input: quando una piccola radio accetta di farvi vedere come funziona vi insegnerà i rudimenti della trasmissione, come parlare e contemporaneamente muovere gli slide del mixer , comincerete presto a sentire brani che forse nemmeno conoscete e amate, ma che dovrete ricordarvi in futuro. E’ fondamentale sapere che chi trasmette non

# due

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l’intervista

by Solindue

l’intervista a Shulung

N

ON SO NIENTE DI MEDITAZIONE, mai fatto terapie di gruppo. “Oh Cielo!” Ho pensato, “non sarò l’unica! Se Shulung mi concedesse un’intervista potrebbe aprirsi per me una prospettiva di conoscenza completamente nuova.” Dopo Ermanno, che continua a messaggiarmi quasi tutti i giorni (!), ho giurato a me stessa che non avrei dato il mio numero di cellulare a nessun altro Blogger. Quindi lo contatto per mail. Nessun altra possibilità: io scriverò le domande e lui risponderà. Accetta … speriamo che funzioni.

Partiamo dai nomi. Gourishankar, Shulung, il Drago e non ultimo addirittura Maestro, quasi tu rappresentassi una guida “spirituale” … un Guru. Non significa per te una grande responsabilità? Da quanto tempo pratichi discipline orientali? Quando ho deciso, quasi per gioco, di aprire il blog Gourishankar, che prende il nome da una bellissima meditazione di Osho, non pensavo che si aprisse uno spazio importante nel mio percorso di sperimentazione. Per cui scelsi un nickname che richiamasse una suggestione esotica, orientaleggiante di qui Shulung che non ha un significato, ma è più un suono, il Drago invece è una reminiscenza della pratica delle varie discipline cinesi, tra le quali il Tai chi e il Qi gong, in quel contesto, infatti, prevale il simbolo cinese del drago che rappresenta l’energia con la quale si va ad interagire e lavorare. Non sono un maestro per gli altri, perché ognuno è maestro di se stesso e non sono nemmeno una guida spirituale o un guru, sono semplicemente una persona che sta sperimentando se stessa e che sta facendo una ricerca sulla propria interiorità e quando mi relaziono con gli altri la mia funzione è simile a quella di uno specchio, rimando ad ognuno l’immagine interiore di se di quel momento. Se questa interazione diventa costante, c’è chi sente effetti particolarmente positivi o riceve indirettamente aiuto in tal caso non posso che esserne felice, ma tutto avviene nelle persone stesse che interagiscono con me, io non faccio assolutamente nulla. Per citare Osho posso dire che “la funzione del maestro è quella di renderti consapevole della tua sete, della tua fame, del tuo profondo desiderio, dell’anelito che hai sempre evitato di

# due

Solindue _http://solindue.wordpress.com/

guardare in faccia. L’arte del maestro è proprio quella di farti sentire la sete e la fame di raggiungere il tuo essere, perché fino a che non lo raggiungerai resterai cieco, rimarrai nelle tenebre, subirai la nascita, subirai la morte e subirai ciò che accade tra le due. Per portarti oltre la sofferenza, per consentirti la libertà, occorre creare un’intensa urgenza…….Raggiungere il tuo centro non è qualcosa che può essere rimandato…… ed è la tua stessa sorgente, quindi se fai uno sforzo intenso per cercarla, sei destinato a trovarla……nessuno può evitare di trovarla……non puoi evitare l’incontro con la tua natura.” Come e quando hai iniziato, viaggi in oriente, India? Gruppi di meditazione? Ho iniziato a lavorare con il corpo e sul corpo dall’adolescenza, ma mi sono avvicinato alle discipline orientali all’età di 25 anni iniziando con il Karate coreano, poi l’Hata yoga, più di recente, si parla comunque di 10 anni fa, ho praticato lo Shaolin chuan per due anni, il Tai chi per sei e il Qi gong per tre, poi lo Yoga kundalini per circa un anno. Da circa tre pratico il Tantra. Ma sei anche un insegnante? Anche se sono operatore olistico trainer, ancora non insegno e non tengo corsi, tuttavia da settembre ho intenzione di iniziare un corso dove lavorerò con tecniche energetiche del corpo e meditazioni attive, offrendo la mia esperienza a chi vuole conoscere le proprie potenzialità. Per ora lavoro con un gruppo, che gestisco insieme ad una amica che lavora sui sogni e facciamo degli incontri mensili ormai da più di due anni.

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Abbiamo tenuto dei seminari e presentato la nostra iniziativa in varie associazioni. Da un anno lavoriamo anche negli istituti di pena. Spiegami un attimo, Qi gong, Yoga kundalini … immagino siano discipline in qualche modo legate anche se provenienti da culture diverse. Il Qi gong è un’antichissima disciplina salutistica ed energetica cinese, letteralmente significa lavorare sull’energia, ha derivazioni shamaniche e si basa sul respiro la postura e la concentrazione mentale. Lo Yoga kundalini lavora sui centri energetici e in particolare sull’energia di base la Kundalini appunto, con meditazioni, mantra, canti, esercizi dinamici sul corpo. Mentre invece il Tantra …. è divenuto famoso immagino in occidente per le pratiche sessuali … perdonami ma mi vengono in mente le famose 5 ore di sesso “tantrico” favoleggiate Sting. Il Tantra è aprirsi completamente all’energia vitale, lasciarsene impregnare fino ad esserne strapieni, fino ad arrivare ai limiti del proprio sistema corpo-mente e fino a scoprire ciò che ci aspetta al di là della coscienza ordinaria. Ci invita a conoscerci profondamente attraverso il corpo, l ’energia e le emozioni, che vissuti con c o n s a p e v o l e z z a, d i v e n t a n o s t r u m e n t i d i meditazione e di espansione. Il Tantra che pratico è basato sulle meditazioni e sull’utilizzo dell’energia sessuale: il lasciar accadere e liberamente sperimentare gli stati di coscienza. In questo modo si acquisisce consapevolezza e si espande l’energia, identificandosi sempre di più con la propria sorgente, la propria autenticità e totalità. Sting e Tantra in occidente sono diventati sinonimi, in realtà la performance sessuale è solo un aspetto, peraltro marginale, degli effetti del Tantra. Ma attraverso queste diverse discipline si può arrivare anche ad un controllo dei pensieri e della mente per processi di autoguarigione?

Il Qi gong, in particolare, a livelli molto avanzati può avere effetto coadiuvante sui processi di autoguarigione, tant’è vero che viene utilizzato in alcuni ospedali soprattutto in Cina ma anche in altri paesi e va ad affiancare le terapie tradizionali. Il pensiero e la mente non possono essere controllati perché il controllo è già una funzione delle mente, possono solo essere osservati e lasciati agire creando la condizione del “testimone” cioè di colui che osserva. Sono discipline propedeutiche anche alla pratica delle arti marziali? Soprattutto il Qi gong e il Tai chi. Perché permettono di gestire l’energia da indirizzare in varie parti del corpo e rendere quindi più efficaci i movimenti e le tecniche utilizzate nelle forme e nei combattimenti. Quale seguace di Osho hai un nome shannyasin? Osho è solo un tramite, non sono un suo seguace, mi ha solo indicato la via e io la sto seguendo in piena autonomia. Il percorso è individuale, unico e diverso per ognuno di noi. Il mio nome da sannyasin è Premartha. Hai delle letture da consigliare per chi come me da profana volesse iniziare un percorso di conoscenza? Di libri ce ne sono tantissimi, poi la scelta è soggettiva, nel mio caso i libri hanno scelto me nel senso che mi sono caduti tra le mani, piuttosto che sceglierli io…..comunque trovo che due siano importanti…..”I segreti del Tantra” Osho – ed. Bompiani e “I Libri del Fiore d’oro Osho” sempre di Bompiani. Consiglio pure il bellissimo libro di Radha Luglio allieva di Osho e mia maestra di tantra “Un modo di vivere e di amare” ed. tecniche nuove. Basta fare una ricerca online sul tantra e si otterranno numerosi indicazioni, tuttavia la sola lettura non è sufficiente per iniziare un percorso di conoscenza, la pratica è caldamente consigliata.

L

o spazio per la mia intervista è terminato. Vorrei in realtà proseguire con una serie interminabile di domande tanto sono incuriosita. Ho visto una sua foto sul Blog, me lo immagino una persona con una voce calda e tranquilla. Molto sicuro di sé. Un uomo che sa trasmettere serenità. Oh Cielo, sono soddisfatta … cioè ho una sola delusione: quelle cinque ora di Sting … davvero io ci speravo!

# due

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non tutti sanno che...

by Godot

FORSE NON TUTTI SANNO CHE... ...ESISTE UN DECALOGO PER RENDERE IL VOSTRO BLOG UNO DEI PIÙ CLICCATI?

F

ORSE NON TUTTI SANNO CHE… esiste un decalogo per rendere il vostro blog uno tra i più “cliccati”!

Regole che devo esser sincera non seguo. Perché spesso e volentieri a perderne ne è la scrittura stessa. Ma se il vostro scopo non è quello di esercitarsi a scrivere, o simili, se avete dei sogni di gloria e volete esser letti da quanta più gente possibile… allora… prendete carta e penna e prendete appunti, anzi trattandosi di una rivista online aprite un foglio Word e divertitevi con il copia e incolla! ?

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# due

Siate ripetitivi! O anche ridondanti. Eh già perché Mr. Google e i vari altri motori di ricerca amano alla follia chi ripete all’infinito una stessa parola! Quindi buttate dalla finestra il dizionario dei sinonimi e contrari… stando bene attenti che non colpisca in testa qualche passante… e via! Ripetetevi

quanto più volete o potete. Infatti nella gerarchia di siti importanti sono più sù… quindi prima nella lista di siti, quelli che ripetono più volte la stessa parola. Ora d esempio, dopo aver detto “parola” tante volte in questo post… chissà che la gente digitando “parola” nel motore di ricerca non capiti da

L’unicità è blog! Avete mai pensato di scrivere un blog su qualcosa di assurdo? Beh, se così fosse allora coraggio. I blog più sono unici, più trattano argomenti particolari più sono cliccati. Ad esempio se l’argomento del vostro blog fosse il “Clavicembalo nel tardo ‘300” state sicuri che cultori del calvicembalo del tardo ‘300 accorreranno da voi. Ora i più rockettari

tra voi penseranno: “Wow una marmaglia di fanatici del clavicembalo” altri penseranno ancora: “Perché esiste chi si interessa di clavicembalo del tardo ‘300” altri ancora penseranno: “Proprio del tardo ‘300?”… ma provateci, funziona! Certo se non amate il clavicembalo potete sempre aprirvi un blog che ha come tema “l’estinzione dell’orsetto di peluche!”

Godot _http://dailygodot.wordpress.com/

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# due

Taggate. Non è una brutta parola, state tranquilli. I tag sono le parole chiave. Più parole chiave avete più Google, sempre lui, vi ama! Linka! Altra parola assurda. Questa volta intendo dire, linkate tutto il linkabile e fatevi linkare da chiunque sia disponibile! Il link funziona! Ovviamente cerca di farti linkare e di linkare solo siti e blog che ti siano affini, o comunque che non ti mettano in imbarazzo.Conosco gente che avrebbe voluto tanto chiudere un blog dopo esser stati linkati dalla sottoscritta. Quando linki… collega! Ora penserete che io abbia bevuto, ma così non è. Quello che è più odiato dagli utenti di blog e simili è trovare un link che non funziona. Non c’è niente che faccia inacidire di più cliccare e trovarsi davanti la pagina: “site not found”! Ne sa qualcosa il mouse contro il quale si rivolta tutta la mia rabbia repressa quando capita. Usate quante più immagini e video. Ovviamente stando ben attenti al copyright. Infatti Mr. Google e i suoi amici amano le immagini. Anzi. A volte cercando un’immagine pur non cercando un testo vi capiterà di essere reindirizzati sui blog che l’hanno utilizzata. Quindi sotto con le immagini ma non dimenticatevi le didascalie! Grassettate, sottolineate , colorate quante più parole è possibile! So che per molti a questo punto avrò scritto follie. Ma è vero. Sempre il nostro amatissimo Mr. Google crea la sua gerarchia (la famosta voce “pertinenza” dei motori di ricerca!) in base al tipo di carattere utilizzato. Quindi se è grassetto è più importante del sottolineato, che è più importante del corsivo, che è più importante del tondo. E se una parola o due vengono colorate, allora sappiate che il rosso è più importante del nero, che è più importante del bianco… e chi più ne ha più ne metta.

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Usate parole osé. Perché le parole osé chissà perché sono le parole che più attirano. Non vi sto invitando a mettervi un sito o un blog osé ma solo a usare qualche parola, qua e là che possa avere un doppio significato. Il risultato, beh, forse non sarà dei migliori, c’è da dirlo. Effettivamente quando un po’ di tempo fa ho digitato per una stranissima coincidenza “frustino”, e ha distanza di pochi giorni sempre in un contesto tutt’altro che osé “sadico” ho avuto un picco di visite… sul tipo di visitatori, beh, meglio sorvolare! Cercate sulla piattaforma o bacheca del tuo blog le parole più cercate, o le parole più taggate. Mantieniti informato, scrivere un post che abbia come tag la parola o l’argomento del giorno effettivamente aiuta… aiuta tanto! Ma soprattutto… divertitevi e fatelo notare! I lettori di blog sono un po’ come degli amici, nuovi e un po’ lontani. Ma si rendono conto se quando scrivete lo fate di malincuore oppure no. No? Giocate con tutto quello che vi permette di fare o di non fare il vostro blog. Ecco. Queste sono le 10 regole principali per far cliccare quanto più e possibile il vostro blog. Regole che come ho accennato di solito non seguo, tranne che, beh in questo caso. Anzi le ho seguite proprio tutte! E voi? Perché non ci provate anche voi e poi ci fate sapere come è andata?

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<meta-tag>... dippiù

by Luciano

POSTO CHE STIAMO OPERANDO IN FIREFOX, PROVIAMO A PREMERE LA SEQUENZA DI TASTI <CTRL>+<U>...

C

ARI LETTORI,

questo mese parliamo di uno strumento molto utile per le nostre chiacchierate su queste pagine. Si tratta di Firebug, che si può scaricare dal sito http://getfirebug.com/. Firebug è un plug-in, ossia un componente aggiuntivo, di Firefox, un browser Internet che la maggior parte di noi conoscerà e che non pochi avranno installato; si scarica dal sito http://www.mozillaeurope.org/it/firefox/. Ebbene, l'utilizzo congiunto di Firefox e di Firebug ci permette di analizzare il codice, il linguaggio che sta dietro alle nostre pagine. Una volta che il nostro PC avrà Firefox e Firebug installati, si potranno analizzare gli elementi costitutivi del codice, per la cui ispezione Firebug offre funzioni anche avanzate. Tuttavia, a noi interessano quelle più semplici, le quali già ci permetteranno di comprendere alcuni aspetti interessanti del linguaggio con cui sono costruite le pagine. Selezionando dal menu Strumenti, la voce Firebug e dal menu successivo Apri Firebug (il tutto si può abbreviare premendo il tasto F12, una volta avviato Firefox) si ottiene qualcosa di simile a quanto rappresentato in Figura 1.

# due

Luciano _http://lucianomarcelli.wordpress.com/

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Prima di procedere con Firebug, tuttavia, vorrei che quelli di voi che non hanno mai sbirciato dietro le quinte dessero adesso un'occhiata al codice che sta dietro una pagina Web. Per fare questo, i browser offrono comunque degli strumenti, più o meno elementari, per l'analisi del codice, senza che l'utente debba per questo installare alcunché di aggiuntivo (tipo Firebug, per l'appunto). Posto che stiamo operando in Firefox, proviamo a premere la sequenza di tasti <Ctrl>+<U>, oppure facciamo clic destro su di una zona della pagina che contenga soltanto testo semplice oppure lo sfondo, ma non collegamenti, immagini, oggetti, ecc. e scegliamo Visualizza sorgente pagina oppure ancora seguiamo il percorso di menu Visualizza, Sorgente pagina. Otteniamo così l'apertura di una finestra che contiene un editor di testo, con alcune voci di menu piuttosto semplici, ma nessuno strumento di una certa potenza, nella quale viene visualizzato il codice della pagina che stiamo visitando. Va detto subito che, qualora il browser stia visualizzando una pagina che risiede in Internet, non potremo apportare alcuna modifica permanente alla pagina stessa; qualora, invece, si tratti di una pagina presente sul nostro PC, lo potremmo fare. Il che, per ora, non ci interessa. Piuttosto, chiediamo a Firebug di mostrarci il codice che sta dietro a questa stessa pagina che stiamo leggendo. Premiamo il tasto <F12> sulla tastiera oppure, se preferiamo, seguiamo il percorso di menu Strumenti, Firebug, Apri Firebug. Ciò che si ottiene, nel riquadro principale di Firebug, è nuovamente la riproduzione del codice che sta dietro alla pagina Web in esame. Tuttavia, vi sono altri riquadri e strumenti differenti, rispetto alla finestra dell'editor di testo integrato nel browser. Gli elementi nella scheda HTML del riquadro a sinistra sono espandibili e comprimibili, al fine di facilitare l'analisi del codice. Il riquadro a destra mostra, nella scheda Stile,

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tutti gli elementi impostati nel CSS che governa questa pagina (CSS = Cascading Style Sheet; in italiano, foglio di stile). Non è affatto indispensabile che una pagina Web abbia un CSS associato; anzi, i fogli di stile sono una delle innovazioni aggiunte nel tempo alle pagine Web, al fine di arricchire di nuove caratteristiche il linguaggio originario, ossia lo HTML (Hyper Text Markup Language). Mettiamo adesso alla prova una delle funzionalità di Firebug che siano di maggiore interesse, per noi. Clicchiamo il secondo pulsante da sinistra, nella finestra inferiore sinistra: è quello rappresentato da un rettangolo con una freccia obliqua (passandovi sopra il mouse appare l'etichetta "Seleziona un elemento nella pagina da analizzare"). Ora, spaziando lungo la pagina, i vari elementi che la compongono vengono evidenziati, via via che vi scorre sopra il puntatore del mouse, mentre nel riquadro in basso a sinistra viene presentato il codice corrispondente e nel riquadro a destra lo stile applicato, preso tra quelli disponibili nel foglio di stile associato alla pagina, secondo le scelte di chi ha realizzato il template e secondo gli stili applicati da chi ha creato la pagina (nel caso delle nostre pagine, noi stessi). Se ora facciamo clic su di un elemento, per esempio sul paragrafo di testo che state leggendo, vediamo che il pulsante si disattiva, il codice dell'elemento (nel nostro caso il paragrafo) viene evidenziato nel riquadro in basso a sinistra, mentre nel riquadro a destra si ottiene la porzione di file CSS contenente le istruzioni di formattazione da applicare al paragrafo. Attenzione: il bello deve ancora venire! Non soltanto possiamo in questo modo renderci conto di come sono costruire le pagine che visitiamo. In aggiunta, possiamo sperimentare come sarebbero se ne modificassimo le impostazioni, potendo fare tali esperimenti non soltanto con pagine nostre residenti sul nostro PC ma anche su pagine caricate online, indifferentemente nostre o altrui!

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<meta-tag>... dippiù Naturalmente non abbiamo alcun potere di modificarle, in tal modo; in nessun caso. Tuttavia possiamo procurarci delle anteprime di qualsiasi modifica, con pochissimo sforzo e a impatto zero sull'esistente. Grandioso! Allora, senza patema alcuno, proviamo subito. Se avete fatto come dicevo fin qui, a destra dovreste avere le seguenti righe, tra le altre: p{ margin:0 0 15px; } Ebbene, facciamo doppio clic su 15px e proviamo ad aumentare e a diminuire quel 15 (mantenendo il px). Ecco allora che la distanza tra i paragrafi aumenta o diminuisce.

by Luciano

quali, per l'appunto, la modifica del foglio di stile associato al template in uso. Io direi: visualizziamo in Firefox le pagine del nostro blog personale e divertiamoci a vedere come sarebbero se apportassimo talune modifiche o tal altre. Se scopriamo che vi sono impostazioni che ci piacerebbe applicare, allora andiamo nella nostra area di amministrazione del blog, clicchiamo su Aspetto, nel menu a sinistra, e seguiamo le istruzioni per l'acquisto della possibilità di personalizzare i CSS dei template, utilizzando, all'occorrenza, la guida online di WordPress. Arrivederci al prossimo numero! Luciano

Pensate: non è che un esempio, replicabile per qualsiasi elemento di qualsiasi pagina stiamo visualizzando nel nostro browser. La cosa da notare è che, nel caso dei nostri blog, stiamo agendo su impostazioni fissate in maniera predefinita da chi ha realizzato il template che poi l'autore del blog ha scelto di applicare. Quindi, l'autore del blog (noi o altri non ha importanza) non possiede alcun controllo su queste impostazioni. Infatti, appena chiudiamo Firebug, tutto torna come da impostazioni predefinite. Il che vale in ogni caso: chiudendo Firebug tutto torna come prima; non soltanto per i nostri blog, ma per qualsiasi pagina il nostro browser stia visualizzando, ovunque essa risieda, chiunque abbia le credenziali per pubblicarla, modificarla o cancellarla. Già, ma qualora si tratti di pagine nostre, come tradurre le anteprime in modifiche reali, ove lo desiderassimo? Ebbene, se parliamo dei nostri blog su WordPress, mi dispiace darvi una notizia poco lieta: bisogna pagare. Via, non si tratta che di una modica somma, la quale aiuta WordPress a ospitare le pagine di una miriade di blogghisti, ai quali offre gratuitamente il servizio di base e una discreta serie di funzionalità, salvo chiedere un contributo per quelle più avanzate, tra le

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le stelle rispondono...

by Monica

la posta del cielo... Carissima Stella, non so se tu o le tue amiche del cielo potrete aiutarmi, ma provo comunque a scriverti, se non altro servirà a scaricarmi di un peso che ho dentro, difficile da confidare a qualcuno. Ho quarantasette anni, e da due mi diverto a girare su facebook. Due mesi fa ho ricevuto la richiesta di amicizia da parte di un uomo che credevo fosse un mio vecchio compagno delle medie. Lo stesso cognome, stesso nome....in realtà non era così. Chissà forse il caso. Dopo i primi commenti l'errore di persona è stato subito palese e la cosa ci ha fatto sorridere. Ci siamo scritti per un po', scambiati i telefoni ed abbiamo scoperto di avere tanto in comune. Almeno sulla carta. Non abita nella mia città, ma ad un ora di treno, e la scorsa settimana dopo tanta titubanza è venuto a trovarmi. Fra mille imbarazzi abbiamo pranzato assieme e poi è ripartito. Inutile ti dica che è stato un pranzo così piacevole! Davvero non provavo una tale sensazione di libertà e condivisione da tempo. Avrai capito che sono in pieno scombussolamento emotivo. Sono sposata , ho una figlia di quattordici anni e nonostante continui a ripetermi che non faccio niente di male, solo il fatto di scrivere, parlare e di aver pranzato con un uomo di nascosto alla mia famiglia mi riempie di sensi di colpa. Chissà forse solo il cielo potrà aiutarmi. Disperata '63 Carissima Amica, ti ringrazio innanzitutto per aver riposto nel mio spazio di cielo così tanta fiducia. Come sai nella vita io seguo sempre la strada che ha un cuore e un sorriso. Leggo il tuo sconforto, ma leggo anche la voglia di una donna ancora giovane di sentirsi al centro dell’attenzione, di sentirsi desiderata e corteggiata. Non conosco né te né la tua famiglia, ma se tutto fosse perfetto nella tua vita non avresti avvertito il bisogno di incontrare questo uomo di nascosto dai tuoi cari. Credo nell’amicizia tra uomo e donna e se tutto andasse bene tu vedresti in lui solo un amico. Non è detto che il tuo matrimonio debba essere necessariamente in crisi, magari è solo un po’ di routine, un po’ di noia e un po’ di stanchezza. Non credo nelle cose fatte di nascosto perché se una persona è cristallina portano sensi di colpa e fanno stare male. Solo tu conosci la tua vita e sai cosa non va nel tuo matrimonio, nella tua vita di donna, di madre e di moglie. Scegli un luogo a te ideale per riconciliarti con te stessa. Per me potrebbe essere la montagna, con gli alberi, l’aria fredda, la neve. Abbraccia gli alberi. Chiedi loro energia nuova e pura. Scegli il luogo a te più congeniale e lascia parlare il tuo io. Dialoga con lui. Il matrimonio è la tua casa. Il tuo essere madre e moglie è un dono. Parla con tuo marito. Leggi prima il tuo cuore e poi il suo. Ritornate sulla stessa frequenza e poi ti accorgerai che questa persona potrà essere solo un buon amico. Prima però devi riconciliarti con te stessa. Non so se sei credente ma Dio ascolta tutti e tutti noi in qualcosa crediamo. Parla con lui o direttamente o attraverso un rappresentante di Dio. Non ho la sfera di cristallo, ma ascolto il mio cuore. Un abbraccio di Luce, Stella Luce

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Stella Luce _http://stellasolitaria.wordpress.com/

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