Notizie della Terra di Altrove # 7

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Colophon: Notizie della Terra di Altrove Fanzine aperiodica del sito Terra di Altrove www.terradialtrove.it santamarta@terradialtrove.it Anno 3 N.7 ­ Dicembre 2013

Direttrice: La Locandiera TdA Redattori: Francesco Bignardelli e Demon Black In redazione: Nihal, Francesca Resta, ziadada, Appyl3, Aislinn, Dhana Nunziata, Kagura. Revisioni di: Demon Black, Francesco Bignardelli e Nihal Illustrazioni di: Francesca Resta Copertina di: Mattia Sarti http://robadimat.deviantart.com/ Foto Lucca Comics: Alberto Cremonini e Nihal

fanzine s.f. inv. dall'inglese fanatic (abbreviato in fan, appassionato) e magazine (rivista). Rivista amatoriale contenente notizie, informazioni, curiositĂ su un dato argomento realizzata da un gruppo di appassionati e destinata a un pubblico di appassionati Attenzione: in conseguenza del carattere amatoriale dell'opera, questa pubblicazione non ha da considerarsi qual testata giornalistica, nĂŠ mezzo di informazione o un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Copyright e Creative Commons: tutti i diritti sui contenuti di questa pubblicazione sono sotto la protezione del diritto d'autore (legge 22 aprile 1941 n. 633 e seguenti), liberamente distribuibili con licenza Creative Commons (Attribuzione, Non commerciale, Non opere derivate) Impaginazione a cura di NIHAL


Quanti mos tri ho conos ciuto con lo s correre inces s ante delle s tagioni. Creature dall'as petto ripugnante e il cuore puro e creature affas cinanti dall'anima corrotta, tanto corrotta che in loro pres enza s entivo un brivido lungo la s chiena. Li ho os s ervati da qui, dalla mia pos tazione dietro al bancone, interagire con loro s imili, mos tri come o più di loro, e relazionars i con gli altri, elfi, nani, viaggiatori di ogni razza e provenienza. Ci s arebbe molto da raccontare, ma non è ques to il luogo per un'analis i delle intenzioni, delle as pettative, dei des ideri dei tanti mos tri che abitano la Terra di Altrove. È s contato dirlo, ma i mos tri davvero pericolos i ovviamente s ono quelli dotati di un as petto normale, quando la mos truos ità è nell'anima allora davvero s i può fare molto male. Gli altri, tutti gli altri, mos truos i nelle fattezze, quando s ono effettivamente cattivi non rappres entano una grande ins idia, poiché il loro as petto li precede e mette in allerta quanti li circondano, e quelli buoni, quelli as s olutamente innocui, anzi. . . ben pres to mos trano il loro valore. Certo, s e non ci s i ferma alle apparenze. Altrimenti, s e ci facciamo bloccare dalla divers ità, ecco che ris chiamo di perdere qualcos a di prezios o, di non s coprire qualcuno di s peciale da cui magari avremmo avuto molto da imparare. D'altronde l'etimologia del termine mos tro lo chiaris ce, un mos tro è o potrebbe es s ere – nel bene o nel male – un grande prodigio. E allora occhi ben aperti e pronti a s oppes are s enza fretta il nos tro compagno di tavolo. Oggi offro io, tis ana e cioccoterra per tutti! E chi conos ce bene la locandiera e la s ua leggendaria “ pars imonia” s a che ques to è proprio un evento eccezionale. . . Un prodigio.

La Locandiera

Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


In Locanda si dice...

Un ottavo libro per Harry Potter….o c’è dell’altro?

Storie e dicerie su un nuovo libro di Joanne Kathleen Rowling, un proseguimento della famosissima saga di Harry Potter, ci sono sempre state, fin da quando la scrittrice aveva pubblicato il settimo e ultimo libro finale (Harry Potter e i doni della morte). L’autrice ha ogni tanto rilasciato sempre più nuove informazioni sul mondo magico da lei creato negli ultimi anni, rimanendo legata alla sua creazione, senza però mai parlare di un possibile ottavo libro della saga. Da questa estate però circola nel web la notizia secondo cui, durante un’intervista, la Rowling sia interessata a iniziare una stesura di un sequel di Harry Potter. Apriti cielo, la notizia ha subito infiammato gli animi dei tantissimi fan della saga iniziando a dare adito a innumerevoli possibilità e ipotesi su questo ottavo libro, del quale però non si è avuta più nessuna notizia. Giunge invece ancora più a sorpresa una notizia del 12 settembre, nella quale si annuncia che sarà tratta una saga cinematografica dal libro Gli animali fantastici: dove trovarli. L'autrice sarà la sceneggiatrice e la saga narrerà le avventure dell'autore del libro, Newt Scamandro, durante gli anni venti a New York. Non ci sarà nessun riferimento ad Harry, Lord Voldemort o altri personaggi della saga originale se non ad Albus Silente o a Gellert Grindelwald. Una nuova serie di film insomma che darà ancora più forza a chi si aspetta grandi cose dalla scrittrice britannica…E chissà se presto o tardi la Rowling non tornerà a parlare del suo ottavo libro… Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


-Sommario-Fantasy Straniero-

-Serie Tv e Animazione-

Pagina 6> Lovecraft

Le creature dei libri di

Pagina 20 > La Famiglia Addams

Pagina 8 >

La cittĂ delle bestie

Pagina 21 >

Pagina 9 >

Resident Evil

Pagina 21 >

-Fantasy Nostrano-

Pagina 10 >

Le Due Lune di Tarenzi

Pagina 11 >

Il fantastico in Italia

Carletto il Principe dei Mostri Bem, il mostro

-Fumetti-

Pagina 22 > Dylan Dog -Musica & Videogiochi-

Pagina 13 > Spazio d'Autore > Claudia Pagina 24 > Forcelloni disegnatrice per Monster Allergy

Sympathy for the devil

Pagina 25 > Atmosfer

-FilmFantasy-

Pagina 18 >

Alieni contro Mostri

Pagina 19 >

Hotel Transilvania

Pagina 26 >

Pagina 19 >

Il labirinto del Fauno

Pagina 33 > Naso d'Argento

-. . . Cuccioli &Relax. . . -

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Lucca Comics & Games 2013


-Le creature di LovecraftA cura di Francesco Bignardelli «Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arrecato troppo danno: ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura» Howard Phillips Lovecraf­ Il richiamo di Cthulhu

Definire bene lo stile di Howard Philips Lovecraft non è cosa facile. Quest’autore scrive racconti e romanzi amalgamando fantasy e fantascienza, unendo assieme mondi fantastici, a un’atmosfera di paura surreale, con un tocco di gotico alle volte grottesco. Si decisamente Lovecraft non è facile da catalogare e spesso, leggendo i suoi scritti ci si chiede se tali opere siano la creazione di un genio letterale o di un pazzo fuori dal mondo che lo circonda: ma non era Edgar Allan Poe a scrivere che “non è ancora ben chiaro se la pazzia sia o non sia la più alta forma d’intelligenza”? Di certo le creature che Lovecraft crea nel suo mondo narrativo, sono a dir poco particolari: mostri ed entità oniriche che solo nei peggiori degli incubi spereremmo di incontrare: decisamente parliamo di creature che servono a creare la giusta atmosfera di paura attorno a tutta la storia che si va a creare. Persone trovate pazze lungo la strada, boschi o paesini sperduti attorniati da un’atmosfera a dir poco irreale. In mezzo a questo mondo denso di paura e di follia, che i mostri di Lovecraft fanno capolino. Nelle pagine scritte dall’autore, esistono due principali gruppi di creature: "I Grandi Antichi" e gli "Dei Esterni"; i primi sono senza dubbio le presenze più citate, e le loro origini risalgono a miti e leggende del nostro mondo. Essi sono esseri "fisici" che vivono esiliati in qualche cripta sotterranea oppure si trovano in qualche dimensione onirica. I secondi provengono invece dallo spazio esterno o come nel caso di Azathoth dimorano al centro dell’Universo e confinano con il nostro mondo attraverso varchi nello spazio tempo. I Grandi Antichi possono essere raggruppati in ordine d’importanza e potenza in questo modo: Chtugal, Cthulhu, Hastur, Ithaqua, Nyogtha, Shudde M’ell, Tsathoggua, Y’golonac, Yig. Per quanto riguarda invece gli "Dei Esterni" essi sono composti da cinque presenze, tutte ugualmente pericolose: Azathot, Nodens, Nyarlathotep, Shub Niggurath, Yog Sothoth. Tra tutte queste divinità, Cthulhu e Nyarlathotep sono quelle più conosciute e soprattutto più ricorrenti nella letteratura di H.P.Lovecraft, le altre, per quanto pericolose e temibili, sono meno presenti nei vari romanzi. Cthulhu "... la statuetta finì per passare di mano in mano, perché tutti la potessero vedere da vicino. Non più alta di una ventina di centimetri, rappresentava un mostro dalla figura vagamente umana ma con una testa irta di tentacoli come una piovra. Il tronco, molle e squamoso, era munito di due ali e terminava in quattro zampe artigliate, con le quali il mostro si teneva afferrato a una specie di piedistallo rettangolare, tutto coperto di caratteri indecifrabili. " Tratto da "Il richiamo di Cthulhu"

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Cthulhu, una delle divinità più potenti, camminava sulla terra assieme agli altri Grandi Antichi fino a quando fu sconfitto dai "Guardiani della Terra" e da allora esiliato nella sconosciuta città di R’lyeh, dove tuttora riposa in un sonno millenario. Una volta ridestatosi può viaggiare di mondo in mondo o vivere nelle profondità degli oceani assistito da un esercito di mostri ; è anche in grado di volare, grazie alle sue ali, in cerca di nuove vittime. Attualmente non molto si sa sulla durata del suo stato di inattività, al momento è in uno stato di "animazione sospesa", stato che lo tiene intrappolato in fondo al mare . Nonostante sia addormentato è in grado di colpire con il suo letale artiglio tutti coloro che aprano porte per altre dimensioni. Nessuna delle sue vittime è in grado di sottrarsi alla follia. E’ anche in grado di inviare telepaticamente messaggi ai centri di culto eretti in suo onore, per prepararli a un suo letale ritorno.

Nyarlathotep "Nyarlathotep.Il caos strisciante. Io sono l’ultimo e parlerò al vuoto in ascolto... e oltre i mondi, vaghi fantasmi di cose mostruose; templi nefandi dalle gigantesche colonne che poggiano su rocce senza nome al di sotto dello spazio e che raggiungono vuoti al di sopra delle sfere di luce e di buio. E onnipresente, incessante, in questo ripugnante cimitero dell’universo, il sordo rullio dei tamburi e il monotono lamento dei flauti blasfemi che qualcuno suona ancora in inconcepibili stanze senza luce, al di là del tempo, e al cui ritmo danzano goffi, tenebrosi e giganteschi, gli ultimi dei: i ciechi muti stolidi mostri la cui anima è Nyarlathotep" Tratto da "Nyarlathotep"

Nyarlathotep rappresenta la materializzazione delle malvagità e dell’odio universale. Attraverso la sua possibilità di manifestarsi in varie forme, anche senza essere stato evocato, Nyarlathotep possiede le sue malcapitate vittime psichicamente entrando nei loro corpi. Una volta terminato il suo obbiettivo, dei posseduti altro non resta che dei gusci vuoti definitivamente distrutti e divorati dalla follia. Vive oltre le regioni dello spazio tempo, assieme ad Azathot. Ogni tempo, era e dimensione per lui sono facilmente raggiungibili. È in grado di portare distruzione e morte fra gli uomini senza che nessuno sia in grado di avvertirne la presenza. Le sue capacità di possessione, attraverso cui trae piacere, nutrimento e forza, lo rendono fortissimo e difficile da affrontare anche per i negromanti più potenti. Da sottolineare le innumerevoli citazioni mitologiche sumere e babilonesi, testimonianza della continua lotta fra il bene e il male. L’Universo dei mostri di Lovecraft va oltre queste grandi e incredibili figure; altri mostri sono presenti nelle storie, anche se spesso sono scarsamente citati, e molti di loro sono tratti dallo scrittore da volumi di occultismo. Fra questi troviamo, le "Deità maggiori": Chtoniani adulti, Padre Dagon, Madre Hydra, Dholes, polipi volanti, Tindalos, creature stellari di Cthulhu, servitori vari. Come ulteriore bestiario possiamo aggiungere alcuni mostri di "tipo medio": Chtoniani immaturi (non ancora mutati), giovani Oscuri di Shub Niggurath (i figli del capro nero), massacratori dimensionali, mostri in formazione di Tsathoggua, l’orrendo cacciatore, Shoggoths, vampiro stellare.

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-La citta' delle bestie di Isabel AllendeA cura di Appyl3

Chi è la bestia? E’ questa la domanda che tiene i lettori con il fiato sospeso sino alle ultime pagine del libro. E chi aspetta il colpo di scena lo avrà eccome! La vicenda inizia presentandoci il personaggio principale, Alex, un ragazzino della California come tanti altri,: curioso e intelligente, le sue passioni sono la musica e Cecilia, la ragazza della quale è segretamente innamorato. In seguito alla malattia della madre, malata di cancro, la sua vita subirà un brusco cambiamento. Il ragazzo sarà costretto a trasferirsi dalla nonna Kate, ed è qui che inizia il bello della storia! L’arzilla nonna di Alex non è per niente una persona monotona: mettendo in secondo piano le rughe, la sua immensa passione per il whisky e il caratteraccio (che a me ha fatto morire dal ridere), vi troverete davanti una vecchietta tutto pepe. Kate è sì una giornalista, ma non di quelle che se ne stanno ore e ore sedute in ufficio; infatti, per scrivere i suoi articoli, la signora si vede “costretta” (con suo immenso piacere) a viaggiare qua e là per il mondo. Questa volta il National Geografic vuole che lei parta per l’Amazzonia, alla scoperta della bestia che sta terrorizzando e diffondendo un morbo tra gli abitanti della zona, ed Alex sarà costretto a partire assieme a lei. Inizialmente riluttante, presto la negatività lascerà posto allo stupore, perché qui il giovane scoprirà una realtà completamente diversa e più eccitante rispetto alla SUA California, facendo anche amicizia con una ragazza del posto, la bella Nadia. I due ragazzi vivranno un’intensa avventura tra la foresta, alla scoperta di cascate dorate, “giaguari” e “aquile”, nebbie magiche, tribù aborigene e molto altro. Al termine del libro Alex sarà ormai divenuto un giovane uomo, e si renderà conto che la magia non è quella che noi crediamo, ma che si nasconde nella natura, e che non sempre i mostri di cui diffidiamo si nascondono nell’ignoto, ma che a volte il pericolo è più vicino a noi di quello che pensiamo … Con questo romanzo, un mix tra avventura, fantasy e thriller, Isabel Allende ci dimostra la sua bravura in un genere del tutto nuovo!

In Locanda si dice...

Hayao Miyazaki si ritira: Il primo settembre di quest’anno, durante la mostra per il cinema di Venezia, lo studio Ghibli, per voce del suo

presidente Klji Hashino, ha ufficializzato il ritiro di uno dei più importanti autori di cinema di animazione giapponese, ovvero Hayao Miyazaki. La notizia ha lasciato sorpresi sia i suoi fan che il mondo del cinema lasciando shockate molte persone; the winds rises (si alza il vento) è quindi l’ultima opera del grande maestro che all’età di 72 anni ha raggiunto questa decisione per via di problemi come la vista sempre più bassa e per la vecchiaia in generale “Se mi venisse in mente di fare un nuovo film, ci metterei sei, sette anni per completarlo. Sento che i miei giorni nel mondo dei lungometraggi si sono esauriti.” così ha detto durante la conferenza in Giappone del 7 settembre. Il grande regista, ha deciso di annunciare il suo ritiro durante la mostra del cinema di Venezia, per il suo forte legame che ha verso tale manifestazione (aveva ricevuto il Leone d’Oro alla carriera nel 2005). Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


-Resident Evila cura di Sean McMalcom

Esistono opere che, pur nate in uno specifico media, si sono successivamente evolute in contesti diversi da quello originario. E se per i libri ciò ha da considerarsi quasi una regola, che trova il proprio primo e naturale sbocco nel cinema; non meno consueto ha da considerarsi il cammino inverso, o comunque altre variazioni che vedano non il libro quale fonte prima per l’opera. In Italia, in un panorama editoriale meno variegato di quello statunitense, non è immediato pensare, per esempio, alle centinaia di libri scritti attorno alla saga di “Star Trek” , alle dozzine di “Stargate” , del “Doctor Who” , e di molte altre serie TV che hanno visto proseguire e ampliare i propri universi in libreria. Ma non solo dal grande e piccolo schermo è derivato tale fenomeno, come, giusto per citarne un paio, ci vogliono ricordare i libri di “Warcraft” e “Resident Evil” . E proprio da quest’ultima saga video ludica, a oggi molto liberamente trasposta al cinema in cinque film con protagonista la splendida Milla Jovovich, la scrittrice statunitense S.D. Perry ha dato origine a una serie di sette volumi, pubblicati in USA dal 1998 al 2004 e, entro i nostri confini, riproposti su Urania. Ignorando completamente, e ovviamente, la saga cinematografica, iniziata soltanto nel 2002, il lavoro di Perry attinge direttamente ai videogiochi nipponici, tentando, in ciò, non solo di riadattare una sceneggiatura preesistente, ma, ancor più, di dare concreta occasione al proprio lavoro di approfondire personaggi e tematiche, anche attraverso dei volumi extra (“Caliban Cove” e “Underworld” ), che ampliano in maniera affascinante e coinvolgente l’universo narrativo. Dove, infatti, “Tyrant il distruttore” (“The Umbrella Conspiracy” in originale), risulta essere un mero esercizio di stile, nel tradurre in versione cartacea una delle trame del primo capitolo della saga, è proprio in “Caliban Cove” che Perry si impegna al fine di rendere sua l’opera, riuscendoci in maniera esemplare, tanto che anche i seguenti “La città dei morti” (“City of the Dead” ) e “L’orrore sotterraneo” (il già citato “Underworld” ) appaiono quali vere e proprie chicche, godibilissime, da divorare per l’interesse a seguire l’evoluzione della vicenda. Per questa ragione, è imperdonabile il modo in cui la saga letteraria è stata alfine irrimediabilmente rovinata dai propri ultimi capitoli (“Nemesis” , “Code Veronica” e il prequel “Zero Hour” ), nei quali l’autrice, come evidenziato in una sua nota in “Nemesis” , è stata obbligata a rinunciare alla propria interpretazione della storia, e alla propria continuità narrativa, per ritornare a un lavoro di triste novellizzazione, del tutto scollegato dagli eventi già presentati e dalle caratterizzazioni sino a quel momento suggerite. Alla luce di ciò, e nella volontà di leggere una qualunque storia d’azione e di mostri, con sparatorie contro ogni genere di oscenità bioingegneristica che la fantasia degli autori del videogioco sia stata in grado di elaborare; qualunque libro a scelta fra “Tyrant il distruttore” e gli ultimi tre, potrà essere perfetto per soddisfare tale bisogno. Ma se, alla base dello sprone in direzione di questa saga, ha da intendersi la brama di intrattenersi con una bella storia, con personaggi interessanti e coinvolgenti, ed emozioni forti, fermarsi a “L’orrore sotterraneo” è un imperativo. Per il resto, dopotutto, è sufficiente possedere una consolle. Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


-Le due lune di Luca Tarenzia cura di Aislinn

Siamo fin troppo abituati alla classica situazione che tanti paranormal romance ormai ci propinano: lei, in genere bella ma “strana”, o “sfigata”, s’innamora di lui, splendido esemplare di maschio tenebroso, che si comporta in genere in maniera antipatica e scostante, ma solo per proteggere la fanciulla di cui sopra. Perché lui è un (inserire nome di creatura a caso: vampiro/angelo/demone/un frullato di tutto questo). E la creatura in questione è ben poco inquietante: l’orrore, la paura, il male sono addomesticati, anestetizzati. Nelle Due lune, invece, la creatura non è il “lui” della coppia, è la “lei”. La fanciulla di cui parlo è Veronica, protagonista del romanzo di Luca Tarenzi, uno dei pochi autori italiani capaci di scrivere un urban fantasy, piazzarci una storia d’amore credibile, ed evitare la mediocrità dell’emulo medio di Twilight, così come di mantenere saldamente in primo piano la storia e i personaggi, anziché trattare l’elemento fantastico e la trama come semplici scuse per mostrare come l’aMMMore tra la Bella, cigno che si crede anatroccolo, e la Bestia, molto poco mostruosa, trionfi. A dimostrazione che il problema non è l’elemento romantico, ma come lo si inserisce nella storia. E nelle Due lune, le difficoltà di Veronica, che si è trasferita in una nuova città, Milano, e stenta a legare con i compagni di classe, si mescolano all’inaspettato: una notte la ragazza viene aggredita da un lupo mannaro. Da quel momento, Veronica deve venire a patti con il Lupo dentro di lei, e se all’inizio i poteri che scopre di possedere e impara a sfruttare sembrano un vantaggio, ben presto scoprirà che ciò che sta vivendo nasconde un lato oscuro. Non rivelerò altro sulla trama, ma vi consiglierò questo romanzo – così come gli altri di Luca Tarenzi, soprattutto il recente e splendido Godbreaker – perché il Lupo mannaro che vi troverete non è esattamente quello a cui la tradizione di ha abituati. E la sua presenza, a Milano, si intreccia a un profondo sottobosco di folklore, leggende e altre creature, che quasi nessuno nota, ma che si muovono proprio lì, accanto alle persone “normali”, giusto in un angolo del campo visivo. Il fantastico è davvero intorno a noi, e il cambiamento che Veronica subisce a causa del Lupo – antico, forte, indomabile – le consente di oltrepassare i confini tra banale e magico, tra quotidiano e straordinario. E se la ragazza crede, inizialmente, di poter gestire il potere del Lupo, di saperlo usare per superare i suoi problemi e le sue debolezze, quello che accadrà le insegnerà che le forze con cui ha a che fare non si lasciano facilmente domare. Veronica che affronta i vantaggi e i lati oscuri del potere che il Lupo le dona è la ragazza che sta diventando donna - e Tarenzi è sempre bravissimo nel creare figure femminili coinvolgenti e convincenti. La creatura, in questo romanzo, non è semplicemente l'uomo che si trasforma in bestia feroce, come in tanti altri libri e film; il Lupo è una presenza interiore, una voce, una "maschera" che non si può "indossare solo quando ti fa comodo" (pagina 360). Tarenzi rinnova il mito e lo arricchisce delle suggestioni e delle tradizioni dimenticate, eppure così ricche e vivide, del folklore e della storia oscura di Milano e non solo - quelle stesse che l'autore esplora e racconta anche in diversi altri romanzi. Ed è anche questo che dona un nuovo spessore al mito del Lupo mannaro, e fa spiccare "Le due lune" in mezzo a tanti altri romanzi dello stesso genere.

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-Il fantastico in Italiaa cura di Dhana Nunziata

Spesso e volentieri, quando si parla di creature magiche, mostri leggendari e del “piccolo popolo”, gli esempi che vengono fuori sono sempre quelli riguardanti la cultura e la tradizione del nord Europa, Germania e Inghilterra su tutte. Quello che invece spesso dimentichiamo è che, oltre il mondo gotico e misterioso, oltre gli spettri e le streghe delle brume del settentrione, esiste tutt’ oggi nel nostro paese una forte tradizione di leggende fantastiche, presenti in tutte le regioni della penisola. Ci sono effettive differenze tra il nord Europa e l’Italia che non si basano solamente su un intreccio di tradizione e religiosità; il fantastico italiano è caratterizzato soprattutto dalla cultura tipicamente mediterranea, unita alla presenza sdrammatizzante dell’ironia, senza però togliere nulla alla tipica atmosfera che si percepisce nel mondo del fantastico. Sono tante le creature del fantastico italiano, e ancor di più sono le storie e le leggende che sono state tramandate nel tempo. Nella mitologia romana troviamo gli Orchi (dal latino orcus): Orcus è il sovrano del regno dei morti; tale figura si evolverà nella tradizione medievale, con la figura dell’orco benigno o burlone, nella zona di Cunego, che faceva scherzi ai montanari, e la figura dell’orco malvagio nella zona di Ravaro, che si distacca dagli orchi buoni dopo il concilio di Trento. In alcune favole l’orco è alleato con le fate, ma la tradizione parla di una grande guerra tra i due popoli. È ipotizzabile che la figura dell’orco inteso come mostro si sia diffusa in Europa, nel corso dei secoli, proprio dall’Italia. Altra figura pre­cristiana è Charun; nella mitologia etrusca, era uno psicopompo dell’Ade somigliante a un essere barbuto, con un naso adunco e orecchie a punta. A volte ha dei serpenti attorno alle braccia e ali enormi (come, ad esempio, nella Tomba dell’Orco di Tarquinia). Aveva in mano un martello, il suo simbolo religioso, simile all’ascia bipenne romana. Figure molto importante per la tradizione fantastica italiana sono le Fate (o Fade): l’origine è italiana e francese, il termine deriva dall’altro nome latino delle parche, Fatae. Come nel caso degli orchi, possono presentare sia natura benigna che crudele e possono avere con se armi luminose. Prima che il Concilio di Trento le costringesse a rifugiarsi nelle grotte (più precisamente nel Covolo di Camposilvano, vicino alla “valle delle sfingi”), le Fade si mescolavano alle persone comuni, a cui avevano insegnato molti lavori utili: a fare il burro, il formaggio, la ricotta, a ricavare lana bianca dalle pecore nere. Una figura invece misteriosa è il Mazzamuriello: uno dei più noti folletti italiani, diffuso in pressoché tutta la penisola. Nelle favole presenti in numerose regioni (dove, a seconda del luogo, è chiamato mazarűl, mazaròl, mazzarol, massarol, mazepegùl, mazzamurello, matharol, mazzemarjielle, mazzamuriglio, eccetera), si nota dal nome, storpiato nei vari dialetti, la possibilità che la leggenda provenga da un’antica fonte comune non ben identificata; è una piccola creatura delle campagne e dei boschi e il suo aspetto e le sue azioni rispecchiano quelle di molte altre razze del Piccolo Popolo. Per alcune favole il massariol era in grado di imitare perfettamente le voci e chi metteva un piede sopra una sua orma non trovava più la strada di casa. Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


Una delle sue caratteristiche è di battere sulle pietre, di solito con un martello o una mazza. Da qui, con ogni probabilità l’origine del nome, “colui che colpisce con una mazza”, una caratteristica che potrebbe vagamente ricordare la divinità celtica Sucellos. Tale nome è citato da vari scrittori italiani tra cui D’Annunzio, che la descrive come di un’entità che attraversa (ammazza) le pareti (i muretti) delle case. Benedetto Croce invece cita il termine Scazzamauriello, collegandolo allo Scacciamaurino (i Maurini erano i monaci benedettini dell’ordine di San Mauro). Altri animali conosciuti dalle tradizioni locali, sono il Milauro: una mitica creatura a metà tra drago ed essere umano, conosciuta nella tradizione del Sud Tirolo e a Bolzano. Secondo la tradizione, chi si cibava della sua carne riusciva a capire il linguaggio degli animali. Oppure il Babau, dal volto orrendo, gli abiti rammendati, zoccoli ai piedi. Indossava spesso il classico cappuccio rosso dei folletti. Il Babau, affine alla genia dei barabao, originari di Venezia, era conosciuto come leggenda nel milanese e il nome è di origine greca (da babàios) ed è conosciuto anche come Uomo nero, il quale rapiva i bambini. Altra figura che rapisce i bambini è Lamia; nella tradizione mediterranea, Lamia, regina di Libia, ebbe da Zeus il dono di potersi togliere gli occhi e rimetterli al loro posto quando le aggradava. La moglie di Zeus, Era per vendicarsi uccise tutti i figli nati dall’unione tra lamia e Zeus (si salvarono solo due figlie Scilla e Sibillina). Lamia da quel giorno iniziò a rapire e uccidere i figli della altre madri divenendo un mostro. Come ulteriori creature abbiamo i Pizzingulle, un folletto maligno proveniente dal Reggio Calabria; è una delle numerose creature fatate elencate da Dario Spada nel suo celebre “Bestiario: Gnomi, fate, folletti e altri esseri fatati in Italia” . Oppure il Muscas maceddas, creatura leggendaria di provenienza sarda, con la testa di pecora, con un occhio solo al centro della testa, denti aguzzi, ali corte e un pungiglione velenoso. Dal Trentino troviamo i nani del ghiaccio, Eismandl. Tra le varie favole italiane che parlano di nani (a volte sono detti Ometti), celebre è quella di Re Laurino, che aveva un meraviglioso giardino di rose. Il sovrano dei nani rapì una principessa, ma dei cavalieri, grazie ai colori del roseto, riuscirono a trovare subito il nascondiglio. Furente, Laurino lanciò una maledizione sul giardino, che da allora non poté più essere visto di giorno, né di notte. Il roseto diventò visibile solo all’alba e al tramonto, quando, cioè le Dolomiti si colorano di rosa. Infine sono da ricordare anche i Sealagan Laute. Le antiche popolazioni della Lessinia (zona vicino Verona) raccontavano favole sui primitivi abitanti di quel territorio, le Sealagan Laute o Hoalagan Laute, nominati anche come “Gente Beata” o “Gente Santa”. Per alcuni erano esseri splendenti che si potevano vedere solo all’alba o al tramonto e cavalcavano cavalli bianchi durante il giorno e neri durante la notte. Di tali creature si diceva che avevano vesti splendenti e vivevano in dimore meravigliose che però se avvicinate, scomparivano. Potevano governare il tempo atmosferico e scatenare temporali. Le Sealagan Laute sono, da alcuni, associate agli elfi della mitologia norrena (alcuni sostengono che il termine “elfo”, a sua volta, deriverebbe dal latino “albus”, bianco, o almeno questa). Le leggende di queste creature, si mescolano con altre e tali creature si portano dietro varie leggende, come quella di unirsi ogni tanto a maschi mortali. Una cosa da segnalare è un aspetto che potrebbe rispecchiare un’eredità delle parche di tradizione greco­ romana. Ricorre infatti la matassa di filo, il quale da un capo si diceva era legato a Sealagankùval (cioè la grotta della Gente Beata, il luogo dove tali esseri si trovavano: questa grotta sarebbe situata nel versante destro della Val Fraselle, nei pressi del Kitzarstuan, il macigno dei capretti) Seguendo questo filo era quindi possibile trovare tali creature immortali. Ci sarebbero altre creature di cui parlare e altre leggende, ambientate sulla nostra penisola, ma credo che questi esempi possano essere definiti i simboli rappresentativi del fantastico italiano, della sua storia e della sua importanza nella cultura del nostro paese. Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


Due chiacchiere con CLAUDIA FORCELLONI disegnatrice diMONSTER ALLERGY a cura di Ziadada

1. Parlaci un pò di te, com'è nata la passione per il disegno, il fumetto in particolare? So che non è bello incolpare i propri genitori, ma la verità è che è stata tutta colpa di mio padre. Sono cresciuta circondata da fumetti di Tex Willer, Alan Ford, Flash Gordon, l'Uomo Ragno e mille altri che non sto ad elencare. Mio padre era un avido lettore e un artista mancato, se così si può dire. Stando spesso male, era costretto a lunghi periodi di degenza a casa e, dato che non era sua abitudine starsene con le mani in mano, occupava il suo tempo a disegnare, scolpire, dipingere e incidere. Ancora adesso abbiamo la casa piena dei suoi quadri e delle sue sculture. Stavo ore a guardarlo lavorare o a fargli da modella per i suoi ritratti a carboncino. Da mia madre ho preso la passione per i libri d'amore e i classici (lessi Cime Tempestose a 11 anni, a 12 ero già innamorata dell'Heatcliff di Laurence Oliver), per tutto il resto c'era Gastone (mio papà), che oltre alla passione per il disegno mi ha trasmesso anche quella per i libri di fantascienza e la letteratura in generale. Ho sempre amato disegnare sin dalla più tenera età, suppongo fosse una sorta di emulazione di mio padre prima e di mio fratello poi (anche lui disegnatore di fumetti). A scuola ero la cocca della professoressa di disegno!! Ovviamente disegnavo in qualunque ora della giornata, a volte inventando scuse pessime con gli amici per non uscire e potermene restare a casa a disegnare. Così, mia madre non si è stupita più di tanto quando finite le medie ho detto: "Voglio fare il Liceo Artistico!"; di sicuro disapprovava in pieno! Lei mi voleva dottore o architetto o una di quelle cose di cui le mamme si vantano con le amiche e i parenti. Le è andata male. Alla grande, direi. 2. Qual era il tuo cartone animato preferito da piccola? Capitan Harlock prima, Candy Candy poi. Però Harlock ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore, anche adesso. Come resistere ad un pirata spaziale che lotta per salvare un'umanità che lo disprezza e lo odia? Eroe romantico e tormentato. Zac. Fregata in 2 secondi netti. Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


3. Quali sono stati i tuoi esordi? I primi veri lavori professionali (avevo lavorato solo per alcune fanzine di Fan Club italiani) li ho fatti per la Disney Italia. Dopo un anno di Accademia Disney, con Alessandro Barbucci come insegnante, nel 1997 ho pubblicato su Topolino una storiellina di poche pagine di Paperino e ho continuato con loro per quasi 4 anni, pubblicando sia su Topolino che su Minnie & Company. Poi ho avuto una specie di rigetto del fumetto per qualche anno, dovuto anche a problemi personali. Dopo circa cinque anni ho ricominciato proprio con Monster Allergy, disegnando gli ultimi due numeri. Ho continuato a collaborare con la Red Whale, e con loro sono seguiti lavori per Angel's Friends e poi i libri illustrati per la collana Geronimo Stilton: Joe Carrot e le Tea's Sisters. Circa tre anni fa, ho pubblicato per la Glenat, una casa editrice francese, il mio primo fumetto come "autrice", Kiss & Ice, curandone sceneggiatura e disegni, insieme a mio fratello Marco. 4. Come è nata la collaborazione con i creatori di Monster Allergy? Ero raccomandata da Barbucci! Ah ah ah! Nooo, scherzo.Nonostante io abbia cercato di spezzargli i polsi quelle due… trenta volte, non mi ha mai portato rancore (mai avere intorno un disegnatore mostruosamente bravo, soprattutto quando tu sei agli inizi e fatichi anche solo a fare la squadratura del foglio). Difatti, fu lui a fare il mio nome in Red Whale, quindi… ok, quindi forse ero raccomandata! Ma non è che gli ho chiesto qualche favore, eh? * passa di nascosto a Barbux qualche slerfa di focaccia a mò di pagamento*

Non ero nemmeno minimamente in ansia sapendo che lui avrebbe visionato tutto il lavoro e mi avrebbe corretto le tavole e insultata all'occasione. No, no. Manco un po'. 5. Qual è l'aspetto peggiore di essere un/a disegnatore/trice di fumetti in Italia? E il migliore? Beh, uno degli aspetti peggiori è sicuramente il non venir riconosciuti professionalmente dalla maggior parte della gente. Solitamente chi disegna fumetti viene considerato un fancazzista (si può dire?) che fa "disegnini" per hobby e per passare il tempo. Ultimamente forse le cose sono un po' cambiate, ma in Italia il fumetto, dalla stragrande maggioranza, viene considerato "roba da bambini" con un certo disprezzo e snobismo (difatti tutti sanno che "la roba da bambini" notoriamente la fanno i bambini e non professionisti che hanno studiato anni, disegnato per altrettanti e che con mille sacrifici sono finalmente riusciti a pubblicare qualcosa). * mette via i dentini avvelenati* Un altro punto negativo, ovviamente, sono le poche case editrici, anche se ultimamente le cose sono cambiate parecchio in Italia. Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


Ai miei tempi c'erano solo Disney e Bonelli e più in là non si andava. Mi sento una vecchietta piegata in due sul bastone, nel dire *ai miei tempi*, ma tant'è… Diciamo poi che aspetti negativi ce ne sono talmente tanti che non saprei da dove cominciare. Di positivo al momento non mi viene in mente niente. C'è una domanda di riserva? 6. Dovendo offrire un consiglio a un/a aspirante disegnatore/trice... che cosa gli/le diresti? "Fuggi, sciocco!"

Ok, ora sembra che io sia una persona pessimista. E invece no. Sono super­cutie e positiva, ma ho anche i piedi ben piantati per terra. Cercherei di fargli capire che un lavoro come questo, porta sì tante soddisfazioni, ma allo stesso tempo porta tanti problemi, insicurezze sul futuro, stress, rabbia, delusioni. E tanti, tanti sacrifici. Tipo, non avere una vita sociale. Cioè, magari la vita sociale te la fai anche… su Facebook. Difatti ho scoperto che la stragrande maggioranza dei disegnatori son tutti lì. Tutti amici di tutti (a parte quando volano coltellate alla schiena), tutti a lagnarsi del lavoro, delle scadenze, di quello che è troppo bravo e io no, di quello che ha solo 18 anni e guarda già come disegna, maledetto, se lo incontro gli spezzo i polsi, ma tutti e due, eh, così vado sul sicuro, ecc.

E sapete perché siamo tutto il giorno lì? Perché la nostra vita la passiamo 24 ore su 24 attaccati ad un tavolo da disegno, a lavorare e disegnare. E a lagnarci su Facebook. Bisogna essere davvero, davvero convinti di volerlo fare. Bisogna essere pronti a passare ore e ore sulla stessa pagina e a non avere orari di lavoro. Ed essere imprenditori di se stessi, inseguire gli editori per farsi pubblicare, rispettare le scadenze, sapersi organizzare il lavoro, rincorre gli editori ­di nuovo­ stavolta però per farsi pagare, magari entro i prossimi cinque anni. Essere abbastanza informati da sapere con chi si sta lavorando, che sennò puoi inseguirli quanto vuoi, ma se quelli sono furbi questi non si fanno manco più trovare. A volte mi sento dire: "Come sei brava a disegnare… io so fare a malapena l'omino stecchino." Già, ma forse se tu avessi passato quasi 40 anni a disegnare, tutti i giorni, notte e giorno, ti assicuro che sapresti fare qualcosa di più dell'omino stecchino. Questo perché in genere la gente pensa che a fare fumetto o due disegnini siano buoni tutti. Nessuno si rende davvero conto dei sacrifici che comporta fare questo mestiere. Del tempo che ci vuole per imparare. Del semplice fatto che il vero professionista non si sente mai arrivato, sa che c'è sempre da imparare (a parte il 18enne magnifico che è già Van Gogh dall'età di sei anni e tu vorresti solo massacrarlo di botte, ma per fortuna ­sia tua che mia­ di siffatti disegnatori ce Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


ne sono pochi). E scordatevi di avere un orario, o di lavorare 8 ore al giorno. Se vi va bene, lavorerete dalle 12 alle 14 ore al giorno. Se vi va bene. Persino Dio si riposò il settimo giorno. Il disegnatore di fumetti non può permettersi questo lusso. 7. Marvel e DC Comics, negli States, sembrano fare a gara per assumere disegnatori italiani... e giusto per fare campanilismo: cosa hanno i disegnatori italiani in più rispetto ai colleghi di altre nazioni? Gli italiani spaccano! Ecco. 8. Come ti vedi fra cinque anni? E fra dieci anni? Seduta allo stesso tavolo e sulla stessa sedia a fare sempre la stessa cosa. Beh, no dai. È probabile che la sedia la debba cambiare, comincia già a scolorirsi. 9. Sui mostri in generale, che sono i protagonisti di questo numero della fanzine: ­ Da bambina, c'era un mostro che ti faceva paura più di ogni altro? Se sì, quale? ­ E ora che sei adulta, quali mostri ti spaventano di più? Brrrrr, sì. I vampiri! Ma mica quelli di adesso, che sbrilluccicano e che fanno sospirare le ragazzine grazie alle loro faccine kawaii. Parlo di Vampiri veri, quelli brutti, sporchi e cattivi! Da bambina (ovvero negli anni 70), le tv locali facevano a gara a mandare in onda quei filmacci in bianco e nero di serie B sui vampiri, morti che resuscitavano e mostri in genere. Mia madre, povera donna ignara, mi mandava a letto presto, ma io, che ero una gran furba, mi alzavo di nascosto, mi nascondevo nel corridoio al buio e da lì guardavo tutti quei bei filmetti de paura che si sciroppavano i miei. Poi andavo a dormire e sognavo che mia madre era un vampiro, mio padre era un vampiro, mia nonna era… vabbè, avete capito. Per anni ho avuto incubi sui vampiri. Non che questo mi abbia mai frenata dall'alzarmi di nascosto e continuare a guardare suddetti film. Anche se forse avrei dovuto darmi una regolata quando cominciai a sognare che anche il mio cane era un vampiro... Dei mostri in genere non ho mai avuto paura anche se, quando ero bambina, una notte uno di loro ha dormito con me, sul mio letto, tenendomi bloccate le gambe. Me lo ricordo ancora. Io, un po' per paura e un po' per non disturbarlo, non mi sono mossa tutta la notte (il fatto che mi tenesse le gambe bloccate forse ha un po' influito), e al mattino lui se ne è andato e non è più tornato.

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Per un certo periodo poi, grazie a mio fratello, sono stata terrorizzata all'idea che Babbo Natale mi trovasse sveglia la vigilia di Natale. Passai un paio d'anni di puro terrore. Per fortuna qualche anno dopo scoprii che non esisteva. Sempre grazie al fratello di cui sopra. Chi ha bisogno dei mostri quando ha un fratello maggiore? 10. Sulla serie, invece: ­ In chi ti identifichi di più nella serie Monster Allergy: in Zick o in Elena Patata? A dire il vero… in Bombo! Cicciotto, simpatico, un po' scemotto e che pensa solo al cibo, e allo stesso tempo, tenero e compagnone. Bombo è il personaggio che porta il sorriso sulle labbra, anche quando non vorrebbe. In pratica… moì. ­ E, dovendo scegliere un gatto, chi preferiresti avere acciambellato accanto alla tua scrivania: Timothy­Moth o Sfruscio? Sfruscio, ovviamente! Timothy già me lo immagino a dare consigli non richiesti e a punzecchiarmi con aria di sufficienza mentre disegno. Che già ci pensano gli editor, ci manca solo il gatto saccente.

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Mostri contro Alieni A cura di Kagura

Qual è il miglior metodo per respingere gli alieni invasori? 9 scienziati su 10 consigliano l'utilizzo dei MOSTRI! Allevati in laboratori in cui hanno sviluppato capacità più uniche che rare e che saranno messe a disposizione della sicurezza mondiale e non usate per spaventare i bimbi la sera. Sto parlando dell'avvenimento cinematografico del 2009, il film d'animazione 3d, Mostri contro Alieni, DreamWorks. La protagonista, Susan, sta per sposarsi quando riceve un “regalo” inaspettato: un meteorite ricco di una sostanza a noi sconosciuta, che la colpisce in pieno trasformandola in un mostr.. ehm... mutandola in una gigantessa di 7 metri per gamba e con i capelli bianchi! La polizia militare la porta via e la rinchiude in un laboratorio. Lì è chiamata Ginormica e fa la conoscenza con gli altri mostri già “ospiti” dell’esercito. Uno scarafaggio­professore, una scimmia­pesce, una larva e una sorta di gelatina... proprio il tipo di amici che uno ha sempre desiderato, no?! Lo scarafaggio, prima di diventare un insetto, era un noto professore che, durante, uno dei suoi esperimenti andati storti, si è trasformato in un insetto. La scimmia­pesce è l’Anello Mancante (quello che Darwin andava cercando da tutta una vita?), un vero esperto di arti marziali nonostante abbia più di 20.000 anni. La larva gigante è un Insettosauro ed è più alto di Susan! È l'unico mostro che non comprende la lingua umana... in compenso spara seta dal naso! L'ammasso gelatinoso blu si chiama B.o.b. ed è capace di ingerire qualsiasi cosa oltre ad essere indistruttibile… unica pecca: non ha cervello. Tutti loro non sono orrendi, certo all'inizio possono sembrare minacciosi (?), ma il loro modo di essere li rende umani. Molto più dell’ex­fidanzato di Susan che scappa dopo la sua trasformazione! Sono mostri, sì, ma di simpatia! Susan imparerà a conoscerli e apprezzarli e a confidarsi con loro. Gli alieni. Gallahxar è un alieno con seri problemi di egocentrismo autoproclamatosi Re Alieno. Il design è abbastanza classico: pelle di color blu, svariati occhi rossi e testone enorme. È un super cattivo e… superidiota. Talmente idiota che il suo Computer gli risponde con sarcasmo! Character Design. Non si poteva crearli belli e sinuosi come un Mio Mini Pony ma nemmeno mostruosi. Bisognava creare qualcosa di “bruttino ma carino”, con colori non troppo scuri. Anche la scelta del tipo di mostro è stata piuttosto mirata. Abbiamo un riferimento al già citato Darwin con Anello Mancante, e che dire della gelatina B.o.b. che è stata resa melmosa al punto giusto da poter sollevare un sorriso e non una smorfia di disgusto?! Probabilmente l'unico mostro a suscitare un minimo d’impressione è il professor Scarafaggio di cui però l'aspetto è compensato da una simpatia svitata e un cuore sentimentale. Susan doveva mantenere un aspetto umano e la scelta di renderle i capelli bianchi è un ottimo espediente per ricordare che ora è gigante. Siamo sempre stati abituati a vedere i mostri come i cattivi da sconfiggere ma, oggigiorno, vige una nuova regola: i cattivi devono avere un passato nel quale lo spettatore può identificarsi. I bambini di oggi non sono più quelli che avevano gli incubi al sol vedere la strega di Biancaneve, non hanno paura di una bavosa larva gigante anzi, potendo, se la porterebbero pure a casa! Così, eccoci davanti a questi nuovi lungometraggi incentrati su protagonisti piuttosto particolari di cui Mostri contro Alieni ne sono solo un rapido assaggio. Se amate i film di animazione molto leggeri, vi esorto a vederlo questa sera con un bel sacchetto di caramelle e zucca intagliata sul tavolo. Film Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


Hotel Transilvania A cura di Demon Black

Dracula, Franckenstein, Lupi Mannari…siamo cresciuti con i film in cui si parla di loro come dei mostri terrificanti, temibili e spietati assassini desiderosi di sangue umano…ma quanto di questo è vero?! Siamo sicuri che sia così? E se fosse vero il contrario?! Se fossimo noi i mostri e loro i buoni? Immagino che tutto ciò, oltre a spaventarli a morte, li stressi in maniera incalcolabile e allora come potrebbero superare e sopravvivere a tutto ciò?! Semplice! Con un bell’Hotel super accessoriato con SPA, all inclusive, Hotel protetto da un cimitero e da una foresta da dove non si può più uscire una volta che ci si addentra e, nascondendo l’ingresso con un passaggio segreto introvabile...in pratica inaccessibile a tutti…già, tranne un ragazzo escursionista in cerca di avventure! E’ così che inizia il nuovo successo del 2012 della Columbia Pictures, Hotel Transilvania, diretto da Genndy Tartakovsky (il successo è stato talmente tanto che è già stato annunciato il 2 per Settembre 2015). Chi non ha mai desiderato poter giocare a puzzle con i pezzi del corpo smontabili di Franckenstein? Volare su tavoli nella sala del ristorante dell’hotel come Luke Skywalker all’interno della Morte Nera per distruggerla? Suonare e cantare insieme all’Uomo Invisibile, Mummia, Lupo Mannaro, Dracula e Franckenstein?! Beh, non so voi, ma a me piacerebbe molto! …specialmente cantare la Zing Dance!!! In questo film vediamo cose che mai avremmo potuto immaginare che esistessero. Siamo sempre stati abituati a pensare, anzi, ad avere paura dei mostri. Talmente fermi nelle nostre convinzioni, nelle nostre paure che mai, neanche per una volta, ci siamo fermati a pensare “ e se fosse vero il contrario?!”

Il Labirinto del Fauno A cura di Kagura

Bene, ora sediamoci attorno ad un falò e raccontiamoci una storia dell'orrore! C'era una volta, nelle profondità della terra, un regno incantato governato da un Re buono e saggio e da una principessa, Moana. Un giorno, la bambina decise di avventurarsi fuori dal suo regno per vedere la luce del sole di cui aveva sentito parlare. Fuori dai confini del regno, la bimba dimenticò le sue origini e conobbe il dolore, la sofferenza e la morte. Fine… o no?! No, la favola è appena iniziata! Il saggio Re sapeva che l’anima di sua figlia sarebbe tornata, infatti, essa si reincarna in Ofelia, una bambina del 1944. Per far ritorno nel regno, lei dovrà superare tre prove create da un misterioso Fauno. Nella prima prova affronta un rospo gigante, una creatura viscida non in grado di parlare. Quando Ofelia lo sconfigge, esso rigurgita fuori tutto il suo essere… disgustoso! Una metafora?! Il bene sconfigge il male e tutte le cose negative che si annidano in esso fuoriescono consumandolo per sempre? La seconda prova è un essere asessuato, senza occhi in volto… li ha sulle mani! Come il precedente, anch’esso non è capace di parlare e si nutre di bambini e fate. Un’altra metafora?! Il male che divora il bene cercando di farlo sparire per sempre? Veniamo ora al piatto forte, il terzo e ultimo mostro: il Fauno! È per metà caprino e metà umano. È la guida di Ofelia e sembra quasi essere sopra le parti. La consiglia ma non la aiuta mai, deve giudicare imparzialmente se è degna di far ritorno al suo regno e parla in modo volutamente ambiguo per lasciarle la scelta. Ed è proprio questo lo scopo delle prove, Ofelia­Moana deve dimostrare di avere un cuore puro. Lo avrà sul serio? V’invito a scoprirlo guardando il film.

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The Addams Family a cura di Demon Black

Al nr 0001 di Cemetery Lane troverete una villa dove, sui suoi gradini, giocano due bimbi che, con sguardo perso nel vuoto ma, allo stesso tempo terrificante, giocano con bambole decapitate e costruzioni di bare e, di fianco, una dolce piovra domestica fa la lotta con un gorilla….ehi!!! Fermi! Non dovete scappare! Su, su, coraggio, varcate quella porta! (anche se un film più famoso ve lo sconsiglia vivamente!) Ad accogliervi sulla soglia c’è Lurch, un energumeno fatto di carne e cicatrici, il maggiordomo di casa che, con incedere lento e grugniti vari, vi condurrà dai padroni di casa, i Signori Addams! Morticia Addams è una donna molto attraente, vestita con un lungo e sensuale abito nero e ha lunghi e fluenti capelli (anch’essi neri). Con estrema delizia vi mostrerà la sua amata serra ricca di piante carnivore e vasi con rose decapitat….cosa?! Avete paura che le piante vi mangino?! Ma noooo! “pssss… Morticia! Cleopatra ha mangiato vero?!”

….come vi dicevo, sono solo piante innocenti. Più in là troviamo Gomez Addams, marito di Morticia, in completo scuro gessato che, in piedi a testa giù e con un sigaro in bocca, riflette e si rilassa. Lui ama giocare con i suoi trenini elettrici che ama farli scontrare e…oh, si…lui adora il francese, ma chère ! Che dite?! Chi è il tizio con la lampadina in bocca?! Che domande…è lo zio Fester! Oh, se siamo fortunati, potremo assistere a una sua lezione a Pugsley, il bimbo che abbiamo incontrato sui gradini della villa. Quale lezione?! Matematica? Latino? No, no, no, siete fuori strada, lui insegna i mille e più modi di applicazione della dinamite, nitro, esplosivi in generali…insomma, cose che possono sempre tornare utili a un bambino un giorno o l’altro. Oh, ecco che arriva Mercoledì, la sorellina di Pugsley che prima giocava con lui di fuori. Sta cercando suo fratello maggiore perché, credo, che voglia giocare con lui alla rivoluzione francese…è da una vita che cerca di decapitare il fratello….sarà la volta buona?! Cosa? Volete andarvene così, prima di cena?! Ma dai! Proprio ora che Nonna Addams sta chiamando tutti a tavola?! E’ da maleducati non assaggiare la sua famosa zuppa con occhi di rospo, lingua di ratto e qualche altra succulenta squisitezza simile. Ehiiiii...dove scappate così in fretta?! Bah…che gente strana! Solo qui potete trovare sempre una mano che saprà darvi una…mano!!!! “Nonna, a me una porzione doppia, grazie!” La curiosità…uccise il gatto! La Famiglia Addams è stata ideata da Charles Addams negli anni trenta. Comparvero per la prima volta in strisce umoristiche sul The New Yorker. Ebbe talmente successo che fu protagonista di serie TV, cartoni animati e film. I

protagonisti, nelle strisce, non avevano nomi propri ma, con la sua trasformazione a telefilm, si ebbe la necessità di inventarli e fu lo stesso Charles Addams a darglieli. Nel telefilm originale del 1964 (il primo per intenderci), la villa degli Addams si trovava al nr 0001 di Cemetery Lane ma, nell’ultima serie televisiva (1998), intitolata La Nuova Famiglia Addams , l’indirizzo cambiò in 1313 Cemetery Lane. Cambiamenti Mercoledì da bambina seria e malinconica e sorella minore di Pugsley, divenne molto aggressiva e sorella maggiore. Fester da zio di Morticia divenne fratello di Gomez. Nonna Addams da madre di Morticia, divenne madre di Gomez e

Fester.

Serie Tv Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


Carletto il principe dei mostri A cura di Demon Black

Quando il principe di Mostrilandia, stanco e in cerca di tranquillità, è alla ricerca di un posto dove rilassarsi e per non essere disturbato, dove può andare?! Sulla Terra, nello specifico in Giappone, dove si trasferisce in una vecchia casa in compagnia dei suoi fedeli amici Franck (Franckenstein), Conte (Dracula) e Lupo (Mannaro). E’ questo che Carletto, il figlio del Re dei Mostri, fa, si trasferisce in una vecchia villa abbandonata e fa subito amicizia con il suo vicino di casa, Hiroshi, un bambino orfano di genitori che convive con sua sorella Sis. Carletto, Hiroshi con il fedele trio del principe, si divertono e vivono avventure, dove i mostri non sempre vengono da Mostrilandia… In quest’anime conosciamo aspetti di Dracula, Franckenstein e l’Uomo Lupo insospettabili. Il Conte adora il succo di pomodoro e non gli piace il sangue umano; Franck è un simpaticissimo omaccione che qui ricopre il ruolo di maggiordomo e Lupo ama cucinare e parla con accento tedesco…insomma, si può provare qualsiasi emozione guardandoli tranne la paura! Come si può avere paura di questo mitico trio?! Carletto il principe dei mostri, tratto dal manga di Fujiko Fumo (autore di Doraemon), è un anime del 1968 la cui prima serie conta 50 episodi mentre la seconda (realizzata dodici anni dopo, nel 1980) è composta di 188 episodi. Nel 2010 fu realizzato un dorama (live action) in dieci puntate dal titolo Monster e, nel 2011, uscì un film in 3D.

Bem, il mostro umano A cura di Demon Black

Non tutti i mostri sono nati per essere cattivi. In sostanza è questo che ho imparato da quest’anime della mia infanzia e mai più trasmesso nelle reti nazionali. Bem, Bera e Bero sono una famiglia particolare…molto particolare! In realtà non hanno legami di parentela ma, alcune volte, l’amore e l’amicizia sopperiscono là dove il sangue non lega. Sono tre esseri creati da un esperimento genetico e, a dispetto del loro vero aspetto mostruoso, loro hanno un’anima buona. Vagano, di paese in paese, ad aiutare le persone e a proteggerle dai veri mostri che, il più delle volte, sono veri e propri esseri umani. Alle volte, tuttavia, sebbene si prodighino tanto per il bene dell’umanità, alla fine di alcuni episodi (non sempre però) sono comunque temuti e cacciati. Il loro aspetto, di certo, non favorisce il loro intento…per questo viaggiano sotto “mentite spoglie”, assumendo un aspetto umano, anche se non riescono a nascondere del tutto le loro caratteristiche particolari come, ad esempio, il fatto che hanno solo che dita! Piccole curiosità Bem, il mostro umano, composto di 26 episodi, nasce nel lontano 1968

dalle menti di Saburo Sakai e Nobuhide Morikawa ed è il primo anime horror della storia animata. Quando fu trasmesso per la prima volta nelle televisioni giapponesi (dall’Ottobre 1968 all’Aprile 1969), per le sue scene estremamente splatter ove non lasciava nulla all’immaginazione, ebbe problemi con le proteste da parte dei genitori. In Italia arrivò solo nel 1982 e fu in parte censurato per i contenuti violenti. Nell’Aprile del 2006 è stato realizzato un rifacimento dell’anime originale, Humanoid Monster Bem, e un manga pubblicato dalla Kodansha. Nel 2011 fu realizzato anche un dorama (live action) di dieci puntate dal titolo Yokai Ningen Bem.

Notizie dalla Terra di Altrove n. 7

Animazione


-Dylan Dog e i suoi mostria cura di Francesco Bignardelli

persone normali diventate vittime degli Dylan Dog è uno dei maggiori eventi. Anzi forse i nemici più pericolosi rappresentanti del mondo del fumetto italiano ormai da molto tempo; è dal 1986, per Dylan sono persone come l’assassino anno di uscita del primo numero della Hook che si diverte a uccidere con un collana, che intere generazioni di ragazzi uncino che ha al posto della mano, oppure leggono e continuano a sognare con le Killex uno scienziato geniale che inizia a uccidere decine di storie del detective vittime per cercare dell’occulto. È il primo una prova materiale fumetto della casa dell’anima. Altri editrice Bonelli dedicato ancora più al genere horror. Le paranormali come storie sono caratterizzate Hamlim, un curioso da immagini splatter individuo che gestisce alternate da avventure un negozio di strani basate su un’atmosfera articoli e che viaggia di paura generale e, rare in due dimensioni volte, gli autori, si sono parallele; Xabaras, spinti più lontani da tale probabilmente il stile creando storie più nemico numero uno “fantastiche” e meno di Dylan Dog, un horror. Il mondo che gira temibile alchimista attorno al caro “old boy” sempre alla ricerca è molto ricca di del siero particolari con significati dell’immortalità, il profondi, e lo stesso vale quale non si fa per i suoi nemici. Infatti, scrupoli di sorta per da un fumetto portare a termine il dell’horror ci si aspetta suo lavoro (si che il nostro scoprirà poi nel investigatore si scontri sempre con mostri o creature sempre più numero 100 che tale personaggio non è strane, cosa che, in effetti, accade in molti altro che il lato malvagio del padre di numeri. Si passa dai più classici morti Dylan, viventi a dei licantropi; da golem creati che è stato con la magia ebraica a dei Frankenstein diviso dalla parte nati in laboratorio; troviamo streghe, esseri fatati o creature della mitologia buona, esiliata in soprattutto britannica, ma anche germanica; alieni provenienti dallo spazio un’altra remoto o ancora demoni oscuri e infernali dimension come può essere il famoso Mana Cerace e). Spesso le storie (incarnazione del buio e della paura), sono oppure il direttore degli inferi (un circondate malvagio e noioso burocrate con due facce). I mostri che s’incontrano nelle da storie di Dylan Dog sono vari e numerosi un’aura di mistero ma i veri mostri che l’indagatore dell’incubo affronta, paradossalmente, soprattutt o per sono spesso gli uomini e l’umanità in quanto generale. In effetti, in molte storie, i riguarda mostri da battere sono in realtà esseri umani; serial killer, pazzi ossessionati o delle Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


morti particolari. Ci si aspetta che alla fine deforme e i giornali si scagliano su di lui dell’indagine balzi fuori chissà quali volendo solo cercare una notizia creature mentre i mostri sono più reali di sensazionale. In altre storie invece c’è quello che ci si aspetta (anche se spesso mostrato l’orrore e la stupidità di certi indirettamente c’è la mano di qualche gruppi filonazisti, come nel numero 83 strana entità): serial killer, pazzi, o “Doktor Terror” o nel numero 129 “Il semplicemente persone annoiate dalla vita ritorno di Killex”. Come spesso dice lo “normale”, ecco i mostri che deve stesso Dylan Dog più volte [cit.] combattere di continuo il nostro “Temetevi il vostro mondo normale che indagatore, che tra l’altro cerca di fuggire preferisco i miei fantasmi e i miei zombi, nel suo “mostruoso” mondo che mi fanno meno paura”. Il nostro allontanandosi dalle indagatore, infatti, normali. Sì perché si chiude spesso nel come lui stesso dice suo mondo senza sempre spesso la mai uscirne, vita “normale”, lo prigioniero dei suoi spaventa e certe mostri e del suo persone sono più lavoro, ma spesso fa orribili dei vampiri bene se pensiamo o dei fantasmi che alla nostra civiltà, incontra nel suo come nel numero 69 lavoro. Talune volte “Caccia alle c’è mostrato un streghe”, oppure il mondo malvagio, numero 15 “Canale ostile e a volte pieno 666” o ancora d’ipocrisie, attorno Dylan Dog speciale alle quali si numero 7 “Sogni”. muovono certi Il tutto come per mostri, come accade dire che non serve nel numero 281 “Il creare chissà quali cammino della vita” mostri assurdi per nel quale c’è un far vedere l’orrore, ragazzo che per via perché spesso le di una malattia paure della vita (tra dell’invecchiamento i quali anche le , diventa ogni giorno guerre, la fame e la sempre più anziano povertà, temi che ripercorrendo in una sono toccati in molti settimana la numeri della serie), filastrocca “Solomon Groundy” nella sono molto più semplici da ripresentare. E quale ogni giorno della settimana equivale chissà cosa accadrà ora nel futuro a un momento della vita fino alla fine. prossimo a Dylan Dog, vista la notizia Attorno a tale avvenimento ci viene ormai risaputa del cambio del curatore mostrato un mondo brutto e malsano, della testata bonelliana. Roberto come il matrimonio combinato con il Recchioni, ha pubblicato vari libri a figlio di un boss della malavita, oppure di fumetti e ha sceneggiato una storia del una scuola, dove c’è un maestro che nostro investigatore dell’occulto; dal pratica punizioni fisiche agli allievi, e numero 325 inizierà “una nuova vita” quant’altro. Forse il più grande esempio in (uscito a settembre di quest’anno) e tal senso è rappresentato dalla storia di vedremo quali futuri mostri affronterà il Johnny Freak. Un povero ragazzo sordo buon old boy….Aspettandoci comunque muto, ma anche un brillante artista, che è sempre il meglio… o come, in questo letteralmente usato dai genitori come caso, il peggio! riserva di organi per il secondo figlio, il quale, ha un morbo che gli manda in cancrena gran parte del corpo anno dopo anno. Johnny è trasformato in un mostro Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


Sympathy for the Devil A cura di Sean Mac Malcom

“Per favore lasciate che mi presenti, sono un uomo benestante e di buon gusto”: con queste parole, accompagnato dal ritmo incalzante di battiti di tamburo e del suono delle maracas, nel 1968 Mick Jagger iniziava a cantare per la prima volta Sympathy for the devil, canzone che è entrata di diritto nella Storia della musica e nella Storia, più in generale. Del tutto indifferente alle accuse di satanismo rivoltegli da gruppi fondamentalisti in occasione del precedente disco dei Rolling Stones (Their satanic majesties request, del 1967), o forse, persino stuzzicato dalle medesime, Jagger compose un testo coinvolgente, nella propria apparente semplicità e nella propria, altresì, più profonda essenza. Perché se Sympathy potrebbe essere inteso, a un primo ascolto, quale un lungo monologo dello stesso Lucifero che si presenta all’umanità con un variegato elenco di malefatte; a una più attenta analisi appare invece evidente come il suo sia un abile gioco, e un gioco volto a renderlo protagonista di una Storia della quale egli è stato soltanto testimone, così come sagacemente suggerisce in un ritornello più volte ripetuto, seppur con minime variazioni (“Pleased to meet you, Hope you guess my name, oh yeah. Ah, what's puzzling you is the nature of my game, oh yeah ”). Un gioco è, pertanto, quello di Lucifero: un gioco nel quale egli invita il proprio pubblico a indovinare il suo nome, un nome dietro al quale, però, egli si diverte celare la vera identità del mostro responsabile di tanto orrore e che, evidentemente, non può essere il suo, che pur dichiara apertamente (“Just call me Lucifer”), ove, altrimenti, il gioco perderebbe di significato. Ma quale mostro potrebbe mai essere superiore persino allo stesso Principe delle Tenebre, all’Angelo Caduto, in misura tale da poterlo ridurre al ruolo di spettatore, seppur sicuramente sollazzato ed entusiasmato, di così tanti tragici eventi?! La risposta, in effetti, è contenuta nel testo della canzone, ammesso di poter essere sufficientemente autocritici da coglierla. Chi spinse Pilato a lavarsi le mani, nel condannare Cristro (“Made damn sure that Pilate washed his hands and sealed his fate ”)? Chi uccise lo zar e la giovane Anastasia, durante la rivoluzione russa (“Killed the czar and his ministers, Anastasia screamed in vain ”)? Chi uccise Kennedy (“Who killed the kennedys ”)? Chi fu responsabile per la guerra lampo, che si trasformò nella Prima Guerra Mondiale (“When the blitzkrieg raged and the bodies stank”)? Chi per la guerra dei cent’anni (“While your kings and queens fought for ten decades ”)? A tutte queste domande, Lucifero suggerisce una mezza verità che, nel ritmo trascinante della musica potrebbe sfuggire: siamo stati tu e io (“It was you and me ”). E se, in questa affermazione, qualcuno potrebbe avvertire un senso di colpa, immediata è la possibilità offerta dallo stesso Lucifero per rifuggire, moralmente, a ogni responsabilità: perché se egli afferma che ogni poliziotto è un criminale (“Just as every cop is a criminal”) e che ogni santo è un peccatore (“And all the sinners saints ”), come è possibile offrirgli ascolto? Come è possibile davvero ipotizzare di poterci considerare responsabili per tante atrocità storiche? E’ quindi questo il gioco del diavolo: spingerci a credere che sia proprio lui la bestia immonda, affinché da parte nostra non vi interesse a essere diversi da ciò che siamo… dei mostri. Musica

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Atmosfear

a cura di Sean Mac Malcom

E’ esistita, in un passato remoto, l’epoca dei giochi da tavolo. Il decennio degli ormai compianti anni ’80, e la prima metà degli anni ’90, in particolare, hanno da considerarsi memorabili in tal senso, con giochi entrati di diritto nella leggenda. Pensiamo a Scotland Yard (1983), Labirinto Magico (1986), Hotel (1987), Inkognito (1988), HeroQuest (1989), StarQuest (1990) e molti altri ancora. In tale scenario si colloca anche Atmosfear, un gioco da tavolo che, dall’Australia, si espanse in tutto il mondo a partire dal 1991, imponendosi all’attenzione di tutti per una novità che, all’epoca, rappresentò qualcosa di grandioso: l’introduzione del concetto di multimedialità all’interno del consueto gioco da tavolo, con la presenza del televisore, e di una serie di VHS (poi divenute DVD), quale master, diremmo oggi, accanto a tutti i giocatori umani. Il concetto di Atmosfear era al contempo semplice e incredibilmente appassionante. I giocatori, sino a un massimo di sei, incarnavano sei diversi mostri (Gevaudan il licantropo, Hellin lo spettro, Khufu la mummia, Baron Samedi lo zombie, Anne de Chantraine la strega ed Elizabeth Bathory la vampira), intrappolati all’interno di un cimitero conosciuto come The Other Side . Il master, che nel primo capitolo della serie aveva le sembianze del classico stregone oscuro, il Gatekeeper (il Re dell’Incubo , nell’edizione italiana), concedeva sessanta minuti esatti, non uno di più, non uno di meno, per offrire ai propri seguaci la speranza di raccogliere tutte le sei chiavi necessarie a sfuggire al suo controllo, affrontando, alla fine del gioco, la sfida dell’Incubo. Laddove, segnato su una carta pescata dal centro del tabellone di gioco, l’Incubo estratto a sorte non fosse stato il proprio, allora la VHS avrebbe potuto essere arrestata e il gioco sarebbe finito con la vittoria del giocatore. In caso contrario, ove le chiavi non fossero state raccolte in tempo, sarebbe stato il Gatekeeper a vincere e per i giocatori sarebbe stata la fine. A movimentare la situazione, in un’atmosfera volutamente cupa e tenebrosa, degna del migliore hallowe’en , non sarebbero mancate le interazioni del Gatekeeper direttamente con i giocatori. Questi, infatti, non era sempre presente sullo schermo, e soltanto in sua assenza i giocatori avrebbero potuto continuare la ricerca delle chiavi: nel momento in cui, altresì, egli fosse apparso, il gioco avrebbe dovuto essere obbligatoriamente interrotto e, il giocatore selezionato, di volta in volta, attraverso il suo avatar, rispondendo “Sì, mio sovrano!” sarebbe stato costretto a compiere alcune azioni. E guai a far arrabbiare il Gamekeeper... Il successo del primo capitolo del gioco portò in breve tempo l’uscita di altri sei capitoli, uno dedicato a ognuno dei mostri protagonisti, i quali, in tali espansioni, assumevano conseguentemente il ruolo di master e conducevano il gioco in direzioni sempre nuove e originali, con frasi a effetto perfette per la caratterizzazione del proprio ruolo (memorabile Bathory mentre scandisce “Le promesse sono come i cuori: sono fatte per essere infranti. ”). Ciliegina sulla torta: un’attenta cura del trucco che, a ogni nuova apparizione del master, lo vedeva di poco mutato rispetto alla precedente, in un percorso che, inesorabilmente, lo avrebbe condotto a manifestare tutta la propria più orrida natura proprio allo scadere del fatidico sessantesimo minuto. Giochi Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


Lucca Comics & Games 2013 prime volte, prime impressioni e qualche chiacchiera con la Locandiera

Si sta facendo sera e in Locanda i soliti Viandanti iniziano ad arrivare alla spicciolata. La Locandiera ha un saluto e un sorriso per tutti. Alcuni si siedono al bancone a chiacchierare con lei, altri si mettono ai tavoli a bere qualche specialità della casa. L'elfa Blackie si sta agitando sullo sgabello, vuole dire a tutti quanti della sua ultima, nuova e fantastica esperienza e partire dalla Locandiera le pare l'idea migliore!! “Indovina un po' dove sono stata di recente!!” La Locandiera strofina il bancone con cura, ormai è lucido come uno specchio. “Dimmi pure cara.” “Lucca Comics! Oddio non sai quanto mi sono divertita. È stata una cosa fantastica, avrei mille cose da raccontarvi! E ci sono stati anche altri... Nihal, Frank, Niji, And! Li ho conosciuti tutti! Inquietante incontrare Frank con ascia e tutto quanto, ma è stato troppo entusiasmante!” “Beh raccontate allora che state aspettando?!” Frank le raggiunge ridacchiando. “Fate le domande giuste però!” I Viandanti “interrogati” si avvicinano al bancone mentre gli altri si accomodano nei tavoli vicini per non perdere nemmeno una parola. “Visto l'entusiasmo della nostra Blackie” considera la Locandiera, “direi che posso iniziare a chiedervi..... Come è stata la vostra prima volta al Lucca Comics?”

Elfa Blackie: ...non so da che parte iniziare, davvero! Era come essere in un mondo a parte, in un mondo magico dove i personaggi che hai sempre visto nei manga o negli anime, hanno preso vita e

camminano al tuo fianco! L'emozione era a mille, non facevo altro che ridere come una matta e guardarmi intorno con la stessa meraviglia di una bambina che è riuscita ad entrare nel mondo delle favole! Ho incontrato Creamy, Cyborg, Assassin Creed, One Piece, Sally (Nightmare Before Christmas), Arale, Goku... e perfino JD di Scrubs! Blackie scoppia a ridere e la parola passa a Niji.

NIJI: Uh, quasi non me lo ricordo più. È stato parecchi anni fa, quando non era in città ma in un

padiglione esterno. Siamo andate e tornate in giornata, io e alcune amiche dei tempi del liceo, alcune delle quali in cosplay. Al tempo cercavo più che altro volumi manga in originale e gadgettistica giapponese, e il ricordo della fiera si sovrappone a quello di molte altre. Ricordo però di aver fatto una foto con un gigantesco Totoro. Non so se ci sono stata solo un anno, in quel periodo, o due.. ma poi a lungo non ho più frequentato la fiera. Ho ripreso un po' di anni fa, forse il primo anno che era dentro le mura, forse il secondo, insieme al mio compagno. Da allora non ho più perso un'edizione.

AND

: La mia prima volta a Lucca chiede? E chi se la ricorda. Scoppia a ridere. Erano gli anni d'oro e gli anni d'argento, saranno passati sì e no almeno 6 o 7 anni dalla mia prima Lucca, dai biglietti vecchi che ho ricercato giusto per rispondere a questa domanda arrivo solo al 2007, ma ho la netta sensazione che devo aggiungere almeno altre tre o quattro edizioni prima... Comunque i miei primi due o tre anni non sono stati niente di speciale, Lucca era diversa da quella di oggi, erano spazi più piccoli e io a quel tempo non andavo alla ricerca dell'offerta o alla ricerca di cose strane, non leggevo ancora i fumetti, a dirla tutta non leggevo ancora nulla, gli unici libri seri che avevo letto prima della svolta erano di Sergio Bambaren e ne avevo letti solo due (con uno ci feci ben due esami a Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


scuola). Potete quindi ben capire che Lucca mi interessava ben poco e quel poco che mi interessava era l'area games. Ero un Pro Gamer con i contro*bip*: i videogiochi erano il mio pane quotidiano, ma non andavo a Lucca per quello. Alla tenera età di 11 anni io cominciai a giocare con determinate carte, delle quali non farò nome, con delle bellissime illustrazioni e con poteri a me oscuri, mi ricordo ancora la prima volta che andai al mare con le suddette carte e che appena arrivato degli anziani giocatori mi truffarono scambiando il mio Bellissimo Wurm della Penombra con Zombie della Distruzione (almeno se ricordo bene i nomi). Che delusione, quando settimane più avanti capii che ero stato truffato. Si guarda in giro un po' sconsolato. Comunque tutta questa storiella è servita per dire che sì, nei miei primi anni di Lucca ci andavo solo e unicamente per le carte collezionabili Magic: The Gathering e la cosa mi piacevano non troppo, di più. Io bambino squattrinato, a Lucca con il mio mazzo da squattrinato, contro gente con i soldi e i loro mazzi da mille millanta euri. La soddisfazione saliva alle stelle sopratutto perché io vincevo, vincevo solo con mazzi da comuni e non­comuni, con creature ignobili e non degne di storia (come Zombie della distruzione). Quindi in conclusione, la mia prima volta a Lucca non è stata niente male, ma non è stata niente paragonata alle ultime cinque­ sei edizioni.

FRANK

Il nano sorride per l'entusiasmo di Blackie e con gioia ricorda la sua prima volta : Io non posso di certo dire di essere un

veterano, ma sono giunto alla mia quarta presenza in questa manifestazione... La mia prima volta... Beh, credo sia complicato definire a parole la gioia che provai quel giorno. Non avendo trovato dove dormire, feci solo un giorno, una toccata e fuga, ma fu una giornata straordinaria, intensa e piena di incontri e divertimento. Ci sono tante cose che resero quella giornata indimenticabile: la sorpresa, l'immaginarsi come poteva essere era un conto, ritrovarsi lì dentro dal vivo tutt'altro; l'esperienza delle migliaia di persone che si trovavano lì, qualcosa di indescrivibile. Poi altra cosa, ma qui entra più la mia anima nerd, tutti quei gazebo pieni di fumetti e giochi furono un sogno, ero finito nel mio mondo ideale in quel momento e non volevo scollarmi da li! Devo dire poi che la mia prima volta sarebbe stata impossibile se non avessi avuto degli amici che mi hanno indirizzato nei posti migliori aiutandomi a orientarmi in quell'oceano di gente. Infine, cosa importantissima fu la presenza di Terry Brooks. Devo dirlo scelsi di andare a Lucca quell'anno SOLO perché sapevo che c'era lui e ancora oggi mi ricordo la stretta di mano e il suo autografo, oltre alla sua intervista. Veramente, le parole non possono spiegare bene le sensazioni della prima volta a Lucca.

NIHAL: La mia è stata entusiasmante come ogni anno. Il primo anno eravamo esaltati e impauriti allo

stesso tempo. Non sapevo se e come la gente avrebbe riconosciuti i nostri personaggi e inizialmente non sapevamo se potevamo o no chiedere foto agli altri cosplayer. Dopo la prima oretta di imbarazzo totale ci siamo ambientati ed è stato un successone! Come premessa dico che ero vestita da Soifon (o Suifeng che dir si voglia): è un personaggio dell'anime/manga Bleach e possiede il grado di Capitano della 2° Brigata e Leader delle Forze Speciali. La premessa serviva per raccontare una scenetta che mi ha fatto un gran ridere e mi ha "gasato" enormemente. Stavo camminando con mio fratello e mia sorella quando tre ragazzi mi hanno fatto il saluto e mi hanno detto "Capitano!" e si sono fermati!! In tanti mi hanno riconosciuto e quindi mi sono divertita molto anche per quello. Quell'anno abbiamo visto la mostra di V per Vendetta e quella dei lavori di Barbieri, ma non andammo al Games perché avevamo poco tempo. Comunque è stato davvero bello e così decidemmo di tornarci! Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


Tutti ridono. L'intervista di gruppo sta diventando divertente e la Locandiera ha già pronta un'altra domanda...

AND

“Che cosa ti ha affascinato di più?” : Posso essere scontato? La gente. Ogni anno c'è sempre più persone, sempre più appassionati e per questo sono contento, ma se proprio devo dire qualcosa del comics, allora direi che per quest'anno la cosa che mi ha affascinato di più è stata l'Area Pro, non mi sarei mai aspettato così tanta umanità da parte dei direttori e dalle case editrici, mentre se devo prendere una cosa da tutte le edizioni passate direi il passaggio tra questa Mappa e quest'altra Mappa.

FRANK: Quest'anno o in generale? Devo dire che quest'anno, non solo mi ha fatto un gran piacere

incontrare alcuni amici della Locanda, ma ho anche interagito con molte persone che conoscevo grazie a Skype, facebook e altri siti, guardandole finalmente in viso. Ho avuto modo di discutere con molta gente quest'anno, una cosa fantastica. In generale credo che a parte la mia mente da collezionista, ciò che mi affascina di più sia il lato sociale: la possibilità di interagire non solo con altri che hanno le tue stesse manie, ma anche con autori, con scrittori, con creatori di giochi di società e di ruolo. Avere la possibilità di parlare di ciò a cui tieni con un numero incredibile di persone, cosa portata avanti anche alla fine della fiera durante i giochi di ruolo dal vivo, fatti nella notte a Lucca. Fino ad ora ho partecipato a un paio di questi giochi e mi sono sempre trovato benissimo. NIJI: Incontrare amici e artisti, con alcuni è ormai un appuntamento annuale, ma ci sono sempre degli

ospiti internazionali che altrimenti sarebbe veramente difficile incontrare.

Elfa Blackie: Personalmente il fatto di poter toccare con mano quello che ho sempre visto su delle pagine in bianco e nero e/o a colori! Ho fatto delle foto con I Cyborg, con Sally, con La Sposa Cadavere... quando mai avrei potuto fare una cosa del genere se non ero al Comics?! Ho conosciuto anche Korra... Nihal e Blackie scoppiano a ridere.

NIHAL: Ebbene sì Korra ero io! Infatti Ammetto che i

cosplay sono sempre una parte che mi affascina enormemente. Persone che impiegano mesi e mesi nella produzione di un abito solo spinti dalla passione e dall'amore per i loro personaggi preferiti. Quest'anno i miei preferiti sono stati i due fratelli Elric di Full Metal Alchemist, un gigantesco Totoro e un minuscolo Totoro e infine un bellissimo gruppo sempre di Miyazaki. Ma devo ammettere che la cosa più affascinante l'ho vista il secondo anno del mio Lucca Comics. Un americano ha allestito nel 2012 una mostra gratuita sul Signore degli Anelli. Ha collezionato schizzi, quadri e manufatti del set e io e il mio moroso l'abbiamo mirata e rimirata in lungo e in largo. Alcune tavole erano di Alan Lee l'illustratore di diverse scene del Signore degli Anelli. Davvero una bellissima mostra e poi lì ho fatto una foto epica con Gollum di cui ridiamo ancora!! Chissà magari un giorno ve la farò vedere. Dopo qualche risata, la Locandiera si fa nuovamente avanti. La sua curiosità deve essere esaudita in toto e queste due misere domandine non possono di certo essere sufficienti!


“Qual è stata la cosa più assurda che avete visto?”

NIJI: Oh, questa è veramente difficile. Non saprei proprio dire.

Elfa Blackie: (ride a crepapelle pensando alla sua cosa assurda!) Beh, essendo solo la mia prima esperienza, posso dire solo quella che mi ha affascinato di più per il coraggio dimostrato... sto parlando di

un uomo di 150 kg su per giù con dei bei baffoni neri e gambe pelosissime che faceva il cosplay di Sailor Moon!!! L'immagine non può che scatenare l'ilarità di tutti i Viandanti anche quelli seduti ai tavoli più distanti! Riprendendosi dalle risate NIHAL tenta di rispondere: Mmm non saprei. Ce ne sono state una marea!

Partendo dalle sorelle di Occhi di Gatto interpretate da uomini! Due giganteschi pipistrelli e i due schifosissimi personaggi di non so quale videogioco che ogni anno mi terrorizzano!

AND

: La cosa più assurda non saprei sceglierla, Lucca abbonda di cose assurde. Anche qui risate generali. Nel suo piccolo ognuno pensa alle varie assurdità viste e di certo non si può rimanere seri!

Se proprio devo scegliere, direi la moda che in Giappone è già abbastanza avviata e che qui lentamente sta sempre aumentando fra i Cosplayer, ovvero fare il Cosplay di un personaggio del sesso opposto. Non riesco a capirla...

FRANK: Di cose strane devo dire che a Lucca ne ho viste tante, ma proprio tante! Quella che veramente mi ha lasciato a bocca aperta è stata una banda musicale vestita da puffi che suonavano le canzoni di Topolino... “Qual è stata la delusione più grande (se c'è stata) che hai ricevuto in occasione di un'edizione di Lucca Comics?”

Elfa Blackie:: “Uhm... si può dire le strade di Lucca che facevano veramente pietà?! Avrebbero bisogno di un bel rifacimento! Io ci sono stata il sabato in cui è' scoppiato il finimondo con la pioggia e le strade di Lucca erano diventate un vero pantano di fango! In più eri per forza obbligata ad uscire dove dicevano loro... cioè nel mare di fango che circonda le mura fuori e dentro! Ho rischiato veramente l'osso del collo! Più di una volta ho ritrovato l'equilibrio al volo mentre scivolavo! Ecco... Lucca è stupenda sia come cittadina che come manifestazioni ma le sue strade.... caliamo un velo pietoso!

NIHAL: La fila di quest'anno. Forse non erano pronti a 210.000 persone in 4 giorni e quindi il tutto si è bloccato. Causa l'eccessiva fila non ho acquistato i biglietti e quindi non ho fatto i giri negli stand, cosa che avevo previsto già da mesi. Soprattutto volevo conoscere il mitico Don Alemanno, un fumettista italiano che si burla della Chiesa. Questo mi ha deluso parecchio, ma immagino che prossimamente si organizzeranno diversamente!

AND

: La mia delusione più grande è stata in

quella bellissima edizione dai cinque giorni, le persone non sapevano più quando andare a Lucca, troppi giorni e alla fine infatti fu un flop totale.

Frank, And, Blackie e Niji al Lucca Comics & Games 201 3

FRANK: Devo dire con tutta sincerità che l'organizzazione di quest'anno mi ha lasciato molto perplesso. La questione dei biglietti mi ha deluso parecchio.


NIJI: Mah, raramente Lucca delude… mi spiace che quest'anno non ci sia stato Wayne Raynolds, ecco!

Davo per scontato di rivederlo anche quest'anno e che anche quest'anno tenesse qualche workshop! “L'incontro che ti ha elettrizzato di più tra tutti i Lucca Comics che hai vissuto?”

Elfa Blackie:: Elettrizzante... l'incontro con Korra! Senza nulla togliere agli altri viandanti che sono stata strafelicissima di incontrare finalmente, ma quello con Nihal/Korra, era quello più atteso per me! Non vedevo l'ora d'incontrarla perché l'ho sempre adorata in Locanda e vederla di persona... beh, ha aumentato la mia adorazione. È esattamente identica a come me la sono sempre immaginata! Sprizza energia da tutti i pori! Una ne pensa e cento ne fa! Nihal ovviamente non può che ridere.

NIHAL: Ero davvero convinta che avrei fatto la figura della pazza! E forse è successo. Comunque anche secondo me gli incontri con i Viandanti sono stati elettrizzanti! Ok ho “conosciuto” Barbieri, ma in realtà quelle persone lì non le conosci mai. Ti fanno uno scarabocchio su un libro ed entrambi tornate alla vostra vita. Io ho vissuto così l'incontro con Barbieri, bello ma fine a se stesso. Mi è dispiaciuto molto non incontrare Niji, ma certamente con gli altri è stato stupendo. Ho abbracciato Blackie che quasi la stritolo ahahahah.

AND

: Incontri? Che bestie sono? Le persone che mi interessano le cerco in giro per la fiera: prima o poi lo fanno sempre un giretto... ed è lì che io attacco, sì così rubo a loro minuti preziosi per visitare la fiera, ma questo tipo di incontri mi piace molto di più di quelli “ufficiali”... quindi forza con lo stalker!

FRANK: Beh, credo che l'incontro più elettrizzante sia stato quello che mi ha portato a partecipare al mio primo Lucca Comics: la possibilità di vedere Terry Brooks. Li ero emozionatissimo e stracontento.

NIJI: È difficile rispondere, perché grazie a Lucca C&G ho veramente potuto stringere la mano a persone

incredibili. Penso che sceglierò Larry Elmore, per una questione di affetto… le sue copertine di Dragonlance mi hanno accompagnata fin dall'adolescenza ed è stato uno dei primi illustratori fantasy di cui avevo imparato a riconoscere lo stile ancor prima di avvicinarmi allo scaffale. Incontrarlo dal vivo è stato veramente magico! Inoltre credo sia stato il primo educational a cui ho partecipato, per cui il legame affettivo è doppio. “Con chi ti piace condividere l'atmosfera della Lucca C&G? Ovvero, chi sono i tuoi inseparabili compagni di viaggio?”

Elfa Blackie: : Il mio compagno e suo cugino direi. Loro ci sono sempre andati insieme quindi... la banda collaudata sono loro, io sono l'aggiunta di questo e dei prossimi anni! Ma sto lavorando ai fianchi mia sorella per convincerla a venire il prossimo anno.

NIHAL: I miei compagni ufficiali sono i miei familiari! E i fan più accaniti del Lucca Comics sono

sicuramente i miei genitori! Il primo anno erano convinti di portare tre pazzoidi in un luogo dove tutti li avrebbero presi in giro. Arrivati lì ci ha attraversato la strada un ragazzo tutto truccato di nero dalla testa ai piedi con uno spadone di due metri. Lì si sono decisamente tranquillizzati! Ahahahah

AND

: Devo dire che nei miei primi passi in fiera mi piaceva molto andare con gli amici, ma ormai

preferisco andarci da me, faccio i giri che mi pare, non devo stare dietro a nessuno e poi ormai sono un solitario, le uniche volte che preferisco essere in gruppo è magari il giorno (il primo della fiera) destinato alle compere. Perché, beh, ho i miei motivi...


FRANK: Non ho dei compagni di viaggio fissi, principalmente con i miei amici ma son conscio che durante la fiera incontrerò e conoscerò gente con cui divertirmi sicuramente. NIJI: Chiaramente Sandro, il mio compagno. “Quando hai sentito parlare per la prima volta del Lucca C&G?”

Elfa Blackie: : Sulla vecchia testata ammiraglia della Star Comics: Kappa Magazine. E da alcuni amici che ci sono stati e che mi hanno fatto venire una voglia matta di andarci. Poi per motivi

finanziari/lavorativi e, lo ammetto, perché mi imbarazzava andarci sapendo che mi sarei comportata come una bambina, non ci sono mai andata. Finché ho conosciuto il mio attuale compagno che ci va ogni anno e che, volente o nolente, quest'anno mi ci avrebbe portata ed eccomi qui, seduta con voi a bere Cioccoterra e a raccontarci tutto! Frank a sentire nominare la Cioccoterra ne ordina una con un rutto rumoroso. Gli occhi di Blackie si riducono a due fessure.

Maleducato di un nano!! Comunque alla fine mi sono davvero comportata come una bambina in stato di pura e totale estasi che camminava a bocca aperta per la meraviglia! Ancora non riesco a capire come ho fatto a non affogarmi con tutta quell'acqua!

NIHAL: Oddio veramente! Una pioggia da paura. Per me che ero

vestita da 'Dominatrice dell'acqua' è stato umiliante! Eh eh eh Comunque ho sentito parlare del Lucca Comics per la prima volta dal mio moroso. Cosa assurda visto che è venuto una volta e sotto costrizione. Lo aveva nominato in merito a George R.R. Martin. Lo Zio sarebbe andato ospite al Lucca Comics e quella notizia non è più uscita dalla mia testa fino a diventare un tormento. Poi ho scoperto, non ricordo come, Neon Genesis Evangelion e lì è stata la fine. Sono arrivata gli anime, i manga e infine i cosplay. Tutto ciò mi ha portato a traviare mia sorella e dopo è stato facile convincere tutti che il Lucca Comics era il loro sogno!

AND

: Lo lessi su un fumetto e dato che era prima della svolta cruciale, doveva per forza di cose

essere o un Topolino o un PK, ma punterei di più su Topolino. Poi gli anni passarono e lo sentii da qualcuno in casa o da un parente di un mio amico, non ricordo bene.

FRANK: La prima volta? Credo che fu mio padre a parlarmene quando avevo tredici anni. NIJI: Non ne ho ricordo. “Il miglior acquisto fatto (da collezionisti e non)?”

Elfa Blackie: : Uhm... dei videogiochi per la Playstation 1 che cercavo da tempi immemori e che non speravo più di trovare visto che sono fuori produzione! NIHAL: Poca roba. Ammetto di non aver comprato granché in questi tre anni. Anzi quasi niente!

AND

Sicuramente un numero di Inuyasha che mi mancava.

: Bella domanda, forse la trilogia cinematografica completa di LOTR in edizione integrale?

FRANK: Devo dire che in questo caso ci sono vari colpacci. Ne sceglierei due: il primo è di certo è una


delle prime edizioni cartonate di Corto Maltese a un prezzo molto buono; come secondo acquisto tra i giochi di ruolo invece mi sono imbattuto per caso in uno stand che vendeva un vecchissimo modulo geografico per il gioco di ruolo del Signore degli anelli a pochissimi euro... MIO! NIJI: Un originale di Wayne Raynolds. “La spesa più alta mai fatta a Lucca Comics?”

Elfa Blackie: : Calcolate che io sono venuta solo quest'anno, quindi posso rispondere per questa edizione. Due libri, Divergent ed Insurgent, consigliati vivamente da una mia carissima amica della Locanda.

NIHAL: Le tre cose in croce che ho comprato, sommate fanno la spesa più alta!! Ovvero: La Trilogia di

AND

Omnia ancora non letta e un numero di Inuyasha!

: Devo proprio rispondere a codesta domanda? Più di 200 euro sicuro.

FRANK: Uhmmm... ehmmmm... devo per forza? Facciamo che senza contare il letto per una notte e il mangiare, per la fiera solo spesi.... 250 euro?!? NIJI: Un originale di Wayne Raynolds. “E per finire... la spesa più inutile?”

Elfa Blackie:: Un grembiule da cucina di Spank! Amo Spank!

NIHAL: Ho comprato troppo poco per aver speso male, eh eh...

AND

: Tutto quello che compro a Lucca è inutile, elenco solo tre oggetti comprati tutti quest'anno,

perché non ricordo gli altri anni e sono sicuro che sarebbero una miriade. Cappello di Umbreon, Sonic Screwdriver del Decimo Dottore (dopo la rivelazione del War Doctor, Undicesimo), L'Unico Anello.

FRANK: Sto attento a non comprare nulla di inutile... però potrei mettere sul piatto i primi fumetti di uno spin­off di Evangelion che diedi via tre mesi dopo. Credevo che fossero chissà cosa ma in realtà risultarono un'enorme delusione.

NIJI: Oh, di stupidate ne ho comprate tante, ma perché definire inutili? Beh, posso dire di aver comprato

un libro, averlo prestato durante il viaggio in treno di ritorno ad una persona che tanto era della mia città, e di non essermi mai più organizzata per rivedere questa persona e quindi riprendere il libro. Spero che a lui sia piaciuto. La risata è spontanea. Ma alcuni Viandanti pensano terrorizzati ai loro libri e a cosa vorrebbe dire perderno uno. Probabilmente farebbero una denuncia in caserma per poterlo riavere!

E ora... cioccoterra per tutti!


-Naso d'Argentodi Italo Calvino . . adattamento di Demon Black. .

“Da questo posto me ne voglio andare, dovessi abitare con il diavolo in persona!” esclamò la figlia della lavandaia seguita dal coro di assensi delle 2 sorelle minori. Aveva appena finito di pronunciare ciò che bussarono alla porta. Era Naso D’Argento, un distinto signore vestito di nero, che, con un inchino, parlò alla madre delle ragazze : “Io possiedo una casa molto grande ma non ho nessuno che la governi, posso chiedervi se la vostra primogenita vuole venire a lavorare da me?” La lavandaia, sospettosa, chiamò sua figlia e le disse “Io non ho mai visto uomini con quel naso, se vuoi andare a lavorare da lui, tieni gli occhi ben aperti!” “Non preoccuparti madre, so badare a me stessa!” rispose e se ne andò con quell’uomo. La strada non finiva mai e, alle lamentele della ragazza che si era fermata, Naso D’Argento rispose “Dobbiamo arrivare fino a quella luce che sembra fuoco”, riprese il cammino e la ragazza lo seguì. Quando arrivarono, la ragazza ammirò il palazzo e il signore glielo fece girare tutto; c’erano più di cento stanze e, di ciascuna, lui le diede le chiavi. Davanti all’ultima porta si fermò e le disse “Puoi fare tutto quello che vuoi nelle altre stanze, ma in questa non dovrai mai entrare! Te ne consegno le chiavi solo per conservarle!”. La ragazza promise ma pensò che, alla prima occasione, l’avrebbe aperta per vedere cosa conteneva e, come se le avesse letto nella mente, Naso D’Argento aggiunse “Domani mattina parto, tu alzati pure tardi e poi riordina il palazzo” e, detto ciò, le assegnò la camera più bella per dormire. Passò quasi tutta la notte sveglia al pensiero di quella stanza proibita e, quando prese sonno, non si accorse che il signore era entrato di nascosto nella sua camera per metterle una rosa tra i capelli. Quando si svegliò, la prima cosa che fece fu andare ad aprire la porta proibita e, socchiudendo l’uscio, vide gente che strillava e piangeva imprigionata in un mare di fuoco e, spaventata, la ragazza capì che quello era l’accesso all’inferno e che il suo signore era il diavolo in persona. Richiuse velocemente la porta, ma non si avvide che, il fuoco, aveva rovinato la rosa e che fu proprio quella la prima cosa che Naso D’Argento vide al suo rientro. “Non hai obbedito! Hai aperto la porta! Giacché la desideravi, è tutta tua!” e, con una spinta, la gettò tra le fiamme e, dopo di ciò, tornò dalla lavandaia per chiederle la seconda figlia dicendole che, la prima, stava bene ed era contenta ma non arrivava a pulire tutto il palazzo da sola e aveva bisogno d’aiuto. La lavandaia non si sapeva decidere ma la seconda figlia, risoluta, acconsentì e parti insieme a Naso D’Argento. Quando arrivarono al palazzo, glielo fece girare tutto ordinandole di non aprire l’ultima porta. La ragazza andò a dormire nello stesso letto della sorella maggiore e, come con l’altra ragazza, il signore entrò di nascosto nel cuore della notte e le mise un garofano nella treccia di capelli. Il mattino, Naso D’Argento lasciò il palazzo e, la ragazza, come la sorella, andò ad aprire la porta e, vedendo sua sorella tra le fiamme dell’inferno, si spaventò e chiusa lesta la porta ma, le fiamme, avevano fatto avvizzire il fiore e, il signore, se ne accorse e gettò anche lei nelle fiamme. Il giorno dopo tornò dalla lavandaia a chiederle la terza figlia giustificandosi con la stessa bugia e cioè che la casa è troppo grande e le due figlie da sole non riescono a pulirla ma che stavano bene. La lavandaia, perplessa, voleva rifiutare ma la figlia insistette e partì con Naso D’Argento. Arrivati al palazzo, le fece vedere le stanze e, davanti alla porta dell’inferno, le diede la solita raccomandazione. Questa volta, la ragazza non promise nulla e gli domandò “Dove sono le mie sorelle? Non le vedo da nessuna parte” Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


“Le vedrai, non preoccuparti, le vedrai” e, alla sua insistenza, rispose infastidito “Le vedrai domani, ora dormi!” La ragazza obbedì ma dormì male e, quando Naso D’Argento entrò nella sua stanza per metterle un gelsomino tra i capelli, si svegliò ma fece finta di dormire. La mattina dopo mentre si pettinava le trecce, si accorse del fiore, lo tolse e, per conservarlo, lo mise in un bicchiere d’acqua e andò ad aprire anche lei la porta. Dentro c’erano le sorelle che piangevano e imploravano di tornare a casa. “Ora non posso ma, non temete, studierò il modo per farvi uscire” rispose la sorella minore poi richiuse la porta e tornò in stanza e si rimise il fiore tra i capelli. Quando l’uomo tornò a casa, vide il fiore e, con piacere costatò che era fresco e lei, che aveva capito il suo gioco, gli rispose che, se si fosse appassito, lo avrebbe di certo buttato. Di rimando lui le disse che ogni giorno le avrebbe dato un fiore diverso visto che era così brava a conservarli. “Vi ringrazio” gli rispose la ragazza ”ma mi farete ancora più felice se domani mattina passaste da mia madre a vedere come sta giacché è da un po’ che non è in buona saluta” "Certo, domani, durante il mio giro d’affari, passerò da lei”. “Grazie… posso chiedervi un altro favore?” insistette la ragazza e, al suo consenso, gli chiese di portare la biancheria sporca. Lui acconsentì e le disse di preparare il sacco. Così fece ma, nel sacco, mise la sorella maggiore che aveva tirato fuori dall’inferno e le disse che domani sarebbe tornata a casa e che l’avrebbe portata Naso D’Argento credendo che ci sarebbe stata della biancheria sporca. Sua sorella, spaventata, le disse che, se Naso D’Argento avrebbe aperto il sacco, l’avrebbe scoperta. La sorella rispose che, se faceva tanto di posare il sacco a terra, avrebbe dovuto gridare “Ti vedo! Ti vedo!”. La mattina dopo l’uomo si alzò presto e partì per andare dalla lavandaia. La ragazza gli raccomandò di non aprire il sacco durante il viaggio e lui, risentito, le domandò il perché. Gli rispose “Vedete, mio signore, io riesco a guardare a distanza quello che voglio e, se farete tanto per aprirlo, lo saprò subito”. “Va bene, va bene” tagliò corto lui e partì. A metà percorso verso la lavandaia, l’uomo, posò il sacco a terra e provò ad aprirlo ma, la sorella maggiore, come d’accordo, si mise a urlare “Ti vedo! Ti vedo!”. Lui, stupito, si rimise il sacco in spalla e lo portò dalla lavandaia. Alla povera donna disse che le sue figlie stavano bene e chiedevamo sue notizie. Lei rispose che si sentiva sola e le mancavano le figlie e che, se avevano bisogno di qualcosa, dovevano solo chiedere. Lui le disse che, giusto appunto, aveva portato dei panni da lavare e che sarebbe passato a ritirarli. Tornato a casa la figlia minore della lavandaia, dopo qualche giorno, gli ricordò che doveva andare a ritirare i panni e che doveva portargli un altro sacco di biancheria sporca. Nel sacco successivo, la ragazza mise l’altra sua sorella maggiore e, il mattino dopo Naso D’Argento. Anche questa volta, a metà percorso, l’uomo si fermò per sbirciare dentro ma, dal sacco, si levò la voce “Ti vedo! Ti vedo!”. Nel vederlo, la lavandaia, che ormai aveva saputo dalla figlia che quell’uomo era il demonio, fu felice di vederlo perché sapeva che nel sacco c’era la sua seconda figlia ma, allo stesso tempo era spaventata perché non aveva biancheria da dargli indietro così mentì e gli disse che stava male e non aveva lavato. Lui tornò a casa mentì alla ragazza dicendole che la madre stava bene ma non aveva avuto tempo per lavare i panni, lei non si scompose e gli chiese di portarle ancora un sacco di biancheria e zittì le sue proteste. La ragazza si mise nel sacco e, nel letto, pose una bambola di stracci cui lei aveva attaccato le sue trecce tagliate la sera prima. Lui non si accorse e il mattino, come al solito, posò un fiore tra i suoi capelli e uscì per andare dalla lavandaia. A metà strada, l’uomo, tentò per la terza volta, di aprire il sacco ma la voce “Ti vedo! Ti vedo!” lo fermò di nuovo. Riprese il cammino e portò il sacco dalla lavandaia. Appena Naso D’Argento se ne fu andato, la ragazza poté riabbracciare la madre e le sorelle e sulla porta misero una croce in modo che il diavolo non potesse mai più avvicinarsi a loro.

Notizie dalla Terra di Altrove n. 7


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