Tempi Nuovi n.4 - 2011

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TEMPI NUOVI ANNO 1 - NUMERO 4 - NOVEMBRE 2011

L’INFORMAZIONE GRATUITA A POMEZIA E ARDEA

ATTENZNIOTIENNEE NON CO E OFFERT DI LAVORO!

IN QUESTO NUMERO: LA RICETTA DI DE FUSCO PER RIPIANARE I DEBITI Il sindaco di Pomezia analizza la crisi finanziaria dell’ente e spiega le sue ricette per sistemare i conti pag. 8

ASILO ABUSIVO SEQUESTRATO AD ARDEA Otto bambini “accuditi” in soli trentaquattro metri quadri: l’operazione messa a segno dai carabinieri pag. 18

CAOS VIABILITA’ La pericolosità delle strade di Pomezia e quello che c’è fare per renderle sicure pag. 20-21

OCCUPAZIONE GIOVANILE, SOLO UN MIRAGGIO

LAVORO FANTASMA z

La difficile realtà di chi prova ad entrare nel mondo del lavoro: tra crisi economica, precariato e disoccupazione



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CHE FINE HA FATTO IL LAVORO? Le città del lavoro degli anni settanta oggi non offrono che pochissimi posti a caro prezzo (economico e morale). Precarietà e disocuppazione per i giovani (e non solo)!

2 Andrea Oleandri

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omezia e Ardea città del lavoro. Era così fino agli anni '70, quando la gente veniva da tutta Italia nelle nostre città con la totale sicurezza di trovare un impiego in una delle tante industrie presenti. Il flusso di migrazione verso il nostro territorio non si è mai fermato, tanto che ancora oggi l'incremento di abitanti è pressoché costante. Ma il motivo è esclusivamente legato al prezzo “accessibile” delle case. Il lavoro invece, quello, non c'è quasi più. Trovare un'occupazione diventa complicato, soprattutto in un periodo di crisi come questo nel quale le aziende chiudono o si dislocano all'estero lasciando dietro di se un'emergenza sociale fatta di perdita di posti di lavoro. Una situazione per la quale Pomezia e Ardea non fanno eccezione e che viene ben raccontata nel documentario realizzato dalla Chiara Proietti e Francesca Poddesu di cui parliamo su questo numero del giornale. Soprattutto per i giovani la situazione è grave. Sono impressionanti le cifre della disoccupazione giovanile nel nostro Paese. 1,2 milioni di giovani sotto i 35 anni non hanno un lavoro. Stiamo parlando del 15,9% degli under35, mentre tra gli under24 la percentuale si impenna al 29,3% contro una media europea del 21%, praticamente un giovane su tre senza lavoro. E se questo avviene in un Paese, l'Italia, dove l'età media è molto elevata ed i giovani costituiscono comunque una quota bassa della popolazione residente, il dato è sicuramente in proporzione più allarmante sul nostro territorio, dove i giovani invece sono una buona fetta dei residenti. A nulla serve rivolgersi alle agenzie di lavoro in-

terinale. Soprattutto se si è in cerca di un lavoro qualificato. Basta passare davanti ad una di queste e fermarsi a vedere gli annunci per capire subito che la maggior parte dei profili ricercati sono di operai generici o magazzinieri. Lavori offerti in molti casi con contratti di pochi giorni o, se si è fortunati, di qualche mese. E anche la realtà degli stipendi non è la più rosea. Infatti, se i legislatori, al momento di liberalizzare il mercato del lavoro promettevano stipendi più alti in cambio di prestazioni flessibili (ciò anche come premio al rischio di mancato rinnovo del contratto), quanto in verità accade è ben diverso. In media, nella UE a 15 stati i dipendenti a tempo determinato lavorano l'80% del tempo rispetto ai permanenti e percepiscono un reddito annuo da lavoro pari, rispettivamente al lordo e al netto delle imposte, al 52% e al 55% di quello dei permanenti. Poco più del 5% di questi lavoratori si situa nella coda alta della distribuzione dei salari, mentre il 51% fa parte del quintile di lavoratori più poveri. Di fronte a questa situazione fatta di bassi salari e di lavoro a intermittenza, la stragrande maggioranza di Paesi europei ha individuato, quale strumento per garantire una situazione di sopravvivenza a questi lavoratori (ma più in generale a tutti i cittadini), un reddito minimo garantito. Uniche eccezioni? La Grecia, l'Ungheria e l'Italia. Il nostro Paese infatti, a fronte di un mercato del lavoro stravolto negli ultimi anni, ha mantenuto inalterati i suoi ammortizzatori sociali. Il problema è che la gran parte di questi sono ad esclusivo beneficio di alcune categorie di lavoratori. Pensiamo alla cassa integrazione, ma soprattutto ai sussidi di disoccupa-

Pomezia, febbraio 1981. Sciopero generale. Il corteo su via Roma

Le foto di “copertina” sono tratte dal libro Pomezia Città del lavoro di Antonio Sessa. Meglio di mille parole dimostrano quanto Pomezia fosse viva e partecipe sotto il profilo dell’impegno e dell’attività a difesa del lavoro. Il libro è edito dall’Associazione Buonidea

continua...

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zione che, richiedendo un tempo minimo di impiego risultano inaccessibile proprio per quei lavoratori che oggi si trovano a convivere con contratti precari e che quindi, spesso, non riescono a raggiungere i requisiti minimi, trovandosi così senza nessun sostegno al reddito nei periodi di non lavoro. «Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati, rischieremmo un sommovimento sociale», parola pronunciate circa un anno fa da Antonio Mastropasqua, presidente dell'Inps. La pensione è infatti un'altra spada di Damocle che pende sulla testa dei giovani lavoratori, in particolare di quelli che si sono affacciati nel mondo del lavoro dopo il 1 gennaio 1996. Con la “riforma Dini”, il calcolo delle pensioni, fermo restando il finanziamento mediante il metodo della ripartizione, non avviene più con il sistema retributivo (per il quale la prestazione era calcolata in base al numero di anni di contributi maturati, dalla retribuzione pensionabile e di un coefficiente di rivalutazione), ma con il metodo contributivo. In base a questo sistema la prestazione che si riceverà dipenderà essenzialmente dal successo della carriera lavorativa individuale, ovvero dalla sua continuità e durata, del livello salariale e dall'appartenenza a categoria che versano una maggiore aliquota contributiva (i lavoratori precari come abbiamo visto hanno bassi

livelli di tutti e tre questi fattori). Inoltre l'entità della spesa pensionistica sarà stabilito a priori, quindi un aumento del numero di pensionati farà si che la torta dovrà essere divisa tra più persone, così come un eventuale aumento dell'aspettativa di vita sarà compensata da una riduzione delle prestazioni mensili. TN In effetti c'è n’è da essere indignati.

Anni ottanta. Manifestazione delle donne contro i licenziamenti

L’INIZIATIVA La precarietà non è un destino, per questo possiamo liberarcene! La precarietà è il frutto di scelte (e non scelte) politiche. E' un problema di felicità e di libertà negate, di diritti, di continuità di lavoro e di reddito, è un problema di opportunità e di competenze sprecate. E' un problema di soldi, di previdenza e di tempo rubato.

IL (NON) LAVORO IN CIFRE

ASSEMBLEA NAZIONALE, 19-20 NOVEMBRE, ROMA. WWW.ILNOSTROTEMPOEADESSO.IT

FONTE: PROVINCIA DI ROMA

ROMA 62,2 61,3 56,9 9,1 8,4

POPOLAZIONE ATTIVA OCCUPAZIONE

ITALIA

(IN MIGLIAIA)

DISOCCUPAZIONE

DISOCCUPAZIONE PER ETA’ - 2010

30,5 27,9 12,3 11,9 15 - 24 ANNI

25 - 34 ANNI

6,2 5,4

9,1 8,4

35 ANNI E PIU’

TOTALE

DISOCCUPAZIONE PER ETA’ E GENERE - 2010

30,5 27,8 31,7 29,4 9,1 8,4

10,2 9,7 TOTALE FEMMINILE

GIOVANILE 15 - 24 ANNI

GIOVANILE 15 - 24 ANNI

2004 2010 ANNO

67,5

PROVINCIA DI

ANNO

PROVINCIA DI ROMA

TASSO DI DISOCCUPAZIONE - 2010

TOTALE

(IN MIGLIAIA)

FORZA LAVORO

FORZA LAVORO

1.675

1.874

OCCUPATI

OCCUPATI

1.549

1.703

IN CERCA DI LAVORO

IN CERCA DI LAVORO

126

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MARCO CERCA LAVORO L’odissea di un giovane laureato alla disperata ricerca di un impiego che non si trova

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n alcuni articoli di questa “copertina” abbiamo parlato di numeri e statistiche in merito alla difficoltà dei giovani di trovare un lavoro. Ma al di là dei numeri, questo è un fenomeno che si nutre di storie e persone. Come nel caso di Marco. Marco, un ragazzo di 26 anni che vive a Pomezia, laureato in scienze della comunicazione, è oggi alla ricerca di un lavoro. «Alcuni mesi fa, alla scadenza del contratto – ci racconta – sono rimasto senza lavoro. La mia fortuna è stata quella di aver lavorato abbastanza a lungo per accedere all'indennità di disoccupazione. Cosa questa che mi ha permesso di guardare al futuro con una certa tranquillità». Una tranquillità temporanea per Marco, visto che questa indennità dura solo otto mesi dopo di che il disoccupato viene lasciato in balia degli eventi. «I primi mesi da disoccupato – ci dice – li ho utilizzati per cercare un lavoro adatto alle mie competenze, maturate sia negli studi che in ambito lavorativo. Purtroppo, nonostante i diversi curricula inviati a diverse aziende (sia del territorio ma anche di altre regioni d'Italia), non ho ricevuto risposte. E dire che avevo risposto anche ad offerte di stage. Così con l'avvicinarsi del periodo in cui finirò di percepire la disoccupazione ho iniziato invece a candidarmi per qualsiasi tipo di lavoro sia rispondendo agli annunci trovati su internet sia portando curriculum alle agenzie di lavoro interinale. Ma anche in questo caso non ho ottenuto risposte e in vista di dicembre (quando Marco finirà di percepire l'indennità dall'INPS, ndr) la situazione mi sembra sempre più critica». Una situazione comune a tanti quella che ci racconta Marco. Giovani che, a prescindere dal fatto che siano o meno laureati, fanno fatica a trovare un lavoro, anche dei meno qualificati. «Quello che mi dispiace non è tanto il fatto di aver studiato, quella è una cosa che ho fatto innanzitutto per me stesso, quanto il fatto che in questo Paese non si riescano a compensare i sacrifici fatti da tanti ragazzi come me e le competenze che abbiamo acquisito in questo lungo percorso di studi. Un percorso che è costato soldi alla mia famiglia, ma anche allo Stato, visto che la nostra è, fortunatamente, una scuola pubblica. Così lo Stato paga due volte. Paga nel formarmi e paga nel dovermi

mantenere senza lavoro. Su questa strada difficilmente l'Italia riuscirà mai ad uscire dalla crisi, sia quella economica, ma ancor più quella sociale». Ma per Marco non trovare lavoro significa anche rimandare alcuni progetti di vita. «Con la mia fidanzata avevamo iniziato a vedere un po' di case a Pomezia, in vista di una futura convivenza. Sfortunatamente il fatto che io sia rimasto senza lavoro ci ha fatto rimandare tutto. Lei infatti lavora, ma ha un contratto a termine. Dunque al momento non abbiamo ne la serenità nè la possibilità di fare un passo così importante».

TN A.O.

Lavoratori in fabbrica nel 1976 presso la Silca di Pomezia.

IN MANO ALLE AGENZIE Indagine sulle strutture che mettono in contatto le imprese e i lavoratori

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ono spesso il primo luogo di incontro tra lavoratori e aziende, ma ancora più spesso un grande mare in cui pescare quando c’è bisogno di lavoro. Sono le agenzie del lavoro. Nate e proliferate in tutta Italia, Pomezia ne vede una grande concentrazione, dalle più grandi, Adecco e Manpower, quelle che lavorano in esclusiva con le aziende multinazionali, alle più piccole, che lavorano a colpi di concorrenza per accaparrarsi il maggior numero di clienti, vale a dire di aziende. E’ importante infatti capirne il funzionamento, perché spesso si pensano come agenzie per i lavoratori, in realtà le agenzie lavorano per le aziende – i loro clienti – fornendo loro lavoratori, personale a tempo determinato che può essere impiegato da un giorno fino ad un massimo di 36 mesi. Sono le multinazionali, le lavanderie industriali, la grande distribuzione e le mense i maggiori clienti delle agenzie del lavoro pometine, mentre lontane da questo mondo sono le piccole e medie imprese. Il motivo è semplice quanto significativo: la somministrazione del lavoro costa, perchè i lavoratori assunti tramite agenzia vengono inquadrati nel CCNL, godendo quindi di tutti i diritti previsti, e all’agenzia spetta un “mark up”, una percentuale sul lavoro svolto che si ag-

gira su una media del 5% sul costo lordo orario. Ma il vantaggio, dal punto di vista dell’azienda, ovviamente c’è. E’ l’agenzia ad occuparsi della fase di selezione e soprattutto della gestione amministrativa del lavoratore. Ma c’è di più. In caso di malattia, o maternità per le donne, l’azienda non ha alcun costo perché è direttamente l’agenzia ad entrare in relazione con l’Inps e ad inviare un altro lavoratore o un’altra lavoratrice in sostituzione, quindi due lavoratori al costo di uno. Altra questione, meno esplicita, ma indicativa riguarda il bassissimo livello di assenteismo del lavoratore somministrato, un lavoratore con un contratto che prima o poi scadrà e che vive costantemente con “il fiato sul collo” di chi lavora in una perenne “prova”. Se da una parte infatti l’agenzia garantisce ai lavoratori somministrati tutti i diritti contrattuali previsti per i lavoratori a tempo indeterminato (cosa che non succede per i lavoratori a progetto o i collaboratori), l’agenzia è a tutti gli effetti produttrice di precarietà: contratti con scadenza che pongono il lavoratore in una situazione di ricatto a tutti ben nota, precarietà lavorativa che si ripercuote nella vita delle persone e delle loro famiglie (impossibilità di accesso al credito, di progettualità per un futuro a

lungo termine). In realtà, come ci confermano fonti interne, fino a qualche anno fa le agenzie per il lavoro erano utilizzate dalle aziende come canale di reclutamento, mentre oggi sono perlopiù usate per “tappare buchi”, vale a dire per sostituire lavoratori che si assentano per malattia, maternità o altro. La questione, sotto gli occhi di tutti, è che il lavoro da richiedere e da somministrare non ce n’è. A Pomezia le figure più richieste sono quelle degli operai specializzati, perché, come dice la nostra fonte, l’agenzia “non cerca un lavoratore ma il lavoratore”, anche se non c’è spazio per giovani laureati. Le fasce di lavoratori coperte sono infatti quelle con qualifiche più basse: uomini fino a 40 anni non specializzati, impiegati perlopiù nel magazzinaggio e nello stoccaggio, mentre per la fascia che supera i 40 anni si richiede una forte specializzazione. Questo per quanto riguarda i maschi: per le donne invece la specializzazione riguarda perlopiù la contabilità, ma ciò che più conta – e che dà il senso di una discriminazione ancora forte verso le donne nel mondo del lavoro – è l’età e la situazione familiare: più appetibili le donne che hanno superato i 40 anni, con figli già grandi.

TN Martina Parisi


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RITORNO AL LAVORO I Centri per l’Impiego, un servizio fondamentale per chi è costretto a ricollocarsi

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n servizio importante per chi cerca lavoro è quello offerto dai Centri per l'Impiego. Presenti in ogni Provincia italiana, queste strutture sono nate nel 1997 a seguito di alcune riforme del mercato del lavoro sostituendo i vecchi uffici di collocamento. I Centri per l'Impiego oggi sono incaricati di svolgere alcuni importanti compiti: orientamento e azioni specifiche per chi è alla ricerca di un lavoro e servizi per le imprese. In quest'ultimo caso anche con workshop su temi che possono andare dalle normative sulla sicurezza, fino alla crisi economica ed in particolare sui passi che un'azienda può compiere prima di arrivare al licenziamento del lavoratore o su quali strumenti mettere in campo per evitare che questi restino in balia del mercato del lavoro. Ad esempio attraverso percorsi di outplacement, tramite il quale un'azienda offre ad un dipendente dal quale intende separarsi un servizio personalizzato per aiutarlo a trovare un nuovo lavoro. Ma è per quanto riguarda i lavoratori che i Centri per l'Impiego diventano importanti. Soprattutto per coloro che si ritrovano, dopo tanti anni passati in un'azienda, alla ricerca di un'occupazione a seguito di un licenziamento, così come per chi si affaccia per la prima volta sul mercato del lavoro e dunque, in particolare, i giovani. E' proprio in questi casi che i percorsi di orientamento che questa struttura offre diventano fondamentali. Un orientamento che, nel caso dei giovani, dovrebbe essere fatto a

scuola o all'università e che invece manca completamente. Così accade spesso che, ad esempio giovani laureati, trovino difficoltà – al di là della crisi e delle poche possibilità – a trovare un impiego. O che, quando lo trovino, entrino allo stesso livello o magari anche subordinati a chi ha un titolo inferiore al loro ma che, essendo entrato prima nel mercato del lavoro, sia in grado di muoversi meglio in questo mondo, riuscendo dunque a sfruttare al meglio le opportunità offerte. Va detto anche che questo servizio di orientamento non sempre viene utilizzato da chi è alla ricerca di un lavoro. Questo nonostante i feedback che ha il Centro per l'Impiego di Pomezia (responsabile anche per Ardea, Anzio, Nettuno) dicano che circa il 70% di coloro che prendono parte alle giornate di orientamento, poi riescono a trovare uno sbocco adeguato alle loro prospettive, sia questo lavorativo o formativo.

Poi ci sono quei casi in cui l'iscrizione è finalizzata solo per accedere ad alcuni servizi ma chi si iscrive non è intenzionato a ricercare lavoro. Ad esempio serve l'iscrizione nelle liste di disoccupazione per avere alcune esenzioni sui ticket, per avere degli sconti sui mezzi pubblici, per accedere alle pensioni di invalidità e ancora per avere sgravi fiscali sui figli a carico. Infatti, quando i figli superano i 18 anni, per continuare a beneficiare degli sgravi, gli stessi devono essere iscritti al Centro per l'Impiego e risultare disoccupati, altrimenti non vengono più considerati a carico dei genitori. Una dispersione di energie su cui forse varrebbe la pena di intervenire legislativamente per rendere sempre più efficiente un servizio di così fondamentale importanza TN Francesca Zannella 1969. Manifestazioni per le strade di Pomezia di operai della Veguastampa.

informagiovani A Pomezia ed Ardea due sportelli aiutano i ragazzi ad orientarsi nel lavoro

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o sportello gratuito Informagiovani, attivo a Pomezia presso l’assessorato alle politiche sociali in piazza San Benedetto da Norcia 25 (su facebook “Pomezia Informagiovani”) nasce oltre un anno fa quando l'associazione “La Bussola” vince un bando indetto dalla Provincia di Roma. Grazie ai fondi rinnovati dalla precedente giunta pometina in collaborazione con la Provincia, oggi Informagiovani continua a divulgare informazioni relative alle opportunità di lavoro e di formazione, alla cultura e allo spettacolo disponibili sul territorio. Lo sportello è rivolto ad una fascia d’età che va dai 16 ai 35 anni ma il profilo delle persone con cui ha a che fare è molto variegato: qui arrivano adulti e stranieri, giovani e meno giovani, per lo più in cerca di lavoro ma la gran parte degli utenti è composta dai neo-diplomati che attraversano quella che Nertila – una delle psicologhe – chiama la “fase di transizione”, cioè quella in cui, appena

usciti dalla scuola superiore, non sanno ancora bene cosa fare del proprio futuro: «Hanno bisogno di superare questo disorientamento dovuto anche al fatto che dalla scuola non escono con un profilo definito». Per loro Informagiovani diventa una guida che può indirizzare chi sceglie di lavorare verso corsi gratuiti di specializzazione, supportandoli anche nella stesura del curriculum. E’ questa la necessità più comune dei ragazzi che si rivolgono allo sportello: l’orientamento all’interno del mondo del lavoro, un ambiente in continuo mutamento a cui forse, dalla scuola, non arrivano sufficientemente preparati. Non è un caso, infatti, che le iniziative più apprezzate siano stati gli incontri con gli studenti degli istituti superiori di Pomezia in cui si è parlato proprio di lavoro, affrontando il tema su ogni fronte, dai contratti alla selezione del personale, dalla scrittura del curriculum fino alla gestione dell’ansia: «Abbiamo voluto aiutarli a capire a cosa si trove-

ranno di fronte una volta usciti dalla scuola – spiega Nertila – introducendoli in ambiti che non conoscevano quasi per nulla». Nel nostro territorio la maggior parte dei servizi per i giovani è ancora gestita da privati ma, dalla risposta degli studenti alle attività proposte, si deduce il bisogno di un intervento del pubblico, che lanci le nuove generazioni nei loro progetti, limitando almeno in parte gli ostacoli sul loro cammino – in primis quelli di natura economica. Informagiovani vuole fornire strumenti per costruire il futuro e la città non gli fa mancare il suo feedback: «Spesso ci ringraziano perché esistiamo», dice Nertila con un sorriso. Visto questo importante ritorno “La Bussola” ha raddoppiato: gli stessi servizi saranno ora offerti anche ai giovani di Ardea. Il 25 ottobre scorso è stato infatti inaugurato in via Lavinia 15 “Ardea Informagiovani”..

TN Martina Zanchi


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ARRIVEDERCI E GRAZIE Il documentario sulla crisi del lavoro, in onda giovedì 24 novembre

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rrivederci e Grazie. Un’espressione, neanche tanto ironica, che spiega bene il trattamento ricevuto dalle lavoratrici e dai lavoratori di diverse realtà del nostro territorio negli ultimi anni. Basta tornare indietro di un anno per ricordare le lavoratrici del call center Herla salire sul tetto, i lavoratori AiazzoneEmmelunga occupare il mobilificio di via Pontina, quelli Di-Ma Costruzioni arrampicarsi sulle gru del cantiere Parco della Minerva. E sono proprio queste tre storie le protagoniste del documentario “Arrivederci e Grazie”, regia di Chiara Proietti, a cura di Francesca Poddesu, che andrà in onda per la prima volta giovedì 24 novembre prossimo alle ore 22 su Telepontina (canale 115 del digitale terrestre). Un documentario che racconta con voci, volti e immagini un anno nero dell’occupazione di Pomezia, tra fallimenti, arresti e cassa integrazione, e lo fa dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, cittadine e cittadini di un territorio che risente con forza della crisi economica. “La mattina del 4 ottobre 2010, quando è iniziata la protesta Herla sul tetto del call center – racconta Chiara, al suo primo lavoro da regista - è venuto in emittente un ragazzo che lavorava lì per dirci: venite, siamo saliti sul tetto perché non ci pagano gli stipendi da mesi”. Abbiamo seguito la loro vicenda per tutte le settimane successive, fino all’inizio del presidio Aiazzone-Emmelunga, che ha coinciso con le proteste di piazza di

Di.Ma. È stato un concatenarsi di eventi, ci siamo ritrovati a raccogliere interviste, sfoghi, immagini di manifestazioni, assemblee permanenti e proteste di piazza, tutte unite dallo stesso problema: gli stipendi che non arrivavano più”. “L’impatto sul territorio è stato enorme – continua Francesca, giornalista televisiva e curatrice del documentario - per mesi Pomezia è stata invasa da bandiere, cortei, manifestazioni di piazza. Non passava giorno senza che saltasse fuori un nuovo caso di “lavoro malato””. Mesi concitati, che hanno visto lavoratori, amministratori, giornalisti e cittadini insieme, vicini, solidali. “La cosa più importante che mi hanno lasciato queste donne e questi uomini – dice Chiara - è stata l’enorme dignità con cui hanno affrontato una situazione così difficile: ancora oggi quando qualcosa non va penso a Grazia, una dipendente Emmelunga impiegata lì da quasi 40 anni, che ad un anno dalla pensione si è ritrovata a non percepire più stipendio per oltre 6 mesi. Ha cucito a maglia per tutta la durata dell’assemblea permanente. Alla fine, quando dopo 2 mesi hanno dovuto sgomberare il presidio perché non avevano più le risorse per portarlo avanti, lei era ancora lì: la maglia l’aveva finita, e senza nemmeno rendersene conto l’aveva fatta gialla e celeste, i colori di Emmelunga”. Le donne sono state le vere protagoniste delle lotte, le ritroviamo proprio così anche nel documentario: “Le donne di “Ar-

RAGAZZI FORTUNATI

nell'apertura. Entrambi avevano precedenti esperienze sul campo, ma mai avevano ricoperto ruoli di responsabilità e avevano bisogno di un supporto amministrativo. A quel punto hanno pensato a me. Cosa facevi allora? In quel periodo svolgevo un lavoro non qualificato e saltuario presso un'altra agenzia. Era a conduzione familiare, il che costituiva un'arma a doppio taglio perché i rapporti tendevano ad essere troppo personali. Ho deciso quindi che era il momento di mettersi in gioco: questo è il tempo in cui ci si può permettere di osare senza aver paura di quello che si lascia. Ho quindi fatto un colloquio, durante il quale hanno compreso l'importanza delle mie precedenti esperienze. È poi seguita una prova ed oggi svolgo un lavoro dove, insieme ai miei colleghi, ho carta bianca nell'amministrazione dell'ufficio, piena libertà nella pubblicità, nella gestione interna (anche riguardo ferie e permessi) e negli obiettivi da raggiungere. Quali sono gli effetti a livello personale della tua attuale situazione lavorativa? Oggi quando mi sveglio la mattina sono entusiasta di andare a lavoro. Non solo per l'ottimo rapporto con gli altri due ragazzi, ma perché so di far parte di un gruppo pulito, che punta alla qualità del lavoro e non alla quantità. Ho la possibilità di crescere professionalmente e tutto ciò che faccio viene giustamente (e puntualmente) retribuito. Certo, all'inizio lo stipendio era inferiore a quello di prima, ma l'avere un contratto regolare e l'essere trattata con rispetto è qualcosa che al giorno di oggi molti datori di lavoro sembrano aver dimenticato, specialmente quando si parla di giovani.

Il racconto di una lavoratrice che ha trovato un impiego in linea con i suoi desideri

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amboccioni sfaticati pronti a muoversi solo per proteste violente: ritratto dei giovani tra i venti e trent'anni? C'è chi dice si – senza appartenere a questa generazione – e chi dice no – pur appartenendo a questa generazione. Noi ne abbiamo parlato con Gioia, una ragazza di Pomezia che, dopo alcune esperienze, è riuscita a trovare un lavoro che le dà soddisfazione. Dopo il diploma, il sogno di lavorare nel settore chimico (non un'utopia a Pomezia): svanito presto. E poi una serie di attività lontane dalla tua formazione, dalla commessa all'addetta alle pulizie. Cosa è cambiato oggi, Gioia? È cambiato che ho deciso finalmente di scommettere su me stessa. Tutto è iniziato ad agosto del 2010 quando due ragazzi, miei conoscenti, hanno deciso di aprire una succursale di un gruppo immobiliare non presente sul territorio. Hanno presentato un progetto alla sede centrale che, dopo averlo approvato, li ha aiutati

TN Cecilia Prati

Francesca Poddesu e Chiara Proietti rivederci e Grazie” – conclude Francesca - pur differenti per cultura ed età, hanno un filo che le lega tra di loro: il coraggio sfacciato o pacato di lottare per il posto di lavoro, per diritti calpestati da imprenditori scellerati. Le donne che tutto possono, per la loro sfortunata attitudine alle sfide, emergono nel documentario come paladine di una guerra moderna, che colpisce più che mai il gentil sesso, come qualcuno ama deTN Martina Parisi finirci”.

OSTAGE

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o stage è un rapporto triangolare tra tirocinante, azienda ospitante (pubblica o privata) ed ente promotore, il quale deve garantire la presenza di un tutor come responsabile didattico-organizzativo delle attività. Un altro strumento previsto dalla legge Treu, per formare al lavoro gli studenti universitari o i neolaureati, che negli anni ha visto un utilizzo deviato da parte delle aziende che molto spesso utilizzano lo stage come rapporto di lavoro subordinato mascherato da formazione, in parole povere lavoro a costo zero, e con questa vera e propria truffa dispongono di un turn-over di stagisti (dai 3 ai 6 mesi) senza assumerne nessuno ma avendo sempre a disposizione lavoro gratuito protetto dalla norma.

ISTRUZIONI PER L’USO TN Lo stage deve essere fondato su un progetto formativo, definito da una convenzione tra l’ente promotore, l’ente ospitante e lo stagista a cui deve essere affiancato un tutor; TN Lo stagista non può sostituire personale dipendente; TN La durata di uno stage è commisurata al progetto formativo e lo stage non può essere prorogato; TN Allo stagista devono essere riconosciuti pari diritti rispetto ai dipendenti su servizi-mensa, buoni-pasto, trasporti, alloggio, assicurazione infortunistica e tutte le norme previste sulla salute e sicurezza; TN Lo stage deve essere retribuito con un rimborso spese adeguato all’età e all’istruzione dello stagista. Diffidate dalle imitazioni! Info: www.repubblicadeglistagisti.it


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Novembre 2011 “La situazione politica in Italia è grave ma non è seria. ” Ennio Flaiano

DE FUSCO: LA VERITA’ SUI DEBITI Il sindaco mostra le carte che spiegano i conti in rosso delle casse comunali

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bilanci degli ultimi dieci anni alla mano, con tanto di tabelle e grafici di contorno, per dimostrare che la situazione di crisi finanziaria nella quale si trova il comune di Pomezia è un’eredità che arriva da lontano e rispetto alla quale gli ultimi cinque anni di amministrazione hanno inciso poco. Dopo mesi di polemiche e risposte parziali il sindaco Enrico De Fusco ha deciso di affrontare dalla base il problema del deficit delle casse comunali, analizzando l’aumento progressivo del debito e allo stesso tempo esponendo anche quali siano le soluzioni individuate dalla sua maggioranza per tentare di risollevare la situazione. La tesi del primo cittadino è chiara e viene elaborata analizzando la situazione finanziaria dal 2001 al 2010: la massa imponente dei residui passivi che oggi mettono in difficoltà le casse comunali si è formata, afferma De Fusco, “tra il 2001 ed il 2006” (negli anni dell’amministrazione Zappalà), “quando un ricorso sfrenato a nuovi mutui abbinato ad una spesa corrente accresciuta rispetto al passato hanno fatto lievitare il debito dai 48 milioni di euro del 2001 ai 107 milioni del 2006”. Il cuore della criticità emergerebbe dunque nel quinquennio 20012006, “quando le spese correnti - sottolinea il sindaco ma soprattutto quelle in conto capitale (quindi i mutui) sono cresciute enormemente. I debiti stanno lì, noi ce li portiamo dietro con dei residui al 2010 che crescono nelle spese correnti”. I residui passivi oggi sono circa 116 milioni di euro, ma il sindaco non ci sta ad accettare le accuse di chi dice che sarebbero stati i suoi cinque anni di governo a creare la massa del debito. “E’ esattamente il contrario – afferma – perché abbiamo ereditato una situazione debitoria pesante e come risposta abbiamo in primo luogo bloccato l’accensione di nuovi mutui e operato per mandare via l’A.Ser, la cui conven-

Serafini (Pdl) attacca il sindaco sul debito

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zione è la ragione profonda della crisi finanziaria dell’ente”. Non è un caso che proprio da qui partono le soluzioni per risollevare le sorti del comune. “Pomezia – sottolinea il sindaco – è stata ammessa nella massa dei creditori per il fallimento della società Tributi Italia ed il credito che vantiamo, certificato, è di 50 milioni di euro. Stiamo lavorando con l’Anci per ottenere, con un emendamento in finanziaria, un prestito a interessi ridotti che ci consentirebbe di abbattere quasi completamente i residui passivi della spesa corrente, che ammontano a 65 milioni di euro”. Una risposta sulle spese il sindaco la dà anche per la questione del personale che, spiega, “ci è costato 2,5 milioni di euro l’anno ma grazie al quale abbiamo avviato una riscossione dei tributi diretta incassando 9 milioni di euro, presentato progetti per opere pubbliche ottenendo finanziamenti per 35 milioni di euro e, soprattutto, prestato servizi di alta qualità alla cittadinanza”.

TN Stefano Mengozzi

a situazione finanziaria del nostro Comune è drammatica e rischia di trascinare a breve nella sua rovina le famiglie dei lavoratori delle ditte fornitrici e delle aziende municipalizzate, essendo i loro stipendi a forte rischio, e poi tutte le altre famiglie presenti nel nostro territorio, per la conseguente sospensione di servizi essenziali come le mense scolastiche, la raccolta dei rifiuti e i trasporti pubblici. Ma il Sindaco De Fusco e la maggioranza di centro-sinistra tacciono sull’argomento oppure minimizzano, evitando di portare in discussione eventuali soluzioni e nascondendo la reale consistenza del debito”. Parole di Rodolfo Serafini, coordinatore del Pdl di Pomezia, che contesta su tutta la linea l’operato dell’amministrazione De Fusco.

TN S.M.


LA BREVISSIMA

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IDV COMPATTA - “Non sussiste alcun attrito né opposizione all’interno del partito e, al contrario di quanto fatto apparire, persiste una radicata unità d’intenti nel gruppo Consiliare nel sostegno al sindaco De Fusco”. Parola del segretario dell’Italia dei Valori, De Luca.

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FARE CULTURA E SAPER SPENDERE Gli obiettivi raggiunti (e quelli da raggiungere) dell’assessore Del Buono

di euro per un concerto di Baglioni, basta mettere a disposizione dei ragazzi di Pomezia una piazza in cui suonare. Penso a dei luoghi unici che caratterizzano il nostro territorio, come il bosco del Sughe-

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are cultura anche senza avere molti soldi da spendere, favorire l’educazione ed il rispetto per la città e avviare una programmazione che sia in grado di rispondere alle urgenze che arrivano dalle politiche sociali. Nonostante la fase critica che sta vivendo l’amministrazione comunale di Pomezia, tra incomprensioni politiche e difficoltà economiche, è con spirito positivo che l’unica donna che siede nella giunta cittadina, Rosaria Del Buono, guarda al futuro della città. Perché – è uno degli slogan che preferisce - «si può fare cultura anche senza spese milionarie, anzi è nostro compito lavorare in questa direzione». Molte deleghe da gestire (cultura, pubblica istruzione, sport e politiche sociali) e tanti problemi con cui fare i conti quotidianamente. «Gli ambiti nei quali lavoriamo insieme agli uffici – spiega l’assessore Del Buono – sono tanti e però solo all’apparenza eterogenei. Ho avuto modo di ricordarlo recentemente: quando Enrico (il sindaco De Fusco; ndr) mi chiamò comunicandomi di avermi scelto per la sua nuova giunta il primo sentimento è stato il timore di non poter gestire tutte queste deleghe. In realtà però strada facendo ci siamo resi conto insieme del filo comune che lega la cultura, la pubblica istruzione, lo sport e le politiche sociali». La prima grande differenza rispetto al passato, che è anche il tema che torna spesso in questi primi mesi di amministrazione, è l’assenza di fondi da destinare alla cultura. Pomezia, come spiega l’assessore, «è passata dalle centinaia di migliaia di euro spesi per gli scavi archeologici di via Siviglia (oggi necessariamente accantonati; ndr) ai pochi fondi presenti oggi in cassa». Eppure questo non sembra essere un problema. «Noi ci muoviamo secondo principi politici chiari: vogliamo che Pomezia acquisti maggiore vivibilità e per farlo è necessario anche avvicinare i cittadini al territorio che abitano, troppo spesso considerato solo un dormitorio. Io voglio che Pomezia – sottolinea Rosaria Del Buono - sia un luogo più vivo, e per fare questo dobbiamo creare nuove iniziative. Si può fare senza “i milioni di euro”, basta dare spazio alle associazioni locali, ai giovani e ai soggetti culturali e formativi che sono presenti in città». Torna in mente lo slogan della Notte Bianca organizzata a settembre, “Pomezia è sveglia”. «Questo evento è l’esempio di quello che possiamo fare. Per avvicinare la gente al proprio territorio non serve spendere centinaia di migliaia

reto, che possono diventare luoghi di cultura e di educazione per i più giovani, in cui vivere un’esperienza unica a contatto con la natura». E poi c’è il campo delle politiche sociali, sul quale l’amministrazione è costretta a fare i conti anche con i tagli governativi. «Siamo costretti a lavorare in condizioni difficili – continua Del Buono – ma la strada da intraprendere è quella, ad esempio, di una riorganizzazione dei servizi di assistenza e della ricerca di un sostegno anche da parte dei privati. Voler bene alla città - conclude - significa anche far avvicinare pubblico e privato in una fase di incertezza economica: il comune da solo sta facendo fatica a garantire i servizi, dobbiamo metterci la faccia per far avvicinare gli sponsor privati a sostegno di iniziative di importanza primaria».

TN Andrea Oleandri


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POLITICA

Ardea

Novembre 2011

DI PIETRO: DE-EUFEMIZZIAMO ARDEA Alla presenza del suo leader, l’Idv rilancia la candidatura di Cristina Capraro

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l nostro compito a livello nazionale è quello di “de-berlusconizzare” l’Italia, riaffermando il principio dei diritti contro il conflitto di interessi. Qui ad Ardea, dopo decenni di amministrazioni di destra, si tratta invece di “de-eufemizzare” il paese». Non poteva essere più chiaro il messaggio che Antonio Di Pietro ha voluto lanciare il 5 novembre scorso ad Ardea, presente per inaugurare la nuova sede dell’Italia dei Lavori in via Santa Marina. Al suo fianco c’erano i rappresentanti locali e regionali del partito: dal segretario cittadino Alberto Delli Colli fino agli esponenti regionali Vincenzo Maruccio, Giulia Rodano e Claudio Bucci. Tra di loro anche colei che è stata la protagonista di giornata, Cristina Capraro, lanciata dal partito come futuro candidato sindaco in vista delle elezioni del 2012. Un partito, l’Italia dei Valori, che fino al 2007 ad Ardea non aveva mai presentato la lista. «Poi abbiamo iniziato ad organizzarci – ha spiegato Delli Colli – migliorando anno dopo anno i risultati elettorali». E oggi si presentano all’appuntamento delle amministrative con in testa l’obiettivo chiaro di cambiare la città, se possibile in alleanza con i partiti del centrosinistra anche se è chiaro che sono disposti ad andare anche da soli (un po’ come accaduto a Napoli lo scorso anno) pur di non scendere a patti con una politica che dovrebbe lasciare il passo al cambiamento. «Dobbiamo costruire un’alternativa forte e credibile – ha sottolineato il segretario regionale Vincenzo Maruccio – e il nostro

L’API SCEGLIE ABATE Dal congresso il partito fa chiarezza in vista delle amministrative

obiettivo è comunque di farlo in alleanza con i partiti del centrosinistra». L’intervento di Antonio Di Pietro, in piedi su una sedia come si faceva nei comizi di qualche anno fa, ha infiammato gli animi degli oltre cento arrivati per ascoltarlo ad Ardea. «Venendo qui mi è stato detto che ad Ardea l’Italia dei Valori sta per intraprendere una “missione impossibile”, e allora dico che è proprio quello che fa per noi. Dobbiamo accantonare – ha concluso - la politica del più forte, fatta di favori e compiacenze, e ribadire la centralità del principio di legalità e dei diritti fondamentali». La vera novità nel quadro politico arriva dall’Idv di Ardea, su questo non c’è dubbio. Candidare una giovane ragazza, già madre e peraltro in stato interessante, rappresenta di sicuro un’operazione di

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i è svolto il 3 novembre alla Pineta dei Liberti il primo congresso di Alleanza per l’Italia di Ardea. Si è trattato di un incontro che è andato oltre i lavori congressuali, poiché sono intervenuti tutti partiti di centrosinistra in un momento delicato, come quello attuale, che riguarda la scelta del candidato sindaco per le prossime elezioni amministrative. Erano presenti, inoltre, il Responsabile organizzativo regionale dell' API Mino Di Noi, il Capo gruppo e Consigliere provinciale Massimo Caprari che hanno confermato la soddisfazione per la riuscita dei lavori. Il segretario Francesco Lopez ha ribadito, però, che

rinnovamento della politica che potrebbe avere risvolti positivi in futuro. Ad ascoltare Di Pietro c’erano la maggior parte degli esponenti politici del centrosinistra e chissà che non si siano convinti con l’appello lanciato dal “big” del partito in persona, che si è rivolto agli altri alleati chiedendo «uno sforzo ulteriore per accettare una candidatura giovane e nuova». Lei, la Capraro, è intervenuta ed è sembrata avere le idee chiare su quello che c’è da fare. «Oggi avviamo un nuovo percorso politico – ha detto – l’Italia dei Valori vuole essere il partito capace di avviare un vero cambiamento in città. Una politica – ha sostenuto – che riparta dal territorio e dalle esigenze dei cittadini».

TN Stefano Mengozzi

il partito non è interessato alle primarie che il PD vuole celebrare per la scelta del candidato sindaco unitario. Ha confermato che il partito è stato favorevole alla candidatura di Abate e criticato che il PD sia tornato sulla decisione presa creando imbarazzo nel centrosinistra. “Per l’Api – ha detto - conta soprattutto il programma di governo della città e una forte selezione delle liste, formate con candidati che abbiano un profilo rilevante e scarsa propensione a cambiare casacca politica, per evitare che in caso di sconfitta non si ripetano le situazioni di passaggio di ben sette consiglieri dalla minoranza alla maggioranza”.

TN M.P.


POLITICA

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Ardea

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“Le primarie sono uno strumento fondamentale di condivisione politica”: la proposta del consigliere del Pdl

L’intervento

“Nessuna scelta imposta dall’alto”

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hiunque sia impegnato nell'attività politica, come militante, dirigente di un partito o come eletto, matura la consapevolezza che la condivisione è un elemento fondamentale dell'agire politico. Elemento che nasce dalla sintesi di diverse esigenze o idee e necessario per perseguire obiettivi comuni riferibili al benessere della collettività. Al contrario, le scelte imposte o calate dell'alto rischiano di influenzare negativamente l'azione politica o amministrava proprio per la mancanza di supporto e condivisione. A tale scopo, le consultazioni primarie costituiscono, a mio avviso, un importante strumento di partecipazione alla vita politica di una nazione, di un partito ed in particolar modo di una città come Ardea che per la prima volta si avvia verso la scadenza naturale del mandato del Sindaco. Le primarie in questo contesto confermerebbero la maturità del PDL che fino ad oggi insieme alle altre forze di maggioranza ha guidato con senso di responsabilità l'amministrazione senza cadere nelle trappole e nei ricatti che caratterizzavano i governi precedenti causando instabilità politica e continuo ricorso al voto. In linea con i recenti interventi del Sottosegretario Andrea Augello suffragati anche dai giovani del Circolo territoriale della Giovane Italia “Giovani Idee”, ritengo doveroso proporre anche ad Ardea

Fanco per le primarie

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arà il nominativo del candidato a sindaco ad Ardea alle prossime elezioni amministrative che sancirà l’ennesima vittoria del centro-destra, oppure, dopo decenni, una sonora sconfitta. I cittadini di Ardea non accetteranno l’ennesima imposizione dall’alto del PDL, scelta antidemocratica che nel Comune limitrofo di Pomezia ha determinato un fuggi-fuggi generale dalla coalizione di centro-destra dopo l’imposizione del candidato a sindaco Luigi Celori, formando liste civiche di elettori e politici del Pdl che hanno sostenuto il candidato a sindaco del Pd Enrico De Fusco. L’unica strada da percorrere è quella delle primarie, attraverso la quale tutta la coalizione del centro-destra, e non solo il Pdl, possa esprimere democraticamente la scelta sul nominativo del candidato a sindaco di Ardea”. A conferma della tesi di Iotti ecco anche le parole del consigliere Luca Fanco, che sostiene con evidenza la necessità per il centrodestra di ricorrere alle primarie. TN

l'istituzione della consultazione popolare finalizzata alla selezione delle cariche elettive. Concordo anche con l'intervento del collega Saverio Pagliuso, Consigliere Comunale del Pdl a Pomezia, nel ribadire che lo strumento delle primarie si qualifica, in questa congiuntura storica e politica, come un valido strumento di cittadinanza attiva per coinvolgere i cittadini nei processi decisionali legati alla determinazione della classe dirigente e degli indirizzi di governo. Il fine ultimo deve essere proprio quello di valorizzare, secondo il principio del merito, candidati con capacità di mediazione, senso delle istituzioni, elevato grado di coesione con il proprio partito e smisurato amore per il territorio amministrato. Promuovendo una consultazione per la selezione del candidato Sindaco nella formazione di centrodestra e nel Pdl per le elezioni amministrative del 2012 si rafforzerebbe la stabilità di governo e della maggioranza consiliare nonché il senso di appartenenza dei cittadini alle istituzioni. Credo che instaurando questo clima di condivisione si avrà quello slancio necessario per proseguire con progetti innovativi di crescita e di sviluppo di un territorio che potenzialmente ha ancora molto da offrire. TN Riccardo Iotti Consigliere Comunale di Ardea Popolo della Libertà


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Pomezia

Novembre 2011 “Un viaggio per quanto terribile possa essere, nel ricordo si trasforma in qualcosa di meraviglioso..” Banana Yoshimoto

UNA GIORNATA DI ORDINARIA PASSIONE Il racconto dell’ennesima giornata nera per i pendolari della linea Roma-Nettuno

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artenza da Pomezia alle 8.20 sul treno proveniente da Nettuno già stracolmo. Dopo la fermata di Torricola, in aperta campagna, il treno si ferma. “A volte capita – esclama una signora rassegnata – tra poco ripartiamo”. La condensa comincia ad attaccarsi ai finestrini e a goccioloni scivola giù. Dopo 15 minuti di attesa senza informazioni una donna anziana si siede sugli scalini chiedendo un po’ d’acqua. “Sta per sentirsi male – urla la sua amica sostenendola per un braccio – aiutatemi”. Un’altra donna tira da fuori la borsetta una bottiglietta da mezzo litro e gliela porge. Un ragazzo doveva partecipare al test di ingresso all’Università: “Non ce la farò per le 10.30 ad arrivare a piazza Venezia…” Finalmente, dopo quasi 3 quarti d’ora, si sente una flebile vocina dagli altoparlanti che dice che a Casilina alcuni pendolari hanno occupato i binari e i treni non possono passare. Più tardi scopriamo che un treno si era guastato e i pendolari erano stati fatti scendere e per questo stavano sui binari. La gente cominciava a spazientirsi: è passata un’ora, sono le 10 e, con i finestrini e le porte del maledetto Minuetto chiusi ermeticamente, comincia a mancare ossigeno.

Dopo il no alla class action monta la rassegnazione?

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Passa finalmente il capotreno e apre una porta solo per farci respirare: “Non scendete per carità altrimenti non ci muoviamo più…”. Dopo 5 minuti di orologio richiude perché non vuole correre rischi. Passano altri 40 minuti e davvero la situazione è insostenibile. Alcuni passeggeri aprono le porte tirando le maniglie di emergenza e scendono dal treno. Vicino ad un canneto c’è un orticello (abusivo!?!) costeggiamo a piedi la recinzione, a ridosso dei binari sui ciottoli ed arriviamo ad una stradina sterrata. Percorsi 500 metri, la strada sterrata diventa asfaltata e incrociamo una macchina della Polizia Municipale: “Andate ad aiutare le persone che sono rimaste sul treno…” avverte un pendolare. La risposta è stata quella di non poter intervenire e viene consigliato di avvisare un’altra pattuglia sulla strada principale… Il fiume di persone continua ad avanzare e raggiunge l’Appia Nuova, di lì a qualche minuto un bus della linea 765 arriva alla fermata e trasporta i pendolari alla vicina stazione della metro A di Arco di Travertino. Ognuno per la sua strada, la improvvisata comitiva si scioglie e rimane l’amaro in bocca di una terribile avventura.

TN Comitato Pendolari

settembre ci siamo largamente occupati dei disagi sulla linea ferroviaria Roma-Nettuno ma, dopo nemmeno un mese, la FR8 torna a far parlare di sé. Il 25 ottobre scorso è stata un’altra giornata nera per i pendolari che, in mattinata, hanno dovuto sopportare fino a due ore di ritardo per il guasto del locomotore del treno 12186, fermatosi nei pressi della stazione Casilina. Esasperati dal caldo asfissiante e dalla mancanza di informazioni, alcune decine di passeggeri sono scesi dal treno occupando i binari. Da una nota di Trenitalia si legge che per molto tempo, a causa di questa protesta, il locomotore di soccorso non è potuto ripartire per portare il treno a destinazione mentre la circolazione ferroviaria è stata sospesa dalle 9 alle 10.30, comportando ritardi di oltre un’ora per un’altra quarantina di treni. Tuttavia nella giornata sono stati registrati altri disagi sulla linea: fin dal primo mattino alcuni treni hanno percorso viaggi “a singhiozzo”, procedendo a velocità ridotta e con continue fermate; nel pomeriggio, proprio all’ora di punta, alla stazione Termini si è creato il caos tra i passeggeri stipati nel treno 12213, in ritardo di circa 45 minuti. Stando al racconto di un pendolare del “Comitato Fr8 carrozza”, Trenitalia avrebbe deciso di «svuotare l'eccedenza di persone dal treno sottodimensionato» composto, pare, da sole 5 carrozze «annunciando l’imminente partenza del reg. 2407 al binario 16» anch’esso pienissimo. A quel punto, praticamente vuoto, il treno per Nettuno sarebbe partito senza problemi. Il comitato – che ha dovuto ingoiare il recente respingimento della class action indetta contro Trenitalia - annuncia battaglia ma tra molti pendolari cresce la rassegnazione verso una situazione che sembra essere destinata solo a peggiorare. TN Martina Zanchi


LA BREVISSIMA

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ASSEGNI CLONATI - Clonavano assegni tra Aprilia e Pomezia: denunciate due persone per truffa e ricettazione dalla Polizia Postale di Latina per aver illecitamente incassato vari assegni risultati provento di clonazione ai danni di altrettanti correntisti postali residenti a Roma, Chieti e Olbia.

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Pista ciclabile, dopo sei mesi è già distrutta Il Comune di Pomezia non può intervenire e così avanzano vandalismo e degrado

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n'occasione persa? È questa la domanda che pone un cittadino di Pomezia, in una lettera inviata al nostro giornale, a proposito del parco del querceto. Inaugurato durante gli ultimi mesi della passata legislatura, oggi questo spazio è in preda al più totale abbandono. Ma a chi dare la colpa? Sicuramente in parte è dell'Amministrazione che ha abbandonato a se stesso il parco. E a questo proposito fanno sapere dall'ufficio ambiente che non è possibile intervenire sulla pista ciclabile, neanche per le pulizie, in quanto non essendo stati pagati i lavori alla ditta, l'opera non è stata ancora consegnata al Comune. Fatto questo che fa sorgere almeno due interrogativi. Il primo di natura politica, mentre il secondo riguarda la sicurezza. Ovvero: perché inaugurare un'opera che di fatto ancora non è dell'ente, aprendola e facendo si che poi si avvii sulla strada del degrado? E ancora, se qualcuno dovesse farcisi male per qualsiasi motivo, chi ne risponderebbe? Ma la colpa non può che essere data anche ad alcuni cittadini. Di certo le fontanelle, le panchine, i muretti, non si rompono da soli. Purtroppo nella nostra

città troppo spesso si assiste ad atti di vandalismo che sono fini a se stessi e non hanno altro scopo se non distruggere o danneggiare ciò che è di tutti, sia come possibilità di fruizione, sia per i soldi (pubblici) con le quali sono state realizzate queste opere.

“I ripetitori spenti sono un pericolo” La richiesta dei cittadini di Santa Palomba al sindaco

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uci dei ripetitori Rai di Santa Palomba spente già da questa estate, i cittadini preoccupati nei giorni scorsi hanno scritto alle istituzioni territoriali per chiedere un intervento salvaguardando la sicurezza dell’abitato. A segnalare il problema, con una lettera al sindaco De Fusco, è stato il comitato di quartiere Roma 2. “Come noto – scrivono nella lettera - in località Santa Palomba è presente un impianto composto da antenne trasmittenti probabilmente ancora di proprietà RAI. Tale impianto si compone di cinque antenne di cui tre collocate sul territorio del Comune di Roma e due su quello del Comune di Pomezia”. Il problema è che dal mese di luglio le luci rosse che indicano nelle ore notturne la presenza delle antenne sono spente. “I cittadini - sottolineano dal comitato - sono molto preoccupati della situazione in quanto la zona è interessata da fre-

quente transito di elicotteri e aerei leggeri che potrebbero non avvedersi della presenza delle antenne. Le paure sono amplificate dal fatto che in prossimità delle antenne e delle abitazioni sono dislocati depositi di combustibili e di gas propano che potrebbero amplificare e rendere ancora più infausto un eventuale incidente aereo”. Alle paure espresse dal comitato ha risposto il sindaco De Fusco. Con un’ordinanza sindacale si richiede alla Rai, nella persona del responsabile tecnico degli impianti di diffusione, di provvedere all’immediato ripristino dell’efficienza dell’impianto di illuminazione dei ripetitori siti in località Santa Palomba. “Un provvedimento dovuto – ha dichiarato il primo cittadino – al fine di garantire la sicurezza e la pubblica incolumità nell’area di Santa Palomba, quartiere densamente popolato”.

TN S.M.

In questo senso, quanto sta accadendo a proposito del Parco, interroga tutti noi come cittadini su quale potrà essere il futuro di una città nella quale amministrazione e cittadini non sanno prendersi cura dei TN Andrea Oleandri beni comuni.

Scherzetti di Halloween

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oveva essere la notte di Halloween, ma si è trasformata nella notte degli imbecilli. Alcune persone infatti, invece di andare in giro casa per casa a chiedere dolcetti, hanno preferito passare la serata a fare degli scherzetti. E con questi scherzetti si sono risvegliati l'indomani mattina del 31 ottobre i cittadini residenti su via Orazio. Davanti ai loro occhi si è presentato l'ennesimo spettacolo di distruzione che orde barbariche di loro “concittadini” hanno lasciato dietro di loro: una cabina dell'enel e una fontanella con tanto di panchina sono state divelte (nelle foto si nota in quest'ultimo caso il cemento messo alla base della fontanella per “ripristinarla”). Insomma, come nelle migliori tradizioni, anche a Pomezia la notte di Halloween è stata una notte da paura.

TN A.O.


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CRONACA

Pomezia

Novembre 2011

Scuole, il degrado avanza in giardino Le aree verdi degli istituti scolastici sono in totale abbandono

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poco più di un mese dall’inizio delle scuole, abbiamo fatto un giro in alcuni istituti per verificare la situazione del verde scolastico e del suo stato di manutenzione, in vista dell’approssimarsi della stagione invernale e delle prime piogge. Il tema della manutenzione del verde urbano, infatti, nonostante i notevoli sforzi dell’amministrazione, resta in alcune aree poco soddisfacente. Soprattutto, dopo la riqualificazione di alcune aree verdi l’abbandono e, in qualche caso, la pericolosità di altre aree diventa ancora più evidente. All’interno di alcune aree scolastiche,

negli istituti che dispongono di aree verdi appare non esserci o essere applicato un programma di manutenzione calendarizzato con i ritmi stagionali. In qualche caso, oltre al degrado estetico che ciò comporta, anche gli aspetti della sicurezza meriterebbero di essere considerati, dato che parliamo di aree soggette all’obbligo di frequenza e che per definizione assumiamo tra i luoghi più sicuri, dal punto di vista ambientale. Nonostante il regolamento comunale reciti che competa proprio al servizio ispettivo della Sezione Tutela dell’Ambiente tale sorveglianza, abbiamo riscontrato,

anche attraverso le parole di qualche dirigente scolastico, l’assenza e il poco interesse da parte degli uffici preposti. Il tema non crediamo sia secondario, soprattutto per tutti coloro che non vogliono osservare rami penduli sovrastare i bambini o pensare al peso della massa d’acqua sulle loro teste, se le gronde non sono state pulite. Sarebbe bello ricevere notizia di qualche visita in più, da parte dei funzionari preposti e poter dare atto all’amministrazione anche dello svolgimento di quest’attività, forse poco visibile ma molto importante.

TN Stefano Mengozzi

Un piano per le buche Rivoluzione digitale? Fondi straordinari per la manutenzione stradale

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revenzione, sicurezza e salvaguardia dell’incolumità pubblica e privata. Queste le urgenze che hanno portato la Giunta comunale a deliberare l’utilizzo della somma di 120 mila euro per la manutenzione straordinaria della viabilità comunale. Misura straordinaria e necessaria a causa del dissesto della pavimentazione stradale in diverse vie del territorio comunale, con uno stato di pericolo per la viabilità veicolare nonché per la pubblica incolumità. “Ci siamo attivati immediatamente – dichiara l’Assessore ai Lavori Pubblici Edgardo Cenacchi – per intervenire sui dissesti che interessano le strade del territorio, soprattutto dopo le piogge dei giorni scorsi e quelle per cui siamo stati messi in allerta. E’ necessario intervenire urgentemente sulla pavimentazione stradale per prevenire eventuali pericoli per automobilisti, motociclisti e ciclisti”. I lavori di manutenzione straordinaria inizieranno già dalla prossima settimana e interesseranno Pomezia, Torvaianica e le zone periferiche.

TN Martina Parisi

Il sindaco firma un protocollo d’intesa con il prefetto di Roma: timbro digitale per le certificazioni

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ivoluzione digitale nelle procedure amministrative del Comune di Pomezia. Il sindaco Enrico De Fusco ha firmato un protocollo d’intesa con il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro per la “sperimentazione della soluzione tecnologica “timbro digitale” per l’autenticazione delle certificazioni anagrafiche di stato civile”. Il protocollo si prefigge di offrire un servizio innovativo che consentirà ai cittadini-utenti di richiedere e ricevere la certificazione anagrafica e di stato civile senza recarsi presso gli uffici comunali, poterla stampare e presentare presso gli utenti pubblici e privati. La richiesta della certificazione potrà avvenire previa autenticazione informatica (user id e password) e riconoscimento del cittadino (documento d’identità) e i dati oggetto della certificazione, dedotti dal sistema informativo comunale, saranno contenuti in un documento informatico con firma digitale del sindaco. “Questo protocollo d’intesa con la Prefettura di Roma – ha dichiarato il Primo cittadino – è un ulteriore passo verso la digitalizzazione amministrativa e va incontro alle esigenze di accelerazione e semplificazione dei servizi TN Martina Zanchi resi ai cittadini”.


CRONACA

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Torvaianica

L’inadeguatezza del trasporto pubblico Spostarsi con i mezzi pubblici è un’impresa per chi vive l’inverno a Torvaianica

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orvaianica è una località di mare e d’estate diventa la meta preferita di molti turisti che da Roma e dintorni vengono a passare sulle nostre spiagge le loro vacanze. In realtà con gli anni Torvaianica si è popolata di abitanti che l’hanno scelta per viverci tutto l’anno e il numero di persone che, o per i prezzi più accessibili delle case rispetto alla capitale o per la maggiore tranquillità di vivere in provincia, vive stabilmente in questi posti, è aumentato ed è ancora in crescita. Come per tutte le località di mare, tanti servizi sono rivolti al turismo estivo che ogni anno si rivela una grande risorsa economica per le molte attività commerciali presenti sul territorio. Però, con la crescita della popolazione sono aumentati anche i servizi rivolti ai cittadini che tutto l’anno vivono a Torvaianica: scuole, strutture destinate allo sport, servizi di ristorazione, giardini pubblici, offrono la possibilità di risiedere dignitosamente sul territorio. Come sempre alcuni servizi offerti ai cittadini potrebbero essere migliorati, mentre altri potrebbero essere aggiunti: una pista ciclabile o un asilo nido, ad esempio, aiuterebbero a valorizzare la città. Se da una parte abitare a Torvaianica offre delle comodità non sempre facili da trovare nelle grandi città, dall’altra comporta delle gravi difficoltà per i tanti pendolari che quotidianamente devono recarsi a lavoro, spesso distante chilometri dalla propria abitazione. Infatti, un grande problema sono gli spostamenti da e verso Roma con i mezzi di trasporto pubblico. Orari non sempre rispettati, qualità dei pullman discutibile e la poca frequenza con cui le corriere pas-

Rimosso il monumento alla GRU sano, fanno di questo servizio un vero ostacolo per chi vive a Torvaianica e ogni giorno è costretto a utilizzare il mezzo privato per raggiungere il luogo di lavoro. Da qualche tempo si parla di realizzare sul territorio una linea di metropolitana che faciliterebbe sia gli spostamenti verso la capitale, evitando di percorrere la Pontina, una strada tanto importante quanto pericolosa, sia il raggiungimento di Ostia. Infatti, nonostante sia a pochi chilometri da Torvaianica, Ostia è una meta molto difficile da raggiungere con i mezzi pubblici, poiché il servizio di trasporto regionale non tocca il lungomare della riserva naturale di Capocotta e l’autobus che d’estate, con molta frequenza, percorre la tratta della litoranea che va da Campo Ascolano alla fermata Cristoforo Colombo del trenino di Ostia, d’inverno è quasi inesistente. Una linea di metropolitana è la speranza di molti cittadini, anche se in realtà c’è chi rema contro e invece vuole costruire un’autostrada, la Roma – Latina. Rafforzare il trasporto pubblico darebbe un valore aggiunto alla no-

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stra città e la renderebbe anche più confortevole, migliorando la qualità di vita dei suoi cittadini. Se già l’abusivismo edilizio ha sminuito il valore di Torvaianica, eliminando la possibilità di avere un lungomare e deturpando la flora mediterranea preesistente, non dare la possibilità ai suoi abitanti di raggiungere facilmente la vicina Roma, equivale a isolare la città e chiuderla alle varie possibilità di sviluppo, sia economico che sociale.

TN Giulia Abbate

n tanti, tra i cittadini, ormai si erano abituati a conviverci, tanto da convincersi che la gru installata al centro di Torvaianica, nel cantiere dell’ex ristorante Biagio di piazza Ungheria, fosse in realtà diventata un monumento all’edilizia, ormai prima industria del territorio. Ebbene da qualche giorno la gru di questo cantiere infinito (aperto ormai da dieci anni senza che si intraveda minimamente la fine dei lavori) è stata rimossa, non per una libera scelta dei proprietari della struttura ma su ordine preciso del comune di Pomezia. Ad inviare la richiesta di rimozione è stato il dirigente dell’ufficio urbanistica, raccogliendo una richiesta che era giunta già qualche settimana prima dal delegato di Torvaianica, Marco MestuTN S.M. rini.


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CRONACA

Pomezia

Novembre 2011

MENSE, LA DITTA CONTRO IL COMUNE L’amministrazione non paga l’appalto e i lavoratori Innova chiedono aiuto

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avoratori della ditta delle mense senza stipendio, la colpa è del comune che non paga l’appalto. E’ il messaggio chiaro che i dipendenti della società Innova spa hanno lanciato in questi giorni a Pomezia, prima con volantini e poi con tanto di manifesti appesi per le vie del centro. Dalle locandine il messaggio è chiaro: “il comune di Pomezia deve versare alla società Innova 5,6 milioni di euro per l’appalto di questi anni nonostante abbia incassato i soldi dei buoni pasto. La ditta è in crisi economica ed ora siamo noi a non ricevere lo stipendio”. Un messaggio allarmante che ha avuto come prima conseguenza quello di mettere in moto la politica. I primi a chiedere chiarimenti sono stati i militanti di Sinistra Ecologia e Libertà con una nota diffusa dal segretario cittadino Walter Bianco. “Sinistra Ecologia Libertà – si legge nel comunicato chiede che il sindaco, anche nella sua veste di titolare ad interim della delega al bilancio, riferisca immediatamente in Consiglio Comunale circa la situazione dei rapporti economici con la Innova, e circa le iniziative che intenda intraprendere per saldare il debito, ove risulti effettivamente esistente, e nel contempo pretendere garanzie di rispetto dei diritti dei dipendenti della Innova”. Il partito, aggiungono, “esprime la propria solidarietà ai lavoratori della Innova, in lotta per la difesa del proprio salario, e si impegna a promuovere tutte le iniziative necessarie, a tutti i livelli, affinché venga trovata una soluzione positiva all’ennesima crisi provocata

dalla dissennata politica finanziaria dell’amministrazione comunale”. Ma alle accuse non si è fatta attendere la risposta, piccata, del sindaco De Fusco. “E’ inaccettabile che si strumentalizzino i lavoratori – ha dichiarato il primo cittadino – utiliz-

zando la loro condizione lavorativa e i loro bisogni economici per metterli contro l’Amministrazione comunale. Le difficoltà economiche ci sono e i debiti verso la società Innova si sommano ad altri pregressi di cui in questi anni ci siamo fatti ca-

De Fusco all’attacco

“Se il Comune è davvero inaffidabile perchè partecipare all’appalto?”

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De Fusco i manifesti dei lavoratori Innova non sono proprio andati giù. Tanto che tra le considerazioni fatte nei giorni scorsi ce n’è una che riguarda l’appalto per le mense, rinnovato prima dell’estate. ““Una considerazione – ha affermato il sindaco - sulle polemiche sollevate da Innova in questi giorni: mi chiedo perché, se davvero il Comune di Pomezia è così inaffidabile come si dice, la società Innova ha scelto ancora una volta, anche quest’anno, di partecipare alla gara di affidamento per i buoni pasto elettronici delle mense scolastiche”.

TN S.M.

rico, pagando fatture antecedenti al 2006 che hanno per forza di cose inciso sulle spese correnti”. “Detto questo – continua De Fusco – ritengo inaccettabile la strumentalizzazione da parte di quelle forze della sinistra che sono responsabili quanto, e forse più, di noi delle condizioni finanziarie delle casse comunali, avendo gestito il settore bilancio per i primi tre anni del mio governo, e che forse poco o nulla si sono occupate di quelle che erano le situazioni da risanare. E’ inaccettabile inoltre la presa di posizione della società Innova, che ha scelto di abbandonare i lavoratori pur sapendo che vi è in piedi un contenzioso con l’Amministrazione comunale. Mi sembra sia diventata oramai un’abitudine quella di scaricare sull’Amministrazione comunale l’incapacità di gestione aziendale e quella di strumentalizzare i lavoratori giocando sulle loro vite e su quelle delle loro famiglie. La differenza sta qui, nell’atteggiamento che la nostra Amministrazione comunale ha sempre assunto nei confronti dei lavoratori: nonostante le difficoltà, che si sono accentuate in questi ultimi due anni, abbiamo sempre garantito gli stipendi ai dipendenti, sia quelli diretti dell’Ente, sia quelli delle società che prestano servizi alla cittadinanza (Pomezia Servizi, Università, CNS) e lo faremo anche stavolta, con i dipendenti Innova, mettendo in campo tutta la nostra disponibilità e il nostro impegno affinché le cose si risolvano per il meglio”.

TN Stefano Mengozzi


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Ardea

Uffici, primi divieti al Comune di Ardea La Asl ha fatto chiudere l’archivio dell’ufficio tecnico per problemi di sicurezza

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ncora problemi per gli uffici comunali di Ardea. Dopo le denunce dei sindacati e le ispezioni della Asl, andate avanti per tutto il periodo estivo e fino al mese scorso, sono arrivate le prime prescrizioni sull’utilizzo dei locali. I problemi maggiori riguardano l’ufficio tecnico di via Laurentina, al centro delle polemiche praticamente sin dal momento della sua realizzazione. Non bastava il fatto che proprio la palazzina che ospita l’ufficio urbanistica fosse essa stessa abusiva (con contenziosi ancora pendenti), ora i problemi riguardano gli uffici e le condizioni di lavoro dei dipendenti. E’ di ieri la notizia circa una disposizione dell’ente di controllo igiene pubblica sui posti di lavori (la Asl) che vieta l’accesso allo scantinato della palazzina dell’ufficio tecnico sito in via Laurentina. Non una cantina inutilizzata, visto che si tratta proprio dei locali in cui si trova l’archivio con tutte le pratiche urbanistiche del comune di Ardea. Lo

E la carta dove la butto? La denuncia di Sel sui disservizi dell’ambiente

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onostante le denunce e le rassicurazioni ad Ardea l’assenza dei cassonetti per la raccolta della carta è diventata ormai un problema reale. A tornare sulla questione, dopo le polemiche del mese scorso, è ancora una volta il partito di Sinistra Ecologia e Libertà, gli stessi che avevano fatto presente il problema all’assessorato all’Ambiente. «A distanza di ormai quasi un mese, e nonostante le rassicurazioni dell’assessore Petricca, - affermano dal partito - ci saremmo aspettati di vedere magari qualche nuovo cassonetto bianco; per verifica abbiamo girato per le strade principali del quartiere Nuova Florida, niente, abbiamo rintracciato solamente un vecchio cassonetto, stracolmo, in uno slargo di via Venezia. I nuovi cassonetti sono stati posti in luoghi così controllabili da renderli invisibili? – si interrogano ironici -. Per quanto tempo ancora saremo costretti a buttare la carta nell’indifferenziata o a portarla in altri comuni?». Promesse non mantenute, attaccano da Sel, «come quando ad inizio 2009 l’assessore Petricca, durante l’intervento all’assemblea pubblica indetta dal CdQ Nuova Florida per lanciare la raccolta differenziata porta a porta, si impegnava ad aprire, entro 15, massimo 20 giorni, l’Isola Ecologica di via Pavia. Sono trascorsi quasi 3 anni e basta passare per via Pavia. Da evidenziare – concludono -che nel programma elettorale del sindaco Eufemi era prevista la creazione di 3 isole ecologiche nel comune, dopo quasi 5 TN S.M. anni a non abbiamo visto nulla».

stesso, per dare l’idea della condizione dei locali, che negli anni passati si allagò in seguito ad un nubifragio mandando distrutti centinaia di documenti. Analoga disposizione è stata inviata anche all’ufficio dei Vigili Urbani di via dei Rutuli: anche in questo caso l’ordinanza di divieto d’accesso ai locali riguarda lo scantinato, trovato in condizioni tali da disporre la chiusura nelle ispezioni del mese di settembre. Il divieto è stato comunicato per iscritto a tutti i dipendenti comunali dai rispettivi dirigenti. Gli uffici interessati sono quelli dei lavori pubblici, dell’urbanistica, e dell’ambiente, oltre che quello del comando della municipale. I problemi principali nei prossimi giorni potranno riguardare proprio i tre uffici tecnici di via Laurentina, con i dipendenti che sono di fatto impossibilitati ad accedere alle pratiche che si trovano nei seminterrati.

TN Martina Zanchi


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CRONACA

Ardea

Novembre 2011

Asilo nido abusivo in 34 metri quadri La scoperta dei Carabinieri: una struttura per minori illegale a Marina di Ardea

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n appartamento privato, grande meno di un bilocale, trasformato dai proprietari in un asilo nido in cui riuscivano ad ospitare anche otto bambini contemporaneamente. E’ quello scovato e posto sotto sequestro dai carabinieri della Tenenza di Ardea sul litorale rutulo, all’altezza del lungomare degli Ardeatini. La struttura, ricavata all’interno di un appartamento che si trova in una palazzina fronte mare (tra Marina di Ardea e Tor San Lorenzo), era stata allestita abusivamente, senza alcuna autorizzazione comunale e sanitaria, da una coppia di coniugi del posto. Lui 40 anni, lei 27 anni, i due avevano trovato il modo di sbarcare il lunario mettendo in piedi una struttura parascolastica che si descriveva come modello di educazione pur senza averne alcuna titolarità, per di più all’interno dell’abitazione in cui i due erano residenti ed in cui vivevano. Per accedere ai servizi dell’asilo, i ge-

nitori dei bambini pagavano ai due “educatori”, sprovvisti di qualsiasi titolo professionale per esercitare tale attività, una retta mensile di 200 euro a bambino. Al momento del controllo scattato nell’appartamento, di soli 34 metri quadrati, i Carabinieri hanno trovato otto bambini di età compresa tra i 6 mesi ed i 3 anni,

DAL RESIDENCE ALLA BANCAROTTA S

ognavano di realizzare un residence cinque stelle a Tor San Lorenzo ma a causa del sequestro del cantiere sono finiti per cercare di far fallire la società edilizia, distraendo tutti i fondi acquisiti grazie a mutui bancari, per trattenere comunque un utile. Con l’accusa di bancarotta fraudolenta due imprenditori romani sono finiti in manette grazie ad un’operazione coordinata dalla Procura di Roma e messa a segno dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza. L’operazione è scaturita in seguito al “crack” della società Poseidonia srl, proprietaria delle licenze – poi poste sotto sequestro – per la realizzazione di un residence a Tor San Lorenzo (zona Nuova California), in un’area compresa tra via Arno e via Bradano. L’operazione rappresenta l’epilogo di alcuni mesi di indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica della Capitale, grazie alle quali le “Fiamme Gialle” del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma hanno smascherato il disegno criminoso escogitato e realizzato da un professionista e da un gruppo di imprenditori attivi nel settore immobiliare. La società “Poseidonia” aveva ottenuto questa importante concessione, accendendo anche a linee di credito per oltre dieci milioni di euro.

Successivamente il cantiere era stato posto sotto sequestro dal Tribunale di Velletri, per irregolarità amministrative inerenti alla concessione edilizia, mettendo in questo modo a rischio gli affari ed i profitti per tutti i soci. Gli arrestati, con l’aiuto di alcuni “prestanome”, hanno ceduto simulatamente ad un’altra società appositamente costituita il terreno e la concessione edilizia, dichiarando falsamente nel contratto di compravendita la riscossione del prezzo da parte della “Poseidonia”, in realtà mai avvenuta, come accertato dai militari. Attraverso altre operazioni distrattive sui conti correnti bancari, finalizzate a trasferire liquidità dalla società ai singoli soci, la “Poseidonia” è stata completamente svuotata dei propri assets patrimoniali e finanziari - in cui rientravano anche finanziamenti per tre milioni e cinquecentomila euro, già erogati da un istituto di credito – ed avviata al fallimento, poi dichiarato dal Tribunale di Roma. Non contenti i due imprenditori hanno anche cercato di occultare le scritture contabili della società, ultimo disperato tentativo che per la Procura di Roma ha certificato le loro responsabilità, spiccando un mandato d’arresto per bancarotta fraudolenta.

TN Stefano Mengozzi

che comunque erano in ottime condizioni di salute. Ma i militari dell’Arma non escludono che insieme a questi otto fossero presenti altri bambini iscritti all’asilo “pirata”, che magari quel giorno non erano presenti nella struttura. Quel che è certo è che l’attività messa in piedi fruttava ai coniugi di Ardea

un dignitoso stipendio mensile a fronte di costi ridottissimi. Al termine del blitz i carabinieri guidati dal luogotenente Antonio Landi hanno provveduto a mettere i sigilli all’appartamento sul lungomare. Nei confronti dei due proprietari della struttura è invece scattata una denuncia a piede libero. Non si tratta, purtroppo, della prima azione di sequestro da parte dei carabinieri di Ardea. Molte in passato le case di riposo abusive e gli stessi asili nido non autorizzati che sono stati scovati dai militari dell’Arma nei quartieri ardeatini, tra il lungomare e Tor San Lorenzo. Altri due nidi “abusivi” erano stati scoperti e sequestrati negli anni addietro in via dei Peschi (quartiere della Castagnola) e in via Terni, in zona Nuova Florida. Molte le case vuote che si trovano in città, specie sul lungomare, e che trovano spesso destinazioni fuori legge.

TN Andrea Doria


LA BREVISSIMA

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MANO AMICA - Stranezze che possono arrivare solo da Ardea: c’è voluto infatti un imprenditore privato, interpellato da un politico locale, per sistemare la carreggiata di via Strampelli ridotta ad una groviera prima del ponte di Ognissanti.

Arsenico, chiusi i primi rubinetti Eufemi ha firmato la prima ordinanza di divieto di consumo d’acqua

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desso il problema della presenza di arsenico nelle acque arriva anche ad Ardea. Già i primi problemi si erano verificati, con valori sopra la norma anche se di poco, nella zona di Montagnano. La conferma che un altro pozzo risulta essere sopra la media dei 10 microgrammi/litro è arrivata due giorni fa con l’esito delle analisi svolte dalla Asl RmH sull’acqua erogata dal pozzo di via Carlo Poerio. Così il Sindaco Carlo Eufemi ha emesso un’ordinanza al fine di tutelare i cittadini residenti nella zona servita da tale acquedotto (circa 400 residenti). I parametri di arsenico riscontrati dalle ultime analisi sono risultati pari a 14 microgrammi/litro, valore superiore ai 10 mg/L del D.Lgs. 31/2001, ma comunque inferiore ai 20 microgrammi/litro, limite previsto in deroga dal DPR Lazio n. T0258 del 19 luglio 2011. «Pertanto – specificano dal comune - è possibile utilizzare l’acqua erogata per tutti gli usi potabili, domestici e alimentari ad eccezione per gli usi potabili e il consumo destinati ai bambini di età inferiore ai 3 anni e alle donne in gravidanza». La zona oggetto di divieto è quella che si trova a ridosso del centro storico: via Francesco Crispi (la strada dove si trovano anche diversi uffici comunali) e le strade limitrofe, nello specifico: via Poerio, Via Lamarmora, via delle Cittadinanze (solo

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Senza vergogna

Adesso ci buttano la posta nel fosso Dopo le polemiche sui ritardi nella consegna delle lettere, un nuovo scandalo

dal civico 32 al 34), via Amari, Via Ricasoli e via Cattaneo. L’altra indicazione arriva a causa del contenuto di fluoruro riscontrato nell’acqua erogata dallo stesso acquedotto (1,7 microgrammi/litro anziché 1,5 microgrammi/litro). «Si invitano i cittadini – è scritto nell’ordinanza del sindaco - a ottemperare a quanto raccomandato dalla Asl Roma H e in particolare: evitare, in particolare nei bambini, la somministrazione di integratori a base di fluoro e l’uso di dentifrici a base di fluoro; limitare il contenuto di alimenti ad alto contenuto di fluoro; il consumo dell’acqua per uso potabile è vietato per i bambini di età inferiore ai tre anni; il consumo dell’acqua da bere è sconsigliato per i bambini di età inferiore ai 14 anni; evitare il consumo di acque minerali con elevato contenuto di fluoro (verificare l’etichetta)».

TN Francesca Tarantino

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’episodio potrebbe essere il degno finale di una serie sconfinata di polemiche che hanno attraversato la città di Ardea per tutto il periodo estivo sui tempi di consegna della posta. Prima le bollette arrivavano in ritardo, ora invece finiscono direttamente nei fossi, buttate insieme a fatture e raccomandate come fossero carta straccia. Aldilà della generalizzazione il fatto è accaduto davvero ed è stato segnalato da un cittadino di Ardea nei giorni scorsi. Lungo il fosso dell’Idrovora, in località la

Fossa, sono state infatti ritrovate decine e decine di corrispondenze (lettere, bollette e fatture) che invece di arrivare al mittente sono finite lungo il corso d’acqua. Dopo la segnalazione del cittadino sul posto si sono portati i carabinieri della Tenenza di Ardea che hanno dato avvio all’indagine per cercare di capire di chi sia la responsabilità per quanto accaduto, se del postino che doveva consegnare la posta o di qualcun altro che si è appropriato del sacco con le corrispondenze.

TN Andrea Oleandri


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Pomezia

Novembre 2011

Pomezia città dell’auto?

Strade perennemente intasate e ad alto tasso d’incidente: la viabilità cittadina è un caos per pedoni e automobilisti

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omezia è diventata per decreto presidenziale città il 29 ottobre del 1939. Guardando la città, le sue piazze, le vie tra le quali scorrono le nostre vite, viene da riflettere su come questa città sia cresciuta, cercando di capire se sia diventata più un luogo per le persone o più un luogo per le automobili e su come queste due realtà si raffrontino, confliggendo o integrandosi tra loro. Una riflessione che parte da questo spunto per suscitarne una a carattere più generale, sulla relazione tra amministrazione e cittadini, tra scelte fatte ed effetti subiti nell’immaginare e realizzare una città a misura d’uomo. Pomezia e il suo territorio, nascono imperniati sull’intersezione tra la S.S. 148 Pontina e la via dei Castelli Romani. Una città nata all’incrocio tra due direttrici di traffico con le quali lo sviluppo cittadino avrebbe dovuto raccordarsi, sviluppando la sua vocazione urbana e agricola nei quadranti meridionali e orientali e cercando di indirizzare il suo sviluppo industriale nei quadranti settentrionali, quelli destinati a raccordarsi con le reti autostradali e ferroviarie nazionali. Osservando la topografia della città, l’ispirazione iniziale sembra essere stata, per alcuni versi, mantenuta, dando però al contempo vita a ibridazioni e contaminazioni tra aree propriamente a sviluppo industriale e altre a carattere residenziale. Lo sviluppo industriale degli anni d’oro della Cassa per il Mezzogiorno e i successivi anni ‘70 hanno, infatti, creato fenomeni di urbanizzazione intensi, producendo come risultato diverse

situazioni limite, grazie a cambiamenti di destinazioni d’uso o facendo sorgere impianti industriali a ridosso di abitazioni e viceversa. In questo modo sono nati quartieri senza servizi, abitazioni senza marciapiedi, strade che iniziano e …non finiscono. Ricordi degli anni ’60, che hanno comunque lasciato tracce profonde nell’assetto urbanistico e cattive abitudini dure da sradicare, poiché basta spostarsi in aree periferiche per fare, ancora oggi, un tuffo negli anni del boom e dei palazzinari, con il benestare degli ormai ciclici condoni. Tra gli effetti prodotti da queste politiche miopi, vi è un naturale aumento della circolazione stradale privata e, in assenza della creazione di servizi di mobilità collettiva e infrastrutture per i pedoni, un peggioramento della sicurezza stradale. Dalle rilevazioni ACI, infatti, a livello dei comuni della provincia di Roma, Pomezia si posiziona al quarto posto assoluto (escluso il comune di

Roma) come numero di incidenti stradali sulle strade provinciali e al terzo posto per quanto riguarda l’incidenza dei sinistri rispetto alla popolazione residente. Nel corso degli anni, questo trend, frutto anche di scelte urbanistiche non sempre azzeccate o autonome, non sembra essersi arrestato. Dai dati disaggregati ACI 2009, addirittura Pomezia passa al terzo posto, individuando sempre più chiaramente il livello di rischiosità della via dei Castelli Romani , uno degli originari assi della viabilità cittadina, sempre più sovraccaricato dall’apertura di centri commerciali e da nuove zone abitative sorte in lotti di aree ex-industriali. La situazione complessiva delle aree di rischio appare ancor più chiaramente nell’analisi dei dati individuali sulle provinciali che attraversano il comune, da dove emergono le principali strade a rischio. Per una lettura complessiva della situazione, bisogna considerare che tutti i dati relativi ai sinistri sulla S.S.148 Pontina, per il tratto che attraversa il nostro comune, non sono stati riportati, dato che con la realizzazione della carreggiata sottoquota, alla fine degli anni 60’, l’incrocio tra la Pontina e la via dei Castelli Romani è scomparso. Inoltre, nei dati in questione non compaiono gli incidenti registrati esclusivamente sulle strade comunali, già abbondantemente assurte, negli scorsi anni, agli onori della cronaca per il loro stato di degrado. A onor del vero, va riportato che negli ultimi due anni, la situazione di queste ultime è piuttosto migliorata, con il rifacimento dei manti stradali urbani e la realizzazione di al-


FOCUS

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Pomezia

LAURENTINA (POMEZIA-ARDEA)

INCIDENTI

MORTI

FERITI

32 45 0

PONTINA VECCHIA INCIDENTI

FERITI

MORTI

9 11 0 ARDEATINA

INCIDENTI

FERITI

MORTI

46 69 1

CANCELLIERA TENUTELLA INCIDENTI

FERITI

MORTI

5 9 0 PRATICA DI MARE INCIDENTI

MORTI

FERITI

23 38 1

ALBANO TORVAIANICA INCIDENTI

FERITI

MORTI

45 66 0

cune rotatorie che hanno migliorato la sicurezza della viabilità cittadina. Le criticità più gravi, da questo punto di vista, sembrano restare proprio in alcuni punti specifici della Torvajanica – Albano, come l’oramai famigerato incrocio tra questa strada e Via Varrone. Qui, il volume di traffico nelle ore di punta, unito alla velocità degli automobilisti sulla SP 101 rende rischiosissimo impegnare l’incrocio in uscita da Pomezia, e il semaforo spento o inutilmente lampeggiante non sembra costituire più alcun dissuasivo ai tanti incidenti. Anche per quest’incrocio, forse, nonostante le difficoltà imposte da una variazione del tracciato una rotatoria rappresenterebbe l’unico presidio in grado di ridurre il numero di incidenti e di alleggerirne le conseguenze, in virtù della riduzione degli angoli di impatto consentiti proprio dalla rotatoria. Per quanto riguarda la sicurezza dei pedoni, a parte il problema del mancato rispetto dei limiti di velocità, resta sicuramente ancora molto da fare, ad esempio per la realizzazione ex-novo di marciapiedi e piste ciclabili in grado di collegare in sicurezza e comodità la città con le nuove aree, come i Colli di Enea, estendendo tale collegamento, in futuro, magari sino ai 16 pini. Per quanto riguarda invece la manutenzione dei

marciapiedi esistenti, resta ancora da capire come in molte aree un disabile o un passeggino possano utilizzarli, visto il posizionamento, al centro della già ridotta larghezza, dei pali per l’illuminazione stradale o della piantumazione del verde urbano. Inoltre, proprio per l’incolumità dei pedoni molti attraversamenti, sia come visibilità che come illuminazione notturna restano a rischio, senza infine dimenticare il completamento di importanti opere già iniziate, come il percorso sicuro casa-scuola, per la zona 167. Insomma questa città, come tutte le creazioni in divenire è un ancora po’ “un’opera incompiuta”. Fortunatamente, questo lascia spazi di intervento per migliorare e eventualmente correggere anche quanto già fatto, soprattutto alla luce dei scenari di cambiamento economico e sociale in corso. Del resto che cos’è una città? I vari dizionari ne restituiscono un senso di agglomerazione umana, un centro abitato con edifici e servizi, con definizioni che seppur sempre più spostate verso la materialità (gli edifici e i servizi) mai tralasciano di ricordare la sua radice, quel civitas che riporta al centro della riflessione i cittadini, le loro esigenze, le loro necessità e i loro bisogni.

TN Antonello Serani


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Pomezia Ardea

Novembre 2011 “"Ogni fallimento è semplicemente un'opportunità per diventare più intelligente."” Henry Ford

Dogana di Pomezia, un polo per lo sviluppo

Nuovo direttore, la struttura sarà anche ufficio antifrode nel settore delle accise

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al 1 novembre nuovo cambio al vertice alla Dogana di Pomezia: il dott. Maurilio Azzali subentra al dott. Maurizio Gandolfi che dopo 4 anni di conduzione è stato incaricato ad altri servizi presso l’Ufficio delle Dogane di Roma 1. A darne notizia è il responsabile del sindacato Uilpa-Regione Lazio Virgilio Tisba. Un avvicendamento che per Tisba è anche l’occasione per «ricordare le problematiche risolte, come l’aumento del personale e l’installazione dello scanner, e quelle irrisolte, come la logistica e le condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza in cui sono costretti, ancora oggi, a lavorare i nostri colleghi. Il personale doganale – sottolinea il delegato Uilpa - non può evitare di respirare aria inquinata sia dai materiali trasportati nei container e sia dai solventi ad alta acidità usati per la puli-

tura degli stessi, rischiare quotidianamente l’incolumità alla loro stessa persona per la movimentazione, di questi grandi mezzi di trasporto, che avviene troppo vicina alla sede attuale». «L’interporto di Santa Palomba – continua Virgilio Tisba - è destinato a diventare il maggiore scalo metropolitano di scambio merci tra Roma

Una nuova cura contro la malaria

Il farmaco frutto della ricerca italiana

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a malaria potrebbe avere le ore contate e questo grazie ad un nuovo farmaco frutto della ricerca scientifica italiana. La nuova cura per la malaria infatti è già pronta, si chiama Eurartesim ed è in compresse, dalla facile somministrazione: tre per tre giorni e gli effetti sono decisivi. Il tutto è frutto della ricerca italiana effettuata dalla casa farmaceutica Sigma-tau e sviluppata in partnership con Medicines for Malaria Venture (MMV). Il trattamento, a base di Diidroartemisinina/piperachina (DHA/PQP), ha già ottenuto il parere positivo del Comitato dei medicinali di uso umano (CHMP) dell’EMA (l’ente europeo deputato all’approvazione e al controllo dei farmaci e dei prodotti medicali, ovvero l’equivalente della FDA statunitense). Si attende ora solo l’approvazione della Commissione Europea per la commercializzazione. Il parere si è basato sull’evidenza degli studi scientifici su vasta scala, presentati anche al 7° Congresso sulla Medicina Tropicale. La malaria colpisce ogni anno 250 milioni di persone in tutto il mondo. Di questi, perdono la vita in 880.000, soprattutto nell’Africa sub-sahariana, dove l’85% dei decessi per questa malattia riguarda i bambini con meno di 5 anni. Secondo i dati OMS la malaria è la seconda malattia infettiva al mondo per morbilità e mortalità, nonché una delle patologie più diffuse in Africa con la TBC e l’HIV/Aids, ma soprattutto rappresenta la prima causa di morte nell’infanzia: in queste aree endemiche si stima muoia di malaria un bimbo ogni 45 secondi. Commercializzare il farmaco in Europa, significa estenderlo in breve anche a queste zone e salvare migliaia di vite, da calcolare anche in base all’aumento dell’incidenza della malattia, visto che i cambiamenti climatici TN S.M. permettono una più vasta diffusione delle zanzare infette.

e il Centro Sud d’Italia facendo così assumere a Pomezia un ruolo centrale nel movimento di merci di notevole entità non dimenticando che si è avuto anche un aumento di attività presso l’aeroporto di Pratica di Mare con maggior presenza di personale doganale; quindi c’è da affrontare con la Direzione Interregionale delle Dogane del Lazio anche le problematiche come i turni, reperibilità, indennità a rischio . Inoltre, il nuovo Direttore essendo stato Responsabile dell’Ufficio Antifrode dell’ ex Ufficio Tecnico di Finanza di Roma, con competenze nel settore delle accise, farà si che la Dogana di Pomezia avrà il controllo del territorio anche in tale settore, previa formazione del personale che fino ad oggi non si era mai occupato di tale attività». TN Stefano Mengozzi



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Pomezia Ardea

Novembre 2011 “Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini.” Dietrich Bonhoeffer

La cultura “a portata di bambino” E’ l’obiettivo che si sono poste sin dall’inizio le promotrici di Officine Creative

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ivulgare la lettura e il desiderio di far riscoprire a bambini e ragazzi un antico ma sempre nuovo amore: il libro. E' questo il denominatore comune che guida l'attività dell'Associazione Officine Creative. L'associazione si costituisce nel 2008 per volontà di Barbara Peticca, Roberta Restaino e Fabiana Cucchi proprio con lo scopo di promuovere un'attività ludico-creativa per i bambini; attività che possa essere una valida alternativa ai giochi e i modi di intrattenimento che oggi vanno per la maggiore tra i bambini (televisione e playstation). Attraverso le letture animate e i laboratori creativi l'obiettivo è quello di riavvicinare i bambini (a partire dai due anni e mezzo) ai libri e al mondo della lettura. «In ogni attività che noi facciamo il libro è sempre il grande protagonista. L'idea della lettura animata, durante le quali proiettiamo immagini utilizzando lavagna luminosa o proiettore, ma anche accompagnandole a suoni (ad esempio con la collaborazione con l'associazione musicale il piccolo carro, ndr), è nata proprio per rendere più divertente per il bambino il rapporto con il libro. I bambini apprendono giocando e dunque in questo modo è più facile che nasca in loro l'amore per questo oggetto». «I laboratori invece sono un'altra parte importante di questo percorso. Infatti i bambini, oltre a divertirsi, hanno anche il bisogno di fare. Quindi, dopo la lettura, il laboratorio dà loro l'opportunità – attraverso i linguaggi espressivi dell’arte – di rielaborare quello che hanno ascoltato. Divertendosi rendono proprio il messaggio che era alla base della lettura». Ma far nascere l'amore per il libro in un bambino è

un compito che inizia da appena nati. Un ruolo importante dunque spetta ai genitori. «Le mamme in particolare – ci dice ancora Fabiana – dovrebbero far entrare il libro nella vita del bambino fin da piccolo. I libri dovrebbero essere un oggetto con cui il bambino cresce e impara a familiarizzare ancor prima di iniziare a leggere. Proprio per questo esistono libri con cui si può fare il bagno, così come ne esistono di stoffa che possono essere messi in bocca». Ed è proprio per questo che uno dei progetti futuri cui le Officine Creative si vorrebbero dedicare riguardano dei corsi per le mamme. Corsi con lo scopo di insegnare loro il modo giusto di leggere con e per i bambini. Durante questi anni l'associazione ha elaborato vari percorsi ludico-didattici svolti in scuole elementari

e medie del territorio, nel Teatro Bernini di Ariccia, nella biblioteca di Genzano e in quella di Pomezia. Purtroppo però quest'anno le attività in biblioteca non sono state ancora rinnovate per mancanza di fondi. Cosa questa che incide direttamente sull'impossibilità di Officine Creative di offrire attività gratuite, anche se il costo dei laboratori e delle letture resta comunque molto accessibile e serve per lo più a compensare l'acquisto dei materiali che gli stessi bambini utilizzano. Per contattare l'associazione, per organizzare letture animate, laboratori o compleanni letterari, si può inviare una e-mail all'indirizzo: officinecreative@alice.it, oppure tramite il sito www.associazioneofficinecreative.it o tramite la pagina facebook.

TN Francesca Zannella


POMEZIA COME...

RITAGLIALO E PORTALO CON TE MARTEDI’ SERA


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Pomezia Ardea

Novembre 2011 “Per amare la cultura occorre una forte vitalità. Perché la cultura – in senso specifico o, meglio, classista – è un possesso: e niente necessita di una più accanita e matta energia che il desiderio di possesso.” Pier Paolo Pasolini

ARTE - CINEMA - LIBRI - DISCHI - FUMETTI - ILLUSTRAZIONE - TECNOLOGIA

ALFIERI DEL SOUL

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osa c'entrano Otis Redding, Aretha Franklin, Etta James, Percy Sledge, solo per dirne alcuni, con Pomezia. Per capirlo bisogna andare ad oltre quarant'anni fa. Era infatti il 1968 quando nacquero i Niente di Precyso. Frutto di un'illuminazione, di una luce. Una passeggiata a Roma, un negozio di dischi e in quel negozio un 33 giri: "Otis Redding in person at the Whisky a go-go". Di corsa a casa ad ascoltare quell'ellepi. Una telefonata ai suoi amici per radunarli e far ascoltare anche a loro quel sound, quel groove, la voce graffiante di Otis Redding, che mai li abbandonò in seguito. Quel disco dell'Atlantic, un "live" di Otis Redding uscito postumo, cambiò la loro vita musicale e li scaraventò decisamente e definitivamente nell'universo del Soul e del Rhythm and Blues. Quei giovani presero coscienza che quel sound, il Memphis Sound, e meglio quello degli Sudi Stax, era la loro strada. Così Dino Nardi al sassofono, Lucio Blancodini alla chitarra, Giuseppe detto "Giusi" De Giorgio alla tastiera, Vito Asta alla voce, Walter Tiberi al basso, Antonio Petricca alla batteria, tutti adolescenti autodidatti con una gran voglia di suonare che sopperiva a tutto, iniziarono la loro lunghissima carriera. Una carriera interrotta per qualche tempo negli anni '70. Studio, lavoro, per alcuni il militare, erano impedimenti troppo grandi. Ma non si può stare troppo lontani da questa musica. Così passati questi impegni il gruppo riparte. E nel giro di poco arriva la consacrazione definitiva con la partecipazione alla prima edizione del Porretta Soul Festival. Assieme ai grandi interpreti della musica soul, gli organizzatori chiamarono anche i Niente di Precyso, che arrivarono al festival al gran completo con dodici elementi. Da quella prima edi-

I Niente di Precyso da quarant’anni emblema della musica pometina

zione nel 1988, sia gli alfieri del soul pometino che il festival di strada ne hanno fatta. Il Porretta è oggi uno dei festival più importanti e rinomati a livello mondiale – probabilmente il migliore d'Europa – e i Niente di Precyso hanno legato il loro nome a questo evento altre cinque volte, l'ultima nel 2005 quando condivisero il palco con mostri sacri quali Isaac Hayes e Billy Preston. Nel 2008 la band ha festeggiato i suoi primi 40 anni, la formazione in parte è cambiata, ma ogni volta che salgono sul palco, se non fosse per i capelli bianchi (nel migliore dei casi), sembrerebbe che il tempo per loro si sia fermato a quel 1968. Un solo consiglio ci sentiamo di dare ai nostri lettori: se non li avete mai ascoltati suonare, fatelo!

TN Andrea Oleandri

Compagni di scuola 2011

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ompagni di scuola 2011: insieme per ritrovarsi dopo tanti anni. Il 3 dicembre 2011 alle ore 19,30 presso l’Hotel Selene di Pomezia si ritroveranno per la decima volta i ragazzi della classe 1950-1952 che negli anni Sessanta hanno frequentato le scuole elementari e medie di Pomezia. Per informazioni: Emilio Dionisi (3398944575), Angelo Lepre (349-6602630), Egidio Furgani (347-4896490), Dino Nardi (338-1865662). Per adesioni: Pasta all’uovo di Marco Giuliani (via Roma 134); Plinius piadineria (largo Plinio, 1); Lino Menegoni (via Castelli Romani, 13). TN


LA BREVISSIMA

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MANIGAMO CULTURA - Sarà esposta presso la Raccolta Manzù fino alla fine di novembre 2011 l’installazione di Massimo Palumbo “Mangiamo cultura..”: ferro, pane, carta, testi letterari per un’opera stile Duchamp che s’interroga sull’arte e sul suo scopo nella società.

Un noir a Pomezia L’ultimo romanzo di Nicola Verde

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Le colonne del Rock

THE CLASH

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on c'è tre senza quattro... sì, lo sappiamo, non è proprio questo il detto, ma resta il fatto che con “La sconosciuta del lago”, Hobby & Work ed., Nicola Verde, classe 1951, campano di nascita, romano di adozione e pometino per infanzia vissuta, si ripresenta al pubblico dei lettori per la quarta volta con un romanzo. Nell'occasione niente Sardegna, né un maresciallo dai buoni sentimenti e dalle buone intenzioni alle prese con il problema dell'integrazione – al tempo in cui la Sardegna era un “paese ai confini dell'impero” -, ma Roma e dintorni: Pomezia (che l'autore chiama Torre Pometina) e Castelgandolfo (nel romanzo Castelghedino). Metà anni cinquanta. A molti, specialmente se appartenenti a quella generazione, la storia potrà far venire in mente un tragico episodio di cronaca nera dell'epoca: “la decapitata di Castelgandolfo”, Antonietta Longo. Suggestioni. Le stesse provate dall'autore nel leggere sull'episodio. Il fatto è, come recita il risvolto di copertina del libro, che“la sconosciuta del lago” è una storia di molte menzogne e poche verità. Quelle che ciascun personaggio chiamato in causa racconterà sulla vicenda. E qual è la vicenda? Il corpo di una ragazza senza testa viene trovato sulle sponde del lago di Castelghedino. La sua storia, nerissima, s'intreccia con quella di un commissario di polizia, Leopardo Malerba, una figura che non rispetta le regole del giallo classico: non è bello, né particolarmente dotato intellettualmente, anzi, è un mediocre in tutti i sensi, anche nella vita privata, che non prova neppure il desiderio di riscatto: in fondo, non ha la sindrome dello sconfitto, né quella del “tormentato”. Una specie di abulia intellettiva. E' roso (e mosso), piuttosto, da un latente e indecifrabile senso di vendetta e d'invidia: è ipocrita quanto basta. E, soprattuto, è schiacciato

SEGNALI

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da un complesso d'inferiorità che lo tormenta fin da ragazzo. Da un soprannome che pare inseguirlo e stanarlo, sempre: Mezzacanna! Chissà se per la sua statura o se per il suo sesso. In questo romanzo nessuno è esente da colpe, tutti hanno un lato oscuro. Come capita nella vita reale. Se c'è una morale da trarre, è proprio questa: il male e il bene, nell'animo di ciascuno di noi, sono buttati sui piatti di una stessa bilancia: c'è chi la fa pendere da una parte e chi da un'altra. A volte per scelta, altre per casualità. Verde ci dona una storia gialla, con una scrittura a più livelli, dove, tornando a recitare il risvolto di copertina, il brivido e il colpo di scena si accompagnano all'indignazione e alla pietà, sia pure senza nemesi. Il libro verrà presentato alla Melbook di via Nazionale 254 (telef. 06.4885405) il 18 novembre alle ore 18, con l'autore saranno presenti: Luigi De Pascalis, scrittore e Errico Passaro, scrittore. E il giorno 2 dicembre alle ore 17,30 presso la biblioteca comunale di Pomezia, Largo Catone, tel. 06.9111768, dove, assieme all'autore sarà di nuovo presente lo scrittore Luigi De Pascalis.

ondra 1976. Mick Jones, Paul Simonon e Terry Chimes, rispettivamente chitarra, basso e batteria dei London SS, sono alla ricerca di un cantante di spessore per fondare una nuova band. La scelta cade su John Graham Mellor alias Joe Strummer dei 101’ers. Del gruppo farà parte anche il chitarrista Keith Levene. Nascono così i Clash. Gli esordi sono disastrosi, le prime esibizioni dal vivo, come spalla ai Sex Pistols, vengono aspramente criticate e dopo poche esibizioni Levene abbandona il gruppo. Con una chitarra in meno i Clash diventano più compatti e lo dimostrano con una prestazione incendiaria al ‘Punk Rock Festival’ di Londra. Strummer e soci legano la loro identità alla condizione giovanile proletaria inglese, denunciano il vuoto e le sofferenze in cui sono costretti vivere, invocano una presa di coscienza delle nuove generazioni e pretendono il loro riscatto. Il pubblico comincia a riconoscersi sempre più nei Clash. Nel 1977, in pieno fervore punk, esce il loro primo album ‘The Clash’. La cara vecchia Inghilterra viene invasa da frenetici accordi al limite dell’elementare e messa completamente sottosopra da un gruppo di giovinastri sboccati e rivoltosi. L’album ed il tour che ne segue hanno un grande successo, il punk viene definitivamente ‘sdoganato’. Terry Chimes viene sostituito dal più raffinato e talentuoso Nick ‘Topper’ Headon e nel 1978 esce ‘Give ‘em Enough Rope’, album nato in un periodo controverso e di transizione e per questo ritenuto deludente dalla critica nonostante il successo nelle vendite. L’anno seguente incidono ‘London Calling’, un’autentica pietra miliare di tutta la musica rock. Reggae, jazz, soul, funk-rock, si fondono in un melting-pot unico che fa da base ai testi di Strummer che canta la rabbia e la disperazione di una generazione che non vuole assimilarsi al conformismo borghese della middle-class. Nel 1980 esce ‘Sandinista!’ album dedicato alla guerriglia comunista nel Nicaragua, simbolo disperato di difesa terzomondista di fronte all’imperialismo delle lobbies occidentali. Musicalmente il disco rappresenta un’estremizzazione di quella commistione di generi presenti nell’album precedente anche se non possiede l’originalità e la forza creativa di quest’ultimo. ‘Combat Rock’ (1982) è il canto del cigno dei Clash. Strummer e Jones sono ai ferri corti e non riescono più a rincorrere insieme l’inventiva del passato. Nonostante questo l’album ha un enorme successo commerciale. In seguito, prima Headon, a causa della dipendenza dall’eroina, e poi Jones per le divergenze da Strummer, lasciano la band. Nel 1985 esce ‘Cut the Crap’, album talmente mediocre che in seguito verrà disconosciuto anche da Strummer. Così finisce l’epopea Clash, formidabile anello di congiunzione tra il ciclone punk metà ‘70 e la new wave dei primi ’80. Album consigliato: London Calling Sito web: www.radioclash.it

TN Andrea Faeti

TN Giulia Abbate

I consigli di Tempi Nuovi

Gotan Project

Walter Isaacson

Coldplay

“Tango 3.0 Live”

“Steve Jobs”

“Mylo Xyloto”

Tango con basi ritmiche tipiche della musica elettronica e house; una miscela di vecchi e nuovi strumenti musicali esaltati dall’esperienza live.

Innovatore

La biografia autorizzata del geniale ideatore dell’Apple recentemente scomparso. Isaacson racconta la folle vita di Jobs attraverso le interviste con i suoi amici.

Stupefacente

Federica Giardini

Potrebbe essere il loro ultimo disco (ma anche no) ma come affermano loro stessi: “è un album strano dal titolo strano”. Sicuramente da ascoltare

Schizofrenico

“Sensibili guerriere”

Un tempo il senso comune attribuiva agli uomini forza e capacità di agire e alle donne debolezza e passività. Che cosa è cambiato dopo il femminismo?

Rivoluzionario


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28 01

Pomezia Ardea

Novembre 2011 “"E però io penso che gli spagnoli devono farsi un po' un esame di coscienza, e pensare che se sono dietro, se non sono lì davanti in classifica, non è per colpa mia per il sorpasso che ho fatto lì, ma perché magari devono fare un po' meno pugnette e darci un po' più di gas".” Marco Simoncelli

A POMEZIA L’ATLETICA È REGINA Sulla rinnovata pista del campo comunale corrono le speranze di molti giovani campioni del territorio

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on è blasonata come il calcio né popolare come la pallavolo ma l’atletica leggera è da sempre la regina dello sport, una disciplina da cui tutte le altre non possono prescindere. Da quarant’anni, a Pomezia, opera una società sportiva d’eccellenza nel Lazio che, visti gli ultimi sviluppi, si avvia a guadagnare un posto al sole anche nello scenario nazionale: si parla ovviamente dell’Atletica Pomezia, fresca di successi e del rinnovamento della pista del campo comunale, ora colorata di un poco consueto blu elettrico. Ad oggi la società conta circa 500 iscritti ed otto tecnici qualificati che seguono gruppi divisi per fasce d’età ma è l’area agonistica che attira maggiormente l’attenzione: mai come in questi anni nel campo di via Varrone sono emersi così tanti giovani talenti. Luca Zanoni, presidente dell’Atl. Pomezia e Consigliere regionale della FIDAL, ci spiega che la società non si limita a lavorare sulla pista ma, con vari progetti mirati all’infanzia, opera anche nelle scuole stabilendo un contatto maggiore con i giovani tra i quali, molto spesso, si evidenziano talenti da coltivare. Perciò, oltre a seguire i successi delle ormai note Ilenia Draisci (nuova campionessa italiana assoluta dei 100m), Laura Rendina e Alice Palma, agli appassionati dell’atletica nostrana non resta che osservare la maturazione sportiva delle nuove leve pometine che, già in occasioni recenti, hanno dato

prova del proprio valore: per il 2011 sono da segnalare il podio ottenuto ai Campionati

italiani dalla staffetta 4x100 femminile Allieve (under 18), composta per tre quarti da velociste di Pomezia e, nella categoria Cadetti (under 16), la miglior prestazione italiana dell’anno nel salto triplo di Maria Mazzarotto (battuta solo ai Campionati nazionali) e la seconda miglior prestazione sempre nel triplo da parte di Alfonso Cioce. A latere di questi risultati di prestigio, un numero notevole di titoli e piazzamenti a livello regionale e provinciale. Il potenziale di questo vivaio è ben chiaro all’Atl. Pomezia che affida i suoi atleti, a partire dalla categoria Allievi, a società civili che ne accompagnano la crescita agonistica – la Studentesca Ca.Ri.Ri. per le donne e la Futura Roma per gli uomini – mantenendoli comunque nel loro ambiente di provenienza: «I nostri ragazzi continuano ad essere seguiti dai propri tecnici e ad allenarsi nelle strutture in cui sono cresciuti», spiega Zanoni, nulla cambia nella loro vita sportiva se non i colori della divisa. In realtà qualcosa di nuovo c’è nel campo di Pomezia: si tratta proprio della pista che è stata rinnovata completamente, grazie ai contributi della Regione e del Comune, secondo i canoni internazionali IAAF. E’ chiaro che l’Atl. Pomezia comincia a puntare molto in alto: «Per il 2012, in occasione dei 40 anni della società, è prevista l’organizzazione del primo “Meeting Città di Pomezia” con la partecipazione di protagonisti di spicco dell’atletica nazionale» dichiara


LA BREVISSIMA

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PROVA DI FORZA - Domenica 6 novembre in una bellissima prova corale la Romasistemi Publimas Pomezia ha domato sul parquet del PalaLavinium di Pomezia la Termocarispe La spezia, una delle squadre più quotate del girone, chiudendo un incontro molto equilibrato sul 57-56.

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Kitesurf a Torvaianica I migliori waveriders d’Italia in scena sul lido di Villaggio Tognazzi per il campionato italiano

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Zanoni, che tiene a precisare che la nostra città è sempre stata un punto di riferimento per lo sport grazie alle strutture molto valide a disposizione delle varie discipline. Il meeting è in previsione nel periodo postolimpico – per evidenti necessità di preparazione – ma l’attenzione degli atleti pometini è focalizzata su questo inverno, con l’obbiettivo di centrare il minimo per la partecipazione ai Campionati italiani indoor di gennaio/febbraio. Noi facciamo un grande in bocca al lupo a questi ragazzi in attesa di risentirli dopo i Campionati quando, sicuramente, avranno molto da TN Martina Zanchi raccontarci.

ento e mare mosso. Sono questi i due ingredienti necessari per il kitesurf. Ingredienti presenti in abbondanza nel primo fine settimana di novembre, nel quale Torvaianica è stata tappa ufficiale del campionato nazionale di Wave Contest nel contesto della spiaggia di Villaggio Tognazzi. Il kitesurf è una variante naturale del surf, al quale è stata aggiunta un’ala (anche se “Kite” letteralmente significa “aquilone”) che collegata con delle linee a circa 25 metri d'altezza, sfruttando la forza del vento genera una notevole trazione. Il kitesurf nel corso del tempo si è divisa in molte altre discipline: il Free style dove si effettuano evoluzioni; Wave dove si naviga surfando le onde; Long Distance dove si effettua una vera regata sullo stile della vela; Speed dove si cerca di superare il record del mondo di velocità, che è attualmente di circa 48 nodi. Questo campionato, di cui Torvaianica è stata la prima tappa, è il più grande mai realizzato in Italia e ha visto il numero massimo di iscrizioni previste dal regolamento, ben 72. Ma insieme ai migliori wave riders d'Italia, sono stati centinaia gli appassionati di kitesurfing che con tutta la loro attrezzatura sono giunti sulle nostre spiagge da tutta Italia. L’evento è stato organizzato dalla Federazione italiana sci nautico e wakeboard – a cui il kitesurf è af-

filiato per quest’anno – e la Classe kiteboarding Italia, mentre la tappa curata dell’Associazione kitesurf Italia di Antonio Gaudini. Un'iniziativa questa che dimostra come il nostro territorio e in particolare il nostro litorale, possano diventare meta di importanti iniziative sportive anche in periodi non “balneari”. Considerazione queste su cui varrà in futuro la pena di riflettere.

TN Andrea Oleandri


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Novembre 2011

Senza Parole

L’ULTIMA

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Bacheca per immagini e parole

Scriveteci a: redazione@tempinuovi.info

Ardea, corsi d’acqua pericolosi L

dall'altro una trappola per le famiglie che vi abitano; sono ben al di sotto del limite stabilito dalla legge Galasso. Quanto si registra attraverso la Protezione Civile e gli studi di settore, molti dei quali pubblicati da Legambiente, evidenziano un effetto esponenziale di precipitazione di acque meteoriche prodotto da un cambiamento climatico sostanziale. Le quantità di precipitazione che cadevano in un intero arco dell'anno, avvengono in poche ore tanto da definirle "bombe d'acqua". Non è più pensabile che si possano rinviare provvedimenti anche urbanistici, in autotutela se necessario, a difesa della popolazione e nel caso specifico il problema è sotto gli occhi di tutti e bisogna agire. Quelle abitazioni che sorgono a margine del fosso e che ricadono in pieno vincolo, o altre realizzate sui canali di scolo, devono essere sgombrate.

a nostra associazione, notoriamente sensibile ai problemi del territorio ed in particolare al dissesto idrogeologico, ha effettuato una serie di ricognizioni lungo il margine del corso d'acqua denominato "fosso dell'Incastro", rilevando pericolosi impedimenti determinati dalla vegetazione ed in alcuni casi da abitazioni poste a ridosso dell'alveo di scorrimento. I recenti eventi funesti occorsi in Liguria, Toscana e Campania devono servire da monito, prima che accada il peggio ed il nostro territorio non è nuovo a forme di esondazione ed allagamenti che mettono a rischio la struttura degli immobili e, peggio ancora, la sicurezza delle persone. Percorrendo il canale dalla via Laurentina altezza bivio di Campo del Fico lato Banditella, si notano abitazioni che potrebbero costituire da un lato una barriera,

COME ERAVAMO

Dove presenti, in caso di condono edilizio, è necessario procedere al diniego prima che si assista all'ennesima tragedia. Una urgente verifica potrebbero eseguirla i Vigili Urbani, conoscitori del territorio e deputati al controllo del medesimo. Due nostri tecnici stanno girando sul territorio e attraverso rilievi aereofotogrammetrici riscontrati a terra, stanno mappando tutte quelle abitazioni, spesso abusive, che sorgono su canali o al margine di corsi d'acqua, in evidente pericolo sia per gli abitanti che per l'effetto ostruttivo prodotto sul naturale deflusso delle acque. Facciamo un appello al Sindaco ed al Prefetto, sicuramente sensibili al problema, affinchè vengano adottati i provvedimenti più opportuni.

Associazione Civiltà - Ardea

Numero 4 - Anno 1 Novembre 2011 - Distribuzione gratuita Tiratura: 11.000 copie EDIToRE: Associazione Culturale Durango DIRETToRE RESPoNSABILE: Stefano Mengozzi E-MAIL: redazione@tempinuovi.info IN REDAZIoNE: Stefano Mengozzi, Andrea Oleandri hANNo CoLLABoRATo: Martina Parisi, Andrea Doria, Andrea Faeti, Martina Zanchi, Giulia Abbate, Francesca Zannella, Francesca Tarantino, Antonello Serani, Cecilia Prati. PRoGETTo GRAFICo E IMPAGINAZIoNE: Studio Grafico Durango

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el lontano 196

Torvaianica n

ChIUSURA REDAZIoNALE: 09/11/2011 STAMPA: Arti Grafiche Reg. Trib. di Velletri N. Reg. 13/11 del 22 Luglio 2011




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