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Anno 27 N. 10 Ottobre 2019 Copia omaggio (euro 2,50)
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DAL 1993 LA RIVISTA PER L’IMPRESARIO
OTTOBRE 2019
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DAL 1993
LA RIVISTA
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PRESARIO PER L’IM
Anno 27 N.
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Sempre più spazio ai nostri esperti e professionisti, per affrontare insieme agli impresari il futuro del settore con approfondimenti, opinioni e consigli sulle principali e più importanti temati‐ che della funeraria.
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Tiziano Bertin
TECNICA ED INFORMAZIONI DALLE AZIENDE
DAL 1993 LA RIVISTA PER L’IMPRESARIO
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Anno 27 • n. 10 • Ottobre 2019
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SAI DIRLO CON I FIORI? Laura Grandi e Roberto Sangalli
Direttore responsabile Tiziano Bertin tbertin@tecnicaed.it
AUTOSTORICHE CHE PASSIONE! Marco Sambataro
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347 7847628 Redazione Claudia Baroncini cbaroncini@tecnicaed.it Progetto grafico e impaginazione Gabriele Calzolari gcalzolari@tecnicaed.it Amministrazione tecnicaeditoriale@legalmail.it Per la pubblicità tel. 335 1337357 tbertin@tecnicaed.it Registrazioni • Tribunale di Milano n. 332 del 3/7/1993 • R.O.C., Registro nazionale degli Operatori della Comunicazione al n. 26119 Stampa Colorshade di Cabrini Matteo M. Via Cristoforo Colombo, 7 20068 - Peschiera Borromeo (MI) Fotografie Archivio fotografico Tecnica Editoriale srl Archivio fotografico Fotolia.com Copyright È vietata la riproduzione, anche parziale, di testi e immagini. Gli articoli sono un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione e possono non rispettare le posizioni dell’editore. Le pubblicità e gli impaginati non possono essere riutilizzati per scopi personali o essere riprodotti su altri mezzi di informazione senza preventiva autorizzazione scritta da parte di Tecnica Editoriale s.r.l. (s.u.). Chiuso in redazione il 26-7-2019
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4 IMPRESE
È TEMPO DI RINNOVARE… Anche questa volta l’impresa Berretta di Albissola Marina, in provincia di Savona, ha scelto un modello di Ellena: la E 213 su base Mercedes-Benz.
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La nuova E 213 di Ellena recentemente acquistata dall’impresa Berretta di Albissola Marina, in provincia di Savona.
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lienti storici, che conoscono molto bene lo stile di Ellena nella realizzazione di moderne autofunebri, sia per quanto riguarda l’estetica e gli allestimenti sia per le prestazioni e i particolari tecnici che agevolano il lavoro quotidiano dell’impresario. I fratelli Marcella e Mario Berretta – titolari dell’impresa di onoranze funebri Berretta fondata nel 1986 e con sede ad Albissola Marina, in provincia di Savona – hanno quindi scelto un nuovo mezzo fornito da Ellena per il proprio parco auto: l’elegante due porte E 213 su base Mercedes-Benz.
QUALITÀ E ASSISTENZA La perdita di un proprio caro è indubbiamente un momento molto triste e caratterizzato da un forte dolore, ma anche di grande confusione.
Alla scrivania Marcella Berretta e, a sinistra, il fratello Mario, titolari dell’impresa Berretta. Non si sa infatti bene come procedere e organizzarsi per un ultimo e sentito saluto. Una valida impresa di onoranze funebri, una volta contattata dalla famiglia, deve tempestivamente far sentire il
proprio appoggio e guidare la famiglia in tutte le scelte necessarie per l’organizzazione dell’intera cerimonia. «Per qualsiasi tipologia di servizio richiesto offriamo da sempre elevati standard di qualità e di assistenza, per dare alle famiglie un’assistenza a 360 gradi», afferma Marcella Berretta. «E anche per questo motivo siamo sempre alla ricerca di partner affidabili per i nostri prodotti. Un partner che per quanto riguarda i mezzi abbiamo trovato da molto tempo in Ellena, a cui ci affidiamo ogni volta che dobbiamo rinnovare il nostro parco auto». Il vano feretro dell’elegante E 213 di Ellena.
Ellena • Tel. 0175 217576 • Fax 0175 477167 • Cell. 335 6244655 • www.ellenafuneralcar.com • info@ellenafuneralcar.com onoranze funebri Berretta • Albissola Marina (SV) • Tel. 019 481990
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SEMPRE ELEGANTE Anche nella versione Compact! Il modello Mbc due porte di Chiotti ha conquistato l’impresa Arteco di Imperia per l’eleganza e la praticità.
P
er i mezzi utilizzati dalle imprese di onoranze funebri che operano in territori come quello ligure – caratterizzato da strade a volte particolarmente strette e dove le manovre sia per raggiungere l’abitazione del defunto sia per il corteo funebre possono risultare complicate – la praticità e la maneggevolezza sono qualità fondamentali.
Ma anche l’estetica: l’autofunebre deve quindi essere elegante anche nella versione due porte. E la Mbc Compact conferma che Chiotti ha sapientemente unito eleganza e praticità in un solo modello. Una conferma che arriva anche dai commenti delle diverse imprese che hanno acquistato il nuovo modello
su base Mercedes-Benz, come Arteco di Imperia, che da anni si avvale delle autofunebri Chiotti per il proprio parco auto.
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UN SERVIZIO TEMPESTIVO «Lavoro in questo settore da oltre 20 anni e con le mie agenzie voglio sempre offrire alle famiglie un servizio professionale e tempestivo in qualsiasi circostanza, anche grazie ai mezzi funebri, dalle auto ai furgoni, affidabili e semplici da guidare ma anche dalle ele-
vate qualità estetiche», afferma Cora Bonifacio, che ha fondato l’impresa nel 1999 acquisendo un’impresa a Pieve di Teco, nell’entroterra in provincia di Imperia, e che ancora oggi la gestisce avvalendosi anche dell’aiuto di validi collaboratori. Solo due anni dopo è stata
inaugurata la sede storica di Imperia, a cui si sono aggiunte altre due agenzie in città, precisamente nelle località di Oneglia e di Porto Maurizio. E sempre in fase di espansione sono nate le altre due sedi di Diano Marina e di San Bartolomeo al Mare.
A sinistra il magazzino della sede di Imperia e, sotto, la nuova Mbc Compact di Chiotti.
Chiotti • Tel./Fax 0175 64129 • Cell. 334 9306071 • www.chiottiauto.it • chiottiauto@libero.it onoranze funebri Arteco • Imperia • Tel. 0183 299660
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NUOVE IDEE CREATIVE Uno storico negozio fiorentino che non smette mai di aggiornarsi e offrire servizi sempre più diversificati alla propria clientela. Siamo stati a Firenze da Labardi Fiori.
È
il 1949 quando Guido Labardi decide di aprire un negozio di fiori a Firenze. Le competenze e le idee creative di Guido portano all’inaugurazione nel 1957 di un secondo negozio in via Doni, ancora oggi gestito dal figlio Silvano. «Il mio negozio di fiori è entrato a far parte degli esercizi storici fiorentini e, grazie anche al brillante apporto di mia moglie Daniela, è un punto di riferimento per il quartiere e per la città di Firenze», commenta Silvano, che negli anni non solo ha partecipato a numerosi concorsi e diversi corsi di specializzazione in composizione floreale in Italia ed Europa, ma
Silvano Labardi durante la creazione di una composizione floreale arricchita dal nastro realizzato con la stampante Gifty.
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ha trasmesso le proprie conoscenze a giovani apprendisti. PERSONALIZZARE CON STILE Da due anni Silvano Labardi ha trovato un’ottima soluzione a quella che a suo parere era una mancanza: la perfetta creazione dei nastri per le composizioni floreali. Spesso, infatti, il nastro risultava approssimativo, inizialmente scritto con un pennello, poi con un pennarello, ma diverso e impreciso a seconda della calligrafia e della persona in quel momento disponibile per la realizzazione. «La stampante Gifty di Tecnoprinter è stata una bella scoperta», conclude Silvano, «perché mi consente di realizzare in pochi istanti e senza il computer nastri funebri, ma anche per altre occasioni, che con colori e scritte personalizzate e impeccabili valorizzano le creazioni floreali».
Tecnoprinter • Tel. 02 95369126 • www.tecnoprinter.it • info@tecnoprinter.it Labardi Fiori • Firenze • Tel. 055 353819 • www. labardifiori.com • info@labardifiori.com
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34 COFANI
FORMA ED ESSENZA Appartiene alla linea Meraviglioso il modello 91 di Ferrari, realizzato in frassino e impreziosito da un particolare disegno nella fascia centrale che sottolinea non solo la forma, con base e coperchio ben definiti, ma anche l’essenza scelta per questo cofano.
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Ferrari • Tel. 0376 808901 • Fax 0376 88062 www.ferraricofani.it • ferrari@ferraricofani.it
UNA ROSA A RICORDO Una soluzione per la conservazione delle ceneri a forma di cubo, con il rovere silver che esalta l’eleganza. La rosa, applicata con calamita all’urna e, se si desidera, sempre conservabile in un apposito astuccio, è realizzata dai maestri ceramisti di Gubbio.
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IMPONENTE, MA RAFFINATO È stata scelta una forma indubbiamente imponente per il modello 88 Ottagonale di Lavalle, che riesce però a confermarsi anche raffinato. Il design molto elegante soddisfa le richieste dei più esigenti e arricchisce lo spazio espositivo dell’impresa.
88 Ottagonale
Lavalle • Tel. 0172 373013 www.lavallecofani.com • lavalle.cofani@gmail.com
PUREZZA DELLE LINEE Proprio come il prezioso minerale da cui prende il nome, il modello Gemma di Lombarda si distingue per la purezza e la suggestiva semplicità delle linee. Il colore intenso è una caratteristica di questo cofano grazie a essenze come larice, frassino, mogano e noce esotico.
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Gemma Lombarda • Tel. 030 311402 • Fax 030 0946638 www.lombarda.info • lombarda@lombarda.info
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RAFFINATE NOVITÀ Il volto di Gesù rivolto al cielo e, sullo sfondo, il Calvario. È questa l’immagine che Lorandi ha scelto per personalizzare la fascia centrale del raffinato e nuovo cofano 22 G, realizzato in frassino, pinewood oppure ebiara.
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CURA ARTIGIANALE Grazie alla particolare lavorazione a coda di rondine, in cui l’unione degli angoli risulta ben visibile, il modello Vintage di Melloni si distingue per il pregio estetico e la sapiente cura artigianale. Presentiamo la versione in noce nazionale.
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UN’ALTRA PROPOSTA GREEN Dotato di due maniglie in legno, il modello 28E è tra le ultime novità in legno massello e con vernice ad acqua della linea ecologica di Scacf, da tempo impegnata nella realizzazione di cofani attraverso un processo produttivo alimentato con energia rinnovabile. Michela Sgoluppi
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40 CASE FUNERARIE
UN PERCORSO INIZIATO NEL 2000 E che ancora oggi vede il titolare Giuseppe Sibilla impegnato nella crescita della propria impresa, anche con importanti investimenti per rendere sempre piĂš personalizzato e di qualitĂ il servizio offerto.
La nuova GrandAurora su base Jaguar XF di Pilato, scelta nella versione in bianco, davanti alla casa funeraria La Jonica di San Giorgio Jonico, in provincia di Taranto.
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42 CASE FUNERARIE
La casa funeraria La Jonica è dotata di due ampie sale, allestite in modo diverso, per l’esposizione del feretro.
commenta Giuseppe. «Il mio obiettivo è quello di riproporre questa nuova concezione del rito funebre nel territorio in cui opero». La casa funeraria è indubbiamente un importante traguardo per la professione di Giuseppe, che non si ferma mai e continua a investire. E tra gli ultimi importanti investimenti non manca quello relativo al parco auto: dopo aver visto da vicino il modello GrandAurora su base Jaguar XF, e discusso i dettagli direttamente presso la sede di Pilato, non ha più avuto dubbi.
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empre con uno sguardo al futuro. Così opera Giuseppe Sibilla, da 20 anni impegnato nel settore funebre e titolare dell’impresa La Jonica di San Giorgio Jonico, in provincia di Taranto. Giuseppe manifestava già da piccolo, quando era un chierichetto, il proprio interesse per questa professione, attratto dalla solennità della cerimonia e dal rito funebre. E dopo aver inaugurato nel 2000 la propria agenzia, nel 2012 parte l’ambizioso progetto della casa funeraria, operativa dal 2015. «La tradizione del rito funebre diventa più moderna, con maggiori servizi e più innovativa»,
Completamente indipendenti, le due sale hanno in comune un’area con divanetti per i familiari e gli amici in visita al proprio caro.
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Giuseppe Sibilla alla guida della GrandAurora su base Jaguar XF di Pilato.
«Cercavo affidabilità e garanzie che ho subito trovato da Pilato», racconta Giuseppe, «che mi ha supportato anche nella scelta dell’allestimento offrendomi diversi abbinamenti, tutti di alta qualità». PER ESSERE VICINI ALLE FAMIGLIE «Sono convinto che La Jonica rappresenti per San Giorgio Jonico e la provincia di Taranto una reale forma di vicinanza alla famiglia colpita dall’evento luttuoso, dove la cura dei particolari per nessun motivo dovrà essere tralasciata per garantire al proprio caro l’ultimo e dignitoso viaggio», riporta sul sito internet dell’impresa Giuseppe Sibilla, che nella gestione della casa funeraria e nelle
pratiche burocratiche o amministrative può contare sulla moglie Donatella. La casa funeraria dispone di due sale per l’esposizione della salma – una con simboli legati alla religione cristiana e l’altra più indicata e adattabile anche ad altri riti – completamente indipendenti ma con un salottino in comune, dotato anche di una zona bar, allestito per i familiari e gli amici in visita al proprio caro. Tutto è organizzato su un unico livello, per un totale di 250 metri quadrati, dove trovano posto anche un’attrezzata sala per la vestizione e una dedicata invece all’esposizione dei cofani e degli accessori indispensabili per la cerimonia funebre.
Pilato • Tel. 0422 881298 • Fax 0422 887092 • www.pilato-spa.it • pilato@pilato-spa.it onoranze funebri La Jonica • San Giorgio Jonico (TA) • Tel. 0995 923584
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SCOPPIO DEL FERETRO... E SE NON FOSSE (SOLO) COLPA DEL COFANO DIFETTOSO? Ogni oculata scelta di politica cimiteriale ha lo scopo di ottenere un manufatto che soddisfi i bisogni per i quali viene concepito ed elaborato attraverso un bilanciato rapporto qualità/prezzo. Nel caso dei loculi il perseguimento di tale obiettivo si presenta complesso per l’incertezza della normativa in vigore e per la difficoltà di individuare le esigenze primarie da soddisfare e di definire uno standard qualitativo minimo per tali categorie di opere edilizie.
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arebbe necessario fare chiarezza sulla funzione dei loculi intesi come singoli elementi e nel loro insieme come batteria o plesso cimiteriale, anche di un certo pregio architettonico. La materia, in quasi tutt’Italia, è ancora retta dal Dpr 10 settembre 1990 n. 285, che per le sepolture private a sistema di tumulazione stagna prevede, con l’articolo 76, la tenuta ai liquidi e ai gas, prescrivendo che ogni loculo debba essere accessibile direttamente dall’esterno (il vestibolo, soprattutto negli edifici funerari pluriposto) e indica la portata minima delle solette, rimandando poi la sicurezza strutturale alle disposizioni sulle strutture (legge n. 1086/1971) e sulle costruzioni in zona sismica (da ultimo cap. 8, dm 14 gennaio 2008). Questo ventaglio di disposizioni, apprezzabile solo per la sua apparente semplicità, è
tecnicamente scorretto, inapplicabile e destinato a essere ignorato. Nella nostra situazione attuale possiamo solo dire che la norma in vigore (e ormai vetusta!) non è del tutto prestazionale perché avrebbe dovuto indicare e prescrivere i risultati che si sarebbero voluti raggiungere (una rapida scheletrizzazione o una duratura conservazione dei corpi) e i criteri per ottenerli. Ha invece imposto solo i due standard di ermeticità che non permettono di sviluppare le soluzioni progettuali in modo chiaro e coerente con le necessità funzionali dell’opera. Non è infatti presente alcun riferimento alle dimensioni, alla durabilità dei manufatti, all’accessibilità (differenziata per gli operatori cimiteriali e i visitatori) e più in generale ai criteri costruttivi in relazione alle finalità.
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La norma non è neppure descrittiva in quanto quido. A curare insomma quei particolari esel’assolutezza dei suoi precetti e la mancanza di cutivi che distinguono un’opera qualsiasi da una parametri tecnici e di valori di confronto le ne- di qualità. gano tale riconoscimento. Se la normativa è oscura e conduce in breve L’impermeabilità ai gas putrefattivi è una re- all’impasse dell’inapplicabilità si può cercare gola persino inutile: se i composti aeriformi di capire se essa sia essenziale o meno, per restano confinati nel loculo sigillato come in proporre alternative. Il punto dolente e neuna bombola a pressione, quando e come vralgico è la tenuta ai gas. Due sono i profili: avverrà la loro evacuazione in caso di aperquello estetico (olfattivo) e quello sanitario, tura del loculo? L’impermeabilità ai fluidi post- ma bisogna rilevare come esso consti in un mortali dovrebbe essere espressa con parametri falso problema. precisi e numerici quali le proprietà dei liquidi Non bisogna accumulare i gas (essi, invero, dostessi, la loro quantità, il battente, le caratteri- vrebbero già esser sanificati dalla valvola depustiche del bacino di contenimento, il manteni- ratrice posta entro il feretro) all’interno del lomento di questo stato in presenza di liquidi chi- culo, come parrebbe volere la normativa micamente aggressivi e altro ancora. vigente, rimandando semplicemente il dilemma La prescrizione di come i loculi vadano tampo- degli odori nauseabondi a un momento sucnati (muro in laterizio e intonaco) contraddice il cessivo, o lasciarli uscire in modo incontrollato dettato prestazionale dell’impermeabilità: e incontrollabile, come in realtà attualmente actroppo o troppo poco per ricavare una norma cade. certa. La circolare del Ministero della Sanità Serve invece studiare un modulo di fuoriuscita 24/6/1993 n. 24 suggerisce (è un semplice atto guidata, come il loculo areato, già in atto con istruttivo e non una fonte del diritto!) cubature successo in altre esperienze europee. minime interne, pur non rendendole obbliga- L’aspetto dell’impermeabilità ai litorie, da molti contestate. Le misure interne quidi dei loculi presenta dell’imbocco dei loculi stavano infatti converalternative più fagendo verso lo standard di 80x65 cm e l’indicazione di 75x70 cm ha forse confuso le idee, Come calcolare senza chiarirle! la capienza dei liquidi Il loculo è reputato, da un punto sul fondo di un loculo? di vista tecnico e funzionale, un Uno dei problemi scarsamente valutati nella realizzazione di loculi è la prodotto povero e le risorse mogiusta pendenza del piano di posa, che la pratica suggerisce del 3%. Questo valore può essere controllato con un inclinometro oppure i litri di fluido netarie vengono generalmente (acqua) trattenuti all’interno del loculo prima di fuoriuscire. destinate all’immagine esterna. Il p = pendenza B = larghezza interna del loculo in metri (in genere 0,75) materiale normalmente utilizzato è L = lunghezza del loculo in metri (2,40) il calcestruzzo e ben poche volte, V = litri di acqua versati senza tracimazione. Come noto 1 litro = 1.000 cm3 Nota la quantità in litri di acqua (per esempio 45), si può calcolare la per non dire mai, progettisti e impendenza (in percentuale) con la seguente formula: prese edili si concentrano sulle mop = 1/100 x V/ [5 x B x (L)2] = 1/100 x 45/ [5 x 0,75 x (2,4)2 ] = 2,083% dalità esecutive tese a ridurre o eliminare i ritiri delle solette, prima Nota la pendenza si può invece calcolare il quantitativo di litri che contiene il loculo prima della tracimazione con la seguente formula: causa di fessurazione e quindi di V = 500 x p x B x (L)2 mancanza di impermeabilità, attraCon la pendenza dell’inclinometro pari al 2,5%, B = 0,75 e L = 2,40 si ha: V = 500 x 2,5/100 x 0,75 x (2,4)2 = 54 lt. verso l’utilizzo di prodotti fluidifiI quantitativi di acqua sono calcolati con il loculo senza il feretro tumulato. canti, o a realizzare riprese di getto Laddove il feretro fosse già stato collocato nel loculo verrebbe occupato un volume, anche notevole, che ridurrebbe la quantità di liquidi da raccogliere, con posizionamento e tecnologia tali eventualmente, sul fondo. da non dar luogo a trafilamenti di li-
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cili. Valutando la necessità di un invaso di almeno 40-45 litri, la pendenza del piano d’appoggio dovrebbe garantire un dislivello di circa 6 cm verso il fondo del loculo (3%). Questo non conteggiando l’ingombro del cofano. Visto che la perfetta tenuta idraulica, seppure realizzata all’atto della costruzione e sottoposta a collaudo preventivo, specialmente per la formazione di micro e macro-fessure strutturali, non può esser assicurata per lungo tempo, si può lasciare al calcestruzzo la sola funzione portante riguardo allo stress meccanico dovuto al peso del feretro, rimettendo l’impermeabilità ai liquidi a un altro dispositivo di sicura durata, facile produzione, basso costo. Anche qui esempi esteri ci aiutano a individuare vaschette di plastica da inserire nel loculo sotto il cofano: un elemento che può essere prodotto in misure diverse, immagazzinato senza grandi necessità di spazio e facilmente trasportato. Deve essere pensato in modo che, in occasione di eventuali fuoriuscite di liquido, il cofano resti sollevato e non ne resti in contatto, siccome i liquami cadaverici, con il loro ph molto aggressivo, possono condurre alla precoce corrosione del nastro metallico con cui è confezionato il feretro. Si veda a tal proposito come il dettato minimale del Dpr 10 settembre 1990 n. 285 cominci a esser superato/integrato dalla più evoluta normativa regionale. Il regolamento regionale 8 agosto 2012 n. 7/R della Regione Piemonte, per esempio, all’art. 2 dell’allegato A prescrive la tassatività, nei loculi stagni, di sistemi di raccolta liquidi atti a scongiurare il rischio di fenomeni percolativi cadaverici a carico dei tumuli. Un inveterato, ma collaudatissimo sistema, forse anche empirico, ma di dubbia efficacia, vorrebbe che all’atto della tumulazione sulla soletta orizzontale fosse sparso un certo quantitativo di calce, nota per le sue proprietà assorbenti e
disinfettanti, in caso di perdita di liquidi. Oggi lo stesso risultato potrebbe esser raggiunto meno brutalmente con l’impiego di sostanze a base bio-enzimatica, le quali, nel tempo, permetterebbero un’innocua degradazione del percolato cadaverico assolutamente anti-igienico. La soluzione dei problemi di trattenimento di liquidi e gas, demandando ad altri elementi che non siano i sistemi di chiusura del loculo o le pareti dello stesso colombario, potrebbe rendere più facile la realizzazione delle stesse, non più vincolate ad assolvere compiti per le quali non sono comunque idonee nel lungo periodo. Quando si verificano i cosiddetti fenomeni percolativi nelle tumulazioni s’innesca un meccanismo pressoché infernale: il Comune (o il gestore del cimitero) imputa i costi di risanamento (rifascio del feretro, sanificazione del loculo ecc.) del tumulo al concessionario, il quale spesso vuol rivalersi sull’impresa funebre cui fu affidato il servizio esequiale, mentre quest’ultima sarebbe tentata di scaricare le possibili responsabilità civili al costruttore del cofano funebre. Insomma: di chi è la colpa? È un girone dantesco di rimpalli e rinvii da cui difficilmente si esce e sovente si finisce davanti al giudice. Se gli impresari fornissero quei cofani di qualità di cui il made in Italy è maestro indiscusso - non solo per il design, ma soprattutto per il know how tecnologico di una produzione ormai industriale governata da processi lavorativi scientifici – e le imprese edili commissionate all’edificazione dei colombari dalle pubbliche amministrazioni titolari, a loro volta, dell’impianto cimiteriale, seguissero le poche linee guida, finalmente questo circolo vizioso s’interromperebbe, lasciando tutti questi inconvenienti (anche legali) alla loro residuale marginalità di casi isolati, quando ancora non rarefatti. Carlo Ballotta
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COMUNICATO STAMPA ADEGUAMENTO LISTINI Milano, 15 settembre 2019
A TUTTI GLI IMPRESARI FUNEBRI ITALIANI Questa comunicazione è inviata a tutti gli impresari funebri italiani dal presidente MARCO GHIRARDOTTI per ribadire l’impegno di ASSOCOFANI FEDERLEGNOARREDO – ASSOCIAZIONE ITALIANA PRODUTTORI COFANI ED ACCESSORI FUNEBRI alla quale aderiscono le principali e più importanti aziende italiane di produzione e fornitura dei prodotti necessari per l’espletamento professionale dei servizi funerari, presenti capillarmente e con continuità sul mercato ormai da anni.
Quotidianamente vi affidate alle nostre aziende per reperire i migliori prodotti presenti sul mercato, tali che vi assicurino con continuità e con strumenti sempre più efficaci gli ideali che valorizzano la vostra attività professionale. Per garantirvi tutto ciò è necessario restare al passo con i tempi e in questi anni abbiamo sostenuto continui e importanti investimenti economici che, anche a causa degli aumentati costi di produzione, ora rendono necessario un adeguamento dei nostri listini. In questi anni d’attività ASSOCOFANI ha fortemente perseguito l’obiettivo di mantenere il SERVIZIO FUNEBRE ITALIANO su un livello tecnico ed estetico in linea con una tradizione ricca di valori etici/sociali unici al mondo e consoni al pensiero dei nostri clienti, legando indissolubilmente la qualità del loro importante servizio a quella intrinseca dei prodotti utilizzati per lo svolgimento dello stesso, dai cofani alle imbottiture fino alle maniglie e agli accessori. Consiglio sempre e comunque ai nostri clienti di usare la prudenza del buon padre di famiglia nell’acquisto di prodotti di discutibile o dubbia provenienza, sia dal punto di vista tecnico-qualitativo che da quello economico e soprattutto legale. Sicuramente il mantenere uno stato di serietà e di legalità nella produzione dei cofani, come di qualsiasi altro nostro prodotto o accessorio, non ci esenta dagli aumenti che gravano sullo stesso. E dicendo questo mi riferisco in particolar modo alla tutela dell’ambiente e alla sicurezza dei luoghi di lavoro, senza però trascurare gli altri elementi di costi vivi di produzione quali manodopera, legname, vernice, metallo, trasporto ecc. ASSOCOFANI, anche per assicurare una continuità produttiva necessaria alla funzionalità del sistema funerario, si vede costretta ad annunciare un adeguamento dei prezzi di vendita. Tale incremento, con decorrenza 01/11/2019, varierà dal 7% al 10% in base alla tipologia del singolo prodotto e a discrezione dei singoli produttori. Nella certezza che comprenderete le suddette ragioni e le improrogabili necessità di tale scelta, con l’occasione ASSOCOFANI augura a tutti voi un buon lavoro e porgo personalmente i miei più cordiali saluti.
il presidente Assocofani FLA Marco Ghirardotti
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AUTOSTORICHE che passione! All’ultima edizione di Memoria Expo a Brescia ho avuto il piacere di incontrare anche due simpatici impresari che hanno dimostrato una grande passione e la comune volontà di salvaguardare le autofunebri d’epoca. Si tratta dei titolari delle storiche imprese Dell’Anno di Napoli e Salvatore Salemme di Gaeta, in provincia di Latina. Entrambi sono fortemente interessati a fondare un club per la tutela delle autofunebri italiane, iniziativa che ben felicemente accolgo nella speranza che altri impresari o semplici appassionati si facciano avanti. Commentiamo le foto storiche dell’impresa Salemme, nata nel 1909, partendo dalle origini, quando circolavano già le prime vetture, ma le carrozze a cavallo erano indubbiamente le più diffuse. Troviamo una bella foto che ritrae una carrozza durante un funerale negli anni 60. Una curiosità: questa carrozza era in precedenza di colore bianco e fu utilizzata nel celebre film L’Oro di Napoli del 1954, diretto da Vittorio De Sica, per il funerale del bambino. Ci furono anche altre carrozze in dotazione all’impresa Salemme, carrozze monumentali realizzate da abilissimi artigiani locali in grado di creare queste opere d’arte.
Tra i mezzi a motore il più datato è un furgone Fiat 241 carrozzato da Alessandro Icardi, un ben conosciuto artigiano di Grugliasco, in provincia di Torino, che ha realizzato numerosi di questi furgoni da cerimonia, ancora oggi presenti in varie imprese lungo tutto lo stivale. Di questo modello (spesso confuso con il molto simile furgone Fiat 238) Icardi realizzava una versione che potremmo definire standard come allestimento, ma che non appagava completamente i gusti dell’impresa, tanto da decidere in un secondo momento di aggiungere quattro grosse lampade prodotte da un’azienda artigianale napoletana specializ-
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zata in questo tipo di accessori. Le lampade, che lo rendevano più vicino ai modelli monumentali, erano smontabili per gli spostamenti e utilizzate durante la cerimonia. Ma per il loro enorme ingombro fu necessario allungare gli steli degli specchi laterali presenti in origine sui modelli Fiat 241. Curiosa anche la presenza dei ganci porta corona e dei relativi tubi batticorona sulla zona feretro e in pros-
simità del posto in cabina. Sicuramente guidare questo Fiat 241 Icardi con le lampade montate e le corone a bordo non dev’essere stato semplice. Icardi, che aveva studiato un veicolo funebre progettato ex novo e che si basava sul telaio del camioncino Fiat 241, autorizzandone poi l’omologazione, era stato in precedenza un fornitore di storiche carrozzerie come la Moretti, svolgendo il lavoro di allestimento completo di autovetture fuoriserie, per poi lanciarsi nel settore dei veicoli funebri, riscontrando un notevole successo. E grazie a un’efficace organizzazione commerciale riuscì davvero a diffondere questi furgoni funebri in tutta Italia. Disponibili sia a due posti in cabina (come questo di Salemme) sia a quattro porte per ospitare i dolenti, i furgoni Icardi furono prodotti dal 1965 al 1974. Erano totalmente in lamiera battuta su mascherone in legno, come la scuola dei carrozzieri artigianali insegnava, in seguito saldata sul telaio Fiat.
Il mezzo successivo è una classica Fiat 132 1600 o 1800 benzina, creata sulla prima serie, allestita da Luigi Pilato nella prima metà degli anni 70. Una vettura comoda, che sostituiva nella gamma Fiat la 125 dalla quale derivava, e per le sue caratteristiche destinata al trasporto veloce. Da notare la finezza dei cerchioni in lega Cromodora, un optional previsto dalla Fiat e che dava alla vettura una connotazione più sportiva.
Tra le foto troviamo anche un furgone Mercedes-Benz 207 usato per il recupero e, dato il grande volume di carico, per il trasporto contemporaneo di più cofani. Seguono due eleganti Mercedes-Benz serie W124, quasi identiche tra loro, entrambe carrozzate da Roberto Cantinelli, storico carrozziere di Ferentino, in provincia di Frosinone, e totalmente allestite in lamiera. Continua il nostro viaggio alla scoperta delle autofunebri utilizzate in passato dagli impresari italiani. In ogni numero vi presentiamo alcuni modelli grazie all’analisi di Marco Sambataro, modellista ed esperto di autofunebri d’epoca.
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