SD+ magazine 36/2015

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ANNO 6 - N. 36- LUGLIO/AGOSTO 2015 - Periodico - Copia gratuita - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008

ANNO 7 - N. 36 LUGLIO/AGOSTO 2015

COPIA GRATUITA Partner ufficiale

si parla anche di

CALCIO BOCCE CICLISMO EQUITAZIONE

FOOTGOLF CHE PASSIONE!

A San Martino Buon Albergo il primo e unico parco in Italia dedicato a questa divertentissima disciplina


ALOE VERA PG PURO SUCCO DI ALOE GEL

PANCIA PIATTA

PER FAVORIRE IL SOSTEGNO METABOLICO


SOMMARIO

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ASSOCIAZIONI

TAMBURELLO

Editoriale Sport e scuola, paradosso senza fine Associazioni A.B.E.O. e SportDi+ uniti “da” e “per” lo sport Intervista Tommasi, un’estate “Fiorita” dalle grandi emozioni europee Footgolf A San Martino Buon Albergo il primo Footgolfpark d’Italia Evento ASD EX Gialloblu Hellas in campo per DBA Onlus Evento Trofeo Arvedi 2015 in campo ricordando Andrea Calcio Hellas-Roma, Empoli-Chievo così il via della serie A 2015-2016 Pallavolo Calzedonia Sponsor Party, divertimento per tutti! Intervista Valeria Alberti: da Novara a Verona nel nome del volley Pallacanestro Marco Crespi un “vulcano” per una Tezenis competitiva Evento Che successo la Mud&Rock Outdoor Experience 2015! Podismo Successo annunciato al 16° Giro Lago di Resia Scienze Motorie Ultramaratoneti a 91 anni? Incredibile? No, possibile! Ciclismo Team Contri Autozai dove il professionismo non è tutto MTB Lorena Zocca no-stop: è suo il tricolore XC 2015 Evento America Latina in bicicletta per un’iniziativa benefica Scherma VeronaScherma uno stage “olimpico” al Bottagisio Equitazione Anna Cavallaro la volteggiatrice senza tempo Libro Vincere insieme? Si, con la forza del Team! Sport e natura Agriturismo Altobello la casa dello sportivo

LEGENDA

Redazione / Speciali Istituzioni / Rubriche Eventi / Associazioni / Medicina Uomini di sport

7 8 10 12 14 16 18 20 22 24

Bocce Bocciofila Villafranca il tricolore 2015 è tuo! Kitesurf Spettacolo e adrenalina allo Junior Kite contest Preparazione atletica Gestione dell’off season nell’atleta non professionista Medicina sportiva La tendinopatia del tendine d’Achille Stacking Lo Stacking un sport... in tazza! Tamburello Cavaion Monte Peroni (ancora) Regina d’Europa Sicurezza Il defibrillatore? Non serve a nulla! A meno che... Eventi Settimana dello sport lupatotina: che numeri! Sport e scuola A Castelletto di Brenzone il nuovo Liceo Scientifico sportivo A mano libera Lo sport disegnato

60 46 48 50 54 56 60 62 66 72 74

26 28 30 32 34 36 38 40

EQUITAZIONE

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Donne di sport Sport individuali / Montagna / Outdoor Sport di squadra Sport invernali / Volo

Sport acquatici Sport paralimpici Motori Servizi speciali



SD+ 36.2015

In questo numero scendono in campo COMUNE DI BARDOLINO

COMUNE DI LAZISE

CITTÀ DI RONCO ALL’ADIGE

COMUNE DI LEGNAGO

COMUNE DI ROVERCHIARA

COMUNE DI MARANO DI VALPOLICELLA

COMUNE DI SANGUINETTO

Anno 7 - Numero 36 LUGLIO/AGOSTO 2015 Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008 Direttore responsabile Alberto Cristani Caporedattore Andrea Etrari In Redazione Marina Soave, Federico Vaccari, Bruno Mostaffi, Elena Benaglia, Don Andrea Giacomelli, Damiano Tommasi, Alessio Faccincani, Roberto Pintore, Gian Paolo Zaffani, Alessia Bottone Contatti redazione@sportdipiu.com www.sportdipiu.com

COMUNE DI BOSCOCHIESANUOVA

COMUNE DI ISOLA DELLA SCALA

COMUNE DI S. GIOVANNI LUPATOTO

COMUNE DI CASTEL D’AZZANO

COMUNE DI ISOLA RIZZA

COMUNE DI SAN MARTINO B/A

Progetto grafico Nexidia Srl 37139 Verona Loc. Basson Via Gardesane 212 Stampa e distribuzione Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 redazione@sportdipiu.com Pubblicità e spedizioni Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 info@sportdipiu.com

COMUNE DI MONTECCHIA DI CROSARA

COMUNE DI SOAVE

COMUNE DI CAVAION V.SE

COMUNE DI CASTELNUOVO D/G

COMUNE DI VERONELLA

CITTÀ DI OPPEANO

COMUNE DI PESCHIERA DEL GARDA

COMUNE DI VILLAFRANCA

Hanno collaborato per questo numero Marina Soave, Damiano Tommasi, Enrico Gastaldelli, Monica Candeloro, Alessandro Corsi, Alessia Bottone, Ufficio sport Comune San Giovanni Lupatoto, Bruno Mostaffi, Bernardo Calasanzio Borsellino, Gian Paolo Zaffani, Cesare Monetti, Sara Bigardi, Alessio Faccincani, Stefano Festa, Federico Vaccari, Giorgio Pelosato, Filippo Furieri, Francesco Pigozzo, Roberto Girelli, Federica Chignola Foto Foto Archivio Sportdi+, Archivio Nexidia Srl, Ufficio Stampa Comune di San Giovanni Lupatoto, Ufficio Stampa Bluvolley Verona, Grigolini Foto Express Verona, Foto Liborio Verona, Maurilio

COMUNE DI CEREA

COMUNE DI POVEGLIANO V.SE

COMUNE DI ZEVIO

COMUNE DI ZIMELLA

Boldrini Agenzia BPE, Zeno Focus Verona, AreaE, Footgolfpark Verona, Foto Casentini Verona, Ufficio stampa Giro Lago di Resia, Ufficio stampa Facoltà Scienze Motorie Verona, Ufficio stampa Team Contri Autozai Foto copertina Footgolfpark San Martino Buon Albergo (Vr)

Stampata su carta ecologica 100% riciclata con inchiostri a base vegetale prodotta senza uso di cloro


BCC

Valpolicella Benaco BANCA

Radici diverse... valori comuni Sant’Anna d’Alfaedo

Caprino Veronese Costermano Garda

Marano di Valpolicella

Albarè

Bardolino

Valgatara Sant’Ambrogio di Valpolicella

Negrar

S. Pietro in Cariano Arbizzano Pescantina

Colà Sandrà Verona


EDITORIALE vai al sito www.sportdipiu.com

Una lunga e calda estate... a tutto sport!

In estate c’è chi (giustamente e meritatamente...) riposa e chi, come noi, programma (in attesa delle giuste e meritate ferie...) i prossimi mesi. Sarà un periodo importante, quasi cruciale, per la buona riuscita della nostra attività di comunicazione e diffusione dello sport veronese che lo, ricordiamo, prosegue ininterrottamente dal 2008. La nostra programmazione ha come obiettivo primario quello di farci trovare pronti per la riapertura delle scuole a settembre. Infatti, nonostante il susseguirsi di rumors poco rassicuranti, fortunatamente anche per l’anno scolastico 2015-2016 l’ Ufficio Educazione Fisica dell’Ufficio Scolastico XII di Verona sarà attivo e responsabile dell’attività sportiva nelle scuole. Per noi che con questo Ufficio - da prima con il prof. Cordioli, poi con la proff.sa Magnone e in fine con la prof.ssa Capuzzo - collaboriamo da sempre e in modo fattivo, questa notizia è di vitale importanza. Ora lo possiamo dire: se l’attività sportiva veronese non avesse più avuto un riferimento all’interno delle istituzioni scolastiche molto probabilmente SportDi+ avrebbe chiuso i battenti. Perché? Semplice: senza il supporto dell’istituzione scolastica la nostra attività avrebbe perso il suo target principale, ovvero gli studenti sportivi (e non...). Ora che il pericolo è stato scongiurato - almeno per un anno - possiamo guardare al futuro con maggiore ottimismo. SportDi+ non è solo “carta” e “online” ma è anche eventi e iniziative con e per le scuole. Da ottobre-novembre infatti riproporremo il progetto “Sportivamente a scuola” grazie al quale porteremo nelle scuole i campioni dello sport veronese. Un momento di confronto che durante lo scorso anno scolastico ha riscosso un ottimo successo e che quest’anno presenterà delle importanti e significative novità, per ora ovviamente top secret! Un’altra news di questa “caliente” estate, che ci inorgoglisce in modo particolare, è la collaborazione stretta con A.B.E.O (vedi articolo pagina 8), l’associazione presieduta da Alberto Bagnani che aiuta, anche tramite lo sport, i bambini meno fortunati. La copertina, infine, l’abbiamo dedicata ad una disciplina che negli ultimi mesi si sta sempre più diffondendo, soprattutto nella nostra provincia. Stiamo parlando del Footgolf, letteralmente “golf con i piedi”, un gioco che accomuna grandi e piccini in divertentissime sfide all’ultima buca. Il Footgolfpark di San Martino Buon Albergo nasce dall’intuizione e passione dell’imprenditore Ugo Vigliani che ha recuperato un’area in disuso (15 ettari!!) e creato una struttura unica in Italia. Questo a dimostrazione che c’è ancora chi crede e investe - veramente - nello sport! Buona estate (sportiva, sia chiaro) a tutti! Alberto Cristani a.cristani@sportdipiu.com

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ASSOCIAZIONI di Marina Soave

A.B.E.O. e SportDi+ uniti “da” e “per” lo sport Una sinergia che si basa sulla volontà comune di aiutare, tramite lo sport e gli sportivi, l’attività dell’associazione e i piccoli pazienti oncologici. Il tutto in modo semplice e concreto A.B.E.O. Verona e SportDi+ hanno definito lunedì 6 luglio un accordo ufficiale che prevede una collaborazione finalizzata a veicolare – tramite lo sport e il magazine – le iniziative in favore dei piccoli pazienti oncologici. Una sinergia vera e fattiva che coinvolgerà anche le scuole e i comuni veronesi. Soddisfazione da parte del presidente A.B.E.O. Alberto Bagnani: “ABEO Verona trova e cerca nello sport un veicolo per far conoscere la propria attività. Siamo convinti che lo sport sia ancora un veicolo unico per parlare a tutti di tutto. Già Hellas Verona, Tezenis Verona e BluVolley Verona hanno testimoniato la loro vicinanza con la nostra associazione visitando i bambini ricoverati al reparto di oncologia dell’ospedale di Borgo Roma. Questi eventi ci aiutano a far conoscere la nostra attività alla popolazione. Credo che la collaborazione con SportDi+ ci possa aiutare ad arrivare, in modo più capillare, anche nello sport meno conosciuto e soprattutto nelle scuole. Far capire ai nostri giovani che purtroppo nella vita ci sono anche situazioni poco piacevoli è importantissimo”. “Per la redazione di SportDi+ – ha evidenziato il direttore della rivista Alberto Cristani – poter essere un supporto attivo all’attività di A.B.E.O. Verona è un onore oltre che un piacere. Saremo a disposizione dell’associazione in modo assolutamente gratuito, questo ci tengo a precisarlo. Non è nostra intenzione “usare” A.B.E.O. ma “farci usare”, non solo dedicando spazi sulla rivista ma creando sinergie sul territorio scaligero, magari organizzando tornei benefici, serate sportive, concorsi e eventi. Nel nostro piccolo cercheremo di essere grandi ma soprattutto concreti. Perchè ad A.B.E.O., come ad altre Onlus, serve un aiuto vero e tangibile. E per questo noi ci siamo!”.

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Cos’è A.B.E.O. ? A.B.E.O. (Associazione Bambino Emopatico Oncologico), ONLUS da anni persegue finalità specifiche nel settore socio-sanitario ed assistenziale, si propone, infatti, di promuovere e sostenere tutte le iniziative possibili a favore del bambino emopatico ed oncologico sotto il profilo della prevenzione, della diagnosi precoce, del trattamento ottimale, della riabilitazione e della socializzazione intesa, quest’ultima, come reinserimento in una vita normale, senza limiti di età. A.B.E.O. dal momento in cui è nata, cioè nel 1988 per iniziativa di alcuni genitori di bambini affetti da leucemie e tumori solidi, si propone di risolvere problemi pratici ed economici a livello ospedaliero e non, di potenziare la ricerca e lo studio sulle malattie oncoematologiche per raggiungere l’obiettivo della guarigione. Il Servizio Sanitario Nazionale fornisce l’essenziale per la cura del bambino nei vari centri ospedalieri, tuttavia quello che la Pubblica Aministrazione può fare non à sempre sufficiente. Qui si inserisce I’A.B.E.O. che, con l’aiuto di tutti coloro che non intendono rimanere semplici spettatori, integra con un impegno attivo ed economico l’opera pubblica. Dal momento della sua nascita ad oggi A.B.E.O. può vantare considerevoli successi raggiunti grazie alla professionalità dimostrata e la fiducia riportate su innumerevoli persone. Info: www.abeo-vr.it


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INTERVISTA di Alberto Cristani

Tommasi, un’estate “Fiorita” dalle grandi emozioni europee Esordire nuovamente a 41 anni dopo aver lasciato il professionismo? Si, è possibile. Basta chiamarsi Damiano Tommasi. Un ritorno in campo per far felici i figli e, soprattutto, per ricordarsi che il calcio è soprattutto divertimento... Tornare a giocare in Europa League dopo dato definitivamente l’addio al calcio professionistico 6 anni fa. No, non stiamo raccontando una favola o svelando la trama di un nuovo episodio del cartoon “Holly & Benji”. Stiamo “semplicemente” raccontando l’avventura vissuta da Damiano Tommasi, ex bandiera di Hellas Verona e Roma che lo scorso 2 luglio è sceso in campo con la maglia della formazione Sanmarinese de La Fiorita nel match valido per l’andata dei preliminari di Europa League contro il Vaduz. Un’esperienza unica, che Damiano ha raccontato in esclusiva in questa intervista per i lettori di SportDi+ Innanzitutto Damiano come è nata questa nuova opportunità e come si è concretizzata? È stata quasi una casualità. Andy Selva, ex attaccante dell’ Hellas Verona, è diventato presidente della neo nata Associazione Calciatori Sanmarinese e ci siamo visti nelle rispettive vesti istituzionali. Nella chiacchierata è uscita questa opportunità che hanno loro di tesserare per le partite di Europa League e Champions League due prestiti non Sanmarinesi. Poi il resto è venuto da se. Cosa ti ha spinto a “rimetterti in gioco”? E la tua famiglia come ha accolto questa tua scelta? Alla domanda “Perchè no?” non ho trovato una risposta. Giocando ancora a livello dilettante mi trovavo nella condizione di non rischiare più del dovuto dal punto di vista fisico. Rimaneva l’incognita competitività. La famiglia, e soprattutto i due figli maschi di 9 e 5 anni, sono stati lo stimolo maggiore. Non mi hanno mai visto giocare dal vivo una partita da professionista. È stato un modo per far assaporare anche a loro il lavoro che ha fatto dal papà.

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Che ambiente hai trovato a San Marino? La Fiorita, come le altre squadre del campionato interno Sanmarinese, sono dilettanti e non si allontanano molto dal nostro mondo dilettante. La loro differenza è che avendo la nazionale hanno l’occasione di misurarsi contro grandi tradizioni calcistiche e di vivere così esperienze stimolanti dal punto di vista sportivo.


Al di là dell’aspetto puramente sportivo – e del ritorno in Europa con il preliminare di Europa League contro il Vaduz – cosa è significato per te tornare in campo a 41 anni? Ha significato divertirmi con un pallone e nell’attuale momento storico riprendere contatto diretto con quello che rappresenta il calcio di emozioni. Da dietro la scrivania il rischio di allontanarsi da questo è alto e tenere i piedi per terra ricordandosi di dover gestire e dirigere uno sport fatto di emozioni mi ha fatto senz’altro bene. Il gol nella partita di ritorno ha completato l’opera. Il rischio di raccontare un’esperienza fine a se stessa, una provocazione giornalistica o un capriccio da quarantenne c’era, aver fatto il primo, e finora unico, gol de La Fiorita in Europa ha dato anche valenza sportiva alla mia avventura. In fondo non ero lì per fare una passerella. Damiano, per te il calcio cos’è? Uno strumento eccezionale per crescere, divertirsi, condividere, emozionarsi, stare insieme, integrare e coinvolgere. In certi ambiti è business e in altri è salute, in certi ambiti è un rompighiaccio che aiuta ad integrarsi e in altri è uno sport altamente competitivo. Rimane, per me e per molti, una passione. La stagione 2015-2016 è praticamente già alle porte. Un’estate – l’ennesima

– che è stata segnata da scandali che hanno sporcato il calcio italiano: fallimento Parma, calcio scommesse, arresto Pulvirenti, polemiche su Conte. Ma è così difficile fare pulizia una volta per tutte? Credo che sia molto difficile. Stiamo lavorando all’interno degli spogliatoi per iniziare da noi: ognuno deve prendersi la sua fetta di influenza e sentirsi responsabile di quella tanto auspicata pulizia. Purtroppo in ognuno di noi il rischio assuefazione è grande e per questo bisogna continuare a indignarsi per difendere il calcio che vogliamo, visto che altri con cattive intenzioni vogliono un altro calcio. Torniamo a te: La Fiorita, toccata e fuga o qualcosa di più? Ho detto a loro che vorrei tornare in Champions (dovranno perciò vincere il campionato interno 2015-16 n.d.r.) perchè sicuramente è nato un legame che difficilmente si romperà. Con quel gol sono entrato nella storia de La Fiorita, e forse dell’Europa League. Di certo con queste due partite La Fiorita è entrata nella mia storia, non solo calcistica. In ambito AIC qualche news per il nuovo campionato? Lo slittamento di B e Lega Pro la dice lunga delle notizie che ci dovremmo aspettare, spero che la mancata iscrizione all’Europa League del Genoa non ci porti un’altra stagione di suspence. Per il resto Inter, Roma e Napoli sono forse le più avanti nella rincorsa alla Juve ma credo che si tratterà comunque di una rincorsa. Infine le nuove norme sui rapporti con le tifoserie (squalifiche e multe per confronti/rapporti sotto le curve o nei centri sportivi) mi auguro che non siano mai applicate e si arrivi ad una normalità di essere tifosi e di essere allo stadio.

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FOOTGOLF di Bernardo Calasanzio Borsellino

A San Martino Buon Albergo il primo Footgolfpark d’Italia 15 ettari di erba verdissima (a 4 minuti dal casello di Verona Est...) e due campi da 18 buche rendono il Footgolfpark il luogo ideale per un divertimento sano e innovativo. Tutti possono giocare, non solo golfisti e calciatori professionisti... Si è svolta nella mattinata di venerdì 12 giugno la conferenza stampa di apertura del Footgolfpark di San Martino Buon Albergo (VR) che avverrà domattina con un Open day ad ingresso gratuito. Il Footgolfpark®, a cavallo tra i comuni di San Martino Buon Albergo e Lavagno (località Busolo), è il primo luogo in Italia pensato e costruito per il gioco del Footgolf. Il Footgolf è un mix di golf e calcio: si gioca calciando un normale pallone, cercando di andare in buca nel minor numero di colpi possibili. Ogni buca è diversa e comprende, al suo interno, alcune sfide da superare.

Alla conferenza, oltre al fondatore, Ugo Vigliani, e all’amministratore, Piercarlo Roi, sono intervenuti Barbara Zampini, delegato provinciale Figc, Veronica Zorzi, golfista di fama mondiale, Renato Longega, allenatore Agsm Verona Calcio Femminile, Franco Giacomo De Santi, vicesindaco Comune di San Martino Buon Albergo e Alessio Scolfaro,consigliere di presidenza USacli. Padrino dell’evento il campione d’Italia con l’Hellas Verona Pierino Fanna. Alla fine della conferenza stampa relatori e giornalisti sono stati protagonisti di una prova sul campo: tutti insieme hanno calciato alcune buche guidati dai campioni Fanna e Zorzi. Colpi di classe si sono alternati a scene


comiche in un clima di puro divertimento, a confermare la grande intuizione di aprire una struttura dedicata interamente al Footgolf. Il Footgolfpark è stato realizzato dalla Footgolf Srl, amministratore unico Ugo Vigliani(imprenditore nel campo dei pellami) e sarà gestito dalla società sportiva dilettantisticaFootgolfpark, amministratore unico Piercarlo Roi (commercialista, impegnato nel mondoAcli). Su 15 ettari di erba verdissima, a 4 minuti dal casello di Verona Est, sono stati realizzati due campi da 18 buche: - il “Fun”, dedicato ai più piccoli ma divertente anche per i più grandi - il “Master”, un percorso più lungo e impegnativo con avvincenti prove di abilità. Quest’ultimo, in fase di allestimento, sarà protagonista di un prossimo open day entro fine giugno.

Si tratta di un investimento privato che va a valorizzare e riqualificare una zona caratterizzata dalle cave e dall’attività estrattiva. La quasi totalità delle strutture è stata realizzata con materiale di recupero, non sono state realizzate nuove cubature e ha già impegnato una ventina di lavoratori, tra professionisti e operai. A breve alla struttura si aggiungerà anche una club house, attualmente in fase di ristrutturazione, ospitata in una corte risalente al 1300. Al suo interno sorgerà un bar, un ristorante e gli uffici della direzione. Tariffe. Al primo ingresso potrà essere sottoscritta la tessera che avrà il costo di 10 euro e darà diritto ad una partita gratuita. La tesserà darà inoltre accesso anche ad altri servizi offerti dal Footgolfpark e dall’Acli. - partita a footgolf su campo Fun o campo Master: adulto 10 euro, bambino (fino a 10 anni) 7€. - seconda partita nella stessa giornata: adulto 7€, bambino (fino a 10 anni) 5€. - quota famiglie per singola partita: 2 adulti e 1 bambino: 22€. Ogni bambino in più: 3€.

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EVENTO di Alberto Cristani

ASD EX Gialloblu Hellas in campo per DBA Onlus Una partita che ha divertito il numeroso pubblico presente al campo dell’Ares Calcio di Borgo Santa Croce e che ha permesso di raccogliere fondi per finanziare le attività di DBA Onlus e degli ex campioni dell’Hellas Verona Il Gruppo di Sostegno DBA Italia ONLUS in collaborazione con la Scuola di Calcio A.S.D. Ares Calcio, in occasione della Festa dello Sport, che si è svolta il 5-6-7 Giugno, ha organizzato “Un Goal per la Vita, partita di calcio a scopo benefico tra gli Ex Giocatori Hellas Verona e i rappresentanti della 6° Circoscrizione di Verona. L’evento è stato organizzato con lo scopo di sostenere i progetti del Gruppo di Sostegno Anemia Diamond Blackfan

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Italia Onlus, con Presidente Maria Elisabetta Villa, e dell’Associazione A.S.D. Ex Giocatori Hellas Verona Onlus, con Presidente Nico Penzo. Per la cronaca la partita ha visto imporsi i gialloblu con il risultato di 2-0 grazie alle reti di Maddè e Penzo. Ma quello che più conta è che sono state raccolte offerte (libere) che serviranno per sostenere le attività della due associazioni.


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EVENTO di Alberto Cristani Foto Casentini

Trofeo Arvedi 2015 in campo ricordando Andrea I giornalisti veronesi hanno dedicato la vittoria finale all’amico Andrea Mantovani, scomparso lo scorso aprile, proprio mentre si apprestava a giocare una partita di calcio

Grande festa e divertimento al Memorial Piero Arvedi 2015 svoltosi lo scorso 3 luglio presso il Ristorante Bellavista a San Mauro di Saline. Il quadrangolare di calcio a 5, giunto alla sesta edizione, ha richiamato numerosi tifosi che hanno potuto assistere ad un “tutti-contro-tutti” tra le squadre Staff Hellas Verona, Giornalisti FC 93, Sporting Badia e Le Magnagatte (queste due ultime formazioni femminili). Oltre due ore di divertimento accompagnato da musica e stand gastronomici. Per la cronaca il trofeo 2015 è andato alla formazione dei Giornalisti FC 93 che in finale hanno sconfitto - dopo una lunga serie di calci di rigore - lo staff dell’Hellas Verona con il risultato di 12-11 (2-2 al termine dei tempi regolamentari). Applausi anche per le formazioni femminili che hanno messo in campo buona tecnica e grande dinamismo, mettendo in difficoltà le più organizzate (sulla carta) formazioni maschili. Accompagnatori di eccezione della formazione dei giornalisti il presen-

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tatore Gigi Vesentini e l’allenatore Olindo Filippi rispettivamente Team manager e mister. “È stata una bellissima serata - ha commentato mister Filippi - dove ci siamo divertiti e, spero, abbiamo fatto divertire. La finale? Beh, al di la di tutto, ci tenevamo a vincere la coppa per poterla dedicare al nostro amico Andrea Mantovani, che sicuramente da lassù ci avrà guardato. Andrea aveva partecipato più volte al Memorial Arvedi. Si sentiva davvero tanto la sua mancanza...”. Soddisfatto dell’andamento dell’evento anche l’organizzatore Leonardo Alberti: “Anche quest’anno è andato tutto liscio. Le squadre sono scese in campo con il giusto spirito e, sebbene si siano date battaglia, hanno sempre dimostrato grande fair play. Lo spirito del Memorial Arvedi è proprio questo: giocare in modo spensierato, senza mai eccedere. Credo sia questo il modo migliore per ricordare il grande conte, una persona che ha dato tanto all’Hellas Verona e, in generale, a tutti i tifosi veronesi”. Al termine del torneo il Ristorante Bellavista ha offerto la cena a tutti i partecipanti e ha allestito una lotteria benefica con premi esclusivamente griffati Hellas Verona il cui ricavato è stato devoluto in parte alla Onlus Monteverde, cooperativa sociale attiva nell’inclusione sociale dei disabili.

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CALCIO

Hellas-Roma, Empoli-Chievo così il via della serie A 2015-2016 Se per il gialloblu della Diga l’Empoli è un avversario senza dubbio alla portata, per i “Mandorlini-boys” i giallorossi rappresentano un ostacolo per nulla facile da affrontare Si comincia il 22 agosto, si finisce il 15 maggio: ecco la serie A 2015-16. Nel turno d’esordio Hellas Verona esordirà al Bentegodi contro la temibilissima Roma dell’ex Iturbe. Più abbordabile, almeno sulla carta, il turno del Chievo Verona che se la dovrà vedere in trasferta con l’Empoli del post-Sarri. Il derby scaligero si giocherà invece il 4 ottobre (7^ di campionato) con il Chievo Verona che farà “gli onori di casa”...

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Questo il quadro della prima giornata: Empoli-Chievo Fiorentina-Milan Frosinone-Torino Hellas Verona-Roma Inter-Atalanta Juventus-Udinese Lazio-Bologna Palermo-Genoa Sampdoria-Carpi Sassuolo-Napoli


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PALLAVOLO di Gian Paolo Zaffani

Calzedonia Sponsor Party, divertimento per tutti! Dopo un torneo al palazzetto di Colognola ai Colli, bellissima ed elegante serata organizzata presso l’abitazione del socio Stefano Magrini. Occasione per creare nuove sinergie in vista della stagione “europea” Oltre trenta imprenditori, tre giornalisti e i componenti dello staff di BluVolley Verona hanno partecipato alla prima parte dello Sponsor Party, organizzato da Calzedonia Verona per tutte le aziende partner del club di Piazza Cittadella. Grande entusiasmo al Palazzetto dello Sport di Colognola ai Colli dove è andato in scena il match; le tre squadre, Calzedonia Verona Gialla, Calzedonia Verona Blu e Calzedonia Verona Bianca, si sono date battaglia in vari set particolarmente avvincenti che hanno

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fatto divertire i partecipanti. Sulle due panchine, a guidare le due formazioni, due presenze d’eccezione: Aidan Zingel, arbitro di tutte le gare, e Nicola Pesaresi, coach in alternanza delle due squadre.


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INTERVISTA di Marina Soave

Valeria Alberti: da Novara a Verona nel nome del volley Dopo una finale scudetto persa con Novara, Valeria Alberti lascia il volley giocato per dedicarsi alle giovani promesse. Per ora come vice allenatore, poi in futuro... chissà. Magari su una panchina “gialloblu”? Valeria Alberti, è una “vecchia” conoscenza della pallavolo veronese. Infatti ha militato per due stagioni in maglia gialloblu tra le fila del Verona Volley Femminile in serie A2. A Verona, oltre ad un ottimo ricordo, ha lasciato parecchi amici che, non appena possibile, viene a trovare. La sua grande professionalità le ha permesso di arrivare, la scorsa stagione, a giocarsi le partite decisive per conquistare il titolo di campionessa d’Italia. Purtroppo, però, il tricolore non è arrivato e Valeria, al termine del campionato, ha deciso di smettere. Scopriamo il perchè in questa intervista esclusiva.

Valeria, superata la delusione? Dire che la delusione è stata superata sarebbe una grossa bugia, sarà impossibile cancellarla, anche se ogni giorno che passa c’è sempre più la consapevolezza che un’intera stagione non si può racchiudere nel giorno del 16 maggio (giorno di gara5), di buono da agosto a maggio ce ne è stato. Una regular season vinta con 10 punti su Casalmaggiore e quindi l’accesso alla Champions League del prossimo anno e una Coppa Italia conquistata a Rimini non sono cose da poco! Cosa è andato storto ai play off? Novara aveva di fatto dominato la regular season... I play off sono un campionato a parte, questo lo si è sempre saputo! Preciserei che non tutti i play off sono andati storti, anzi..ricordo che siamo arrivati in finale non perdendo nemmeno una partita e nell’ultima serie gara 1 e gara 3 sono state vinte in casa nostra, diciamo che abbiamo “toppato” una partita, sicuramente la più importante...gara 5!

UNA GRINTA CHE “VALE” Valeria Alberti ha indossato la maglia del Verona Volley Femminile ,in serie A2, dal 2009 al 2011. A Verona ha lasciato un ottimo ricordo grazie anche alla sua grande professionalità e serietà

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Una stagione che per te si è conclusa con una decisone importante. Come mai hai deciso di appendere le “ginocchiere al chiodo”? Una decisione che già aleggiava nell’aria da tempo, sognavo di concludere la mia carriera con uno scudetto, ma purtroppo non tutti i sogni si avverano. Finire in questo modo lascia sicuramente amaro in bocca ma anche questo fa parte del gioco, dello sport. Una carriera, la tua iniziata e terminata nella tua Novara, con una parentesi di due stagioni a Verona: che ricordi hai di quell’esperienza? Una carriera lunga, 11 anni in serie A in giro per l’Italia, di cui 2 anni a Verona che ricordo con immenso piacere, per tutto, per la squadra, la società, x i tifosi e per la bellissima città.


Tu, Signorile, Fratoni, Nardini, Shopova... Il primo anno un sestetto che, se non avesse avuto delle difficoltà iniziali, poteva forse puntare alla serie A1... Dall’arrivo di Ettore Guidetti la squadra ha evidentemente cambiato marcia, puntando il più in alto possibile e soo certa che tolte le difficoltà iniziali avremmo potuto puntare all’A1 ma come si suol dire...non si può avere tutto!! Dopo di voi la serie A è sparita dalla città di Giulietta e Romeo: credi che Verona abbia le potenzialità e la “voglia” di rivedere la massima serie femminile? È un peccato che una città come Verona non abbia una realtà di serie A femminile, le potenzialità ci sono, ne sono la prova i due anni di Verona Volley femminile. La serie A maschile sta facendo molto bene e il mio augurio è che Verona possa diventare come la Modena di questi anni, con una doppia realtà, maschile e femminile, ad alti livelli. Tu sei rimasta comunque legata a Verona, prova ne è le tua frequenti visite all’Est Volley e a Claudio Brendolan, che fu il vostro team manager... Rimarrò sempre legata a Verona, sia per la bella esperienza in se che ho vissuto sia per le persone incontrate, tra queste c’è sicuramente Claudio Brendolan, nostro team manager ma ancor prima grande amico. La nostra amicizia ci lega da anni ma non solo, la passione per il volley ci ha portato ad una vera e propria collaborazione infatti la società Est Volley di cui lui fa parte è nel progetto Volley Sinergy di Agil Volley Novara.

Cosa ti mancherà di più del volley giocato? Del volley giocato mi mancherà tutto! Ho iniziato a 8 anni con il minivolley e concludo a 31 anni in serie A, credo non ci sia altro da aggiungere. Si conclude un capitolo ampio e importantissimo della mia vita ma sono già pronta ad aprirne uno nuovo con un sogno.. perché no, vincere lo scudetto da allenatore. La mia filosofia di vita è sempre stata quella di puntare in alto...”puntare sempre alla luna, al massimo sarà un bellissimo viaggio in mezzo alle stelle!”

E adesso cosa farai? Adesso che ho deciso di smettere con il volley giocato sono ancor più impegnata di prima! Finiti i nostri play off mi sono aggregata al gruppo Under 18 della nostra società come aiuto allenatore per preparare prima le finali regionali e successivamente le finali nazionali che si sono svolte a Crotone. Inoltre ho concluso a metà giugno il corso di secondo grado allenatori e inizierò a breve il tour di vari volley camp, inizierò a fare sul serio da settembre con un’altra veste, quella di allenatore perché lontana dalla pallavolo sarà impossibile stare!

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PALLACANESTRO di Bruno Mostaffi Foto BPE

Marco Crespi un “vulcano” per una Tezenis competitiva “Dire che partiamo per vincere significa essere ignoranti di sport. Il nostro obiettivo sarà prepararsi a competere per vincere”. Queste le prime parole del neo coach gialloblu. E se il buongiorno si vede dal mattino... Archiviata (ma non dimenticata...) la delusione per la mancata e, per acluni versi clamorosa, promozione in serie A, la Tezenis Verona guarda con rinnovoato ottimismo alla stagione 2015-2016. Molti i cambiamenti in vista, alcuni dei quali già ufficializzati Uno di questi è senza dubbio il cambio di guida tecnica. Salutato e ringraziato coach Ramagli, la società presieduta da Gianluigi Pedrollo ha ingaggiato Marco

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Crespi. Tecnico di grande esperienza, nel campionato 2013-2014 coach della Mens Sana Siena arrivata fino a gara-7 della finale playoff, Crespi è stato anche vice di Luca Banchi nell’anno dell’ottavo scudetto di Siena e del successo nella Supercoppa Italiana del 2013. Reduce dalla stagione al Saski Baskonia di Vitoria in Spagna, dove ha anche lavorato nella stagione 2001-2002 guidando il Siviglia, Crespi dal 2003 al


2006 ha ricoperto il prestigioso incarico di direttore dello scouting internazionale per la franchigia Nba dei Phoenix Suns prima di aprire un lungo ciclo a Casale Monferrato, dove Crespi è rimasto fino al 2012 dopo aver ottenuto l’anno prima la promozione in Serie A, la seconda della sua carriera dopo quella conquistata con Biella del 2001. Varesino, 53 anni compiuti il 2 giugno, Crespi vanta anche un’importantissima parentesi azzurra, dal 1998 vice di Bogdan Tanjevic dell’Italia poi campione d’Europa nel 1999 a Parigi e fino alle Olimpiadi del 2000, in parallelo anche allenatore della selezione Under 22. Dopo gli esordi da allenatore delle giovanili di Milano fino a diventare vice in prima squadra, Crespi è stato capo allenatore in Serie A dell’Olimpia dal 1998 al 2000 e della Scavolini prima nella stagione 2002-2003 e poi nel campionato 2004-2005 dove ha raggiunto i quarti di finale di Eurolega. Queste le prime dichiarazioni del neo coach gialloblu: “Sono una persona che odia la retorica, voglio sempre dire le cose che penso e mai quelle che annoiano alla terza riga. Solitamente si dice che è un onore quando si arriva in una situazione nuova, in un club con una storia e in una città come Verona. Io non dico di essere onorato di essere qua, dico che ho il piacere di essere qua”. Crespi ha poi sottolineato: “Ringrazio la famiglia Pedrollo, Giorgio in particolare, che dal primo giorno in cui mi sono messo in macchina per venire a Verona mi ha fatto sentire importante. Prendo il posto di Ramagli che per me è un fratello, non un collega. Andremo ad affrontare un campionato, quello di LegaDue, a 32 squadre. Dire che partiamo per vincere significa essere ignoranti di sport. Il nostro obietti-

vo sarà prepararsi a competere per vincere. Voglio dire solo tre cose per dare l’idea di quello che vorrei aveste come identità del nostro percorso. La prima è l’emozione. Chi entra in un palazzetto, che sia il proprietario o il tifoso più lontano dal campo, cerca emozioni. Quindi, per la scelta dei giocatori, cercheremo persone che abbiano la capacità di vivere la loro professione e il loro modo di giocare con emozione. La seconda è l’appartenenza al prodotto”. Cambiamento totale quindi? Non è di questo avviso Giorgio Pedrollo: “Il cambiamento non è così totale abbiamo preso il maestro di Ramagli, suo carissimo amico, ma soprattutto un uomo vero, concreto, che mette la faccia nelle cose giuste e sbagliate così come aveva fatto Ramagli. E, a detta di molti addetti ai lavori, l’allenatore più forte che c’è in Italia. Ringrazio soprattutto il lavoro certosino di Gianluca Petronio, senza di lui non sarebbe stato possibile avere Crespi. Abbiamo preso un allenatore reduce dalla finale scudetto con Siena, che ha avuto anche offerte americane compresa quella di Cleveland. È molto carico, un vulcano. Quello che ci serviva in questo momento”.

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EVENTO di Alessandro Corsi

Che successo la Mud&Rock Outdoor Experience 2015! In un mondo dove il gioco in cortile è stato sostituito da pomeriggi davanti a smartphone, computer e tablet è fondamentale far riscoprire ai ragazzi il gusto di stare all’aria aperta e di giocare nel modo più naturale possibile Si è svolta il 7 giugno 2015 la prima Mud&Rock outdoor experience presso l’agriurismo Altobello. In collaborazione con Agriturismo Altobello, il maneggio da Vito e le guide Xmountain le quali operano in montagna e presso la palestra King Rock è andata in scena una giornata dedicata ai ragazzi e alle loro famiglie. La giornata organizzata da Mud&Rock Team Bussola ha fatto conoscere e provare ai ragazzi discipline sportive diverse da quelle vissute normalmente. È ormai assodato che in età giovanile i ragazzi hanno bisogno di differenziare il più possibile le attività, anche all’interno di realtà sportive molto specializzate è importante che i giovanissimi (dai 5 ai 12 anni circa) abbiano l’opportunità di far lavorare ogni parte del loro corpo. In un mondo dove il gioco in cortile nel quale si saltava, si correva e ci si arrampicava è stato sostituito da pomeriggi davanti a smartphone, computer e tablet è fondamentale far riscoprire ai ragazzi il gusto di stare all’aria aperta e di giocare nel modo più naturale possibile. Cosi è stato sulle colline sopra Quinzano, una giornata totalmente telefonino free. I maestri Mud&Rock hanno accompagnato il gruppo in una breve escursione in bici sul monte Ongarine. Gli ospiti hanno pranzato nel grande prato dell’agriturismo Altobello, all’ombra degli alberi, un luogo incantato, ad una manciata di chilometri da Verona. Vito e Betty, titolari del maneggio, hanno fatto trovare quattro splendidi cavalli e nell’ombra del bosco, in un sentiero sicuro, tutti, adulti e bambini, hanno

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avuto la possibilità di salire a cavallo. La parte adrenalinica della giornata è stata gestita da Nicola e Claudia, guide alpine XMountain, che hanno preparato tre vie di difficoltà crescente per l’arrampicata. Uno alla volta grandi e piccoli imbragati in tutta sicurezza si sono cimentati nella scalata della parete di roccia, seguendo i consigli delle guide. Dopo questa prima esperienza Mud&Rock in collaborazione con Agriturismo Altobello - e con il patrocinio di SportDi+ - è a disposizione per organizzare altre giornate come questa. Per info: Alessandro 347/1636140 muderock@libero.it


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PODISMO di Cesare Monetti

Successo annunciato al 16° Giro Lago di Resia Che emozioni al Giro Lago di Resia: la musica a far divertire e ballare gli atleti in attesa della partenza, i bambini che si sentono grandi campioni nelle diverse gare del primo pomeriggio, i disabili sulle carrozzine ed infine i praticanti del Nordic Walking! È stato tutto perfetto, come doveva essere e come doveva andare: Il Giro Lago di Resia è stato semplicemente emozionante e fantastico. Atmosfera unica, clima di grande festa del running, con il nuovo record di partecipanti (3771 gli iscritti!) e tanti sorrisi. Tra tutti questi atleti di ogni età e di decine di nazionalità due grandi vincitori che non si sono per nulla risparmiati: Primo assoluto il bergamasco Giovanni Gualdi che ha fatto doppietta dopo la vittoria firmata nel 2011, mentre tra le donne è bis per la bolzanina Kathrin Hanspeter dopo il successo del 2014.

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Gualdi sta vivendo una seconda giovinezza atletica, nell’ultimo mese due bei successi, a giugno ha fatto sua la Monza-Resegone ed ora questo Giro di Resia concluso in 49’01”, tempo eccezionale addirittura più rapido rispetto al 2011 quando vinse in 49’21”. All’epoca era pure un atleta professionista oltre che…più giovane. Alle spalle del bergamasco un combattivo ed altrettanto veloce Peter Lanziner, 49’27” il suo tempo finale, anche per lui miglior ‘giro’ di sempre, nelle sue due vittorie del 2010 e 2012 concluse in 49’35” e 49’52”. Si è migliorato ma non


è bastato per conquistare la terza vittoria in questa competizione che cresce ogni anno di più. Terzo gradino del podio per Johannes Hillebrand appena distaccato in 49’44”. “Dopo la vittoria di giugno alla Monza-Resegone ho pensato solo a recuperare e mi sono allenato poco in queste settimane – ammette un raggiante Gualdi a fine gara – non sapevo davvero cosa aspettarmi, ma al Giro del Lago di Resia non potevo dire di no e ho voluto esserci comunque. Un grande tempo finale, non me l’aspettavo neanche io, sono davvero libero di testa e questo vuol dire tanto. Mai guardato il cronometro in gara dove ho inseguito Peter fino al 12° chilometro. Poi ho notato che stava iniziando a cedere e così ho capito che avrei dovuto provarci e ho provato a dare uno strappo. E’ andata bene, è una grande gara in un meraviglioso posto e ora avrò ancora il mio nome nell’albo d’oro nel monumento che c’è nel piazzale davanti al Campanile”. Peter Lanziner è secondo ma non sconfitto: “Ero venuto per vincere, stavo bene e l’ho dimostrato, perché questo è il mio miglior tempo di sempre in questa gara. Ho provato ad andare via e staccare Gualdi tra il 7° e il 12° chilometro ma non ce l’ho fatta, poi mi sono un po’ irrigidito, mi ha passato e non sono più stato in grado di contrastarlo. Ma va bene così, non ho rimpianti, va benissimo, è stata una grande gara”.

il loro godersi il paesaggio e l’intera festa al ritmo dolce del cammino con i bastoncini sono un inno alla gioia e al benessere. L’appuntamento non può che essere al luglio 2016 con la 17esima edizione.

Bis per Kathrin Hanspeter che però non migliora il tempo finale del 2014: “Feci 55’50”, oggi 57’03”, ho vinto lo stesso ma non ho la condizione fisica che avevo l’anno scorso. E’ da febbraio che non riesco a correre sui miei ritmi, ho fatto anche la Stramilano in 1h18’ dove rimasi ben poco soddisfatta. Vincere qui tra le mie montagne è sempre comunque un’emozione fantastica”. Seconda classificata l’altra bolzanina Petra Pircher con 1h00’41” mentre terza ha terminato Edeltraud Thaler. Che emozioni al Giro Lago di Resia, con le partenze scaglionate, la musica a far divertire e ballare gli atleti in attesa della partenza, i bambini che si sentono grandi campioni nelle diverse gare del primo pomeriggio, i disabili sulle carrozzine che hanno compiuto il ‘Giro’ ad un ritmo forsennato ed infine i praticanti del Nordic Walking: la loro calma,

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SCIENZE MOTORIE di Sara Bigardi

Ultramaratoneti a 91 anni? Incredibile? No, possibile! Walter Fagnani, veronese di 91 anni, ha corso sabato 30 maggio, la “100 chilometri del Passatore”, storica ultramaratona che si corre ogni anno da Firenze a Faenza. Come si è resa possibile questa impresa? Scopriamolo insieme allo staff della Facoltà di Scienze Motorie di Verona I ricercatori di Scienze motorie del Dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento da tempo sono impegnati a indagare i meccanismi dell’invecchiamento di successo basato su esercizi regolari di attività motoria. In questo caso il soggetto di studio è un caso di eccellenza: Walter Fagnani. Veronese, 91 anni, sabato 30 maggio Fagnani ha completato, in 18 ore e 9 minuti, per la 42° volta, la “100 km del Passatore”, che si snoda su un percorso da Firenze a Faenza, passando per Fiesole, Borgo San Lorenzo, Marradi, Passo della Colla di Casaglia, denominato Cima Coppi, punto più alto della gran

fondo (913 m), e Brisighella. Come può una persona di questa età sottoporsi a uno sforzo difficilmente sostenibile dalla maggior parte dei giovani sani senza particolari effetti traumatici o di sovraccarico? Capire quali siano i fattori fisiologici, metabolici, biomeccanici e cognitivi che determinano la performance di queste persone non solo aiuta ad accrescere le conoscenze riguardo l’invecchiamento ma, soprattutto, permette di studiare la qualità di questo processo fisiologico non ancora del tutto conosciuto. Lo staff di Scienze Motorie, guidato da Federico Schena, presidente del Collegio didattico e del CeRiSM e coordinato da Cantor Tarperi del Centro per la preparazione alla maratona, non ha voluto lasciarsi scappare questa occasione e ha deciso di seguire Walter Fagnani nel lungo percorso affidandolo ad Aldo Savoldelli, studente di dottorato di Neuroscienze che, con il supporto del team scientifico del Centro Maratona, ha monitorato l’atleta dall’inizio della competizione fino a Faenza. Fagnani è partito indossando un GPS per registrare le variazioni del passo, un cardiofrequenzimetro per rilevare la frequenza cardiaca e un armband, uno strumento in grado di stimare il dispendio calorico. Ogni 15 km è stato sottoposto a un tampone salivare, e contestualmente, ha effettuato mediante scala di Borg una misura della percezione della fatica, e un task cognitivo, consistente in una particolare applicazione, ideata dallo psicologo Pietro Trabucchi di Scienze motorie, che propone di rispondere a quesiti matematici con una certa rapidità. “Abbiamo registrato - spiega Cantor Tarperi - le risposte cardiocircolatorie durante la gara per poi metterle in relazione con

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i test che Fagnani effettuerà nei prossimi giorni nei nostri laboratori, determinando così quale aliquota delle sue capacità ha messo in campo durante la prova. I task cognitivi e la compilazione dei questionari circa lo stato d’umore e la percezione dello sforzo sono serviti per valutare come la stanchezza cambi le abilità cognitive e come la percezione dello sforzo si modifichi in relazione alla distanza percorsa. Abbiamo inoltre raccolto un campione di saliva che ci permetterà di ottenere una grande quantità di dati riguardo allo stato di salute dell’anziano. Questo test può infatti evidenziare squilibri e disfunzioni, legate all’affaticamento dell’organismo. In particolare, valutiamo il dosaggio del cortisolo, definito ormone dello stress, perché la sua produzione aumenta in condizioni di stress psico-fisico severo, come negli esercizi fisici estremamente intensi e prolungati. Il cortisolo è strettamente legato a molte funzioni vitali come la regolazione cardiocircolatoria e la gestione della glicemia e concorre alla determinazione ed efficacia delle difese immunitarie”. “Non si può che rimanere affascinati - racconta Savoldelli - da chi, a questa età, riesce a portare a

termine una ultramaratona. Le risposte sono state soddisfacenti: nessun particolare problema. Fagnani ha addirittura percorso correndo la discesa del Passo della Colla. Ciò che sorprende è l’allegria che sprigiona, sempre sorridente. Dopo i 100 km si è fatto una doccia, si è cambiato, ha indossato pantaloni e giacca, ed è ripartito per Verona. Arrivato alla stazione di Porta Nuova ha inforcato la bici ed è tornato a casa sua, a Borgo Venezia”. “Siamo molto soddisfatti - ha dichiarato il professor Schena - e ringraziamo il signor Fagnani che si è reso disponibile per le nostre ricerche. Il suo caso dimostra, se ancora ci fossero dubbi, quanto un’attività costante e regolata aiuti a ridurre in modo evidente gli effetti della sarcopenia, permettendo così di invecchiare bene. Siamo intenzionati a studiare a fondo questo incredibile atleta che ha tutti i titoli per essere un valido testimonial del progetto Healthy Ageing ”. La 100 km del Passatore, o “Via della cento”, è una competizione di ultramaratona nata nel 1973. È intitolata a Stefano Pelloni, detto il Passatore, popolare figura della storia e del folclore romagnolo. A settembre, durante la tre giorni del Festival del Cammino, organizzato da Scienze motorie con il Comune di Affi (sede della manifestazione) e Peschiera, ci sarà la possibilità conoscere meglio la FirenzeFaenza, ascoltare l’esperienza di Walter Fagnani e di alcuni suoi compagni di strada, e di apprendere i risultati della ricerca scientifica sull’invecchiamento in casi come questo.

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CICLISMO di Alessio Faccincani

Team Contri Autozai dove il professionismo non è tutto Dal 1986 la società presieduta da Gianni Tebaldo è protagonista nel mondo del ciclismo giovanile, con particolare attenzione alla categoria juniores. Molti i successi centrati in questi anni ma soprattutto c’è la soddisfazione per aver fatto crescere tanti ragazzi in un ambiente sano e ricco di valori Da trent’anni è il punto di riferimento del ciclismo giovanile veronese. Il nome Contri Autozai basta e avanza per aprire scrigni di storie e di soddisfazioni sui pedali. La società è da sempre animata dalla stesse linee guida. Serietà, passione e l’incommensurabile voglia di confermarsi ogni anno ad altissimi livelli. La missione non è mai fallita. Nel 1986 la scelta di abbracciare il mondo del ciclismo giovanile, ed in particolare la categoria juniores. Poi le vittorie, le tantissime vittorie, adesso giunte a quota 442. E in mezzo soprattutto i nomi e i volti di luminose promesse del pedale, affermatesi nel team Contri Autozai prima di spiccare il volo. Volete qualche esempio? L’eterno Davide Rebellin, oppure professionisti del calibro di Alessandro Brendolin, Angelo Furlan o Massimo Girardello. Adesso il compito rimane sempre il medesimo. Allevare nuove generazioni di ciclisti, ma soprattutto di uomini. La Contri, in tal senso, si è sempre impegnata nella crescita umana dei propri corridori, in un’età delicata come quella dei 17 e dei 18 anni. Non tutti infatti potranno poi ambire al professionismo. Il ricordo della maglia Contri però li accompagnerà in ogni caso per tutta la vita. “Questa è la filosofia della nostra società - racconta il direttore sportivo Mauro Bissoli - perchè il ciclismo è agonismo, ma anche crescita umana. Dal presidente Giovanni Tebaldo in giù tutti ne sono convinti. Il Team Contri Autozai si è sempre impegnato su questo versante. Il vicepresidente Lucio Cordioli e il segretario Roberto Valalta sono altre due figure imprescindibili per questa realtà”. Il Team Contri Autozai, con lo sponsor tecnico Cicli

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Patos, quest’anno è composto da nove corridori, compresi fra le annate 1997 e 1998. In sella da marzo sono giunte soddisfazioni copiose, grazie anche ad uno staff tecnico collaudato e composto dal già citato Bissoli e da Emiliano Donadello, Matteo Costanzi e Lino Milani.


Questi invece i nomi degli atleti: Alberto Campagnolo Davide Casarotto Riccardo Cenghialta Nicolò Cordioli Riccardo Gallo Dennis Lovato Luca Mozzato Riccardo Verza Alberto Zanoni “È un gruppo equilibrato, con tante qualità - spiega presentando i suoi corridori il direttore sportivo Bissoli - e sono tutti ragazzi educati, con una grande passione per il mondo del ciclismo. Durante gli allenamenti non c’è mai stata una lamentela. Sono felice di allenare questo gruppo. I risultati conquistati quest’anno poi sono realmente straordinari”.

Verza potrebbe essere la stella dell’Italia Juniores ai mondiali di Richmond. La Contri è vicina ai ragazzi in questa rincorsa. Li aiuteremo con gli strumenti più idonei e faremo un grande tifo per loro”. L’ultimo dettaglio? “La nostra società - conclude Bissoli - è da sempre affiancata dai due grandi sponsor Spumanti Contri e Opel Autozai Vighini. La loro vicinanza ci ha permesso di attraversare trent’anni di ciclismo. Il ringraziamento più grande lo meritano perciò queste grandi aziende. Grazie per il supporto e l’affetto continuo”.

Il team Contri Autozai Patos durante l’annata ha già conquistato la bellezza di ventisei successi, considerando nel computo anche le tre cronometro a squadre, per cui viene assegnato un trionfo a ciascun componente del quartetto. “La stagione - confida Bissoli - è assolutamente positiva. Da sottolineare è soprattutto la qualità dei successi. Riccardo Verza, ad esempio, ha vinto la competizione internazionale di Sovilla, dove erano presenti parecchie squadre straniere. Un altro splendido capitolo poi è il tricolore di cronometro a squadre conquistato a Cavarzere lo scorso 4 Luglio. Essere campioni italiani di specialità è sempre gratificante. È un successo che rimarrà nella nostra memoria”. Quest’anno tantissime le gemme da sottolineare. Tutta la squadra si è dimostrata competitiva su diverse tipologie di percorsi. Il team Contri Autozai ha già vinto le prove individuali con cinque dei propri atleti: Davide Casarotto (1), Riccardo Cenghialta (1), Alberto Zanoni (1), Luca Mozzato (5), Riccardo Verza (6). Da non dimenticare inoltre le tre convocazioni nella nazionale juniores, con vista sui prossimi mondiali di Richmond. “Luca Mozzato e Riccardo Verza - puntualizza Bissol - quest’anno hanno vestito la maglia azzurra in alcune prove della Coppa delle Nazioni Juniores. Il loro obiettivo adesso è quello di confermare la maglia anche nei prossimi appuntamenti internazionali. Luca Mozzato è in lizza per l’Europeo, mentre Riccardo

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MTB di Stefano Festa

Lorena Zocca no-stop è suo il tricolore XC 2015 La campionessa veronese, sebbene più a suo agio con le marathon, ha sbaragliato la concorrenza. Un altro successo per Lorena che, con questo titolo, conferma di essere tra le migliori atlete nel panorama MTB Il Montello, provincia di Treviso, ha ospitato il 18 e 19 luglio scorsi il Campionato Italiano XCO 2015: sul percorso Respira la Vita sono state assegnate le maglie tricolori per la specialità delle varie categorie. Il protagonista assoluto di tutte le gare è stato il caldo, che però ha premiato quanti hanno saputo fare tesoro della condotta di gara giusta: evitare di partire a tutta, e dosare le proprie forze. Nella giornata di domenica, per quanto riguarda le categorie femminili, la prima a tagliare il traguardo è stata Lorena Zocca che per la prima volta si laurea campionessa italiana XC nella categoria MW1. La sua specialità sono le marathon, è stata lei a vestirsi di tricolore nelle ultime due edizioni (Milo e Trescore Balneario), ma non è stata da meno nella specialità olimpica. La partenza è stata data alle 16.15 con una temperatura di 38° ed un elevatissimo tasso di umidità che ne faceva percepire oltre 40. La campionessa uscente Chiara Selva è partita subito all’attacco nel giro di lancio, ma Lorena ha mantenuto la calma e nella prima lunga salita di gara si è

riportata a ruota della battistrada. Nelle successive salite Lorena è riuscita ad imporre il proprio ritmo facendo perdere lucidità alla rivale che all’inizio del secondo giro, in prossimità della discesa chiamata Canyon incappava in una rovinosa caduta. A questo punto Lorena si è trovata da sola al comando con un minuto di vantaggio sulla lombarda Monica Maltese, vantaggio che nel corso dell’ultimo giro è aumentato di altri 30 secondi. Lorena arrivava così trionfante sul traguardo a braccia alzate coronando un sogno inseguito a lungo con caparbietà ed impegno. All’arrivo Lorena ha dichiarato: “Questa è la mia prima maglia nell’XC. Il percorso si addiceva alle mie caratteristiche con salite impegnative e continue e discese che riuscivo ad interpretare bene. La differenza in gara l’ha fatta la lucidità maggiore rispetto alle mie avversarie che mi ha permesso di guidare in maniera pulita e veloce. Sono particolarmente orgogliosa di aver portato una maglia tricolore in provincia di Verona”.

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EVENTO di Alessia Bottone

America Latina in bicicletta per un’iniziativa benefica 2 veronesi, 3 mesi in bicicletta, 6000 chilometri macinati, 1 continente. Questi sono i numeri di Alberto Vaona e Dimitri Avesani, che tra settembre e dicembre 2014 hanno percorso l’America Latina in bicicletta, senza disdegnare però altri mezzi di trasporto in caso di “guasti umani” L’idea è nata per caso, raccontano: “Da anni pensavamo di pedalare nella zona del Gran Salar di Uyuni, un grande lago salato secco con un diametro di cento chilometri che si trova nell’angolo sud-occidentale della Bolivia, il sogno di tutti ciclo viaggiatori. E così abbiamo fatto prefissandoci un obiettivo: raccogliere un Euro per ogni chilometro percorso grazie alla solidarietà dei lettori del nostro blog, che ci hanno seguito in diretta tramite lo spot satellitare che avevamo con noi”. Tante sono le esperienze che hanno vissuto, a partire dalla raccolta del latte munto, alla semina della Quinoa fino ad arrivare alla visita di progetti di cooperazione di ONG veronesi. SportDi+ li ha intervistati in esclusiva. Alberto e Dimitri, qual è il miglior ricordo della vostra esperienza? Alberto Vaona (d’ora in poi AV) Il Gran Salar di Uyuni, un infinito piano bianco e un coperchio blu sopra di noi; una luce accecante e montagne altissime che sembrano galleggiare per effetto ottico. Dimitri Avesani (d’ora in poi DA) Per me il miglior ricordo è aver raggiunto la cima del vulcan Uturuncu in Bolivia. Ci pensavo da anni e finalmente ho esaudito uno dei miei sogni; è un vulcano di 6008 metri, il bello però è che si può arrivare fino alla sella a quota 5760 in bicicletta. Dalla cima si può ammirare un paesaggio primordiale a 360 gradi, terra brulla, laghetti multicolori e vulcani che spuntano come funghi dall’altopiano. Il momento più difficile? AV: L’uscita dal deserto del Lipez, che si trova nella parte meridionale della Bolivia. Un deserto di sabbia a 4000 metri davvero massacrante, indimenticabile da punto di vista paesaggistico.

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DA: Il momento più difficile è stato quando abbiamo dovuto rinunciare a raggiungere Buenos Aires in bici e prendere l’autobus, questo perché, prima di arrivare a S.Pedro de Atacama ho avuto un emorragia retinica, e ho dovuto consultare un oculista a Calama il quale mi ha sconsigliato di proseguire con la bicicletta. Come hanno reagito amici e parenti alla notizia della vostra partenza? AV: Nessuna reazione particolare. Oramai ci conoscono. DA: I miei parenti ormai sono abituati. Ogni tanto, quando possibile, vado a pedalare, vorrei poterlo fare più spesso.


Che tipo di allenamento avete seguito prima della partenza e quanto è durato? AV: Niente di speciale, i soliti giri sulle nostre montagne. DA: Nessun allenamento specifico, un’uscita o due a settimana, e poi, come si dice, l’appetito vien mangiando e l’allenamento lo si fa strada facendo giorno per giorno. In ogni caso allenarsi per pedalare a quote che vanno dai 3000 ai 5000 metri non è possibile in Italia. Come vi siete mantenuti? AV: Ci siamo autofinanziati, niente sponsor per avere maggiore libertà. Siamo due liberi professionisti e possiamo prendere un periodo di lontananza, consapevoli che se non lavoriamo non guadagniamo. DA: Sono un geometra libero professionista ed al momento non ho molto lavoro, ma, anche se ne avessi avuto, sarei partito lo stesso. Cosa vi resta di questa avventura? AV: La magia e l’incanto delle popolazioni andine. DA: I ricordi dei paesaggi e delle persone incontrate e le situazioni difficili che ricordo sempre con piacere. Questa volta mi porto via anche un po’ di amarezza perché non siamo riusciti a portare a termine la traversata come prefissato, del resto la parte più dura era praticamente finita e rimaneva solo un ultimo passo sopra i 4000 e poi la pianura fino a Buenos Aires.

fronte a tanta bellezza e gli incontri che si fanno durante il cammino sono davvero impagabili. DA: Per chi vuole provare a fare un’esperienza di questo tipo deve solo partire, punto e non indugiare troppo. Credetemi, questa è la cosa più difficile. Non bisogna farsi problemi inutili anche perché le difficoltà che si incontrano si possono sempre risolvere. Ovviamente bisogna preparare tutto con buon senso, sapersi adattare a dormire un po’ ovunque, dove si trova e talvolta in condizioni igieniche precarie, ma soprattutto, avere la bici e un equipaggiamento adeguato.

Per finanziare i progetti gestiti dalle Onlus visitate da Alberto e Dimitri: Amici della Bolivia Onlus www.amicidellabolivia.it IBAN IT66E0200811728000040202147 Causale Bonifico: sostegno PEDALANDE asilo Suor Cherubina Vacas (Bolivia)

Prossimi obiettivi? AV: Idee tante. Innanzitutto vogliamo terminare il ciclo delle serate di presentazione del viaggio per raccogliere i fondi per le ONG, e poi ci ripenseremo. DA: Per quanto riguarda il futuro abbiamo parecchie idee ma, la prossima volta, se tutto va bene, partiremo in bici da Verona per raggiungere la Turchia o la Grecia. Mi piacerebbe anche tornare in Australia. Consigli per chi vorrebbe cimentarsi in un ‘impresa simile? AV: L’importante è sapersi adattare alle circostanze, in termini di igiene e cibo. Viaggiare in bici non è comodo ma, ciò che si prova quando ci si trova di

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SCHERMA di Alberto Cristani Foto BPE

VeronaScherma uno stage “olimpico” al Bottagisio I campioni olimpici Alfredo Rota e Diego Confalonieri hanno messo a disposizione di VeronaScherma e del presidente Cristiano Magnani la loro esperienza per durante uno stage davvero unico Si è svolto dal 13 al 15 luglio scorsi presso il Bottagisio Sport Center di Verona, il secondo Stage di Spada organizzato dalla società VeronaScherma. Si è trattato di uno stage di alto livello per atleti di spada che sono interessati ad approfondire tecnica schermistica e strategia di combattimento. Il corso è stato tenuto da Alfredo Rota (Oro e Bronzo Olimpico a Sydney 2000 e Pechino 2008) e Diego Confalonieri (bronzo olimpico a Pechino 2008) supportati dallo staff tecnico di VeronaScherma. Allo stage hanno partecipato 20 atleti provenienti da tutto il Nord Italia. Per loro si è trattata di un’opportunità più unica che rara di poter svolgere un allenamento intensivo sotto la supervisione dei due campioni della scherma italiana e mondiale. Tra gli atleti presenti all’allenamento anche il presidente del ChievoVerona Luca Campedelli, appassionato e praticante di questa nobile e antica disciplina.

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EQUITAZIONE di Federico Vaccari

Anna Cavallaro la volteggiatrice senza tempo Un 2015 da incorniciare per la campionessa di Belfiore, con la medaglia d’oro al valore atletico consegnata dal presidente del CONI Malagò. Eppure il percorso per arrivare sul tetto del mondo equestre non è stato affatto semplice Anna Cavallaro da Belfiore, la volteggiatrice senza tempo. Campionessa dentro e fuori l’area equestre. L’avevamo lasciata poco tempo prima che partisse per la Repubblica Ceca agli internazionali di Frenstat, dove ha sbaragliato ancora una volta proprio tutti. Per lei anche il terzo podio consecutivo, il quarto in cinque anni, nella World Cup di Graz ad inizio anno. Un 2015 da incorniciare con la medaglia d’oro al valore

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atletico consegnata dal presidente del CONI Giovanni Malagò. Eppure, il percorso che l’ha portata a divenire regina del mondo equestre non è stato affatto semplice. Il brutto infortunio del 2008 con l’addio al mondiale a Brno, una ripartenza fatta di piccole paure conquistate, di un amore per il cavallo diventato prima un’arte e successivamente il proprio lavoro. Infine, la coppa del mondo nel 2013 in Germania e


il bis l’anno dopo in Francia: mai nessuno era riuscito a toccare tutto ciò nella storia dello sport equestre italiano. Un trinomio di componenti partito quando a undici anni smise di saltare sui divani di casa per incominciare ad andare a cavallo presso il maneggio “Lo Sperone” di San Bonifacio, a pochi chilometri da casa sua.È lì che conoscerà il proprio allenatore, Nelson Vidoni, argentino di nascita ma “longueur” italiano per adozione, inseguendo un sogno che col tempo è diventato realtà. La passione per i cavalli lo spingerà ad aprire un centro riabilitativo equestre a San Martino Buon Albergo, chiamato guarda caso “La Fenice”. Un segno del destino? È proprio in questo speciale ambiente che Anna cresce e si migliora. Ma per rendere perfetto l’equilibrio delle sue imprese, non bisogna sottovalutare l’importanza del suo più grande amore. Ovvero il cavallo. Da Adenauer ad Harley, i cavalli della tua vita, cosa li rendono così speciali per te? Tutto (sorride). Passiamo quasi tutto il tempo della settimana con loro, li coccoliamo e cerchiamo di capirli. Tutto passa da un equilibrio di intenti, capace di quantificare il lavoro che dedichiamo a loro preferendone la qualità. Adenauer è un tedesco, stile generale Conrad. E’ il cavallo delle mie prime vittorie, è il più grande di tutti, ma ancora oggi grazie al buon lavoro fatto, a 27 anni va ancora a farsi i suoi tornei internazionali. Con lui abbiamo raggiunto i primi grandi traguardi, come l’affascinante prima finale ad un mondiale nel 2002 a Xerez, in Spagna. Harley, invece, ha solo 18 anni, ma è il cavallo della prima coppa del mondo in Germania. Pensare che quando arrivò da noi dalla Repubblica Ceca era il più burbero di tutti perché non stava mai fermo, adesso è il più maturo di tutti. Dopo il mio brutto infortunio dal 2010 ho iniziato a correre con lui e abbiamo vinto tanto assieme. Cosa ti rimane da quella brutta caduta? Avere 22 anni e rompersi il crociato a pochi mesi dal mio mondiale a Brno diventa una mazzata terribile. Ciò che è stato peggio è stato quello di romperselo per la seconda volta alla vigilia del mondiale. I miei compagni partivano per il mondiale, io partivo per operarmi. Da lì ho ricominciato pian piano con il lavoro di squadra, finché dal 2010 sono ritornata con Harley in sella per fare il mondiale in Kentuchy. E lì la rinascita… In qualche maniera sì. Dopo alcuni buoni piazzamenti tra il 2010 e il 2011 nelle varie gare internazionali, ho ripreso fiducia e sono arrivati finalmente i podi. Un terzo posto a Lipsia nel 2011 e un quinto posto l’anno seguente a Le Mans. Infine, le due coppe del mondo, rispettivamente in Germania e l’anno dopo a Bordeaux. Inspiegabile l’emozione››. Anna e i cavalli. Un binomio imprescindibile o ci hai messo

tanto anche del tuo? È stato un amore a prima vista. Venivo dalla ginnastica artistica, iniziata a farla perché a casa non stavo mai ferma. Grazie a Nelson ho conosciuto il volteggio a 11 anni e da lì non mi sono più fermata. Vantaggio o svantaggio la ginnastica artistica? Inizialmente pensavo fosse un vantaggio per i movimenti e il dinamismo, ma la differenza stava nel lavoro di squadra che sostituiva quello individuale. Abituata a come lavoravo prima, dovevo concentrarmi soprattutto con il cavallo e c’è voluto più tempo. Il lavoro di squadra ti aiuta a prendere coraggio limando quelli che sono i tuoi limiti. Superato questo ostacolo, poi sono cominciati i primi veri risultati. E poi non dimentichiamo l’importanza del longueur (Nelson Vidoni ndr), essenziale nel mantenere il cavallo costante nel movimento. Un binomio che diventa trinomio con Nelson... È lui che mi ha permesso di tirare fuori tutta me stessa. Attraverso il lavoro insieme ho appreso tutti i segreti di questa professione. Ancora ho nella mente la mia prima vittoria individuale: campionato italiano Under 14 a Prato, da lì le gare internazionali e i traguardi raggiunti con Nelson sempre al mio fianco. Ma le capacità di un’atleta si costruiscono grazie a una squadra che ti aiuta a crescere e nella scelta dei cavalli. Come sceglie i cavalli per voi? Ci vuol un gran occhio per ricercare un cavallo adatto al volteggio. Di certo la componente fondamentale è l’aspetto fisico che deve avere una struttura muscolare idonea. L’altezza deve stare compresa tra il metro e 75 e un metro e 80. Dal punto di vista lavorativo si cerca di capire se il galoppo ha un buon impulso, che non si spaventi facilmente. Nelle gare la valutazione complessiva della prova viene per 1/3 decisa osservando il cavallo, perciò diviene determinante. Quante ore servono per preparare un cavallo? In una settimana sarebbe buono farli lavorare cinque giorni, con tre giorni dedicati principalmente al volteggio e i restanti al lavoro su piano. Nelson è rinomato per essere davvero preciso e attento con il lavoro sui cavalli. Ci fa lavorare un giorno in più con il cavallo finto, tecniche che ti permettono di alleggerire lo stress del cavallo. A chi senti di nel frattempo dedicare maggiormente queste vittorie? Alla famiglia e al mio ragazzo che mi sono stati vicini in tutto questo tempo. Alla mia gente che non ha mai fatto mai mancare l’affetto e mi ha sempre sostenuta. Ci sono stati dei grandi festeggiamenti a Belfiore dopo le finali, con grandissime sorprese e ospiti. Ci sono state le dirette alla tv delle finali, perciò una grande soddisfazione da condividere con tutti i miei amici e coloro che mi vogliono bene.

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LIBRO di Bruno Mostaffi

Vincere insieme? Si, con la forza del Team! “Prenditi la responsabilità di vivere la vita che vuoi tu e non quella che le persone e le circostanze ti vogliono far vivere, pensando che ogni lungo cammino inizia sempre con il primo passo. Impegnati al massimo affinché le tua vita sia felice! Il libro “Vincere insieme. La forza del team” è stato scritto a quattro mani dai mental coach Carla Favazza e Beppe Sammarco. Questo libro nasce da una felice esperienza fatta... sul campo! Del resto, parlando di sport, non poteva accadere diversamente! Il progetto prende vita, infatti, nel 2014 dopo che gli autori completarono “SinergicaMente con lo sport”, un corso che ha accompagnato per tutta la stagione agonistica circa ottanta tra allievi, allenatori e genitori di giovani atleti in varie discipline. “Si è trattato - spiega Carla Favazza - della prima tappa di un percorso di crescita, che mano a mano ha dipanato dubbi e scoperto nuovi modi di comunicare efficacemente negli spogliatoi, in campo e a casa, definendo accuratamente i ruoli dei vari protagonisti”. “L’idea - prosegue Carla - è quella di introdurre un nuovo concetto di cultura sportiva, come scrive nell’introduzione Enrico Mantovanelli, ex sportivo professionista, ex assessore allo sport del Comune di San Giovanni Lupatoto, promotore e sostenitore del progetto formativo. La volontà è di dar vita a un processo di rinnovamento che affianchi alla preparazione tecnica anche l’allenamento mentale, altresì importante per arrivare sul podio”. È fondamentale comprendere che gli attori dello sport non sono solo gli atleti, e soprattutto quando parliamo di ragazzi o bambini. Diverse sono infatti le figure che gravitano attorno a loro,e tutte ugualmente importanti, con funzioni e ruoli determinanti: parliamo di allenatori, dirigenti sportivi, genitori ed istituzioni. “Proprio pensando a questa “squadra nella squadra” - evidenzia Beppe Sammarco - che è nato il titolo

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del libro e anche l’immagine scelta per la copertina. Varie braccia che si uniscono, contribuendo ognuna con valori fondamentali per lo sport di qualità, ripercorrendo e rivivendo ciò che ogni disciplina insegna e che va oltre una medaglia o una coppa, e dura per tutta la vita”. “Ed è sempre in quest’ottica - conclude Sammarco - che troviamo un’ottima prefazione scritta dal campione nello sport e nella vita, molto caro al pubblico veronese, Pierino Fanna. Con la sua tipica semplicità dispensa consigli preziosi ad allenatori, genitori e atleti, sottolineando come umiltà, generosità, pazienza, divertimento, costanza, dedizione e spirito di sacrificio siano degli ingredienti fondamentali per ottenere la vittoria, e non solo nel campo da gioco”. Ecco cosa scrive Carla Favazza nell’incipit del libro: “Decidere di scrivere un libro che parla di coaching è stata davvero un’impresa titanica. Si, perché troverai in libreria tantissimi manuali a riguardo. Per non parlare poi di tutte le informazioni ed aggiornamenti che quotidianamente si possono reperire su internet. In realtà l’obiettivo di questo libro è quello di raccontare, passo dopo passo, la nostra esperienza come coach sportivi. Abbiamo pensato a quel giovane campione, che ora ha forse solo sei anni e non ha ancora capito se gli piace quella divisa che indossa ogni settimana per allenamenti e partita, o a quella giovane campionessa di domani, che intanto si sta preparando a diventare grande. Soprattutto abbiamo pensato agli adulti, allenatori e genitori, che ogni giorno accompagnano questi ragazzi a trovare il loro percorso. Ci siamo impegnati per rendere semplice ogni concetto puntando soprattutto all’aspetto più pratico che teorico, seguendo il nostro motto “Pratica, pratica, pratica!” Le pagine che leggerai sono frutto di esperienze vissute, applicazioni nella quotidianità, parole, pensieri e risultati ottenuti anche in seguito a tanti errori e sperimentazioni attive di concetti e teorie che, solo alla luce di ciò che funziona realmente, sono diventate esperienze da condividere. Prenditi la responsabilità di vivere la vita che vuoi tu e non quella che le persone e le circostanze ti vogliono far vivere, pensando che ogni lungo cammino inizia sempre con il primo passo. Impegnati al massimo affinché le tua vita sia felice”. Il libro è acquistabile direttamente dagli autori scrivendo carla@carlafavazza.it

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SPORT E NATURA di Alessandro Corsi

Agriturismo Altobello la casa dello sportivo Ideale per ritiri sportivi, l’Agriturismo Altobello da la possibilità di allenarsi dopo una abbondante colazione in un ambiente ricco di passaggi molto tecnici e vari Adagiato ai piedi della rinomata Valpolicella e a pochi minuti dal centro storico della Romantica Verona, l’Agriturismo Altobello é il luogo ideale per chiunque voglia vivere la natura in piena armonia, offrendo la possibilità di praticare svariate discipline sportive in spazi adeguatamente curati ed attrezzati adatti ad ospitare gruppi di adulti e bambini per giornate all’insegna dello sport. Equitazione, il maneggio di Vito è ormai parte integrante della struttura. Collabora con l’agriturismo offrendo ai sui ospiti varie tipologie di passeggiate per esperti e neofiti in sella a bellissimi cavalli. Ogni giorno puoi provare l’accoglienza e i servizi di Agriturismo Altobello e partire alla scoperta di nuovi paesaggi indimenticabili come, ad esempio, esplorare l’antica Val Borago o percorrere il sentiero Europeo E5. Mountanbike, i sentieri e i boschi intorno all’agriturismo sono perfetti per una pedalata in compagnia. Ideale per ritiri di team ciclistici, da la possibilità di allenarsi dopo una abbondante colazione in un ambiente ricco di passaggi molto

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tecnici e vari, Biker esperti e semplici amatori, singoli o gruppi possono trovare quello di cui hanno bisogno a due passi o meglio a due colpi di pedale dalla città. L’agriturismo offre inoltre un’ottimo riparo alle biciclette dei propri ospiti, una comoda bike room ben attrezzata da la possibilità di effettuare qualche intervento di piccola manutenzione e il rimessaggio in sicurezza del proprio mezzo. A piedi o in bicicletta si può facilmente conoscere percorsi storici ricchi di emozioni come la Dorsale delle frazioni o la Dorsale delle Cinque valli raccontando e condividendo la tua esperienza in Agriturismo anche sui Social grazie all’ottima connessione Wi-fi. Orienteering, Nordic Walking, Volley o Arrampicata sono altre attività che normalmente Agriturismo Altobello ospita durante l’anno. Monica e la sua famiglia attendono a braccia aperte chiunque abbia voglia di conoscere questo posto incastonato nel verde delle colline veronesi dove lo sport non è solo fatica ma un piacere da condividere. L’Agriturismo Altobello si trova in Via Volte Maso 25/D a Quinzano, Verona. Per info: www.agriturismoaltobello.it


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BOCCE di Giorgio Pelosato

Bocciofila Villafranca il tricolore 2015 è tuo! Un campionato italiano vinto dominando le fasi eliminatorie non subendo mai sconfitte durante i 12 incontri che hanno preceduto le finali. E il campionato 2016 si punterà ancora più... in Alto! a giugno – 12 incontri senza mai subire sconfitte. Il Villafranca si è qualificato per la finalissima sconfiggendo nel primo turno Foligno con il risultato di 5-3 e nel secondo Cosenza con un secco 5-0. Nella partita “che valeva una stagione” i veronesi si sono imposto sul Brescia per 5-3. Questa la classifica finale: 1° Bocciofila Villafranca (VR) 2° EU Sersar Brescia Bocce 3° Città di Cosenza 4° Roma Nord 5° Foligno (PG) 6° San Modesto-DLF (BV) 7° Civitanovese (MC) 8° Concordia (SS)

Si sono svolte il 3 e 4 luglio sui campi del Centro tecnico federale di Roma le finali del campionato italiano di bocce di società per categorie della raffa. Un fine settimana esaltante che ha avuto per protagoniste le 32 società che si sono qualificate dopo un lungo e difficoltoso tour che si è snodato in tutte le regioni della penisola. Il titolo di campione d’Italia 1^ categoria parla veronese visto che è stato assegnato alla Bocciofila Villafranca La formazione veronese si è qualificata alla fase finale di Roma dopo aver disputato – da gennaio

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Questi invece i componenti della Bocciofila Villafranca campione d’Italia 2015: Presidente: Giampietro Pacchera Commissario Tecnico: Francesco Caldogno Atleti: Daniele Alessi, Antonio Bianchini, Mirko Fasoli, Andrea Mazzoni, Giovanni Scicchitano, Nicola Zuccol Accompagnatori: Sergio Parolini e Enzo Borsoi Sponsor Squadra: Burger King, Museo Nicolis, Lamacart Grazie a questo risultato la Bocciofila Villafranca potrà partecipare nel 2016 al Campionato di Alto Livello Serie C, puntando alla promozione in serie B.



KITESURF

Spettacolo e adrenalina allo Junior Kite contest Lo spirito della manifestazione è stato quello di promuovere soprattutto la partecipazione e l’impegno. Al termine delle prove i ragazzi hanno poi continuato ad esercitarsi fino all’ultimo fiato di vento Mercoledì 8 luglio a Brenzone (VR) si è svolta la prima tappa del Junior Kite Contest, circuito di eventi slalom e freestyle dedicati agli atleti Juniores, organizzato da alcuni dei maggiori Circoli Kite della XIV Zona FIV in preparazione al Campionato Assoluto Juniores che si terrà sul Lago di Idro a settembre. Lo scopo della manifestazione infatti vuole essere quello di introdurre gradualmente i giovani alle competizioni, con attività che privilegiano soprattutto il divertimento e il fare kite in compagnia, ma che prevedono anche importanti momenti di confronto e di didattica. Al termine delle prove i ragazzi hanno poi continuato ad esercitarsi fino all’ultimo fiato di vento, sotto la guida di Andrea Marconi, talentuoso rider Gardesano, che è sceso in acqua a dispensare consigli ed a insegnare ai ragazzi nuove manovre. Al rientro a terra, stanchi ma soddisfatti, i ragazzi sono stati gratificati dagli applausi del pubblico e dai gadget messi a disposizione da Chupa Kite. Premi per tutti quindi, perché lo spirito della manifestazione è stato quello di promuovere soprattutto la partecipazione e l’impegno, ma una menzione speciale va comunque ai rider che si sono maggiormente distinti: per la disciplina Slalom segnaliamo Gianluigi Vecchini dell’Associazione Sportiva Xkite, che in entrambe le prove si è piazzato subito davanti a Mattia Gaspari del Centro Kite Marniga; nel freestyle Mattia Gaspari si prende la rivincita , chiudendo parecchi tricks e dimostrando di avere già un buon repertorio di manovre. Da segnalare anche un sorprendente Leonardo Stocchero, già campione di vela e adesso alle sue prime esperienze nel mondo del kite freestyle. Impeccabile l’organizzazione del

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Centro Kite Marniga, che ha posizionato i percorsi a tempo di record e gestito al meglio tutte le fasi dell’allenamento, sia a terra che in acqua. Le prossime due tappe sono previste presso l’Associazione Xkite mercoledì 22 luglio e mercoledì 5 agosto. L’ultima tappa invece si terrà presso la Maselli Kite School, che sarà anche la sede del primo Campionato Assoluto Giovanile.


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PREPRAZIONE ATLETICA di Filippo Furieri (*)

Gestione dell’off season nell’atleta non professionista La difficoltà in questo tipo di progetto sta nel affidarsi a strutture o persone competenti che ci guidino nella preparazione e che magari siano in contatto con la società di appartenenza per gestire al meglio il periodo off-season Nello sport professionistico la preparazione fisica, durante la stagione e durante il periodo di pausa dal campionato, è gestita da uno staff tecnico composto da allenatori, preparatori atletici, fisioterapisti e massaggiatori. La gestione del tempo e delle procedure di allenamento è già programmata con largo anticipo in tutti gli aspetti tecnici e tattici, compresi test di valutazione e di verifica a inizio, durante e a fine campionato. Negli sport dilettan-

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tistici e negli atleti non professionisti molto spesso la preparazione atletica off-season viene lasciata al caso ed erroneamente non considerata. Questo è un errore grossolano che comporta sicuramente dei deficit di capacità neuro-coordinative e prestazionali con influenze negative sulla prestazione personale dell’atleta, e di conseguenza sui risultati della squadra. Bisogna sicuramente considerare il fatto che programmare una preparazione off-season, senza


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PREPRAZIONE ATLETICA

delle linee guida o un programma fatto da un preparatore atletico non è facile, soprattutto per i non addetti ai lavori. Superato il primo step, ossia quello di far capire l’importanza dell’allenamento mirato nei tempi e nelle tecniche, il percorso corretto prevede, dopo un periodo di riposo iniziale a fine campionato, una programmazione logica di preparazione delle varie capacità condizionali quale coordinazione, reattività, velocità e resistenza. Per prima cosa è importante valutare lo stato di forma attraverso dei test fisici specifici sulle capacità condizionali coinvolte. I risultati di tali test ci danno già un’iniziale linea guida sul percorso corretto da affrontare. La programmazione anche in questo caso viene divisa per periodi, dove si andrà a dare priorità e importanza alle capacità meno sviluppate dell’ atleta. Essere performanti significa avere una giusta preparazione in tutte le capacità, ad esempio se un atleta non è coordinato difficilmente sarà performante nella velocità, se un atleta non ha resistenza sia aerobica che anaerobica difficilmente sarà performante nella durata dello sforzo. Vediamo cosi come ogni capacità funzionale dipenda e influenzi le altre.

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La preparazione off-season, se fatta intelligentemente, non solo migliora le capacità dell ‘atleta ma lo prepara anche ad affrontare la preparazione atletica autunnale con la propria società con uno stato di forma già reattivo. In tutto questo, da non sottovalutare anche la prevenzione agli infortuni, anch’ essa fatta in campo o in palestra. Come abbiamo detto prima la difficoltà in questo tipo di progetto sta nel affidarsi a strutture o persone competenti che ci guidino nella preparazione e che magari siano in contatto con la società di appartenenza per gestire al meglio il periodo off-season. A questo proposito sarebbe utile una campagna di informazione tra gli atleti non professionisti e le squadre per far capire quanto importante sia la condizione fisica fuori stagione, ma sarebbe ancora piu utile offrire un servizio di supporto tecnico e logistico per garantire la corretta procedura di allenamento e il posto ideale con le strumentazioni ideali. Concludo dicendo che avere una mentalità da professionista anche senza esserlo potrebbe essere il veicolo ideale per diventarci. (*) Trainer Areae Sport Performance


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MEDICINA SPORTIVA di Francesco Pigozzo

La tendinopatia del tendine d’Achille Una patologia che interessa particolarmente quelle categorie di sportivi in cui è più intensa la sollecitazione meccanica dell’achilleo come ad esempio calciatori, mezzofondisti e maratoneti Il tendine di Achille è una struttura anatomica nastriforme, interposta tra polpaccio e calcagno costituita da fibrille collagene tipo genetico 1, proteoglicani, elastina, tenociti. Nel tratto terminale del tendine di Achille 2-5- cm esiste una componente a spirale delle fibre che può favorire l’insorgenza di lesioni. Il principale ruolo biomeccanico del tendine di Achille consiste nel trasmettere gli impulsi meccanici derivanti dalla contrazione muscolare del polpaccio allo scheletro realizzando la spinta del piede. I fattori eziologici più importanti sono: - microtraumatisti ripetuti - ipersollecitazioni funzionali - alterazioni anatomiche e funzionali del piede - malattie metaboliche e reumatologiche - predisposizine genetica A seconda della eziologia si classificano in: - traumatiche - microtraumatiche (sovraccarico funzionale) - atraumatiche su base metabolica - e.o infiammatoria La peritendinite può accompagnarsi a degenerazione progressiva del tendine stesso (tendinosi) La tendinopatia inserzionale dell’achilleo assume caratteristiche particolari sia per la presenza di fibrocartilagine della zona di trazione inserzionale sia per la presenza della borsa retroachillea con fenomeni di natura infiammatoria. La rottura del tendine di Achille rappresenta l’episodio acuto conseguente ad un processo degenerativo. Per la diagnosi ci si basa su: - Esame obiettivo - Ecografia - Risonanza magnetica nucleare

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Le categorie di sportivi più interessati sono quelle in cui più intensa è la sollecitazione meccanica dell’achilleo come i calciatori, mezzofondisti e maratoneti. La terapia comprende: - riposo - ghiaccio - streching del tricipite della sura (polpaccio) - ortesi (rialzo calcaneale) - laser - ipertemia - mesotrapia - onde d’urto - ginnastica eccentrica È bene ricordare che la guarigione completa avviene in tempi lunghi e necessita di grande collaborazione da parte del paziente ed inoltre la ripresa dell’attività sportiva deve avvenire con estrema gradualità.



STACKING di Roberto Girelli

Lo Stacking un sport... in tazza! Nato negli Stati Uniti circa 30 anni fa, questo sport ha già riscosso un notevole successo in Germania, Svizzera, Austria e Spagna dove vengono organizzati anche dei campionati nazionali Non conoscete lo sport-stacking? Bhè, non ve ne dovete meravigliare, perchè fino alla primavera del 2010 non lo conoscevo nemmeno io... È stata tutta “colpa” di una trasmissione televisiva, nella quale alcuni bambini si esibivano costruendo e smontando piccole piramidi di bicchieri alla massima velocità, utilizzando in maniera alternata le due mani. Si tratta di un’attività tanto semplice, quanto utile per sviluppare alcune capacità quali la coordinazione oculo-manuale, la lateralizzazione, l’indipendenza delle mani e l’idea motoria (ossia il progetto dei movimenti che vogliamo compiere); aiuta inoltre a dedicarsi con attenzione ai movimenti compiuti, sviluppando così anche la concentrazione. Ho subito pensato che fosse un’attività particolarmente adatta al contesto scolastico, pertanto ho deciso di fare una sperimentazione durante le mie ore di lezione ed ho acquistato 2 confezioni di questi particolari bicchieri. Per praticare lo Stacking bastano una piccola superficie piana e 12 cups, tappetino antiscivolo e timer. La costruzione delle torri previste dalle varie specialità è piuttosto elaborata, pertanto conviene iniziare con le piramidi più piccole, quelle di 3 bicchieri. È un’attività che si adatta a qualsiasi età, anche se i risultati migliori si ottengono iniziandola precocemente, già dalla scuola primaria. L’entusiasmo che manifestano gli alunni in questa fascia d’età è davvero notevole! Per acquisire una buona velocità è necessario fare molta attenzione in fase iniziale, per memorizzare correttamente la sequenza ed i movimenti delle mani più economici. Si può avere un notevole progresso praticandolo 2-3 volte la settimana, per 10-15 minuti. Se poi si

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vuole diventare dei campioni, allora come in tutte le discipline l’impegno deve essere costante e quotidiano. La sequenza principe è il “cycle”, che si esegue con 12 bicchieri costruendo prima torri da 3, 6 e 3 cups, poi si prosegue con due torri da 6 ed infine una torre da 10 cups, che una volta smontata riporta i bicchieri nella situazione iniziale. Un’altra specialità è lo “shuffle”, che consiste nel mescolare 6 bicchieri di un colore e 6 di un altro, fino a che ritornano divisi in 2 colori distinti ed in posizione rovesciata. Esistono poi altre combinazioni come il “rapid fire”, il “6-6 incrociato” e delle varianti per aumentare la difficoltà: esecuzione con una sola mano, esecuzione a coppie (uno con la destra e l’altro con la sinistra), esecuzione cieca, ecc.... Lo stacking è nato negli Stati Uniti circa 30 anni fa, grazie all’intuito di un insegnante di educazione fisica; oltre che in America, ha già riscosso un notevole successo in Germania, Svizzera, Austria e Spagna; in questi Paesi vengono organizzati anche dei campionati nazionali, oltre a quelli promossi dalle scuole di qualsiasi grado. Per divulgarlo anche nel nostro Paese, a Prato è nata la Federazione Italiana Sport Stacking, con la quale mi sono messo in contatto, ricevendo da subito un aiuto e l’incoraggiamento a proseguire e diffondere l’attività. A Verona, lo stacking è stato praticato inizialmente dagli alunni della scuola “Braida” di Verona nel 2010, ai quali hanno fatto seguito gli alunni delle medie di Lazise nel 2011 e di Bardolino nel 2012. Nel dicembre del 2013 un gruppo di alunni di Lazise, ha avuto il piacere di essere invitati a partecipare al programma “Superbrain”, andato in onda in prima serata su Raiuno, per esibirsi in una dimostrazione di stacking.


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Comunicare. Comu AA parole par sono sono capaci tutti. tutti.

Crediamo nel nostro mestiere, ma il primo compito Crediamo che abbiamo è capire nel il vostro. nostro Difendiamo le nostre idee, ma è per noi fondamentale Difendiamo sapervi ascoltare. le nostr Ci piace conoscere i valori delle aziende e dei Ci loro piace brand, per passare conoscere dalle parole ai fatti: i grafica, pubblicità, web, multimedia, marketing. grafica, pubblicità, w

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STACKING

Nel dicembre del 2013 un gruppo di alunni di Lazise, ha avuto il piacere di essere invitati a partecipare al programma “Superbrain”, andato in onda in prima serata su Raiuno, per esibirsi in una dimostrazione di stacking. Riccardo Adami , Chiara Arrighini , Zeno Girelli, Eden Le ed Elisa Stanzial hanno fatto una bella pubblicità a questa disciplina, suscitando la voglia di intraprenderla anche in alunni di altre scuole. Nell’ottobre 2014 la Federazione ha perciò organizzato, in collaborazione con l’I.C. “Falcone-Borsellino” di Bardolino e l’Ufficio Educazione Fisica dell’U.S.T. di Verona, un corso per docenti di scuola secondaria, al quale hanno aderito 12 insegnanti di Educazione Fisica. Nel mese di marzo 2015 è stata poi organizzata una gara promozionale, alla quale hanno preso parte 106 entusiasti alunni, in rappresentanza di scuole di 6 comuni della provincia veronese. È stata una bella giornata di sport, che verrà certamente ripetuta l’anno prossimo. Chi desiderasse ulteriori informazioni o supporto per iniziare l’attività nella provincia di Verona mi può contattare all’indirizzo: girelliroberto@libero.it oppure consultare una delle seguenti pagine: www.ginnasticaverona.org/scuola_attivitacoordinative/stacking.htm www.federazionesportstacking.it

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TAMBURELLO di Alberto Cristani

Cavaion Monte Peroni (ancora) Regina d’Europa Nella finalissima tutta italiana il Cavaion Monte ha “vinto facile” sui rivali di sempre del Castellaro. Con questo successo i veronesi si confermano Campioni d’Europa, bissando il titolo conquistato lo scorso anno Il Cavaion Monte Peroni è Campione d’Europa 2015. Questo è il verdetto della due giorni di tamburello che si è svolta a Cournonterral in Francia lo scorso weekend. Per la compagine capitanata da Yohan Pierron una conferma importante, dopo il successo dell’edizione 2014 disputata sui campi di Faedo e Mezzolombardo. A rappresentare l’Italia alle finali in terra francese il Cavaion Monte e il Castellaro, formazioni che si sono poi scontrate in finale. La supremazia italiana è stata netta. Nelle due semifinali il Cavaion Monte ha sconfitto con il risultato di 13-2 i padroni di casa del Cournonterral mentre il Castellaro si è imposto sul Cazouls d’Herault per 13-6. In finale i veronesi hanno letteralmente travolto il Castellaro con un netto 13-4. Si è trattato di fatto dell’anteprima della sfida che con molta probabilità sdeciderà il campionato di serie A 2015, durante il

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quale le due formazioni hanno letteralmente dettato legge . Questo il programma della Coppa Europa 2015 giocatasi a Cournonterral, in Francia, il 4 e 5 luglio scorsi. Sabato 4 luglio Semif. fem. : Cazouls d’Herault-Alegra Settime 4-13 Semif. fem. : Poussan-Sabbionara Trentino 10-13 Semif. masc. : Cazouls d’Herault-Castellaro 6-13 Semif. masc. : Cournonterral-Cavaion Monte 2-13 Domenica 5 luglio Finale 3° posto fem.: Poussan – Cazoults 13-8 Finale 3° posto masc.: Cournonterral – Cazoults 13-4 Finalissima fem.: Sabbionara-Alegra Settime 10-13 Finalissima masc.: Castellaro-Cavaion Monte 4-13


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SICUREZZA di Alessia Bottone

Il defibrillatore? Non serve a nulla! A meno che... 4 minuti. 240 secondi. Una scarica elettrica e una “vita che torna alla vita”. Il quadro perfetto se fosse sufficiente. Infatti il defibrillatore - strumento sempre più diffuso e disponibile nei luoghi pubblici - può non bastare. Perché? Ce lo spiega Fabio De Bortoli, presidente di Ais Verona Presidente De Bortoli, partiamo dal principio: cos’è l’Ais? L’A.I.S. Associazione Italiana Soccorritori è un’associazione di volontariato, suddivisa in più sezioni operanti sull’intero territorio italiano, senza fini di lucro, che si prefigge lo scopo di sostenere, coordinare, promuovere, creare e dirigere iniziative nel campo sociale, assistenziale, educativo e di protezione civile, corsi gratuiti di primo soccorso per la preparazione teorica e pratica rivolti a tutta la popolazione volti ad acquisire una preparazione di base sufficiente ad affrontare le quotidiane situazioni di emergenza. La sezione Ais Verona è stata fondata nel Marzo allo scopo per rendere noti gli strumenti salvavita che inconsapevolmente si hanno a portata di mano. I recenti fatti di cronaca avvenuti negli ultimi anni hanno spinto il legislatore a prestare maggiore attenzione per quanto riguarda la prevenzione e l’intervento in caso di emergenza. Ne sono un esempio la legge n. 120 del 3 aprile 2001e il Decreto Balduzzi poi convertito in legge che regolamentano l’uso del defibrillatore. In quali casi può essere utile l’impiego di quest’ultimo? Il defibrillatore non serve a nulla a meno che il suo utilizzo non sia preceduto dalla pratica della rianimazione cardio polmonare (RCP). Ci tengo poi a ricordare che per poter sfruttare al meglio le potenzialità di questo strumento salvavita è previsto un corso preposto, gestito dalla nostra sezione per quanto riguarda il territorio locale chiamato Basic Life Support Defibrillation (BLSD). Cosa fare e come intervenire in caso di arresto cardiaco? Come poc’anzi detto il defibrillatore semiautomatico (DAE) è in grado di effettuare una diagnosi e riconoscere l’arresto cardiaco causato da aritmie o fibrillazione e tachicardia ventricolare. Possiamo considerarlo come una sorta di reset per il cuore. L’utilizzo di quest’ultimo, che richiede una supervisione da parte dell’ese-

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cutore che deve accertarsi che nessuno tocchi la persona durante la scarica elettrica, rappresenta l’ultima fase della procedura di intervento che consta di alcuni passaggi fondamentali. Prima di tutto è fondamentale mettere in atto la manovra di Gas, ovvero guardo (l’estensione del torace), ascolto (sibili, respirazione rantoli) e sento (la respirazione del soggetto avvicinando le guance alla sua bocca) iperstendendo il capo della persona per monitorare i segni vitali della persona colta dal malore e verificare se la persona è cosciente o meno. Nel frattempo è bene chiamare il 118 e spiegare all’infermiere professionale addetto alla ricezione delle chiamate dove ci si trova e cosa è successo cercando di essere il più precisi possibile. Dopodiché si dovrà procedere con l’esecuzione della RCP e quindi del massaggio cardiaco inginocchiandosi lateralmente e scaricando il peso delle spalle sulle braccia. Successivamente posizionare le mani sullo sterno comprimendolo tramite l’esecuzione di cento pressioni al minuto e abbassandolo di cinque centimetri. È bene ricordare che e possibilità di sopravvivenza si riducono del 10% ogni minuto che passa quindi non intervenire con rapidità e con cognizione di causa può essere fatale per la persona colta dal malore. Spesso infatti intercorrono diversi minuti tra il riconoscimento dell’arresto, la chiamata al 118 e l’arrivo sul posto. Se entro i primi quattro minuti non si esegue la RCP il rischio di mettere in pericoloso le funzioni vitali aumenta, e, sebbene vi siano ancora possibilità di salvare una vita una volta trascorsi i duecentoquaranta secondi, è anche vero che i danni potrebbero essere gravi e irreparabili. Il compito del soccorritore non è solo salvare una vita, ma fare in modo che la sua vita continui nel modo migliore anche in seguito al malore. Ecco perché dico che il defibrillatore non serve a nulla. La mia è ovviamente una provocazione volta a promuovere informazione e chiarezza. Raccomando ancora una volta di spettare i soccorsi ma di agire praticando la RCP e, solo in seguito, affidarsi all’uso di un defibrillatore se disponibile sul posto.


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SICUREZZA

Prossimi obiettivi? Diffondere il più possibile i nostri principi e i nostri valori. La nostra opera cesserà solo quando questa sarà annoverata tra le materie di insegnamento scolastico. Il nostro target ora sono le neomamme. Ci concentreremo su di loro e sui bambini nei prossimi mesi considerato che le pratiche salvavita rimandano a metodologie diverse per quanto riguarda la pediatria. Cosa bisogna fare per potersi iscrivere al corso BLSD? È molto semplice, basta scrivere un’email all’indirizzo info@aisverona.org. Inoltre l’elenco dei corsi è costantemente aggiornato e disponibile sul nostro sito è http://www. aisverona.org/. Ogni corso prevede un istruttore ogni sei partecipanti. Le tipologie di corso sono due. La prima è diretta alla cittadinanza, la seconda invece è dedicata al personale sanitario. Sono previste delle pratiche e dei tirocini per coloro che aspirano a diventare formatori a loro volta, cosa che può avvenire dopo un certo periodo necessario per maturare l’esperienza richiesta. A proposito, quando vi collegherete, dedicate un paio di minuti al nostro spot realizzato in collaborazione con la Rai per il sociale, è il nostro orgoglio.

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DEFIBRILLATORI: COSA DICE LA LEGGE IN ITALIA? Il c.d. Decreto Balduzzi del 2012, convertito in legge e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n.214 del 13 settembre regolamenta (art. 7 comma 11) l’utilizzo dei defibrillatori, prevedendo l’obbligo di dotazione di un defibrillatore alle società sportive sia professionistiche che dilettantistiche. “Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un’attività sportiva non agonistica o amatoriale, il Ministro della Salute, con proprio decreto, adottato di concerto con il Ministero delegato al turismo e allo sport, dispone la dotazione e l’impiego, da parte di società sportive sia professionistiche che dilettantistiche di defibrillatori semiautomatici e di altri eventuali dispositivi salvavita”. Secondo la legge n. 120 del 3 aprile 2001 (e successive modifiche, in caso di emergenza ogni cittadino con un’adeguata formazione di rianimazione cardiopolmonare può prestare soccorso utilizzando un defibrillatore. “È consentito l’uso del Defibrillatore Semiautomatico in sede intra ed extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare. […]”.


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EVENTI a cura della Redazione

Settimana dello sport lupatotina che numeri! L’evento di san Giovanni Lupatoto ha rappresentato un importante momento di aggregazione all’interno del panorama sportivo locale, coinvolgendo le numerose società sportive presenti nel territorio in tantissime diverse attività

Numerosi e diversificati sono stati gli eventi che hanno animato la Città di San Giovanni Lupatoto in questi 10 giorni all’insegna dello sport, attirando l’interesse della cittadinanza e dei numerosi visitatori provenienti dall’intera provincia veronese e non solo. La Settimana dello Sport ha rappresentato inoltre un’altra importante tappa verso la nomina di San Giovanni Lupatoto a Città Europea dello Sport. Ben 32 mila le persone coinvolte, con il 35% provenienti da fuori comune e il 10% da fuori provincia, 5 importanti convegni, 10 aziende sponsor della manifestazione, 26 negozi del Lupo e ben 45 società sportive coinvolte, quasi il doppio rispetto allo scorso anno. Le attività sportive della Settimana dello Sport sono state il podismo, l’atletica, la ginnastica ritmica, il tennis, il pattinaggio, la danza, il fitness, il ciclismo, il basket, il calcio, le arti marziali e la bmx, con la “Notte Bianca dello Sport” ad aprire ufficialmente questa edizione, Il “Pomeriggio Verde” e la “Notte Blu” come novità e la “Sangio Run” a chiudere.

Notte Bianca dello Sport. Uno degli eventi clou della Settimana dello Sport 2015 che si è tenuta sabato 6 giugno presso gli impianti sportivi lupatotini. Una serata di sport e divertimento sotto le stelle in cui le società sportive locali hanno potuto recitare un ruolo da protagoniste esibendosi di fronte ad un folto pubblico. A questa seconda edizione la Notte Bianca


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EVENTI

dello Sport ha fatto il boom di presenze, con 6.000 persone tra sportivi e pubblico, rappresentando un’iniziativa valida per la promozione territoriale e un appuntamento da ripetersi nel prossimo futuro. Pomeriggio Verde. Novità del 2015 il Pomeriggio Verde, al Parco all’Adige, proprio nel giorno della Festa Nazionale del CONI, che è stato presente con giochi e laboratori per i più piccoli. La possibilità per i presenti di entrare a contatto con le discipline meno conosciute e scoprire la bellezza del territorio lupatotino. Erano presenti un migliaio di persone tra sportivi e pubblico. Notte Blu. Altro appuntamento imperdibile, la Notte Blu di Sabato 13 Giugno, in programma presso gli impianti Sportivi Giò Club. L’elemento “acqua” a farla da padrone in una giornata ricca di appuntamenti: Open fitness, acquafitness, Giochi ed Esibizioni di Nuoto, Partita di Pallanuoto, Esibizioni di Syncro e Beach Volley. Ha coinvolto circa 500 persone tra sportivi e pubblico. Sangio Run. La terza edizione di Sangio Run ha rappresentato l’evento conclusivo e riassuntivo dell’intera Settimana dello Sport, una marcia non competitiva omologata FIASP sviluppata su tre percorsi che hanno attraversato l’intero comune di San Giovanni Lupatoto. Circa 1.000 i partecipanti. L’appuntamento è quindi per il 2016, con una nuova edizione della Settimana dello Sport e tante altre iniziative di promozione sportiva organizzate dal comune lupatotino.

UNA VETRINA PER LO SPORT Durante la settimana dello sport dal 5 al 13 giugno i “Negozi del Lupo” hanno partecipato ad un progetto in collaborazione con il comune di San Giovanni Lupatoto. Il progetto “Una Vetrina per lo Sport” ha portato ogni società sportiva ad esporre nei vari negozi di San Giovanni Lupatoto… il loro sport! Sono stati 26 i negozi di San Giovanni Lupatoto che hanno aderito a questa iniziativa ed alcuni hanno ospitato più di uno sport, per cercare di trovare spazio e visibilità per ogni società sportiva. Il progetto è di reciproca utilità sia per le società sportive sia per i negozi che possono trovare visibilità e riscontro nell’allestimento delle vetrine e nei nuovi contatti. Ad ogni negoziante è stato chiesto di poter ospitare una piccola dimostrazione dello sport di fronte al negozio. A settembre - quando sarà il periodo delle iscrizioni per le società sportive - i negozi potranno tenere le brochure delle società sportive conosciute nel proprio negozio.

L’appuntamento è quindi per il 2016, con una nuova edizione della Settimana dello Sport e tante altre iniziative di promozione sportiva organizzate dal Comune di San Giovanni Lupatoto.

Nelle pagine seguenti una carrellata delle vetrine “sportive” dei negozianti di San Giovanni Lupatoto >>>

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EVENTI

Arcieri Scaligeri presso

sta

Centro Ottico Ipervi

Centro Ippico “Vola con Pegaso� presso La Sartoria

Polisportiva Libertas presso Genny Abbigliamento

Raldon Calcio presso Lavasecco V&D

Vari sport ed elementi portati dalle clienti presso Estetica Moira a Raldon Libertas Lupato tina Bmx presso Farmacia Coss ater Dr. Robert o

Il Circolo di Tennis di San Giovanni Lupatoto espone presso Amore e Aroma

Polisportiva Libertas Lupatotina Danza presso Nel Mio Cielo Articoli da Regalo Polisportiva Libertas Lupatotina Danza presso Nel Mio Cielo Articoli da Regalo

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noa Cus Verona sezione Ca Ottica Kayak presso Nuova


Gemini Basket

Presso l’Insolito

Caffè

S.C. Lupatotina presso Cartoleria Avogaro Mercanti Lupos Rugby Club presso M&M Camicie

Gemini Cheers presso Bar Pasticceria Adami

Gruppo Amici della Montagna (GAM) presso Hotel alla Campagna

Il Pattinaggio della Polisportiva Buon Pastore presso Abbigliamento Eventi Style

Gemini Volley presso Bar Pasticceria Adami

e Vovinam Viet Vo dao Arti marziali Vietnamit zza Umberto Pia presso Bar Gelateria

King rock presso Ristorante alla Campagna

Baki Scherma Zevio Presso L’isola Verde Erboristeria, Hamamelis Erboristeria

nagerment Gio’ Club e Sport Ma netton Be sso pre to nuo il per to ber Um di Piazza

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SPORT E SCUOLA di Federica Chignola

A Castelletto di Brenzone il nuovo Liceo Scientifico sportivo La ventennale esperienza dell’Istituto Tecnico garantisce l’ambiente di studio ideale, che si distingue oltre che per una struttura all’avanguardia, per l’umanità e la professionalità del corpo docenti Si è aperto idealmente con la giornata di sabato 4 luglio l’anno scolastico del Liceo Scientifico Sportivo “Sacra Famiglia” di Castelletto di Brenzone sul Garda. Una mattina all’insegna della reciproca conoscenza tra gli alunni già iscritti che a settembre daranno il via a questa nuova sfida dell’Istituto. Dopo un momento di accoglienza da parte del Preside Marino Battistoni che ha consegnato ufficialmente a ciascun alunno una maglietta col logo della scuola e il proprio nome, i ragazzi hanno avuto l’occasione di incontrare i loro futuri insegnanti che hanno presentato a loro e ai genitori presenti l’offerta formativa, le diverse attività del progetto e la proposta didattica. Ci si è poi recati al Circolo Nautico di Castelletto per un’uscita in barca a vela, disciplina sportiva trainante del liceo. Qui gli studenti hanno ricevuto il manuale di teoria velica dal Presidente del Circolo

Luca Brighenti, il saluto del Presidente della 14ª Zona della Federazione Vela Domenico Foschini e del CT olimpionico Luca Modena. Al termine della regata si è tornati nel parco della scuola dove gli allievi dell’istruttore di Mountain Bike Andrea Cattelani hanno fatto una dimostrazione acrobatica, seguita da un giro di prova sulla pista da parte delle matricole. Il Liceo Scientifico Sportivo di Castelletto nasce proprio con questa attenzione al territorio e agli sport che lo caratterizzano anche dal punto di vista turistico, ossia la Vela per il lago di Garda e la mountain bike per il Monte Baldo, per i quali si prevede, alla fine del ciclo di studi, l’acquisizione dei brevetti che permettono l’accesso immediato al mondo del lavoro in aggiunta alla carriera universitaria prospettata dal percorso liceale. Questa vocazione costituisce un punto di forza per la naturale sinergia che si crea con i circoli e le associazioni sportive presenti sul territorio. La ventennale esperienza dell’Istituto Tecnico, che da alcuni anni ha aggiunto all’indirizzo Turistico l’alternativo percorso in Amministrazione Finanza e Marketing, garantisce l’ambiente di studio ideale, che si distingue oltre che per una struttura all’avanguardia, per l’umanità e la professionalità del corpo docenti . Appuntamento a settembre quindi per l’inizio vero e proprio di questa nuova avventura scolastica. Liceo Scientifico Sportivo “Sacra Famiglia” - Castelletto di Brenzone sul Garda (VR) Per info: telefono 045 6598800 www.scuolesacrafamiglia.it

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A MANO LIBERA lo sport disegnato da Monica Candeloro

1887 anno in cui vennero codificate da William Wilson le regole della pallanuoto

1900 anno in cui la pallanuoto diventò

sport olimpico

33-20 lunghezza e larghezza in metri

dei campi da gioco per partite maschili

25-17 lunghezza e larghezza

in metri dei campi da gioco per partite femminili

1,80 metri di profondità

minima in tutti

i punti della piscina (maschile e femminile)

3 metri è la larghezza

delle porte

90 centimetri è

l’altezza delle porte dal pelo dell’acqua

400-450 peso

in grammi del pallone da pallanuoto

68-71 centrimetri di cincorferenza del

pallone da pallanuoto maschile

65-67 centrimetri di cincorferenza del pallone da pallanuoto femminile

4 periodi di gioco di una partita 8 minuti effettivi di durata di ogni singolo

periodo di gioco

7 numero di gioctori in acqua per ogni

singola squadra (6 + il portiere)

I NUMERI DELLA PALLANUOTO


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