Speleologia n. 65 - dicembre 2011

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Recensioni The subterranean environment Con due belle foto a colori in copertina, rispettivamente nel verso un’immagine della “Megalo Spilio” (Grecia) e, nel retro, il coleottero trechino Italaphaenops dimaioi Ghidini, il volumetto di Giachino & Vailati ci introduce al tema affascinante della biologia sotterranea. Dopo le presentazioni di G. Caoduro, presidente della World Biodiversity Association (Verona), che ha curato la pubblicazione del volume, e di B. Sket, già presidente della International Society for Subterranean Biology (Lubiana), il libro si suddivide in una parte introduttiva e in una parte metodologica. Gli Autori, noti biospeleologi ed entomologi, mettono in evidenza che non hanno voluto scrivere uno dei soliti manuali di biospeleologia. E in effetti sono stati di parola! Non troviamo nel loro libro le classiche definizioni che tanti manuali ci hanno, di volta in volta, propinato, con elucubrazioni su “zonazione fotica delle grotte”, o “tipologia di flora e fauna distribuite nello spazio delle caverne”, e ancora “classificazione ecologica degli animali cavernicoli”, ecc. Gli Autori partono dall’enunciato fondamentale che le grotte sono solo quella minima componente dell’ambiente sotterraneo in cui l’uomo può accedere, e che per tale motivo, la fauna che vi si trova è stata sempre, riduttivamente e con una certa enfasi, considerata “cavernicola”. Al contrario, si prende atto che il mondo sotterraneo è ben più esteso e complesso, suddiviso in strati di diversa profondità e presenta caratteristiche fisico-chimici proprie, con una vita quasi ai limiti della sopravvivenza. Gli Autori, sulla base anche di osservazioni e determinazioni di studiosi e biospeleologi del passato, come Racovitza, Jeannel, Bucciarelli, Juberthie, Casale e numerosi altri, dimostrano come l’ambiente sotterraneo terrestre sia estremamente articolato e vario, e come numerose specie animali, di modeste dimensioni, possano vivere in spazi più o meno

Atlante delle aree carsiche piemontesi. Volume 2 A distanza di pochi mesi dalla pubblicazione del primo volume, l’Associazione Gruppi Speleologici Piemontesi conclude l’impegnativo progetto, consegnando alle stampe anche il secondo volume di Atlante delle aree carsiche piemontesi. Subito a colpo d’occhio lo spessore del libro (oltre 450 pagine) lascia intuire la notevole mole di lavoro che è stata necessaria per completare l’opera. In questa sede viene infatti affrontato il carsismo del Piemonte meridionale dove, tranne rare eccezioni, sono state esplorate le principali cavità ed i sistemi più estesi dell’intera regione. Le grotte vengono presentate suddivise per aree carsiche; ogni capitolo è introdotto da una discussione di piacevole lettura, che ha lo scopo di inquadrare l’area in esame sia da un punto di vista geografico che geomorfologico, oltre a ricostruire la storia delle esplorazioni e ad approfondire eventuali questioni geologiche ed

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ridotti, nell’intrico della rete di fessure, microambienti vuoti e interstizi aerati, anche ubicati in rocce e terreni non carbonatici. L’insieme di questi micro-habitat è definito “Ambiente Sotterraneo Superficiale”, ovvero MSS, acronimo che indica il “Milieu Souterrain Superficiel” degli Autori francesi. Si tratta, evidentemente, di un reticolo di microspazi e minuscoli ambienti, umanamente non percorribile, presente in qualsiasi litotipo, in diretta connessione - nelle zone carsiche - con grotte o cavità artificiali, nel quale organismi sotterranei si muovono e vivono. All’interno di questi microambienti vi v sono le medesime caratteristiche che si possono riscontrare in una grotta: assenza di p luce, umidità prossima al grado di saturazione, lu temperatura costante, ecc. Gli Autori, nella te parte riguardante la metodologia, passano a definire le attrezzature e le modalità per effettuare le ricerche nell’Ambiente Sotterraneo Superficiale. La ricerca diretta non dà risultati apprezzabili, e pertanto, si utilizzano trappole a caduta interrate, nelle quali vengono inserite esche di formaggio o altri materiali odorosi. Il libro è corredato di eccellenti illustrazioni, con schemi e figure, che rappresentano con chiarezza e precisione l’ambiente sotterraneo, con dovizia di particolari descrittivi dei singoli micro-habitat. Uguale cura è stata data all’illustrazione delle attrezzature e delle tecniche di raccolta degli organismi sotterranei, sulla base delle esperienze maturate dagli Autori, nel corso di numerosissime campagne di ricerca svolte in Grecia e in altre regioni del Mediterraneo. Per richieste: www.biodiversityassociation.org Giuseppe Grafitti The subterranean environment. Hypogean life, concepts and collecting techniques – L’ambiente sotterraneo. Vita ipogea, concetti e tecniche di raccolta / Giachino P. M. & Vailati D., WBA, Handbooks 3, Verona, 2010, 132 pp., ISBN 978-88-903323-2-6, ` 25,00

esplorative. Un’ampia sezione è naturalmente te dedicata al Sistema della Foce, il più esteso della regione, in cui si trovano il Complesso di Labassa e soprattutto il Complesso di Piaggia Bella, che ormai supera i 43 km di sviluppo e promette di crescere ancora. Scorrendo il volume appare evidente come, oltre ad una attenta ricerca bibliografica indirizzata irizzata a riunire dati e rilievi dispersi su pubblicazioni e bollettini di singoli gruppi, sia stato necessario anche un lodevole sforzo di integrazione e aggiornamento del materiale raccolto. Il risultato è senza dubbio notevole. Atlante delle aree carsiche piemontesi può essere richiesto tramite e-mail al seguente indirizzo: segreteria@agsp.it Luana Aimar Atlante delle aree carsiche piemontesi. Volume 2 / Associazione Gruppi Speleologici Piemontesi & Regione Piemonte. Torino, 2010. 462 pp.


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