SommariaMente n°2

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Gennaio 2012 n째2

SommariaMente

Antonella Salvucci

www.sommariamente.it


SommariaMente E d i t o r i a l M e n t e A t t u a l M e n t e I m p r e n d i t o r i a l M e n t A r t i s t i c a M e n t e C i n e m a t o g r a f i c a M e n t e P o e t i c a M e n t e S p e t t a c o l a r M e n t e M u s i c a l M e n t e F a n t a s t i c a M e n t e S t i l i s t i c a M e n t e A u t o m o b i l i s t i c a M e n t e

Parcheggio Gratuito Si accettano buoni pasto Via Cassano, 36 Piano di Sorrento tel. 081/5322200

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EditorialMente di Marica Esposito

L’EQUITA’ È LA VERA UGUAGLIANZA OVVERO: A TUTTI ALMENO UN POLLO! Buon anno a tutti, lettrici e lettori! Mi auguro che questo anno inizi secondo i migliori auspici di serenità per ciascuno di voi, anche se le “mazzate” economiche ci sono un po' per tutti! E, finalmente, anche per coloro che girano con macchine da sogno, che la maggior parte di noi può solo osservare sulle riviste, ma dichiarano esattamente quanto i dipendenti statali, gli operai o i pensionati. Alla fine dello scorso anno, ovvero pochi giorni fa, c'è stato un controllo a tappeto della Guardia di Finanza in una nota località turistica da VIP, per appurare quanti dei possessori di auto di lusso dichiarassero un reddito adeguato al proprio tenore di vita. Questo episodio è stato criticato da molti per il periodo in cui è stato eseguito, durante l'alta stagione delle vacanze natalizie, e per la risonanza mediatica che ha avuto. Molti altri hanno elogiato un'azione che, finalmente, desse un segnale forte a tutti quelli che finora l'hanno fatta franca evadendo in maniera sfacciata le tasse facendosi beffa di chi, invece, non può proprio evadere nulla perché se le trova trattenute già sulla busta paga. In effetti concordo con la riflessione che in questi giorni ha fatto il presidente dell'Ordine dei commercialisti italiani Claudio Siciliotti: "i controlli a tappeto dell'Agenzia delle Entrate sono meglio del redditometro" e che la “lotta all'evasione va al più presto affiancata da una inflessibile lotta a sprechi e corruttele nella pubblica amministrazione". Il punto è proprio questo: finora si è sempre operato su “presunzioni” ovvero su studi statistici, i cd. studi di settore, per controllare chi evadesse le tasse, addossando l'onere di provare la propria innocenza al cittadino che percepisce l'azione accertativa non come un'azione di giustizia sociale ma di aggressione dello Stato sul singolo. Il problema è proprio questo: la giustizia sociale! Se cerchiamo sul dizionario della lingua italiana la parola che meglio si rifà al concetto di “giustizia sociale” ci soffermeremo sulla parola “equità” ovvero imparzialità, giustizia, capacità di valutare con equilibrio e obiettività. Bisogna stare attenti, però, a come si arriva a giudicare l'imparzialità che non è sicuramente il risultato di studi statistici, ovvero la media matematica, che come diceva il poeta romano Trilussa: “da li conti che se fanno seconno le statistiche d'adesso risurta che te tocca un pollo ll'anno: e, se nun entra nelle spese tue, t'entra ne la statistica lo stesso perch'è c'è un antro che ne magna due.” L'equità intesa come giustizia sociale, fa rientrare, quindi, nella valutazione del caso singolo la considerazione di quegli elementi che lo caratterizzano, a dispetto della statistica e dell'apparenza, valutando la specificità del caso concreto. Nello specifico in una situazione di grave difficoltà dello Stato come quella che stiamo vivendo, ed in considerazione che il nostro è uno Stato Sociale, chi più ha più deve contribuire, ovvero tutti devono contribuire secondo le proprie possibilità. Questo è il concetto che è alla base della nostra democrazia e sancito nella nostra Costituzione. L'uguaglianza non solo formale ma anche sostanziale e questo significa che la vera uguaglianza è rappresentata dall'equità e non dalla parità formale di trattamento per tutti. Non dobbiamo contribuire tutti con un “pollo” a testa, ma ognuno con una percentuale del numero di polli che realmente mangia! E speriamo che quest'anno riusciremo a mangiare tutti almeno un “pollo”!!!

SommariaMente

Periodico mensile a diffusione gratuita in corso di registrazione

Redazione Corso Italia 375, 80063 Piano di Sorrento (Na) Copertina: Antonella Salvucci info@sommariamente.it - tel 081.19913191 redazione@sommariamente.it Hanno collaborato: Alessandro Gioia, Biagio Verdicchio, Catello Giordano, Direttore responsabile: Eugenio Barba, Fara Castellano, Filomena Parlato, Francesca Arpino, Marica Esposito Giovanni Morana, Giovanna Arpino, Ilda Pizza, Laura Aversa, Rosario Direttore Editoriale Criscuolo, Silvana Aiello Raffaele Somma I collaboratori sono autonomi e non percepiscono compenso Progetto Grafico Qualsiasi collaborazione è da considerarsi a titolo gratuito Lello Somma

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AttualMente di Giovanni A. M. Morana - Avvocato

SPESE DI GIUSTIZIA E TUTELA DEL CITTADINO La Costituzione Italiana, nella sua prim a parte che riguarda i diritti ed i doveri dei Cittadini, all’art. 24 statuisce che: “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittim i. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedim ento.” Per assicurare che ogni Cittadino possa effettivam ente tutelare i proprii diritti, questa stessa norm a prevede, al secondo com m a, che: “Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i m ezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione.” Infatti, chi è titolare di un reddito im ponibile non superiore ad euro 10.628,16 risultante dall’ultim a dichiarazione può essere am m esso al patrocinio legale “a spese dello Stato” e sarà difeso, in sede civile che penale, da un avvocato a sua scelta tra quelli che risultano iscritti nell’apposito elenco del “G ratuito Patrocinio”. Per assicurare che i diritti dei Cittadini siano efficacem ente tutelati secondo Giustizia il predetto art. 24, addirittura, prevede che: “La legge determ ina le condizioni e i m odi per la riparazione degli errori giudiziari.” – In pratica, la Costituzione vuole che ogni Cittadino, indipendentem ente dalle sue capacità econom iche, possa tutelare i proprii diritti rivolgendosi con fiducia al M agistrato (cioè al Potere Giudiziario dello Stato), sapendo che la Legge sarà ben applicata tanto che essa stessa prevede che eventuali “errori giudiziali” saranno riparati! Sem brerebbe chiaro, quindi, che ogni legge em anata dallo Stato, per rispettare i princìpii appena richiam ati

della

Costituzione,

dovrebbe

rendere

“facile”

al

Cittadino

la

possibilità di tutelare i proprii diritti. Eppure così non è! O gni giorno, infatti, il Legislatore (cioè il Potere Legislativo dello Stato) em ana leggi che, per dichiarati m otivi econom ici e di decongestionam ento delle strutture giudiziarie oram ai al collasso, al contrario di quanto prevede la Costituzione, ostacolano, e di fatto im pediscono al Cittadino, rendendola sem pre più costosa ed onerosa, la difesa dei proprii diritti. L’esem pio più banale è la recente norm a che, elim inando la esenzione dal pagam ento del contributo previsto per la presentazione dei giudizi innanzi al M agistrato, ha im posto il pagam ento anche per la “opposizione alle m ulte”

inflitte per la violazione delle norm e del Codice della

Strada: in pratica nessun Cittadino andrà a tutelare un suo diritto che ritenga violato da una m ulta “ingiusta” se per farlo deve pagare già una som m a anche superiore alla m ulta stessa! Lo Stato da un lato incassa più soldi e dall’altro ne spende m eno per il m inor num ero di cause, m a il diritto del Cittadino che fine fa? E la Costituzione? G ià nel Luglio scorso il Decreto Legge N ° 98/2011, aveva aum entato di una buona percentuale il “Contributo Unificato” (cioè la “tassa” che si paga al m om ento di presentare il giudizio nella Cancelleria del Giudice com petente) ed aveva introdotto il pagam ento del Contributo anche per quei procedim enti che, per esem pio in m ateria di Fam iglia e di Lavoro, da sem pre erano stati


e s e n ta ti p e r fa c ilita re il C itta d in o a lla tu te la d i p a rtic o la ri d iritti. E la C o s titu z io n e ? Q u e s ta , c h e è la P rim a L e g g e d e llo S ta to a lla q u a le tu tte le a ltre d e v o n o u n ifo rm a rs i, a ll’a rt. 1 1 3 p re v e d e c h e : “C o n tro

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ImprenditorialMente di Marica Esposito

HERBELIA, UNA REALTÀ IMPRENDITORIALE EQUENSE, ALLA CONQUISTA DELL'ITALIA INTERA! Nel 1995, in un piccolo laboratorio di Vico Equense, in provincia di Napoli, è nata una impresa destinata a conquistare l'Italia Intera. La giovane dottoressa Enza Palmigiano ha creato una linea di prodotti per la cosmesi che in poco tempo ha conquistato il favore del mercato prima campano e poi nazionale. Nel 2002 c'è stata la svolta che ha portato la piccola realtà artigiana, a divenire un'azienda leader nel settore della produzione di linee cosmetiche apprezzate dagli specialisti del settore e dai consumatori, grazie alle capacità manageriali della sorella Stefania e del cognato Nello Maresca. Infatti, oggi, Herbelia è una realtà molto più grande, ben strutturata e organizzata con un team di risorse umane professionali ed appassionate; è dislocata in 3 reparti diversi, ognuno specializzato in un settore e dislocato in vari borghi del comune di Vico Equense. Alla produzione di cosmetici si sono affiancati, nell'ultimo anno, un istituto di bellezza, una scuola di formazione, uno show room ed un centro pilota HerbeliaFarm che ha l'obiettivo di creare una rete di franchising nazionale. Tutto ciò è coordinato da un ufficio management e marketing dove vengono studiate le strategie da utilizzare per l'attuazione degli obiettivi. La cosa che più caratterizza l'azienda Herbelia è la filosofia che ne ispira l'azione, ovvero cercare di “prendersi cura” dei propri clienti, con attenzione e professionalità, creando un'atmosfera familiare ma allo stesso tempo competente, che ha come obiettivo il benessere nella sua complessità e globalità, non tralasciando alcun momento, dall'accoglienza all'arrivederci. Chi entra in contatto con l'azienda Herbelia può essere certo di entrare in una realtà che è fuori dai canoni cui si è abituati, e che sicuramente rimarrà piacevolmente sorpreso, perché l'estetica e la cura del corpo sono soltanto il pretesto per raggiungere il benessere globale della persona. Infine, ma non certo meno importante, soprattutto in questo momento di crisi nazionale, l'azienda Herbelia dà lavoro a numerosi giovani nei vari settori: nel laboratorio di produzione e confezionamento dei cosmetici, nel magazzino dei prodotti finiti, in cui si svolgono tutte le funzioni legate alla logistica e alla contabilità dell'azienda, e nel Centro Benessere HerbeliaFarm con l'annessa scuola di formazione “Beauty University”. Insomma, ricerca scientifica, prodotti di qualità, formazione e, soprattutto, soddisfazione e cura dei clienti, sono le chiavi del successo di Herbelia e della dottoressa Enza Palmigiano.


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ArtisticaMente di Biagio Verdicchio

I MILLE VOLTI DI GAETANO AMATO Poliedrico. Attore di cinema, teatro, fiction e poi scrittore. Gaetano Amato è un po' l'emblema dello stakanovista dei nostri tempi. In teatro è con Sal Da Vinci in Napoli chi resta e chi parte, lo spettacolo culto degli anni '70 che ha consacrato al successo attori del calibro di Massimo Ranieri e Angela Luce, allora giovanissimi e promettenti artisti. Uno spettacolo di Giuseppe Patroni Griffi basato su due atti unici di Raffaele Viviani che, a distanza di 35 anni, Francesca Scarano ha rimesso in scena, dedicandolo al padre Lello, e ne ha affidato la regia e la direzione al grande Armando Pugliese. Gaetano Amato, che per tutti rimarrà sempre Sergio, il poliziotto della serie TV “La Squadra”, ambientata nel cuore di Napoli, è ora nelle sale cinematografiche con l'ultimo gioiello di Woody Allen, Midnight in Paris , in cui appare anche il geniale Roberto Benigni. A gennaio sarà di nuovo in TV, su Canale 5, con "Ultimo", il cui protagonista è Raoul Bova. Tra tutte queste “fatiche” sorprende però sempre più la sua veste di scrittore. Infatti, ha presentato a novembre il suo terzo romanzo, “Gioco Segreto”. Con quella sua faccia che sa esprimere sguardi cattivi o infinitamente buoni con la stessa naturalezza, Gaetano Amato, “cane sciolto” sul set ma anche nella vita, sa raccontare, emozionando e sorridendo, anche usando carta e penna. Il suo “Gioco Segreto”, edito da Testepiene, è un thriller mozzafiato ambientato nella sua Napoli. Nell'intervista rilasciata alle telecamere di Sommariamente, ha raccontato le emozioni di questa ultima fatica letteraria: “l'idea era di creare una storia incentrata su un serial killer a Napoli, dove di solito si parla di morti ammazzati dalla camorra. Perché un serial killer deve essere per forza americano e chiamarsi John? Il mio, poi, è un assassino “pulito”: ammazza con un colpo di pistola alla schiena. Quasi in sordina, senza spargimento di sangue. Ciò che intriga, è che si tratta di una gara di neuroni. Ad un certo punto i poliziotti capiscono che non possono farcela da soli e allora si fanno aiutare da una psicologa: per creare questo personaggio e farle dire le cose giuste, ho chiesto un aiuto alla mia compagna, che fa questo di mestiere! Grazie a lei, i poliziotti capiscono che per battere l'omicida devono cominciare a ragionare come lui, anticipandone le mosse”. L'amore smisurato per la sua città, fa da sfondo al libro; e pensare che Napoli sia considerata esclusivamente come il sud della monnezza dimenticandosi che è stata la culla della civiltà e della cultura, lo irrita ogni volta che ne parla. Un amore schietto e sincero per una terra complessa e ricca di storia e di risorse inutilizzate, che Gaetano Amato manifesta ogni volta che è sul palco, sul set e dietro ad una scrivania.


CinematograficaMente di Raffaele Somma

INCONTRO CON...ANTONELLA SALVUCCI Giovane, bella e di talento! Antonella Salvucci è un concentrato di doti rare: giornalista, conduttrice ed attrice. Ha esordito come fotomodella ma subito viene notata dai talent scout della TV che la ritengono perfetta per ruoli nelle maggiori fiction di successo sia della RAI che di Mediaset come: Carabinieri, Il Maresciallo Rocca, Distretto di polizia, Un medico in famiglia 3, Il commissario Rex, Era mio fratello, Il bello delle donne 2, La stagione dei delitti, Moana. Poi il salto di qualità nel mondo cinematografico che culmina con il ruolo da protagonista nel film “L'educazione sentimentale di Eugénie” diretto da Aurelio Grimaldi. Donna eclettica e poliedrica si impegna costantemente nella sua continua crescita professionale che, come ha rivelato all'inviato di SommariaMente, si arricchisce sempre di nuove esperienze e di lavoro incessante per valorizzare il talento naturale: «Ognuno di noi possiede quello che ha costruito – ha detto Antonella – non ci si può avvicinare al mondo dello spettacolo solo grazie alla presenza fisica e ad un talento acerbo. La disciplina, la preparazione, i continui aggiornamenti sono aspetti molto importanti. È vero che così ci vuole più tempo e fatica per emergere, ma alla fine si viene premiati, ed è un successo più duraturo». Infine, è molto importante per raggiungere il successo, secondo la Salvucci, una buona dose di determinazione e caparbietà. Infatti, asserisce con orgoglio: «come mi disse una volta Alberto Sordi “se ti cacciano dalla porta tu rientri dalla finestra”». Le chiediamo cosa si prova a lavorare con registi del calibro di Aurelio Grimaldi, Lamberto Bava, Lina Wertmuller, Paolo Sorrentino e quali insegnamenti ha tratto dall'esperienza sul set con loro. Antonella con un caldo sorriso carico di ricordi ha risposto: «Si impara molto dai registi con cui si lavora perché ognuno ha un proprio stile e la proprie peculiarità. Ad esempio Aurelio Grimaldi è un grande intellettuale ed una persona semplicissima, sembra un bambino pieno di entusiasmo, è schivo, non ama la vita mondana e le occasioni ufficiali e non usa neanche il cellulare. Ecco questa sua genuinità e ricchezza di valori tradizionali la sa trasferire sul set ma riesce, comunque, a riservare sorprese con improvvisi tocchi più decisi e trasgressivi. Mi ha insegnato a non ricercare a tutti i costi un'immagine troppo perfetta e patinata, soprattutto nel mondo dello spettacolo è importante riappropriarsi della propria identità più profonda, che viene poi trasposta nei personaggi rendendoli più reali. Lamberto Bava è molto esigente sul set e, a volte, severo. Indimenticabile per me la scena nel suo film" il Torturatore" dove io sono rinchiusa in una bara , la mia amica mi trova sotto una pioggia torrenziale ed io, agonizzante, provo a parlarle ma poi le muoio tra le braccia. Al doppiaggio Lamberto si è commosso nel rivedere quelle immagini e ciò fa capire che in fondo è un gran sentimentale! Mi ha insegnato a lasciarmi andare fino in fondo, compenetrandomi nel personaggio, e con lui è stato facile perché ti senti supportata da una grande regia. – E continua – La Wertmuller la adoro, anche se all'inizio non era proprio così perché mi ha truccata lei con una riga nera sugli occhi, marcandomi le sopracciglia e tagliandomi pure la frangetta, ma a lei perdoni tutto! È una vera forza della natura, c'è da rimanere incantati per come si muove sul set provvedendo ad ogni aspetto, potrebbe fare il lavoro dei tecnici, dei macchinisti, delle sarte, degli elettricisti, del direttore della fotografia...


Conosce ed ama così tanto il suo lavoro che non le sfugge niente e solo quando lei sente armonia totale sul set, si può iniziare a girare. Mi ha insegnato la naturalezza, la fluidità , il ritmo da dare ad ogni scena. Paolo Sorrentino è un vero talento della regia e della scrittura, il suo modo di girare è unico. Me ne sono accorta già quando mi ha fatto il primo provino: da come impostava le scene, dal modo in cui maneggiava la telecamera, immaginiamo poi con la macchina da presa! Cura molto i suoi attori e li valorizza più che può. Infatti ci teneva a dire: “per me siete tutti protagonisti!” Una sensibilità artistica che si avverte anche sul piano umano. Infatti, quando l'ho incontrato all'ultimo festival di Cannes era con Sean Penn per la presentazione del film "This Must Be the Place" ed io non osavo avvicinarmi per salutarlo. È venuto lui da me, mi ha presentato Sean Penn e ci siamo intrattenuti a parlare anche del nostro precedente lavoro insieme. Lì, ho capito che il successo non l'ha cambiato ma lo ha reso ancora più interessante! Mi ha insegnato a sognare volando in alto, a crederci, perché quando i sogni sono legittimi ed accompagnati da impegno e passione si realizzano, proprio come è successo a lui.» Nel cinema quali ruoli le si adattano meglio? «Ho avuto la fortuna di spaziare tra ruoli molto diversi tra loro, ed è proprio questo che adoro nella recitazione: la capacità di trasformarmi sempre e comunque in donne anche completamente diverse da me, entrare in personaggi sempre nuovi, esplorarli, imparare da loro, capire che vita hanno vissuto, che esperienze hanno fatto, come si muovono, come parlano. Io, che sono in continua evoluzione, sempre alla ricerca di esperienze nuove, non potrei chiedere di meglio per appagare il desiderio di vivere più vite contemporaneamente!» e poi aggiunge «Mi è piaciuto molto interpretare una nobildonna del '700 con le caratteristiche movenze austere ed eleganti che mi hanno fatto sognare i fasti di quell'epoca; bello anche interpretare ruoli d'azione, che mi vengono naturali, dato che sono una sportiva; nei ruoli drammatici rivelo, invece, la mia anima fragile, sensibile che tendo, invece, a proteggere nella vita quotidiana.» E quale ruolo sogna di interpretare? «Mi piacerebbe interpretare ruoli brillanti, che ancora non mi hanno proposto, che potrebbero mettere in risalto la mia personalità solare ed imprevedibile. Al momento amerei essere la protagonista di una intensa storia sentimentale ricca di sfumature, di lati intimisti e psicologici.» Questi ruoli potrebbero essere interpretati anche in qualche fiction? «Perché no! La fiction ormai è al suo massimo splendore e anche i più grandi attori di cinema e teatro stanno cedendo al suo fascino. È innegabile che questa sia una nuova forma d'arte che, per qualità e competenze, si sta avvicinando al cinema. Infatti, anche se sul piccolo schermo, si possono gustare prodotti di ottima qualità che sono fruibili ad un pubblico molto vasto che si affeziona ai personaggi restituendogli una popolarità immediata e smisurata». Chiediamo ad Antonella Salvucci un'ultima cosa, prima che lasci il camerino per entrare in scena: quale futuro vedrebbe per la TV italiana? «Vorrei una rivoluzione totale. Io sono cresciuta con i grandi varietà del sabato sera, fatti di balli, canti e tanta eleganza. Il pubblico a casa vuole sognare, e non ascoltare le urla dei reality e dei talk show». Come non essere d'accordo? http://www.antonellasalvucci.it


PoeticaMente di Silvana Aiello

NEL POZZO DEI RICORDI Calo dentro me la fune

SOTTO UN CAPPELLO DI STELLE I tuoi occhi Nei miei Storditi

dei ricordi.

Magia appena inventata

Il secchio è presto pieno.

Sotto questo cielo…

Pesa.

Mago d' amore

Tanto.

Sfuggente Paura

Respiro,

Esiste il per sempre?

prendo f iato,

Favola antica

guardo

Eppur

con il timore di chi sa già.

nuova Cappello da mago

Lacrime versate

Il cielo stellato

pugnalate ricevute

Tu vago…

violenze non giustif icate

Mio mago…

offese mai dimenticate abbracci negati

Fa' che sia vera Non solo Chimera

sorrisi smorzati da rancori mai svelati.

DITE DICIAMO

In questo amaro pozzo

Vorrei entrare nel tuo mondo senza rumori

di ricordi mai svaniti

per sentire la tua musica

butto giù

vorrei ballare con te nella stanza buia che è il tuo mondo e

un secchio nuovo

imparare i passi della tua danza.

lucente

Vorrei guardare il cielo con i tuoi occhi . Vorrei ridere come fai tu e

profumato

riscaldare i cuori.

metto dentro tutti i miei sogni

Io qui sento solo rumori, poca melodia

e

Vedo tanto dolore, c'è poco da ridere.

nell'attesa

In questo mondo di normali ci sono solo cuori freddi,

dono sorrisi carezze perdono.

c'è poco da riscaldare. Piccolo, tenero f iore dai petali dorati di te diciamo che sei diverso soltanto perché ci spaventa il tuo magico universo.


SpettacolarMente di Laura Aversa

INTERVISTA CON MARY BOCCIA Mary Boccia nasce in provincia di Napoli, molto presto la sua immediata capacità comunicativa le fa riscuotere molteplici successi. Artista poliedrica, talento eclettico, Mary si afferma ben presto come cantautrice, presentatrice, vocalist e speaker.Tra le sue produzioni ricordiamo il Cd prodotto da Renato Zero che contiene il suo brano "Gli Occhi di Aisha", in ambito dance invece ben due canzoni hanno animato le notti campane: You And Me e Fiesta Siesta (2011). Durante un suo spettacolo di vocalist, ho avuto il piacere di conoscerla e la fortuna, successivamente, di esserle amica. Conoscendola personalmente credo fermamente nel suo talento ed è per questo che ho voluto dedicare l'attenzione a questa stella nostrana. Mary, animatrice delle nostre serate, facciamo un punto sulla tua carriera, all'attivo hai numerosi successi, premesso che ogni scalino è stato raggiunto con determinazione e sacrificio, quale di questi ti ha gratificato di piu'? In assoluto gli applausi del pubblico che mi segue e la stima e l'affetto che tutti mi riservano!E' un regalo che si rinnova e mi nutre di volta in volta. Ogni step è stato importante nel mio percorso soprattutto perché sono un'artista che si è formata da sola con la vera gavetta;per questo ho sentito significativo e necessario ogni piccolo traguardo:di sicuro l'uscita del mio 1° disco “Le mie parole” nel 2009 ed ascoltare le mie canzoni alla radio. Poi ricorderò sempre l'incontro con Renato Zero in occasione della presentazione del catalogo “Io e l'altro”.Eravamo a la Feltrinelli di Roma, lui in prima fila ed io la prima ad esibirsi. Entra il mio amico musicista Giuseppe Giliberto che si siede al piano e poi io,raggiungo il microfono e parte la musica. Ho cantato “Gli occhi di Aisha” la canzone che avevo scritto occasione del concorso su Fonopoli e grazie alla quale sono entrata a far parte del disco realizzato da Fonopoli con la supervisione artistica di Renato Zero. E' stato davvero emozionante. Negli ultimi anni c'è stato poi l'incontro con la star Barbara Tucker, regina dell'house music, da sempre uno dei miei idoli. Ricorderò per sempre i suoi complimenti per la mia voce e la mia grinta sul palco nella prima serata fatta insieme e sarò sempre onorata di esserle ancora amica da quel giorno. In questi anni ti abbiamo vista al fianco di Michele Placido in numerose edizioni (o spettacoli, aiutami tu) è un progetto destinato a continuare? Si tratta di “Todo el amor”,uno spettacolo che consiste in un intreccio tra musica e poesia. Nel 2009 sono stata al fianco del maestro Michele Placido per presentare i suoi 40 anni di carriera. E' stata una grande festa,il tutto si è svolto ad Ascoli Satriano (FG),da lì la prestigiosa collaborazione con questo grande artista che mi ha voluto accanto a sè per Todo el amor. Sono stata onorata di aver calcato palchi di numerose piazze in Basilicata,Puglia e Calabria al suo fianco e aver impreziosito il mio percorso artistico con lui con i suoi insegnamenti e complimenti. Siamo in contatto,l'ultima volta è stato a Catanzaro in primavera. Spero ricapiti presto l'occasione di presentare per lui… Nonostante tutte le mete raggiunte in questi anni di lavoro, dedizione e professionalità, nonostante gli elogi e l'affetto dei fan che ricevi ogni giorno, hai ancora un sogno nel cassetto? Mai smettere di sognare!Ricordo che già da piccola sognavo di cantare,magari facendo piano bar e così è stato,ho infatti iniziato così a 17 anni!Poi avevo il sogno di realizzare una raccolta di brani miei e da lì la nascita del 1° disco di 7 canzoni scritte da me “Le mie parole”. L'amore per la musica e la comunicazione poi mi hanno fatto avvicinare alla dance,mi sono fatta conoscere e stimare da tantissime persone nell'ambito club come speaker vocalist singer. Sono arrivati nel 2011 i singoli “You and Me” e “Fiesta Siesta”. Ad oggi però riconosco che la cosa più bella e che mi più mi emoziona è sempre il palco e l'affetto dei miei fans. Grazie a loro mi sento fortunata e trovo la voglia e la carica per fare di più e meglio (spero). Ho realizzato molti sogni ma continuo a sognare…magari di avere un giorno una famiglia e riuscire ad affermarmi anche all'estero con delle mie produzioni e di avere sempre un palco e un microfono per poter cantare. Oscar Wilde diceva: Date alle donne occasioni adeguate ed esse possono far tutto. Mary, donna che non ama star ferma, in quali produzioni ti vedremo in questo 2012?? A breve partirò con un mio programma radiofonico in onda il sabato pomeriggio su Radio Antenna Uno. A gennaio è in arrivo la mia nuova produzione dance commerciale di cui sono autrice insieme a Joseph Sinatra che porta come titolo “Let it be”. Per la primavera l'uscita di alcuni pezzi deep house a cui sto lavorando. In estate ci sarà un mini tour come cantautrice in giro per il sud Italia in cui canterò con la band i pezzi del disco “Le mie parole” ed altri miei inediti più delle cover riarrangiate in stile pop dance. Seguitemi in giro per club come vocalist singer. Le date sempre aggiornate sono su www.maryboccia.it o sulla mia pagina facebook http://www.facebook.com/#!/profile.php?id=100002603544789


MusicalMente di Biagio Verdicchio

SORRENTO... SORPRENDIMI! "Sorrento cambia stagione", con questo accattivante slogan il Comune di Sorrento aveva presentato ad inizio novembre la quarta edizione di “M’illumino d’Inverno”, ciclo di eventi promosso dal comune di Sorrento e dalla Fondazione Sorrento con il contributo della Regione Campania. Il messaggio descrive chiaramente l’intento di valorizzare, nel periodo tra novembre e aprile, le innegabili capacità attrattive di una città unica al mondo, coniugandole con la rinomata qualità dei servizi e delle eccellenze locali. Musica, cinema, intrattenimento per i più giovani, cultura, comicità, degustazioni, tradizione, folklore: c’è di tutto in un programma ricchissimo di iniziative che lo scorso 7 gennaio ha concluso la sua prima parte del calendario, quello relativo alle festività natalizie. Doppio lo spettacolo che si è vissuto in Piazza Tasso: la comicità surreale e irriverente di Peppe Iodice e la musica di una delle band più longeve del panorama musicale italiano: gli Stadio. Sommariamente, con le sue telecamere ed i suoi inviati è stato presente ed ha raccontato la stragrande maggioranza degli eventi in programma. Dalle Giornate Professionali del Cinema, al Sorrento Jazz festival, fino agli appuntamenti con la tradizione più “nobile” del Natale, in giro tra presepi e poi in piazza, anzi nelle piazze della città di Torquato Tasso: Piazza Lauro con la sua pista del ghiaccio, e piazza Tasso – a lui dedicata – location ideale, con il maestoso e luminosissimo albero, per i numerosi concerti come quello de I Neri per Caso, di Raphael Gualazzi e degli Stadio. Un successo che ha convinto anche il pubblico: numerosi i turisti italiani e stranieri che hanno scelto di trascorrere le festività natalizie a Sorrento, gustandone l’inverno, che ha un sapore sicuramente diverso da quello estivo, ma non meno accattivante e romantico. La chiusura di questa prima parte ha visto assoluti protagonisti la comicità di Peppe Iodice, il cabarettista già visto a Zelig, Quelli che il Calcio, Number Two e Sport Show, con un monologo di quasi un’ora dove ha (s)parlato di tutto, dalla crisi e dalle manovre del governo Monti (“pubblico di Sorrento, applaudite, tranquilli, tant’nun s’paga!”), fino alla famiglia, complice la recentissima paternità (Sofia, un anno). Davanti alle telecamere di Sommariamente, poi, si è lasciato andare ad un divertentissimo botta e risposta con la nostra Francesca Arpino, a dimostrazione di una spontaneità e di un carisma senza eguali. Bellissima anche l’intervista rilasciata da Gaetano Curreri, leader degli Stadio che con il loro “Diamanti&caramelle Tour” ha fatto tappa a Sorrento. Trent’anni di carriera per la più longeva rock band italiana. Trent’anni di successi straordinari (“Acqua e Sapone”, “Grande figlio di Puttana”, “Sorprendimi”, “Ballando al buio”, “Lo zaino”), Gaetano Curreri sottolinea alle nostre telecamere che le canzoni degli Stadio sono oggi “come preziosi diamanti, vivono di luce propria”. “Questi trent’anni sono stati vissuti “trotterellando” e non correndo, e forse questa la ragione di un successo che vive ancora oggi”. Alla domanda se oggi sono i talent show televisivi, la strada da percorrere per chi vuole intraprendere questo mestiere, il leader della band bolognese sottolinea che non ha nulla contro di essi (per una di esse, Noemi, Gaetano ha musicato “Vuoto a Perdere”, e con il gruppo canta “La promessa”, brano contenuto in Diamanti&Caramelle), che oggi imperversano in televisione. “Personalmente non li seguo, però se esce una bella voce, un bel talento, perché non promuoverlo oltre il mondo televisivo?” Ribadisce il cantante. E proprio sui giovani, la riflessione forse più bella, peraltro ripetuta anche al numerosissimo pubblico assiepato in Piazza Tasso: “oggi i giovani sono incollati a internet, facebook, twitter. Tutti ottimi strumenti, per carità, se usati con moderazione però. Ai giovani dovrebbero essere concessi più spazi, più opportunità, permettere loro di raccontare e raccontarsi”. E i giovani, in piazza, davvero non mancavano. Alla fine a vincere è stato questo intenso binomio. Sull’asse Sorrento e la musica, il pubblico sembrava quasi chiedere alla città costiera, come cantano Gli Stadio: “Sorprendimi!”. E la dolce Sorrento ne ha dato ampia risposta in queste settimane di festa.


FantasticaMente del piccolo Enzo

LA STORIA DI BOOMER IL TROLL E KEN IL CAPITANO DEI GUERRIERI Nel 6999 dal pianeta Trollandia partì Boomer per raggiungere la Terra, con un razzo costruito con dei pezzi caduti dallo spazio sul suo pianeta. Dopo un viaggio durato circa tre settimane, atterrò sulla Terra in un fitto bosco. Nel suo girovagare, per capire dove esattamente fosse, trovò uno strano oggetto dalla forma di calzino. Esso, però, non era un calzino normale e quando lo indossò si accorse che era magico perché si adattava, nella forma e nella grandezza, al piede del Troll. Boomer si nascose dietro un cespuglio quando sentì un fortissimo rumore, e dalla paura si grattò le chiappe! Dal cespuglio vide le guardie a cavallo che si recavano ad un maestoso castello poco lontano, ma i guerrieri di guardia sulle torri del castello videro questa strana creatura aggirarsi nel bosco e diedero l'allarme come se dei nemici stessero per attaccare il castello. Ken, il capitano dei guerrieri, a capo di un drappello di soldati, andò in perlustrazione alla ricerca di questa creatura misteriosa. I soldati scovarono Boomer nascosto tra i fitti cespugli e subito informarono Ken. Intanto Boomer cominciò a sudare fortemente ed attivò, a causa della sua paura, il calzino magico che emise una forte puzza che fece addormentare tutti i guerrieri che gli stavano intorno. Ken raggiunse i suoi guerrieri e fu protetto dalle sue armi magiche: lo scudo emise un forte vento che allontanò la puzza mentre la spada diventò di fuoco e lanciò palle incandescenti che circondarono Boomer bloccandolo. Ken, allora, lo potè catturare ma, dopo aver sentito la sua storia, fece un accordo con il Troll: lo avrebbe lasciato ritornare sul suo pianeta a patto che lui avesse impedito, in futuro, ad altri troll di raggiungere la Terra. Enzo

In questo numero inauguriamo una nuova sezione dedicata ai bambini! I genitori, le maestre e gli stessi bambini o ragazzi che vogliono vedere pubblicati i loro capolavori: fiabe, poesie, racconti, fumetti o disegni particolarmente significativi, possono inviarceli all'indirizzo mail: redazione@sommariamente.it Marica Esposito


StilisticaMente di Filomena Parlato

IL GIORNO DEL SI... PER GLI INVITATI Seguendo la scia di ciò che abbiamo detto nei numeri precedenti, stavolta vorrei dare qualche suggerimento agli invitati! Prima regola: evitare di indossare abiti di colore bianco, perché è il coloro ad esclusivo appannaggio della sposa. Se la cerimonia è di mattina, eviterei anche il look total black, più indicato, invece, per le cerimonie pomeridiane e le grand soirée! Quando si riceve l'invito bisogna accertarsi, per prima cosa, del tipo di cerimonia alla quale prenderemo parte in modo da regolarci di conseguenza. Mi sento di consigliarvi, a meno che non siate delle teen-ager, di evitare le scarpe scomode e se le acquistiamo per l'occasione, indossiamole un po' in casa prima di affrontare la cerimonia. Sarebbe molto sconveniente finire, come capita ad alcune persone, senza scarpe sotto il tavolo. Sarebbe una vera caduta di stile! Acquistiamo, dunque, un paio di scarpe comode e con un tacco non troppo alto oppure accertiamoci, quantomeno, che queste abbiano un platò avanti che ci renda più confortevole la camminata. Sconsiglierei, inoltre, gli abiti troppo succinti perché seppure bellissimi, sono poco pratici per essere indossati per una lunga cerimonia durante la quale staremo quasi sempre sedute o in posizioni che poco si addicono agli abiti succinti; personalmente opterei per un abito comodo ma in linea con il nostro stile in modo da farci sentire a nostro agio in ogni situazione. Se abbiamo un atelier di fiducia, è sicuramente lì che converrà andare per gli acquisti, perché sapranno consigliarci per il meglio anche per quanto riguarda gli accessori come cappelli, sciarpe o stole, fibbie e fermagli per acconciature. Infine, se avete un gioiello particolare che volete indossare per l'occasione, non dimenticate di portarlo con voi quando andate a fare shopping, sarà più facile fare la scelta dell'abito e degli optional giusti. I signori uomini dovranno assolutamente seguire poche semplici regole. L'abito dovrà essere in sintonia con quello della compagna, magari abbinando il colore della camicia, o qualche altro particolare al suo vestito; non dovranno mai indossare le scarpe di vernice, o troppo lucide, perchè si va ad un matrimonio e non alla prima del San Carlo; ricordatevi di non slacciare mai giacca e cravatta durante il rinfresco, sarebbe orribile e soprattutto darebbe l'impressione di sciatteria e poco rispetto nei confronti degli sposi e della cerimonia che hanno organizzato. Ricordatevi di non eccedere con il vino per non perdere i freni inibitori e rischiare di fare figuracce inutili. Capitolo a parte è quello che riguarda le damigelle e i paggetti che saranno vestiti secondo il gusto della sposa. Mi auguro che questi brevi ma sentiti consigli siano utili affinché la cerimonia del matrimonio, così importante per gli sposi, non diventi un peso per nessuno! Questi suggerimenti sono frutto dell'esperienza della mia vita e mi auguro che siano di aiuto per evitare lo stress da cerimonia, sia per gli sposi che per gli invitati.



AutomobilisticaMente di Alessandro Gioia

L'EVOLUZIONE DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE L'indagine storica riveste eccezionale valore di attualità, in quanto permette un gioco di raffronti, offrendo la possibilità di tirare le somme, attraverso il tempo, anche sulle innovazioni scientifiche e sullo scibile umano. E' ormai certo che l'amore per una scienza, per una dottrina, per una speciale branca del sapere, muove, in genere, dalla conoscenza delle rispettive tappe evolutive. Tappe che di solito hanno ripercussioni dirette o mediate nel settore della tecnica, del costume e dell'arte. I pionieri dell'applicazione del vapore alla trazione e alla comunicazione via terra furono molti uomini d'ingegno e, su tutti, Francesco Maceroni, nato nel 1788 ed emigrato in Inghilterra nel 1820 dove approfondì i suoi studi ed esperimenti sulla locomozione stradale a vapore. A quel tempo in tutta Europa si studiava l'applicazione della macchina a vapore ad un'ipotetica strada ferrata, ma uno dei primi progetti fu italiano e riguardava la ferrovia che collegava Livorno a Roma. A questo seguirono, poi, numerose altre linee: la Milano - Venezia, la Firenze - Livorno, la Trieste - Venezia e la Napoli a Nocera. La conferma di questi progetti innovativi è riportata dal volume del Conte Antonio Piola, stampato nel 1838, dal titolo “Delle strade ferrate e della loro futura influenza in Europa”, in cui sono riportati anche numerosi disegni progettuali e particolari costruttivi. Il Regno delle due Sicilie, che già aveva tenuto a battesimo in Italia la navigazione a vapore, fu anche il primo ad inaugurare un tronco ferroviario, da Napoli alla “stazione del Granatello in Portici”, il 3 ottobre 1839 su progetto e realizzazione dell'ingegnere francese Armand Bayard de la Vingtrie. Le locomotive, uscite dalle officine Longridge & C. di New Castleon-Type su prototipi Stephenson, ebbero un nome, Bayard e Vesuvio. L'apertura dell'esercizio avvenne con grande sfarzo e con grande concorso di popolo lungo il percorso di mt. 7411,58 (compiuto in circa 11 minuti). Il c o n v o g l i o inaugurale era composto da una locomotiva, un tender e nove vetture per un totale di 250 viaggiatori. La bellezza di queste opere originali e innovative prodotte dall'ingegno umano si può ammirare nel fantastico museo ferroviario di Pietrarsa sul litorale di S. Giorgio a Cremano, unico museo dedicato all'evoluzione delle ferrovie e dei trasporti ferroviari.


Nel 1875 il comune di Napoli concesse alla S.A.T.N. (Societè Anonime des Tramways Napolitains), con sede legale a Bruxelles, il diritto di costruire ed esercitare, nel perimetro della città di Napoli, una rete di strade ferrate a trazione di cavalli. Si deve alla Società belga, nei primi anni del XX secolo, lo sviluppo e la trasformazione in elettrico del servizio di trasporto. Nel settembre del 1918 il Comune assunse direttamente la gestione delle tranvie urbane rilevando, nel 1927, anche il servizio extraurbano gestito ancora dalla S.A.T.N. L'azienda tranviaria del Comune di Napoli (A.T.C.N.) negli anni successivi incorporò, riorganizzando il servizio, le linee suburbane del nord e dei paesi vesuviani. Negli anni trenta l'amministrazione comunale affidò la gestione dei servizi di trasporto all'EAV (Ente Autonomo Volturno), che ristrutturò il parco mezzi acquistando, dal 1932 al 1934, vetture tranviarie a carrelli e gli autobus Fiat 635R tipo “Napoli”, costruiti appositamente per la città, predisposti per l'utilizzo a benzina ed a gasolio. Nel 1940 venne inaugurata la prima linea filoviaria, a servizio del quartiere di Posillipo. Subito dopo l'Amministrazione Comunale rilevò la gestione del servizio. Lo scoppio della seconda guerra mondiale inflisse un durissimo colpo alla città ed alla sua rete di trasporti, in seguito ai numerosi bombardamenti. Il 18 settembre 1947 nasceva l'Azienda municipalizzata A.T.A.N. (Azienda Tranvie Autofilovie Napoli). Quest'ultima fu particolarmente impegnata nell'opera di ricostruzione postbellica: realizzo la rete filoviaria vomerese (1951); acquistò, nella metà degli anni cinquanta, materiale rotabile tecnologicamente avanzato per l'epoca, come i 401/UM AERFER a struttura portante tra i primi in Italia ad essere dotati di cambio semiautomatico; trasformò in filovia la rete tranviaria dei Comuni Vesuviani, rimodernò la rete elettrica e acquistò nuovi filobus; utilizzò, dal 1960, i primi autobus a due piani in lega leggera (prodotti dall' AERFER) classe “Panoramic” sulle linee di Posillipo; costruì la nuova sede aziendale in Via G. Marino (1962); ricostruì gli impianti del Garittone e di Carlo III; assorbì le ditte di manutenzione ARAN e Partenopea Trasporti; acquisì le funicolari Centrale, Chiaia e Montesanto. Nel 1976 l'allora Sindaco Maurizio Valenzi, insieme alla Giunta Comunale, pose la prima pietra per la costruzione di una metropolitana leggera, rifacendosi ad un progetto dell'architetto napoletano Lamont Young che anni prima aveva strutturato un sistema di trasporto integrato gomma/ferro molto complesso ma mai realizzato. Agli inizi degli anni novanta il progetto metropolitano, in avanzata fase di costruzione, subì un blocco causato dallo scandalo di “tangentopoli”. Da allora molti anni sono trascorsi e l'EAV dopo molto tempo torna ad occuparsi di trasporto di massa. Ormai sono lontane le immagini degli operai della metro-collinare che applaudivano l'arrivo del primo convoglio, ma quello era un applauso dedicato al loro lavoro, ad uno sforzo condiviso di uomini e mezzi finalizzati al progresso ed al miglioramento della società. In quel gesto era sintetizzato un senso profondo dell'essere umano: il saper incidere sulle cose della natura! Quella gente era felice di aver compiuto il proprio lavoro egregiamente. Quelle maestranze erano palesemente felici di aver faticato, sudato, temuto le frane in galleria ed aver vinto la paura e la stanchezza. Gente orgogliosa e consapevole del senso dei sacrifici fatti. Gente cui va data speranza di futuro, come va data anche a chi non ha avuto fin qui altrettanta fortuna come molti giovani napoletani. Perché è con il lavoro, e con quella gioia di compierlo, che si cambia la città e si può aspirare a riportarla agli antichi splendori.


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