Centrali a biomasse, ora è allarme

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Tuscolo 183

2-05-2013

il TUSCOLO CASTELLI

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numero 183 30 aprile 2013

CASTELLI

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Ok dalla Provincia agli impianti di Colonna e Albano, preoccupazione tra i residenti

«Centrali a biomassa», ora è allarme di Claudia Proietti COLONNA - Nell’aprile del 2012, con una determina della Provincia di Roma, è stata approvata la realizzazione di una centrale elettrica alimentata a olio vegetale per la produzione di 820 Kw di energia nella cittadina di Colonna, in via Pratoni Parti Comuni, sulla via Casilina. La notizia, portata alla luce dalla giornalista Elena Taglieri e confermata dall’amministrazione comunale, è stata però appresa solo da poche settimane dagli ignari residenti. Allarmati dalla possibilità che venga realizzato un impianto inquinante, pericoloso per la salute degli abitanti0, potenzialmente dannoso anche per le numerose coltivazioni presenti nel territorio circostante, alcuni cittadini hanno deciso di formare un Comitato per informare la popolazione, attuare una raccolta firme, chiedere di visionare la documentazione e gli atti che hanno legittimato il progetto e presentare quindi ricorso urgente al Tar del Lazio contro la decisione della Provincia di Roma. Nei giorni scorsi si è tenuta una delle prime riunioni del costituendo comitato, che ha visto la partecipazione di cittadini provenienti anche dai comuni limitrofi di San Cesareo, Monte Compatri, Monte Porzio, Palestrina, Zagarolo, Rocca Priora e del prof. Enrico Del Vescovo, presidente dell’associazione ambientalista Italia Nostra Castelli Romani. «Il progetto - denunciano i cittadini è stato approvato da oltre un anno, la Conferenza dei servizi si è riunita ben

tre volte in Provincia e a noi che stiamo sul territorio non è stato fatto sapere nulla. Neanche dal Comune di Colonna che ha partecipato alle riunioni. Perché questo silenzio? Cosa si vuole nascondere? Siamo preoccupati perché non è vero che le centrali che bruciano oli non sono inquinanti. Inoltre questi oli non vengono prodotti sul territorio, ma vengono importati da paesi del Terzo mondo viaggiando su navi e camion, a loro volta inquinanti, per arrivare fino a noi. E poi chi verificherà la manutenzione e il corretto funzionamento ?». La preoccupazione dei residenti per l’impianto di Colonna potrebbe presto allargarsi ad altre popolazioni visto che la richiesta di realizzare una centrale elettrica a biomas-

sa liquida di oli vegetali è stata presentata dallo stesso gruppo imprenditoriale anche al Comune di Albano. A quanto sembra, infatti, sia la Edovit Srl (Colonna) che la Power Oil System (Albano) farebbero riferimento alla Etika Solar Spa fortemente impegnata nello sviluppo di energie alternative. Con prospettiva di richiedere nuove autorizzazioni anche a Frascati e Zagarolo. Ma come sarà realizzato questo impianto? Secondo le specifiche diffuse dal Comune di Colonna che aprono un dibattito più ampio e difficile da affrontare in questa sede sul tema delle energie alternative - si tratterebbe di realizzare due container (tecnicamente denominati shelter) al cui interno sono alloggiati due gigan-

teschi motori diesel di origine navale; due serbatoi da 23 mc ciascuno e di un terzo container per la parte elettrica e per i sistemi di riduzione delle emissioni. Un impianto del genere utilizza, al posto del classico diesel delle navi, olio vegetale e deve essere «dotato di un sistema di abbattimento fumi molto sofisticato che elimina gli inquinanti eventualmente presenti nei gas di scarico». La potenza elettrica di 820 kW viene ceduta all'Enel tramite una conversione a media tensione che si colloca agevolmente in una piccola cabina. «Un impianto del genere - si legge in un manifesto del Comune di Colonna - ha un impatto ambientale più che accettabile. Non si tratta di un inceneritore, non produce scorie solide in quantità apprezzabile, non è rumoroso. L'occupazione di suolo è limitata (entra agevolmente in un piccolo campo di calcetto) e, terminata la vita utile (10-15 anni), facilmente ripristinabile allo stato originale». «L’amministrazione - ha affermato il sindaco Augusto Cappellini - non può entrare nelle decisioni di competenza della Provincia e ha solo confermato che la destinazione urbanistica dell’area scelta per realizzare l’impianto è compatibile con il progetto e ha dato il suo nulla osta per l’impatto acustico. Personalmente spero che non venga costruito e stiamo cercando un confronto con gli imprenditori, insieme al senatore Bruno Astorre, per rivedere il tutto. A quanto sembra gli investitori starebbero ripensando all’idea perché ormai poco redditizia dopo i tagli statali al Conto Energia».


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