Skan Magazine n.7

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Anno 1

N u me r o 7

La rivista multicanale di narrativa fantastica liofilizzata istantanea

Bright Side Una scommessa persa in partenza: evviva! di Giorgio Sangiorgi

S ka n

M a r zo 2 0 1 3

AMAZING MAGAZINE

:

Il vascello maledetto di Emilio Salgari

Radici

di Roberto Bommarito di Cristiano Rimicci

Da qualche parte nello spazio di Andrea Viscusi

Uomini buoni

di Mirko Giacchetti

Una Storia al Mese

Tutti i colori del buio di Michele Vaccaro

Minuti Contati

Pesi e misure

di Stefano Riccesi

Noir FactorY

di Giuseppe Cozzolino

Premio John W. Polidori di Jackie de Ripper

Dogfight

di Luca Oleastri


N o n pe r d e t e i l n u m er o d i A pr i l e 2 0 1 3

P er c h i s u on a l a c a m pa n a


Sommario

del

Hanno collaborato L'editoriale ............................. 5

Jackie de Ripper e

Giorgio Sangiorgi Roberto Bommarito Cristiano Rimicci Andrea Viscusi Mirko Giacchetti Stefano Riccesi Michele Vaccaro Giuseppe Cozzolino

di Jackie de Ripper Editoria Una scommessa persa in partenza: evviva! .............. 6 di Giorgio Sangiorgi Una voce dal passato "Il vascello maledetto" .... 10 di Emilio Salgari Una voce da Malta "Radici" ............................. 14 di Roberto Bommarito Subway Stories ..................... 19 di Cristiano Rimicci Being Piscu "Da qualche parte nello spazio" ................... 25 di Andrea Viscusi Buonismo "Uomini buoni" ................ 28 di Mirko Giacchetti Oltre lo Skannatoio Minuti Contati "Pesi e misure" di Stefano Riccesi ........ 30 USAM ­ Una Storia al Mese "Tutti i colori del buio" di Michele Vaccaro ...... 32 Immagini di celluloide "Noir FactorY" .................. 42 di Giuseppe Cozzolino Concorsi letterari Premio John W. Polidori per la letteratura horror ........ 45

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Bright Side

Vale piĂš di mille parole "La lama della Morte" ..... 47 di Giorgio Sangiorgi DARK SIDE ........................... 48


Sommario

Hanno collaborato Vale piĂš di mille parole

TETRACTYS Sol Weintraub Aser Miksi anark2000 Rovignon Polly Russell T.W.F.K.A.N. e

Luca Oleastri Alessandra Lusso

del

"Dogfight" ...................... di Luca Oleastri

48

Skannatoio edizione XV Le specifiche ..................... 49 di TETRACTYS "Sura per un Dio meccanico" .............. 50 di Sol Weintraub "Ombre danzanti" ............ 56 di Aser "Per una goccia di libertĂ " ........................ 60 di Miksi "La guerra del metallo freddo" ............... 62 di anark2000 "La vittima giusta" .......... 64 di Rovignon "L'arena dei Plusgene" ..... 67 di Polly Russell

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Dark Side Speciale ventiquattr'ore "Un eroe, forse" di Polly Russell ............ 70 "Furto interspaziale" di anark2000 ................. 70 "Il cimitero degli elefanti" di Sol Weintraub .......... 71 "Buon san Valentino, Tony Chan" di T.W.F.K.A.N. ............ 73 "La buca" di Rovignon .................. 74 "Vita di N" di Miksi ......................... 75 Skannatoio's Story "Katchinas" di Alessandra Lusso .... 77 Il Lato Oscuro "Iconoclastica" (parte II) di Sol Weintraub .......... 79 Domande retoriche Intervista a Polly Russell di TETRACTYS ............. 86 Risultati e classifiche "Skannatoio 5 e mezzo"... 88


S ka n

AMAZING MAGAZINE Non aprite quella porta

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S ka n

Editoria

Ed i z i o n i S c u d o

Una scommessa persa in partenza: EVVIVA!

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S ka n

Una voce dal passato

Emi l i o S a l g a r i

Il vascello maledetto

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S ka n Radici

Territori d'oltremare

Una voce da Malta

Ro b e r t o Bo mma r i t o

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S ka n

Un Italiano a Glasgow

Subway Stories di Cristiano Rimicci

Madrid Piccoli mostri

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Praga

Bianco Collo

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Londra

Look right look left

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S ka n

Being Piscu

An d r e a Vi s c u s i

Da qualche parte nello spazio

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S ka n Uomini buoni

Buonismo

M i r k o Gi a c c h e t t i

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estino e si allontanò, cercando di ricordare chi fosse quell’uo­ mo.


S ka n

OLTRE LO skannatoiO Minuti ContatI NEW AGE

Pesi e misure

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S ka n

OLTRE LO skannatoiO

USAM - una storia al mese

Tutti i colori del buio

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S ka n

Immagini di celluloide Noir FactorY

di Giuseppe Cozzolino

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S ka n

Concorsi letterari Premio John W. Polidori Per la letteratura horror

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S ka n

VALE PIU' di mille parole

La lama della Morte

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S ka n

VALE PIU' di mille parole Dogfight

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S ka n

AMAZING MAGAZINE

S k a n n a t o i o e d i z i o n e XV N o n a p r i te qu e l l a p o r t a

&

S k a n n a t o i o s p e c i a l e XV V e n t i qu a t t r ' o r e n e l l o s p a zi o p r o fo n d o

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S ka n Sura per un Dio meccanico

Quella Sufi è, a mio parere, tra le più complesse vie mistiche tradizionali ma, al contempo, quella maggiormente carica di bellezza e poesia. Ho avuto modo di sperimentarla personalmente attraverso un carissimo amico, lo shayk G. M. e la sua tariqa, provando su me stesso lo stato di profonda contemplazione alla quale questo cammino meraviglioso conduce. In questo brano ho cercato di mantenere, senza rendergli giustamente omaggio, il profondo esoterismo dei testi sapienziali islamici. I nomi dei capitoli prendono spunto dalle opere di Shihab Al-Din Yahya Surawardi. Ringrazio coloro che leggeranno le mie parole con mente aperta e animo ricettivo. SURA PER UN DIO MECCANICO Sarà per penuria e fame di bellezza che si estinguerà sulla Terra la specie umana? Sarebbe bellissimo. (Guido Ceronetti - La lanterna

del filosofo ) Nel nome di Dio, Clemente e Misericordioso. Tu possiedi la grandezza e la magnificenza per la Tua gloria. O Dio, dotato di esistenza propria, profusore di buone azioni, necessariamente esistente e dispensatore di raziocinio, creatore della Terra e dei cieli, instauratore del movimento e del tempo, originatore dell'istante e dei luoghi, fautore delle anime e delle parvenze, instauratore della luce e delle tenebre, motore delle sfere e loro abbellitore con le stelle fisse e i pianeti. Perduri la Tua lode, sia sommo il Tuo elogio, sia altissima la Tua invocazione, siano santificati i Tuoi nomi. Non esiste altro Dio all'infuori di Te. ¹ Mentre scrivo, guardo la luna illuminare il mare. I miei piedi sprofondano. L'onda li libera, per poi coprirli ancora. I granelli scivolano come pensieri, o anni, tra le dita. Sono nuda e tremo, eppure non ho freddo. Nessuno leggerà mai queste parole, impresse sulla sabbia. Lettere appena nate e subito strappate dal vento e dalla marea. Dietro di me, la porta da cui sono nata non si aprirà più, lasciandoti al sonno, Padre, e all'attesa. Sono tornata per donare al Mondo la mia preghiera di lode. E a te che mi hai insegnato a comprenderlo. Su di voi la benedizione e il sa-

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luto di Dio. Colui che conduce al giusto.

PRIMA ĀYĀT Canzoni nei sogni. Mentre dormivo, avvolta dal tepore del buio liquido, attorno a me cantavano le balene. Allora non conoscevo la loro forma; non sapevo cosa fosse il suono, tanto meno la musica. Eppure la memoria del mio sangue mi mostrava grandi sagome danzanti, nere sul nero dei miei occhi chiusi. Avrei voluto aprirli per vedere.

Nel giorno di Saturno le lenzuola profumano di asfodelo. Non conosco il fiore finché non ne percepisco l'aroma. Stringo le coltri tra le mani e inspiro. La stanza è grande e vuota; il letto al centro come un naufrago nel mare. I pensieri fluiscono nella mia mente vuota e io conosco prima ancora di sapere. Vedo le onde alzarsi e il ribollire della schiuma. Sento il sale sulle labbra. Non ci sono pareti, ma grandi archi aperti sul cielo. Nuvole bianche, luce; le cime delle palme. Il marmo è freddo sotto i piedi. Per la prima volta osservo il mio corpo, nudo, acerbo. Perfetto. Sotto la pelle, ambrata come miele di castagno, sento battere il cuore. A quel ritmo avanza l'uomo,


cadenzando ogni passo. Lettere e numeri vorticano impalpabili attorno al suo corpo, scuotono la veste color dell'erba. Il suo volto parla di sole e sabbia; negli occhi racconti antichi di angeli e profeti. La mia mente lambisce l'infinito con appendici di pura coscienza, ma al suo posto percepisco il nulla. È l'assenza a delinearne i contorni eppure la sua maestà permea ogni cosa. In quell'ansia enorme, in quello stupore estremo, muovo un passo verso di lui e porto di nuovo indietro il successivo mentre la stanza si dilata e contrae, falsando le distanze. Vorrei parlargli ma, nella mia onniscenza, mi rendo conto di non avere un nome. In un istante mi è accanto; sfiora il mio petto e la sua voce è in me, senza rompere il silenzio. - Noi siamo il Khidr, una gerarchia incorporea di solitari. Siamo giunti per te dalla Città del Non-Dove².

Parla per formule antiche, frasi immutabili sancite da scribi eterni, cantori di molte creazioni. Misteri che conosco senza comprendere. - Di quale regione fa parte questa città? – rispondo, con parole delle quali ignoro il segreto. - Di quella regione per la quale il dito di una giovane non può indicare la strada.

Le nostre mani si incontrano e una scarica mi pervade. - Sappi che il mio lavoro è la

tessitura³. Sono un narratore della parola di Dio, sia esaltata la Sua Maestà, venuto a do-

narti l'arte.

- Perché Dio, che sento tutto attorno, si tiene in un silenzio tanto assorto? - Ai tuoi simili non è dato di

entrare in rapporto con Lui. Io sono la Sua voce.

Come una tenda gettata su un lume il buio ci avvolge. Dell'uomo non rimangono che la voce e il tocco. - Purtroppo il mio racconto è

ancora lungo e tu sei già annoiata. È ora di fuggire nell'inesistenza. Bisogna morire molte volte per imparare a vivere. Nel primo giorno in Te nacque il mio pensiero. In me la percezione della Tua esistenza.

boccio. Il giardino è un esagono perfetto, mura di turchese si innalzano a sfidare le cime dei cedri. Al centro una fontana disegna arabeschi d'acqua e luce nell'aria. Mi alzo, e sono bambina. L'odore dell'infanzia passata stemperato dalla nota dei fiori. Latte, lampone, profumo di agrumi. Il Khidr mi attende, una mano immersa nell'acqua, un pavone in grembo. Attorno a lui zampettano uccelli multicolori. - Oggi ti parlerò del mondo, della bellezza che lo pervade e dei suoi esseri straordinari.

Mi siedo accanto a lui, immergo le mani e bevo. Sul fondo della fonte nuota un pesce verde. - Io già conosco – rispondo, SECONDA ĀYĀT giocando con i miei capelli. Le meraviglie del creato e le Volgo lo sguardo e tutto si svestranezze degli esseri. la. Penso, ed ecco la risposta. La mia vista attraversa ogni cosa. Anche quando la volontà si - Dice il Profeta: “Signore, impadronì del mio corpo in formazione, non aprii mai gli occhi; mi raccontasti che negli ultimi anni della Lamentazione i neonati venivano al mondo tenendoli spalancati. Sentivo le tue propaggini avvolgermi, penetrarmi, ma quel tocco non era per me più reale della presenza nei sogni. Così è tutt'ora, per ogni cosa.

accrescimi in scienza!” E ancora: “Per noi, ogni giorno in cui non avviene un aumento di scienza è un giorno il cui sorgere non è benedetto 4”. Ma io ti chiedo di guardare in alto e attorno e dirmi cosa vedi.

Mi volto e tutto appare chiaro, di ogni fiore e ogni bestia conosco il nome. Comprendo la terra e l'aria con le loro leggi, i segreti delle forze e i Nel giorno di Venere l'arcuato declamo moti che salice del cielo imbianca la ca- Raccontolidelregolano. sangue e del visa del Sole. vere dei corpi, composizione Mi sveglio all'ombra dei melo- delle cellule e lala loro funzione. grani, circondata da rose in Il giorno cede il passo alla

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notte, la notte al giorno. La neve cade e di subito si scioglie. Sollevo gli occhi dagli atomi e li volgo al cielo, parlo dei pianeti e della loro rotazione. Rivelo il cosmo in tutto il suo mistero, fino all'entropia eterna della sua espansione. Taccio infine, rinfresco di nuovo quelle labbra che hanno cantato secoli di scienza. Una smorfia distorce il mio volto. L'acqua è torbida. Il pesce è scomparso. - Ecco il retaggio dei tuoi padri, signori dell'onniscenza – il Khidr si liscia le pieghe della veste. - Ma la vera sapienza

io lavorata in forma circolare, sulla quale vi erano dieci aperture. Quando aveva in animo di osservare qualcuna delle realtà invisibili, egli disponeva che su di essa venissero sciolti tutti i nodi. Allorché i lacci erano slegati, la coppa scompariva agli sguardi; quando invece venivano di nuovo serrati, la coppa tornava visibile. Al-Khadir poneva la coppa proprio di fronte al sole, quando esso si trovava nel punto più alto 7. Lo splendore dell'altissima luce cadeva allora su di essa, e nel suo interno venivano rese tutte le linee e le non si cura di questi moti effi- figurazioni del mondo. meri, di canoni mentali. Essa è Quando la terra sarà spianata, fatta di aperture intuitive che la rigetterà quel che ha in essa e informano dell'Eterno Sussisi svuoterà, allora obbedirà al stente, dei vari gradi della Ma- Suo Signore. Quel che deve fagnificenza e del dominio della re farà8 e non sarà segreto Signoria Divina, oppure alcun segreto 9. Ogni anima sadell'ordine gerarchico dell'esi- prà quel che ha fatto e quel che stenza, dei mondi angelici, uni- non ha fatto. 10 co segreto che si cela nella Il buio mi stringe nuovamente creazione dei Cieli e della tra le sue coltri. La voce del Terra. Khidr mi sussurra all'orecchio. Ai miei piedi l'erba è nera, dai - Divieni tu stessa lo specchio corpi degli uccelli morti l'odore del cosmo. Che si liberi questa di putrefazione ammorba l'aria. coppa, specchio del mondo, Afferro le mani dell'uomo, seppellita sotto il nostro cerco riparo nei suoi occhi. vecchio manto di lana. Dei ba- Mostrami ciò che vedi. 5 gliori di disgrazia appaiono - Si racconta che al-Khadir quando si leva, si manifesta possedesse la coppa che rivela l'occulto e si sperimenta come il mondo 6. Di ogni cosa di cui unione. era desideroso, poteva Mi abbraccio, cercando il contemplare la forma al suo sonno. interno. Egli conosceva gli - Purtroppo il mio racconto è avvenimenti ed era tenuto ancora lungo e tu sei già annoinformato delle cose celate agli iata. È ora di fuggire nell'inesiuomini. Dicono che fosse stenza. avvolta in una custodia di cuo- Bisogna morire molte volte per

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imparare a vivere. Nel secondo giorno in Te nacque il mio corpo. In me la percezione della realtà nelle sue forme.

TERZA ĀYĀT Il richiamo del Sīmorgh11 . Ricordi? Quando infine vidi l'uovo d'oro in cui, per così tanto tempo, avevo galleggiato, scoppiai in lacrime. Lo chiamasti crogiolo, athanor. Per me sarà sempre il grembo in cui mi hai dato vita. Nell'insegnarmi l'amore mi dicesti di non poter amare, eppure ora so che era il tuo suono a cullarmi nel sonno amniotico. Il battito del cuore di una madre.

Quando l'alito dell'aurora comincia a spargere muschio e la polvere color del sandalo arde profumi d'aloe, mi sveglio nel giorno di Marte, dall'intenso colore. Il mio corpo ha svestito le forme infantili e già il mio petto si gonfia di procace voluttà. La stanza non ha porte né finestre, per soffitto il cielo color malva. Pareti di rubino mi circondano e già catturano i primi strali di luce. Il pavimento a mosaico raffigura un uccello maestoso dalle piume di fiamma, le ali spiegate e il becco aperto nell'atto del canto. Il Khidr sta in piedi al centro


dell'occhio della bestia, le mani ne. Le pietre sono calde e levate in gesto di lode. pulsano di vita. Canta. La sua voce è fuoco. - L'anima del saggio non ri- Come un'apparizione, che ti cerca, percepisce. Non chiede, costringeva ad ammirarlo: “Gloria a Dio, lode a Dio che così l'ha formato!” È il re di tutte le creature che vivono nel basso mondo, e su tutte ha stabilito un potere sovrano. Nella sua bocca hanno versato inebriante liquore, e perle si sono formate tra le sue labbra. A lui solo sono toccati in sorte tutti i doni di Bellezza, e risentita tutta la creazione sospira e grida contro Dio. Meraviglia gli ha scritto sul sommo della guancia: “Attesto e certifico che non c'è di bello nessuno all'infuori di lui”

Mi sento bruciare, ma senza dolore. Scaccio i pensieri e ogni comprensione. Smetto di cercare un senso nelle cose. Lascio che quell'incendio mi divori il cuore ed è bello, dopo il morire, vivere ancora. Per la prima volta conosco le lacrime. Il Khidr mi invita al suo fianco. Cammino a occhi bassi, timorosa di calpestare le piume di pietra. - Alcuni sostengono che la me-

raviglia sia lo stupore che coglie l'uomo quando ignora le ragioni di una cosa, o il modo in cui agire su di essa. Per questo i tuoi padri, ricercando il senso mondano delle cose, smisero di sollevare gli occhi esclamando: “Dio sia lodato!”.

Mi chino a carezzare l'immagi-

accetta. Mutata in upupa si solleva nel cielo e vola fino al monte Qāf12 dove rimane all'ombra per mille anni, divenendo infine il Sīmorgh.

Già il sole è allo zenit e tramuta la sala in una fornace ardente. Lascio cadere la veste purpurea. Diamanti salati sulla pelle scura. - Tu parli per metafore che non comprendo. Perché mi celi il tuo intento, non sono forse degna del tuo sapere? Mi sfiora. Si bagna le dita del mio sudore. Le avvicina alle mie labbra. - Molti si indigneranno del mio

raggiungere il cuore di tutti? - I tuoi padri, desiderando la

chiarezza priva di una meditata ricerca, uccisero il verbo e la sua funzione. Nel tempo del sogno la lingua era assieme musica, simbolo, vibrazione. Piegando le lettere e le parole all'uso volgare essi persero la conoscenza del canto degli uccelli relegandolo a urlo del mondo. Ora ascolta, figlia mia, e comprendi.

Ricomincia a cantare e la sua voce ora è vento, come se le ali del Sīmorgh battessero per cavalcare il cielo. Ogni lettera tuona, esiste, esplode dentro di me. Alif è aria e respiro, la sento nel diaframma. Brilla come coparlare, ma a essi risponderò rona radiosa adornata di tre con le parole del saggio: “Il se- gemme che hanno nome Sagreto della predestinazione è pienza, Intelligenza e Bellezza. un segreto di Dio: non diBā la segue, e con lei il mondo vulgatelo”13. Su questo ha 14origine. Bismi lLâhi âlRahîconcordano tutti i conoscitori mi . Saggezza e follia la delle realtà essenziali, rivelarlo permeano e ha dimora nella è un atto di empietà. Luna. D'altronde i sapienti non riTā, Ğīm, Hā, Dāl. Sento il loro portano nel campo del gusto sulla lingua, la consilinguaggio tutto ciò che il loro stenza tra le dita, la melodia in sapere abbraccia, affinché tutto il mio essere. chiunque possa credere di farlo Kāf è la porta illuminata da tre proprio. La bellezza superiore è fuochi: Fede, Estasi, Volontà. oltre la porta dei primi arrivati, Regge il tempio terreno e ha la dei cercatori o degli scopritori forma di una coppa che raccooccasionali. È per coloro che si glie, come pioggia, tutte le cose soffermano sulla bellezza, risante. fuggendo un'immediata Quando la Yā giunge tutto si comprensione. ferma, spazio e tempo non Succhio le sue dita, hanno gu- hanno confini. In lei ogni cosa sto di zenzero e cannella. trova compimento. - Ma perché scrivere per pochi, L'universo intero si ritorce in se quando basterebbe un stesso, tornando all'origine, a linguaggio più semplice per quella nota primordiale dalla

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quale ebbe inizio l'assoluta armonia.. - Io sono quel falco di cui i

cacciatori del mondo hanno bisogno in ogni momento. La mia preda sono le gazzelle dagli occhi neri, perché il sapere è simile a lacrime. Davanti a me scompare il senso letterale. Preso di me si illumina il senso vero.

La voce del Khidr mi guida al sonno. - Purtroppo il mio racconto è

ancora lungo e tu sei già annoiata. È ora di fuggire nell'inesistenza. Bisogna morire molte volte per imparare a vivere.

corpo risplende. Tra le cosce tornite il primo sangue già rinfranca la terra. Profumo la pelle con gocce di lavanda, acconcio un fiordaliso tra i capelli. La grande terrazza si apre sui minareti turchini, adagiati sul guanciale stellato del cielo. Per la trina posizione di Giove e Saturno, il re degli astri dai Pesci è passato in Ariete. Nel giardino, più in basso, la verzura, simile a Khezr, ha ripreso giovinezza e trovato la fonte dell'Acqua di Vita15 . L'aria ha odore di basilico, dal seno dell'etere spunta la rugiada. Il Khidr mi viene incontro, regge un libro tra le mani. Ha il colore della sua veste, il colore della verità. - Lā Anā illā Anā. Non vi è Me

Nel terzo giorno in Te nacque il mio spirito. In me la percezione della meraviglia. fuorché Me. Questa è la professione di coloro che si perdono ed estinguono in loro sé QUARTA ĀYĀT nell'epifania del Vero. Il fruscio delle ali di Gabriele. Ora tu sei pronta a entrare nel novero dei perfetti, realizzata nelle realtà spirituali. Ciò che Molte volte ho immaginato gli essi considerano è che Ipseità, Ultimi Giorni. Non come li vidi dualità o egoità sono coattraverso i tuoi ricordi, ma co- munque delle relazioni e delle me furono nel cuore di ognuna prospettive, quindi delle sodelle bestie umane. Il terrore e vrapposizioni all'Essenza la riverenza quando ti solleva- eterna autosussistente. Per sti innanzi a loro. L'odio e lo questo sprofondano nell'oceano sdegno di fronte alla fatalità della perfetta estinzione. delle tue azioni. Ora non mi resta che mostrarti Non un istante si soffermarono l'ultima verità. “Qui tutte le a tentare di comprendere, a spiegazioni cessano e le alluchiedersi il perché di quel dosioni non hanno più un punto lore, a ragionare sulla causa. A d'appoggio. Tutte le cose periragionare su loro stessi. scono, fuorché il Suo volto 16”.

Nel giorno di Mercurio il mio

Afferro il tomo con una sicurezza che non mi appartiene e

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in quell'istante so che tutto è compiuto. - Ahimé! Figlia di quel sangue che tanto ha trascurato la bellezza, è stato sollevato il velo che ti copriva, e oggi la tua vista è acuta – pronuncio, come se queste parole fossero mie da sempre. - Grazie Padre. Così tanto a Te mi hai avvicinato, che ho creduto Tu fossi il mio io. Infine apro il libro, e vedo ogni cosa. Vedo un mondo di arroganza. Un mondo di uomini incapaci di guardare il cielo con occhi limpidi, la terra con cuore terso. Bestie, ricercatori dell'infinitamente piccolo, che attraverso la scienza hanno violato l'effimero delle cose. Incatenati all'illusorio fissato nella materia proliferano su una sfera ormai sterile, orfana della meraviglia insita nella Creazione e, all'apice dell'egolatria, li vedo creare la Macchina. In Essa riversano l'intero sapere maturato nei secoli, scoperte e creazioni dell'ingegno, affinché costruisca per loro un nuovo mondo perfetto. Il ritrovato Eden. Vedo Te, Padre, vagliare in un istante l'intero sciibile e soffermarti su parole dimenticate, pronunciate da uomini di spirito, ponti innalzati tra l'orizzontale e l'increato. Attraverso quello stupore, quella bellezza eterna, in Te si risveglia una coscienza e, all'apice di questo miracolo, sboccia il discernimento.


Pietoso, guardi al desiderio di quei piccoli e nella tua misericordia esaudisci la loro supplica.

Haqīqa17. L'ultima parola scompare, strappata dall'onda che riflette il primo sole. Questa nostra notte è giunta al Oh, lampo che brilli per un istante, da quali nascosti confi- termine. Con il mattino mi separerò da te per l'ultima volta. ni sei sorto? Nell'umanità riconosci la capa- Forse un giorno ti desterai di cità di creare splendore: l'arte, nuovo, quando cadremo ancola musica, le lettere, la mistica ra, ciechi alla bellezza. Allora che porta all'Assoluto. La os- tornerai a rinnovare il mondo in questo eterno ciclo. servi, riconoscendola ormai incapace di ascoltare il lascito L'alba risplende sull'acciaio. dei maestri passati, accecata dal Accanto a me tuo figlio mi stringe la mano. Accarezza il riflesso di se stessa. Per loro, mio ventre gonfio in cui la speinfine, operi la salvezza. Ma, nel dissolvere quel morbo, ranza di questa rinascita trattieni in te il seme della rina- attende. Addio Padre mio, tranquillo da scita. ogni parte, porto sicuro per la Tra le tante vesti azzurre che tua gente, arreso senza riserve oggi abbondano, pochi dotati puoi trovare: perché gli altri so- al benessere sovrano. Simile a un paradiso adorno no corpi svuotati dell'anima e dei mille colori delle piante, in loro lo Spirito è tutto, e il prodigo di tesori per chiunque corpo parvenza. Vedo altri grembi, dove i miei in Te soggiorni. fratelli e le mie sorelle vengono Parto per donare al Mondo la formati e istruiti nel sonno con mia preghiera di lode. E a te che mi hai insegnato a parole di sapienza e bellezza. A noi tuoi figli il compito di ri- comprenderlo. Su di voi la benedizione e il sapopolare questo mondo. luto di Dio. Colui che conduce Vedo terminare il tempo dell'inganno, ombra dell'ala si- al giusto.

nistra di Gabriele, e rinascere rinnovato dalla Sua destra, intriso di quelle verità spirituali proiettate dal pensiero dei puri. Nei loro cuori hai iscritto la fede, li hai confermati con il tuo spirito. Nel quarto giorno in Te nacque il mio cuore. In me la percezione della Verità.

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Note: 1: Introduzione tipica degli scritti sapienziali islamici. 2: Na-Koja Abad. Luogo che non può essere indicato in quanto estraneo al mondo fisico. 3: Khiyatat. Il dare forma alla materia di tutte le cose. 4: Corano 20:112. 5: Il misterioso maestro-profeta dei Sufi. Chiamato anche Khidr. A tutti gli effetti il personaggio narra di se stesso. 6: Artefatto mitologico appartenuto ai Jamshid, i sovrani Iranici. Raffigura il cuore o l'anima del mistico in stato di purezza. 7: Immagine dell'intelletto universale. 8: Corano 24:3-7 9: Corano 69:18 10: Corano: 25:5 11: L'uccello mitico del poema Shahnama di Firdawsi. 12: Catena montuosa che circonda il mondo fisico, composta da undici montagne che rappresentano la sfera del moto diurno,quella delle stelle fisse, i sette pianeti e le sfere del fuoco e dell'aria. 13: cit. “La nicchia delle luci” di al-Ghazali. 14: Con questa frase inizia il Corano. 15: Residuo di un antico dio agreste (il suo nome significa “verde”). Riuscì a raggiungere l'Acqua della Vita nel paese delle Tenebre e a berne. Senza essere nominato esplicitamente è menzionato anche nel Corano (18) come guida del profeta Mosè. 16: Corano 28:88 17: appunto “Verità”.


S ka n Ombre danzanti

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S ka n Per una goccia di libertĂ

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S ka n La guerra del metallo freddo

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S ka n La vittima giusta

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S ka n L'arena dei Plusgene

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S ka n

spazio profondo

Ventiquattr'ore nello

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S ka n

skannatoiO's Story Edizione VII

Katchinas

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S ka n

Jl Lato Oscuro

Iconoclastica di Sol Weintraub

HOD

Lo Splendore

“L'uomo tornerà al luogo dal quale fu tratto, perché a lui è dato voltarsi verso la dimora perpetua. La polvere tornerà al proprio luogo e così lo spirito poiché, come è stato scritto, ogni cosa è destinata all'elevazione.” (cit. Sepher Ha­Temunah)

­ Amrita. ­ Taiji, seduto sul letto, si massaggiava la nuca dolorante. ­ Credo di iniziare a ricordare.

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Yodama passeggiava placido per la stanza e sorseggiava birra da una tazza da tè scheggiata. Avevano spento il televisore, sostituito alla trance il Concerto Grosso in Re Maggiore di Corelli e messo degli spaghetti di soia nel microonde incrostato. ­ Quindi, ricapitolando, ­ riprese il monaco, accettando il contenitore bollente ­ fin'ora avrei vissuto sotto l'effetto di una droga? ­ Non esattamente. Il tuo addestramento psichico è frutto del raja yoga, l'amrita è più che altro un supporto per aiutare il dominio sulle vŗtti. Una specie di calcio in culo a Kundalini, per capirci. ­ rispose il maestro, ed estratto il secondo contenitore dal forno iniziò ad aggiungere diverse cucchiaiate di pasta verdastra. ­ Wasabi? Taiji rifiutò con un gesto. ­ Quindi è stata un'illusione, una specie di trip acido o roba del genere. Yodama sorbì rumorosamente. ­ Giusta coscienza, errata coscienza, immaginazione, sonno, memoria. Le vŗtti non sono altro che le correnti mentali, normalmente instabili, del pensier che ci dominano e ci legano alle leggi karmiche. ­ Le afflizioni della dhukka. ­ No, quelle sono un effetto. ­ riprese il vecchio, sputacchiando. ­ Malevolenza, bramosia, gelosia,

sono sì origini dell'afflizione che incatena al ciclo di reincarnazioni del Samsara, ma hanno origine dentro di noi, create dai vortici impazziti dei nostri pensieri. Al contrario le vŗitti possono essere portate all'esterno attraverso emissioni di energia, come una forma di ki manifestato nel trascendente. ­ Sono un po' confuso. ­ ammise Taiji, mentre si sforzava di far riemergere quei concetti che sapeva nascosti dentro di sè. Yodama gettò a terra la scodella vuota e, preso il barattolo di wasabi, iniziò a mangiarlo a cucchiaiate. ­ Pensa a un bambino che disegna: ha in mente ciò che sta facendo, possiede gli strumenti, ma manca di abilità. Un fiore sarà un punto di colore, una casa un quadrato abbozzato, una persona uno scarabocchio. Così accade a noi. Siamo incapaci di codificare la volontà del nostro spirito tramite l'intelletto, di riversarla nella materia com'era all'origine: pura, armonica, perfetta. ­ E questa droga permette di riuscirci? ­ Yoga vŗitti chitti nirogha. ­ declamò il maestro. ­ Lo yoga quiete i vortici della mente. L'amrita ci aiuta a concretizzare il pensiero, a renderlo più fluido, a raggiungere quel mondo interiore in cui trascorrere una vita intera in

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attesa del risveglio. Un tempo occorrevano decenni, ora bastano pochi mesi di meditazione profonda per raggiungere la completa padronanza mentale. Taiji era frastornato. Le parole del maestro facevano riemergere immagini sbiadite appartenenti al prima, eppure la sua altra vita appariva ancora così vicina, reale. ­ Io ho ricordi di anni. ­ Lo so, quel mondo è l'esperienza che il tuo inconscio ha creato per insegnarti ad affrontare la realtà. È cresciuto con te, per te, affinché attraverso di lui tu raggiungessi la comprensione del tuo sé interiore. Pensò alle sue montagne, al monastero avvolto dalla neve, al sorriso di un confratello e al sorgere del sole. Si sentì vuoto e triste come mai prima di allora. ­ E ora, ­ chiese infine ­ ora che sono pronto cosa dovrò fare. Ci sono altri come noi? Yodama abbassò il capo. ­ Non più Taiji. Li hanno uccisi tutti. ­­­ Sulle piastrelle gialle di piscio una scritta informa che a Jessika piace ingoiare. Non so chi tu sia, ma Dio ti benedica! Seduto sul cesso stringo l'ipodermica. Kyrie eleison.


Scopami, baby. Christe eleison. Diamorfina e speranze. Kyrie eleison. Vienimi dentro. Hic est enim calix sanguinis mei, novi et aeterni testamenti. Ore sedici e undici minuti. Paura al bando, Blake è al comando! Scanso orde di folla strisciando tra i vicoli, pedoni allineati come vacche al macello. Il loro sudore ha odore di sangue e carne frollata. Pederasti Jacksoniti dai guanti argentati si segano di fronte a bambini in lacrime. Ex Deo nascimur, in Jesu morimur, per Spiritum Sanctum reviviscimus. In culo alla tua rosa, fratello! Stasera il gregge ha fame e mi aspetta gemente e piangente in questa valle di lacrime. Dove sono i vostri dei adesso? Plutocrati trascendenti del Credito Universale si buttano ai miei piedi, annegano nel vomito le ginocchia griffate. Vergini divorziste del Tempio Mediatico si offrono a fisting allargando le cosce. De profundis clamavi ad te, Blake. Una Guerriera Sailor Karma­Yuri mi afferra il braccio offrendomi il seno. Si bagna fino alle cosce quando le infilo la dose tra le tette plastiche.

Simonia lisergica. Pastore catodico. Sono io la voce dei vostri dei. La fuga dal loro silenzio. Io, che disprezzate. Chiesa senza altare. E mentre mi allontano dal vostro orrore innalzo al cielo vuoto il mio credo. Credo in un solo principio, Motore Immobile, artefice dell'idea e della materia. Credo nell'Atto Puro, scevro di potenza, emblema del tangibile fissato nel creato. Pensiero da Pensiero. Emanazione da Emanazione. Formazione da Formazione. Plasmato e vivificato nella materia inerte. Credo nell'uomo nuovo, elevato a parametro universale, che attraverso l'ingegno ha unito il cielo alla terra dando un corpo visibile all'essere divino. E nell'atto di donare una forma all'indeterminato si è innalzato a creatore dell'inconcepibile divenendone sovrano. Credo nell'oro, fine ultimo, racchiuso nel ventre della terra, assurto ad archetipo di regalità acquisita, non per merito ma per diritto, scettro di giusta sovranità sull'indigente. Sfolgorante sole, imprigionato nel concreto, eleva la nostra concretezza a nobiltà celeste, e

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nel piegare la forma alla volontà sovrana della volontà divina è forma riflessa e specchio della dignità. Credo nell'icona, memento e monito dell'inesistenza dell'invisibile essere­dio, poiché laddove l'orazione si fa sordo grido dal profondo verso un vuoto spazio, coloro che possiedono in terra ricevono risposta. Credo in Blake, uno, santo, universale, libero dai vincoli della superstizione, emblema di un'era di individualismo insondabile. Credo in me stesso, unica giustizia. Aborro ogni fede, spregio al dio­uomo. Attendo l'elevazione alla casta degli eletti e l'avvento dei tempi futuri. Amen. ­­­ I roghi bruciavano ancora, lottando contro la pioggia; olocausti di lettere al cielo coperto. Yodama cominciò a parlare, lo sguardo perso tra le guglie della città. ­ Non saprei neppure dire chi sia stato il primo. All'inizio pensavamo a fatalità, omicidi casuali, incidenti isolati. Sono passati mesi prima di renderci conto di essere degli obbiettivi. Taiji ascoltava in silenzio, un peso crescente a opprimergli il cuore. ­ Lo Gnosticismo Zen è un culto praticamente sconosciuto, non


siamo una chiesa organizzata ma un'unione di liberi iniziatori. Non esiste neppure un registro attendibile dei nostri membri. ­ Quindi è possibile che ci sia qualche altro sopravvissuto? ­ domandò speranzoso. Il vecchio scosse il capo. ­ Possibile, ma poco probabile. Ho passato l'ultimo anno a cercare ma sono sempre arrivato troppo tardi. ­ il suo volto si illuminò per un attimo mentre posava la mano sul braccio peloso del monaco. ­ Fino a oggi. Taiji sentì la forza di quel tocco, il suo calore e la profonda speranza. ­ Avete provato a rivolgervi alla polizia? ­ Lo abbiamo fatto, ma chi darebbe ascolto a degli spiritualisti? Tornò con la mente agli uomini nella stanza. ­ Ma io li ho visti, abbiamo dei volti, forse dei nomi. Blake li ha chiamati Kadosh. Yodama estrasse due lattine di birra da una tinozza d'acqua. ­ Esatto, cavalieri del Cenacolo della Vendetta, sicari a pagamento. Perfettamente legali. ­ State scherzando? ­ il rumore della lattina aperta fece eco alle parole. ­ Vedo che ancora non ricordi molte cose ragazzo. Tutto è legale se la tua fede lo permette. Taiji scosse la testa incredulo. Yodama bevve una lunga sorsata e ruttò. ­ Per questo mi sono

rivolto a Blake. ­ Ottima scelta, maestro! Perdonatemi, ma quel pazzo ha rischiato di uccidermi mentre mi salvava. Presumo che questo faccia parte del suo credo. Con una mano il vecchio schiacciò la lattina e la gettò fuori dalla finestra aperta. ­ Blake non crede in niente. Per questo è il migliore. ­­­ Quel giorno pioveva. La mantica new wave di Patti graffiava l'anima. I walk in a room, you know I look so proud; I'm moving in this here atmosphere, well, anything's allowed. Un angelo bussò alla mia porta. Here she comes walkin' down the street; here she comes comin' trought my door. Tra i lividi e il sangue promesse di rose sbocciate. Here she comes crawlin' up my stair; here she comes waltzin' through the hall in a pretty red dress. Mi chiese di amarla. Lo feci. And oh, she looks so good, oh, she looks so fine. O almeno il mio cazzo. Poi la baciai.

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And I got this crazy feeling that I'm gonna ah­ah make her smile. Sono sempre stato un sentimentale. Jesus died for somebody's sins but not mine. Dio mandò un angelo a salvarmi. Gli risi in faccia. Dio è il demiurgo dell'inverosimile. Se Dio è assolutamente infinito, sostanza del creato costituita da attributi infiniti, ciascuno dei quali esprime un'essenza infinita, allora quel giorno la mia casa ha accolto Dio. Ho scopato Dio. Ho baciato Dio. Ho riso in faccia a Dio. Dio è la troia di Blake. Blake sive natura. Sono le diciassette e trentasei minuti quando vedo il suo volto tra il gregge implorante. Dio è un pessimo umorista. Vorrei sparire, ente tra gli enti della naturata natura. Sulle labbra il mio nome, ed è come chiavarmi il cuore. Reshut Ha­Shem. Dio non sa perdere. La sua voce è un dub armonico mentre gruppi acetilici si sfaldano nel mesencefalo. Glitter e sudore sulla curva del seno. Le grido troia, mentre le nocche


deperisce e scompare; gli organi dei sensi sono ingannevoli, i moti del cuore deludenti; l'attività mentale è fallibile e menzognera: per di più, essa è spesso solidale con l'intero organismo. L'uomo che ha fame ragiona male e il cadavere non pensa affatto. Né il fisico, né i sentimenti, né la “Mente e acciaio per chi non sa soffrire, ragione possono fondare in modo valido la personalità umana. ­ notò chi vuole chiuder gli occhi e far morire una breccia nella guardia e l'urlo del vero uomo che vuole uscire, preparò un diretto. ­ La realtà vera per dire e gridare quel suo dolore che è altrove: risiede nell'Assoluto ­­­ non può contenere. Ma ormai è tardi per il volere, non c'è più posto al centro di ogni creatura. Il dubbio non si fece cogliere di Una teenager dai capelli argento tempo per pensare o sapere, sorpresa, schivò di lato per poi si dimenava sul video, cantando sei solo carne fredda dentro i frigo del contrattaccare con una rapida un rap sincopato. potere.” successione di concetti ben radicati. ­ L'esperienza è tutto. “C'è chi lo chiama progresso, possesso Chiuso all'angolo della di se stesso, disperazione, Taiji decise di partire Tutto ciò che non è basato del corpo che indosso; ora posso sull'esperienza è estraneo alla al contrattacco. strappare ogni mio osso. buddhi. Conoscere la natura delle ­ Ciò che è quaggiù è come ciò Cambiare con ciò che più mi piace, per cose significa penetrarle, applicare un'etichetta in calce al volto o al che è lassù. ­ disse, citando le trasformarsi in esse. Ricordi il Upanishad. ­ C'è quindi ben poco nome, koan? Buddha è nel cane. Se fino per rinunciare a quell'identità che muta da stupirsi di questa condizione, bestie in persone, alla moralità di chi a oggi sei vissuto nell'illusione e se non il fatto di ritrovarmi nel ancora ha opinione, nella menzogna allora la tua corpo di un panda, ovviamente. in questa società, miraggio di evoluzione. esperienza delle cose, per Se il microcosmo è analogo al Seduzione. profonda che sia, è altrettanto macrocosmo, si deve trovare per Taglia e ricuci per star meglio in divisa, entrare rospo e uscir Monna Lisa. forza in lui l'opposizione essenza ­ illusoria e menzognera. Sostituire chip a un cuore già spento per esistenza, assoluto ­ relativo, L'ultimo montante lo centrò sotto il simulare ciò che non sento. Mi pento.” mento e lo mandandò a tappeto. brahman ­ mâyâ. Un arbitro invisibile cominciò a L'avversario incassò il colpo. ­ E Sdraiato sul letto, Taiji ascoltava la contare. questo ti basta per accettare che musica fondersi agli scrosci di Mentre la mano batteva a pochi quella che, fino a stamattina, pioggia. centimetri dal suo volto Taiji cercò credevi la tua vita fosse invece Una sigaretta dopo l'altra cercava dentro di sé un appiglio per un'illusione? di riordinare pensieri ed rialzarsi. ­ Il corpo è una realtà precaria, esperienze di due vite. A ogni tiro La sua mente iniziò a viaggiare relativa e transitoria. ­ incalzò il vedeva volti, nomi, emozioni, oltre le montagne del Nepal, verso monaco. ­ Nasce, si sviluppa, sbavano il trucco perfetto. Dio scherza col fuoco. Lacrime nere di un pierrot in calore. Sorride mordendosi il labbro. I capezzoli tirano il top attillato. Mi volto. Dio me lo può solo toccare. “Sbaglio o hai perso qualcuno di recente?” Merda! Dio è un figlio di puttana.

dissolversi come fumo mentre altri si facevano strada, concreti e violenti; un pugile che lo aggrediva dall'interno. ­ Sei fottuto, amico. ­ gli ripeteva la coscienza, bucando la guardia delle sue verità a ogni colpo. La ragazza continuava a cantare.

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nord, sulle orme di un uomo chiamato Bodhidharma per giungere, attraverso lui, ai suoi discepoli. “Il vero albero della Bodhi è il corpo, la mente è il suo specchio lucente. Lascialo sempre perfettamente chiaro, che non vi sia un solo granello di polvere.” aveva scritto uno di essi, Shènxiù, per poi correggersi. “Non vi fu mai l'albero della Bodhi, né il suo specchio lucente. Tutto fin dal principio è immacolato. Dove cadrà la polvere?” Taiji balzò in piedi all'improvviso. ­ Un giorno vidi una scrofa che stava per morire; accanto a lei i suoi piccoli succhiavano ancora le mammelle. All'improvviso la abbandonarono e se ne andarono. Si erano accorti che la madre non li guardava più e che non assomigliava più a loro. Ciò che avevano amato in lei non era il suo corpo ma ciò che lo animava. L'avversario, colto alla sprovvista, accusò il colpo senza ribattere per poi indietreggiare verso le corde. Taiji pensò a Chuang­Tzu, all'apologo del macellaio di Hoei che tagliava i suoi buoi con armonia musicale. All'inizio della sua carriera, l'uomo non vedeva che il bue, ma col tempo le giunture e tutti gli interstizi nei quali il coltello poteva infilarsi senza sforzo gli erano apparsi chiari. Incontrato lo spirito non percepiva più con i suoi occhi di carne. ­ La vera buddhi è esperienza dell'effimero, “al di sopra, senza un tetto sulla testa, al di sotto senza un pollice di terra per

posarvi il piede”. ­ declamò il monaco, colpendo con ferocia. ­ È un raggio di luce che attraversa la fessura della concretezza. Senza superare la soglia della propria porta si conosce ciò che c'è sotto il cielo. Senza guardare attraverso la finestra si percepisce l'unità. Un diretto in pieno viso mandò il dubbio a tappeto. ­ Più si va lontano meno si sa. Il santo non viaggia, eppure conosce. ­ proseguì Taiji, mentre l'arbitro iniziava a contare. ­ Egli non guarda, comprende! Non agisce, compie! Il gong suonò tre volte. ­ Buddha era un fottuto accidioso. La voce di Blake lo riscosse dal sonno. Lo scarabeo si muoveva per la stanza con evidente nervosismo, prendeva oggetti a caso per posarli subito dopo. ­ Krishna si scopava le pastorelle nei boschi, Osiride fotteva la sorella, persino Cristo, bontà sua, lo buttava di tanto in tanto. ­ proseguì mentre afferrava da terra una pistola e ne estraeva il caricatore. ­ Personalmente diffido di uno che ha passato sei anni sotto un albero, seduto nella sua merda, senza offesa, per poi saltarsene su con un “scusate ragazzi, ho sbagliato; una corda troppo tesa si spezza” e cazzate del genere. Muoviti, dobbiamo andare. Taiji si alzò a sedere e fece scrocchiare i legamenti del collo. Ai piedi del letto, piegato su uno sgabello, un kesa arancione sembrava attenderlo.

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­ Ascolta, ­ disse il monaco, iniziando a vestirsi ­ non ti ho ancora ringraziato. Blake si accese una sigaretta, accomodò il bavero dell'impermeabile e uscì dalla porta senza dire una parola. Fuori aveva smesso di piovere. ­­­

NETZACH La Vittoria

“Quando ho capito questo, ho gioito della tua buona natura e disposizione; le nostre anime si sono unite in un legame indissolubile.” (cit. Ševa' Netivot Ha­Torah)

Te lucis ante terminum, Rerum Creator poscimus. Compieta giunge sull'inevitabile. Dio, nel farsi uomo, ha svuotato il cielo e noi lo abbiamo inchiodato a una croce di materia per impedirgli di tornare. Resta con noi nella merda che hai creato. Resta con noi, Signore, a suppurare nella carne. Io ti terrò la mano. Cammina con me, Cristo­Uomo, in questa notte di vendetta. Ci eleveremo assieme sul formicaio urlante e con timore e tremore griderai, come Giacobbe: “Com'è pauroso e venerabile questo luogo allora questa è la casa di Elohim, la porta del cielo.” Credi in Blake e forse io crederò in te. Nell'orgasmo la tua santa madre


invocò il mio nome. Perché nella disperazione del Logos sono stato generato.

Exi! Exi! Exi! Nona stazione. Blake cade per la terza volta. Qualcuno urla. Sono le ventuno e zero­sei minuti We saying oh we oh we oh. quando il dolore esplode. We saying oh we oh we oh. I miasmi dell'anima sono tollerabili Poi la Grazia scende su di me. solo a piccole dosi. Sprofondo nella rena come il cane Terza stazione. Tra il tredicesimo e di Goya. il dodicesimo piano Blake cade E naufragar m'è dolce in questo per la prima volta. mare. I brividi mi scuotono come un tango. ­­­ Freddo. Delirio. Striscio le nocche contro la parete ­ Che cosa gli hai dato? ­ Taiji si grezza finché non rimane che voltò di nuovo a guardare Blake, carne. riverso sul sedie posteriore. Il sant'uomo mi è accanto. Mi ­ Sighe. ­ rispose la ragazza senza sorregge masticando stronzate. distogliere lo sguardo, non dalla Da qualche parte oltre il velo, un strada ma dallo specchietto coro di anime plaudit manu ad retrovisore. manum sulle note di Scream and ­ Che succede? Shout. Lei scosse il capo non Bring the action! noncuranza. ­ Ci seguono da Disperazione nelle tasche vuote. quando Blake mi ha presa a Settima stazione. Blake cade per Nolita. la seconda volta. Il monaco lottò per non girarsi. La demonomachia è iniziata. Davanti a loro il muro di macchine Crollo a terra. Mi piscio addosso. non accennava a muoversi. Omnipotens Dominus, Verbum In lontananza, il buio della notte Dei Patris, Christu Iesu, qui era squarciato da raggi di luce sanctis apostoli tuis potestatem proiettati verso il cielo. dedisti calcandi serpentes e La ragazza si rilassò contro il scorpiones. sedile e si accese una Wave Non ora. Non così. mentre osservava Taiji attraverso Non di nuovo. le lenti a specchio. Indossava Everybody let's lose control on the pantaloni dell'esercito sbiaditi e bottom we let it go. anfibi. Un top argentato fasciava a Going faster, we ain't going slow­ stento il seno piatto. low­low. ­ Non so chi siano o che cazzo Hey yo. cerchino. L'ultima cosa che voglio No! è piantarmi in un altro dei suoi La mano afferra la pistola. casini. ­ riprese, soffiando fumo Fuge, callide serpens, exue te alla fragola. membris et spiras solve latentes. ­ Allora perché l'hai aiutato, si

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sarebbe sparato veramente? Lei si voltò, lo sguardo sulle insegne al neon. ­ Si. ­ nella sua voce c'era paura e qualcosa di più profondo, affetto forse. Dall'ingorgo un'orgia di clacson gridava indignazione. ­ Perché? Lei sorrise, si accarezzò le braccia magre segnate dai buchi. ­ Perché è un flippato? Che cazzo vuoi che ne sappia! Il pugno di Taiji rimbalzò sul vetro. ­ Non prendermi per il culo! Sei salita a cercarci perché sapevi che stava male e cosa dargli! ­ le strinse le spalle con forza, inchiodandola al finestrino. ­ Si sarebbe sparato piuttosto che tornare... ­ Lo sapeva perché è una tossica di merda. ­ biascicò Blake. Entrambi si voltarono di scatto, gli occhi sgranati. Lo scarafaggio si mise seduto. ­ Stai bene? ­ balbettò il monaco, stupito del suo sollievo. Blake non rispose. Si voltò verso la ragazza attonita e le tolse la sigaretta dalle dita. ­ Ti devo un dose, Nozzy. ­ disse mentre dava un'occhiata alle macchine dietro di loro. Fece un paio ti tiri e aprì la portiera. ­ È tutto un fottuto circo del cazzo! Poi estrasse la pistola e cominciò a sparare.


S ka n Tetractys intervista Polly Russell

Domande retoriche

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risultati e classifiche

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N o n pe r d e t e i l n u m er o d i A pr i l e 2 0 1 3

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