Lo sguardo su Napoli. 50 Moleskine sulla città

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Lo sguardo su Napoli 50 taccuini per raccontare la cittĂ a cura di Simonetta Capecchi

Galassia Gutenberg XVII° edizione, 2006


Ognuno attraversa un luogo con un suo ritmo. Uno va svelto, uno si ciondola. Una città - una pagina - si percorre in mille modi: attento, lento, sincopato, frettoloso, distratto, sintetico, analitico, dispersivo... Il viaggiatore - lo scrittore scende come un archeologo nei vari strati della realtà per leggere anche i segni nascosti sotto altri segni, per raccogliere quante più esistenze e storie possibili e salvarle dal fiume del tempo. Claudio Magris, “L’infinito viaggiare”

Galassia Gutenberg XVII edizione 1_4 aprile 2006 Castel dell’Ovo, Sala delle terrazze Carnet Mediterranei In viaggio col taccuino rassegna a cura di Simonetta Capecchi

© Associazione Galassia Gutenberg - Simonetta Capecchi Napoli, aprile 2006


Lo sguardo su Napoli 50 taccuini per raccontare la città

Un piccolo libro bianco da riempire come contenitore di pensieri e immagini, una città da raccontare. Sguardi molto diversi tra loro si confrontano in questo esperimento collettivo in cui sono coinvolti non solo appassionati del carnet di viaggio, ma semplici viaggiatori di tutte le età. Abituati a scrivere o, al contrario, solo a produrre immagini, una trentina di autrici e autori adulti e circa ottanta bambini/e e ragazzi/e si mettono alla prova, utilizzando entrambi i linguaggi, per sperimentare l’efficacia di un racconto visuale. Racconti di viaggio reale nella metropoli ma anche viaggio nel proprio immaginario legato alla città di Napoli. I taccuini si aprono a fisarmonica, una striscia di carta pieghettata lunga quasi tre metri, come le antiche cartografie, come i moderni souvenir di cartoline. Oggetti in cui curiosare, in un caleidoscopio di pensieri, segni e colori.

“Lo sguardo su Napoli” è nato da un’idea di Simonetta Capecchi, Francesco Franceschi e Maria Liguori. 1


Un taccuino su commissione

Viaggiare senza fretta, fermarsi ad osservare, partecipare all’atmosfera del luogo, annotare le osservazioni su un quadernetto e accompagnarle con piccoli schizzi, acquerelli, collage, foto, inserti di vario tipo, è un modo diverso di guardare, di sentirsi in viaggio, anche senza allontanarsi troppo, un esercizio di comprensione della realtà e di incontro con l’altro. Il taccuino di viaggio può essere più espressivo di un album di fotografie e più efficace di un diario scritto. Nell’accostare i testi alle immagini, nel raccontare la sequenza di un viaggio, di una storia, piccola o grande, vissuta personalmente, risiede il fascino di questo oggetto ibrido, tra arte e letteratura, tra diario intimo e reportage. Da raccolta di acquerelli a racconto per parole e immagini, a prodotto editoriale, il carnet di viaggio è ricco di sfaccettature e di possibili declinazioni. A Clermont-Ferrand, sede di una Biennale francese del Carnet di viaggio, ho scoperto che il mio passatempo preferito è anche una pratica organizzata, fin troppo: espongono più di cento carnettisti e sono almeno trenta gli editori che dedicano una collana ai carnet di viaggio. Il tema è invece ancora relativamente nuovo in Italia. Così è nata “Carnet mediterranei”, rassegna sul quaderno di viaggio proposta a Galassia Gutenberg, manifestazione napoletana dedicata ai libri e ai prodotti multimediali, che vi ha riservato un ampio spazio all’interno della sua XVII edizione. Della rassegna ha fatto parte un artista importante come Pedro Cano, già presente dieci anni fa a Napoli con i


suoi quaderni di viaggio ad acquerello. E’ stato invitato anche Stefano Faravelli, i cui carnet sono stati di recente premiati in Francia e sono tra i pochi pubblicati in Italia. Inoltre, S. Capecchi, L. M. Fusco, S. Grande, F. Orioli, A. Packard e G. Zollo hanno esposto una ventina di quaderni di viaggio, Franco Lancio ha presentato una serie di cartoline illustrate in viaggio con Se una notte d’inverno di Calvino, Giovanni Berisio e Alessandra Drioli hanno presentato il documentario Pedro Cano a Patmos, Ambrogio Borsani ha discusso di viaggi e carnet con Stefano Faravelli, Caroline Peyron ha tenuto un atelier di pittura e l’associazione Artenope un workshop di fotografia stenopeica. A completare questa serie di esposizioni ed iniziative, ci è sembrato interessante, in un luogo che è stato spesso ritratto nei carnet di viaggiatori stranieri, stimolare persone curiose e abituate a guardare, a riempire un taccuino sulla propria città. “Lo sguardo su Napoli” coinvolge più di cento autori di ogni età, e di varie inclinazioni e professioni. Abbiamo invitato adulti e anche molti bambini e ambine, che ancora non hanno perso l’abitudine a raccontare con parole e immagini. Essendo un taccuino su commissione, fatto per essere esposto e letto dal pubblico, perde la spontaneità del diario personale o del quaderno di viaggio. Si tratta di un racconto che ha un destinatario e che diventa un progetto. La presenza dello sguardo del lettore, mentre ha inibito alcuni autori, ha costituito uno stimolo per altri. 3


Gli autori abituati a tenere un taccuino si sono impegnati ad utilizzarlo come uno dei propri, portandoselo dietro per un mese o poco più. Altri autori, abituati a progettare, hanno costruito racconti, più o meno articolati. Prevale comunque una dimensione soggettiva, intima, nel confessare un rapporto con la città molto ambivalente, mai indifferente. I taccuini degli autori più giovani, pur limitati dalla compilazione collettiva e dall’impostazione data dagli operatori, sono estremamente significativi del rapporto dei piccoli con una città così difficile e di come, nonostante tutto, siano capaci di inventarsi usi possibili di un luogo assolutamente non alla loro “misura”. Tra gli autori adulti, in molti hanno riscoperto un piacere dimenticato o trascurato: lo scrivere con la penna, il tracciare segni o incollare immagini, il raccontare qualcosa di se stessi. L’accostare questa molteplicità di sguardi, come ha detto Ambrogio Borsani, non è un esercizio di democrazia. E’ un ovvio prendere atto della diversità dei soggetti e degli sguardi possibili sulla realtà. Inaspettato è invece stato l’interesse e il coinvolgimento del pubblico nei quattro giorni della mostra. Vicini a loro, riconoscibili, questi racconti sulla città di Napoli hanno creato un tramite con i taccuini degli artisti esposti nelle altre sale, guardati, dopo, con particolare interesse. Quattro giorni densi di scambi, di conversazioni, di acquerelli. E dietro ogni taccuino un incontro personale, una piccola storia, un nuovo sguardo. Simonetta Capecchi

simo.capecchi@gmail.com


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Hanno partecipato: Maria Chiara Baldassarre Cecilia Battimelli Ambrogio Borsani Francesca e Serena Carella Alessandro Cocchia Domenico Cogliandro Sergio de Benedittis Titò De Rosa Danilo Donzelli Luca Eno Trimaldi Rosa Maria Esposito Marisa Farbelli Simonetta Funel Salvatore Grande Ilaria Grimaldi

Diego Lama Vincenzo Lamberti Franco Lancio Maren Liebert Biblioteca Mazzacurati Paolo Menzione Ferruccio Orioli Caroline Peyron Fiammetta Russo Cardone Donatella Saccani, Ferdinando Tricarico Paola Scala, Guglielmo Cammarota Daniele Sepe Eugenio Tibaldi Pablo Visconti Oreste Zevola Giuseppe Zollo


Scuole e associazioni: Associazione “Lo cunto de li cunti” (Montesanto) Scuola elementare statale “Madonna Assunta” (Bagnoli) Scuola media statale “Giotto Monti” (S. Giovanni a Teduccio) Ludoteca “Vulimme Pazzià” (Secondigliano), associazione Arcoiris Progetto “Chance” (Quartieri spagnoli) con Caroline Peyron OFIS 3 - Progetto “Chance” (Ponticelli) con l’associazione Artenope

Grazie a tutti gli autori e le autrici che hanno realizzato un taccuino, prestandosi al gioco. La rassegna Carnet Mediterranei è stata possibile grazie alla collaborazione e al sostegno di Maria Liguori. Hanno contribuito alla realizzazione del progetto: Franco Lancio, Giovanni Berisio, Maria Chiara Baldassarre, Ferruccio Orioli, Mariella Barone. I taccuini Moleskine sono stati offerti da Modo & Modo. 9


Maria Chiara Baldassarre

In volo SU Napoli Matt guardò le foto scattate dal Landsat un paio d’anni prima. … Trovò città di una certa grandezza trasformate in pixel nelle pieghe dei monti… Non riusciva a smettere di guardare. I mosaici fotografici sembravano rivelare una seconda bellezza solitamente invisibile, una traccia allucinatoria di precisione estatica. … E pensò alle vite all’interno delle case, incorporate nei dati di una strada fotografata dallo spazio. E questa è la prossima cosa che i sensori riveleranno, pensò. Le emozioni inespresse della gente nelle stanze.

Da Underworld di Don DeLillo, una riflessione che ha guidato il mio viaggio, in volo, SU Napoli, affascinata dalla traccia allucinatoria di precisione estatica dei pixel. Le immagini sono state scaricate da Google Local e Google Earth.

Architetto, vive e lavora a Napoli dove è nata nel 1965. Dal 2000 è associata con gli architetti Cinzia R. e Alessandra S. Ha progettato e ristrutturato case e casette e si occupa di edilizia pubblica e di progettazione partecipata. E’ dottore di ricerca in Composizione Architettonica, è stata professore a contratto presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli dal 1999 al 2004. mariachiarabaldassarre@fastwebnet.it


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Cecilia Battimelli

Pur avendolo spesso desiderato, non sono mai riuscita a scrivere un diario intimo. Quest'anno però ho cominciato a tenerne uno metereologico, per me importante perchè significa non sottrarmi neanche per un giorno all'energia postiva e profonda che deriva dalla contemplazione della natura e della sua luce, dal dialogo con il paesaggio intorno. L'invito a presentare un "carnet de voyage" su Napoli mi ha dato lo stimolo e la possibiltà di trasformare il diario metereologico in qualcosa di piu, dove coniugo in una dimensione intima la fotografia, il disegno e la parola, realizzando un po’ l'antico desiderio. Ho iniziato così un viaggio nella luce e nel tempo in molti sensi che, come ogni viaggio, è stato una "metamorfosi", un'evoluzione della conoscenza e dunque una trasformazione dell'anima.

Nata a Urbino, si è laureata in architettura a Napoli, dove vive e lavora. Ha esposto in numerose personali e collettive a Napoli e in altre città. cecilb@virgilio.it


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Ambrogio Borsani

Ci sono luoghi in cui i rumori diventano suoni, altri in cui i suoni diventano rumori. A Napoli è bello addormentarsi nelle stanze del Sansevero Degas - il preferito - mentre in piazza del Gesù - la preferita - i tamburi suonano nella notte. A Milano sarebbero rumori. Via Mezzocannone è la bretella che tiene su i pantaloni a Napoli. L’Orientale di qua, la Federico di là, i librai in mezzo Con mezzo cannone non si fa la guerra, si legge un libro.

Vive a Milano, dirige una rivista di storia del libro, Wuz. Ha lavorato come direttore creativo in diverse agenzie di comunicazione, i suoi spot hanno vinto molti premi in Italia e all’estero. Ha insegnato Comunicazione all’Università Orientale di Napoli e alla Statale di Milano. Ha pubblicato il romanzo L’ellisse di fuoco (premio Pisa 1980) e i racconti Storie contro storie. Ha scritto molti libri per ragazzi, tra cui La casa asac, Animali fenomenali, L’isola dei libri parlanti e altre fiabe tradotte in varie lingue. Per Neri Pozza ha pubblicato Addio Eden e Tropico dei sogni, racconti di viaggio alle Marchesi e a Mauritius. Sta per uscire Stranieri a Samoa, viaggio letterario sulle tracce di Stevenson, Maugham, Schwob. ambrogioborsani@tiscalinet.it


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Francesca e Serena Carella

Chi viaggia verso “fuori” ha in qualche modo già previsto la novità, la sorpresa, e la curiosità con cui sarà capace di osservare. Abbiamo iniziato a camminare per la nostra città immaginando di vederla per la prima volta, con lo sguardo attento di chi davvero sta compiendo un viaggio, come succede ad ogni turista per il quale ogni angolo ha un sapore diverso da quello di “casa”. Ma non è così facile, avere occhi tanto distaccati dal quotidiano e quindi così nuovi e appassionati. La distrazione è un’abitudine rispetto al contorno, anche a ciò che continuamente ti rimanda. Ed è questo quello verso cui alla fine siamo andate: niente di nuovo, ma anzi la radice delle nostre continue sensazioni qui. E di Napoli abbiamo visto la difficoltà, i suoi muri, le barriere del caos, dei fossi, del disordine, della fuliggine, e dietro, nascosta e quasi protetta, bellezza.

Serena, nata nel 1974, e Francesca, nata nel 1977, vivono e lavorano a Napoli. serena_carella@libero.it, francar77@hotmail.com


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Alessandro Cocchia

La mia esperienza napoletana raccontata con un tratto nero. Da sempre influenzato da questa città, ma non solo, citazioni pop, graffiti, influenze latinoamericane, caos cittadino, sacro e criminalità si mescolano allegramente nel taccuino.

Nato a Napoli nel 1972. Artista, designer, illustratore, dal ‘96 è direttore creativo dello studio Zelig, con cui si è aggiudicato il prestigioso premio Compasso d’Oro nel 2004. Artista Swatch nel 2001, dopo le ultime personali all’Istituto Francese Grenoble e al Castel dell’Ovo, a settembre 2006 ha inaugurato il suo personale spazio espositivo PURP, un negozio-atelier nel centro della città. www.alessandrococchia.com, www.purp.it


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Domenico Cogliandro

Sono un disegnatore scostante, anche perché ho il diletto di scrivere (ticchettando su una tastiera) e di rinchiudermi per ore in vecchie biblioteche a cercare spesso non so cosa. I quaderni su cui, nel tempo, ho fatto disegni (ma sono quaderni, anche, molto scritti) sono di fogge e formati vari, talvolta con fogli non bianchi (già scritti, o già disegnati da altri) e al disegno dal vero, che non ritocco mai, metto accanto dei disegni d'invenzione il cui contenuto, spesso, sfugge pure a me. Mi trovo sovente a portarmi appresso diversi quaderni che uso nello stesso viaggio (la mia non sistematicità è quasi scientifica).

Architetto, nato nel 1963, si occupa di graphic design progettando manifesti per l'Università degli Studi di Reggio Calabria, è fondatore e direttore editoriale della casa editrice Il Cenide e curatore e organizzatore di Woz, laboratorio sperimentale di design. www.cenide.it, infos@cenide.it


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Sergio de Benedittis

Sono sempre indeciso sull’acquisto del moleskine successivo. Mi dico: ma non andrebbe bene un qualsiasi notes?! Sembrerebbe di no. Alla fine cambio solo modello ma resto fedele alla linea. L’idea di fotografare e contemporaneamente scrivere - e a volte registrare i suoni su disk - mi accompagna da sempre, per il puro piacere di utilizzare altri linguaggi oltre l’immagine. Per quanto si sia trattata di una ricostruzione, posso assicurare che i testi riportati qui sul blocchetto derivano realmente da vecchi moleskine usati sul campo e molte foto scattate durante gli scritti. Invecchiamento e danni del tempo avvengono anche nella realtà.

Nato a Napoli nel 1959, fotografo, dal 1986 collabora con quotidiani e riviste, come ideatore luci per il teatro e direttore della fotografia per cortometraggi. Il suo Corso di Fotografia e Sopravvivenza Visiva è giunto alla XX edizione. Conta al suo attivo numerose personali e sta lavorando al suo prossimo progetto “Noli Saura Obliviscere Saurum”, 59 immagini contro il trascorrere del tempo. www.nigmafotografi.it


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Titò De Rosa

La “promenade” dei quadri di un’esposizione (Tableaux d’une explosion) di M. Moussorgsky, è il tema conduttore di un breve intimo viaggio dove l’incanto, l’amore e la difficoltà si fondono nell’universo napoletano. Nel proprio immaginario vede l’eruzione di pianoforti dal Vesuvio come strumenti, mezzi per la realizzazione delle proprie pulsioni emotive.

Pianista, diplomato al conservatorio di Napoli, ha suonato come solista per importanti associazioni musicali italiane e svolge ora un’intensa attività didattica. Utilizza la musica e la tecnica dell’acquerello come elementi che si completano in un unico linguaggio da cui attingere per un personale percorso espressivo.


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Danilo Donzelli

Dovunque vado, mi accorgo di inseguire una verità. Il mio occhio viene catturato da situazioni, particolari, elementi, che sono una sintesi di una realtà più ampia di quella percepita. Fotografo il momento, il momento diventa energia, l’immagine si arricchisce, c’è bisogno di un altro scatto, un’altra angolazione, un altro punto di vista. La realtà diventa mutante, la verità è il ricordo del tutto.

Nato a Napoli nel 1975, ha esposto le sue fotografie in numerose mostre personali e collettive. donzellid@libero.it


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Luca Eno Trimaldi

Da ragazzino ho cominciato disegnando sui muri del mio quartiere e per gran parte della mia giovane vita sono stato un writer. Consuetudine dei writer di tutto il mondo è riempire nel corso degli anni un quaderno, con disegni eseguiti da altri writer, amici di vecchia data o conosciuti durante l’ultimo viaggio, oppure ad una jam. In gergo lo chiamiamo “black-book”, è un po’ il nostro taccuino di viaggio. La maggior parte dei writer lo dedica esclusivamente al disegno dei masterpieces, i più meticolosi vi appuntano le persone con cui dipingono di volta in volta, il luogo e spesso la superficie, distinguendo quelle statiche da quelle mobili. Il taccuino, il mio black-book, è dedicato al viaggio di ritorno a Napoli dopo la laurea, ai miei amici, a questa forma d’arte che da anni condividiamo e che ci consente di interagire in maniera particolare con la nostra città. E’ il racconto breve di queste settimane trascorse in giro nella periferia partenopea dipingendone il cemento. Nato a Napoli nel 1979, è laureato in architettura. Sua attività prediletta è la pittura, insieme alla grafica e ad altre forme d’arte visiva. Di recente ha esposto opere su tela al museo archeologico di Teano e in altre collettive a Napoli, Roma e Milano. Ha collaborato a progetti pittorici e di restyling con la Circumvesuviana. www.artenope.com


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Rosa Maria Esposito

Ogni giorno mi capita di scoprire un nuovo pezzo di questa città . Napoli vive e parla come una persona divertente, passionale, poliedrica, dotta e ignorante allo stesso tempo. Mi riempie del cielo e del mare, mi somiglia nell’anima; mi mostra colori, forme e luci che stimolano l’immaginazione; mi accompagna con i suoi rumori e con le voci della gente; mi racconta le sue origini e la sua storia, dai greci ai romani, dal medioevo ai nostri giorni con le sue stratificazioni in cui sono vivi i segni di quello che un tempo era visibile.

Architetto, vive e lavora a Napoli.


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Marisa Farbelli

Strati Ho trovato la descrizione di una eruzione del Vesuvio di Goethe e nulla mi sembra più adatto al mio Moleskine, pieno di tanti Vesuvi: Eravamo ad una finestra dell'ultimo piano, col Vesuvio proprio di fronte; il sole era tramontato da un pezzo e il fiume di lava rosseggiava vivido, mentre il fumo che l'accompagnava andava prendendo una tinta dorata; la montagna mugghiava cupa, sovrastata da una gigantesca nube immobile, le cui masse ad ogni nuovo getto si squarciavano balenando e illuminandosi come corpi solidi. Di lassù fin quasi al mare correva una lingua di braci e di vapori incandescenti; e mare e terra, rocce e alberi spiccavano nella luminosità del crepuscolo, chiari, placidi, in una magica fissità. All'abbracciare tutto questo con un solo sguardo, mentre dietro il monte, quasi a suggellare la vista incantevole, c'era la luna piena, c'era di che trasecolare.

L’autrice è nata a Napoli nel 1957.


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Simonetta Funel

Diario napoletano in Alta Savoia Alcuni giorni prima di ricevere questo moleskine, ero stata a teatro per l'ultimo spettacolo di Licia Maglietta. La protagonista è sospesa ad un deltaplano. Lo sguardo dall'alto della donna in volo sui suoi ricordi e sui paesaggi che riconoscevo come quelli dell'Alta Savoia, mi ha raggiunto come un fulmine. Sono paesaggi che incominciano a diventarmi noti e indissolubilmente legati al mio amore per Bruno. Dovevo partire appunto per l'Alta Savoia dopo pochi giorni. L'intreccio tra Napoli/Alta Savoia/Moleskine/Napoli/deltaplano/ ricordi/donna in volo sul paesaggio e sulla sua vita, sono diventati il bagaglio segreto che ha generato questo diario.

simonettafunel@interfree.it


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Salvatore Grande

Il mio rapporto affettivo con Napoli risale al 1955, anno delle ultime emigrazioni verso il Sudamerica, mi imbarcai ai primi di ottobre con la mia famiglia verso l’Argentina. Un ricordo pieno di lacrime e curiosità, un segno enorme per i miei otto anni di vita, un segno per sempre, per me Napoli è la partenza, il mare, l’orizzonte, l’infinito. Il ritorno a Napoli fu negli anni Sessanta, in piena giovinezza, ricordo splendido di una città che mi aveva segnato e che mi proponeva ricchezze urbane e umane...

Nato a Taranto nel 1947, è architetto e ha vissuto in Argentina, dove si è laureato negli anni ’70. Vive a Milano e collabora con vari studi argentini ed italiani, occupandosi oltre che degli aspetti progettuali, dell’inserimento dell’architettura nel paesaggio, in ambito urbano e territoriale. Ha tenuto corsi presso l’Università di Catania, Facoltà di Ingegneria e presso il Politecnico di Milano. Nel 1983 comincia a ritrarre paesaggi con l’acquerello. Ha esposto acquerelli e collage in Italia e all’estero. salgran@tiscali.it


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Ilaria Grimaldi

Funi ...colare É così, riconosciamo solo ciò che già conosciamo. E così fa anche l’autore del nostro taccuino, un giovane pittore francese giunto a Napoli per riprodurre la lava. Nelle parole dei napoletani, non sente che lava colare. Nella città che trema, e pur nascosto dalle nubi Non vede che il Vesuvio eruttare. Ma nell’ottobre del 1889 per la prima volta Sono gli uomini a far tremare la città. Nella Napoli fin de siècle è solo nato un altro mito…

Sono ventisei anni che disegno. Sembra strano, fin da sempre, eppure è così. Ho sempre giocato con le immagini. Sono laureata in storia dell’arte e sono un’illustratrice. Sono napoletana, tutto il resto è venuto da sè. www.ilariagrimaldi.it


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Diego Lama

Il taccuino si trasforma in un piccolo Atlante dell'Urbanistica non solo napoletana.

Architetto, è nato a Napoli nel1964, dove dirige la rivista Ventre e collabora con varie riviste e quotidiani nazionali. lamadiego@libero.it


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Vincenzo Lamberti

Caro amico sono giunto a Napoli, come ti avevo detto. Sono arrivato in treno ed ecco cosa ho trovato. Talvolta è sbagliato nutrire aspettative. A Napoli comunque bisogna arrivare dal mare. (Il sole ovviamente non c’era). Ed eccoti la visione dal mare. Sembra la scena di un teatro! La domanda è: e dietro? Te lo mostro senza il Vesuvio. Così, piano piano, si comporrà la visione per certi versi strepitosa. Dietro c’è tutto il dolore e la sofferenza. C’è un patimento che ormai sconfina. L’ho chiamato la nuvola nera che minaccia Napoli. E’ una nuvola di colore diverso ma è sempre lì, soffocante...

Nato a Napoli nel 1951, ha esposto diverse sue opere in edizioni precedenti di Galassia Gutenberg e nel 2005 ne ha disegnato il manifesto. Esercita la professione di medico. vincenzo.lamberti@libero.it


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Franco Lancio

Villa Clotilde è un mondo. Villa Clotilde è fuori dal mondo. Abito a Villa Clotilde. Abito fuori dal mondo. (Si, ma quanta umidità!).

Architetto, vive e lavora tra Napoli e Avellino. Si occupa di graphic design, interior design, textile design, re/design, di design insomma. Si è formato (autodidatta) con Munari, Castiglioni e pochi altri. www.francolancio.it


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Maren Liebert

Il taccuino mi ha accompagnato per alcuni giorni di lavoro e di vacanza. C'è il mio sguardo durante la giornata lavorativa con treno, città , palazzi, cemento, urbanistica, intramezzato da natura, sogni, persone e particolari nascosti. Vorrei riempire altri 100 taccuini e forse lo farò.

Architetto, nata a Potsdam, in Germania, ha 30 anni e vive con la sua famiglia a Pozzuoli. marenliebert@web.de


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Biblioteca G. Mazzacurati Lucia Balbi, Anna Maria Calabrese, Annamaria Caputi, Ida Como, Tullia Tedesco

Nel nostro taccuino parlano donne del passato perché uno scandalo storico fa della città un pantheon di uomini illustri senza alcuna traccia di donne. Tracce che, invece, abbiamo voluto ripercorrere.

Le autrici sono socie di Laboratorio città nuova e lavorano come volontarie presso la biblioteca “G. Mazzacurati” di Bagnoli, in via Giusso, 22. La biblioteca ha più di 20.000 volumi e più di 500 iscritti al prestito e vi si tengono incontri di lettura ad alta voce, corsi di inglese e francese gratuiti, iniziative di educazione all’antirazzismo e all’intercultura per le scuole.


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Paolo Menzione

Io non ce la faccio più a sentirmi tarantellato e tamurriato, femminelliato e percussionato, bluesato a tutti i costi e pannispasiato e posteggiato e funiculì funiculiato... basta. Amo Vercelli, Cuneo, Padova, vorrei la cittadinanza di Biella, Abbiategrasso... Abbiate pazienza gente del Nord, ho appena detto di non voler essere più napoletano e già ho un turbamento, un tiramento... Ti odiamo grandenapoliaffanculo... Peppe Lanzetta

Nato a Napoli nel 1944, è architetto. Per continuare una lunga tradizione familiare ha lavorato nel mondo del marmo, curando particolarmente il settore del restauro dei monumenti e impegnandosi fortemente per la creazione di una scuola dl marmo, per conservare e perpetuare la tradizione dell’artigianato campano. paolomenzio@libero.it


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Ferruccio Orioli

A zonzo per il golfo. Scopri scogli, scoglietti e scoglioni Vengo da un porto, Venezia, e dopo tanti anni sono approdato ad un altro porto, Napoli. Più serio il mare qui davanti, più mare di quello della laguna. All'acqua aggiungo colori per piccole immagini, rapide quanto lo scatto di una macchina fotografica. Disegnato ho disegnato fin da piccolo ma senza disciplina, come veniva. Come con i colori, molti anni più tardi. Oggi mi sono messo a fare cose grandi. La difficoltà maggiore è l'emozione che provo davanti al grande. E allora, per dirmi che ce la posso fare, torno a scattare i miei rapidi acquarelli.

Nato a Venezia nel 1940, è architetto. Vive e opera a Napoli dal ‘94. Ha esposto acquerelli ed altre opere In diverse occasioni. forioli@tiscali.it


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Caroline Peyron

Tentativo fallito di un diario di bordo Il diario di bordo è un oggetto intimo e quindi è difficile farne uno sapendo dall’inizio che sarà visto. E’ vero che un segno fatto può sempre essere visto, il paradosso nascosto/rivelato-mostrato si nasconde in ogni diario. Ma in questo caso è tutto troppo chiaro. Lo sguardo dell’altro è qui presente fin dall’inizio. Invece di fare il mio compito da brava, disegno senza tregua sul quaderno grande, scomodo, senza fine, senza scopo...

Artista francese, vive a Napoli. Ha esposto in diverse mostre collettive e personali. Tra le personali recenti quelle ospitate dall'Istituto Francese di Napoli Grenoble, dalla Biblioteca Nazionale e dal Museo Archeologico di Napoli. E' in preparazione una sua mostra nel sepolcro di Virgilio e presso l'Istituto Grenoble di Napoli. Ha una lunga esperienza di laboratori di pittura, dal 1999 è responsabile di un atelier nel progetto “Chance” dei Quartieri spagnoli. cpeyron@iuo.it


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Fiammetta Russo Cardone

L'acquerello, scoperto con Pedro, mi piace molto perché mi insegna a guardare il mondo e le cose con occhi più grandi e più precisi. In questo taccuino di viaggio ho cercato di raccontare Napoli, in particolare quella parte di Napoli che mi è vicina tutti i giorni, a partire dal mio balcone, tralasciandone tutti gli aspetti conosciuti e caratteristici; in questo piccolo e grande viaggio mi ha accompagnato un libro straordinario del quale ho riportato qualche brano nel taccuino.

Sono laureata in architettura, professione che esercito in maniera marginale e contraddittoria. Mi diverto molto di più con le attività manuali: utilizzando materiali vari, ceramica, cemento, gesso e materiali di recupero, realizzo tavolini, piccole sculture e oggetti vari. fiammis@yahoo.com


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Donatella Saccani e Ferdinando Tricarico

Attraversamenti E’ il racconto di un progetto che pone parole accanto ad immagini. Che fa nascere immagini da parole. In cui degli scrittori si domandano cosa siano le fotografie. E' un esperimento in cui poeti, narratori, sceneggiatori hanno voluto saggiare, insieme ad una fotografa, un percorso lungo il quale i testi e le immagini non si fiancheggino recitando la litania di un vicendevole commento, ma si pongano gli uni al cospetto delle altre, si obblighino a compiere insieme un viaggio. Un viaggio che inizia selezionando un luogo conosciuto perché di quotidiano transito, uno tra quelli che, in un solo momento e per qualche motivo che non si afferra mai a pieno, ci fanno amare la città in cui viviamo... All’imbrunire, tra le luci incerte e disvelanti... su tangenziali e pedamentine, su moli e scalinate, l’uomo e la donna, proprio mentre diventano per il mondo ombre che passano, ritrovano il vero dell’identità...

Donatella Saccani è nata a Napoli nel 1969. Fotografa, dirige la galleria di arte contemporanea Overfoto. Ferdinando Tricarico è nato a Napoli nel 1967. Ha pubblicato poesie e novelle su numerose riviste letterarie. info@overfoto.it


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Paola Scala e Guglielmo Cammarota

Quello di distanza è uno strano concetto... si deforma attraverso gli occhi, le orecchie, le gioie, le paure, le aspettative, le attese, le delusioni. Quando ero piccola e abitavo a S. Giorgio a Cremano, Napoli mi sembrava lontanissima e “scendere a Napoli” era come dire vado a Roma o a Milano. ...durante l’università la distanza si è ulteriormente accorciata, vivevo a Napoli tutta la giornata e mi sentivo parte di questa città. Scoprì il centro storico. Camminavo per ore nelle vie di questa Napoli antica... ne scoprii anche il degrado, ma da brava napoletana lo giustificavo... un degrado morale e civile che forse nasce da un’atavica indolenza, un’arte di arrangiarsi che forse oggi è più un arte dell’accontentarsi...

Paola Scala (testi) e Guglielmo Cammarota (disegni) sono architetti, vivono e lavorano a Napoli. archscala@libero.it gu.cammarota@awm.it


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Daniele Sepe

Da: danielesepe@libero.it Oggetto: Re: taccuino Data: 05 marzo 2006 8:42:13 GMT+01:00

Sti taccuini ce li hanno tutti, pure paola scala che è vicina di pianerottolo, eh eh. Mo lo preparo, ma non t'aspettĂ niente di che, sto a lavorare a una colonna sonora con 38 di febbre e sto un po’ distratto...

Musicista napoletano, troppo impegnato per aggiungere altro... Scoprite tutto di lui sul sito: www.danielesepe.com


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Eugenio Tibaldi

Alba-Napoli. Sola andata In questo taccuino racconto il viaggio che mi ha cambiato la vita, Il viaggio di un ragazzo che parte per seguire il suo cuore e la sua pancia e trova un luogo che gli cambierà la testa. Da sette anni vivo e lavoro nell’area napoletana. Napoli ha scavato dentro di me, mi ha influenzato e modificato, il mio lavoro è inevitabilmente e in maniera irreversibile cambiato. Devo molto a questa città e credo molto in questa città dove ormai mi sento a casa.

Nato ad Alba (Cuneo) nel 1977, vive e lavora a Giugliano di Napoli. Ha esposto in diverse collettive e personali in varie città italiane. Una sua opera, presentata dal gallerista Umberto di Marino, è stata esposta al Pan di Napoli, nella mostra “Napoli presente”. eugenio.tibaldi@libero.it


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Pablo Visconti

Il sogno di un viaggio. Non è città che come questa ossuta e spigolosa stendendosi, azzurra, smodata, ad un incrocio di rughe, la sua ragione è oscura: sul finire del giorno le navi imbrigliano i raggi del sole come leggeri sorrisi.

Nato nel 1952 a Napoli, dove vive e lavora come bibliotecario presso il Fondo De Mura del Museo Civico di Castelnuovo. Laureato in lettere presso l’Università di Napoli Federico II con una tesi su Carlo Emilio Gadda, ha pubblicato due raccolte di poesie con le Edizioni Intra Moenia: Parole dal disamore, nel 1997 e Monodia - Canto a una sola voce, nel 2001. Si diletta di pittura e i suoi acquerelli sono esposti nelle case di tutti i suoi amici. fondo.demura@comune.napoli.it


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Oreste Zevola

Da: orestezevola@tin.it Oggetto: Oreste Zevola/Parigi Data: 08 marzo 2006 16:05:36 GMT+01:00

...leggo solo ora le sue mail (...), le immagini sul taccuino si riferiscono ad un progetto che presenterò il mese prossimo in Africa, una sorta di campagna di informazione sul tema dell’AIDS e, anche se non riguardano direttamente Napoli, ho pensato che sarebbe stato bello utilizzarle in questa occasione perché rappresentano una sorta di viaggio in quella realtà che ha preso forma proprio a Napoli, al ritorno dal mio ultimo viaggio. Spero vada bene...

Artista, disegnatore, illustratore. Vive e lavora tra Napoli e Parigi. Sue opere sono esposte in numerose gallerie, in Italia e all'estero. www.orestezevola.com


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Giuseppe Zollo

Che cosa segno sui miei taccuini di viaggio? Non me lo sono mai chiesto. Ed ora che ci penso, non lo so. Non sono stati d'animo. Forse disegno ciò che vedo. Ma non è vero neanche questo. Non mi curo della precisione. Il disegno è veloce. Pochi segni sulla carta. Il colore viene steso d'impulso, senza pensarci. Pochi colori, un solo pennello. Tutto, acqua compresa, in una piccola scatola portatile. La pagina è completata in pochi minuti. L'occhio e la mano danzano insieme. Fanno tutto il lavoro per me. Il tempo viene momentaneamente sospeso. Il presente viene dilatato nella durata dell'azione e staccato dal tempo universale. Ogni foglio una molecola di esperienza. Una minuscola particella di realtà che prima vagava da qualche parte, ed ora sta lì, fissata sul foglio, ma pronta a scomparire di nuovo. Mi sento un collezionista di farfalle.

Nato a Napoli nel 1949. Studia ed insegna da tempo alla Federico II. Non sa dove finisce il lavoro e dove comincia l'hobby. Tutto si mischia. giuseppe.zollo@unina.it


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Associazione LO CUNTO DE LI CUNTI Laboratorio del Colore a cura di Peppe Carini con Ilaria Moscato

Un gruppo di bambini/e tra i sei e i sette anni ha lavorato ai taccuini per otto giovedì, durante i quali si è parlato del progetto e della sua realizzazione, partendo da quello che ogni bambino/a aveva come bagaglio di conoscenza della città. Il “viaggio” sono le immagini quotidiane di ciò che colpisce la loro attenzione, ma non solo. La città è descritta con il colore che fa da sfondo al golfo, al Vesuvio, ai castelli, ai palazzi, alla sirena: le immagini scorrono come un racconto dove i paesaggi sono lo scenario di una storia personale e collettiva che ognuno può inventare. Frammenti, simboli, tracce, ritagli, il modo di comunicare dei bambini/e che nell’indefinito aprono spazi, orizzonti di cui gli adulti non dovrebbero mai privarsi.

L’associazione “Lo cunto de li cunti” si trova a vico Cappuccinelle, a Montesanto. Lavora con l’infanzia dal lontano 1972 ed è stata una tappa significativa nella vita culturale e pedagogica della città di Napoli. Attraverso la sperimentazione e la ricerca ha cercato costantemente un nuovo modo di “educare” garantendo il diritto ad uno sviluppo globale ed integrato finalizzato a rendere in ogni occasione il bambino/a fiducioso delle sue potenzialità, sereno nell’accettazione del limite, capace di relazioni equilibrate con i coetanei e il mondo che lo circonda. peppeantoine@libero.it


Hanno partecipato Alessandro, Edda, Federico, Francesca, Gaia, Gherardo, Giordano, Matilde, Matteo, Mauro, Michael, Michela, Valeria e Vittorio. 73


Scuola elementare statale MADONNA ASSUNTA (Bagnoli) III B insegnanti Olga Mautone e Anita Perillo

Di fronte alla pagina così formata l’immagine immediata è quella del tempo, di un’azione che si svolge nel tempo, una permanenza, un’attesa, attenzione, riflessione. Stare, immaginare, guardare e vivere… di fronte al mare e ad uno scenario “fantastico”. Le tecniche usate: fotografia, collage, disegno con pastelli, disegno a china, scrittura, per raccogliere nel lungo foglio, come in un diario, pensieri, desideri, esperienze, visioni. 1. TEMPO DI SCUOLA, raccolta di “presenze”. 2. DON CHISCIOTTE A NAPOLI, dal romanzo letto quotidianamente in classe, alla mostra di Paladino. 3. SOLSTIZIO D’INVERNO. Uno sguardo dalla finestra della scuola, attraverso il tempo. 4. IL PONTILE, quando invece di guardare dalla finestra della scuola il mare, si va a guardare la finestra della scuola dal mare, lungo una strada che è come il foglio del Moleskine. 5. CUMA, alla ricerca della storia della nostra città, un viaggio ancora una volta nel tempo. 6. OPLONTI olgamautone@fastwebnet.it


Hanno partecipato Sara, Marcello, Cristiana, Luisa, Ilaria, Ludovica, Teresa, Lorenzo, Lorenza, Giulia, Davide, Alessandro, Elena, Gaia, Luca, Massimo, Giorgio, Tommaso, Stefano Ri., Stefano Ro., Deianira e Giuseppe. 75


Scuola media statale GIOTTO MONTI (S. Giovanni a Teduccio) Insegnante Cinzia Russo

Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava. Ma mi risposero: “spaventare? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?” Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante...

I ragazzi stanno leggendo Il piccolo principe e stanno imparando a non dimenticare di saper disegnare. Nei loro disegni, pensati come appunti di un viaggio dei luoghi che abitano, ogni segno, colore, tratto sottende un racconto, è prezioso e importante. Il racconto complessivo, dato dalla successione dei disegni, è il risultato di una sommatoria di segmenti che tiene conto soprattutto della composizione grafica, talvolta della sequenza spaziale e temporale, sempre del proprio muoversi nello spazio fantastico e reale. E’ stato utile leggere un racconto che utilizzasse il disegno come strumento strutturale della narrazione, così che leggendo ci è venuta voglia di disegnare e disegnando di leggere, proprio come fanno... i piccoli principi. giuspec@tin.it, cinzia.russ@libero.it


Hanno partecipato i ragazzi delle classi prima, seconda e terza D; prima e seconda E; prima, seconda e terza I. 77


Ludoteca VULIMME PAZZIÀ’ (Secondigliano) Associazione Arcoiris

Robert ha 13 anni, frequenta la terza Media e va spesso in Ludoteca, dove ha riempito il taccuino. E’ nato a Napoli da genitori srilankesi, abita a Secondigliano in una piazza detta ‘n miezz all’arco. Nel taccuino racconta luoghi ed eventi significativi della sua vita nella città: il suo quartiere, l’aeroporto di Capodichino, i blitz della polizia, i bambini e il carnevale di Scampia, l’ex Italsider con Città della Scienza, il soggiorno col Comune a Marechiaro dove “ci sembra di essere in un sogno”. Più distanti e immersi “nella leggenda”, monumenti come Castel dell’Ovo o Piazza Plebiscito. “Non bisogna mai lasciare la propria città - scrive - nonostante quello che si dice, ma bisogna capire qual’è il problema”...

La Ludoteca Vulimme pazzià si trova in Piazza Zanardelli 21, presso la Biblioteca Comunale G.Dorso, a Secondigliano. E’ aperta nei giorni di lunedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.30, il mercoledì dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.30. E’ gestita dall’Associazione Arcoiris-Onlus. associazionearcoiris@fastwebnet.it


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Progetto CHANCE (Quartieri spagnoli) responsabile dell’atelier: Caroline Peyron

L’arte nel progetto Chance è strettamente legata alle altre materie. Due volte a settimana i ragazzi si ritrovano nel laboratorio di pittura e lavoriamo una volta con l’insegnante di italiano e una volta con quella di scienze, quindi l’intreccio disegno - parole è una pratica con la quale hanno una certa consuetudine. Dandogli i taccuini ho detto semplicemente: “parole, disegni, viaggio nella città”. I limiti sono stati dati in modo chiaro all’inizio e poi non son più intervenuta nel loro lavoro. E’ interessante osservare come tutti i ragazzi abbiano inteso il viaggio in senso metaforico. Forse anche perchè all’inizio dell’anno io dipingo una grande nave e dico ai ragazzi che Chance è un viaggio, per il quale ci imbarchiamo tutti insieme.

Il progetto Chance è stato ideato da Marco Rossi-Doria e Cesare Moreno nel 1998. Oggi è una grande palestra collettiva di sperimentazione pedagogica e di inclusione sociale, dedicata ai ragazzi che non vanno più a scuola e che vengono accompagnati, grazie a una scuola di seconda occasione, alla licenza media e poi all’orientamento e alla formazione successivi. Coinvolge circa 180 ragazzi per quattro anni, con 30 insegnanti ed è localizzato in tre zone “difficili” di Napoli. cpeyron@iuo.it


Hanno partecipato Rosaria Bianco, Pietro Carbone, Marco Capparella, Giampaolo Cardillo, Angelica Ferrante, Sabrina Fontanarosa, Manuela Iovine, Rosa Mele, Anna Puggillo, Rosario Rongo e Mimmo Zanfardino. 81


OFIS 3 (progetto CHANCE) + associazione ARTENOPE

Ponticelli/Sorrento/Napoli/Procida A/R Il taccuino è il risultato dell'incontro nel 2005 tra l'associazione Artenope e alcuni ragazzi dell'OFIS 3 dell'IPIA di Ponticelli. Da un semplice laboratorio di fotografia stenopeica ci si è ritrovati a raccontare, immagine dopo immagine, lo strano viaggio di una scatola. Ponticelli la tappa di andata e ritorno e Sorrento, Napoli, Procida le tre tappe che ogni volta hanno allargato gli orizzonti verso il mare. I luoghi visitati sono stati inaspettatamente scelti e raccontati dallo sguardo lento di una scatola con un foro, da pose lunghe minuti, dall'interazione dei ragazzi e degli abitanti che insieme hanno scoperto nuovi punti di vista, inusuali e creativi.

Artenope è una associazione culturale che lavora attraverso laboratori di creazione artistica partecipata, con gli abitanti di città e quartieri spesso disagiati o poco visibili agli altri. info@artenope.it, www.artenope.it


Hanno partecipato Anna, Benito, Ettore, Ivan, Mariarca L., Mariarca M., Marco, Mario, Raffaella, Rita. 83


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