«Pioniere. Le donne che hanno fatto l'Europa» di P. Caporaso, G. Mirandola, M. Nanut

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Ringraziamenti

Le autrici desiderano ringraziare: Mara Rossi, di Anpi Rovereto-Vallagarina, per la condivisione del suo archivio personale dedicato in particolare alle donne che hanno partecipato alla Resistenza europea. Elda Guerra, per averci accompagnate nella revisione storica con grande generosità. Silvia Madotto, per essersi interessata al progetto fin dal principio.

Micol Cossali, per avere condiviso riflessioni preziose specialmente nella fase finale del libro. Kathleen Ramboer, per avere gentilmente condiviso le immagini della sua premiazione al concorso «Le donne e le elezioni del Parlamento europeo».

Giovanna Ermini, responsabile del Centro documentazione dell’Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos), per averci orientato nella ricerca del bollettino Donne d’Europa. Il personale degli Archivi storici dell’Unione europea e lo European University Institute (EUI) a San Domenico di Fiesole (Firenze) per aver accolto le nostre richieste e per il prezioso lavoro di memoria dedicato alle donne e agli uomini della storia europea.

© 2022 Settenove, Cagli Pioniere.

Le donne che hanno fatto l’Europa

Testo di Pina Caporaso e Giulia Mirandola Illustrazioni di Michela Nanut Progetto grafico di Tommaso Monaldi Impaginazione ed editing grafico di Gloria Maggioli

Settenove edizioni via don Minzoni, 44/E 61043 Cagli (PU) www.settenove.it

Isbn 9788898947874

Stampato presso Tipografia Negri, Bologna nel mese di Novembre 2022

L’illustrazione del capitolo Proviamo a cambiare è ispirata all’opera Mediterranée Sans Frontières (2011) dell’artista cartografa Sabine Réthoré. L’illustrazione finale è ispirata all’opera Porta di Lampedusa - Porta d’Europa dell’artista Mimmo Paladino, collocata nel punto più a Sud di Lampedusa e d’Europa, inaugurata nel 2008.

Tutti i diritti sono riservati, nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni senza il consenso scritto della casa editrice.

Pina Caporaso, Giulia Mirandola e

Introduzione

«D’altronde, buono o cattivo, l’anno sarà difficile. Per l’Europa una crisi di crescita viene ad aggiungersi alla crisi economica. Elezioni, ruolo delle diverse istituzioni, ampliamento della Comunità: i motivi di preoccupazione non mancano. E le donne? In questo difficile contesto le donne d’Europa si organizzano, lottano per i loro diritti, si aiutano vicendevolmente e si informano senza troppo preoccuparsi delle antiche discriminazioni e delle vecchie abitudini. Le donne si muovono. Malgrado tutto. Attraverso tutto. È per questo che l’anno sarà buono.»

Donne d’Europa, Bruxelles, novembre/dicembre 1978 - n. 6/78

Sono numerose le donne che hanno concorso, insieme agli uomini, a fare nascere l’idea di un’Europa unita e che si sono adoperate per realizzarla. In questo libro le chiamiamo “pioniere”, perché vediamo in loro delle donne capaci di aprire strade nuove.

Abbiamo scelto di raccontarne undici, a partire dal periodo della Resistenza in Europa, fino a oggi. Nonostante siano vissute in epoche diverse e abbiano avuto percorsi personali molto differenti, c’è continuità nelle scelte e nei gesti che hanno compiuto. Inoltre, entrare nelle loro vicende ha l’effetto di farci sentire vicini anche i tempi lontani, per questo avvertiamo che tutte loro potrebbero ispirare in modo energico i modi di pensare e di agire di chi vive oggi.

Ripercorrere questi vissuti ha voluto dire compiere uno sforzo di sintesi, perché ciascuna di queste donne ha partecipato alla vita con estrema intensità, indipendentemente dalla durata della propria esistenza. Il tratto che le rende all’avanguardia è la capacità di essere loro stesse, anche in condizioni di totale stravolgimento della normalità. Le biografie sono alternate a parti di testo che fanno luce su alcuni argomenti specifici, utili a dare avvio ad approfondimenti su ambiti che vanno dai diritti civili e delle donne, alla storia contemporanea, dalla geografia, al fenomeno delle migrazioni.

Il libro si apre con una sezione intitolata Nel corso del tempo, perché aiuti a ricostruire con precisione storiografica i contesti e i fatti storici più rilevanti. Una parte consistente del discorso è affidata alle immagini. L’immaginazione è una risorsa per vedere nel passato, nel presente, nel futuro. Molte illustrazioni sono rivisitazioni di documenti provenienti da archivi fotografici. In generale, le figure che trovate in questo libro sono il corrispettivo visivo di un’idea di Europa in divenire, di tanti colori anche contrastanti, vista da angolature che cambiano.

L’ultima parte si intitola Laboratorio. Passiamo il testimone a lettrici e lettori e proponiamo loro di fare qualcosa di concreto, insieme. Cosa? Continuare questo libro, scrivere e disegnare, come abbiamo fatto noi, alla ricerca di altre donne pioniere da conoscere e raccontare.

Ursula Hirschmann

Il 24 aprile 1975 nasce a Bruxelles Femmes pour l’Europe.

Le donne che fanno parte di questo movimento agiscono in favore dell’Europa unita e lottano per avere voce nelle decisioni politiche. Si tratta di un’iniziativa senza precedenti, che si concretizza grazie all’impulso di Ursula Hirschmann.

Ursula nasce a Berlino nel 1913. L’infanzia assomiglia a una fiaba: le passeggiate al parco con la nonna, il latte fresco della vaccheria, le domeniche in carrozza.

Ursula cresce, aderisce alla Gioventù socialista, si iscrive alla facoltà di filologia e in biblioteca conosce un giovane filosofo italiano di nome Eugenio Colorni. Nel 1933 lascia la Germania. Raggiunge Parigi, rifugio per numerosi oppositori antifascisti e antinazisti. In seguito si sposta in Italia dove sposa Eugenio, presto assegnato al confino sull’isola di Ventotene.

Qui sono prigionieri i soggetti che il fascismo ritiene più pericolosi, tra i quali Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, che sull’isola scrivono Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto, il documento fondamentale del federalismo europeo di matrice italiana. Ursula ha il permesso di stabilirsi sull’isola, e di lasciarla e rientrarvi quando desidera.  In una di queste trasferte porta con sé il testo del Manifesto e contribuisce alla sua diffusione negli ambienti della Resistenza europea.

Dopo la morte di Eugenio, Ursula e Altiero si sposano. Terminata la guerra, si fa strada in lei la consapevolezza di essere senzapatria. Pochi mesi dopo avere dato inizio a Femme pour l’Europe è colpita da un’emorragia cerebrale, ma supera anche questa prova. A Roma, nel Giardino dei Giusti dell’Umanità di Villa Pamphili, un albero è dedicato a lei.

Simone

VeilSimone nasce e trascorre l’infanzia in Francia, a Nizza. Le palme e il sole della bella cittadina sul mare, la famiglia e le amicizie sembrano proteggerla dalla Shoah e dalla guerra che divampa in Eu ropa. Appena compiuti sedici anni viene deportata con la mamma e Milou, una delle due sorelle, nel campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia. La sorella maggiore, Denise, attiva nella Resistenza francese, è internata in Germania nel campo di Ravensbrück, mentre il papà e il fratello sono deportati in Lituania e non torneranno mai più a casa. Il campo distrugge ogni umanità. La madre muore di tifo durante la prigionia, le sorelle sopravvivono e riescono a tornare a Parigi nel 1945. Simone ha tatuato sul braccio il numero 7856. La tragedia vissuta trasforma in modo definitivo la sua percezione dell’esi stenza, tuttavia, Simone continua a vivere.

Si sposa, ha tre figli, si laurea in giurisprudenza, entra in magistratura. Negli anni Settanta diventa ministra della Salute, protagonista di una grande battaglia per la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, che legalizza l’aborto entro le prime dieci settimane. Nonostante gli insulti e le violente accuse mosse dal fronte antiabortista, la legge è approvata e porta il suo nome. Simone è convinta che solo l’unione tra i popoli può garantire un futuro di pace.

Nel 1979 il Presidente francese Giscard d’Estaing le chiede di candidarsi alle elezioni del Parlamento europeo e lei accetta. Viene eletta e scelta come Presidente, segnando una doppia prima volta: prima nel ruolo di Presidente del Parlamento europeo eletto dai cittadini e dalle cittadine e prima donna a presiederlo. Durante il mandato istituisce la commissione d’inchiesta sulla condizione femminile in Europa, oggi chiamata Commissione Femm per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere.

La prima elezione del Parlamento europeo

Nel 1979 si tengono le prime elezioni del Parlamento europeo a suffragio diretto. In quel momen to la Comunità europea è costitu ita da nove paesi. Fino ad allora i parlamentari e le parlamentari venivano designate e non elette e la presenza femminile era minima. In campagna elettorale il bollet tino Donne d’Europa lancia un concorso internazionale, diffuso attraverso otto riviste femminili di otto paesi, sul tema “Le donne e le elezioni del Parlamento europeo”.

Si tratta di ideare un manifesto illustrato per esortare le donne al voto. Vince una giovane belga, Kathleen Ramboer, con un’immagine convincente.

Per le donne è un successo, rispetto al passato: sessantasette elette su un totale di quattrocen todieci parlamentari, una cifra che è destinata a crescere nelle elezioni successive.

Per la prima volta una donna, Simone Veil, è eletta Presidente del Parlamento europeo e un’al tra donna, Louise Weiss, la più anziana dell’assemblea, tiene un memorabile discorso.

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