Sei Periodico Novembre 2012

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LUI SPETTATORE, LEI INTERPRETE DI UN GIOCO VIRTUALE CHIAMATO EROS, PERCHÉ? Premettendo che non si può più fare a meno dall’essere condizionati dalla tecnologia, essa è ormai parte del nostro stile di vita. Oggi é quasi scontato immaginare come l’interazione informatica interagisca con la forza vitale dell’eros, essendo esso l’energia per eccellenza della comunicazione tra i sessi anche se non sempre coinvolge il sesso quale implicazione finale di un atto dovuto. L’eros è il desiderio psico-fisico dell’altro come partner e non solo come strumento di soddisfazione sessuale. Questa sottile differenza, che scinde il sesso dall’eros, sta proprio nel coinvolgimento psicologico che esso sprigiona e che il sesso da solo non è in grado di rendere in un rapporto a due. E’ più impegnativo un rapporto erotico di uno sessuale per intenderci. Vivere l’erotismo significa giocare con i propri sensi e non obbligatoriamente arrivare ad un soddisfacimento sessuale in tempo reale. La creazione di un gioco fatto di limiti e regole, crea un linguaggio erotico di attese e di promesse di un amplesso sessuale fortemente amplificato. Oggi l’eros virtuale viene criticato, demonizzato e visto come una masturbazione mentale. Eppure in questo secolo d’insicurezze di una società ipereccitata e ansiosa, regredita all’adolescenza, l’eros virtuale è un male indispensabile. La velocità crescente con cui siamo ormai abituati a vivere tutto e subito ci porta a saltare “preliminari” e “rituali” nei rapporti tra partner. L’ansia da prestazione è sempre più diffusa con catastrofiche conseguenze sulle coppie e sulla durata dei rapporti. Con l’eros virtuale si restituisce al maschio il piacere di guardare e alla femmina quello d’immaginarsi l’amplesso costruendolo nei sogni, accendendo in entrambi quella parola che si chiama: desiderio!

SEI periodico 47 EROS


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