Alla scoperta dell'antico borgo di Milzanello

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Amici Edizione Straordinaria

Anno 2009/2010 - numero 4

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PRESENTAZIONE Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di partecipare al Progetto Archivio. Con i nostri insegnanti abbiamo potuto ammirare ed osservare alcuni dei documenti più antichi presenti nell’Archivio Comunale di Leno e scoprire che fino al 1927 la piccola frazione di Milzanello era un Comune a sé stante e aveva pertanto una sua documentazione ora contenuta in uno degli scaffali della sala Consiliare. Due dei nostri compagni abitano in questo piccolo borgo che dista da Leno circa 4 Km e, poiché ci siamo resi conto che molti di noi lo conoscevano poco, abbiamo deciso di saperne qualcosa di più. Dobbiamo però prima di iniziare il nostro racconto ringraziare in modo particolare alcune persone: il Sindaco del Comune di Leno, l’Archivista la signora Caldera e per ultimo il professor Fiora. IL NOSTRO VIAGGIO E’ PARTITO DA QUI: DA UNA CARTINA DEL 1817 FACENTE PARTE DEL CATASTO NAPOLEONICO E DA UN LIBRO SPECIALE CHIAMATO“SOMMARIONE”


Entrambi questi documenti erano stati forniti ai nostri maestri e costituivano il punto di partenza per una ricerca storico-geografica del territorio; noi abbiamo prima osservato la cartina, poi abbiamo provato a trascrivere alcune pagine del “sommarione” e ci siamo resi conto di quanto fossero difficili ed in certi punti poco comprensibili le parole e le abbreviazioni che a mano a mano incontravamo (aratorio, adaquatorio, moronato, vitato…). Poi poco per volta grazie ad un glossario, che ci era stato fornito, siamo riusciti a decifrare quelle parole così strane e a capire che: • Ogni numero rappresentava un terreno o un fabbricato presente sulla cartina; • Vi era descritta la proprietà con l’indicazione del suo valore, nome del proprietario, il tipo di coltivazioni e l’uso dei fabbricati ed infine la loro estensione misurata in pertiche censuarie e centesimi. Da questa analisi abbiamo dedotto vedendo più volte gli stessi nomi e colorando i numeri sulla mappa che: • la maggior parte dei terreni e dei fabbricati apparteneva a due sorelle Paola e Dorotea Uggeri, q. Vincenzo: ettari 394,633, pari a circa 1212 piò; • il restante a Cigola Vincenzo, q. Cesare, con ettari 185,105 corrispondenti a 586 piò; • infine c’erano alcuni beni parrocchiali (17 piò). Abbiamo perciò a questo punto voluto confrontare e osservare la nuova carta topografica di Milzanello, relativa al più recente piano regolatore e utilizzando dei lucidi l’abbiamo sovrapposta a quella del 1817.


Cartina di Milzanello oggi

Così ci siamo resi conto che il tempo si era quasi fermato poiché il nucleo centrale e le principali cascine erano pressoché uguali. La grande proprietà terriera ( Latifondo) ha praticamente preservato il paese dal cambiamento, non esiste infatti un’area industriale: ci sono solo una fornace e una nuova azienda che si occupa di riciclare i rifiuti ed è iniziato da poco un nuovo piano di urbanizzazione. Per confermare le nostre ipotesi ci siamo recati sul posto in una visita guidata, accompagnati dal professor Fiora.


Il borgo è in effetti piccolo e conserva proprio un aspetto antico fatto di grandi corti chiuse, di cascine e persino di un castello che si sviluppano intorno alla strada principale proveniente da Castelletto E’ circondato da corsi d’acqua ed è immerso in una campagna per ora incontaminata. Non esistono negozi, c’è solo una piccola osteria. C’è ancora il vecchio edificio della Scuola materna e si vede il murales fatto dai bambini che frequentavano la Scuola elementare. Il Comune chiuso nel 1927 è diventato un’abitazione privata.

Il vecchio edificio comunale di Milzanello

L’importanza di questo paese è data anche dai numerosi ritrovamenti archeologici: ci sono infatti reperti risalenti a ben 5000 anni fa, epigrafi romane e numerose tombe longobarde ritrovati nel “Campo dei Tesori” e ora conservati nel museo di Santa Giulia a Brescia. La presenza fin dall’antichità degli uomini in questa zona è stata determinata dalla grande abbondanza di acqua e dal terreno fertile.



Il territorio di Milzanello è stato poi affidato ai monaci dell’abbazia di Leno e successivamente alla nobile famiglia Gambara che cedette i suoi possedimenti agli Uggeri nel 1424 per mille ducati. Questi non bastarono e gli Uggeri per avere definitivamente il latifondo dovettero sborsare altri 1000 ducati nel 1466.

Stemma della nobile famiglia Uggeri

La presenza di questa nobile famiglia a Milzanello è tuttora visibile, infatti sulla via principale abbiamo potuto ammirare il loro palazzocastello, disabitato e purtroppo in completo abbandono. Questa costruzione è circondata da un lato da una muraglia probabilmente medioevale arricchita da merli ghibellini, da un giardino incolto sul quale si affaccia un porticato con archi e colonne in pietra del 1500, probabilmente circondata da un fossato. L’alto cancello di ferro si apre davanti al portone principale sul quale si trova lo stemma in marmo degli Uggeri; a fianco di questo rimane un bastone di legno su cui veniva fissata la bandiera della famiglia e addirittura l’insegna papale, quando il cardinale Giulio Maria Capece, fratello della contessa Bianca Uggeri, vi soggiornava


in autunno per qualche giorno celebrando cosĂŹ la messa nella piccola chiesa dedicata a San Michele. Rimangono anche delle splendide vetrate colorate di forma tonda.


Siamo poi entrati in una tipica cascina del paese, formata da una stalla, dal fienile, dal pollaio, dai porcili e da alcune barchesse. C’era un alto tetto fatto di travi di legno che venivano lisciate e attaccati ai pilastri c’erano tanti attrezzi utilizzati per i diversi lavori agricoli. C’era persino un vecchio calesse.


Proseguendo nel nostro percorso abbiamo visto la chiesa di San Michele. Questa si trova in posizione elevata e si affaccia sul Molone; è stata edificata a cura della famiglia Uggeri con il relativo cimitero e la canonica. La famiglia Uggeri aveva anche dotato la parrocchia di diciassette piò di terreno per assicurare ai sacerdoti una vita indipendente (vedasi sommarione e mappa). Inoltre nella chiesa è conservata la reliquia di S. Urbano martire in un’urna molto preziosa.

La chiesa è completata dalla torre del campanile dotato di ben cinque campane, ciascuna dotata della propria tonalità e quindi utilizzabili per un concerto.


Sulla strada principale rimane anche il vecchio mulino idraulico alimentato dalla roggia Molina di proprietĂ un tempo degli Uggeri, ma voluto e costruito col contributo di tutti gli abitanti in modo da non dover continuamente correre a Leno.


FONTE BAGATTA

Sapete che a Milzanello nella località chiamata Bagatta sgorgava una delle quattro acque minerali della provincia di Brescia e si riteneva che questa avesse effetti benefici sul fegato, sullo stomaco e sulla pelle? Si ritiene fosse composta di solfato di ferro, d’ossido di zolfo, nonché di gas idrogeno solforato. Ora dal sottosuolo scola nel Molone, perché non più curata come nel passato anche recente, quando molti abitanti vi si recavano con carri, carrozze e a piedi con recipienti vari.


CASCINA PALAZZO Infine la nostra uscita alla scoperta di Milzanello si è conclusa con la visita alla cascina Palazzo di proprietà dei nonni del nostro compagno Andrea Corini. La cascina Palazzo si trova all’inizio del paese ed è un bellissimo complesso rurale. E’ a corte chiusa con un unico accesso verso l’esterno delimitata anche da un torrione che ricorda le sue origini probabilmente di roccaforte. Si apre con un grande portale su cui manca solo lo stemma per definirne la sua imponenza ed importanza.

Il lato nord è formato da quindici archi di sostegno al portico, mentre quello a est da otto. All’entrata ai lati del portale si intravedono due affreschi raffiguranti dei santi protettori: San Fermo e San Rustico. La cascina Palazzo era nel 1817 di proprietà di Dorotea e Paola Uggeri. Era definita come una casa da massaro con fienile, stalla, aia e


orto. La vecchia stalla con soffitto a volte e colonne in marmo ora è stata trasformata in abitazione e al suo posto è stata costruita una nuova stalla per allevamenti selezionati. La cascina è circondata da circa180 piò in cui vengono coltivati prevalentemente mais, frumento e prato stabile.


CURIOSITA’ Abbiamo a questo punto cercato di immaginarci le due nobili sorelle a cui apparteneva il borgo ed abbiamo provato a rappresentarle. Ecco i loro ritratti:

Dorotea e Paola Uggeri erano ďŹ glie del nobile Vincenzo Uggeri e della contessa Bianca Capece di Piacenza.


La contessa era una donna di elevata cultura che conosceva molte lingue (latino, spagnolo, francese, tedesco) ed era amica di molti letterati del tempo. I due coniugi, alla loro morte furono seppelliti, per privilegio, nel sepolcro di famiglia situato nel presbiterio della Chiesa di Milzanello. Le figlie così si trovarono a gestire il grande patrimonio di famiglia. Paola sposò il conte Rutilio Calini, mentre la sorella Dorotea sposò il conte Galeazzo Luzzago. Con loro si estinse la nobile famiglia Uggeri e i loro beni passarono alla figlia di Dorotea, Bianca che li portò in eredità alla casa mantovana del marchese Ferdinando Di Bagno. Qui termina il nostro viaggio durante il quale abbiamo avuto la possibilità di scoprire molte notizie riguardanti la storia del nostro territorio partendo dalla lettura dei documenti a nostra disposizione.

- Classe 4ª D -


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