Corvisieri, di Sonia Marzetti

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L'INCONTRO DELL'ASSOCIAZIONE AMORE E PSICHE CON ALESSANDRO CORVISIERI di Sonia Marzetti Il 12 marzo 2016 si è svolto, presso la sala polivalente Blue Desk di Floriana Pinto e Simone Amendola, il secondo incontro con Alessandro Corvisieri, che ha approfondito alcuni dei temi contenuti nei sette volumi che costituiscono la sua opera sulla storia della Chiesa di Roma. In particolare i temi trattati sono stati: i primi 400 anni del Cristianesimo, che corrispondono da una parte alla costruzione del “primato” della Chiesa, dall’altra alla caduta dell’impero romano; il periodo della nascita dell’ordine dei Gesuiti; il XIX secolo che vede la manipolazione di testi storici al fine di ricostruire il primato “spirituale” dopo la caduta dello Stato della Chiesa. Interessante anche l’illustrazione dei documenti relativi alla concessione delle assoluzioni dietro pagamento di somme di denaro. La caduta dell’impero romano è stata sempre legata all’arrivo del “nuovo messaggio” di fratellanza che avrebbe scardinato il paganesimo; in realtà i primi testi, portati a testimonianza dell’investitura della Chiesa, risalgono al 300 d.C. e sono scritti in greco, (lingua che i primi seguaci del cristianesimo non parlavano. Quindi non si tratta propriamente di una storia “di prima mano”. Visto poi che gli scritti degli oppositori del pensiero cristiano sono stati per lo più distrutti, interessante è il metodo usato da Corvisieri, di reperirli indirettamente, attraverso le confutazioni fatte dai filosofi vicini alla Chiesa. La Chiesa di Roma da subito intraprende la lotta per stabilire il “primato” sulle varie Ecclesie, compresa quella di Bisanzio, utilizzando a proprio favore la presenza di Pietro apostolo a Roma (sulla quale molti dubbi esprime l’autore) e sull’autorità imperiale. Il fine è la costruzione di un potere che deve durare eternamente, tenacemente attaccato a quello economico, del quale ha bisogno per sopravvivere. Nel frattempo la paura del presente e del futuro dovuta alle “invasioni barbariche” contribuiscono a indebolire la società del tempo, anche se la storia ufficiale ha sempre sorvolato sul prezzo che è stato pagato per il raggiungimento di tale “primato” da parte della Chiesa (si pensi ad Ipazia). L’“uomo di preghiera” deve sostituire l’“uomo di stato” (non affidabile per la Chiesa) e non importa se si verrà a creare un arretramento della vita civile che durerà secoli, tanto poi ci pensano la carità e la misericordia. Gli argomenti presentati da Alessandro Corvisieri non sono certamente nuovi. Ma occorre riconoscere che il pregio della sua opera, attraverso l’immane lavoro di ricerca e studio dei testi originali, con occhi non infiacchiti da alcuna reverenza, è la ricostruzione di una storia, fortemente documentata che non lascia molti spazi a critiche o confutazioni. Alessandro Corvisieri ha una formazione liberale e laica, legata all’illuminismo al quale riconosce il merito di aver contrapposto, dopo mille e settecento anni, l’uomo di scienza all’uomo di preghiera. L’autore va oltre cogliendo la contraddizione del messaggio religioso (che dovrebbe rivolgersi alla parte “spirituale” degli esseri umani) per cui a fronte della fratellanza e di una promessa di salvezza quello che interessa realmente è la costruzione di un potere che deve durare in eterno per ottenere il quale è utilissimo pensare dogmaticamente che l’uomo da subito è uno schiavo, perchè nasce peccatore e che quindi, per evitare di cadere nell’offesa a Dio, deve sottoporre l’intera sua vita al magistero della Chiesa.


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