Renzi e i tornado

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IL MASSMEDIOLOGO RONDOLINO » FQ

IL FRONTE BRUCIA

» WANDA MARRA

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on c’è ancora un orientamento preso dal governo”, ma l’Italia ha già deciso “con i nostri alleati di contrastare con forza il Daesh”. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, chiarisce così, durante una conferenza stampa con il capo del Pentagono, Ash Carter, a che punto è la questione bombardamento in Iraq. La decisione formalmente non è presa, e il governo assicura che ci sarà un voto del Parlamento, ma Matteo Renzi un impegno di massima con l’alleato americano l’ha preso a New York, durante l’Assemblea generale dell’Onu. Un’offerta di “sostegno risoluto”, che gli Usa hanno accolto con favore, ma non hanno particolarmente sollecitato. Perché poi, si parla di armare 4 Tornado, che nell’ambito di un’operazione come

L’incontro al Colle Mattarella ha ricevuto il capo del Pentagono Carter che ha accusato la Russia sulla Siria quella in Iraq sono abbastanza irrilevanti. E dunque, a Obama interessa fino a un certo punto questo cambio della natura della missione italiana, ma di certo lo gradisce. E a Renzi costa tutto sommato poco, ma può usarlo per accreditarsi con gli Usa. TANTO È VERO che Carter, ar-

rivato in Italia l’altroieri per un viaggio deciso da tempo (ieri è stato ricevuto dal presidente della Repubblica, Mattarella e poi ha avuto due ore di faccia a faccia con la Pinotti) non ha chiesto formalmente il cambio delle regole di ingaggio dei nostri militari. E pubblicamente si è limitato a dire: “L’Italia capisce bene l’esigenza di investire in personale umano e in capacità che sono richieste per mantenere la nostra difesa comune al fianco degli alleati Nato”. Sul piatto c’è altro. La Siria, dal punto di vista degli Usa. E da quello italiano soprattutto la Libia, dove il premier rivendica da mesi un ruolo centrale. Al Colle, l’Iraq non è proprio entrato nei radar. Ma Carter ha detto che gli Usa sarebbero disponibili a riconoscere all’Italia un ruolo di punta in Libia, per la stabilizzazione del paese. E poi, ha insistito a lungo sulla Siria, criticando la strategia russa: “Continuano a colpire obiettivi che non sono l’Isis”. La critica a Mosca ha un particolare significato in Italia, visto che Renzi ci ha tenuto in questi mesi a tenere un rapporto con Putin ed è stato il primo a chiarire che l’Italia non avrebbe attaccato in Siria. Alla luce di tutto questo si

| IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 8 Ottobre 2015

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UN RONDOLINO non fa primavera, non fa testo, ma è sempre divertente seguire le contorsioni intellettuali di Fabrizio Rondolino, che l’altra sera su Twitter si è esercitato nel ruolo dell’uccellino del malaugurio: “Gli sciocchini di Ballarò e Dimartedì rispondono al crollo di credibilità moltiplicando gli attacchi a Renzi. Attendo fiduciosi gli ascolti”. E gli ascolti, sta-

volta, dicono che entrambi i programmi sono in crescita: “Ballarò” su Rai3 ha raggiunto il 5,5 per cento di share e Dimartedì su La7 il 4,8. Massimo Giannini e Giovanni Floris, assieme, hanno superato il muro del 10 per cento e, in questi tempi di sovraffollamento dei talk e di pensiero politico unico, non è facile. Ma Rondolino, che non ha un mestiere preciso, ieri mattina ha diffuso la sua

noticina da sedicente massmediologo: “I capitani coraggiosi (Gianni Morandi e Claudio Baglioni) stracciano i caporali rancorosi (…) E Rambo vince ancora”. Purtroppo Rondolino non lo sa, ma Rai1, la prima rete del servizio pubblico, vince quasi sempre contro Rai3 e La7, e soprattutto vince con un concerto di due grandi cantanti. Questo, però, per un Rondolino è troppo.

Renzi, i Tornado in Iraq per non perdere la Libia Lo scambio con gli Stati Uniti nello scacchiere geopolitico desiderato dal premier capiscono meglio le motivazioni della posizione sull’Iraq: con il “sostegno risoluto” offerto da Renzi durante il “summit contro il terrorismo” indetto e presieduto da Obama, il 29 settembre, a New York. Contro l’Isis, c’è in campo “la più grande coalizione mai vista. Offro al presidente Obama tutto il sostegno dell’Italia sul fronte dell’azione antiterrorismo”: sono parole che già contengono in nuce un salto di qualità nella presenza dell’Italia in Iraq. Anche a New York Renzi ha insistito sulla Libia. Prospettando dalla tribuna dell’Onu, una leadership italiana per una missione che non c’è (e prevedibilmente non ci sarà). Però, in Libia, una volta arrivati a un governo di unità nazionale si tratterà di fare ancora non ben definite operazioni di stabilizzazione. Dove l’Italia rivendica un ruolo. Da notare che a sostituire Bernardino Leon, come inviato Onu, sarà il tedesco, Martin Kobler. E nell’ultimo vertice trilaterale a Parigi, con cena annessa, tra i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna, l’Italia è stata esclusa. E dunque, si tratta comunque di un posto, caso mai, di coordinamento. La Pinotti ieri ha negato in conferenza stampa che ci siano correlazioni tra Libia e Iraq. Ma tutte le fonti, da Pa-

L’INTERVISTA

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he belli che erano quei giorni. Sono passati appena dodici anni, ma sembra un secolo: a Roma centinaia di migliaia di persone scesero in piazza contro la guerra. Gente di età e classi sociali diverse, con idee politiche diverse. E poi c’erano bandiere arcobaleno ovunque, giravi per le città e le vedevi a tutti i balconi. Era davvero un movimento popolare contro la guerra”.

lazzo Chigi in giù, insistono sul fatto che l’ “Italia si muove con la coalizione, all’interno di una strategia politica complessiva”. SUI TORNADO, dunque, Renzi

Al Quirinale Ashton Carter, segretario alla Difesa Usa, con Sergio Mattarella Ansa

ECOMAFIE La rivelazione in commissione parlamentare

“Mezzi militari in disuso sequestrati prima di esser inviati ai jihadisti somali” ERANO DESTINATI ai terroristi somali. Mezzi militari in disuso sarebbero stati diretti in Somalia, e “probabilmente per il gruppo islamista al Shabab”, sono stati sequestrati nel porto di Salerno. A rendere nota l’operazione, svolta la scorsa estate, il direttore dell’ufficio interregionale delle dogane per la Campania e la Calabria nel corso di una audizione in commissione ecomafie. “Dietro l’apparente invio di rottami destinati al recupero – spiegano alla commissione ecomafie – si potrebbe nascondere un traffico illecito di mate-

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MATTEO RENZI/1

Contro l’Isis c’è la più grande coalizione mai vista Il nostro Paese offre a Barack Obama tutto il suo sostegno MATTEO RENZI/2

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Alex Zanotelli Il 24 ottobre a Napoli mobilitazione contro le esercitazioni militari

“Nel 2003 neanche le piazze fermarono le bombe. Ecco perchè oggi siamo soli” vimento è diviso, ci sono state delle spaccature perfino nel Tavolo della Pace di Assisi. Ognuno va per sé. Ma se noi siamo i lillipuziani che sperano di sconfiggere il gigante Golia, non possiamo poi disperdere le poche forze in mille rivoli.

Padre Alex Zanotelli, lei da allora è uno dei simboli della lotta contro le missioni militari. Ma perché nel 2003 gli italiani si mobilitarono a milioni contro l’impegno in Afghanistan e Iraq e adesso sembrano infischiarsene?

Ci penso tutti i giorni. C’è stato un calo di interesse pauroso. Una caduta di valori. Nel 2003 ricordo che si riuscì a creare una vera e propria resistenza contro le guerre. Avevamo accanto a noi persone come Tiziano Terzani e Gino Strada. E adesso… niente, tut-

riale dual-use”, cioè a duplice uso. Sulla vicenda sta indagando anche la magistratura. L’accaduto emerge da alcune audizioni tenute oggi dalla commissione Ecomafie che si trovava in missione a Napoli, dove ha ascoltato i vertici della Capitaneria di porto e della Agenzia delle Dogane di Napoli e Salerno, per raccogliere informazioni sulle inchieste avviate per traffico transfrontaliero di rifiuti. Per quanto riguarda il porto di Napoli, l’agenzia delle dogane “ha segnalato l’invio di rifiuti in Paesi africani, molto spesso mascherati da spedizioni di masserizie”.

aspetta di vedere come reagisce l’opinione pubblica. Anche perché lo stesso Mattarella è piuttosto freddo. Il punto è che il premier di certo avrebbe voluto “governare” la notizia: invece in realtà l’accelerazione data con lo scoop del Corriere lo ha messo in difficoltà, anche nella prospettiva di far passare un’operazione militare agli occhi degli italiani. A dare l’impulso sono stati i militari. Che vogliono un ruolo più forte nella missione, ma soprattutto evitare i tagli alle spese annunciati dal ministro dell’Economia, Padoan nella legge di stabilità. Peraltro, per martedì sera era prevista in Commissione una discussione sul Libro Bianco della difesa. Altri tagli di cui non si è discusso, vista l’attualità. Intanto, ieri Carter nel colloquio al Colle ha mostrato grande considerazione nei confronti del Presidente. E ha trattato l’Italia come un partner decisamente affidabile. Ma Renzi sa che per accreditarsi davvero deve essere pronto a bombardare appena arriva la richiesta formale degli Usa.

L’Italia si muove con la coalizione occidentale all’interno di una strategia politica complessiva per le aree di crisi

E la politica non vi sostiene più…

ta quella forza è andata perduta.

Lasciamo perdere. La destra, vabbè, ha sempre avuto altre posizioni. Ma ora anche il partito di maggioranza a sinistra, il Pd, è aggrappato ad altre idee. Il resto? Sono tutti punti interrogativi. Guardi, c’è proprio poco da sperare a livello politico.

È anche colpa nostra. Il mo-

Mai. L’unica possibilità, però, è mettere insieme un movi-

Padre Alex Zanotelli

Piazze semivuote. I Tornado potrebbero tornare a bombardare e nessuno alza un dito. Ma perché?

Vi arrendete? Dopo la bandiera arcobaleno alzate la bandiera bianca?

mento davvero popolare. Proprio come ha detto papa Francesco nel suo discorso in Bolivia, il più importante. Che cosa direbbe agli italiani per convincerli a mobilitarsi come nel 2003?

Che queste guerre ci toccano. Provocano conseguenze nella nostra vita. Non illudiamoci di tenere lontano da noi le sofferenze. Ma a che cosa sono serviti i cortei e le mobilitazioni di dodici anni fa? Alla fine siamo andati in Afghanistan e Iraq...

Sì, forse è anche per questo che tanti oggi hanno rinunciato. Si sono convinti che il loro impegno non è servito a niente. Dal 2003 abbiamo fatto una guerra dietro l’altra. Ma non bisogna arrendersi mai.

Mi dia una ragione valida.

L’ha detto il Papa: visto che non si può fare la terza guerra mondiale, si combattono guerre locali. Così si salvano i bilanci di società come Finmeccanica. Che ha perfino lasciato le sue attività civili! Ma lei combatte ancora contro la guerra?

Certo. Il 24 ottobre saremo in piazza a Napoli contro la più grande esercitazione militare dalla Seconda guerra mondiale. La stanno facendo adesso, ma nessuno apre bocca. Una vergogna. Contro questo protesteremo. Spero saremo in tanti, ma comunque sia, noi ci saremo. E speriamo sia l’inizio di una mobilitazione. Per far nascere un movimento popolare come nel 2003. F. SA.

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