Intifada

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| IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 10 Ottobre 2015

SIRIA UCCISO GENERALE IRANIANO Battaglia ad Aleppo fra truppe iraniane alleate di Assad e Isis. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani, i jihadisti hanno ucciso il generale iraniano Hussein Hamedani; mancano però conferme ufficiali. La Russia prosegue i raid aerei, ieri avrebbe colpito 60 obiettivi fra Raqqa, Latakia, Idlib, Aleppo e Hama. Gli Usa invece hanno deciso di interrompere l’addestramento dei ribelli moderati. Ansa

TURCHIA MANETTE A CHI CRITICA ERDOGAN Un tribunale di Istanbul ha emesso un mandato d’arresto per Bulent Kenes, direttore dell’edizione inglese del quotidiano turco Zaman, con l’accusa di aver insultato su Twitter il presidente turco Tayyip Erdogan. Il giornale fa capo al magnate e imam Fethullah Gulen, ex sodale e ora nemico numero uno di Erdogan. Kenes, che ha il divieto di espatrio, sostiene di aver solo espresso il suo diritto di critica.

ISRAELE Sette palestinesi uccisi lungo il Muro di Gaza e a Hebron. Oltre 200 feriti negli scontri con l’esercito. Hamas chiama alla “liberazione di Gerusalemme”. » ROBERTA ZUNINI

L’

escalation di violenza in Israele e nei Territori Occupati continua a propagarsi e nel venerdì di preghiera ha raggiunto Gaza e il nord di Israele dove vive gran parte della comunità araba-israeliana, cioè i palestinesi che hanno la cittadinanza dello Stato di Israele. Dopo il sermone di Ismail Hanyeh, il leader di Hamas che governa la Striscia, in cui ha dichiarato che il movimento islamico sostiene la “terza intifada”, un gruppo di giovani disarmati ha tenuto una manifestazione lungo la zona cuscinetto Gaza-Israele. I manifestanti, nonostante gli avvertimenti dell’esercito, si sono avvicinati alla barriera che delimita la buffer zone e i militari hanno fatto fuoco. Le vittime sono 6 giovani, decine i feriti. Intanto nel nord di Israele, ad Afula, una donna arabo-israeliana ha cercato di accoltellare un soldato. “L’altra sera mentre mi trovavo in auto vicino Nazareth, qualcuno ha lanciato delle pietre. Per fortuna mi hanno mancato. Lavoro da sempre con gli arabi-israeliani, con alcuni sono amico – dice Shalom Cohen, filmaker 40enne e mai prima d’ora li avevo sentiti dire che pur di difendere Al-Aqsa sono disposti a morire. Sono convinto che questa escalation non sia dovuta allo stallo dei negoziati, alla mancanza di futuro dei giovani palestinesi sotto occupazione, alle violenze dei coloni, ma alla teoria cospirativa diffusa da Hamas e dal movimento islamico secondo cui Israele vorrebbe cambiare lo status della Spianata delle Moschee”.

L’EPICENTRO di quella che i media hanno definito “l’Intifada dei coltelli”o la “Terza intifada” è la Spianata delle moschee dove sorge Al-Aqsa, il terzo luogo sacro dell’Islam, ma anche luogo santo dell'ebraismo che la chiama Monte del Tempio. La Spianata è sotto la protezione del re di Giordania e agli ebrei è proibito pregarvi. Fu proprio la provocatoria “passeggiata” di Ariel Sharon sulla Spianata a far deflagrare la seconda Intifada 15 anni fa. Da un anno a questa parte numerosi gruppi di ebrei ultraortodossi e alcuni ministri della destra ultranazionalista del governo Netanyahu non solo hanno emulato il defunto Sharon, senza che il premier condannasse le provocazioni e

Pietre e pallottole Soldato spara pallottole di gomma e un lanciatore con la fionda a Hebron. Sotto, Netanyahu Ansa/Reuters

Primo venerdì di sangue dell’Intifada dei coltelli 2000

Escalation Benché venga esclusa una regia per la sollevazione, si teme la rivolta generalizzata sotto gli sguardi distratti dei poliziotti, ma hanno cercato di pregare, scatenando la rabbia dei palestinesi musulmani. Il premier due giorni fa ha proibito a ministri e parlamentari di recarsi sulla Spianata, ma la

Settembre di 15 anni fa Sharon cammina sulla Spianata situazione sembra essergli sfuggita di mano. “IO NON LA CHIAMEREI Intifada perché non c’è una regia dietro agli accoltellamenti in strada, ai lanci di pietre, agli at-

tacchi con i cacciaviti. Ma questi atti spontanei sono ancor più preoccupanti perché non c'è un interlocutore con cui dialogare per eventualmente trovare un accordo. I palestinesi, già frustrati dall’occupa-

zione più longeva della storia, con il suo carico di ingiustizie, ora pensano che Israele voglia annettersi anche il loro baricentro spirituale-identitario e sono disposti a morire pur di evitarlo”, spiega al Fatto l’editorialista di Haaretze scrittore Gideon Levy, che da sempre critica l’occupazione. Per Levy è impossibile prevedere se l'ondata di violenza si fermerà. “Se Netanyahu ordinerà all’esercito di reagire brutalmente e su larga scala, la situazione esploderà”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Rapimenti e riscatti Inchiesta di Al Jazeera: tutti i soldi dati da Roma ai terroristi

LA POLEMICA

Il bancomat dei sequestrati italiani » CATERINA SOFFICI Londra

I

l documentario nella sua versione integrale andrà in onda lunedì prossimo, il 12 ottobre su Al Jazeera. Una anticipazione dell’inchiesta pubblicata sul sito dell’emittente del Qatar mette in grave imbarazzo il governo italiano, che ribadisce di “non pagare riscatti” ma è sbugiardato dal nucleo investigativo dei giornalisti di Al Jazeera. Ha condotto un’indagine lunga sei mesi per far luce sui negoziati segreti che hanno portato al rilascio di ostaggi in mano a gruppi armati in Medio Oriente. Si intitola The Hostage Business e rivela come vengono condotte le trattative. Al centro del caso c’è l’Italia, che ha pagato svariati milioni di dollari per la liberazione di vari ostaggi. Al Jazeera rivela una sorta di tariffario. Il prezzo più alto sono stati gli undici

milioni di dollari sborsati per il rilascio delle due giovani cooperanti Greta e Vanessa, notizia già trapelata la scorsa settimana. Come prova Al Jazeera mostra le foto del pagamento: un tavolo ricoperto di mazzette di dollari in pacchetti incellofanati. Il denaro sarebbe stato dato dall’Italia ad al-Nusra, il gruppo armato siriano vicino ad al Qaeda. Devono essere gli stessi pacchetti di cui parla Mahmoud Daboul, un membro delle Brigate Farouq, al-

Domenico Quirico Pagati 4 milioni di dollari per il reporter rapito in Siria Ansa

tro gruppo armato di combattenti siriani, che era presente alla consegna della cassa per il riscatto del giornalista della Stampa, Domenico Quirico e del collega belga Pierre Piccinin da Prata: “Il denaro era in pacchetti da 100 mila dollari, ciascuno dentro un proprio sacchetto di plastica”. Pagamento confermato anche da un altro testimone, tal Mu’taz Shaklab, l’intermediario, che dice alla telecamera: “E ro presente quando il denaro è passato di mano. I rapitori a-

Bruno Pellizzari Rapito dai pirati somali e rilasciato dopo un conto da 525 mila dollari Ansa

vevano chiesto 10 milioni di dollari, ma penso che ne siano stati pagati solo quattro”. SECONDO AL JAZEERA il go-

verno italiano ha detto che i 4 milioni sono stati pagati dalle famiglie, ma il belga nega che la sua famiglia abbia sborsato un euro e Quirico sostiene di non essere a conoscenza di nessun pagamento. La parte più imbarazzante dell’inchiesta è quella dove Al Jazeeraaccusano apertamente il governo italiano di aver mentito ri-

Greta e Vanessa 11 milioni in contanti per rilasciare Greta Ramelli e Vanessa Marzullo Ansa

Federico Motka Secondo il NYT, versati 6 milioni per liberarlo dall’Isis in Siria

guardo al rilascio dello skipper Bruno Pelizzari e della compagna sudafricana Debby Calitz, in mano ai pirati somali per due anni. La tariffa sarebbe stata di 525 mila dollari. A peggiorare la situazione, il governo avrebbe mentito spudoratamente vendendo ai media una storia falsa, e cioè che gli ostaggi erano stati liberati grazie a un raid da parte dei militari somali, appoggiati dall’Occidente. Anche la sorella di Pelizzari, Vera Hecht, intervistata ammette che c’è stato un passaggio di denaro e che alle famiglie era stato chiesto di non svelare particolari. Insomma, chi ha pagato è tornato vivo a casa. Altro epilogo, per gli americani. E nel documentario si parla anche del riscatto non pagato per il giornalista statunitense James Foley, decapitato nel primo video dell’Isis. L’altra faccia del business degli ostaggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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