Il fatto p4

Page 1

4 » POLITICA

| IL FATTO QUOTIDIANO | Giovedì 27 Agosto 2015

Giuliano Pisapia A otto mesi dalle prossime elezioni, il sindaco fa il bilancio di fine mandato. E spera in una giunta “arancione” bis

L’INTERVISTA

Cara Milano, ti lascio: ma il Pd non cancelli sinistra e società civile

N Chi è

Nato a Milano, 66 anni, sposato con la giornalista Cinzia Sasso

Carriera

Avvocato penalista, due volte deputato. Ha vinto le primarie sostenuto da Sel. È sindaco di Milano dal 2011

» GIANNI BARBACETTO Milano

on è negli Stati Uniti, né ai Caraibi. A differenza del suo collega di Roma, Giuliano Pisapia è rimasto tutto agosto a Milano. Compreso il Ferragosto, festeggiato con un ballo alla recuperata e struggente Balera dell’Ortica, con annesso bacio alla “first sciura”, la giornalista Cinzia Sasso. “È un momento importante per Milano”, dice il sindaco, “qui ci stiamo giocando parte del futuro del Paese. La città sta rinascendo, scala le classifiche delle metropoli europee, è molto avanti, per esempio, nella raccolta differenziata, è ormai prima in Europa nel car sharing, le auto condivise. Per questo ho scelto di restare qua, con i tanti cittadini che in vacanza non ci sono andati. Ho ancora otto mesi di lavoro, mi riposerò alla fine del mandato”. Stile diverso da quello del sindaco di Roma Ignazio Marino. E la partita Milano-Roma l’avete comunque vinta.

Roma sta vivendo un periodo particolarmente difficile. Milano si sta confrontando con le grandi città europee e mondiali. E sta vincendo la sfida. Milano resta però sospesa tra rinascita e declino. Ci sono pezzi di città rinati (la Darsena, il Mercato metropolitano, Piazza Gae Aulenti, la Fondazione Prada...). Ma poi gli stranieri si com-

IL DOPO EXPO

Le inchieste, il rischio flop e il futuro dell’area. “Con me, neppure un consigliere arrestato o indagato” I CONTI DEL COMUNE

La nuova Città metropolitana senza soldi e senza funzioni: “Il governo ha imposto più tagli a noi che ai ministeri” prano l’Inter e il Milan, l’intero quartiere di Porta Nuova, o addirittura grandi aziende come la Pirelli.

Quando gli stranieri vengono qui a comprare aziende, mi preoccupo: in questo caso c’è il rischio che, prima o poi, siano portati altrove lavoro e occupazione. Ma quando gli stranieri comprano immobili o squadre di calcio che non possono essere spostati all’estero, ritengo che facciano investimenti che fanno bene a Milano. Dimostrano di aver scelto una città internazionale su cui vale la pena di puntare.

Se le cose vanno così bene, allora perché non rimane a fare il sindaco?

Importante è che continui il progetto, non che a Palazzo Marino resti Pisapia. E come lo spiegherebbe ai non milanesi, questo progetto?

Una coalizione di centrosinistra con un apporto importante della cittadinanza attiva: nella mia giunta, sei assessori vengono dai partiti, sei dalla cosiddetta società civile. La mia è un’amministrazione che collabora e dialoga con i partiti, ma ha una sua piena autonomia. Le sue caratteristiche sono il rispetto della legalità, la capacità di dialogare con tutti, ma anche la forza di fare scelte coraggiose. Come quella, per fare un esempio, di riprendere la gestione delle case popolari comunali, dopo la gestione fallimentare della Regione. È proprio escluso che Pisapia alla fine ci ripensi e si ripresenti alle elezioni, in mancanza di un candidato forte capace di rappresentare in maniera piena questo vostro “progetto”?

Io credo che si sottovalutino gli attuali candidati, che invece hanno esperienza sociale e sono persone serie. Ripeto: il mio unico obiettivo è quello che prosegua il progetto e la persona giusta arriverà. I candidati sono cresciuti moltissimo, l’esperienza di amministratori è stata importante. Perché criticare è facile, governare meno. Puoi fare proposte che sembrano belle, ma non sono praticabili. Per ora si sono candidati Pier francesco Majorino ed Emanuele Fiano. Altri si aggiungeranno. Ma le primarie con tanti c a nd i d at i , nessuno dei quali incarni in maniera forte il vostro “proge tto”, non dà l’idea che la squadra sia dispersa?

Dispersa è una squadra che non sa dove andare. In quattro anni, la mia giunta non è mai stata messa in minoranza in Consiglio comunale. E ha sempre preso decisioni all’unanimità, dopo discussioni anche vivaci. E con me sindaco, dopo anni tremendi per la politica, non un assessore, un consigliere comunale, neppure un consigliere di zona è stato arrestato o indagato...

Potrebbero però saltar fuori candidati sindaco più “forti”, magari imposti da Matteo Renzi: il commissario Expo Giuseppe Sala, o dell’ex direttore del

L’intervista completa su www.ilfattoquotidiano.it. A destra, il palazzo Unicredit in piazza Gae Aulenti. Sotto, Giuliano Pisapia Ansa/LaPresse

Corriere Ferruccio de Bortoli... E Umberto Ambrosoli?

Io non faccio nomi. Su Expo posso dire che in agosto ha avuto una ripresa, ma solo a fine ottobre si potrà fare una valutazione complessiva. Un candidato forte si vede alla fine della campagna per le primarie, non all’inizio. L’assessore al bilancio Francesca Balzani potrebbe essere il candidato “arancione”, continuatore del “progetto” di Pisapia?

Ripeto: non faccio nomi.

Tre cose fatte di cui Pisapia va fiero.

La prima, aver salvato 2 mila posti di lavoro di Sea Handling, la società del Comune che movimenta i bagagli degli aeroporti milanesi. Poi aver restituito alla città la Darsena, che era destinata a diventare un parcheggio ed è diventata invece un posto bellissimo. E aver riqualificato tanti luoghi della città, come il quartiere di Santa Giulia, o Quarto Oggiaro, dove abbiamo messo la

sede delle nuove start up. Infine l’impegno per la legalità: non solo la commissione e il comitato antimafia, ma anche il recupero di tanti beni confiscati alle cosche. Tre cose che invece non hanno funzionato.

La burocrazia, con leggi che complicano anziché facilitare l’intervento degli amministratori. Le politiche per i giovani: deboli, abbiamo recuperato solo negli ultimi mesi. Infine il Teatro Lirico: speravo di restituirlo alla città, invece i lavori sono cominciati, ma non finiranno presto. Che rapporti avete con il governo, che vi taglia i fondi?

Complessi. Va bene risparmiare, in tempi di crisi, ma ai Comuni sono stati imposti, in proporzione, tagli maggiori che ai ministeri. E questo non va bene. Ciò nonostante, nelle tasse abbiamo fatto una scelta di equità: è vero che a Milano c’è l’addizionale Irpef più alta, ma il 55 per cento dei milanesi, quelli al di sotto di un certo reddito, non la paga. Ora con la Città metropolitana, erede della Provincia, tutti i conti saltano: 35 milioni di debito.

Sì, è un disastro. La nuova Città metropolitana non ha ancora competenze definite né finanziamenti certi, ma deve continuare a erogare i servizi della Provincia. E poi il sindaco metropolitano deve essere eletto dai cittadini: dobbiamo farlo, entro il 2018. Expo e M4 nei prossimi anni saranno una zavorra pesantissima sui conti del Comune. Il suo successore dovrà avere un fisico bestiale.

I conti di Expo li faremo a fine ottobre. Il dopo Expo potrà diventare non un peso, ma un’opportunità per la città. Quanto alla linea M4 del metrò, abbiamo ereditato dall’amministrazione precedente una situazione pesante. Ma era peggio bloccare tutto e pagare le penali.

IL RAPPORTO CON I DEM

Non credo nel bipartitismo stile-Italicum. Vorrei un centrosinistra nutrito dalle esperienze di chi non viene dai partiti NIENTE FERIE

La città sta vivendo un momento importante, per questo ho scelto di restare qua, con i tanti cittadini che in vacanza non ci sono andati Progetti per il “dopo”?

Certo un periodo di riposo. Niente politica?

Non ne ho la minima idea. Ho ancora otto mesi da sindaco, e molto impegnativi. Pd o Sel? È vero che si è avvicinato a Renzi?

Io credo nel dialogo a sinistra. Non credo nel bipartitismo, com’è prefigurato dalla legge elettorale approvata. Mi piace una Sel che non rompe con il Pd, ma crede nel centrosinistra nutrito dalle esperienze di chi non viene dai partiti, in una coalizione che abbia dentro anche la sinistra. Renzi al Meeting di Cl ha criticato, insieme, berlusconismo e antiberlusconismo.

Io non li equiparo. Ho contrastato Berlusconi a Milano e in Parlamento e l’ho contrastato anche in tribunale, pur tenendo sempre distinti il piano politico e quello processuale. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.