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| IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 9 Dicembre 2015

ANTONIO LUONGO

Muore in incidente il segretario dem della Basilicata

È STATO PROBABILMENTE un malore la causa della morte di Antonio Luongo, segretario regionale lucano del Pd, la cui automobile, una Nissan Micra, sui cui viaggiava da solo, la notte scorsa ha sbattuto contro una ringhiera, in via Appia a Potenza, nei pressi del rione San Rocco. L'ex parlamentare, che aveva 57 anni, è stato trasportato all’o-

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spedale San Carlo, dove è morto poco dopo. Deputato della Repubblica dal 1999 al 2013, era segretario regionale del Partito democratico lucano dal 5 agosto 2014. Storico dirigente di partito, prima di arrivare in Parlamento, aveva ricoperto cariche di vertice nel Pci e nel Pds. Numerosi i messaggi di cordoglio del mondo politico per l’improvvisa scomparsa, a

I numeri

L’ANALISI Come cambia il Pd

» FEDERICO FORNARO*

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onostante i sondaggi siano uno strumento da maneggiare con cura in una fase in cui circa il 50% degli intervistati dichiara di essere intenzionato ad astenersi o è indeciso, la recente rilevazione periodica sulle opinioni politiche effettuata dal Cise (Centro Italiano di Studi Elettorali) può essere d’aiuto per comprendere gli umori e in cambiamenti in corso nell’elettorato. Infatti, se si mettono a confronto i risultati del sondaggio Cise con l’analisi del voto (stima da sondaggi rielaborata su risultati reali) che fu realizzata da Ipsos all’indomani delle elezioni europee del 2014, è possibile fotografare meglio i rilevanti sommovimenti in corso nel tessuto politico-sociale italiano. Il 40,8% ottenuto dal Pd renziano nel 2014, infatti, per mesi è stato propagandato dai la uda tor es del premier-segretario come la pietra miliare del nuovo Partito della Nazione, una costruzione che però perde già molti pezzi, nonostante la rilevazione 2015 del Cise assegni al Pd il 35,6% (-5,2% sul 2014), un risultato migliore della media dei sondaggi del mese di novembre (dal sito www.termometropolitico.it): 32,2% (-8,6% rispetto alle Europee). Anche per il Movimento 5 Stelle il 30,8% attribuitogli dal Cise (+9,6% sul 2014) è superiore alle più recenti rilevazioni demoscopiche: 27,3% (+6,1% sulle Europee).

Renzi crolla tra operai e 50enni Fuga del ceto medio verso M5S La scheda IL CISE è il Centro di Studi Elettorali dell’Università Luiss-Guido Carli di Roma. Abbiamo messo a confronto i dati diffusi l’altro ieri con i sondaggi realizzati da Ipsos all’indomani delle elezioni europee del 2014 (quelle del boom del Pd di Renzi, che toccò il 41 per cento dei voti n

Crisi Consensi giù per Renzi, sale Grillo Ansa/LaPresse

IL COLLOQUIO

LE TENDENZE DI FONDO dei

sondaggi, comunque, evidenziano per il Pd, da tempo, un trend negativo rispetto al 40,8% delle Europee 2014, a cui fa riscontro – non casualmente come vedremo – una corrispondente tendenza alla crescita dei consensi per il M5S, dopo la parziale battuta d’arresto del 2014, seguita all ’exploit delle Politiche 2013. Confrontando alcune variabili socio-demografiche, si può osservare come il Partito democratico tra il 2014 e il 2015, ad esempio, contenga le perdite tra i giovani (-3%) e aumenti tra gli ultrasessantacinquenni (+1,8%), mentre registri una vera e propria emorragia nella fascia tra i 55 e i 64 anni (-6,8%) e un vero e proprio tracollo in quella tra i 45 e i 54 anni (-14,1%). Al contrario, il M5S recupera sia tra le leve più giovani (10% circa in più) sia tra gli anziani (13,6% rispetto al 6,4%), nonostante gli ultrasessantacinquenni continuino a essere uno dei talloni d’achille dei pentastellati; ottime performance invece si segnalano per il movimento

cominciare dai vicesegretari Guerini e Serracchiani. Tra i big interviene l’ex premier Massimo D’Alema, che si dice “profondamente colpito e addolorato: Antonio è stato per me non solo un carissimo compagno, ma anche, da molti anni, un amico con il quale ho condiviso tante battaglie e tanti momenti di confidenza e di confronto”.

pentastellato proprio dove è più marcato il calo dei democratici: +15,7% nella fascia tra i 45 e i 54 anni e +6,5% tra i 55 e i 64 anni. Tra gli operai, invece, il Pd passa dal 35,8% (2014) al 23% (2015) ed è doppiato dal M5S che arriva al 46% (30,5% nel 2014) e tallonato dalla Lega di Salvini con il 20% dal 7,1%. I democratici recuperano tra i pensionati (57,0% contro 50,5%), dove sono in aumento anche i sostenitori di Grillo (14% rispetto a 7,4%) e a perdere consensi è, invece, Forza Italia, che passa dal 20 al 15%. ANCHE tra gli studenti l’appeal

di Renzi è in netto calo (36,0% nel 2015 e 41,1% nel 2014), mentre crescono sia Grillo (35,0% contro 23,2%) sia Salvini (17,0% versus 4,6%). Note dolenti per Palazzo Chigi arrivano anche dagli impiegati/insegnanti, dove si registra un calo di circa 10 punti, esattamente quanto guadagna in questa categoria sociale il M5S e dai disoccupati (22,0% rispetto al 30,9% del 2014). Tra chi è senza lavoro, l’incremento dei 5 Stelle è tra i meno significativi (+5,5%), mentre la Lega passa dal 4,1% del 2014 al 13,0% del 2015.

20%

L’elettorato tra i 45 e i 64 anni che lascia i dem per il Movimento In sintesi, le diffuse aspettative riposte nell’avvento di Renzi al governo, che erano state alla base del sorprendente balzo in avanti del Pd alle Europee 2014, si stanno trasformando in un pericoloso boomerang: un misto di rabbia e delusione che sembrerebbe alimentare principalmente l’area del non voto e i 5Stelle, ormai sdoganati a sinistra. Infine, è interessante osservare come, secondo la rilevazione

Cise, solamente circa un terzo dell’elettorato sia di Forza Italia sia della Lega darebbe la sua preferenza al secondo turno al Pd: un’attrazione verso il M5S che rischia, quindi, in assenza di correttivi, di rivelarsi fatale a Renzi e che comunque renderà l’esito di un eventuale ballottaggio assolutamente incerto. Infatti, come hanno efficacemente sintetizzato due ricercatori del Cise, Vincenzo Emanuele e Nicola Maggini, nel saggio Il Partito della Nazione ? Esiste e si chiama Movimento 5 Stelle: “Nonostante Renzi sia solitamente percepito come un leader post-ideologico che ha senza dubbio allargato le basi di consenso del partito, il Pd oggi farebbe fatica a sfondare nell’elettorato di destra vista la presenza di un movimento trasversale dal punto di vista ideologico come il M5S”. Restano, poi, da segnalare una diffusa e radicata crisi di consensi e di fiducia di Forza Italia, a cui fa riscontro una significativa ripresa di capacità attrattiva della Lega di Salvini, non più relegata a Nord del Po, ma diventata partito nazionale sul modello del Front National, con oltre il 10%. *senatore Pd

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Pierfrancesco Majorino L’assessore di Milano in campo contro Mr Expo

“Sfido Sala (e gli amici di Formigoni)” » GIANNI BARBACETTO Milano

I

duellanti di Milano, Francesca Balzani e Giuseppe Sala, sono entrambi virtuali. L’unica candidatura reale, per ora, è la sua: Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali della giunta di Giuliano Pisapia, sinistra Pd, sostenuto da Sel. Se l’estate scorsa l’emergenza profughi siriani – con centinaia di uomini, donne e bambini che arrivavano ogni giorno alla Stazione Centrale – non ha provocato conflitti in città, gran parte del merito è suo. Ha coordinato macchina comunale e associazioni di volontariato, cattoliche e laiche, ed è riuscito ad accogliere, assistere, smistare migliaia di persone. Ora si è buttato nell’avventura che potrebbe portarlo a diventare sindaco di Milano. È stato il primo ad annunciare la sua candidatura alle prima-

rie del centrosinistra. Poi sono arrivati il parlamentare dem Emanuele Fiano, Roberto Caputo e Antonio Iannetta. LA DATA, fonte di molte ten-

sioni, è stata decisa ieri, dopo una telefonata a Pisapia del vicesegretario Pd Lorenzo Guerini: sarà il 7 febbraio, come volevano i milanesi. Comunque lui, Majorino, 42 anni, un po’ politico e un po’ romanziere (il suo ultimo romanzo è Maledetto amore mio, Laurana, 2014), non ci sta a giocare il ruolo del terzo incomodo, tra un Sala indicato da Matteo Renzi e una Balzani sostenuta da Pisapia. “Milano ha nelle primarie una bellissima occasione di partecipazione democratica e popolare. La confusione di queste settimane è stata assurda. E ha rischiato di mortificare i

cittadini lasciando spazio agli accordi di vertice. Meno male che alla fine è stata confermata, come data delle primarie, quella che la coalizione a Milano aveva già deciso. Più si aspetta, più si lascia spazio alla destra e al suo desiderio di ri-

ler dire legalità, riscatto sociale, politiche per una rivoluzione ambientale (per esempio sull’uso di grandi spazi come le aree ferroviarie o quelle dismesse)”. Continuità con Pisapia? “Sarà giusto continuare il lavoro fatto dalla giunta Pisapia in termini di cultura della gestione della cosa pubblica, ma su Gazebo alcuni temi (penso a casa e quarIl vicesegretario tieri periferici, Guerini chiama per esempio) doessere più il sindaco Pisapia vremo radicali e ambivincita. Fosse e cede sulla data ziosi”. È considestato per me, lo rato il più a sinidelle primarie: avrei scelto adstra dei candidati: dirittura entro sarà il 7 febbraio “Mi sostengono Natale, il candipersone di tutti i dato del centrotipi incontrate in sinistra. Di certo poi non deve questi mesi, da luglio a oggi. essere Roma a spiegarci quan- Mi sono candidato per primo, do andare a fare i gazebo”. ho fatto la battaglia per le priLa proposta di Majorino marie spesso da solo e ne sono per la città? “Milano deve vo- fiero. Diciamo che faccio par-

te di una sinistra sociale diffusa, molto trasversale”. E Sala? “Lo rispetto. Ma non ho capito che idea abbia sul futuro della città. L’ho conosciuto come city manager di Letizia Moratti quando guidavo l’opposizione. Deve sapere che la nostra idea di Milano è lontana mille miglia da quella. E poi voglio essere chiaro su di un punto: con me non ci saranno amici di Roberto Formigoni alla guida della città. Con lui?”. IN MOLTI gli ripetono che se al-

le primarie parteciperanno sia lui sia Balzani regaleranno la vittoria a Sala. “Non ho capito se Francesca si candiderà. Sono interessato a un confronto con lei. Ma non mi spaventa l’idea che i candidati possano essere tre. In fondo i cittadini di centrosinistra sanno scegliere bene e a Milano lo hanno già dimostrato”. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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