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8 » POLITICA

L Storico dell’arte Tomaso Montanari del Comitato per il No LaPresse

Chi è

Tomaso Montanari, classe 1971, fiorentino, è uno storico dell’arte e insegna alla Federico II di Napoli. Vicepresidente di Libertà e Giustizia, è nel direttivo del Comitato per il No (quello dei “professori”), Saggista e polemista (ha scritto anche per “Il Fatto”), Giorgio Napolitano l’ha nominato commendatore per il suo impegno a tutela del patrimonio artistico

| IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 9 Novembre 2016

Tomaso Montanari “Giocatori incapaci e corrotti chiedono di cambiare le regole e, se le contesti nel merito, ti promettono che le useranno bene...” » LUCA SOMMI

a sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercé della maggioranza del momento, e resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difendere la stabilità, a mettere fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza”. Tomaso Montanari, storico dell’arte, membro del direttivo del comitato per il No, inizia l’intervista citando il manifesto dei valori del Partito democratico, approvato il 16 febbraio 2008, per ribadire la contraddizione politica che c’è alla base della riforma costituzionale. Partiamo dall’impianto generale della riforma. Cosa non va?

Giocatori incapaci e corrotti ci chiedono di cambiare le regole, e quando noi le mettiamo in d is cu s si on e loro ci dicono che le useranno bene. Dobbiamo fidarci del manovratore: che è quello che disse #en r i c o st a i s ereno, e sapp i a m o com’è finita. Ecco, il vero slogan del Sì potrebbe essere questo: #dem o c r a zi a s t a iserena. Auguri a chi si fida.

Questa riforma si chiama “#democraziastaiserena” Certo che si può cambiare: il problema è come la si cambia. Prendiamo il nuovo Senato: non sarà una Camera dei territori come ci fanno credere, sarà una Camera politica, con i suoi membri che avranno libertà di mandato. E poi, e questo è importante che lo sappiano al Sud, la Lombardia avrà 14 senatori e la Calabria 3, perché i rappresentanti saranno pesati sulla popolazione di ciascuna regione. Me se è una Camera politica perché non la votiamo più?

Cosa accadrà in mancanza di accordo tra le due Camere per le materie nelle quali il nuovo S e n a t o manterrà il

La Costituzione non si può c am bi are?

IL COMMENTO

potere legislativo paritariamente alla Camera?

Se il Senato avrà lo stesso colore politico della Camera Il quesito diverrà un organo inutile, referendario luogo di clientele capace sodimostra la lo di dare l’immunità a sinvera abilità daci e consiglieri. Se avrà colore politico diverso il sistedi Renzi: legislativo si bloccherà. è un grande ma Per questo la riforma Boschi televendiè una scommessa da giocatore, la tori di poker: fatta da chi speWanna ra di prendersi tutto, e non contempla la possibilità di Marchi perdere. della

politica

Cosa pensa del quesito che verrà stampato sulla scheda elettorale?

È stata una scelta molto abile perché spiega solo alcuni aspetti delle riforma. D’a ltronde qui emerge la vera qualità di Matteo Renzi, la Wanna Marchi della politica

italiana, ossia l’abilità nella televendita. E il trucco è una pubblicità ingannevole.

Barack Obama ha appoggiato la riforma.

Renzi che va dallo zio Obama per farci dire cosa fare rivela una mancanza di dignità e una mancanza di rispetto verso i cittadini italiani. Ci ha commissariato in diretta televisiva e quello di Obama è stato un messaggio paternalista contro la nostra sovranità.

Benigni raccontava “La più bella del mondo”, però oggi appoggia la riforma.

Benigni ha tutto il diritto di cambiare idea, però deve spiegarci perché. Io vorrei proprio affrontare un dibattito con Benigni nel merito della riforma, perché questo è il punto vero. Il suo atteg-

FATTO DA VOI

giamento, come quello di molti altri, confonde la politica con le istituzioni: c’è una crisi della politica, ma si vogliono cambiare le istituzioni. Come dice anche Massimo Cacciari: la riforma fa schifo, ma è il minore dei mali. Questo è un ragionamento politico, non è un ragionamento istituzionale. Ed è irresponsabile. Che messaggio manda a un diciottenne che voterà per la prima volta?

Che se vorrà avere ancora le carte per giocare, invece di sedersi a un tavolo dove gioca qualcun altro, è il momento di dire No. Solo nelle società di corte bisogna dire sempre sì, e abbassare la testa. Il futuro di chi ha 18 anni oggi passa per quel No. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La campagna

Il No è creativo e fai da te: inviateci i vostri IL TALENTO e la creatività a difesa della Costituzione: basta collegarsi al sito fattodavoi.ilfattoquotidiano.it e da lì seguire le istruzioni per inviarci i vostri No personalizzati: foto, video, testi, loghi, aforismi, racconti brevi, poesie, vignette, canzoni, rap e tutto ciò che vi riesce meglio per dire No. I lavori più riusciti e originali verranno segnalati nella sezione del sito, con novità e approfondimenti, dedicata al referendum (ilfattoquotidiano.it/ referendum-costituzionale) e in questa pagina dedicata al No che troverete ogni giorno. Sarà organizzato poi un evento per presentare i risultati della vostra creatività e premiare i migliori: aiutateci a rendere "virale" il No a questa controriforma, anche con l’hashtag: #PerchéNo.

Diamanti Fiom TRE DIAMANTI con i colori della bandiera italiana e uno slogan che ricorda lo spot di una delle più famose società dell’industria di questi preziosi, rari e prefetti: “Una costituzione è per sempre: i governi passano, le Costituzioni restano”. A diffonderlo, ieri, la Fiom con il messaggio “Al referendum del 4 dicembre, vota No”. Il segretario, Maurizio Landini, da settimane è in giro per l’Italia per portare avanti la campagna contro la riforma Renzi-Boschi n

Un’opera d’arte Inviato da Calisto Liberi Te lo dice anche Razzi Inviato da U b@aldo

La foto censurata Via dal profilo Facebook del premier. Il suo social manager: “Sono stato io”

QUANTI FOLLOWER VALE UN DISABILE? » SELVAGGIA LUCARELLI

I

n principio fu un selfie. Matteo Renzi lo pubblicò due anni fa su Twitter, a notte fonda, con una stanza di Palazzo Chigi che faceva da sfondo a una faccia da pirla da competizione e la didascalia “IO”. L'utilizzo delle maiuscole lo inchiodava inequivocabilmente alle sue responsabilità (tipico dei mitomani) ma se la cavò farfugliando il grande classico “Mi hanno rubato l'account” come una Daniela Martani qualunque e finì lì. Poi ci fu la risposta, sempre su Twitter, ad Agnoletti. Quest'ultimo aveva commentato un gol della Roma e Renzi, dal suo account Twitter,

aveva risposto “Parlare di furto è stravolgere la realtà” manco fosse in tribuna con la Satta. Lì ci fu un mea culpa. Non di Renzi però, ma di una delle tante figure che contribuiscono alla sua mirabolante comunicazione da premier strafigo che non sbaglia un colpo. Franco Bellacci, suo social media manager, ammise di aver twittato dall'account del premier convinto che fosse il suo. Tutto sommato andò anche bene. Con uno “Juve merda” sarebbe caduto il governo. Bellacci esorcizzò la discreta figura di merda con un ulteriore tweet. Scrisse: “Dopo una scemenza aumentano i follower. Aveva ragione Niven ‘un uomo ottiene la massima popo-

larità quando mette a nudo i suoi limiti’”. Il tutto scritto così, con minuscole e punteggiatura alla cacchio di cane. Chissà quindi a quanti follower sarà arrivato ieri dopo l'altra discreta figura di merda. Ore due del pomeriggio circa. Sulla pagina fb del premier appare una gallery di foto scattate durante l'inaugurazione di un ponte ad Alessandria in cui Renzi sorride con alcuni abitanti e il sindaco. Sopra appare la scritta “Tutte Il messaggio “Tutte tranne il disabile su Fb” pubblicato per pochi istanti Ansa

tranne il disabile su fb”. In pratica, qualcuno ha copiato e incollato un messaggio che conteneva l'indicazione di scartare le immagini del premier con un disabile presente all'inaugurazione. Il post sparisce in trenta secondi ma è già troppo tardi. E allora torna in scena Franco Bellacci con un tweet. Questa volta azzecca la punteggiatura ma sbaglia il verbo: “Sono stato io a fare indicazione di non mettere quella foto, temevo accuse di strumentalizzazione della disabilità”. Certo. Infatti Renzi ha portato Bebe Vio alla Casa Bianca perché voleva farle conoscere i gatti di Michelle Obama. Ma anche fingendo di crederci: togli la foto col disabile

perché crea dissenso? Quindi com'è la storia, Bebe Vio sì perché è glamour e vincente, il disabile qualunque no perché poi lo strumentalizzano? E infine, non me ne abbia il buon Bellacci, ma basterebbe già solo un indizio a smontare la tesi: dovremmo credere che Matteo Renzi prenda ordini da qualcuno. Che si faccia dire da Bellacci cosa pubblicare. Come no. Io dico che Renzi ha scritto “La foto col disabile no” e Bellacci abbia copiato per sbaglio l'indicazione, non il contrario. Nel frattempo, se è vero che “a ogni scemenza aumentano i follower”, Bellacci si avvia ad avere più seguaci di Justin Bieber. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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