I mattoni di hitler

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| IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 26 Settembre 2016

I mattoni di Hitler

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» MATTIA ECCHELI

Biografia

ALBERT SPEER Architetto del Führer, nato a Mannheim nel 1905, fu nominato ministro degli Armamenti nel 1942. Si servì dei prigionieri di guerra nell’industria bellica: furono quattordici milioni i lavoratori alle sue dipendenze. In una riunione affermò che molti operai che si dichiaravano malati erano dei simulatori. Sentito a Norimberga nel ‘46, al suo avvocato disse: “Conobbi Hitler a 29 anni. Si interessò alla mia attività di architetto. Era un fanatico di costruzioni”

Berlino

ivico 16 di Prinzregentenplatz, nel quartiere di Bogenhausen, uno dei più rinomati di Monaco di Baviera. I benestanti, i molto benestanti, possono permettersi di abitare qui. Non solo oggi, anche settant’anni fa, quando l’affitto dell’app ar tamento al secondo piano costava 4.200 Reichsmark. Era la residenza di Adolf Hitler, quella nella cui vasca da bagno la reporter americana Lee Miller scattò una foto entrata nella storia. Adesso al civico 16 c’è una stazione di Polizia e negli scaffali dove il Führer teneva i libri ci sono trofei legati allo sport. La Germania non può nascondere i residui della scomoda storia del Terzo Reich, ma talvolta li mimetizza, perfino quando sono sotto tutela. In alcuni casi li ha distrutti (o sono stati rasi al suolo dagli Alleati), in altri non li restaura e in altri ancora non rivela la loro presenza. Nella boscaglia, a 40 chilometri da Stoccarda, a Oberklausen, dopo essersi inerpicati lungo pendenze di 30 gradi, c’è la prova della più faraonica delle opere progettate da Albert Speer, l’architetto di Hitler: la verifica tecnica dello stadio più grande del mondo. E non per i parametri dell’epoca, ma perfino per quelli attuali. A confronto, malgrado i suoi 150.000 posti, l’i mp i a nt o con la maggior capienza del pianeta, che non a caso si trova a Pyongyang, capitale della Corea del Nord, è piccolo. Il Deutsche Stadium doveva misurare 800 metri di lunghezza, 450 di larghezza, poco meno di cento in altezza e ospitare 400.000 persone.

Per le oceaniche adunate organizzate dal partito La documentazione fotografica in mano agli studiosi dimostra come Speer e i gerarchi nazisti avessero verificato la sua fattibilità: esistono opere murarie e, seppur in legno, era stata realizzata una parte della impressionante tribuna. Senza binocolo, da 90 metri di altezza, tuttavia, lo spettatore seduto sulla gradinata più alta, avrebbe visto ben poco di quello che accadeva in pista. Speer aveva progettato di realizzarlo nell’area del Silbersee, un lago dalle parti di Hannover, nel nord del paese. Nei pressi di Stoccarda, si trova il complesso realizzato per le oceaniche adunate del partito organizzate tra il 1933 ed il 1938: copre una superficie di 11 chilometri quadrati. La pur enorme tribuna Zeppelin si poteva considerare “modesta” rispetto a quella prevista per il Deutsche Stadium. È lì

Residui del Terzo Reich sopravvissuti alla storia GERMANIA Semi-crollati, abbandonati, altri ancora mimetizzati. Alcuni abitati. Sono i progetti e le opere architettoniche volute dal Führer e dai suoi gerarchi che si trova l’unica sala realizzata dall’architetto del Reich ancora nella sua configurazione originale: un’opera simbolo, in grado di sintetizzare la visione di Speer e l’aspirazione di Hitler. Il Re ic hs pa rt ei ta gsgelände necessiterebbe di lavori di restauro, ma comprensibilmente non è una delle priorità delle autorità.

In tribuna Come mostra l’architetto, lo spettatore da 90 metri poteva vedere il palco senza binocolo Archivio Federale Tedesco/ Bundesarchiv

Gli alleati, in particolare i soldati americani, celebrarono la vittoria smantellando pezzi della struttura e, soprattutto, facendo saltare in aria la colossale croce celtica ripetutamente ripresa da Leni Riefenstahl. L’opera più imponente mai realizzata dal Reich e ancora in piedi è la Kongresshalle, la sala dei congressi delle ca-

micie brune, un maestoso anfiteatro che avrebbe dovuto ospitare 50.000 persone. La costruzione è significativamente più bassa rispetto al progetto iniziale di Ludwig e Franz Ruff: “appena” 39 dei 70 metri previsti. Anche se Berlino era la capitale, Hitler aveva in mente di ridisegnare la città

di Monaco. Lo spettacolare modello di come Speer aveva immaginato il capoluogo bavarese è custodito nelle cantine dello Stadt Museum: è lungo 40 metri e per montarlo gli addetti hanno bisogno di 2 giorni. Tre le altre soluzioni, c’era un obelisco alto 175 metri che avrebbe dovuto esibire sia l’aquila del Reich sia la croce uncinata. Era stata ipotizzata una monumentale stazione ferroviaria con una enorme cupola e strutture in metallo e vetro. Un’opera avveniristica che solo la guerra ha bloccato, assieme al viale “imperiale” da 6 chilometri


ESTERI

Lunedì 26 Settembre 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO |

STORIA&GEOGRAFIA

FILIPPINE: DUTERTE, IL LEADER CHE UCCIDE » FURIO COLOMBO

IL SILENZIO internazionale sul dilagare della pratica di omicidio di Stato in un Paese ritenuto democratico, ritenuto rispettabile e, infatti, bene accolto e rispettato da tutti, è un crimine che potrebbe definirsi complicità in una grave violazione di diritti umani. Ora il generale Rodrigo Duterte, eletto democraticamente Presidente delle Filippine, e sostenuto da una approvazione, nel suo Paese, del 90 per cento, ha istituito corpi di paramilitari che hanno diritto e potere di uccidere subito, a loro esclusivo giudizio chiunque, per qualsiasi ragione, e in qualsiasi misura, venga trovato in possesso di droga, sospetto di spaccio o collegato, per qualsiasi ragione, anche di parentela o conoscenza. Prima che i proibi-

zionisti si entusiasmino, si tenga conto che i due dati caratteristi della nuova politica sono i seguenti: primo, l'esecuzione ha luogo immediatamente, sulla base di ciò che pensano o credono i paramilitari; secondo, non esiste alcun luogo o modalità di discussione o revisione dell'evento, anche a fatto compiuto. Ma c'è una ragione in più che dovrebbe attrarre l'attenzione di chi non è filippino e non vive nel Paese di Duterte. L'introduzione di un modo barbaro di esercitare una presunta e arbitraria giustizia in un Paese normale è un fatto contagioso, al contrario dei comportamenti virtuosi, che tendono a restare isolati. Il Mediterraneo non

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pullula di navi che si precipitano ad affiancare "Medici senza Frontiere". Nessuno è accorso a sostegno di Gino Strada quando ha dovuto chiudere il suo ospedale Emergency in Libia a causa delle angherie della polizia locale. Ma le imitazione della sanguinaria violenza dei Califfati si moltiplicano dovunque. Il tratto più odioso e pericoloso delle squadre della morte nelle Filippine è che agiscono, senza scandalo. Tanto che tutti continuano ad andare in cerimoniose visite di Stato in quel Paese. Il pericolo di contagio potrà essere forse limitato a Paesi con istituzioni deboli. Ma è gravissimo, è un virus che può distruggere del tutto un Paese civile.

Sogni di grandezza Accanto, Speer mostra il modello del Reichsparteitagsgeländes al dittatore e all’architetto Ruff. In basso tra le due pagine, come erano in costruzione e come sono ora le gradinate del Deutsche Stadion

TOMTOM

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L’ULTIMA BATTAGLIA BOMBE SU BERLINO Il 30 aprile 1945, giorno del 56esimo compleanno del dittatore, i sovietici riescono a circondare la capitale dell’impero e l’Armata Rossa inizia l’assedio lanciando sulla città una quantità di esplosivo superiore a quella lanciata nel corso di tutti i bombardamenti della guerra

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RESA DEI GENERALI CONQUISTA RUSSA Il 2 maggio alle sei del mattino il generale Helmuth Weidling si consegna ai russi. Intanto, nella notte tra il 28 e il 29 aprile, Hitler aveva sposato Eva Braun e poche ore dopo si era suicidato

Archivio Federale Tedesco/Bundesarchiv

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DUBBI POSTUMI NON SI È SUICIDATO Di recente il Federal Bureau of Investigation Usa ha tolto il segreto sul i documenti riguardanti Hitler dopo la guerra, svelando la “pista” che portava alla sua presenza in Argentina

che avrebbe alimentato la propagande del regime.

Le sole porte misurano 12 metri di altezza Nella Germania che ha ricominciato a vomitare odio verso gli stranieri, come dimostrano i sempre più numerosi assalti a strutture di accoglienza destinate ai profughi, concentrate soprattutto nella parte orientale del paese, quella più povera, dove l’occupazione è più alta e i salari più bassi, i simboli del nazismo sono ancora pericolosi. Il deposito esterno del raccolta archeologica na-

zionale si trova a Monaco, ospitato in quello che è stato il più grande atelier dell’era moderna e l’unica opera di Speer nel capoluogo bavarese. Le sole immense porte misurano 12 metri di altezza. Vi ha lavorato Josef Thorak, austriaco di nascita come Hitler: lo scultore del Reich. Un paio delle sue opere sopravvivono, coperte dai muschi e mimetizzati fra i cespugli, nel parco vicino. In pochi sanno della loro presenza. Gran parte dei suoi lavori sono stati distrutti dagli americani, che avevano trasformato il tempio dell’arte nazista nella loro casa di piacere. La denazificazione ha riguardato numerosi edifici, inclusi i campi di lavoro metropolitani in cui venivano rinchiusi gli schiavi del ventesimo secolo. A Monaco una parte delle baracche sono state riconvertite e destinate a laboratori di artigiani e artisti: la vita rifiorisce là dove era stata mortificata. La struttura numero 5 di Neuaubing è ancora oggetto di una valutazione dopo essere stata impiegata prima come prigione e aver poi ospitato profughi. Un caso come ce ne sono altri, incluso quello scoppiato lo scorso anno quando alcuni richiedenti asilo erano stati destinati ad alcune strutture esterne del campo di concentramento di Buchenwald, adibito in passato perfino ad asilo. Gli emblemi spiccioli del nazismo sono presenti un po’ ovunque: elmi, croci celtiche (seppur stilizzate) e aquile resistono ancora

I numeri

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metri misurano le porte del più grande atelier dell’era moderna e unica opera di Speer a Monaco

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sono gli edifici presenti nel quartiere che il partito aveva riservato per sé nella capitale bavarese

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strutture a un piano conteneva invece, il parco olimpico. Qui venivano ospitati 3.600 atleti. Fiore all’occhiello era la Casa delle Nazioni, con le sue 38 mense

come decorazioni sulle pa- tabile nei mesi meno freddi reti di numerosi edifici. Sto- – tra aprile e ottobre – il parriche costruzioni sono state co olimpico, quello che Hiriadattate, soprattutto nelle tler aveva voluto per esibire grandi città, dove pur ap- al mondo le capacità della partenendo all’ingombran- Germania. Una cittadina rite passato difficilmente pos- servata agli atleti immersa sono venire impiegate come nel verde, con tanto di stapunti di riferimento dei gno e cigni, situata a 18 chineonazisti. lometri dallo stadio. All’eempre a Monaco, la storia poca, nel 1936, il villaggio eè stata esorcizzata con la de- ra un gioiello alla cui realizstinazione di uno palazzi del zazione aveva lavorato con partito a scuola t e n a c i a W o lsuperiore per fgang Fürstner, musica e teatro, poi esautorato come ricordano dal comando Gabriele Wen- Denazificazione anche se esibito g l e r e S a n d r a Campi di lavoro come “f a c en t e P ap a d op o u lo s fu nzi one ”. Tre nel documenta- metropolitani giorni dopo la rio Cattive co- sono stati fine dei giochi si suicidò malgrastruzioni – l’architettura di Hi- riconvertiti do l’alta onorifitler (Böse Bau- in laboratori per c e n z a g u a d aten - Hitlers Argnata: le SS lo achitektur) gira- artigiani e artisti vevano messo to per la Zdf, la alle corde per seconda rete via delle sue oripubblica tedesca. Nemme- gini. Il nonno era stato batno il suo direttore, Alexan- tezzato con rito ebraico. der Krause, che pure ha e- Non avendo lasciato alcuna splorato lo stabile, ha impa- lettera di addio, tra le specurato a conoscerne tutti i se- lazioni c’è anche quella che greti. Ci sono scale e spazi abbia voluto evitare la venche non vengono riportati detta antisemita dei pretonei progetti. Un intero piano riani di Hitler. Nelle 136 che non trova riscontri nei strutture a un piano (nella documenti era probabil- numero 39 alloggiava Jesse mente la zona assegnata ai Owens, il fuoriclasse ameri“registi” di parate e adunate. cano di colore che divenne Anche l’istituto superiore di la stella della manifestaziocinematografia della città è ne grazie ai suoi quattro ori ospitato in un palazzo nazi- nell'atletica: 100, 200, salto sta che si trova all’interno di in lungo e staffetta 4x100) e un intero quartiere che il nelle 5 a due, nel corso partito aveva riservato a sé: dell’Olimpiade estiva ven68 edifici per un totale di nero ospitati i 3.600 atleti 6.000 addetti dalle parti di maschi con i loro accompagnatori. Alle 300 donne era Karolinenplatz. Poco fuori Berlino è visi- stato riservato un edificio

nei pressi dello stadio. Il fiore all’occhiello, oltre alla bucoliche soluzioni paesaggistiche, era la Casa delle nazioni (Haus der Nationen), dove erano state allestite addirittura 38 mense.

Albert, il fratello buono di Hermann Göring Nei pressi di Berchtesgaden, il ritiro del Führer, i 13 chilometri di strade realizzate dai nazisti per controllare ogni accesso al “nido dell’aquila” devono venire ripavimentati. Una soluzione che comporta costi notevoli di smaltimento, perché nell’asfalto veniva fatto largo uso di idrocarburi policiclici aromatici, anche fino a 7.000 milligrammi per chilo (la soglia di tossicità è a 1.000). Nello sfogliare il libro del tempo, nell’architettura “figurata” del nazismo ha fatto timidamente irruzione un personaggio finora quasi sconosciuto, il fratello buono di Hermann Göring, il capo dell’aviazione, la L u ftwaffe e numero 2 del Reich, almeno fino al suo azzardato tentativo di succedere a Hitler. Approfittando del proprio cognome, il più giovane Albert (2 anni in meno) si adoperò per salvare vite di dissidenti ed ebrei tanto che presso il Museo per la memoria della Shoah, lo Yad Vashem, è stata depositata un’istanza per far inserire anche lui nell’elenco dei “Giusti delle nazioni”. Albert Göring è morto in miseria nel 1966. Un altro simbolo dimenticato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La Germania non può nascondere la scomoda storia del Terzo Reich, ma talvolta riesce a mimetizzarla

Nemmeno il direttore della scuola di musica e teatro che ha esplorato lo stabile, ne conosce tutti i segreti


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