Sacro fuoco. La tradizione delle fiaccoledi Abbadia San Salvatore

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STEFANO V IS C ONTI

LA TRADIZIONE DELLE FIACCOLE DI ABBADIA SAN SALVATORE

FLAV IA VERON E SI


Sacro Fuoco

Volume edito dal Comune di Abbadia San Salvatore all’interno del progetto “Abbadia Città delle Fiaccole” Comune di Abbadia San Salvatore Viale Roma, 2 - 53021 Abbadia San Salvatore (Si)

© 2021 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze (Fi) tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account @sefeditrice instagram account @sef_editrice

Fotografie Stefano Visconti Flavia Veronesi

isbn 978-88-6032-618-8

Coordinamento editoriale e comunicazione Sonia Corsi Elena Giovenco

Proprietà letteraria riservata. Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata.

Testi Fabrizio Tondi Sonia Corsi Francesco De Stefano Progetto grafico Federica Simone ITACAFREELANCE.IT


AI FIGLI DEL FUOCO, SILENTI CUSTODI DI UNA STORIA ANTICA



06-07 La magia delle Fiaccole 08-09 Figli del

fuoco tra sacro e profano 10-35 Passato Presente 36-61 Rito di luce 62-93 Notte di fuoco

INDICE


La magia delle Fiaccole

Vincente Minnelli nel suo film musical capolavoro del 1954 ci racconta la storia di Brigadoon, un mitico villaggio che torna a vivere con i suoi abitanti un giorno ogni cento anni. Per certi aspetti, analogamente, Abbadia San Salvatore rivive per un giorno all’anno, da oltre milleduecento anni, l’ancestrale rito del fuoco ed ogni volta si ripete con lo stesso spirito quasi liturgico di chi come popolo si sente figlio del fuoco avendo scelto di vivere ai piedi di un vulcano. La consuetudine sembra nascere allorché in attesa della celebrazione della messa di mezzanotte nella Notte Santa il contado si riuniva fuori dalle chiese e, date le rigide temperature del luogo, accendeva grandi cataste di legna per scaldarsi. Più prosaicamente si sostiene che lo stesso contado ed altri maggiorenti si riunissero in particolare in quei giorni di Natale e di fine anno per rendicontare al potente abate le decime dovute e per assolvere ad altri riscontri di carattere pecuniario, notarile e amministrativo.

Abbadia Città delle Fiaccole

Attualmente cataste di legna alte fino a sette metri si innalzano maestosamente nell’intatto borgo medioevale. Al loro cospetto annichiliscono le piccole case dintorno e lasciano che altre pire debordino nella prima cintura del paese fino alla monumentale Abbazia del Santissimo Salvatore. Sono circa trenta e sono costruite nei giorni precedenti il Natale con braccia di anziani e di giovani, ad oggi sempre più numerosi. La tradizione è talmente sentita che allo storico nome di Abbadia San Salvatore si va aggiungendo, frequentemente, il nuovo appellativo di Abbadia Città delle Fiaccole. Il cerimoniale inizia sotto i portici del municipio. Dopo il saluto del sindaco e l’avvenuta benedizione del fuoco da parte del parroco, ecco l’accensione della fiaccola prospicente il palazzo e la torcia di ogni capo fiaccola. Si procede quindi in processione con a capo il sindaco stesso, di strada in strada, di piazzetta in piazzetta per accendere le singole Fiaccule in una simbolica corona di fuoco. Allo sfrigolare della legna ardente, si innalzano alte lingue di fuoco come lunghe dita che si protendono verso il cielo. A seguire sfumano miriadi di luchie e, come preghiere, si involano in alto portandosi dietro i sogni degli astanti.

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SACRO FUOCO

L A T R A D I Z I O N E D E L L E F I A CCO L E D I A B B A D I A S A N S A LV AT O R E

Con lo sguardo rivolto in alto, più in alto dei tetti e ancora più in su, fin dove l’immaginazione può trascinare in un turbinio di emozioni e piacevoli infantili ricordi, si dimentica di come nel vivere quotidiano si punti l’attenzione quasi perennemente in basso, a terra, appesantita dalle preoccupazioni e dalle miserie di contingenti bisogni. Uno sguardo finalmente libero di rincorrere quelle luchie che, in vorticose volute di fumo, tentano invano di raggiungere le stelle e per poche ore sono capaci di far sognare un mondo migliore.

Un Natale semplice, fatto di buone cose

Il Natale badengo è un Natale semplice, fatto di buone cose, capaci di scaldare il cuore e di farlo sentire leggero. Un Natale nel solco millenario della tradizione cristiana, un Natale legato all’odore della carpiccia e ai presepi, a pranzi in famiglie allargate, accompagnati da sonnacchiose conversazioni, accanto a camini accesi. Una ritualità consegnataci dai nostri avi che ancora siamo capaci di mantenere e tramandare a figli e nipoti, lontani dal frenetico stordimento cittadino. In tutto questo le Fiaccule, elemento centrale del mantenuto rito ancestrale del fuoco, nel loro magico cerchio accentuano il desiderio di ritrovarsi con amici a cantare dolci nenie e antiche pastorelle e invogliano a girovagare lungo i chiassi nella Notte Santa della vigilia in un rinnovato spirito di vicinanza. La sensazione di appartenenza che le Fiaccule, con la loro capacità evocativa, hanno impresso nell’anima della nostra antica comunità è talmente viva e forte che sembra quasi essere generata direttamente da uno specifico carattere genetico presente in ciascun badengo e che, come per osmosi, è in grado di trasmettersi ogni anno ai visitatori sempre più numerosi.

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Fabrizio Tondi Sindaco di Abbadia San Salvatore


Figli del fuoco tra sacro e profano

Le “Fiaccole” di Abbadia San Salvatore, borgo del Monte Amiata in terra di Siena, raccontano di una storia scritta con il fuoco, segnata dal legame, indissolubile e potente, tra uomo e natura. Forgiati all’ombra di questa montagna vulcanica che nelle sue profondità nascondeva lava incandescente e che per questo era ritenuta sacra dagli Etruschi, gli abitanti di Abbadia San Salvatore di tali viscere arroventate si sentono “figli” e, proprio con il rito delle fiaccole, celebrano quel fuoco primordiale per aver saputo plasmare un paesaggio come pochi altri al mondo. Il fuoco ha temprato il carattere di questa terra generosa e accogliente, che con i suoi boschi di faggio e castagno ha donato benessere alla sua gente offrendo cibo, pascolo e calore. Una ricchezza garantita, in tempi più recenti, anche dallo sfruttamento della grande miniera, oggi Museo, da dove veniva estratto cinabro, rosso come il fuoco che lo aveva generato. È dunque il fuoco il lunghissimo fil rouge che segna profondamente l’identità di questa comunità, al punto di diventare il protagonista assoluto della leggenda che accompagna la fondazione della cittadina. Si narra che nel 700 dopo Cristo, al re longobardo Ratchis durante una battuta di caccia in questi boschi apparve la Trinità nelle forme di una fiamma divisa in tre parti che si posava su un castagno: un prodigio che induce Ratchis a far costruire intorno a quell’albero la grande Abbazia dedicata al San Salvatore. Proprio in onore di un fuoco tanto sacro, da più di un millennio, Abbadia torna simbolicamente alle proprie origini e si illumina con le “Fiaccole”.

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SACRO FUOCO

L A T R A D I Z I O N E D E L L E F I A CCO L E D I A B B A D I A S A N S A LV AT O R E

Un rito ancestrale che sposa significati simbolici sacri e profani e che si rinnova ogni anno, nella notte del 24 di dicembre, vigilia del Natale, il momento in cui in antichità si festeggiava il “Dies Natalis Solis Invicti” ovvero quel tempo, dopo il solstizio d’inverno, nel quale la durata del giorno iniziava ad aumentare accompagnando la “rinascita” del sole, fuoco che illumina, che riscalda, che genera vita. Le “Fiaccole” sono tipiche cataste di legna a forma piramidale alte fino a sette metri, monumenti rurali unici che nascono dall’intreccio di tronchi e sfidano la gravità grazie a tecniche segrete che qui si tramandano di generazione in generazione. Una costruzione che viene a lungo preparata e che è frutto del continuo dialogo tra l’uomo e la natura: si va nel bosco, si sceglie il legname, lo si lavora perché tutto sia perfetto, lo si leviga e assembla per settimane fino a che la “Fiaccola” è pronta. La preparazione accompagna un’attesa che cresce fino alla sera della vigilia di Natale quando, seguendo un rituale consolidato, centinaia di persone si radunano nella piazza del Municipio per la “Benedizione del Fuoco” che segna l’inizio della festa. Mentre si eseguono canti natalizi, la “Fiaccola” davanti al Palazzo Comunale viene accesa. Da qui i capi fiaccola, con le loro torce, portano il fuoco sacro che incendierà le altre decine di “Fiaccole” disseminate nel centro storico e in tutto il resto della cittadina del Monte Amiata. E mentre si levano al cielo nuvole di faville incandescenti, la gente sfida il freddo della notte e si ritrova intorno a quei fuochi condividendo una socialità che è soprattutto accoglienza e che è fatta dello stesso calore. Così i “figli del fuoco” celebrano la primordiale natura della loro montagna, onorano boschi che la ricoprono, tornano alle loro origini più autentiche: la luce arcaica e pura delle “Fiaccole” squarcia il buio della notte, di ogni notte, annunciando un nuovo inizio, una nuova stagione piena di speranza, di novità, di verità.

Una notte che vale una vita

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Una notte che vale una vita, per un tempo senza tempo che è memoria e futuro e che si offre per essere vissuto da tutti quelli che amano la bellezza.

Sonia Corsi Giornalista


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Passato presente

A BABELE LA TORRE CHE VOLEVA SFIDARE IL CIELO CADDE DISPERDENDO LE GENTI IN MILLE IDIOMI, MENTRE AI PIEDI DELLA FIACCOLA GENERAZIONI DIVERSE RITROVANO NEL MEDESIMO GESTO UNA LINGUA COMUNE.


SACRO FUOCO

↑ SCORCIO DEL CAMPANILE DELL’ANTICA ABBAZIA DI SAN SALVATORE

→ RACCOLTA DELLA LEGNA IN LOCALITÀ MINIERA

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L A T R A D I Z I O N E D E L L E F I A CCO L E D I A B B A D I A S A N S A LV AT O R E


PASSATO PRESENTE

BADENGO: ABITANTE DI ABBADIA SAN SALVATORE

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SACRO FUOCO

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L A T R A D I Z I O N E D E L L E F I A CCO L E D I A B B A D I A S A N S A LV AT O R E


WWW.CITTADELLEFIACCOLE.IT


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