Inconsapevoli emozioni

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Simone Fagioli    Inconsapevoli emozioni

Simone Fagioli è un poeta, filosofo e critico d’arte. È professore di filosofia e storia, Accademico Benemerito dell’Accademia Costantiniana di Roma, Socio della Società Filosofica Italiana, dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma, della Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche e anche presidente dell’Associazione Culturale “FareCultura”. Per la sua attività culturale ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui si ricordano i più recenti: Premio Internazionale Oscar Wilde 2019 – Wilde Vip European Award; finalista alla XXVIIa edizione del Premio Firenze 2019; Finalista XVa edizione del Premio Letterario “Le parole nel cassetto” – Firenze 2019; Premio Internazionale SpoletoFestivalArt 2018. Hanno scritto di lui «Il Corriere della Sera», «La Repubblica», «La Stampa», «Il Tempo», «Il Messaggero», «Libero», «La Nazione», «Il Quotidiano», «Poesia - Mensile Internazionale di cultura poetica», «Poeti e Poesia - Rivista Internazionale», «Il mondo della musica», «Il giornale della musica», RAI CULTURA, RAI 3.

Simone Fagioli

Inconsapevoli emozioni

«Alla presunzione della filosofia, che vuole tutto spiegare, Fagioli risponde con la contraddittoria dialettica di una poesia, che vuole invertire le consuete categorie epistemologiche, proclamando il valore del sentire prima di quello del capire. […] E la poesia, sempre più consapevole e matura, rappresenta la complice frontiera di quella psicoanalitica “inconsapevolezza”, che governa il nostro destino. E bisogna dare atto a Fagioli di una strutturalità sempre più avvertita, la quale, più che canalizzare le proprie emozioni in spartiti danteschi, sospesi tra Inferno e Paradiso, intende, in qualche modo, offrire al lettore una guida per orientarsi (o disorientarsi) alla ricerca di una via, se non di salvezza, di sopravvivenza». (dalla Prefazione di Francesco D’Episcopo)

euro 14,00

Società

Editrice Fiorentina



Simone Fagioli

Inconsapevoli emozioni prefazione di Francesco D’Episcopo postfazione di Maria Carla Spina

SocietĂ

Editrice Fiorentina


Š 2020 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account @sefeditrice instagram account @sef_editrice isbn 978-88-6032-590-7 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata


Al nostro piccolo Federico, nel giorno del suo primo compleanno.



Prefazione

E tu chiamale, se vuoi... Sono le note parole di un canto di Mogol-Battisti, che sono spesso risuonate nella nostra vita a scandire quelle “inconsapevoli emozioni”, alle quali questa silloge è interamente dedicata. Ho conosciuto Simone Fagioli molti anni fa a Spoleto, ammirai la sua cordiale disponibilità ad accompagnarmi in macchina a Città di Castello a ritirare un Premio, presieduto da Alessandro Quasimodo, al quale lo presentai. Era un giovane ricco di vita e di entusiasmo, amante delle gioie che l’esistenza gratuitamente ti dona e che egli era pronto a cogliere, anche rischiosamente, come Adamo, dall’albero dell’Eden. Me lo ritrovo ora filosofo, critico d’arte (antica passione spoletina, se ben ricordo), addirittura componente della Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche. Tutto ciò che vuol dire? Che quel giovane, così intelligente e inquieto che io conobbi e al quale mostrai simpatia per la sua disinteressata disponibilità, è maturato, si è fatto uomo e con la passio-

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ne, che lo ha sempre contraddistinto, ha dato un solido sostrato estetico, esistenziale a tutte quelle pulsioni, avide e ardenti, che si affollavano nella sua mente, nel suo cuore, invocando una cittadinanza in cui chiarirsi e, solo in parte, placarsi. Sì, perché il poeta, secondo una linea metodologica, che da Sant’Agostino attraverso Petrarca, per giungere sino a Tasso e Leopardi e, volendosi solo per un tratto allargarsi all’ambito più propriamente europeo, coinvolge il simbolismo francese e il suo nume tutelare Baudelaire; il poeta, si diceva, è felicemente condannato a una inquietudine, che può assumere altre varie denominazioni: accidia, melancholia, che lo inducono a “sentire” la realtà più degli altri, a vederla e stravederla nel nome di una gioia o di una sofferenza, che sfida e viola i confini convenzionali e tradizionali, imposti dagli altri. Tutto, nel segno e nel nome di quelle “inconsapevoli emozioni” che il poeta prova e di cui il Fagioli ci offre un campionario ovviamente personale, ma capace di coinvolgere nel suo spettro “emozionale” il lettore, il quale viene, a sua volta, a “sentirsi” compagno di viaggio e di avventura, che il poeta propone, delle originali cronache quotidiane del proprio vissuto, le quali, si badi bene, non risultano mai scontate o fini a se stesse, ma sottendono sempre una sorta di élan simbolico, teoretico,

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si sarebbe tentati di dire, che rivendica alla realtà una sua insospettabile dimensione metafisica. Si ha la forte sensazione e l’”emozione” di dover sollevare il velo, che inevitabilmente copre il mistero della esistenza, per giungere finalmente alla sua essenza, che è fatta, e non poteva essere diversamente, di bellezza, di amore, di condivisione di un destino confuso, che il poeta prova a smuovere con parole ferme, filettate nelle infinite domande, destinate anch’esse a rimanere senza risposta. Alla presunzione della filosofia, che vuole tutto spiegare, Fagioli risponde con la contraddittoria dialettica di una poesia, che vuole invertire le consuete categorie epistemologiche, proclamando il valore del sentire prima di quello del capire. In questo macrocosmo, che si spalanca agli occhi attoniti e attenti del poeta, il quale non può fare a meno, non tanto e non solo di vedere, come si è detto, ma anche di stravedere, tra rabbia e amore e una serie innumerevole di “emozioni”, di cui questa silloge rende pienamente conto e sulla quale è doveroso mantenere una kantiana sospensione di giudizio. Ma perché? Perché significherebbe offendere la lealtà e onestà intellettuale di un uomo, che si confessa pubblicamente e, si direbbe, candidamente (pensando a Voltaire), scandendo le stagioni della sua esistenza, non, come potrebbe apparire, per mettere ordine nella sua

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vita ma, al contrario, per chi suppone di ben conoscerlo, per lasciarle quel profumo di infinito, che l’ha sempre contraddistinta. E la poesia, sempre più consapevole e matura, rappresenta la complice frontiera di quella psicoanalitica “inconsapevolezza”, che governa il nostro destino. E bisogna dare atto a Fagioli di una strutturalità sempre più avvertita, la quale, più che canalizzare le proprie emozioni in spartiti danteschi, sospesi tra Inferno e Paradiso, intende, in qualche modo, offrire al lettore una guida per orientarsi (o disorientarsi) alla ricerca di una via, se non di salvezza, di sopravvivenza. prof. Francesco D’Episcopo già docente di Letteratura italiana, Critica letteraria e Letteratura comparata, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

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Introduzione

Inconsapevoli emozioni è il titolo complessivo della presente raccolta di poesie, nonché rappresenta il comune denominatore che le lega e le fa vivere. I tredici capitoli, che costituiscono questa opera poetica, non si devono considerare come temi svolti e trattati in forma di poesia, ma gruppi di poesie, che riguardano aspetti di una vita, o, se si vuole, del tempo che scorre. Le mie poesie nascono da un’emozione estetica1. Le “emozioni inconsapevoli”, vale a dire quelle emozioni delle quali non si riesce a rendere ragione, sono la condizione iniziale, affinché nasca una qualsiasi poesia, o meglio, sono la scaturigine di una creazione poetica. Le emozioni sono la fonte primordiale, costituiscono l’indispensabile linfa vitale del genio creatore. In assenza di emozioni, decade la possibilità concreta di fare arte; ma non tutte le emozioni 1   Cfr. A. Argenton, Emozione estetica, in V. D’Urso, R. Trentin, Introduzione alla psicologia delle emozioni, Roma-Bari, Laterza, 20004, pp. 188-194.

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sono la causa di un prodotto artistico. L’inconsapevolezza delle emozioni ed il loro riferirsi alle due sfere sensitivo-categoriali del bello e del brutto, del piacere e della repulsione conferisce, alle emozioni stesse, il carattere specifico di “ispiratrici” dell’atto poetico e, in senso lato, dell’atto artistico-creativo. Un poeta vive di emozioni nell’emozione principale che è, del resto, lo stesso vivere. Egli vive emozionandosi e si emoziona vivendo: la poesia, nel ciclico alternarsi della vita con la morte, è l’unico modo, che gli consente di esprimere totalmente il suo essere al mondo. Essere un poeta significa essere l’intermediario tra le inconsapevoli emozioni, esperite nel proprio vissuto coscienziale, e l’alterità del mondo: il linguaggio poetico, che esprime le emozioni di un poeta, origina ed è ispirato dallo stesso mondo a cui le poesie si rivolgono e, che, il mondo, bene o male, cantano. Il poeta incarna il dono della sensibilità nei confronti dell’essere, del mondo, della vita e, al tempo stesso, della negazione di tutto questo. I versi di un poeta vivono di per sé, al dì là del bene e del male, del vero e del falso. In essi il poeta racchiude soltanto il suo punto di vista sul mondo, in una prospettiva, che inizia come particolare, ma, che, senza ragioni ed inconfutabilmente, pretende l’universalità, anela l’infinito. Una simile tensione conferisce all’atto poetico una qualche forma di totalità,

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nell’umana consapevolezza, che il poeta possiede quel dono divino, che, comunemente si chiama “creazione”. A diciassette anni di distanza dalla pubblicazione di Un poeta: l’ombra della sua città2, chi scrive continua a credere più che mai nell’assoluta necessità culturale e sociale della figura del poeta nella neo-modernità e nella poesia come cura dell’anima3.

S. Fagioli, Un poeta: l’ombra della sua città, Arezzo, Alberti & C. Editori, 2003. 3  S. Fagioli, L’abbandono e la cura dell’anima, in Relazione e cura, Atti del Convegno, Perugia, 4 maggio 2007, a cura di G. Mollo, Perugia, Morlacchi Editore, 2008, pp. 63-67. Sempre sulla poesia come cura dell’anima si veda la recente intervista rilasciata a Rai Cultura, cfr. <https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2019/04/ Simone-Fagioli-Filosofia-e-poesia-ff497d28-bf104289-9fc3-004c82636c3f.html>. 2

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Noi due1 A Gaia

Due anime, due corpi, due vite, che corrono lungo i sentieri ghiacciati della vita, due vite che si scaldano ad ogni risveglio, in un respiro, che racconta baci inconfessabili. Il tempo guarda inesorabile, scorre e segna due destini nel corso di veloci stagioni, di veloci istanti, intese burrasche e caldi raggi di sole, che parlano di un uomo e una donna.   Lirica finalista al Concorso Letterario “Le parole nel cassetto�, xva edizione, Firenze, 2019. 1

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Il cinema sembra sempre aperto per noi due, spettatori al buio nel silenzio implacabile. Tutto questo, sÏ, proprio tutto questo è quello che si chiama amore.

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Quadriennio (2017-2020)



Dylan Thomas a Rio Marina Riemergono dai fondali di Rio i tuoi antichi versi stranieri e mentre le onde dondolano sugli scogli, immagino quali fossero i tuoi pensieri. Rio oggi non è quella che hai conosciuto, le miniere han ceduto ai turisti, i resti metallici, se li guardi, sono tristi, lontani ricordi di un mondo perduto. Ma le strade son rimaste a guardare, identici i vicoli, le case, e solo un pescatore, che nei lanci dell’amo sembra pensare se il pesce la scamperà o sarà lui il vincitore. E mentre scrivevi “In Country Sleep” il tempo implacabile segnava il tuo destino, tra caldo, sudore, vino e malinconia, poeta gallese innamorato di Rio, tua seconda patria, tua seconda Swansea.

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Dylan Thomas in Rio Marina2 Bring from Rio’s sea depths your old foreign verses back and while the waves lull by the rocks, i fancy about your thoughts. Rio today isn’t you knew, the mines surrender to the tourists, the metal remains, if gaze at them, are sad, far away reminiscences of a lost world. But the roads stayed there looking, the same lanes, the houses, and only a fisher, who throwing his look seems to think if the fish survives or he will be the winner. And while you were writing “In Country Sleep” the relentless Time recorded your destiny, among warmth, sweat, wine and melancholy,   Per la traduzione nella lingua inglese si ringrazia la Prof.ssa Lina Giacobbe. 2

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Welsh poet in love of Rio, your second Country, your second Swansea.

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Indice

7 Prefazione di Francesco D’Episcopo 11 Introduzione

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Noi due

quadriennio (2017-2020)

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Dylan Thomas a Rio Marina Dylan Thomas in Rio Marina Sotto il cielo cobalto di Londra Strani altri pensieri Siamo e non siamo

inconsapevoli emozioni 27 Un’emozione 29 Serata jazz 31 Foglie 33 Altre foglie 34 Giorno di pioggia 36 Era scritto senza posa sull’acqua 38 Tutto questo non vale la forza dell’amore 40 Una nave da aspettare 42 Volti 44 Volare alto 46 È la vita 48 Morire d’emozione


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Ammiro la bellezza…

una poesia

53 55 56 58 59

Fumo e poesia Tra filosofia e poesia Poesia per caso Caducità e parole Anche i poeti

pensieri

65 Pensieri 66 Ritornando verso casa 68 I passanti 70 Anche questa sera 72 Tutto questo mio non capire 73 Ed io non capivo…

frammenti nel tempo

77 78 80 82 84

Frammento nel tempo Lungo il mare Per sempre uguale Solo un momento È passato Natale

essere nel mondo 87 Esistenze 89 Oggi, 11 Settembre 2001, siamo… 91 Terni, un grido di voce 92 Un grido di voce (ballata operaia per anni di noia) 98 Samuele a tre anni di vita


100 102 104

Ad un vecchio… Artiste di strada Sono qua

radici

107 109 110

Tutto questo mio vivere Apparizioni di una città Perugia at night

me medesimo o della ‘medesimezza’ 115 Io, … 116 Il sogno irrealizzabile 118 Il… 120 Ho cercato di spiegare alla vita

alterità

125 127 129

Viaggiatori solitari Peregrino va… Ti guardo…

declinazioni d’amore

133 135 137 139 141 143 145 147 149 150

Cammino e tu… Stranamente dispersa nel vento serale La tua voce Vento d’estate Sera d’inverno Canzone sola per Lei Amore triangolare Canto d’amore per Lei Della poesia ultima per Lei Tò tì esti…


151 Venere di Rimmel 152 È arrivato 153 Spettacolo sempiterno e vero 154 Pensandoti 155 Mistero dell’esistenza 157 Un poeta innamorato 158 Condizione d’amore

considerazioni ultime 161 Una vita 162 Cose 163 Possibili novità 164 Una voce nel tempo 165 È già primavera

nuove emozioni

169 171 173 174 175 176 178 180 182 183 184 185 186

La Ragazza di Ipanema Fa cadere il tuo amore Vorrei cantare le stelle per te… Il mio tempo Da dietro gli scuri… Dimenticarti e scrivere ancora Mezzo secolo di vita Un uomo di altri tempi Nei giorni di luce perfetta Se vivi con me Non vivi più con me Dormire sulla tua pelle Sono solo un uomo

boccate di vita

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…Parleranno di noi


192 Al di sopra delle mie paure 193 Nel vento che sa di noi 194 Ammirando la linea curva d’orizzonte 195 Nel mondo che verrà 196 Camminando sulla sabbia… 197 Ancora vento d’estate 198 Lungo il mare 199 Spiragli d’eternità 200 Fogli di vita 201 Finirà… 202 Visioni lungo il cammino 203 Limite d’amore che tende a più infinito… 204 Il mio pensiero 205 Un verso per te 206 Una speranza 207 Noi ci saremo 208 Boccate di vita 209 Tra rincorse e cammino 210 In memoria di mia nonna 211 Una nuova luce 212 Cammino pensando… 213 Ho ancora la forza di vivere… 214 Sono di nuovo felice

215 Postfazione. La poetica di Simone Fagioli di Maria Carla Spina 227

Epilogo.Un’estetica semplice: della bellezza e dell’atto poetico di Simone Fagioli


nella stessa collana

Pier Luigi Canzi, Per ripetuto caso, pp. 68, 2008. Giovanni Gut, Senza mai fermarsi, pp. 76, 2010. Carlo Cantagalli, Riverberi. Quarantaquattro sonetti, pp. 68, 2011. Walter Rossi, erfahrung. 140 caratteri in poesia, pp. 60, 2012. Carlo Villa, Eclisside, pp. 100, 2013. Emma Pretti, Un guaio che non è stato preso in esame, pp. 100, 2014. Walter Tripi, Londra, pp. 48, 2014. Carlo Cantagalli, Riverberi. Improvvisi e strambotti, pp. 76, 2015. Giacomo Soremic, Un lontano paradiso, pp. 52, 2016. Carlo Villa, Retrostrato, pp. 220, 2017. Carlo Cantagalli, Riverberi. Percorsi inversi. (Poesie 20151960), pp. 192, 2018. Raffaele Riela, Cinquanta. Poesie per strada, pp. 132, 2018. Carlo Villa, De te dedica narratur, pp. 256, 2018. Debora Scrofani, Lo sguardo teso, pp. 52, 2018. Massimo Bettetini, Luce di Candoglia, pp. 52, 2020. Alessandro Franci, La fragilità dei pesi, pp. 84, 2020.


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