Geografie interiori: mappare l’interiorità nel cristianesimo, nell’ebraismo e nell’islam medievali

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Topografie immateriali

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Geografie interiori: mappare l’interiorità nel cristianesimo, nell’ebraismo e nell’Islam medievali a cura di Marco Biffi Isabella Gagliardi



Topografie immateriali collana diretta da Marco Biffi e Isabella Gagliardi

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La collana «Topografie immateriali» è destinata ad accogliere edizioni di testi e contributi in cui sia presente una forte attenzione a metodiche di indagine innovative e un approccio che tenda a privilegiare gli spazi di interazione culturale, linguistica e delle costruzioni simboliche.

Comitato scientifico Patrizia Bertini Malgarini (Università LUMSA, Roma) Lucia Felici (Università di Firenze) Catherine Lawless (Trinity College, Dublin) Paolo La Spisa (Università di Firenze) Vittoria Perrone Compagni (Università di Firenze) Stéphane Toussaint (Directeur de recherche CNRS, Sorbonne Université, Paris) Ugo Vignuzzi (Università La Sapienza, Roma)


Geografie interiori: mappare l’interiorità nel cristianesimo, nell’ebraismo e nell’Islam medievali a cura di Marco Biffi, Isabella Gagliardi

Società

Editrice Fiorentina


Il volume è frutto di una ricerca svolta anche presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze e beneficia per la pubblicazione di un contributo a carico dei fondi amministrati dallo stesso Dipartimento

© 2020 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it isbn: 978-88-6032-591-4 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata Progetto di copertina Lorenzo Norfini (Studio Grafico Norfini)


Indice

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Marco Biffi, Isabella Gagliardi Introduzione. Geografie interiori: mappare l’interiorità nel cristianesimo, nell’ebraismo e nell’Islam medievali 1. Metodica e strumenti Simona Cresti Mappare la devozione: proposte per una digitalizzazione del paesaggio spirituale medievale

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Marco Biffi Topographia Immaterialis. Progettare il portale del progetto “Geografie Interiori”

2. Le religioni abramitiche

Cristianesimo

37

Isabella Gagliardi Lo spazio dell’anima/Lo spazio nell’anima: alcuni esempi del lessico concettuale dell’ascesi cristiana

61

Laura Dominici Il De claustro animae di Hugo di Fouilloy


79

Ilaria Sabbatini Il culto compostellano tra devozione e politica. Contributi per uno studio su pellegrinaggio e potere

93

Giulia Lovison La disputa fra Samuele Cassini e Vincenzo Dodo: i luoghi e i movimenti nel dibattito demonologico sulle streghe

Ebraismo

127

Piergabriele Mancuso Hekhal, binian, guf Spazio fisico, dimensione dello spazio e corpo del vivente nella letteratura ebraica alto medievale. Il caso del Sefer Yetzirah (Libro della Formazione)

139

Ida Zatelli, Romina Vergari Ḥag: festa di pellegrinaggio nella Bibbia e nella tradizione ebraica antica. Considerazioni linguistico-concettuali

Islam

157

Paolo La Spisa Luoghi, spazi e personaggi della vita interiore: Le stazioni dei cuori di Abū al-Ḥasan al-Nūrī (IX-X sec.)

177

Giovanni Maria Martini Geografie interiori del pellegrinaggio alla Mecca

197

Michele Petrone Spazialità e Topologia nel Viaggio Notturno di Ibn ʻArabī

217

Indice dei nomi

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Indice dei luoghi


Marco Biffi*, Isabella Gagliardi*

Introduzione. Geografie interiori: mappare l’interiorità nel cristianesimo, nell’ebraismo e nell’Islam medievali

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l volume nasce dall’idea di interrogare le fonti religiose utilizzando, come punto di vista, la fruizione mentale degli spazi, per cercare di rispondere al quesito relativo al ruolo svolto dalle religioni abramitiche nel costruire gli schemi di percezione di sé e del mondo entro contesti storicamente determinati1. Nella fattispecie il focus dell’interesse consiste nella ricostruzione del ruolo svolto dalle religioni in relazione alla percezione e alla normazione dello spazio immateriale della coscienza. Il quesito, dunque, implica che si vadano a indagare assetti valoriali collegati all’interiorità, a quell’invisibile e immateriale individuale con cui inevitabilmente il fattore religioso dialoga. Si tratta, ancora, di ricostruire i quadri storici in cui si svilupparono tassonomie ordinatrici del microcosmo individuale, per usare parole tipiche delle fonti escusse, e che, inevitabilmente, furono legate e collegate alle (forse addirittura desunte dalle) tassonomie esteriori, dunque spaziali tout court. La questione della tassonomia ordinatrice della comprensione del reale è a sua volta strettamente connessa alla discrezione: discernere quanto promana da Dio rispetto quanto si oppone a Dio è il primo passo da compiere per riuscire a comprendere la realtà sotto il profilo religioso. L’opera di discernimento presiede alla produzione di codici ordinatori della vita. Non a caso il lessico religioso dell’Occidente medievale latino trova il proprio centro nella semantica dell’ordo. Una parola che detiene una mol-

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Università degli Studi di Firenze

Un modello di metodo è sicuramente il testo di Adriana Destro e di Mauro Pesce, L’uomo Gesù. Giorni, luoghi, incontri di una vita, Milano, Mondadori, 2008. Cfr. inoltre lo stimolante testo curato da Dionigi Albera e John Eade, International Perspectives on Pilgrimage Studies. Intineraries, Gaps and Obstacles, New York-London, Routledgem, 2015. 1


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Marco Biffi, Isabella Gagliardi

teplicità di significati, non sempre pienamente separabili l’uno dall’altro ma che, sicuramente, furono strutturanti. Il termine può designare di volta in volta la tàxis cui sono sottoposte le gerarchie angeliche ed ecclesiastiche, le articolazioni della società tripartita, una Regola o una congregazione religiosa, l’ordine naturale delle cose, il principio guida della normazione e così via. La parola strettamente legata a ordo è disciplina. In passato si è ritenuto che la pretesa di ordinare e di disciplinare i corpi e le anime fosse un tipico prodotto della Prima Età Moderna e delle società cristiane. In realtà ricerche recenti stanno ampiamente dimostrando che il processo fu più articolato e fluido e che interessò anche le società precedenti, assumendo di volta in volta morfologie storicamente determinate e da ricostruire. Ogni analisi della costruzione e della gerarchizzazione degli spazi, materiali e immateriali, non può assolutamente prescindere dall’analisi delle conseguenze della costruzione medesima, ovvero la loro applicazione nelle realtà storiche. In primo luogo questo volume delinea e dimostra la metodica della comparazione tra fonti appartenenti a universi concettuali differenti. La comparazione è avvenuta attraverso il ricorso a quelle che abbiamo voluto chiamare le topologie interiori, ovvero assetti spaziali precisi collocati e collocabili dentro il sé, che sono state identificate grazie a una ricerca preliminare, svolta in collaborazione tra storici, linguisti e fenomenologi del linguaggio. La metodica d’indagine ci ha consentito di superare sia la genetica testuale, sia l’approccio fenomenologico tradizionale: non abbiamo cercato generiche analogie e assonanze tra i contenuti delle fonti, ma, piuttosto, abbiamo identificato la ricorsività e la morfologia degli spazi utilizzati nelle fonti. Città, palazzi, chiostri e molti altri luoghi ancora sono stati di volta in volta utilizzati dai redattori delle fonti come modelli di costruzione dell’interiorità, mentre il rapporto con Dio assumeva la veste del viaggio o comunque dello spostamento in un immateriale che prendeva la sua dicibilità attraverso il ricorso alla terminologia spaziale. Credo che questo sia stato, per ora, il risultato più importante del progetto: desumere un codice di confrontabilità di testi attinenti a realtà assai diverse tra loro e non geneticamente collegate. Agli autori di questo volume, generosi compagni di un’avventura scientifica entusiasmante, vadano i nostri ringraziamenti più sinceri.


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