Volti, facce e personaggi

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fondazione vittorio e piero alinari

arte e letteratura 2 collana diretta da Simone Magherini


Volti, facce e personaggi L’immagine racconta ancora? Catalogo della Mostra Untitled art gallery Firenze, 12 - 26 settembre 2005

a cura di Simone Magherini

SocietĂ

Editrice Fiorentina


Š 2005 Società Editrice Fiorentina via G. Benivieni 1 - 50132 Firenze tel. 055 5532924 fax 055 5532085 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata


indice

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Presentazione Simone Magherini

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Un volto, una storia Barbara Marini

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Fotografare la realtĂ Leonardo Pasquinelli

volti, facce e personaggi l’immagine racconta ancora?

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Premio Vittorio Alinari (2004-2005)

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Opera premiata Opere menzionate



presentazione Simone Magherini Presidente Fondazione Vittorio e Piero Alinari

Il premio che la Fondazione Vittorio e Piero Alinari, in collaborazione con la galleria d’arte Untitled, ha bandito per l’anno 2004-2005, è stato dedicato a un concorso per la realizzazione di un’opera inedita ispirata al tema Volti, facce e personaggi. L’immagine racconta ancora? Michelangelo, Caravaggio, Leonardo, Van Gogh, Picasso… ogni grande artista si è cimentato nel corso della sua carriera con il ritratto di un volto. Personaggi storici, mitologici, o semplicemente persone care. Ogni faccia racchiude e al tempo stesso sprigiona vita, gioia, dolore, mistero. Una storia che si racconta e che vuole essere raccontata, incurante del tempo che passa. Ogni volto sfida così il tempo e raggiunge l’eternità. Volti, facce e personaggi sono segni banali e indelebili in cui ci imbattiamo continuamente e che la nostra memoria registra per sempre. Non si esauriscono nelle immagini del canone artistico o in quelle stereotipate dei media tradizionali (giornali, pubblicità, televisione). Racchiudono e svolgono una storia, quando sono frutto ricercato e imprevisto di un’osservazione diretta e spregiudicata della realtà, di uno sguardo originale e pieno di stupore sulle cose e la vita. Al bando di quest’anno, rivolto a opere di fotografia in bianco nero e/o colori, pittura (tecnica libera, escluso acquarello) e scultura, hanno risposto in venticinque artisti italiani e stranieri, con una netta prevalenza dell’uso del mezzo fotografico tradizionale e digitale (diciannove scatti contro cinque opere pittoriche e una sola scultura). La giuria, presieduta da Carlo Sisi, direttore della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, e composta da Beatrice Paolozzi Strozzi, direttrice del Museo Nazionale del Bargello, Licia Bertani, storica dell’arte, Chiara Pasquetti, docente di anatomia artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, Leonardo Pasquinelli, fotografo, Barbara Marini, direttrice di Untitled Art Gallery, Mariapia Cattolico, storica dell’arte, e dal presidente della Fondazione, Simone Magherini, ha all’unanimità assegnato il primo premio all’opera fotografica di Maria Novella Todaro, riconoscendo all’au-

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trice il merito di aver saputo condensare in un unico scatto la multiforme varietà del triplice tema (volti, facce, personaggi) e il suo dinamismo plastico, fissato in un titolo che è quasi l’inizio di un racconto: A passeggio con Sciascia. Come è ormai tradizione, la giuria ha scelto di premiare non solo il vincitore con un contributo in denaro, ma anche una serie di opere degne di menzione con la stampa di un catalogo e l’allestimento di una mostra, che permetta a un pubblico più vasto di quello di una commissione “tecnica” di incontrare dal “vivo” gli artisti e il loro lavoro. Nel licenziare questo catalogo rivolgo uno speciale ringraziamento a Carlo Sisi, che con passione e amore ha presieduto i lavori della giuria, e a Barbara Marini, che con coraggio e liberalità ci ospita oggi nella sua bella galleria d’arte, Untitled, forse senza titolo (nome o blasone?), ma capace di dare voce e volto a chi ha ancora una storia da raccontare. Firenze, 1 agosto 2005

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un volto, una storia Barbara Marini Direttrice Untitled art gallery - Firenze

Mi trovo a scrivere questo contributo con imbarazzo: in tutti i giornali e su internet appare l’immagine di Davinia Turrell con la maschera di garza che le avvolge il volto bruciato, accompagnata da Paul Dadge che la porta via dalla stazione londinese di Edware Road, dilaniata di buon mattino dal terrorismo. Due volti ormai celebri, icone di una tragedia che genera angosce impossibili anche solo da concepire, ma reali e vicine più di quanto si pensi. Due volti che verranno dimenticati presto, come le innumerevoli immagini di dolore a cui siamo continuamente sottoposti, e che la mente non è in grado di sostenere, perché solo ciò di cui si fa davvero esperienza si conquista e resta appeso, irreprensibile come memoria e perciò come storia. Volti, facce, personaggi. L’immagine racconta ancora? È il titolo che la Fondazione Vittorio e Pietro Alinari quest’anno ha voluto dare al concorso che dal 1996 vive e fa rivivere la Firenze delle arti nascoste e degli artisti silenziosi. Il tema scelto sembra essere la profezia di un desiderio possibile che si accende solo quando siamo sotto shock per ciò che il presente ci chiede di vivere o almeno di vedere. Se è vero che «l’uomo è la sola creatura che rifiuta di essere ciò che è», come scriveva Albert Camus, la sua immagine o ciò che egli guardando del mondo esprime di sé e della sua esistenza falsificherebbe ancor più la realtà? Che cosa l’immagine ci dice di essere? Che cosa un volto racconta di sé? Vogliamo fidarci dell’occhio dell’artista che non guarda come tutti, perché quando guarda vede, fa esperienza e genera. È capace di raccontare, non per dimostrarci qualcosa, ma per evocare il quid di un volto, di un istante, di una circostanza, fermati e sorpresi in un momento creativo. L’artista vive e ci fa rivivere, tanto che anche dietro un personaggio da tabloid ci saprebbe svelare un mistero amabile.

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Sono grata di poter ospitare nella galleria Untitled i vincitori di questo premio, perché così si onora la possibilità che un piccolo pezzo di Firenze (troppo spesso ancorata solo al suo mitico passato), lontano dalle politiche culturali in voga e che forse ancora crede che si possa insistere sull’esperienza artistica come tale, partecipi di quella bellezza capace di mutare i cuori e richiamare al vero, almeno come attesa e reale lavoro. Di questa tensione le opere esposte, presenti in questo catalogo, sanno rendere ragione. Gli artisti segnalati dalla giuria sono vari e presentano opere del tutto “incongruenti” fra loro nei metodi e nelle accezioni estetiche, ma sono di quelli che offrono la loro esperienza dentro una dimensione di “lavoro”, accurato e sincero, per quanto giovane e a tratti acerbo. L’artista che la giuria ha voluto premiare possiede un occhio puro, discreto e generoso. In un istante di assurdità poetica ci ha fatto intravedere la silenziosa fatica di chi attraverso una concezione appassionata, con l’occhio dietro l’obbiettivo, sa cogliere in un momento di paradossale stranezza uno spiraglio, un accadimento, uno squarcio di verità. Quelle verità che non si spiegano ma che sono, ci-sono. Maria Novella Todaro, la vincitrice del Premio Vittorio Alinari 2004-2005, non ci chiede di indugiare o indagare i volti da lei ritratti, perché di loro si potrebbe solo mistificare quel processo intuitivo e oserei dire metafisico dell’occhio dell’artista. Ci fa assistere alla scena con stupore e sorpresa. La Untitled art gallery si nutre di questi artisti che sentono la loro “professione” come una poetica del reale; si pone in una delle tante strade del centro storico di Firenze come un luogo dove possa accadere questa rivelazione. «Ogni volto racchiude una storia», recita l’articolo primo del bando di concorso. Noi di quelle storie non vogliamo sapere, non vogliamo spiegare nulla; ciò che evocano al loro mostrarsi rimane un gesto da attendere, un istante di stupore dell’artista. Davinia e Paul ci hanno involontariamente strappato ai nostri pensieri. Maria Novella Todaro ci ha provocato con un’opera fotografica intelligente e poetica. Siamo certi che ci sia ancora molto da raccontare, ma prima dobbiamo forse imparare di nuovo a guardare. Questo catalogo vuole raccontare i volti segreti di questi artisti e dei loro personaggi; è un piccolo ma sincero tributo a tutte quelle immagini che non abbiamo saputo accogliere e di cui ci siamo troppo presto dimenticati. 10


fotografare la realtà Leonardo Pasquinelli Officine fotografiche - Firenze

Credo che il mezzo espressivo più diffuso sia la fotografia. Forse perché, a differenza della pittura o della scultura che necessitano di un lungo studio e di una certa preparazione tecnica, è sicuramente alla portata di tutti: infatti basta avere una macchina fotografica e scattare. La tecnica fotografica è diventata ormai secondaria, ci sono al suo posto gli automatismi… Chiunque bene o male sa fare una foto, ma pochi sanno dipingere un quadro o modellare una statua. Le opere inviate al concorso indetto dalla Fondazione Vittorio e Piero Alinari, Volti, facce e personaggi. L’immagine racconta ancora?, sono state molteplici e rappresentative di tecniche diverse (fotografia, pittura, scultura), ma per la maggioranza hanno interessato immagini fotografiche. Ha vinto, con voto unanime della giuria, un’opera fotografica di Maria Novella Todaro: una bella foto di reportage che ricorda le immagini rubate di Doisneau, ma con un sapore più realistico dovuto all’uso sapiente del colore. Nel panorama fotografico contemporaneo c’è una certa tendenza a rappresentare le cose e la realtà in modo forzato, esasperando la ricerca di emozioni forti o di situazioni strane; si è perso il gusto del bello colto dentro l’attimo, del bello che esiste per il semplice fatto che una cosa è ; si tende ad anteporre a questo dato originale il fatto che l’oggetto debba essere deformato per diventare bello. La foto di Maria Novella Todaro ritrae invece la pura realtà, non cambiata da espedienti tecnici; ritaglia un brano da un attimo vissuto, rendendo, nella spontaneità dei volti e della situazione, una “storia che si racconta e vuole essere raccontata”. Viene da dire osservandola: “Come è bella la realtà e come sono belle le cose che succedono!”. Perché allora cambiarla? Questa forza ci trasmette l’opera di Maria Novella Todaro. Tra le opere menzionate desidero segnalare quelle di Andrea Corazzi che, con una sequenza di sei immagini a colori piatti, quasi da cartone animato, ci ha raccontato il volto della propria ragazza; la foto di Sandro Michahel-

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les che, con un ritratto in bianco nero eseguito in modo magistrale, ci ha regalato la vivacità di un anziano signore siciliano. Mi chiedo da ultimo: stupire a tutti i costi è giusto? Non è forse più bello far vedere, naturalmente interpretando, le cose come sono? Questo non vuole essere un giudizio negativo sull’artefatto (anche se nell’era digitale che stiamo vivendo esso è diventato forse una tecnica troppo normale) ma un invito a porsi una domanda: la realtà, per diventare bella, ha bisogno di essere cambiata?

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volti, facce e personaggi l’immagine racconta ancora?



premio vittorio alinari 2004-2005 Volti, facce e personaggi L’immagine racconta ancora?

Commissione Carlo Sisi (Presidente), Licia Bertani, Mariapia Cattolico, Simone Magherini, Barbara Marini, Beatrice Paolozzi Strozzi, Chiara Pasquetti, Leonardo Pasquinelli. Opera premiata Maria Novella Todaro A passeggio con Sciascia Racalmuto (Ag), 2004

Elenco partecipanti Laura Albano, Francesco Arese Visconti, Dario Aricci, Chiara Baldini, Richard Butt, Valentino Carrai, Elisa Ceccantini, Costanza Ciani, Andrea Corazzi, Davide Daninos, Tommaso Ferri, Antonella Festa, Giulio Gamberucci, Caterina Gianuizzi, Maria Grazia Lodone, Carlo Marchi, Sandro Michahelles, Iacopo Nannoni, Dominique Papi, Paolo Peroni, Marina Poggi, Gabriele Riva, Gabriele Romei, Silvia Sbaragli, Maria Novella Todaro.

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opera premiata

Maria Novella Todaro A passeggio con Sciascia Racalmuto (Ag), 2004 scatto a ISO 800 con Leica M 1.4/35 Summilux cm 40 x 60



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