Scautismo e protezione civile

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Fulvio Toseroni

Scautismo e Protezione Civile storia, metodo, esperienze

Un esempio specifico di servizio per la comunità è il servizio scout di protezione civile che è a disposizione di città o villaggi in caso di incendi o incidenti. Questo servizio è particolarmente adatto agli Scouts più grandi, poiché esercita un’attrazione speciale sui ragazzi di questa età, dando loro al tempo stesso l’occasione per allenarsi ad un servizio per la comunità e per prestarlo in concreto.” B.-P., Il libro dei Capi

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La collana tracce intende offrire ai capi scout e agli educatori indicazioni metodologiche e sussidi pratici per lasciare le tracce che servono ad orientare il cammino dei loro ragazzi.

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€ 26,00

Fulvio Toseroni Scautismo e Protezione Civile

La presenza degli scout in tutte le situazioni di emergenza, di pericolo o di calamità e la loro capacità di spendersi a favore di chi necessita aiuto hanno una lunga storia. Già Baden-Powell aveva indicato come ambito di servizio il settore oggi denominato Protezione Civile. Il volume documenta le esperienze dello scautismo italiano e mette in circolazione il ricco patrimonio di riflessione associativa in tema di Protezione Civile. Ne illustra la storia e la ricerca di una sempre migliore qualificazione d’intervento. Il libro risulta interessante per gli spunti di riflessione proposti a quanti sono sensibili al tema della difesa del territorio, dell’impegno concreto in situazioni di emergenza, e a coloro che vogliano approfondire il metodo scout ed il suo concetto di “civismo” applicato al mondo della Protezione Civile.


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Scautismo e Protezione Civile • storia, metodo, esperienze

Incaricata del Comitato editoriale: Laura Galimberti Fotografie: Le fotografie contenute in questo testo e nell’allegato CD provengono dal: • Centro Documentazione AGESCI – Roma – Archivio Storico Fotografico AGI ed ASCI, Branca Rover / Scolte, Servizio Protezione Civile; • Agesci Umbria - Settore PC - Archivio fotografico; • Archivio fotografico personale di Fulvio Toseroni ed Alessandra Tarquini; • Archivio fotografico del Gruppo AGESCI Terni 3

stampato su carta ecologica

ISBN 978-88-8054-894-2

Grafica e impaginazione: Studio Marabotto In redazione: Maria Sole Migliari Coordinamento editoriale: Stefania Cesaretti

© Fiordaliso Società cooperativa Corso Vittorio Emanuele II, 337 00186 Roma www.fiordaliso.it


Presentazione

Fulvio Toseroni

Scautismo e Protezione Civile storia, metodo, esperienze in collaborazione con Ente e Fondazione mons. A. Ghetti-Baden

edizioni scout • fiordaliso

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Scautismo e Protezione Civile • storia, metodo, esperienze

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Edificare come costruire. Edificare come testimonianza e trasparenza di chi educa alla libertà. Edificare perché vi sia la ricchezza scientifica e profetica delle nuove soluzioni. Le nuove interpretazioni pedagogiche - quelle dei fini - devono generare Maestri capaci di una autoformazione assistita. Vi è qui una nuova attenzione per chi, formato o in via di formazione, percorre un cammino perché si realizzi la globalità della persona. La Collana “Edificare” opera perché emerga ciò che è vero nell’educazione, perché si faccia attenzione al nuovo storico, perché si colga il futuribile in un momento di movimento e di disordine.

Prof. Umberto Dell’Acqua Presidente della Commissione dei Servizi Specialistici Medico-Pedagogici e Psico-Sociali del Bureau International Catholique de L’Enfance (B.I.C.E.) (Novembre 1991) Collana “Edificare” fondata da mons. Andrea Ghetti

L’Ente e la Fondazione mons. Andrea Ghetti-Baden

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Hanno sede in Milano Via M. Burigozzo n. 11. I loro scopi statutari comprendono: organizzare convegni di studio e promuovere incontri per il coordinamento e il raccordo di attività di ricerca in campo educativo; sollecitare e curare la creazione e la divulgazione di una letteratura formativa per i giovani, nonché pubblicare e diffondere libri, riviste e impiegare ogni altro mezzo di diffusione del pensiero; offrire agli educatori in generale e a quelli scout in particolare, occasioni di incontro e di formazione umana e cristiana; promuovere iniziative educative a favore di giovani meno privilegiati in senso socio-economico e psicofisico.


Presentazione

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A Dalila, impareggiabile compagna di Avventure‌


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Ringraziamenti La stesura di questo testo ha richiesto una lunga e paziente opera di ricerca storica che ha visto la preziosa e fondamentale collaborazione di numerose persone ed organizzazioni. In primo luogo si ringrazia l’Ente Educativo mons. Andrea Ghetti-Baden, nelle figure di Achille Cartoccio, Federica Frattini e Paola Dal Toso che hanno creduto in questo progetto ed hanno seguito ogni passo di questa opera. Non può essere dimenticato il prof. Romano Ugolini, preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia, che ha seguito l’iniziale impostazione di ricerca storica negli archivi scout, ovvero: Maria Cristina Bertini e Francesca Pizzetti del Centro Documentazione AGESCI in Roma, Federica di Fazio del Centro Studi Scout CNGEI di Trieste, Antonio Scalini del Centro Studi e Documentazione AGESCI Sicilia. Un grazie sentito a Giancarlo Monetti di AICOS per l’invio del prezioso contributo sullo scautismo negli anni di guerra, a Teresa Spagnoletti e all’on. Giuseppe Zamberletti per aver trovato il tempo di contribuire al testo con le loro presentazioni e a tutti gli scout (capi e ragazzi) che hanno condiviso con noi le loro memorie ed impressioni sulle esperienze di protezione civile vissute in questi anni. Per concludere un grazie di cuore a tutti i familiari, i capi e gli scout che hanno sopportato i miei momenti di assenza nei lunghi mesi di lavoro, in particolare a Dalila che è riuscita eroicamente a rimanere al mio fianco!


Presentazione

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INDICE Presentazione di M. Teresa Spagnoletti

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Presentazione di Giuseppe Zamberletti

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Introduzione di Paola Dal Toso

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Parte I Per capire il mondo della Protezione Civile Capitolo 1 Le parole-chiave della Difesa Civile

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Capitolo 2 Dalle origini alla Protezione Civile

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Capitolo 3 Verso il futuro: la Resilienza

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Il concetto di Difesa Il concetto di Patria La nascita della Difesa Civile moderna La Difesa Civile in Italia La Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta (DCNAN)

Soccorso e assistenza Italia repubblicana Il Servizio Nazionale della Protezione Civile Il volontariato della Protezione Civile

Dal pericolo al rischio Le catastrofi Crisi, emergenze e catastrofi La Resilienza

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Parte II Scautismo e Protezione Civile Capitolo 4 Baden-Powell e il “buon cittadino�

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La prima vita: addestramento, avventure e soccorsi Verso la nascita dello scautismo I pilastri del metodo educativo scout Le fondamenta della Difesa Civile scout Le parole-chiave di Baden-Powell Capitolo 5 Sii preparato: educare alla Protezione Civile

I primi anni dello scautismo italiano: la Difesa Civile AGI-ASCI-GEI 1974: l’AGESCI I documenti ufficiali Educazione alla Protezione Civile

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Parte III Gli scout nelle emergenze Capitolo 6 1910-1943

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Capitolo 7 1943-1974: i soccorsi scout di AGI-ASCI-CNGEI

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Giovinezza preparata 1915-1918: azioni di Difesa Civile scout 1926 – Maltempo sull’Italia

Gli anni della rinascita Gli anni ‘50 e le grandi alluvioni Anni ‘60: disastri e calamità Gli anni ‘70 Capitolo 8 L’AGESCI nelle emergenze

I grandi terremoti L’attenzione all’ambiente: tra prevenzione e soccorsi Anni ’90: tra terremoti e alluvioni Sempre pronti a Servire! I soccorsi internazionali

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Presentazione

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Presentazione

di Maria Teresa Spagnoletti Capo Guida AGESCI

Viviamo in un contesto sociale complesso nel quale i giovani in particolare fanno fatica a trovare motivi e ragioni di speranza e di serenità. Noi siamo figli del nostro tempo e non possiamo chiamarci fuori, sentirci “altri” rispetto al vivere e sentire diffusi, ma possiamo e dobbiamo costruire le basi per un futuro diverso attraverso un atteggiamento profondo di dialogo a partire dalla passione per l’uomo e nel rispetto per l’uomo. Credo che possiamo e dobbiamo mettere il nostro carisma e la specificità del nostro metodo al servizio non solo delle persone che decidono di fare parte della grande famiglia scout ma anche della società di cui dobbiamo sentirci sempre più parte attiva e responsabile. Ci sono valori del nostro metodo che possono sostenere i nostri ragazzi e noi stessi nella costruzione di una cittadinanza attiva vera ed efficace: - la capacità di progettare - a fronte del tutto e subito, dell’incapacità di pensare e scegliere; - il senso della comunità - a fronte dell’egoismo; - la gratuità - a fronte dell’atteggiamento che porta a dire: cosa ci guadagno? Mi conviene?; - il protagonismo - a fronte della tendenza alla delega diffusa; - l’appartenenza internazionale - a fronte della paura del diverso; - l’essenzialità - a fronte di un consumismo esasperato; - la centralità della relazione diretta - a fronte della tendenza a vivere nel virtuale; - la legalità e la giustizia - a fronte della illegalità diffusa, della assenza del senso delle regole; - l’importanza del singolo con i suoi talenti - a fronte della tendenza a considerare vincente solo il perfetto; - la pace - a fronte della diffusa tendenza a ritenere leciti i mezzi per


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raggiungere i fini; - il senso della responsabilità - a fronte di una diffusa tendenza ad allontanare il momento della adultità; - la fiducia - a fronte di una diffusa sensazione che i giovani sono degli incapaci privi di valori. E non dimentichiamo l’importanza di alcuni dei nostri punti di forza: - la Legge e la Promessa che ci uniscono e costituiscono una forte base identitaria - l’autoeducazione: il “guida da solo la tua canoa” - il valore della esperienza - il nostro essere laboratorio di convivenza e fraternità - il divertimento nel vivere lo scautismo: tutto con il gioco e nulla per gioco. La proposta scout, in altre parole, educa i ragazzi e le ragazze ad essere cittadini attivi attraverso l’assunzione personale e comunitaria delle responsabilità che la realtà ci presenta. Per questo ci impegniamo, con l’adesione al Patto associativo, a: - qualificare la nostra scelta educativa in senso alternativo a modelli di comportamento che avviliscono e strumentalizzano la persona, come il prevalere dell’immagine sulla sostanza. Il mito del successo ad ogni costo; - rifiutare decisamente nel rispetto delle radici storiche e delle scelte democratiche e antifasciste della Costituzione, tutte le forme di violenza palesi ed occulte che hanno lo scopo di uccidere la libertà; - spenderci particolarmente laddove esistono situazioni di marginalità e sfruttamento e a promuovere una cultura della legalità e del rispetto delle regole della democrazia; - formare cittadini del mondo e operatori di pace. E sicuramente l’impegno nelle attività della Protezione Civile è una delle modalità attraverso le quali provare a lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato e a mettere in pratica uno dei principi fondamentali del nostro fare educazione e cioè l’imparare facendo. L’esperienza personale vissuta in occasione del sisma che ha colpito


Presentazione

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l’Abruzzo è stata particolarmente significativa. Nel silenzio innaturale che regnava il giorno del venerdì santo nel piazzale della caserma della Guardia di Finanza di Coppito in occasione dei funerali delle vittime, incontrammo, come Capo Guida e Capo Scout, il Comitato regionale dell’Abruzzo e altri capi mobilitati con il nostro settore PC, già impegnati fin dalla mattina del 6 aprile a fianco dei superstiti e dei primi volontari. Ascoltammo i loro racconti che ci parlavano di animazione di bimbi, di vicinanza agli anziani, di lavoro concreto per erigere le tendopoli, di coordinamento dei primi aiuti. Ascoltammo la narrazione di episodi reali, veri, la soddisfazione per l’accoglienza ed il rispetto ricevuti, come scout, dalla gente e dalle istituzioni. Rimanemmo subito impressionati dalla dignità e dallo spirito dei capi dei gruppi de L’Aquila, alcuni colpiti gravemente nella casa e negli affetti, che desideravano poter essere parte attiva con l’associazione di un progetto di solidarietà vero. Capimmo subito che l’associazione ci sarebbe stata, che avrebbe partecipato concretamente, magari quando, dopo i grandi interventi del volontariato della prima ora, l’emergenza del soccorso immediato e il grande bagliore mediatico, le luci della ribalta si sarebbero spente e la gente d’Abruzzo sarebbe rimasta più sola. E così all’intervento dei Capi con le squadre PC è seguito, per l’AGESCI, il progetto dell’estate a L’Aquila il progetto “Ju Zirè Cittadini nel mondo ma non del mondo”. Il progetto, che ha coinvolto n° 141 Clan, ha seguito ed integrato quello attivato immediatamente nelle giornate successive al terremoto dai capi. Avviatosi a metà luglio, prevedeva un intervento nei servizi necessari presso le tendopoli: principalmente animazione e laboratori per i più piccoli, ragazzi e anziani, servizio alla mensa, pulizia, accompagnamento. Tutto finalizzato al sostegno morale alle persone, secondo il nostro stile e con il nostro approccio scout. Mons. Michele Seccia, Vescovo di Teramo ed Atri che ha dimostrato una vicinanza straordinaria al nostro lavoro, ha messo a disposizione il Convento dei Santi Sette Fratelli di Mosciano Sant’Angelo, per accogliere ogni venerdì sera le comunità R/S che nel corso dell’estate si sono alternate settimanalmente nei cantieri di servizio nelle tendopoli.


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Alle 17.00, al loro arrivo, i ragazzi trovano un breve momento di preghiera introduttivo, seguito da un incontro nel corso del quale, dopo aver ascoltato la testimonianza di Capi e R/S direttamente colpiti dal sisma, vengono presentate modalità e atteggiamenti con cui vivere l’esperienza di servizio, smontando una serie di false attese ed aiutando a collocarsi correttamente. Poi si prosegue con una mezz’ora di adorazione, guidata dal vescovo e successivamente con la sua catechesi. Poi viene condivisa la cena, con le varie specialità regionali e infine, nella serata, i Clan presentano i loro video di autopresentazione. Inutile dire che i ragazzi partecipano ad ognuno di questi momenti con un’attenzione altissima e una forte partecipazione emotiva. Dimostrano davvero di “esserci” e di entrare progressivamente nell’esperienza, con molta semplicità, umiltà e gioia. Nella mattinata del sabato, dopo la colazione e le lodi mattutine, c’è una breve cerimonia di mandato che ha lo scopo di far percepire ai ragazzi che il loro servizio non va pensato come “autonomo”, ma è gestito come un’esperienza dell’associazione tutta. Poi, dopo un breve incontro coi Capi, i clan partono con gli autobus per le varie destinazioni. Abbiamo sentito il calore ed il valore di quei momenti: la presenza continua dei Responsabili regionali abruzzesi e di tanti Capi e quadri abruzzesi, ed abbiamo visto una Branca R/S vitale, capace di impegno e di sacrificio ma anche di gioia ed entusiasmo. Abbiamo anche incontrato alcuni Clan al termine della loro esperienza e ascoltato di partite a carte, di animazione di bimbi, di impianti rimessi in funzione, ma soprattutto di nostalgia per il distacco dalle persone incontrate e con le quali era stata condivisa la vita della tendopoli... Circa 2400 Capi e Quadri associativi e 1500 Rover e Scolte hanno vissuto l’esperienza abruzzese. L’Associazione ha dimostrato ancora una volta di esserci, di vivere concretamente solidarietà e condivisione. L’Aquila ha rappresentato un’ulteriore conferma ai nostri slogan “Eccomi”, “Del nostro meglio”, “Estote parati”, “Servire” . E per chiudere credo che la sintesi migliore del nostro specifico modo di essere, di vivere, di impegnarci sia espressa nell’art. 1 della nostra Legge che recita: “La guida e lo scout mettono il loro onore nel meritare fiducia” che può e deve qualificare tutte le nostre attività e le diverse occasioni che ci vedono protagonisti.


Presentazione

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Presentazione di Giuseppe Zamberletti1

La pubblicazione di questo bel volume sullo scautismo mi offre l’opportunità di esprimere ammirazione e forte riconoscenza verso gli scout, per quanto hanno saputo e sanno fare per la Protezione Civile. Da quando mi occupo di Protezione Civile, ho sempre visto gli scout all’opera in emergenza. Ricordo bene di aver notato una loro fattiva presenza già sul Vajont nel 1963 e in altre occasioni ancora. Ma è con il sostegno regalato dalle guide e dagli esploratori alla gente colpita dal terremoto del Friuli nel 1976, che le nostre strade si sono incrociate, impegnati come eravamo, ciascuno nel proprio ruolo, nel contribuire a far nascere e decollare quell’autentico progetto sociale che è la protezione civile italiana: una nuova solidarietà da vivere e interpretare non soltanto sul piano del puro soccorso, ma anche su quello dell’evoluzione culturale del settore e della ricerca di una

1. Parlamentare per diverse legislature prima alla Camera e poi al Senato, ha ricoperto l'incarico di Sottosegretario all'Interno con delega per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e Protezione Civile e, in seguito, di Sottosegretario agli Affari esteri. Ha gestito le emergenze dei terremoti in Friuli (1976) e in Irpinia (1980) quale Commissario del governo. Si deve a lui la nascita del Dipartimento della Protezione Civile, l'introduzione del concetto di previsione e prevenzione distinto dal soccorso nell'emergenza, la valorizzazione del volontariato e la riforma del settore che ha portato all'approvazione della legge di Protezione Civile n. 225 del 24.2.1992. Più volte Ministro della Protezione Civile, nel 1996 gli è stata conferita dal presidente della Repubblica l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce. È Presidente dell'IGI (Istituto Grandi Infrastrutture) e dell'ISPRO (Istituto per le ricerche e gli studi sulla protezione e la difesa civile).


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maggiore spinta sulla previsione e prevenzione, che tutti vogliamo come pilastri del percorso formativo della persona e del cittadino. Devo dire che da quell’esperienza commissariale friulana, la collaborazione con le organizzazioni scautistiche non si è più interrotta. Ho un vivissimo ricordo, ad esempio, di uno straordinario intervento svolto dagli scout durante i soccorsi da assicurare ai terremotati di Campania e Basilicata nel rigido inverno del 1980/81. Gli sfollati irpini, non volendo allontanarsi dai loro luoghi, avevano rifiutato l’ipotesi del ricovero negli alberghi, e per decine di migliaia di terremotati si era posta dunque la necessità di essere sistemati in roulottes, da collocarsi peraltro non in campi organizzati, bensì parcheggiate in modo sparso tra strade e campi, comunque il più possibile vicino alle proprietà e ai beni da non abbandonare. Le roulottes andavano scaldate con le stufette a gas: immaginiamo dunque le condizioni di sicurezza esistenti, per migliaia di anziani e bambini soprattutto. Ebbene, furono proprio gli scout ad organizzarsi e prendersi la particolare responsabilità di assicurare ogni giorno, ogni sera, ogni notte di quel lungo inverno, il controllo e l’assistenza agli sfollati per prevenire incidenti in roulottes legati all’utilizzo delle stufe e delle bombole di gas. Gli scout giravano fra le roulottes, si occupavano di accendere gli impianti alle persone anziane, verificavano il funzionamento di quelli accesi, provvedevano alle riparazioni e alle sostituzioni, assicurando così un costante punto di riferimento per la sicurezza degli sfollati. Questi sono gli scout. In tutti questi anni, in queste storie di protezione civile, li abbiamo sempre visti scendere sul terreno con il loro entusiasmo e la loro voglia di dare. E li abbiamo osservati nello svolgimento di compiti generalisti, laddove c’era bisogno – già, perché gli scout sanno stare nella truppa – così come li abbiamo visti anche prendersi singole responsabilità, e coprire da soli interi settori di intervento. Non c’è chi non veda, poi, cosa gli scout riescono ad apportare all’efficacia del sistema quando si tratta di occuparsi dei ragazzi e dei piccoli in particolare, che è campo d’azione a loro particolarmente congeniale.


Presentazione

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Le organizzazioni scautistiche, essendo tra quelle più rappresentative e diffuse sul territorio nazionale, sono state sempre presenti a fianco delle istituzioni anche durante gli anni della faticosa costruzione del sistema di protezione civile; i rappresentanti degli scout hanno sempre partecipato e contribuito, quando ricoprivo la carica di Ministro della Protezione Civile, ai lavori dell’apposito comitato nazionale del volontariato di cui il Dipartimento si avvaleva per elaborare gli obiettivi del servizio nazionale. Ecco perché gli scout costituiscono da sempre una certezza seria ed affidabile della protezione civile. E la loro profonda affidabilità come operatori discende direttamente dalla qualità delle persone che animano quei ruoli, che è frutto di un percorso educativo e di una riflessione culturale che vengono da lontano, e che hanno superato anche cambiamenti epocali. E il livello evoluto di cittadinanza raggiunto dagli scout ci dà modo, ogni volta che essi si muovono a vantaggio degli altri, di osservare ed ammirare il loro progetto, la loro visione del mondo e delle relazioni sociali e di quella tra l’uomo e l’ambiente: ciò che costituisce di sicuro un modello formativo vincente per lo sviluppo della persona, modello di cui la cultura della protezione civile, che noi tutti vogliamo rafforzare, non può che far tesoro.


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introduzione

Come è nato il libro Fin da subito, quando abbiamo avuto tra le mani la tesi di laurea di Fulvio Toseroni sul tema “Educare alla Difesa Civile. L’esperienza dello scautismo da Mafeking ai pompieri scout”, ci è sembrato che potesse costituire un contributo interessante per i capi dell’Agesci. Abbiamo incontrato Fulvio per suggerirgli le modifiche che ritenevamo opportune e abbiamo discusso insieme per arrivare a proporre un testo che potesse colmare in qualche modo un ambito nel quale da sempre, o per lo meno dal secondo dopo guerra, sono stati attivi moltissimi capi, scolte e rover dell’Associazione Scautistica Cattolica Italiana (Asci) e dell’Associazione Guide Italiane (Agi) prima ed ora impegnati nell’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (Agesci). Non va poi dimenticato che lo stesso Baden-Powell aveva sviluppato la possibilità di un servizio scout nell’ambito di quel settore che oggi è denominato Protezione Civile. Ma di tutto ciò finora non si trova facilmente documentazione; anzi, all’argomento non risulta siano state dedicate pubblicazioni. Ci pareva, quindi, importante rimettere in circolazione l’esperienza associativa ed il ricco patrimonio del cammino, anche dal punto di vista della riflessione, attraverso un testo che ne potesse illustrare la storia ed esaminare in modo critico l’aspetto educativo e metodologico. L’idea che ci ha guidato nel sostenere il lavoro di integrazione e revisione di quanto già steso da Toseroni era quella di arrivare alla stesura di un libro non solo per i “boy-scout”, cioè rivolto a lettori, appunto, del mondo associativo, ma che offrisse possibilità di approfondimenti sul tema della Protezione Civile anche ad altri interessati al medesimo argomento.


Introduzione

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Il libro di Toseroni, dunque, risulta interessante poiché propone spunti di riflessione stimolanti a quanti, sensibili al tema della difesa del territorio, dell’impegno concreto in situazioni di emergenza o di calamità, sanno spendersi a favore di chi necessita di essere aiutato. Di sicuro il testo offre una panoramica sufficientemente completa non solo della presenza e dell’impegno associativo messo in atto in occasione dei grandi disastri verificatisi nel nostro Paese, ma propone anche una sintesi efficace di come la riflessione scout in tema di Protezione Civile sia maturata e si sia arricchita sempre più di una dimensione educativa che ha portato a qualificare l’intervento scout in modo che fosse sempre più rispondente ed adeguato ai bisogni delle popolazioni provate in momenti difficili, e per far sì che tali occasioni di mobilitazione assumessero una valenza educativa per i numerosissimi rover e scolte coinvolti nel servizio. La revisione della tesi di Toseroni ha comportato un notevole lavoro di integrazione, completamento, ulteriore approfondimento di aspetti precedentemente poco sviluppati. Ne risulta un libro che riteniamo possa essere un valido strumento per la conservazione della memoria storica associativa della Protezione Civile, nonché per la diffusione del pensiero di B.-P. rispetto alla stessa tematica. Inoltre, il libro può essere di grande utilità per presentare all’esterno dell’associazione il metodo scout applicato al mondo della protezione civile: il civismo. Pertanto, nella convinzione che questo lavoro possa trovare una buona rispondenza anche in altri ambiti interessati al tema della Protezione Civile, nonché nel mondo universitario – che del resto ha apprezzato le altre pubblicazioni della collana –, ci sono parse necessarie due introduzioni rivolte ai diversi destinatari. Desideriamo ringraziare l’Onorevole Giuseppe Zamberletti, che ha accolto la nostra proposta: ne riconosciamo l’autorevole competenza in materia a livello nazionale per aver guidato più volte il Ministero della Protezione Civile. L’altra presentazione è quella associativa ed è firmata dalla Capo Guida, Maria Teresa Spagnoletti.


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La struttura Il libro è articolato in tre parti. Nella prima, per aiutare i capi scout nel loro ruolo di educatori, vengono proposti gli elementi metodologici e pedagogici essenziali per poter comprendere la Protezione Civile. In particolare, i primi tre capitoli sono, per così dire, introduttivi perché consentono di entrare progressivamente nel discorso attraverso la presentazione dell’evoluzione storica della Difesa Civile. Un altro elemento interessante che val la pena sottolineare riguarda il fatto che questa prima parte del libro fornisce la chiave non solo per comprendere il significato di termini tecnici, ma anche per entrare nei “meccanismi” di catalogazione, interpretativi e valutativi delle situazioni di emergenza. In un certo senso si potrebbe affermare che il tutto risulta quasi una prima alfabetizzazione per apprendere il significato di termini che a prima vista risultano piuttosto ostici per i non addetti, fino a delineare i nuovi orizzonti che si profilano oggi con l’apertura alla Resilienza. Nella seconda parte viene approfondita la tematica della Protezione Civile dal punto di vista del metodo educativo scout, a partire da un ampio riferimento al pensiero e all’opera del fondatore dello scautismo, Baden-Powell. Viene ripercorso tutto il cammino dell’evoluzione della sensibilità associativa e dell’impegno educativo messo in atto sul tema del civismo e del “servire il proprio Paese”, a partire dalla prima guerra mondiale fino ai giorni nostri. Va precisato anche che non si fa riferimento solo all’Asci e all’Agi, ma anche al Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani (Cngei), vale a dire l’associazione scout laica presente in Italia. Si tratta di un nuovo punto di vista che aiuta a comprendere un aspetto importante delle finalità dello scautismo così com’era nell’intuizione di B.-P.: il rapporto tra Protezione Civile e civismo. La riscoperta del pensiero del fondatore in merito al tema della Protezione Civile, che agli inizi del secolo scorso assumeva – ovviamente – una connotazione diversa rispetto all’attuale, offre spunti interessanti per comprendere come quelle idee siano poi state


Introduzione

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tradotte in strumenti caratterizzanti la stessa proposta educativa scout rivolta a ragazzi e giovani. Inutile sottolineare al riguardo come sotto tale intenzionalità assumano ulteriore rilevanza gli attuali strumenti del metodo. Dall’excursus di carattere storico emerge così come il servizio abbia continuato ad essere, pur nelle declinazioni diversificate rispetto al tempo con cui si trova a fare i conti, uno stile di vita che sostanzia la sensibilità scout verso l’intervento e l’aiuto in situazioni di emergenza. Nella terza ed ultima parte vengono descritte tutte le innumerevoli esperienze di soccorso in occasione di calamità, condotte dallo scautismo e dal guidismo italiani, comprese le missioni svolte all’estero. Questo puntuale riferimento agli interventi consente di conoscere la nostra storia passata, facendone memoria, di comprendere ciò che ha maturato la proposta educativa scout ed oggi fornisce solide basi per guardare al futuro sia in termini di quali “frutti” deve portare l’educazione scout, sia di “come” ci si pone e si opera in contesti d’emergenza. Un cenno a parte merita il CD che costituisce un preciso supporto al libro, in quanto la scelta compiuta è stata quella di non appesantirlo, con il rischio di distrarre l’attenzione del lettore o di far perdere il filo del discorso conduttore con questioni minuziose o più particolari o che potrebbero risultare un po’ troppo specialistiche. Pertanto, si è preferito spostare nel CD parecchi materiali per approfondimenti di ogni tipo: dai documenti associativi a quelli legislativi, dagli interventi di esperti, alle testimonianze e ai documenti fotografici. Il CD è anche corredato da un’ampia bibliografia, sia dei testi che del materiale documentale e d’archivio. Al riguardo va precisato che il lavoro di Toseroni si è basato anche su ricerche d’archivio svolte presso il Centro Documentazione dell’Agesci a Roma.


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Il significato Il lavoro di Fulvio Toseroni assume poi un’ulteriore valenza di fondamentale importanza a livello associativo perchè ci consente, infatti, di rileggere e riscoprire il senso originario dell’espressione “il buon cittadino”: non legata tanto ad un modello, quanto piuttosto ad uno “stile”, un modo di intendere la città, la “polis”. In questo senso, assume un diverso significato l’impegno di coloro che nell’emergenza si sentono chiamati non tanto all’“armiamoci e partiamo”, quanto da una profonda motivazione sociale che li spinge ad assumere in modo attivo la responsabilità di un intervento immediato in contesti di estrema difficoltà non solo per poter garantire la sopravvivenza, ma anche ridare speranza, fiducia e senso di futuro a quanti si incontrano nell’operazione e promuovere sia pure nelle difficoltà, progetti di ricostruzione, di riavvio della vita. Non va poi dimenticato che questo è anche uno spazio di servizio per “lasciare il mondo migliore”, aperto ai capi ed in particolare ai rover e alle scolte, nella consapevolezza che per aiutare gli altri, occorre essere preparati. Chi con generosità risponde con il proprio “Eccomi, sono pronto a servire”, ha modo di scoprire progressivamente che la sua azione del tutto disinteressata e gratuita contribuisce in modo concreto, fattivo e non a chiacchiere, alla costruzione ed alla crescita della pace vera, autentica. E questo libro ci fa toccare con mano come, in fin dei conti, da sempre Asci ed Agi siano state attente a queste tematiche e ciò trova ora indubbiamente continuità nell’Agesci, che può guardare con un certo “orgoglio” al vissuto di un indefinibile numero di rover, scolte e capi che nel passato nell’anonimato si sono messi a disposizione per servire quanti avevano urgente bisogno. Il percorso compiuto e quanto realizzato motivano un costante impegno nel settore. Val dunque la pena di proseguire in questa direzione curando che le occasioni, che impreviste ed improvvise si presentino, possano costituire anche opportunità per far vivere, in particolare agli associati più giovani, momenti di cittadinanza attiva. Paola Dal Toso


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Presentazione

parte prima

Per capire il mondo della protezione civile


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