Incontrare Francesco

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€ 7,00

Questa collana intende offrire ai capi delle diverse branche indicazioni metodologiche e sussidi pratici per lasciare le tracce che servono ad orientare il cammino scout dei loro ragazzi.

Carla Cipolletti Incontrare Francesco

Questo piccolo libro offre spunti e suggerimenti per realizzare veglie, animazioni, recite e “cacce francescane”. È possibile anche utilizzarlo per ripercorrere le strade di Assisi con gli amici di Francesco e riscoprire in questi incontri la semplicità e la grandezza del santo.

Carla Cipolletti

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Incontrare Francesco


collana tracce -spiritualitĂ


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Incaricata del Comitato editoriale: Laura Galimberti Prima edizione: Nuova Fiordaliso, novembre 1993 Ristampa: Nuova Fiordaliso, marzo 1997 Seconda edizione: Fiordaliso, novembre 2005 Ristampa riveduta e aggiornata: Fiordaliso, marzo 2012 ISBN 978-88-8054-897-3 Grafica e impaginazione: studio Marabotto Illustrazioni: Irene Guerrieri Redazione: Michela Bella Consulente editoriale: Stefania Cesaretti Coordinamento editoriale: Maria Sole Migliari

Š Fiordaliso Società cooperativa Corso Vittorio Emanuele II, 337 00186 Roma www.fiordaliso.it

Incontrare Francesco


I personaggi

Carla Cipolletti

Incontrare Francesco spunti per veglie, animazioni, recite, cacce francescane illustrazioni di Irene Guerrieri

edizioni scout • fiordaliso

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I personaggi

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INDICE

INTRODUZIONE

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I PERSONAGGI La madre Il crocifisso di San Damiano Bernardo Masseo L’asino Gli uccelli Il lupo I ladroni Il lebbroso Il fraticello Frate Leone Chiara L’angelo

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IL CANTICO DELLE CREATURE

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ALCUNE IDEE PER LA CACCIA FRANCESCANA Le possibili utilizzazioni del testo Alcune note e suggerimenti

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Introduzione

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Introduzione

Incontrare Francesco, incontrare i suoi amici, sedersi su di una pietra rosa di Assisi e ascoltarlo parlare, vedere la luce profonda dei suoi occhi e apprendere i suoi insegnamenti: se fosse possibile sarebbe meraviglioso. Tra queste pagine può succedere. Ci sono i suoi amici qui, chi l’ha incontrato, chi l’ha seguito ed ha vissuto con lui. E Francesco si incontra, si intravede tra le righe e le testimonianze di chi l’ha conosciuto. È un modo semplice e immediato per ripercorrere le più note fasi della vita di Francesco, per rileggere, in uno stile lineare e attuale, alcuni episodi significativi della sua predicazione. Egli è raccontato da coloro che hanno avuto una mano, un sorriso, un abbraccio, una parola da lui. Ci sono Bernardo, Masseo, Frate Leone, come in una grande famiglia, come in una comunità di amici: a volte increduli, a volte scettici, a volte entusiasti, a volte dubbiosi, ma tutti trasformati dalla sua presenza, tutti nuovi dopo averlo conosciuto, ascoltato, dopo aver imparato ad amarlo. È possibile, così, entrare nel clima e nel tempo di Francesco, ripercorrere alcuni luoghi a lui noti e farli propri e magari intravedere, sotto una pioggia fitta, fitta, Francesco e i suoi amici che se ne vanno per Assisi lodando il Signore. Lucina Spaccia


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I PERSONAGGI


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I PERSONAGGI

La madre La felicità che ho provato per il ritorno del mio ragazzo è stata immensa. Ho versato lacrime di gioia quando l’ho visto ritornare. È arrivato stanco, ammalato, deperito, un ragazzo diverso da quello che mi ricordavo, pieno di vita, spensierato e un po’ gaudente. Ho trascorso mesi pieni di paura e di angoscia per la sua sorte. Nessuno sapeva dove si trovasse, se era ancora vivo o morto. Ora finalmente è tornato. Gli amici lo vengono a chiamare ma lui si fa negare. Trascorre molto tempo solo, fa lunghe passeggiate nei dintorni. Qualche volta aiuta suo padre nel negozio ma ogni scusa è buona per scappare via. Pietro di Bernardone si lamenta sempre con me e mi rimprovera di essere stata troppo tenera con lui, di non avergli insegnato il valore del denaro. Chissà cosa avrà turbato la mente di mio figlio! Ultimamente non va più volentieri nel negozio, e quando rimane solo, preferisce regalare le stoffe ai poveri anziché venderle. Capisco che bisogna dare l’elemosina a chi non ha nulla ma penso che


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Francesco stia esagerando! Le sue compagnie sono cambiate, ora frequenta straccioni, malati e Piero si è talmente arrabbiato che lo ha picchiato per la prima volta e lo ha chiuso a chiave in casa. Ogni giorno, senza essere vista, porto il pranzo a Francesco e lo trovo sempre assorto nei suoi pensieri ora davanti alla finestra, ora sul balcone, ora sul letto. Non risponde, forse è arrabbiato anche con me! Questa situazione mi sta distruggendo. Cosa ha Francesco? Il suo sguardo è assente, sta forse diventando pazzo? Ha forse ragione il padre? Quando riesco a parlarci fa dei discorsi strani, dice che non capisce che questi discorsi mi fanno stare male. Tutte le notti piango perché non riesco a sopportare la vista di mio figlio così malato. È una disgrazia avere un pazzo in casa ma i sintomi della malattia sono ormai inconfondibili, li ha confermati anche il più bravo medico di Assisi. Pietro ed io non sappiamo più a chi rivolgerci per poterlo curare. Ti prego, Signore, perché mio figlio riacquisti la ragione e possa tornare a vivere una vita normale come prima.


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Il crocifisso di San Damiano Non so più da quanto tempo mi trovo qui, in questa chiesina. Prima almeno vedevo qualcuno, il curato veniva a celebrare la messa e qualche contadino, dopo il lavoro, entrava e pregava, qualche bambino mi portava un mazzetto di fiori di campo, dei viandanti si fermavano a riposare. Poi, col tempo, le visite si sono diradate, i temporali hanno incominciato a rovinare il tetto e il pavimento si riempiva d’acqua ogni volta che pioveva; la neve negli ultimi anni ha finito per farlo crollare completamente. Ora ho solo la compagnia di qualche lucertola, che ha trovato riparo fra i mattoni, i pipistrelli, che volano indisturbati, gli uccelli che dal vicino albero di fico vengono a curiosare e d’estate si riempie l’aria del dolce canto delle cicale. Oggi è accaduto qualcosa di strano, ho sentito dei passi avvicinarsi, aprire la porta ed è entrato Francesco. Il giovane, ben vestito, si guardava intorno con aria meravigliata e spaesata, certo, lui abituato a tante ricchezze non riusciva a capacitarsi di tanta povertà. Si è avvicinato a me e si è inginocchiato. Ha pregato ed ho capito che nel suo animo, ultimamen-


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te tanto turbato, c’era posto anche per me. L’ho chiamato per nome e si è girato spaventato, perché non riusciva a capire da quale parte provenisse la voce. Al secondo richiamo è rimasto ammutolito perché ha capito che ero io che lo chiamavo. L’ho pregato di riparare la mia casa e lui prontamente ha risposto di sì. Mi è sembrato molto sincero anche se so che dovrà ancora superare molti ostacoli. Sono sicuro che da questo momento vivrà sempre ascoltando i miei consigli, i miei messaggi, sempre attento a non perdere il più piccolo segno che gli manderò.


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Bernardo Non vedo Francesco da più di due anni, è scomparso. Ho sentito dire cose strane su di lui. Qualcuno afferma che è impazzito, altri che vive nei boschi come uno straccione e chiede l’elemosina, altri ancora lo credono santo, proprio lui che è vissuto sempre nel lusso ed era il più scapestrato di tutti noi. Non ci posso credere. Sono curioso di vedere come vive e di sentire il perché del suo cambiamento. Devo invitarlo... Francesco ha accettato il mio invito, viene questa sera. Come è cambiato! È dimagrito, ma ha un’aria così serena e gli occhi si riempiono di gioia quando parla di Dio come se fosse suo padre e dei poveri come se fossero suoi fratelli. Questo è il Francesco che conoscevo. E pensare che voleva diventare un cavaliere e insieme credevamo di trovare la felicità nel bere e nell’ubriacarci. Forse è giusto il discorso di Francesco di donare tutto quello che abbiamo ai poveri. Non avendo niente non dobbiamo preoccuparci dei ladri o affannarci ad accumulare ricchezze, possiamo vivere finalmente liberi. Sono turbato. L’ho invitato a rimanere a dormire in casa mia, e lui ha accettato. Non riesco a dormire, le sue parole mi martellano nella testa. Faccio finta di dormire ma anche lui è sveglio, la luce della lampada ad olio mi riflette la sua immagine in ginocchio, vicino alla finestra, e prega.


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È ormai l’alba e tutta la notte sono stato a rimuginare le parole di Francesco. Ho deciso, se lui ha trovato la felicità abbandonando i beni terreni anch’io lo farò. Venderò il palazzo e i terreni ed il ricavato lo donerò ai poveri, agli orfani e all’ospedale. Non vedo l’ora di raggiungerlo, i suoi discorsi mi hanno incantato, non ho mai udite parole così belle.


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Masseo Sono stato uno dei primi ad unirmi a Francesco, seguo i suoi consigli e suggerimenti ma molte volte mi faccio prendere dalla paura di non riuscire a capire qual è la volontà di Dio. Vedo tanta sicurezza in Francesco che mi chiedo se sono io un buon servitore di Cristo. Francesco mi ha scelto come suo compagno per andare a predicare il messaggio del Signore con l’esempio e con la parola. Camminiamo in silenzio, i piedi mi fanno male, ma ho fiducia in lui, ci troviamo di fronte ad un bivio. Quale strada dobbiamo prendere? Se sbagliamo? Provo a chiedere da quale parte dobbiamo andare. Francesco mi guarda con la sua espressione soave e bonaria e mi risponde che il Signore guiderà i nostri passi e dobbiamo avere fiducia in Lui. Perché non riesco a capire qual è la strada giusta? Forse non ho la stessa fede di Francesco! Prego il Signore perché anch’io possa interpretare il suo messaggio. Intanto camminiamo, i miei piedi sono sempre più stanchi e lo stomaco comincia a brontolare perché è vuoto ma il cuore è leggero, tanto che c’è qualcosa di diverso che mi spinge ad andare avanti. Vedo in lontananza alcune case. Ci avviciniamo lentamente e chiediamo del pane, per amore di Dio, ad una vecchietta che si è affacciata sotto l’arco della porta. È gentile ci dà dei pezzi interi di pane. La ringraziamo e la benediciamo e ci avviamo lungo un sentiero che porta al fiume. Siamo stanchi tutti e due e ci sediamo su di una lunga pietra,


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vicino al greto del fiume. Francesco benedice il pane e ringrazia il Signore dicendo che non siamo degni di tanto tesoro. Lo guardo stupito! “Ma dov’è questo tesoro?” domando io, anche perché qui manca tutto. Non c’è né coltello, né scodelle, né tovaglia, né casa, né servo. Francesco si inginocchia vicino al fiumiciattolo e mi fa notare che il tesoro è appunto l’acqua fresca e limpida che scorre, la mensa è la pietra e il pane donato per carità di Dio è stato procurato dalla Provvidenza. Rimango zitto, e ringrazio anch’io il Signore.


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L’asino Sono finito, sono ore che cammino in salita con in groppa un fraticello. Per la verità non pesa tanto ma è la fatica della salita e il gran caldo che ogni tanto mi fanno fermare. Il mio padrone è dietro che mi pungola con il bastone e mi minaccia. Riparto, ma quanto è dura questa strada! Il peso del mio fardello si sposta in avanti. Sento una voce che mi parla nelle orecchie. Mi chiama fratello, mi parla dolcemente, mi dice che sono fortunato fra tutti gli animali. Si sbaglia sicuramente, ma è tanto bello sentire che qualcuno si rivolge a te con delicatezza invece di fare come il mio padrone che mi insulta e mi picchia continuamente. Cammino, anche se a fatica, perché ogni tanto sento la voce del fraticello che mi chiede perdono per la fatica che mi procura. Capisco che anche lui è stanco, non si regge bene in piedi, l’ho visto prima che salisse. Forse è malato, ma ha qualcosa di insolito, mi trasmette una forza che nonostante la fatica e la stanchezza mi sprona a camminare. Riprendo fiato e riparto, ma si fa sentire ora anche la sete. Forse lo ha capito anche il fraticello perché dice qualcosa al mio padrone il quale mi fa fermare. Sento il frate che scende e mi accarezza, come a darmi coraggio. Si mette in ginocchio e prega. So che in questa parte della montagna non c’è nessun corso d’acqua, come farò? Sento un rumore. Ma questa è una piccola cascata! Non è possibile, sono tanti anni che vengo


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