La Carta di Clan

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collana sussidi R/S

La collana sussidi R/S è pensata per approfondire, sia dal punto di vista metodologico che tecnico, gli strumenti più significativi del cammino scout tra i 16 e i 20 anni. È rivolta sia a rover e scolte che ai loro capi, per promuovere il protagonismo e il coinvolgimento dei giovani nella vita di Clan/Fuoco. Può risultare utile anche ad un pubblico non scout per attività educative rivolte a questa fascia di età.

€ 14,50

La Carta di Clan Laura Galimberti

collana sussidi RS

Rispettare una Legge giusta e condivisa è un principio di libertà, che ci garantisce da arbitri e soprusi. I diritti d’autore di questo libro sono interamente devoluti a “LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", coordinamento di associazioni impegnate in percorsi di legalità e in attività legate all’utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie per realizzare un Paese libero da tutte le forme di criminalità organizzata. Acquistando “La Carta di Clan” contribuisci a sostenere i progetti di LiBERA.

La Carta di Clan

La Carta di Clan è il documento nel quale ogni Comunità indica in che modo le finalità, i valori e il metodo proposti dallo scautismo diventano obiettivi concreti di crescita e esperienze da vivere . Se una Legge crea un popolo, una Carta crea un Clan . Ecco un formidabile strumento di autoeducazione che pone le premesse per le libere scelte della Partenza. “Auto-nomia” in greco significa “darsi delle regole”, impegnarsi , auto-vincolarsi .


Incaricata del Comitato editoriale: Laura Galimberti

Prima edizione: Fiordaliso, novembre 2011

Stampato su carta ecologica

ISBN 978-88-8054-892-8

Grafica e impaginazione: Chiara Baggio Disegni: Roberta Becchi Foto: Clan/Fuoco Milano 2-31, Clan/Fuoco Codogno 1, i partecipanti di Roverway 2006 Redazione: Maria Sole Migliari Coordinamento editoriale: Stefania Cesaretti

Š Fiordaliso Società Cooperativa Corso Vittorio Emanuele II, 337 00186 Roma www.fiordaliso.it


Laura Galimberti con un contributo di Edo Martinelli

La Carta di Clan


INDICE

Presentazione

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Introduzione

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Correva l’anno 1215 nel mese di giugno… Perché una Carta di Clan? Il confronto e l’apertura Costruire la Carta di Clan Utilizzare la Carta di Clan Un po’ di storia

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GIOCATE LE VOSTRE CARTE - esempi di Carta di Clan e di Fuoco Carta di un Fuoco AGI - 1954 Carta del Clan Torino 40°ASCI - 1961 Carta dell’impegno del Torino 40° ASCI - 1961 Carta di un Clan ASCI - 1963 Carta di un Clan/Fuoco AGESCI - 1975 Carta di un Clan/Fuoco AGESCI - 1983 Carta del Clan/Fuoco Milano 1° - 1998 Carta del Clan/Fuoco Pescara 2° - 2002 Carta del Clan/Fuoco Parma 6° - 2009 Carta del Clan/Fuoco Fidenza 1° - 2010 Carta di un Clan universitario - 2008

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Cosa dice il Regolamento metodologico?

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presentazione

La Branca R/S ha fatto in questi ultimi anni un lavoro appassionato, condiviso e profondo di rivisitazione degli strumenti del metodo e della Progressione Personale, proprio per adeguare alle rinnovate esigenze dei giovani, il roverismo e lo scoltismo. Il Consiglio Generale nel 2011 ha approvato la nuova formulazione del Regolamento metodologico per la parte R/S e ci piacerebbe che il nuovo Regolamento diventasse una spinta propulsiva per i Clan che cercano di vivere la proposta scout con impegno e passione. La Carta di Clan è uno strumento educativo importante e un momento fondante per la vita di una Comunità. Lo sforzo di dedicare un sussidio a questo strumento può essere apprezzato da quanti, capi Clan, rover e scolte, si stanno accingendo alla scrittura o riscrittura, per creare una base solida per la Comunità R/S. Il testo è ricco di idee e spunti, che non solo approfondiscono il metodo scout, ma ampliano i confini coinvolgendo la riflessione sulla legge e sull’importanza anche nella storia della “carta” per definire la storia di un popolo. Anche la raccolta di Carte di Clan, sia attuali che storiche, può offrire motivi di riflessione e nuove prospettive. Auguriamo a ogni Comunità R/S di potersi appassionare alla lettura. Se poi avete voglia di far conoscere le vostre Carte di Clan, potete scrivere all’indirizzo brancars@agesci.it Buona lettura a tutti e Buona Strada Francesca Loporcaro, Flavio Castagno, Don Jean Paul Lieggi Incaricati Nazionali e Assistente Ecclesiastico, Branca Rover e Scolte (ottobre 2011)


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introduzione

“La tua legge , Signore , scritta nel cuor e degli uomini” (S. Agostino)

Carte da decifrare non è solo il titolo di un disco di Ivano Fossati. Da sempre una “carta” è un po’ enigma e un po’ magia, una dichiarazione, ma anche un gioco. Un impegno e una sfida. Una Carta d’Identità, ma anche un progetto per il futuro, una legge impegnativa, ma anche una maggiore libertà. Questo e molto altro è anche la Carta di Clan. Oggi forse lo strumento è considerato da rover e scolte un po’ noioso e poco appassionante, nei casi migliori un obbligo istituzionale. Temo nessuno di noi abbia mai partecipato ad una rivoluzione o ad una guerra di indipendenza… allora ci verrebbe molto naturale pensare di scrivere la nostra Carta, i nostri valori, i nostri principi, proclamare la libertà del nostro Stato o del nostro gruppo, quanto ci distingue e quanto ci unisce agli altri, i diritti e i doveri dei membri della comunità. L’amicizia che ci lega e le passioni comuni. La Legge è il cemento invisibile della Comunità, il suo stesso fondamento e la Carta di Clan è la Legge del Clan. Gli obiettivi che non riusciremo a raggiungere da soli, potranno essere raggiunti grazie alla forza del gruppo: “La forza del branco è nel lupo, la forza del lupo è nel branco” dice la legge della giungla. Le regole sembrano limitare parzialmente la libertà di ciascuno? Il progetto più ambizioso richiede lo sforzo comune, qualche volta sacrifica il nostro particolare, ma vogliamo raggiungerlo insieme, il prezzo della perla (ricordate la parabola?) non ci scoraggia, anzi le dà valore. I principi della Carta saranno un po’ alla volta interiorizzati da rover e scolte e diventeranno le scelte della Partenza. La Legge diventerà allora uno stile di vita, scritta nel cuore e non più sulla carta. Gli obiettivi e i valori saranno quelli che scegliamo per la nostra vita. Un impegno e una sfida. Abbiate coraggio di giocare le vostre… carte. Buona scrittura Laura Galimberti


Se questo sussidio è nelle vostre mani è anche grazie a: Carlo Guarnieri che nel 1987 ha pubblicato un primo sussidio sulla Carta di Clan, che è stato riletto, rielaborato e parzialmente riconsiderato nella struttura di questo testo. Il Centro Documentazione Agesci che ha fornito supporto al contributo storico. Edo Martinelli che ha scritto, con la consueta simpatia e profondità, l’ottimo contributo su “Il fattore H” Roberto Cociancich che, con pazienza, ha riletto il testo e ha proposto suggerimenti e consigli. Tutti i Clan che hanno reso disponibili le loro Carte di Clan, alcune sono state pubblicate, altre sono servite per i loro contenuti, in particolare ringrazio il Clan Nizer del gruppo Capaci 1° e i Clan dei gruppi Vignola 1°, Parma 3°, Fidenza 1° e 2°, Parma 4°


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• CORREVA L’A NNO 1215 NEL MESE DI G IUGNO… Nel mese di giu gno dell’anno 12 15 il Re Giovan ni Senza Terra veniva costretto dai baroni, che intendevano so ttrarsi al suo go assoluto e tiran verno nico, a firmare la Magna Char ta Libertarum documento fond , primo amentale per il riconoscimento universale dei diritti dei citta dini; certo anco ra in forme m olto feudali, si finalmente le ba pongono si per una limita zione del potere assoluto.

Viene per la pr ima volta enun ciato il famoso diritto dell’Hab Corpus: "No fre eas e man shall be taken , impriso ned ... or in an destroyed , exce y way pt by the law ful judgement of his Equals, the Law of the and by Land" (Magna Char ta, N. 39, linea 40).

Nessuno potrà più venire arbit rariamente im prigionato o pe senza poter esse ggio, re giudicato se condo la Legge.


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Le grandi carte della storia Non vogliamo annoiare il lettore con la preistoria, ma che cos’è che rende necessaria, utile e talvolta indimenticabile una “carta”? o una “dichiarazione”? Ricordare le più famose ci aiuta a capire. Spesso nascono prima o dopo grandi rivolgimenti storici, come la Dichiarazione d’Indipendenza statunitense, firmata il 4 luglio 1776, preludio della Rivoluzione americana, e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, nata dalla Rivoluzione francese nel 1789. Siamo in epoca illuminista, l’uomo desidera dare fondamento razionale e naturale ai propri diritti e doveri. La Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti, redatta da una commissione di cinque persone, è firmata dalle 13 ex colonie britanniche e si pone come obiettivo anche il riconoscimento e il sostegno da parte di alcuni paesi europei. E naturalmente l’enunciazione dei diritti inalienabili di un Paese e dei suoi cittadini: “… all Men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty, and the pursuit of Happiness - That to secure these Rights, Governments are instituted among Men, deriving their just Powers from the Consent of the Governed, that whenever any Form of Government becomes destructive of these Ends, it is the Right of the People to alter or abolish it, and to institute a new Government…». Cioè tutti gli uomini sono stati creati uguali e dotati dal Creatore di diritti inalienabili, come la vita, la libertà e la ricerca delle felicità; se i governi, creati proprio per garantire questi diritti, invece li negano, possono essere modificati o distrutti dal popolo. Pensate che la prima stesura non era più lunga di una pagina. La Dichiarazione d’Indipendenza è la prima delle tre “Carte della libertà” statunitensi che comprendono anche la Costituzione del 1787, una delle più antiche costituzioni nazionali, poi servita a modello per molte altre, e la Carta dei Diritti (Bill of Rights) del 1789, insieme dei primi dieci emendamenti apportati dal Congresso alla Costituzione, fortemente


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influenzati dal Bill of Rights inglese, contiene l'affermazione dei diritti: di libertà (di parola, di stampa, di riunione, di religione), di proprietà privata, di proporre leggi, di domicilio, di pubblico giudizio, di difesa. Il decimo emendamento, inoltre, riserva ai singoli Stati o al popolo i poteri non delegati all'autorità federale e non espressamente proibiti. La Carta costituzionale negli Stati Uniti, come anche oggi in Italia, è legge suprema dello Stato, prevalendo su ogni altra legge. Siamo sempre nel 1789, ma in Francia: la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino si ispira alla Dichiarazione d’Indipendenza statunitense e segna la fine della monarchia e l’avvento della repubblica, ma soprattutto stabilisce principi di uguaglianza tra i cittadini e organizza lo Stato secondo la separazione dei poteri.

I DELL’UOMO DICHIARAZIONE DEI DIRITT E DEL CITTADINO Pr eambolo Nazionale, tituiti in Assemblea Popolo Francese, cos I Rappresentanti del dell’uomo sono disprezzo dei diritti noranza, l’oblio o il considerando che l’ig governi, hanno della corruzione dei sciagure pubbliche e le uniche cause delle urali, inalienabili e razione, i diritti nat in una solenne dichia stabilito di esporre, e presente a tutti i ione, costantement nché questa dichiaraz diritti e i loro sacri dell’uomo, affi incessantemente i loro iale, rammenti loro islativo e quelli membri del corpo soc leg ano gli atti del potere ggior rispetto ritragg il fine di ogni doveri; affinché ma con i nat ogni istanza parago dal poter essere in anzi su dei inn del potere esecutivo ora cittadini, fondati da affinché i reclami dei ntenimento ma istituzione politica; il o o sempre per risultat incontestabili, abbian Nazionale a ble principi semplici ed sem conseguenza, l’As la felicità di tutti. In o, i seguenti della Costituzione e rem Sup e gli auspici dell’Esser in presenza e sotto riconosce e dichiara, cittadino: diritti dell’uomo e del

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tinzioni sociali ali nei diritti. Le dis angono liberi e ugu rim e o con nas ini Art. 1. Gli uom comune. fondate che sull’utilità non possono essere diritti naturali ed la conser vazione dei è a i associazione politic , la sicurezza e la Art. 2. Il fine di ogn età pri , la pro diritti sono la libertà i est Qu . mo l’uo del imprescrittibili sione. resistenza all’oppres Nazione. Nessun essenzialmente nella ogni sovranità risiede di amente da essa. Art. 3. Il principio ett dir tà che non emani esercitare un’autori altri; così, ad corpo o individuo può ce nuo tutto ciò che non siste nel poter fare lli che assicurano que Art. 4. La libertà con solo limiti scun uomo ha come cia di li ura nat itti l’esercizio dei dir diritti. Questi limiti nto di questi stessi la società il godime agli altri membri del inati solo dalla legge. to ciò che possono essere determ ive alla società. Tut are solo le azioni noc viet di itto dir il ha tretto a Art. 5. La legge suno può essere cos essere impedito, e nes può non ge leg la non è vietato dal ordina. fare ciò che essa non adini hanno diritto generale. Tutti i citt ssione della volontà pre l’es è mazione. Art. 6. La legge ti, sentan alla sua for diante i loro rappre me o e ent alm son cittadini di concorrere, per che punisca. Tutti i sia che protegga, sia ti, tut per ale ugu ti ed Essa deve essere a tutte le dignità, pos almente ammissibili ugu o son hi occ i suo lla della essendo uguali ai a distinzione che que capacità, e senza altr loro le o ond sec i impieghi pubblic talenti. loro vir tù e dei loro se non nei casi arrestato o detenuto può essere accusato, o uom elli che procurano, Art. 7. Nessun Qu . itte prescr o le forme da essa ond sec e ge, leg la determinati dal ono essere puniti; li ordini arbitrari, dev o fanno eseguire deg deve obbedire spediscono, eseguono ge, leg o, in vir tù della to o tratto in arrest ma ogni cittadino cita rende colpevole. onendo resistenza si immediatamente; opp emente necessarie ettamente ed evident str e pen solo re bili sta e dev Art. 8. La legge ta e promulgata tù di una legge stabili punito se non in vir e nessuno può essere licata. itto, e legalmente app se anteriormente al del sia stato colpevole, sino a quando non o uom i ogn nte oce inn osi la end si del sua Art. 9. Presum essario per assicurar o, ogni rigore non nec arl est arr bile nsa si ritiene indispe so dalla legge. severamente repres ché la persona deve essere anche religiose, pur per le sue opinioni, ato lest mo ere ess e dev o Art. 10. Nessun la legge. pubblico stabilito dal e non tur bi l’ordine ziosi manifestazione di ess uno dei diritti più pre è ni opinio dei pensieri e delle iva cat uni a com o ra salv ramente, Art. 11. La libe ivere, stampare libe dunque parlare, scr può no adi citt i dell’uomo; ogn la legge. casi determinati dal di questa libertà nei rispondere dell’abuso


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cittadino ha bisogno di una Art. 12. La garanzia dei diritti dell’uomo e del il vantaggio di tutti e non per a forza pubblica; questa forza è dunque istituit a. affidat è per l’utilità particolare di coloro ai quali essa le spese di per e a, Art. 13. Per il mantenimento della forza pubblic esso deve essere e: comun uto amministrazione, è indispensabile un contrib loro sostanze. delle ragione ugualmente ripartito fra tutti i cittadini, in loro stessi o da are, constat Art. 14. Tutti i cittadini hanno il diritto di pubblico, di uto contrib del mediante i loro rappresentanti, la necessità inarne la quantità, determ di e go approvarlo liberamente, di controllarne l’impie la ripartizione e la durata. ad ogni agente pubblico della Art. 15. La società ha il diritto di chieder conto sua amministrazione.

non è assicurata, né la Art. 16. Ogni società in cui la garanzia dei diritti zione. costitu separazione dei poteri determinata, non ha e sacro, nessuno può esserne ile Art. 17. La proprietà essendo un diritto inviolab constatata, lo esiga in ente legalm a, privato, salvo quando la necessità pubblic ità. maniera evidente, e previa una giusta indenn

La Dichiarazione del 1789 ha ispirato numerosi testi simili in Europa ed America Latina, in particolare la Dichiarazione universale dei Diritti umani, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948. Adottata da 58 paesi, la redazione della “carta” è promossa dalle Nazioni Unite alla fine della seconda guerra mondiale, quando ancora sono vivi nella memoria collettiva tutti gli orrori legati alla grande bomba e al nazismo. Bisogna voltare pagina: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza» (primo articolo della Dichiarazione). Idealmente è il punto di arrivo di un dibattito filosofico sull'etica e i diritti umani che in epoche diverse ha impegnato filosofi e giuristi. La Dichiarazione si ispira ai “Quattordici punti” del Presidente Wilson del 1918 e ai pilastri delle “Quattro libertà” enunciati da Roosvelt nel 1941, oltre che naturalmente alle “Dichiarazioni” del XVIII secolo. Oggi la globalizzazione e il multiculturalismo pongono qualche problema: si può parlare di diritti umani validi in assoluto o solo relativamente ad un contesto, a dei valori di riferimento e a una certa epoca storica?

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Comunque sia la Dichiarazione universale resta una pietra miliare nel cammino dell’uomo verso la definizione dei propri diritti e dei propri doveri, anche se non uno strumento operativo di organizzazione di uno Stato, come le “carte” nate da singoli paesi. Il tema filosofico sull’etica e i diritti e doveri (gli uni non possono esistere senza gli altri, ci avete mai pensato?) è spesso dominante nel dibattito che precede la stesura delle “carte” più importanti. Anche la Carta costituzionale italiana, nata dopo il secondo conflitto mondiale e gli anni della dittatura, è frutto della sintesi del pensiero delle forze uscite dalla guerra: i cattolici, i liberali, i socialisti e i comunisti. Non sembra facile trovare un punto di accordo tra i diversi valori e principi di riferimento, ma la volontà di impegno è forte e la voglia di fare l’Italia pure. L’Assemblea costituente, formata da 556 persone, lavora tra giugno del 1946 e dicembre del 1947: il 1° gennaio del 1948 la Costituzione entra in vigore. Rappresenta un “programma”, che poi la legge ordinaria sarà incaricata di attuare. Ancora oggi i cittadini si possono appellare direttamente ai principi della Carta costituzionale, che vale al disopra di ogni legge o regolamento. Ogni “carta” o “dichiarazione” è l’espressione di una comunità che vuole vivere insieme, a cui non basta la legge delle potenze che l’hanno colonizzata o semplicemente preceduta. Non basta le legge naturale o quella divina, che vengono tenute in considerazione, ma riferite alla specifica realtà della comunità e all’epoca di scrittura. Anche le carte precedenti vengono tenute in considerazione, in particolare quelle del periodo illuminista, ma vengono rielaborate, secondo le necessità e le condizioni del momento storico. È proprio la nuova legge, creata con il consenso di tutti, che tiene insieme la comunità, che le dà fondamento e forza, che le permette di essere riconosciuta dagli altri stati, ma anche dai propri cittadini. La "carta" è frutto di un lavoro collettivo, di analisi e di sintesi e di enunciazione di principi ispiratori. Punto culminante di una ricerca di libertà, pur nell’ambito di limiti che vengono posti dalla comunità stessa a garanzia della solidarietà reciproca e quindi della sua stessa sopravvivenza. Diritti e doveri. Autonomia dei cittadini e organizzazione della comunità nazionale.


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ITALIANA LLA REPUBBLICA COSTITUZIONE DE ENTALI PRINCIPI FONDAM ranità appartiene al a sul lavoro. La sov dat fon a, atic ocr dem lica ubb Rep una e. Art. 1. L'Italia è limiti della Costituzion singolo a nelle forme e nei dell'uomo, sia come popolo, che la esercit bili iola inv itti ce e garantisce i dir nos rico dei o lica ent ubb pim Rep em iede l'ad Art. 2. La sua personalità, e rich iali ove si svolge la soc i zion ma for le sia nel . a, economica e sociale senza di solidarietà politic doveri inderogabili ali davanti alla legge, egu o son e iale soc à ni hanno pari dignit ioni diz con di he, itic pol Art. 3. Tutti i cittadi ni di religione, di opinio di razza, di lingua, economico distinzione di sesso, gli ostacoli di ordine ere uov rim lica ubb Rep la del o pit com È . impediscono personali e sociali lianza dei cittadini, to la libertà e l'eguag fat di do itan lim , ti i lavoratori e sociale, che par tecipazione di tut a umana e l'effettiva son per la del o upp il pieno svil iale del Paese. itica, economica e soc oro e promuove le all'organizzazione pol adini il diritto al lav riconosce a tutti i citt re, lica ubb Rep La 4. . ha il dovere di svolge Art itto. Ogni cittadino o effettivo questo dir concorra al che e zion fun condizioni che rendan una o a scelta, un'attività possibilità e la propri secondo le proprie . ietà soc o spirituale della onomie locali; attua progresso materiale ce e promuove le aut e indivisibile, riconos gua i una , lica ubb Rep amministrativo; ade Art. 5. La pio decentramento o. dallo Stato il più am ent ono ram end ent dip dec che del e ia nei ser vizi esigenze dell'autonom la sua legislazione alle del i tod me i e. ed ich pî uist ling princi norme le minoranze tutela con apposite nti e o ordine, indipende Art. 6. La Repubblica pri pro nel no scu cia o, son ca toli cat esa Chi dei Patti, Art. 7. Lo Stato e la si. Le modificazioni ti dai Patti Lateranen ola reg o son ti por tituzionale. sovrani. I loro rap nto di revisione cos richiedono procedime non ti, par due le alla legge. accettate dal ente libere davanti religiose sono egualm i ion o i propri fess con le te organizzarsi second Art. 8. Tut ca hanno diritto di diverse dalla cattoli se gio reli i ion o. fess italian Le con dinamento giuridico contrastino con l'or tive statuti, in quanto non di intese con le rela e bas a sull ge leg ti per lo Stato sono regola I loro rappor ti con ntifica e tecnica. rappresentanze. tura e la ricerca scie lo sviluppo della cul ove mu pro lica ubb Art. 9. La Rep zione. e artistico della Na azionale e il patrimonio storico Tutela il paesaggio me del diritto intern nor alle conforma giuridico italiano si ge in o leg ent la dal nam ta rdi ola L'o . è reg Art. 10 ridica dello straniero te. La condizione giu ciu nos rico nte lme genera ernazionali. me e dei trattati int democratiche conformità delle nor esercizio delle libertà suo paese l'effettivo nel to edi imp sia le Repubblica, secondo Lo straniero, al qua nel territorio della a, ha diritto d'asilo ian itici. ital e zion titu Cos aniero per reati pol garantite dalla tradizione dello str Non è ammessa l'es e ge. com leg e la oli dal pop te i bili altr sta li deg le condizioni o di offesa alla libertà rra come strument gli gue la con a ità udi par rip di i alia ion L'It in condiz Art. 11. ernazionali; consente, delle controversie int la pace e la mezzo di risoluzione mento che assicuri ina ord un ad rie essa nec ità ran sov di i ion lte a tale scopo. altri Stati, alle limitaz i internazionali rivo orisce le organizzazion fav e ove mu pro i; so, a tre bande giustizia fra le Nazion o: verde, bianco e ros è il tricolore italian lica ubb Rep la del ra Art. 12. La bandie ensioni ver ticali di eguali dim


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Nasce un popolo Cosa distingue una massa di individui da un popolo? Cosa separa una moltitudine di abitanti da una cittadinanza? Cosa differenzia un insieme di persone da una comunità? Il fatto di avere dei valori comuni, delle regole condivise, una identità collettiva. Il sentimento di appartenenza nasce quando diventa chiaro che esiste fra i componenti di un gruppo qualcosa che va oltre la semplice somma delle loro identità e convinzioni personali: si tratta di una identità collettiva che si affianca a quella individuale. Essa a volte esige delle rinunce dai singoli in vista di un bene considerato più grande perché riguarda tutti e non uno solo. Chi ha maturato un sentimento di appartenenza è disponibile, di solito, ad un sacrificio o a conformare il proprio comportamento secondo le regole della comunità perché riconosce l'importanza di proteggere, preservare, promuovere e contribuire a costruire la comunità. Appartenere significa, dunque, non mettere più al primo posto le proprie esigenze, i propri bisogni, la propria visione delle cose ma mettersi in ascolto, al servizio/a disposizione di quelle degli altri. Dire “io ti appartengo” è come dire “io ti voglio bene”, io desidero il tuo bene, rinuncio al mio per fare il tuo. Nel sentimento di appartenenza è nascosto un codice di amicizia e di amore, un amore civile e sociale, che nasce non solo dal sentimento e dall'amicizia, ma dalla condivisione dei valori che ci uniscono e per la cui difesa riteniamo valga la pena, anzi sentiamo necessario, impegnarci e batterci. Da qui l’importanza di raccogliere in unico testo tali valori di modo che essi possano essere facilmente letti, conosciuti, ricordati da tutti. Una carta dei valori, un manifesto rivoluzionario, una dichiarazione di indipendenza, una regola monastica hanno questo in comune: dare identità e volto ad una comunità e di riflesso contribuire a definire il volto dei suoi componenti.


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Nasce un Clan La Carta fa nascere una comunità o forse si potrebbe dire più precisamente che essa la istituisce, la formalizza, la manifesta al suo stesso interno e, in modo pubblico, anche verso l’esterno. Per questo motivo contribuisce a rafforzarla e darle vita. In una Comunità di rover e scolte è la Carta che dà un volto al Clan. Scrivere una Carta di Clan è una occasione unica per i suoi componenti per forgiare e svelare ad essi stessi questo volto, una opportunità di «soul searching», di cercare la propria anima, riconoscere le proprie radici, immaginare il proprio destino comune, definire i tempi e i modi, i riti, i passaggi che lo realizzeranno; come un sentiero che conduce alla vetta, la Carta racconta di noi, di dove veniamo, di dove siamo, di dove siamo diretti.

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Analogamente alla lettera di Partenza, che esprime sul piano individuale il proprio progetto di vita, la Carta di Clan esprime un progetto di vita sociale. Da questo punto di vista è un atto altamente politico, nel significato più nobile che ha questa espressione: quello di ricerca del bene comune, di impegnarsi insieme per raggiungere degli obiettivi che riguardano non uno solo ma tutti. Certo, per trovare una linea comune saranno necessarie molte discussioni, dibattiti, capacità di ascoltarsi, di mediare, ma questo rappresenta una straordinaria occasione educativa, anzi autoeducativa, perché la scoperta della vitalità e dell’importanza della politica nella vita di ciascuno, non sarà calata dall’alto ma rappresenterà una conquista, forse anche faticosa, ma una vera conquista compiuta da ciascuno. Non c’è lezione o ramanzina sul valore della politica che possa stare alla pari con la scrittura collettiva della Carta di Clan. Non è una semplice teoria, ma una pratica individuale e collettiva. Se non si vuole che la Legge scout rimanga un'esortazione nobile, ma astratta diventa necessario concretizzare, incarnare le dichiarazioni di principio contenute nella Legge in qualche cosa di più specifico. Come si è detto ciò può avvenire a titolo personale nel momento della Partenza con la scrittura della lettera che racchiude le riflessioni individuali sul proprio progetto di vita, ma anche nel corso della vita di Clan contribuendo a scrivere la Carta che darà un nome e un volto alla comunità di appartenenza. Essere rover o scolte non significa essere “cani sciolti senza collare” e neppure vagabondi senza meta: significa piuttosto essere uomini e donne che scalano in cordata le cime di vette ancora inviolate, l'equipaggio di una nave in rotta verso il nuovo mondo, compagni di squadra che si aiutano l'un l'altro a vincere la partita, testimoni e protagonisti di un impegno a realizzare un mondo migliore che non hanno timore a dichiarare i loro sogni e a unire le loro forze per realizzarli


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• PERCHE UNA CARTA DI CLAN ?

“La Carta di Clan propone un modello di vita che offre di riferimento punti ed incentivi . Si sviluppa su una strada ch come meta qu e ha ella di formar e uomini e do nne della Part Chi appartiene enza . al Clan ne sot toscrive liber amente la Ca dichiarando rta , così di volern e mettere in pr atica gli idea (p rem ess a della Ca li .” rta del Clan/Fu oc o “La Ro cch ett a” – Milan o1°) È vero, non pa rliamo di una grande carta sto rica, ma anche di Clan ha una la Carta sua premessa ch e contiene valor i di riferimento obiettivi, che co e ntestualizzano le affermazion i e gli impegni anche la Carta successivi, di Clan, come le grandi “dich iarazioni”, non da un singolo, è scritta ma da un grup po di persone, è motivo di disc per giungere a ussione, condividere e de finire ogni tem a.


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La Carta diventa stabile punto di riferimento interno, ma anche motivo di riconoscimento verso l’esterno. Ispira “carte” successive. Non è solo mera dichiarazione di intenti, ma contiene parti operative, che permettono la gestione delle attività di Clan, come la Carta Costituzionale organizza la struttura e l’operatività di un Paese. Pronti per scrivere la vostra Carta di Clan? Quali sono i principi ispiratori? Quali i precedenti illustri? Quale il contesto territoriale di riferimento? L’epoca storica? Lo stile?

Una sola Associazione , ma tante diverse Comunità R/S A tutti i rover e a tutte le scolte l’Agesci fa la stessa proposta, che può essere così sintetizzata: attraverso le esperienze e le occasioni che il metodo scout offre, impegnatevi a migliorare voi stessi e a crescere nella Fede, allo scopo di poter servire meglio gli altri. Nello stesso tempo il Regolamento metodologico consente ai capi, che sono i reali portatori della proposta educativa, di capire se nella Comunità che è stata loro affidata si fa vero scautismo. Quindi c’è una stessa proposta e ci sono le medesime regole per tutti coloro che fanno parte dell’Agesci.


perchè una carta di clan?

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Ma da sempre lo scautismo è qualche cosa di profondamente diverso da un partito o da un esercito che obbligano i loro appartenenti a mettere in pratica alla lettera le disposizioni ricevute. Essendo educazione alla libertà, necessariamente lascia ampi spazi perché le proposte del metodo siano adattate alla personalità dei singoli e alle caratteristiche delle Comunità, cioè siano proposte educative. Che i singoli rover e scolte siano diversi gli uni dagli altri è talmente ovvio che è inutile parlarne. Ma anche ogni Comunità R/S ha caratteristiche precise che la rendono assolutamente originale. Innanzitutto ha una storia particolare, una tradizione che si è concretizzata in modi di fare e di essere originali; inoltre ogni Comunità vive in un particolare ambiente, è sottoposta a stimoli interni ed esterni, è influenzata da persone diverse. Il Regolamento metodologico, per sua natura, può solo enunciare dei principi e dare un quadro di riferimento generale, senza scendere nei particolari; dando una visione unitaria del metodo e una prospettiva delle singole branche. Il Regolamento indica un cammino, è compito di ciascuna Comunità arricchirlo ed integrarlo decidendo quali priorità darsi, quali tappe intermedie stabilire, quale strada compiere per raggiungere i propri obiettivi. Da quanto finora detto viene facile dare una prima definizione della Carta di Clan: è il documento elaborato dal singolo Clan che rende concreta e vivibile la proposta associativa perché la adatta alla realtà della Comunità tenendo conto della sua storia, delle persone di cui è composta, dell’ambiente in cui vive. Ancora più precisamente si può dire che la Carta di Clan è il documento nel quale ogni Comunità indica in che modo le finalità, i valori e il metodo proposti dallo scautismo diventano obiettivi concreti di crescita per i suoi componenti, contenuti e valori a cui tendere e esperienze da vivere. Dal punto di vista del Regolamento possiamo anche dire che mentre questo è uno strumento scritto soprattutto per i capi, la Carta di Clan è a misura dei rover e delle scolte, perché è scritta dai giovani, nella concretezza della storia, della realtà e delle capacità dei componenti la Comunità.

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