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“il volto sanguinante di Berlusconi diventerĂ immediatamente un'icona mediatica internazionaleâ€? Giampaolo Pansa


Eccoci qui, novelli Babbi Natale dell’umorismo, a discendere agilmente i caminetti della risata come degli stronzi in viaggio lungo l’intestino, per apparire sotto l’albero della comicità intelligente e regalarvi l’edizione Natalizia dello ScaricaBile. Incartata in una metafora idiota. Trovatici a corto di materiale divertente abbiamo deciso di andare sul campo ed utilizzare un espediente, ma il risultato è andato ben oltre le aspettative: abbiamo

mandato Ste’ all’ultimo comizio di Berlusconi a vendere statuine del Duomo. Si era pensato di fare un articolo sulle caratteristiche psicosomatiche del popolo del PDL e l’idea di infiltrarci in una figura amica al suddetto popolo, ossia il venditore di chincaglieria cattolica kitsch, ci è sembrata azzeccata. Non avevamo preventivato quanto sarebbe accaduto, ma ora di articoli ce ne sono anche troppi.


(Il saggio sugli elettori del PDL lo abbiamo annullato, date le circostanze eccezionali. Riteniamo comunque che potreste farvi un’idea di come sarebbe venuto semplicemente collegandovi a Wikipedia e digitando Homo neanderthalensis nell’apposito motore di ricerca). In questa settimana le responsabilità morali e politiche dell’attentato sono schizzate in ogni direzione, come il virus dell’AIDS a seguito di un’esplosione alla banca del seme. Sono stati indicati come mandanti dell’aggressione Repubblica, Travaglio, Di Pietro, Santoro, Ingroia, Facebook, la Costituzione, Stalin, Pol Pot, Bambi. Arriveranno a dire che la mano di Tartaglia è stata armata dal mio vicino di casa pur di non riconoscere i meriti che appartengono all’entourage di ScaricaBile.Il paese sta risprofondando nel buio degli anni di piombo, questo è quanto paventato da più parti. E noi lo diciamo forte e chiaro: sprofondiamoci in fretta, in questi cazzo di anni ’70! Almeno i fascisti di quegli anni erano stilosi. (Erano Fac-60’s) . Si mostravano al mondo con un look che avrebbe fatto impazzire gli hippies del 2000. Dove lo trovate un alternativo che al giorno d’oggi si presenta stretto in una mise aderente fatta di Jeans a zampa, stivaletti, camicia a quadri, basette, baffi da camionista o da cantante degli Eagles of Death Metal e occhiali a goccia? Mettevano bombe di notte e incidevano dischi coi Led Zeppelin di giorno, i fascisti di un tempo. Altro che Sandro Bondi. Ora stiamo vivendo il medioevo dell’eversione: grintosi bombaroli neri infiltrati in ogni angolo

dei servizi segreti (e viceversa) sono stati sostituiti da gente come Renato Farina, che inventa notizie e incastra Imam; una volta si facevano saltare intere stazioni di Bologna tanto per fare un po’ di festa, ora ci si limita a dire che Boffo è gay. Il ruolo che fu di Almirante rischia di finire in mano a Gasparri se non accade qualcosa che inverta questo andazzo. Un problema analogo si vive nel mondo della musica: se Keith Richards negli anni 60 era un’icona alla chitarra, ora lo è ancora. E’ vecchio, e di mollare non se ne parla. Chi ha detto Andreotti? Capisco che gente come Roberto Fiore un tempo potesse avere un certo appeal, ma ora è relegato ad un angolino della politica a farneticare di fanatismo cattolico mentre sua moglie dà alla luce il dodicesimo figlio. E vogliamo parlare dell’eversione di sinistra? Le Brigate Rosse, coloro i quali decidevano (tramite messaggi incisi col piombo sulle ginocchia) gli aumenti di stipendio dei lavoratori, si sono ridotte a seppellire fucili mai usati in giro per Padova solo per il gusto di farsi scoprire e finire in galera. L’editoriale è finito. Lo spazio disponibile è esaurito. Prefe


Ciao sottospecie di Gabibbo deforme, sono Silvio. Ovviamente non ti scrivo perché ho bisogno dei tuoi regali plebei, perché con i soldi che ho potrei acquistare Disneyland, poi comprarmi te, le tue stupide renne, la tua slitta che fa tanto terzo mondo e mettervi in un circo, infine potrei spianare il continente in cui vivi, qualunque esso sia, per farci un parcheggio, solo per il gusto di dire che sono il miglior Grinch degli ultimi 150 anni. Sia chiaro che un Grinch con due palle come le mie non lo trovi da nessun’altra parte. Ciò detto, ti chiederei di portare qualcosa ad un mio amico. Pensavo a una testa di cavallo, ma, suvvia, perché farti dannare per trovare un cavallo in mezzo al ghiaccio quando ovunque ti giri pesti la zampa ad una renna? Taglia pure la testa di Rudolph, tanto per fare capire al tizio che nessuno è intoccabile, nemmeno colui il quale ricopre la più alta carica tra i sudditi. Ti pregherei di corredare il pacco con un bigliettino con scritto: “Al miglior Presidente della Camera che sarà eliminato nel 2010”. Se proprio vuoi fare un salto dalle mie parti vedi di infilare nel sacco qualche troia e, mi raccomando, senza un registratore acceso addosso, che ne ho avuto abbastanza. Salutami gli Elfi. E dì loro che mi serve un altro ministro. Uno meno spocchioso stavolta, che Brunetta sembra Prince. Ora si è messo in

testa di fare finta di non capire le domande che non gli piacciono. Prima o poi qualche giornalista si incazza e lo schiaccia. Ci vediamo, vado a fare qualcosa di terribile al paese. Devo solo decidere cosa. Ciao Babbo, sono Maurizietto tuo. Hai visto, sono ancora un politico famoso, è incredibile. Io sono stato bravo quest’anno, ho detto tutto quello che mi è stato ordinato, ho urlato in tutte le trasmissioni televisive, ho dato dell’assassino a Beppino Englaro, ho assunto posizioni in campo etico ai limiti del ridicolo, ho cantato in TV. Cos’altro devo fare

perché tu ti decida a portarmi un cervello? Ti prego. So che non lo dimostro, ma soffro. Quando ad Annozero Travaglio mi accusa di qualcosa, lo leggo dalla luce nei suoi occhi che mi sta distruggendo, ma non posso rispondere se non capisco quel che dice. Ti prego. Sono come l’uomo di Paglia. E tu sei Oz… o, com’era la storia? Beh, mi hai capito. Maurizio Non mi perdo in preamboli: sto parecchio incazzato per colpa di quei diari di Mussolini che mi portasti qualche anno addietro, faccia di culo. Lo sai quanto era evidente che erano fasulli? Ci ho fatto una


sgozzare Rudolph e la sciolgo nell’acido. Bacio le mani, Gaspare Spatuzza

figura di merda che mi fa ripensare con nostalgia a quella volta che mi sono spontaneamente definito Mafioso in un’intervista. Dovevo solo dire una parola differente, una qualunque, porca di quella puttana, e invece ho detto “E’ chiaro che io, essendo mafioso…”. Ancora prendo a schiaffi Bondi dalla rabbia ogni volta che ci ripenso. Vabbuo’, picciotto, senti a me: tu quest’anno mi devi fare trovare sotto l’albero Spatuzza. Lo voglio vivo. E portami anche delle pinze. Marcello Ciao Capo, sono Renato, qui nel mondo dei giganti va tutto bene. Me la cavo egregiamente anche se pare che la mia diplomazia non sia compresa da tutti. Io non so che fare, ero abituato con i ragazzi allo stabilimento, dovevamo solo incartare giocattoli, cantare canzoncine e rasarti le palle (non ho mai capito perché ce lo facevi fare); non c’era la Bignardi che mi rompeva i coglioni con la sua voce fastidiosa. Spocchiosa puttanella insolente, la prenderei a tornellate. Comunque, volevo solo salutarti e dirti che penso ci sia bisogno di un ministro; in caso Berlusconi ti chieda di spingere la candidatura di qualcuno ti pregherei di suggerire Sally. Sai che avevamo una storia; mi manca. Mi sono anche trovato una bella bionda qui, ma non ti dico l’imbarazzo, per fare

sesso la devo scalare. Lasciamo perdere. Salutami tutti. Babbo Natale, Rosso fuggiasco, rennoso comandante, aria d’inverno. Hai visto con che dedica ti ho salutato? Sono forte eh? Sono Bondi, ti ricordi di me? Sono quello che sventolava bandiere del tuo colore in piazza negli anni ’70. Beh, ormai ho avuto tutto dalla vita, direi molto di più di quel che era umanamente possibile immaginare se si pensa alla persona che sono; quindi non ti chiederò nulla, per me. Ma, per piacere, fai trovare Spatuzza sotto l’albero a Dell’Utri, che se si sfoga con lui magari la smette di darmi pizze in faccia senza alcuna ragione. Non so che cazzo gli sia preso. Sandro Natale, Sono U Tignusu. Ti scrivo questo pizzino perché so che sei uomo d’onore e sai ricambiare i favori. Sinora hai goduto della mia protezione visto che dopo quaranta omicidi e sei (o sette, non ricordo) stragi rimani uno dei pochi umani che ancora devo ammazzare, ma ora è importante assai che ti adoperi affinché io non finisca mai tra le mani di Marcello Dell’Utri. Mi sembra un regalo ragionevole. Quell’uomo mi mette i brividi cazzo. Conto su di te, e bada bene, debbo sentirmi protetto come un’ ape regina, non mi fare incazzare razza di ciccione, altrimenti faccio

Caro Babbo Natale, per il rispetto delle regole istituzionali che sono tenuto a seguire e che regolano il rapporto civile fra me, che non faccio un cazzo per te, e te, che invece mi porti cose che non ho mai pagato, sono qui a ricordarti che attendo i miei regali. Ricordi quando due anni fa ti ho chiesto di portarmi un partito nuovo, enorme, in cui io contassi qualcosa? Ecco, mi hai fottuto. In AN ero un’ istituzione, ora nessuno si ricorda più che sono quasi il leader e per ritagliarmi qualche scampolo di gloria devo rifugiarmi sugli elettori non fascisti in stato confusionale. Dico davvero: gente di sinistra che vede in me un buon interlocutore, centristi che mi vogliono nei loro partiti, giornalisti che chiedono a Bersani se è possibile che il PD si allei con me, Montezemolo che ancora non ho ben capito cosa voglia ma stai sicuro che c’è da farci i soldi… insomma, mi sto reinventando. Ormai ho convinto tutti che sono… beh, non ci crederai mai… moderato e ragionevole! Ti rendi conto? Mi lamento del trattamento che riserviamo agli immigrati. Faccio il Gandhi! Come se la legge quella volta non l’avessimo chiamata Bossi-Fini. Vabbeh, passando alle cose serie. Stavolta ti chiedo qualcosa di facile-facile: sotto l’albero vorrei un completo da SS e un paio di negri. Legali bene, mi raccomando. Almeno in casa mia potrò essere me stesso, no? Gianfranco.


Foggia Sette capodogli spiaggiati sono morti. Non si è riusciti a predisporre in tempo una vasca nel cpt di Bari. Vienna Nonja, l'orangutan-fotografo con migliaia di amicizie su facebook vittima di un furto d'identità. Woods Nuovi guai: dopo i tradimenti, la droga e i sospetti di doping, si scopre che il suo caddy lavorava per Al Qaeda. Milano/2 Berlusconi "Io miracolato: un centimetro più su e avrei perso un occhio". Per sua fortuna il duomo non è stato interessato dall'aumento delle cubature. Attentato Il clima di odio si alimenta a fatica, secondo il bollettino medico. Teramo Trovato morto il detenuto nigeriano che fu testimone di un pestaggio delle guardie. Per fare luce sulle cause del decesso la magistratura ha disposto l'autopsia, che sarà effettuata da Giovanardi con una bilancia.

Jonathan Grass



Cos'hanno in comune Michael Jackson, Mr T dell’A-Team, Che Guevara, UAN di Bim Bum Bam e Berlusconi? E' la storia iconografica che li ha eretti a simboli pop-rivoluzionari a cavallo di due secoli e destinati a rimanere fari che illuminano le speranze di intere generazioni della storia contemporanea. La mostra mercato qui da noi esposta vuole rendere omaggio ad un'icona Italiana di cui la propria Patria potrà andare fiera in ambito mondiale per i secoli dei secoli. L'esposizione analizza, fra sacro e profano, lo sfruttamento dell'immagine più famosa del Presidente Berlusconi: la foto, appunto, scattata da un anonimo fotografo nel 2009 durante l'oramai celebre “Battaglia di Piazza Duomo” in cui il nostro eroe uscì ferito, ma indomito, e ribattezzata immediatamente “Il Combattente Eroico”. Dalla prima apparizione dell'immagine, avvenuta il 14 Dicembre del 2009 su tutti i media televisivi nazionali ed internazionali divenne rapidamente un'effige popolare per tutti i veri Patrioti, esposta sulle maggiori riviste, sui muri, sui cavalcavia fino ad arrivare ai giorni nostri. Un'immagine sensuale che ricorda James Dean o Marilyn Monroe accostata alla durezza combattiva di un Rocky, un Rambo o Steven Seagal. Immagini corrucciate e dolorose, ma al tempo stesso fiere e lungimiranti. Sono immagini di un novello ed italico Combattente Eroico su scala internazionale. Come Tom Morello dei Rage Against The Machine o Diego Armando Maradona si accompagnano della propria personale immagine di Che Guevara anche gli artisti della penisola, d'ora in poi, potranno fregiarsi di un'icona pop tutta italiana. Potremmo vedere Povia, gli Zero Assoluto o Demo Morselli sbandierarlo fieramente sui propri strumenti. Ma c'è dell'altro. Solo il volto di Gesù Cristo è stata riprodotta più di quella di Berlusconi.

Interessante è scoprire passeggiando all'interno della mostra la vena kitsch dello sfruttamento dell'immagine di Berlusconi: sciarpe, calze, orologi, portafogli, portachiavi, spille e tavolette del cesso riempiono una teca vetrata, al centro di tutto si mostra in tutta la sua sensualità una cannottierina fashion interamente ricoperta dal volto del “Combattente Eroico”. Sono oggetti che nel corso degli ultimi 40 anni sono stati venduti sulle bancarelle dei mercatini di tutto il mondo. Non è finita qui. L'immagine nella sua laica sacralità entra a far parte di bottiglie di birra, pacchetti di sigarette, pupazzetti per finire addirittura stampato sulle confezioni cartacee di un noto gelato: è vero sembra proprio di essere all'interno di una di quelle fiere di paese che vendono di tutto e di più. Di se stesso Silvio Berlusconi diceva: “Sono come Cristo, nobile e filantropo...Sono tutto quello che potreste aspettarvi da un Cristo dei giorni nostri. Per le cose in cui credo lotto con tutte le armi di cui dispongo. Ma sono anche meglio: non mi farò mettere su una croce”, già prefigurando, ed anzi auspicando, che la sua figura sarebbe stata venerata da milioni di persone e addirittura paragonata ad un famoso dipinto: Il Cristo del Mantegna.

Ma i paragoni con Che Guevara e Cristo non sono sicuramente inappropriati. Dal Vangelo secondo Giovanni, Gesù disse: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. (15, 13) ” Che Guevara in un'intervista disse: “Al rischio di sembrare ridicolo, lasciatemi dire che il vero rivoluzionario è guidato da un grande sentimento d’amore.”


Testo: SKA foto: STE

Silvio Berlusconi, ancora dolorante nel suo letto d'ospedale, disse: "Grazie di cuore ai tantissimi che mi hanno mandato messaggi di vicinanza e di affetto. Ripeto a tutti di stare sereni e sicuri. L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio".

E' così che scopriamo che è l'Amore ad accomunare tre delle icone più importanti della Storia umana.

Anche oggi che è oggetto di caricature e parodie, l'immagine di Berlusconi è al tempo stesso utilizzata come grido di protesta politica da parte dei movimenti più disparati, che si battono per la cancellazione dei processi, contro la magistratura ed i giudici, per la repressione dei diritti agli omosessuali ed agli extracomunitari.

Ha detto dell'immagine di Berlusconi il poeta italiano Sandro Bondi: “L'immagine di Berlusconi può anche essere messa da parte, comprata e venduta o deificata, ma è in grado di recuperare il suo significato originale in ogni momento e, così, continua a rappresentare una parte del sistema universale della lotta reazionaria”.

Jean Paul Sartre , in una citazione non riconosciuta, disse: “Berlusconi fu l'uomo più completo del suo tempo; è stato il combattente, il teorico che ha saputo trarre dalla battaglia, dalla sua stessa lotta ed esperienza la teoria per continuare a lottare. La sua storia e quella del mondo sono andate di pari passo”.


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Un'attesa pesante. Gli inquirenti aspettano quel momento con ansia, dicono che le sue parole saranno estremamente rilevanti per le indagini in corso. Per ora la statuina simil-Duomo che,

costretta a forza da Massimo Tartaglia ha colpito il volto angelico del premier, rimane in ospedale incapace di parlare. Prognosi riservata. La sua condizione è piuttosto grave: secondo Aunganzio

Dei Faraoni Malrecepiti, primario di chirurgia e restauro al Fatebenefratelli, almeno tre delle pittoresche guglie di cui il Duomo (e di conseguenza ogni suo simulacro) ostenta da secoli, sarebbero daneggiate e/o spezzate. E mentre giungono news tranquillizzanti sulla condizione di Berlusconi, mentre il Tartaglia spiega parte della sua follia alla polizia, nessuno pare interessarsi al souvenir. “Era giovane! Così giovane!” piange la madre, un'icona in finto-marmo della Madonna (assomigliante a La Russa da giovane, solo dannatamente più sexy), mentre cerca conforto e sicurezza tra le braccia del marito, un soprammobile rosso acceso ritraente un padre Pio poco in forma e con lo sguardo di chi sa d'aver scoreggiato ma fa finta di niente sperando di non fare puzza. Il tragico momento. Secondo i genitori “il pazzo (Tartaglia, NdA) teneva nostra figlia in mano con quel suo sguardo rassicurante da klingon e non faceva nulla. Sembrava stesse cercando di guardare l'orizzonte, infastidito dalla folla d'adoranti riformisti liberali che circondava Silvio.” Il presidente sorrideva e si divertiva ad attraversare le


pozzanghere camminando sull'acqua. Mentre stava guarendo un giovane comunista dalla morchia, il folle attentatore ha lanciato la statua colpendo il divino in pieno volto. A quel punto è scattato il panico: chi cercava di menare Tartaglia, chi cercava di fermarlo per assicurarlo alla Giustizia, chi soccorreva il premier ferito. Solo un poliziotto ha pensato al piccolo simulacro che, gravemente ferito, giaceva a terra, fra i singhiozzi e le fratture multiple. Era totalmente ricoperto di sangue berlusconiano (a proposito: non è blu, strano). “Abbiamo cercato di soccorrere nostra figlia,” dice il padre “ma il fatto di essere degli oggetti inanimati non ce lo ha permesso. È un dramma: per lo stesso motivo non sono mai stato invitato ad una festa. Ho difficoltà a ballare.” Speranza e frustrazione. “Mia figlia era bella, gotica, con dei pinnacoli così,” piange la madre. “C’aveva una madonnina d’oro sopra la testa. Anche se la dovessero salvare, chi le restituirà la sua bellezza originaria? Una nostra conoscente, dopo un intervento del genere, sembrava un misto tra Gaudì e Quarto Oggiaro. Abbiamo paura, vogliamo giustizia!” I genitori, sconvolti, lanciano un messaggio di solidarietà al premier ferito: “speriamo guarisca e lo restaurino per bene.” Ma è molto difficile pensare al mondo esterno, con il suo turbinio di idiozia e Sallusti, per dei genitori che pregano per tenere in vita la loro bambina. Ed è ancora presto per trattare l'argomento del perdono. Dice il padre: “per ora non voglio esprimermi. Perdonare è

cristiano ma in questo momento ho molte perplessità.” Ciò che turba i familiari della statuina più famosa d'Italia è il pesante velo di silenzio che avvolge la sua condizione: c'è chi processa Travaglio, chi sbraita di chiudere il web, chi lecca il culo as usual. “Ma della nostra bambina nessuno parla!” grida la madre come se una trappola per orsi la stesse limonando, “noi oggetti veniamo sempre screditati, usati e gettati via.” Verso sera il Sindacato Nazione delle Statuine ha vergato un commovente comunicato di solidarietà alla famiglia della vittima, proponendo una

manifestazione nazionale (a cui il Pd ha già detto che non ci sarà) in difesa della dignità delle cose inanimate. Una proposta molto apprezzata anche a destra, specie dal cervello di Gasparri.

Pietro Errante


Interstizi spaziali su

moduli lunari, ovvero:

come imparai a non preoccuparmi e ad amare il Premier.

MelissaP2

Adoro l'odore del natale la mattina. Che per me sa di quel misto di biscotti appena sfornati, felicità nell'aria e scambio di fluidi corporei. Perché una volta beccai i miei in soggiorno mentre eseguivano un amplesso in una posizione che mio padre definì de "la renna Rudolph" per via del naso rosso che mia madre portava. Oltreché per le briglie da slitta. La cosa peggiore che un bambino possa trovare sotto l'albero. Specie se è davvero il suo regalo. Ora so quali conseguenze può portare la frase "mamma, papa, me lo regalereste un fratellino?. Erano bei tempi però. Niente a che vedere con l'oggi, dato che ho litigato con mia madre per il presepe. Perché va bene Pecorella, ok Vaccarella, ok il re magio di colore in jamaican style che anziché mirra offre biscotti speciali, ma la statuetta del Duomo no. Ché bisogna stare attenti a quel che si dice o si fa. O si diventa come Cicchitto. Dire che i mandanti morali siano il Gruppo EspressoRepubblica, Anno Zero e Travaglio/Il Fatto è una cosa così grave che non è che la mamma dei cretini è sempre incinta, ma Cicchitto l'ha ingravidata.

Berlusconi mi ha stupito per la capacità di volgere la situazione a suo favore. Fulmineo ha sdrammatizzato: -che per quel servizietto non c'era neanche voluta una busta extra. -Che sarebbe potuta andargli peggio se l'avessero picchiato con un cazzo in ceramica. -Che questo è quel che succede quando si fa uso di droga. Se ti arrestano. E l'aggressore aveva in tasca anche un crocifisso ed uno spray al peperoncino: una scelta diversa e col cazzo che avremmo avuto ancora una polemica sulla rimozione dei crocifissi. O il cibo piccante. L'Independent ha osservato che “in un Paese normale, l’attenzione si sarebbe focalizzata sul fatto che decine di guardie del corpo non sono state capaci di proteggere Berlusconi. Se è bastato uno psicolabile per bucare il servizio di sicurezza, che cosa avrebbe potuto fare un’organizzazione criminale?”. Una festa di partito con lancio del tesseramento, direi.


-Tu non la prendi la comunione? -io non credo. -ancora? -senti, ci crederò quando nelle ostie verrà trovato un pelo pubico del corpo di Cristo. Sempre che chi le ha fatte sia glabro. E così facendo arrecherei del dolore. Sebbene neanche lontanamente paragonabile a quello provato dal premier. Un suo portavoce in ospedale continuava a riferire ai giornalisti: "il Premier soffre ma sta lottando". Ah, non sapevo avesse il cancro. Nah, stava solo immaginando i soliti comunisti. Tra l'altro c'è una spiegazione sul perché vede tutto rosso: per un alterazione del visus con disturbi nella discriminazione dei colori. E' un Effetto collaterale del Viagra.

Tra parentesi: ci son rimasto un po' male che Silvio non abbia conservato lo stesso numero di tessera. In un Paese normale non ci sarebbe neanche un D'Alema che sostiene seriamente che non sarebbe male fare una legge ad personam per Berlusconi. D'Alema. Me lo immagino che propone questa cosa, scazzato: "e diamogliela, è entrato in politica per quello. Dai che così la smette, che due palle. Cazzo mi frega, ho una barca io". D'altra parte una cravatta gliel'aveva regalata l'anno scorso, la bicamerale nel '97, a ridurre il limite della raccolta pubblicitaria a Sky ci sta già pensando Silvio stesso, e all'insegna di Auschwitz ci ha pensato qualcun'altro. E poi comunque ho la sensazione che sarebbe stato più un regalo adatto a Brunetta.Da appendere in alto, alla parete dietro la scrivania. Chissà piuttosto cosa mi regaleranno i miei parenti. Io odio i miei parenti. (Qualcuno ha detto che non si può divorziare dai propri parenti ma, ehy, diamo ancora un po' di tempo all'anglicanesimo). Che poi come al solito tenteranno di portarmi alla messa di mezzanotte. E io non credo. E se ci andassi ci sarebbe un siparietto come:

Ma nonostante tutto io non penso Berlusconi e il Governo abbiano strumentalizzato la vicenda aizzando il loro odio e acuendo le tensioni della piazza televisiva, inibendo la capacità di critica del cittadino elettore attraverso una martirizzazione di quel volto tumefatto che ha portato il carisma del nostro ad una vetta pressoché di santità. Assolutamente no. Perché "L'amore vince sull'odio". E son felice che abbia perdonato Ali Agca.


Ho cominciato a frequentare Babbo Natale qualche anno fa. Era estate, lo ricordo bene perché abitavo con un tizio che gridava di continuo il nome della stagione in cui ci trovavamo. “Oggi è estate! È estate!” , sbraitava. Oppure: “Oggi è autunno! È autunno!” “Grazie, Paolo.” Ora Paolo è morto e sulla sua lapide ha fatto scolpire: “Paolo è morto! È morto!” Comunque. Qualche anno fa decisi che avrei scritto una letterina a Babbo Natale. Ma non una di quelle letterine melense in cui i bambini chiedono un grosso roditore impagliato, il sonar di un sommergibile da regalare alla ragazza o di poter succhiare le tette di Melissa Lauren. No. Io gli confessai parte delle svariate pulsioni sessuali che al tempo albergavano la mia mente. Pulsioni che riguardavano lui, Babbo Natale, e delle cose vibranti. Imbucai la lettera emozionato come Tiger Woods quando usa la sua mazza preferita. E aspettai. Due settimane dopo una grossa renna castrata mi portò la risposta del vecchio direttamente a casa. E mi disse: “Sono una grossa renna castrata.” “So chi sei. Guardo sempre Uomini e donne.” Aprii la busta con un'erezione che mi bussava sullo sterno con la foga di un vongoliere di Chioggia alle prese con l'ira di Poseidone. Lessi il contenuto e eiaculai gioia dagli occhi. Ero felice come una scrofa con un dito di Dio su per il culo (non guardatemi così, non capisco neanch'io cosa scrivo, NdA). Santa Claus mi aveva risposto: non solo ci stava, ma anche a lui piacevano le cose vibranti e tutto il resto! Ci saremmo incontrati a Roma, a Villa Borghese. Io sarei stato vestito da giovane-uomo-perbene-che-va-in-chiesa-enon-diresti-mai-che-è uno-stronzo-inveceguarda-un-po'-che-scandalo; lui da Salvador Dalì. La nostra relazione fu lunga e passionale e se non scatenò l'interesse dei media fu soltanto perché in quel momento erano tutti troppo concentrati sulla Hunziker e quel toro

meccanico. Babbo Natale (pseudonimo di Walter Mestoloni, ingegnere di Lecce con l'hobby dell'autopsia) mi ha amato per otto magici mesi. Io e lui facevamo shopping, sesso goloso, tornei di canasta con l'asta, frequentavamo musei e zoo, piangevamo e ridevamo. Poi, il nulla. Il mio amore, con quella sua barba che pareva una nuvola rubata al cielo e costretta a forza a stare attaccata al mento, sparì. Provai a scrivergli e a telefonargli ma mi rispondevano sempre gli gnomi, dicendo che era piuttosto occupato. Risucchiato dalla depressione più folle, cominciai a rubare psicofarmaci all'ospedale e ad immaginarmi solo, triste e ospite della Bignardi. Inutile ovviamente cercare appoggio dagli amici, sempre pronti a schernirmi con la storia del “Babbo Natale non esiste”. Stronzate. E io chi avrei amato, allora? Con chi avrei passato i giorni più belli della mia vita? Con la Befana, forse, quella troia fascista? Non credo. Era proprio lui, Santa Claus, l'uomo che amavo! Così partii per la Lapponia – a bordo di un tappeto volante trainato da tarme volanti – e raggiunsi la baracca del vecchio di merda. Era


lì, solo. Lavorava e sorrideva. Sembrava davvero essersi dimenticato di me. Mi avvicinai piangendo, sentivo tutto il mondo gravarmi addosso con i suoi 457 giulianiferrara di peso. Gli bussai sulla spalla timidamente. Avrei voluto farlo mio lì, davanti agli gnomi interdetti. Il vecchio si voltò e appena mi vide scoppiò a piangere. Mi disse che aveva avuto dei problemi e d'aaver sentito che il nostro amore si era fatto troppo serio per lui, abituato ad intrufolarsi nelle case dai camini. Ricordo che faceva molto freddo e nevicava. Paolo, il mio coinquilino, spuntò dalla chioma d'un pino e gridò: “è estate ma fa freddo!” Poi baciai Natale per l'ultima volta. Quell'uomo mi aveva crepato il cuore. Mi fece sentire indifeso come un tortino di riso nella credenza di Mara Maionchi.

Mentre tornavo a casa, in Italia, un'astronave aliena mi rapì Gli alieni mi aprirono come un borsello alla ricerca della batteria al litio che – a parer loro – mi alimentava. Me ne trovarono una in culo, ma l'ho detto anche a loro: non so come sia finita lì. Dopodiché mi portarono su Andromeda e lì vidi un buco nero supermassiccio da vicino, viaggiai nell'iperspazio per anni, forse secoli, quindi capirà, Vostro Onore, che non posso conoscere né Spatuzza né i fratelli Graviano. Sono tornato or ora da Titano. In fede, Silvio Berlusconi Pietro Errante



Mi spiacerebbe moltissimo che i recenti avvenimenti di aggressioni, polemiche, violenze e finanziare subdole facesse passare in secondo piano il dibattito pubblico sulla figa. Ultimamente mi sento destabilizzato, In tv si parla moltissimo di malati di mente e di gente che tira statuette, di censure e gruppi violenti, e intanto l'atteso cinepanettone dei Vanzina rischia di non godere del dovuto rilievo. Perfino la colonnina di destra di Repubblica dedica meno spazio del solito alla figa, e l'attuale tensione sociale ne è una conseguenza inequivocabile. Per fortuna ci siamo noi di ScaricaBile, che ci manteniamo allegri non facendoci mancare niente(vedi foto in giro). L'ultimo periodo è stato piuttosto magro per il sottoscritto, la mia ragazza non trova lavoro ed è sempre nervosa, la mia vicina è incinta, la ragazza del bar ha trovato lavoro in Egitto, la segretaria del mio capo è alle Bahamas col mio capo, alla mia ex devo ancora 400 euro, la maschera del teatro è stata sostituita con un ragazzo gay(Louis, simpatico, colto, ma uomo), e la maestra dell'asilo di mio nipote è stata arrestata di recente (sono talmente disperato che mi sono iscritto a Facebook!) Sarà quindi questo periodo di deficit vaginico che mi ha reso più sensibile all'oscuramento che il tema sta subendo, da qualche tempo a questa parte. L'attenzione dei media si sta spostando pericolosamente sulla politica, così che la gente sia totalmente presa da queste faccende pubbliche e non si occupi più di figa, di calcio o di figa, e l'effetto sulla gente è a dir poco grottesco! Devo disgraziatamente passare a casa dei miei genitori per prendermi i vestiti di mio fratello? Loro mi trattengono con una scusa per parlarmi di Berlusconi! Esco la sera con i miei amici? Non c'è verso di fare commenti sboccacceschi sulle tette della

cameriera, troppo impegnati a parlare di Schifani! La figlia di un mio amico, 6 anni, a Babbo Natale ha scritto soltanto: "13 Dicembre Piazza Duomo: grazie!" Un paio di sere fa ho preso un taxi per andare alla stazione e il tassita NON SAPEVA che Totti ha firmato con la Roma fino al 2014! Anzi, era così ansioso di sapere il mio parere sulla docufiction di Santoro che a momenti perdevo il treno! Non si può più andare in giro accidenti! La gente è troppo tesa, cammini per la strada, incroci lo sguardo dei passanti, loro ti guardano e capisci che stanno pensando a cosa tu ne pensi degli ultimi fatti, e loro capiscono che tu hai capito che loro stanno pensando cosa tu ne pensi, tirate dritto e continuate a pensarci. Dov'è finito il mio paese normale? Dov'è finita la stupidità, l'ebetismo, la gente che dice: "io di politica non capisco niente" col sorriso sdentato? Non è questo il modo!! Dovete concentrarvi sulle veline!! Parlate di Nicole Kidman che sniffa coca e la usa come anti-occhiaie prima di farsi fotografare! Io voglio continuare a guardare le ragazze e a immaginare forma e colore dei loro capezzoli, invece di chiedermi se sia iscritta al gruppo Facebook "pro" o "contro" Tartaglia!! Caro Babbo Natale, sono quasi certo che il paese tornerà quello di prima in breve, a parte forse qualche legge sulla sicurezza che mi vieterà di tenere le mani in tasca, ma se proprio il paese cambierà definitivamente in peggio, ti chiedo solo un regalo: che lo zio di mia madre proprietario di quel centro massaggi svedese con tante massaggiatrici asiatiche schiatti presto e lasci tutto al suo adorato nipote.


uando Silvio si destò, era così fitto il buio, che guardando dal letto, egli distingueva appena la finestra trasparente dalle pareti opache della camera. Ficcava nelle tenebre i suoi occhi da furetto quando la sua attenzione fu attirata da due bagliori rossi e sinistri alla sua sinistra. "Giusto – pensò – sarebbero sospetti se i bagliori fossero sinistri alla mia destra. Ma, a pensarci bene, anche se fossero bagliori destri alla mia destra, ci sarebbe poco di cui fidarsi." E mentre continuava ad arrovellarsi in tali elucubrazioni, si stropicciò gli occhi e si accorse che si trattava solo delle cifre illuminate di una sveglia digitale. "Le sette!" esclamò d'improvviso tirandosi su nel letto. Era sempre stato un tipo dinamico il vecchio Silvio Berlusconi. Uno che alle sei del mattino era già al lavoro per mungere le presse. Un presidente operaio. Ma anche adesso che non faceva più l'operaio, il fattore, il cantante e il partigiano, non aveva perso l'abitudine della mungitura. Fece per alzarsi e scendere giù dal letto, quando ebbe un forte senso di vertigini. Notò che i suoi piedi ciondolavano molto distanti dal pavimento. Un pavimento per niente familiare. Preso il coraggio a due mani, lo intrecciò insieme alle lenzuola per realizzare una fune, con la quale si sarebbe potuto calare giù dal letto (un trucco che aveva imparato negli anni '80, pensando che un giorno gli sarebbe tornato utile). Sceso in terrà, squadrò per bene la stanza in cui si trovava e realizzò che quella non era casa sua. Niente lettone di Putin, niente quadri dell'800, niente Jacuzzi dentro al bagno, niente mignotta dentro la Jacuzzi. Panico. "Sandrobondi! Bonaiuti! Dove siete?" cominciò ad urlare Silvio.

Q

"Non ti può sentire nessuno caro il mio presidente" disse con voce profonda il supporto per la flebo. Silvio, sbigottito, sgranò gli occhi per guardare meglio nella direzione da cui gli era parso sentire la voce, e vide proprio il supporto per la flebo. E dietro, magrissima, scorse una figura umana. "Fassino? Sei tu? – chiese allibito – Se è per quella storia delle intercettazioni tra te e Consorte che ascoltai in segreto, molto prima che le avessero i magistrati, ne approfitto per dirti subito che è tutta una balla dei giornali comunisti. Io non le ho mai ascoltate quel 24 dicembre 2005 a casa mia, seduto in poltrona, in compagnia di mio fratello Paolo. Ricordo che sorseggiavo un Chian..." "Taci, pinocchio! Non sono Fassino" lo interruppe bruscamente il losco figuro. "Chi siete e che cosa siete?" domandò allora Silvio con la voce stridula di una ragazzina spaventata. E operaia.


"Sono lo Spirito del Natale passato." "Quello dell'anno scorso? – gli domandò soppesandosi spavaldo i testicoli – L'anno della festona in Sardegna con le ragazzette porcellette e la Noemi?" "Si." "E allora cos'è quell'aria smunta? Ci siamo divertiti un casino quella sera! Non sei riuscito a rimediare neanche un culetto? Dovevi spacciarti per sottosegretario. Funziona sempre! Ah... ma forse tu... Non è che a te piacciono i maschi? Su quel versante caschi male alle mie feste. Ma ti posso dare un paio di indirizzi che mi hanno passato alcuni parlamentari." "Hai finito di sproloquiare come al solito?" tuonò lo spirito. Silvio, umilmente, disse di non avere avuto alcuna intenzione di offenderlo. Non che avesse mai avuto nulla da ridire sui gay. A patto che gli stessero sempre di fronte e ben in vista, ovviamente. Ribadendo le sue scuse, osò poi domandare allo spirito quale fosse il motivo che lo aveva fatto venire. "La tua salute!" rispose lo spirito. "Hai forse dimenticato che sei ricoverato in ospedale perché un pazzo ti ha tirato un Duomo di gesso sul muso?" In quel momento Silvio trasalì. Si portò le mani al volto e toccò le bende che gli coprivano il labbro superiore, il naso e due denti. "E vero! Ero al tesseramento della PDL, stavo stringendo mani e raccogliendo batteri dal mio popolo quando, a un certo punto, ho sentito un botto e ho capito che erano i miei denti. Ora ricordo tutto!" "Hai rischiato di morire. Lo sai vero?" "Se mi avesse preso sull'occhio?" "No. Se ti avesse preso sull'occhio adesso saresti un presidente pirata." "Sarebbe stato figo!" "Ad ogni modo, hai rischiato di morire e non per la statuetta." "No?" fece Silvio incuriosito. "E allora come avrei rischiato di morire?" "Se fosse stato un vero attentato, avrebbero potuto spararti. O peggio, saresti potuto morire cadendo dal predellino, se la macchina si fosse messa in marcia. Chi è il capo della tua scorta? Pippo della Disney?" "Veramente sarei io..." tentennò Silvio. "Ma dico io, c'è una cosa che lasci fare agli altri?" "Pagare le tasse?" ribatté prontamente lui con un sorrisetto sornione. "E poi, ma come ti è venuto in mente di uscire dall'auto e mostrare alle telecamere e alla

gente il tuo grugno sanguinante?" "Sul momento mi sembrava un'idea ganza." Poi, avvicinandosi allo spirito gli disse sottovoce "pensaci un attimo: hai visto come ovulano le ragazzine per l'attore di Twilight? In quel momento ho pensato alla prossima cena a Palazzo Grazioli. Con le mie ospiti, eccitate come anguille, mentre gli mostro il filmino dell'attentato dove ho la bocca tutta sporca di sangue come un vampiro... Cazzo, viene duro persino a me!" "Cristo santo! Sei senza speranza" esclamò irritato lo spirito. "No dai, non dire così. Perché tanto odio contro di me?" piagnucolò lui. "Ero venuto qui per farti redimere” disse. E poi gli spiegò che ciò che alimenta il clima di odio nei suoi confronti non sono altro che i suoi comportamenti, le sue dichiarazioni, i suoi processi, le leggi ad personam, il disprezzo per le istituzioni ma soprattutto il fatto che scopa come un coniglio. "Non è vero! – ribattè – io mi comporto benissimo. Sono tutte invenzioni dei giornali comunisti, stampati dai magistrati comunisti, che poi li fanno leggere ai dieci giudici su quindici della corte costituzionale comunista,


signori siciliani, delle sue richieste di aiuto per una certa minaccia di sequestro, e soprattutto del suo commiato da questi signori. Promise loro di essere a disposizione per qualunque cosa. Gli tornarono in mente anche tutti i magheggi finanziari delle sue prime imprese, i suoi compagni della P2, la nascita illegale del suo impero mediatico, i rapporti con i politici corrotti, la discesa in campo, quella nel letto e la discesa dalla quale aveva fatto rotolare giù il paese negli ultimi 15 anni. A quel punto Silvio sentì salire un brivido lungo la schiena. Non fece molta strada. Poi, buio.

perché cinque membri sono di nomina presidenziale e noi abbiamo avuto, purtroppo, gli ultimi tre presidenti comunisti, che erano invidiosi che io ho le palle, e le mie palle sono comunist..." (si portò le mani alla bocca). "Cosa?" "Lascia perdere la parte delle palle." "Vieni con me" disse allora lo spirito, porgendogli la mano. "Cos'è, mi vuoi portare in paradiso? Non ci penso neanche. Non sono pronto, ci sono tantissime cose che devo ancora avere." "Non sono la morte, deficiente. Vedi per caso qualche falce? Indosso un cappuccio? Dammi la mano che voglio solo mostrarti delle cose." Così, anche se titubante, Silvio tese una mano tremante allo spirito. Questi la prese e d'improvviso Silvio si accorse di non trovarsi più nella stanza dell'ospedale. Si guardò attorno e notò molte cose a lui familiari. Poi, la sua attenzione fu attirata da cinque uomini che si stavano salutando con baci e calorose pacche sulle spalle, parlando in un idioma incomprensibilmente pieno di 'u'. "Chi sono?" chiese Silvio allo spirito. "Non li riconosci? Uno è il tuo fido braccio destro: Marcello Dell'Utri." "Adesso che lo guardo meglio hai ragione. Ma è giovanissimo!" "Guarda adesso." In quel momento entrò un giovanissimo Silvio, vestito con un maglioncino girocollo, una camicia sotto e un pantalone jeans. Sportivo, con un sorriso fluente e una chioma smagliante, il giovane Silvio cominciò ad intrattenersi amichevolmente con i quattro amici di Marcello Dell'Utri: Stefano Bontate, Tanino Cinà, Nino Grado e Francesco Di Carlo. Alla vista di quella scena, il vecchio Silvio sbiancò. Si ricordò di quell'incontro avvenuto tanti anni prima a Milano. Si ricordò dei quattro

Silvio si svegliò tutto sudato e si accorse di essere nuovamente nel suo letto all'ospedale. Accovacciato ai piedi del letto, dormiva beato il fido Sandrobondi. "Forse è stato solo un incubo" pensò Silvio. "Sandrobondi sveglia! Sandrobondi!" cominciò a sbraitare. Ma quello niente. Dormiva di sasso. "Non ti può sentire. Gli ho dato una polpetta avvelenata" disse una voce alle sue spalle. "Oh mio dio! Di nuovo!" disse Silvio nascondendosi dietro al corpo molliccio del suo ministro alla cultura. "Chi sei, lo spirito del natale presente?" "No caro Silvio. Tu non sei neanche minimamente paragonabile al vecchio Scrooge del racconto di Dickens. Le speranze che tu ti redima sono pari a quelle che Gasparri risolva un cubo di Rubik, o che Bossi recuperi l'uso dell'altra metà del suo cervello." "Gianfranco sei tu?" "Non sono Gianfranco. E neache lui lo è."


A questo punto, Silvio gettò Sandrobondi giù dal letto e poi si tuffò sopra di lui per attutire la caduta. Rimessosi in piedi, si diresse svelto verso la porta ma la maniglia era fuori dal suo limitato spazio aereo. Pensò che doveva trattarsi di un ospedale pubblico costruito coi soldi dei comunisti. Ma non c'era tempo per un discorso ufficiale. La voce era ancora lì e la sentiva sogghignare nell'oscurità. "E va bene. Cosa vuoi: Soldi? Un appalto? Una legge? Un ministero?" disse con tono autoritario, decidendo di rischiare il tutto per tutto. "Mettiamoci d'accordo". "Non voglio niente da te, patetica parodia di un dittatore". "Ma si può sapere chi sei e cosa vuoi allora?" "Sono lo spirito della Costituzione Italiana. E voglio farti un culo così." "Non puoi! Io sono stato eletto democraticamente." "Si vede che non hai letto gli ultimi sondaggi. Danno il mio piede affondato nel tuo culo al 75%. Sei spacciato." A quelle inquietanti parole, Silvio cominciò ad urlare e a dimenarsi in terra. "Noo, non è possibile!" urlava e si strappava i capelli finti. Lo spirito, divertito, rideva di gusto e la sua risata entrò in risonanza con i gemiti del povero cristo in un lamento grottesco e straziante. "Solo l'amore salva, solo l'amore salva, solo l'amore salva" ripeteva adesso, accovacciato, ondeggiando freneticamente. "Solo l'amore salva, solo l'amore salva, solo l'amore sal..." "Silvio! Silvio" disse Bonaiuti scuotendolo con vigore. "Silvio, tutto bene?" "Oh, ma... Paolo. Sei davvero tu Paolo?"

chiese riaprendo gli occhi. "Silvio, sono io. E' tutto a posto. Devi avere fatto un brutto sogno" disse Bonaiuti stringendolo forte a sé come una mamma farebbe con il proprio idraulico. "Paolo, meno male che sei tu. Sapessi che brutto sogno che ho fatto" e così cominciò a raccontare tutto al suo portavoce. Dopo averlo ascoltato con attenzione, Banaiuti lo rassicurò "stai tranquillo, si è trattato solo di un brutto sogno. Non esistono gli spiriti della Costituzione, schiocchino." Sentendo quelle parole, Silvio tirò un grosso respiro di sollievo. Più tardi gli furono portati i giornali e vide con piacere che Bonaiuti aveva ragione. Tutto procedeva per il meglio, anzi, grazie allo spiacevole incidente occorsogli, i suoi erano riusciti a far distogliere l'attenzione da tutte quelle brutte cose che ultimamente gli avevano fatto rischiare di perdere la fiducia della gente. E mentre faceva colazione con il consueto caffè, cornetto e pompino, Silvio pensò a quanto tutto fosse molto più buono del solito. Merito dell'ex confratello Cicchitto? In effetti leggendo dei duri attacchi del piduista, contro Santoro, Travaglio, e Repubblica non poteva che ritenersi soddisfatto. E anche il pompino non era male. Da quel giorno, Silvio chiese a Bonaiuti di restare con lui la notte. Con una lampadina accesa. E così facendo con gli spiriti non ebbe più a che fare; ma si rifece con gli italiani. E di lui fu sempre detto che non c'era uomo al mondo che sapesse così bene governare il paese.

G.



Pietro Errante 1)Devo andare ad un corso di taglio e cucito; 2) Sono occupato ad accarezzare Minzolini; 3) Mi spiace ma quel giorno sarò a Brescia per inaugurare un monumento ad Attila; 4) Per quella data ho il varo delle nuove escort; 5) Sono molto occupato a convincere i miei conoscenti mafiosi a non considerarmi un loro conoscente 6) Nel periodo pasquale non posso: mi sento sempre morire e poi resuscitare; 7) Devo andare a New York a farmi installare un sistema fotovoltaico sullo scroto; 8) Devo ricevere un attestato dall'azienda che produce il Viagra; 9) Mi spiace, devo ricamare il lenzuolo del lettone di Putin; 10) A primavera sarò impegnato a placare i desideri erotici di Bondi; 11) A Natale no: sarò, come ogni anno, in una stalla con un bue e un asinello; 12) Di domenica gioca il Milan, ecchecazzo; 13) In quei giorni sono in visita in un qualche strano paese dell'est ad elogiarne il dittatore;

14) Sarò occupato ad inventarmi una bella barzelletta su un negro che fa sesso con un troia crucca per il prossimo incontro con Obama e la Merkel; 15) Marzo lo passerò a soffiare sui denti di leone; 16) quest’estate devo andare in tournee con i Daft Punk; 17) mercoledì devo portare Gasparri a tagliare il pelo; 18) non posso, devo scopare con una troia; 19) come faccio a trovare il tempo per queste cose quando al cinema danno Cado dalle nubi?: 20) verrei volentieri in tribunale ma, vedete, in realtà io non esisto. Non l’avete mai notato? Ma come, non vedete che sono un fantasma? Ora questo fantasma parlerà con questa signore mafiosoanch'esso fantasma e tutto sarà una questione privata di noi fantasmi. Ci penserà un giudice fantasma a processarmi.


Tabagista Vi prego, non voglio più odiare. Oppure potrei incanalare l' odio su bersagli precisi, mi darò all' odio socialmente accettato. Ho visto le lapidazioni in Iran, palestinesi sfigurati dal fosforo bianco e la foto di Cucchi. Sono rimasto indifferente. Perchè godo alla vista di un vecchio potente con il viso tumefatto? La camicia è zuppa di sangue, come una sindone. Non voglio odiare, lo ripeto come un mantra. Il trucco è essere insensibili. L' odio politico nella stazione di Bologna è un arancia con le lancette ferme. Volontari si sottopongono al trattamento. E' il Tg1 delle 20. Milioni di persone con gli occhi spalancati, in successione passano immagini di attentati a dei politici. Il movimento della testa di JFK è ipnotico visto al rallentatore più volte. Il frutto dell' odio politico, della delegittimazione dell' avversario, dietrologie e complotti. La nona sinfonia di Beethoven. Voglio ancora violenza. So che rimarrò impassibile. E' inverno. Siamo dentro un modellino dell' Italia. Scuotilo. Come neve cadono pastiglie, le pastiglie attenuano l' odio. Milioni di cittadini con la bocca spalancata non vogliono più odiare. Sedati, sorridiamo, condizione accettabile. L' odio non esiste più, cittadini in fila per cure farmacologiche, iniezioni nei bulbi oculari. Le riforme condivise dell' inconscio, chip emozionali per gli emisferi, bicamerale dei sentimenti. Uccidilo. E l' Italia sarà liberata. Diventerai un eroe. E' colpa delle situazioni in cui ti vieni a trovare.

Fatalismo situazionale. Magari sventano l' attentato e tu uccidi il pappone di una minorenne. Diventerai un eroe. Sei un eroe. Sarebbe ironico se comprassi l' arma del delitto su mediashopping. Chiediti da quanto non scopi. Ora scuoti nuovamente il modellino, ecco la pace tra politici e procure. Come neve cadono coriandoli di avvisi di garanzia. Eri tu a scuotere il modellino dall' interno, da un palazzo alto 50 piani. Stai cadendo. 'Fino a qui, tutto bene. Il problema non sarà la caduta, ma l'atterraggio'.


Un'esperienza coinvolgente che vi farà svestire i panni di un plurimiliardario con la faccia da bravo ragazzo e la passione per le buche impossibili. Sdoganando tutti quegli stereotipi razzisti che tanto danno fiducia al vostro esser bianco. Smettetela di menare quelle finte mazze e arruolatevi nei marines, Dio si arrapa coi marines” Sergente Maggiore Hartman “Questo gioco non contiene messaggi subliminali, ocmrpate i nsorti porodttoi” General Manager EA Sports “Ho dovuto chiudere i set per un mese perché le mie attrici erano impegnate con questo videogioco” Rocco Siffredi “Uomini della Padania, questi bingo bonghi col cazzo lungo vogliono scoparci le mogli, le nostre donne! “ Matteo Salvini “Mamma non è un porno, è il nuovo titolo golfistico della EA Sports” Videogiocatore tipo mentre si giustifica con sua madre “Un gioco fantasy nel quale Woods fa cose irreali con creature mitologiche provviste di rigonfiamenti sul petto” Tipico giocatore di Dungeons & Dragons Cani e Porci Jonathan Grass


solo Maria rimane incinta ma Dio le impone anche di rimanere vergine! Immaginate la goia di Guseppe: "Un figlio da Dio a pochi mesi dal matrimonio, proprio prima di partire per il censimento e poi vergine per tutta la vita? Oh oh oh, bene, benissimo. Brava Maria, brava. Ma ora devo tornare al lavoro." "Torni già alla falegnameria?" "Mi rimangono ancora un paio di croci da rifinire."

Sta per arrivare il Natale. Anche se non ci crederete adoro l'atmosfera natalizia: l'albero di plastica ricavato dal fegato di panda, il presepe a luci rosse... e il nonno, quest'anno, che non vede l'ora di vestirsi da Babbo Natalì. Il Natale, come sapranno tutti coloro che non leggono Cosmopolitan, rappresenta la nascita di Gesù, il figlio di Dio sceso in terra per liberarci dal male, dai peccati e, soprattutto, dalla circoncisione. Gesù, sì, l'essere perfetto e senza macchie. Be', tranne quelle che l'Arcangelo Gabriele non è riuscito a scrostare dalle lenzuola. Se penso al Natale mi vengono in mente tante cose ma una più di tutte: il culo. Penso sempre a qualche culo, a prescindere dalla stagione. La seconda cosa che mi viene in mente pensando al Natale, invece, è che se a sangue rappreso e placenta si somma una notte d'alito di asini e buoi la mia conclusione è che Gesù doveva puzzare da far schifo, per essere un salvatore dell'umanità. Penso sempre a questo ogni volta che boicotto un presepe. Sì, nonostante il periodo natalizio sia sempre un periodo denso d'impegni per me quali visitare parenti, acquistare regali o lanciare razzi Kassam verso Israele, boicotto presepi sostituendo a San Giuseppe il panettiere, il Re Magio di colore o il cammello. Per fare più felice la Madonna. A volte metto anche una pecora al posto della Madonna. Sì, per fare più felice San Giuseppe. San Giuseppe. Ehi, non mi guardate così: con una pecora almeno può consumare. Perchè è questo che non capisco della famiglia Gesù: Giuseppe, dopo una vita in cerca di un buco dove vivere, trova una minorenne che ci sta e qualche mese prima del matrimonio arriva Dio e... zac, feconda Maria! E non finisce qui: non

Per carità, non biasimo Dio o San Giuseppe: tutti vorremmo farci una minorenne ma è per questo che esistono certe leggi. Ok, mi avete beccato, questa l'ho sentita da Luttazzi. Dunque non saprei chi possa averla scritta. No, lo so, così non va: è Natale, non si può essere blasfemi, è vero. Specie mia madre, non sopporta quello che scrivo. Soprattutto sulla religione: Luttazzi non si tocca. E anche riguardo al presepe non è molto d'accordo con quello che penso.


Ricordo ancora la faccia che fece il giorno in cui, per la prima volta, misi la lettiera del gatto sotto la stalla: mi colpì così tanto che dovetti subito correre nella mia stanza per masturbarmi. L'anno scorso regalai a mia madre un cero a forma di Giovanni Paolo II: un mezzobusto artigianale, colorato a mano. Il regalo più bello della storia, per me. Posso assicurare che non esistono soddisfazioni più grandi, nella vita, del vedere la propria mammina dare fuoco a un Papa nella notte della Vigilia. E va bene, scopriamo le carte: odio il Natale, dal profondo del mio cuore. E questo non ha nulla a che vedere con il mio ateismo: ho scelto di non credere in Dio per motivi opportunistici. Sì, non credo in Dio per convenienza: ho già bestemmiato troppe volte per sperare nel contrario. Per non parlare del Capodanno. Ne passai uno orribile, dodici mesi fa: i miei genitori diedero una festa ristretta con i parenti più intimi e, non essendo stato invitato, trascorsi l'ultima notte

dell'anno da solo mischiando birra analcolica agli psicofarmaci del mio gatto tentando disperatamente di masturbarmi davanti al televisore. Manovra che si realizza con pericolosa difficoltà quando trasmettono Napolitano a reti unificate. A proposito, speriamo che Napolitano, per questo messaggio di fine anno, dopo aver parlato di famiglie, lavoro e fisting, esorti i giovani a tirarsi su quei dannati pantaloni. O che assuma un battutista decente. Confido molto in questo 2010. Il 2009 mi ha rotto il cazzo già da un paio d'anni, ormai. Buon Natalì a tutti, stronzi!





Esco per comprare i regali. Mi ritrovo avvolto dalla nebbia, fa un freddo dannato e tutti i contorni sono confusi, ma davanti a me si erge una muraglia di decorazioni natalizie luminose visibili dallo spazio. Le luci di natale sono tutte uguali: fiocco di neve, slitta, angeli... potresti essere ovunque. Tranne che a Betlemme 2000 anni fa. Entro dentro, conscio di stare per finanziare una multinazionale francese, e lo schema si ripete: fiocco di neve, slitta, CEO che si frega le mani. Una gigantografia di Babbo Natale attrae una fila di bambini. Ho sempre odiato Babbo Natale: passa un anno intero in Lapponia a grattarsi, impegnato solo in qualche gara di triathlon finnico consistente in 10 km di sci di fondo, 50 di rally e due pagine di dettato col T9; finchè la settimana prima di Natale scopre come una cicala in ipotermia che si ritroverà oberato di lavoro e senza speranza. Assume allora in nero 3000 bambini pakistani che dovranno leggere le lettere e impacchettare il dovuto, dopo aver trattato con il sindacato delle renne gli adeguamenti retributivi per l'anno in essere. Schifato al pensiero delle renne della cisl che si vendono al padrone, mi avvicino al reparto libri, dominato da una colonna di "Donne di Cuori". Di fianco trovo la sezione best seller, vero feudo di Oriana Fallaci.

Oriana sembra fissarmi. Cazzo, mi fissa sul serio, con sdegno e da ognuna delle sue copertine. Mi discosto ma gli sguardi mi seguono, finché non ne posso più e batto in ritirata strategica. Torno dopo pochi minuti agghindato con una kefia e un sombrero, tenendo tra le mie mani inguantate di ciniglia viola un dvd di sabina guzzanti e una copia del corano. Le fisso tutte, una per volta in segno di sfida, e in una frazione di secondo le decine di Oriane assumono espressioni sanguinarie, lo scaffale comincia a vibrare e la temperatura delle mensole raggiunge i 451° Fahrenheit avvolgendo tra le fiamme una ragazza attardatasi a sbirciare un libro di Moccia. Attaccherò un lucchetto sulla sua lapide. Tento di mettermi in salvo: il rogo ha quasi raggiunto il banco degli oli. Mi lancio oltre il metal detector ma un prode dipendente cerca di placcarmi, perchè ho ancora addosso i guanti di ciniglia. Prontamente li sfilo in volo e glieli lancio, fermando la sua corsa. Rotolare fuori dal portone mentre là dentro tutto esplode, portando con sè anche lo sguardo fiero dell'operatore all'ingresso, come uno schiavo sepolto col suo faraone. Quando mi rialzo è tutto buio, ho un grosso bozzo sulla fronte e sento la voce di Lady Gaga che mi parla dalla radio. Ma sono sul pavimento della mia stanza. Devo essere svenuto mentre leccavo il

retro di un francobollo che celebrava l'annuale progetto del WWF "Salviamo i Rospi". Mi rialzo e sulla mia scrivania c'è la lettera che intendevo spedire a Babbo Natale per dirgli quanto lo disprezzo, e che ore fa stavo per affrancare. Forse tutto questo ha un senso, forse Babbo Natale non è poi quel vecchio mostro che la Pepsi ci ha insegnato a temere. Decido di riporre la lettera minatoria nel cassetto con le altre, tutte quelle mai inviate alla mia amata Michelle Hunziker. Non che io abbia paura della legge, tutt'altro. Solo, il mio è stalking platonico. Jonathan Grass




COPENHAGEN Era una notte buia e tempestosa. Il mio contatto era un buffo ragazzo col nasone e gli occhialoni da aviatore, con uno strano copricapo in testa. Un tipo a posto, comunque. Mi diede una lettera che recava tracce di morsi, nella quale mi si diceva che il prossimo lavoro mi sarebbe stato assegnato nel supermercato più triste della città. Era talmente triste che i sofficini Findus avevano le labbra girate al contrario. Era una notte buia e tempestosa. Il supermercato era aperto, erano le nove del mattino e l'alba era di là da venire. Mentre gigioneggio tra lo scaffale delle salsicce e le riviste porno (non è vero, ma pare che evocare la parola "porno" evochi grasse risate, e non sono al di sopra di certi mezzucci), noto un bimbo che stringe una copertina e si succhia il pollice. Lo guardo meglio e ha la barba. Sono interdetto, e lui tira una bestemmia: “sono Ste” ”cazzo che travestimento” ”Volpe te mandamo a Copenaghe per il vertice” ”Davvero?” ”No. Non ciavemo soldi. ma tu vacce lo stesso se riesci, senno inventa qualche cazzata” DOMENICA Arrivare a Copenhagen mi ha creato qualche problema, anche perché facendo la costa non c'erano cadaveri di immigrati naufraghi da bruciare per scaldarmi. Per il vertice hanno sospeso Schengen, così per entrare ho dovuto corrompere un poliziotto musulmano con qualche vignetta sul Papa, ritagliate da vecchi numeri del Bile. Ci ha già preparato le magliette da mandare a Gheddafi. LUNEDÌ Alla conferenza partecipano in 15'000, il che spiega quante probabilità ci siano di trovare un accordo: quante ne ha Bush di essere processato per crimini di guerra. Intanto hanno impiegato tutta la giornata per accordarsi sui posti: l'Iran voleva per vicino il Venezuela, gli USA volevano sedersi in ultimo banco e tutti volevano stare lontani dal bambino saputello Al Gore. Oltretutto, le sale sono attrezzate per 15'000 persone, ma il comitato organizzatore ne ha invitate 25'000. Il che garantisce diecimila persone incazzate urlanti ogni giorno. Poi ci si sorprende che ne abbiano arrestate centinaia. Il giorno della conferenza, la

direttrice dell'organizzazione si è licenziata. Qualcuno l'ha vista fuggire su un taxi elettrico mostrando a tutti il dito medio. MERCOLEDÌ Il problema principale della conferenza è che non è previsto alcun accordo politico vincolante, al contrario di quanto avvenne con Kyoto, di cui oggi sono infatti tutti pentiti. Un estremo tentativo di costringere a un documento politico è venuto dagli stati-isola, come Tuvalu, le isole Cook, Sao Tome e l'isola di Fantaman. A questi stati fottesega di mangiare a sbafo due settimane senza concludere un cazzo come si fa di solito - dato che stanno tutti sprofondando nell'oceano e hanno dovuto assumere uno che aggiorni il livello del mare in tempo reale. La richiesta è stata bocciata su invito di Oman, Cina e India – su internet il titolo del gruppo facebook è passato da “conferenza sul clima a Copenhagen”a “forza oceano pacifico”. VENERDÌ I danesi sono pazzi. Hanno dato i nomi di due danesi famosi (uh?), Tycho Brahe (maschio – sfido chiunque a sapere chi sia) e Karen Blixen (femmina) alle sale 1 e 2, ma poiché la sala 1 è quella "maschio" è vietato a chiunque di chiamare le sale 1 e 2 (vecchia nominazione) per non fare discriminazione sessuale. DOMENICA Dopo essere stato una settimana a cercare Obama e i vari presidenti pensando a cosa poter loro tirare in faccia considerato che: a) non porto scarpe; b) non ho soldi per comprare abbastanza souvenir della sirenetta per colpire tutti quelli che mi stanno sulle palle (sì, sono un essere sgradevole e pieno di risentimento, ma vivo in un paese in cui vedo il sole 30 giorni l'anno – e sono i 30 giorni in cui vado in Italia) ho scoperto che i capi di stato cominciano ad arrivare solo domani. Ho così potuto vedere in tv il discorso di Obama alla conferenza del Nobel a Oslo, in cui ha detto che la guerra è pace e quindi ha giustamente vinto il Nobel. A parte il mal di testa orwelliano che tale frase mi ha procurato, se avesse ragione allora ha rubato il Nobel a Bush. LUNEDÌ Il gruppo dei 77, guidato dalla Cina (comprende in realtà 130 stati, fra cui tutta l'Africa e l'Emisfero Meridionale eccetto Australia e


Nuova Zelanda e qualche isola-fottesega di cui sopra) si è arrabbiato di brutto oggi. Non vogliono un accordo vincolante sulle emissioni, solo un sacco di soldi dai paesi ricchi, che paghino le “colpe ambientali”fornendo loro moneta sonante per riparare i danni del riscaldamento globale causato dalle emissioni dei “grandi”. Le offerte di denaro occidentali sono sembrate solo ridicola elemosina davanti all'esigenza di avere fondi molto più ingenti da deviare sugli armamenti o nei loro portafogli. MERCOLEDÌ Polemiche ha destato l'intervento di Al Gore, su uno studio commissionato a una delle tre grandi istituzioni di studi climatici norvegesi, il Polar Institutt di Tromso. Tra il Polar e gli altri due, il Bjerknes e il Nansen (entrambi di Bergen), c'è lo stesso rapporto che c'è fra Juve, Milan e Inter. Il Polar è accusato di non avere citato opere fondamentali degli scienziati degli altri due istituti e di non averne voluti a collaborare al rapporto. Il dibattito riguarda dubbi di primaria importanza: il livello delle acque salirà di 1 metro più o meno un cazzo? negli ultimi trent'anni l'estensione della calotta polare artica in estate è calata del 30% o del 40%? La risposta è “chi se ne incula”, perché è comunque abbastanza per cancellare Venezia.

VENERDÌ Obama è arrivato, ha detto "istituiamo un organismo internazionale indipendente per controllare che i paesi rispettino i cosi, i limiti, quelle cose lì insomma". Risultato: la Cina se ne è andata. Per ora. VENERDÌ NOTTE Sono tecnicamente le cinque del mattino di sabato, non si è ancora capito se la conferenza è finita. Pare che Obama, con Cina, Brasile, India e Sudafrica abbia trovato un accordo “privato”che sarà sottoposto agli altri 200 stati che magari non lo firmeranno neppure. Ma che importanza ha? Non ho neanche voglia di leggermi le cifre, dato che qualsiasi stronzata detta viene annientata da una sola certezza fondamentale: nessun valore legale vincolante per alcuna decisione presa. Il che significa che il protocollo di Kyoto decadrà e nel 2013 anche gli stati che l'avevano firmato saranno liberi di inquinare quanto vogliono. Mentre la neve cade su tutta Europa giusto per prenderci in giro in massa. Dopo che l'hanno fatto tutti i politici del nostro pianeta. (E non chiedetemi di parlare delle puttane che la davano gratis.)


DEN LILLE PIGE MED

SVOVLSTIKKERNE GASPARE BITETTO

Maria Vikernes, passata alla storia come La Piccola Fiammiferaia, o come L’Incendiaria di Capodanno, nacque a Bergen, in Norvegia, nella prima metà del diciannovesimo secolo, per poi trasferirsi, assieme alla madre, Anna, e al padre, Varg, in un piccolo villaggio a nord della Danimarca. Affetta fin dalla più tenera età da fortissime crisi depressive e da gravi disordini della personalità, Maria è stata sempre ritenuta un soggetto borderline e, per questo, ignorata, discriminata ed additata da tutti come una persona pericolosa per se stessa e per gli altri. Espulsa da scuola per via di alcuni comportamenti che il Preside bollò come “criminosi”, Maria trascorse per strada diversi anni della sua infanzia, commerciando in fiammiferi per conto del padre, piccolo imprenditore del ramo, noto alcolista, violento e manesco, accanito fumatore e simpatizzante dell’ordine dei Levfebriani. In quel periodo, la piccola fu costretta a subire angherie indicibili, con turni di lavoro simili a quelli di un immigrato clandestino, durante i quali, spesso, era obbligata a camminare scalza sulla neve, con pochi stracci addosso, ed una pesante sacca di prosperi e zolfanelli sulla schiena. Lontana da ogni forma di affetto, Maria accumulò per lungo tempo, in silenzio, odio e rancore nei confronti dei genitori e degli abitanti del villaggio, tra i quali, in particolare, alcuni membri di una bizzarra setta religiosa che, dopo aver tentato più volte di esorcizzarla, ripiegò su una semplice azione burocratica di scomunica, ammettendo la maggiore funzionalità del potere giuridico rispetto a quello prettamente spirituale. Il tutto avvenne nel più totale riserbo e non suscitò alcun clamore tra la gente. Il caso Vikernes, però, divenne di dominio pubblico quando la piccola, a 12 anni, si rese protagonista del terribile massacro di capodanno, in cui rimasero uccise oltre 160 persone, tra uomini, donne, vecchi e bambini.

Le ricostruzioni di quanto accaduto sono frammentarie e, in alcuni casi, contraddittorie. Sulla versione ufficiale dei fatti, ancora oggi, continua ad aleggiare una densa coltre di mistero, alimentata da detrattori e dubbiosi che ritengono impossibile ricondurre gli avvenimenti di quel giorno all’operato di una singola bambina, proponendo teorie alternative che coinvolgerebbero da un lato la CIA, dall’altro Al Qaeda e, in alcuni casi, gli alieni. È importante sottolineare che, in merito al caso, l’unica prova di colpevolezza nei confronti della piccola Maria è da ricondursi alla delirante e sibillina rivendicazione autografa, rinvenuta. alcuni giorni dopo la strage, vicino alle macerie della chiesa di San Giorgio, nella piazza principale del villaggio. Il messaggio, scritto in un linguaggio ibrido, composto da almeno cinque o sei influenze dialettali norrene diverse, non mancò di destare sconcerto: “Inizierei kon 1a delle mie solite frasi, ma mi dv sfogare... ...nn ne posso + dei pregiudizi, delle kazzate ke ti fanno stare di merda e tutto! kazzo sn emo? saranno kazzi miei... ho problemi kon le multinazionali??? ma saranno anke kazzi miei o no? ma ke siamo tornati alla silo? A skuola erano meglio di voi... ...ok forse 1 po' borghesotti e falsi... ...1 po' tanto, lo ammetto... ...ma sempre meglio di voi... ...kazzo sn emo ma askolto hard-pop e rap italiano? bè kazzi miei, sn emo? bè kazzi miei e stra miei! amo la musika, qualsiasi tipo. askolto di tutto dal rep al pop dal jz al r&b, alla klassika alla kountry (si skrive kosì???) kazzo askolto fibra ma anke pavarotti askolto i lost ma anke i mcr kazzo sul mio mp3 c'è di tutto hause, metal, emocore, punk, rock, pop... di tutto trovi qualsiasi genere, kompreso l'acid-punk (ke nn konosce nex) e il metal emokore (pure questo nn lo konosce nex) ma a voi ke ve ne fotte minkia +tosto ke essere figlia di papino o pekorella truzza ke vive x seguire 1a moda stupida!”*


Le ultime parole della Piccola Fiammiferaia divennero, in breve tempo, oggetto di studio da parte di un gran numero di linguisti, psicologi e sociologi, tra i quali si ricordano, in particolare, Eric Harris, Dylan Klebold e Cho Seung-Hui. Quest’ultimo ebbe modo di fregiarsi del titolo di Helter Skelter al concorso per la miglior traduzione del testo, conquistando il premio della critica per il miglior adattamento e stracciando gli avversari di un paio di lunghezze (qualunque cosa significhi lunghezza, quando si parla di traduzioni): “È giunto il momento di porre fine a tutto questo. Pensate che fosse davvero mia intenzione arrivare a questo punto? Io non volevo. Non volevo. Siete stati voi a vandalizzare il mio cuore, a violentare la mia anima, ad infuocare la mia coscienza. Pensavate di distruggere la vita di una patetica bimbetta? E invece eccomi qui a difendere le future generazioni di deboli e indifesi. Il fuoco vi purificherà, il fuoco sarà la lezione che dovrete imparare. Il fuoco vi renderà liberi, il fuoco mi renderà libera, da voi che avete infierito su di me, e da voi che non avete mosso un dito per impedirlo” Maria accese il primo dei suoi fiammiferi alle 22.41, appiccando il fuoco nel giardino di padre Kurtz, il parroco del villaggio. Correndo lungo il sentiero, col favore del vento, in poco più di venti minuti riuscì a dare alle fiamme circa trenta abitazioni, due magazzini ed una decina di attività commerciali. Alle 23.38 le fiamme avevano iniziato a bruciare in maniera incontrollabile, e decine di case, tutte uguali fra loro, bruciavano dello stesso fuoco, liberando in cielo la stessa, identica, nuvola di fumo, uccidendo persone tutte uguali, appartenenti a famiglie tutte uguali. Quando la Piccola Fiammiferaia, per godersi meglio lo spettacolo, finì di arrampicarsi in cima alla collina che costeggiava il villaggio, le fiamme avevano già inghiottito l’intero centro abitato, iniziando a spostarsi verso le campagne, tra le urla di terrore dei sopravvissuti ed il rumore delle sirene dei primi soccorsi. L’evento entrò nel Guinness dei primati come il più grande omicidio di massa mai compiuto da una sola persona, perlopiù disarmata.

Da quel giorno, Maria scomparve, e di lei si perse ogni traccia. Mica male per una ragazzina di 12 anni. * sentiti ringraziamenti a nonciclopedia per aver conservato intatto il documento originale.

Tutti sappiamo che il vero politico, come il supereroe, non va mai in vacanza. Per loro quale occasione migliore di lavorare delle feste, quando mezza Italia è in coda per vedere il cinepanettoncino senza uvetta Natale al Verde, e l'altra metà è già dentro a riempirsi la pancia delle risate degli altri... insomma con quel che può. Ed eccoli li i nostri santaclausisti uomini di stato, che a porte chiuse, stando attenti a non farsi vedere (eh si, c'è una tradizione da rispettare) preparano, tagliano, incartano, infiocchettano, dedicano e ci fanno i loro Pacchi di Natale, come li chiamano anche loro fra di loro, dato che parlare di "regali" in quel caso rischierebbe di sembrare autoreferenziale. Pacco N°1 - Grossa dimensione, tipo armadio a due ante Ikea, uno di quelli che ti fanno brillare gli occhi quando lo vedi, salvo scoprire che si tratta del solito paio di calzini ben cammuffati. "Facebook è peggio degli anni '70, con tutte quelle bacheche simboli di sedizione universitaria, che da sempre sono il terreno in cui si semina l'odio e si raccolgono poi i gruppi rock che si drogano e venerano Bafometto. Se ne deduce che il governo dello Stato dell'Ordine non debba transigere e lo stesso io, istituzione che non sono altro, promulgherò una legge ad personas per epurare quel postribolo alla radice. Cominciando da un nome che mi trova più incline: Falsebook. A Renato Schifani piace questo elemento. Pacco N°2 -Involucro morbido, al tatto se ne deduce si tratti del solito maglione per l'inverno dell'anno dopo, salvo scoprire poi quando ci si trova una cosa morbida fra le mani ci si può anche sbagliare. La carta da regalo è verde, e dentro vi si trova un videogioco. I contenuti sono sconsigliati ai buoni di spirito e a chi soffre di intelligenza. Adatto ai giocatori dai 5 ai 5 anni, si tratta dell'ennesimo prodotto di una nota casa di produzione, sempre attenta a cogliere l'angolo ottuso delle cose, in maniera da farvi vivere un'autentica esperienza di razzismo reale e interattiv. No, non è NBA Live '10, e nemmeno l'ultima fatica di Tiger Woods, ma il fenomenale "Lancia un uomo al clandestino!" Si tratta di usare i corpi dei clandesitini conservati in acqua salata per far affondare le barhe di quelli che stanno arrivando. Quando la politica tira fuori la pelle. -Questo è il gioco che avessi voluto inventare io. "Renzo Bossi" Per tutti gli italiani, compresi quelli delle regioni in via di sviluppo. Un gioco di Roberto "Caldo" Calderoli. Pacco n°3 - Confezione a forma oblunga. Di primo acchito potrebbe sembrare una cravatta. Quando l'avrete aperto scoprirete che sta molto bene sul nero. Consigliato ai bambini. "Mai come quest'anno sento arrivare il Natale con la sua splendida atmosfera. Scontri di piazza, tenute antisommossa, attentati anarchici, folli presidenticidi feticistici, stampa bastarda. Questo è il clima del Natale che è capace di scaldarti il cuore. O farti sanguinare il naso. E chi sono i più sensibili a quest'aria magica... grandguignolesca...? Ma ovviamente i bambini, che con quei capelli di giovane orbace un giorno diventeranno il frustino su cui scalpiterà l'Italia. Per loro ho pensato a un manganello che funziona anche come pistola all'olio di ricino, per eventualui problemi gastroenterici. Perchè anche i bambini hanno i diritti. E regredire è un diritto. Firmato Il Vostro Patrigno Natale Pizzuto, Ignazio




Cosa c'è di meglio di un anno di merda annunciato da Paolo Fox? Un anno di merda annunciato da ScaricaBile.

Il 2010 comincerà con una delusione d'amore: sorprenderete il partner in un momento molto intimo con un koala. Lui cercherà convincervi che quella cosa lunga che l'animale ha in bocca è bambù. Evitate di credergli. Se siete gay, troverete l'amore ma girate a largo dall'Italia, prima che vi rendano illegali per legge. Per voi il 2010 terminerà a marzo, non lo so perché.

Mercurio picchia sua moglie ogni notte. Andromeda si lamenta ma aspetta che sia Pegaso a picchiare il marito violento, così la questione passa al Tar di Giunone che deve decidere entro giugno altrimenti tutto va in prescrizione e c'è il rischio che Mercurio poi si vendichi uccidendo Sailor Moon. Questo per dire che non ho mai conosciuto nessuno del Toro, quindi chissene.

Una volta ho conosciuto una dei gemelli ed era grassa e puzzolente. Non credo sia un problema comune a tutti/e quelli/e del segno ma per sicurezza il consiglio per il 2010 è semplice: prendetevi cura di voi stessi. Lavatevi, dimagrite e smettete di scrivere per Il Foglio.

Che volete che vi dica? Il vostro segno zodiacale è l'unico che ha lo stesso nome di una malattia mortale. Avete poche speranze. Il 2010 sarà denso d'arrancamenti, attacchi di diarrea, divertenti malattie veneree, pruriti al pube nei momenti più drammatici/imbarazzanti, cani lupo pronti a cagare proprio sotto la suola delle vostre scarpe. Ma tranquilli: pare che il 2010 durerà solo 12 mesi. Buon anno, soprattutto a Pietro Errante.

Argh! Ruaaaaarghh! Arghuarghrgh! Uaaaaaaargh! La vostra criniera è pregiata e la gente cerca d'uccidervi per accontentare le loro mogli prostitute che vogliono sentirsi leonesse. Attenzione: quest'anno, a marzo, la savana voterà per confermarvi o meno come il re della suddetta. (Questa faceva cagare.) Qualche tensione tra amici. Non fate i matti e salutatemi Pumbaa e Timon.

Perderete la vostra verginità su di una ruspa lungo la senna con Curzio Maltese. Poi dormirete tutta la notte e al risveglio non lo troverete più. Vi recarete al bagno dove sullo


specchio, scritto con un rossetto rosso, troverete la trascrizione greca di un editoriale domenicale di Scalfari. Assalite dal panico, diventerete zebre.

Primi mesi di stress e stanchezza, accusate il Capricorno che entra nella casa della Venere e gli caga sul tappeto. Inoltre c'è il mutuo da pagare e Zeus ultimamente sta arrotando i fulmini. Da maggio in poi tutto a posto. A parte il fatto che – come tutti – potete morire in qualsiasi momento. Eh. Questo noi non possiamo saperlo. Affinità con i giaguari introversi.

Anche i astrologi si stancano a dir stronzate. Per farlo dovete solo mandarmi un assegno con tanti zero all'indirizzo che vi ho scritto in bagno.

Amore: c'avete le corna. Fate gola ai cacciatori d'avorio. State attenti. Salute: cagherete uno stronzo incredibilmente somigliante ad Alfonso Signorini di profilo.

Se non sapete nuotare è ora di cambiare segno zodiacale. Ottimo anno per i sub.

Da febbraio in poi i nati in scorpione acquisiranno misteriosamente la capacità di volare. Li vedremo sfrecciare dai tetti e bucare le nuvole pisciandoci in testa. I più valorosi di loro si uniranno in una task force di parasuperoi e faranno di tutto per debellare il crimine. La cosa curiosa è che questo dono durerà pochi mesi e verso ottobre tutti gli scorpione ricadranno a terra come peri. Però non vi dico la data in cui finisce il volo. Sarà spassosissimo. Consiglio: compratevi un paracadute.

Ehi, cos'è quel grugno? Che c'è che non va? Il mondo va male, siete insoddisfatti? Da oggi potete cambiare segno zodiacale e vivere felici. Ad esempio potete diventare dei pesci. Nessuno parla mai male del segno pesci perché è l'ultimo della lista e lo si spara a caso.

“Che c'è frega de Giòpesci noi c'avemo Checco Zalone!” direbbe lo stupido (Aldo Grasso). Ma non basta: Joe è talmente immenso da essere entrato ad honorem nello zodiaco. In questo momento è nella casa della Vergine, che già non è più tale. Lo sapevate che nella costellazione della vergine ci sono parecchi buchi neri? E che prima o poi ci risucchieranno tutti? A partire da voi, pesci cazzoni.


Silvio Crucis

ScaricaBile è lieta di sollazzare le vostre feste con la SILVIO CRUCIS. Una pregiata opera realizzata dalle sapienti mani di antichi artigiani della matita come Natangelo e il dott. Boscarol. Didascalie a cura di G. e una bottiglia di Nero d'Avola. Layout di Ste. Creative Commons by Vangelo©

So cosa state pensando: a ScaricaBile sono così tonti e ignoranti che non sanno che la via crucis si fa a Pasqua. Che volete che vi dica. Mettete delle uova di cioccolato sotto l'albero e non rompete. Silvio ci ha insegnato a fare quello che ci pare quando ci pare. Siamo il popolo della libertà. E poi: da quando è richiesta tutta questa precisione sui fatti raccontati dal Vangelo?


I- Le accuse della moglie e lo scandalo delle escort: Silvio viene sbattuto in prima pagina sui giornali di tutto il mondo. Si vede dinanzi ai chierici percosso, dichiarato da essi reo di porcellositĂ . Vede il popolo suo, da lui tanto amato e beneficiato, sobillato dai suoi nemici che lo maltrattano e con urli infernali, fischi e schiamazzi.


II - Bocciato il Lodo Alfano: La Consulta lo diede nelle loro mani perchÊ fosse processato. Presero dunque Silvio e lo condussero via. Silvio si vede legato, trascinato dai suoi nemici per le vie di Gerusalemme, per quelle stesse vie ove pochi giorni innanzi era passato trionfalmente acclamato quale Messia. Lui, il creatore di Milano 2, il creatore della televisione commerciale, l'eletto sia dal popolo che da dio, è ora costretto ad andare da un tribunale all'altro in presenza di giudici che lo condanneranno.


III - Il bacio di Fini: Egli si era scelto delle anime e tra queste aveva scelto anche la sua, affinchÊ lo aiutasse nel grande negozio dell'umana salvezza dal comunismo. Ma Fini, nel triste momento delle accuse e dello scandalo, gli si accostò dicendo "maestro" e lo baciò.


IV - Silvio o Spatuzza?: E i Brunivespa scelsero. Volendo dar soddisfazione alla moltitudine degli zeri sul proprio stipendio, rilasciarono l'amato Silvio e, dopo aver flagellato Spatuzza mediaticamente, si adoperarono affinchĂŠ le sue parole venissero disciolte nel chinotto.


V - La flagellazione: "Sono assediato da ogni punto, costretto da mille travagli a cercare affannosamente e disperatamente coloro i quali crudelmente continuano a ferirmi. Contraddetto in ogni modo, chiuso per ogni lato, tentato per ogni verso, impossessato totalmente dall'altrui vagina... mi sento bruciare ancore tutte le viscere e anche il pipino mi prude un po'. Soffro e soffro assai, ma grazie al buon GesÚ sento ancora un altro po' di forza. Io non bramo ad aver la croce alleggerita, poichÊ soffrire con GesÚ mi è caro." E Bonaiuti e Bondi, alla fine, temettero per la sua salute mentale.


VI - La premonizione: Bonaiuti, accompagnando il maestro lungo la via di Milano, fu costretto a sentire tutti i suoi lamenti. "Almeno l'uomo, per il quale io agonizzo mi fosse grato", pensava. Ma lo stolto non capĂŹ che quei lamenti, invero, nascondevano l'ennesima prova della santa unzione.


VII - Il discorso in Piazza Duomo: Dall'alto delle sue zeppe, Silvio pronuncia parole d'amore per i suoi fratelli. "Cambiare la Costituzione: questa è la via per cui il Signore conduce le anime forti. Nell'amore della PDL imparerete meglio a conoscere qual'è la vostra vera patria, e a riguardare questa vita come breve pellegrinaggio. Ma non temete, io non lascerò che l'impero del male colpisca ancora."


VIII - I contestatori: E anche quando un gruppetto di pagani si fece sotto al palco per insultarlo, egli porse l'altra guancia e li salutò con parole d'amore. "O voi coglioni, non strillate per me, ma strillate per voi stessi non appena i manganelli benediranno le vostre terga."


IX - Il bagno di folla: Dietro le transenne si assiepano i cuori che il cavaliere celeste favorisce. E a loro non disdegna mai di raccontar parabole affinchĂŠ possano godere appieno della sua luce.


X - L'attacco con la statuina: Ti adoriamo, o Duomo, e ti benediciamo perchĂŠ con la tua statuetta hai redento l'immondo. Gli occhi semichiusi e quasi spenti, la bocca sanguinante, la statuetta in mille pezzi. Le pene di Silvio entrano nei nostri cuori. Le lacrime si disseccano sulle nostre ciglia mentre il sangue si coagula sul volto suo santissimo.


XI - La guardia del corpo asciuga il volto insanguinato: L'uomo non sapeva darsi pace. Nonostante il grande gruzzolo incassato per proteggere il suo signore, egli aveva fallito. "Cosa mi resta pi첫 da fare se non cercare almeno di asciugare il sui bellissimo volto ormai deturpato? Con l'animo pieno di tristezza e con gli occhi inariditi e sterili dal versare lacrime, devo assistere a tutto questo strazio, a questo sfacelo completo."


XII - Mostra al popolo il suo sangue: Silvio, aiutato dalle guardie del corpo, viene issato e mostrato a tutti. Quanto è bello il suo volto e dolci i suoi occhi, e quanto è buona cosa è lo stare accanto a lui sul predellino della gloria! Sono questi i momenti in cui vengo assalito da violente tentazioni contro la fede. Mi sento spezzare l'anima dal dolore ed una estrema confusione mi pervade tutto.


XIII - La deposizione sul letto di ospedale: "Quella divina faccia, che tiene estasiati in eterna ammirazione di sua bellezza i celesti comprensori è su la terra tutta sfigurata. Mio Dio! Mio GesÚ! - strilla Emilio Fede - Non sei tu il Messia che ti umilii sino al punto di perdere quasi le sembianze dell'uomo? Ah si, lo comprendo, è per insegnare a me superbo che per trattare col cielo devo abbassarmi nel centro della terra." E Don Verzè fu subito allontanato dagli infermieri. Opportunamente sedato, venne immediatamente condotto presso un istituto specializzato.


XIV - L'uscita dall'ospedale: Dopo tre giorni di agonia, il cavaliere viene finalmente dimesso e torna a casa dai suoi cari. "Sei tornato mia sorgente di felicità. Questa era la mia speranza, questo è il cuore dell'anima mia. Mai più nulla mi separerà dal tuo amore."


XV - La resurrezione: Volevano le regole di una stolta discussione politicante che, dimesso dall'ospedale, Silvio tornasse glorioso a sedere sul suo scranno in Parlamento. Un gaudioso risorgimento alla vita politica. Ed egli volle comparire risorto. E perchĂŠ mai? Per stabilire con questo eccelso mistero, le massime tutte della novella sua fede. Le sue sante bende ci rinnovano nello spirito.


G.


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