Anno XXIII - n.30 - 1,50 euro
Direttore Alessandro Carli
Venerdì 31 Luglio 2015
E ditoriale Il manifatturiero si carica F inanze IGC, PST, Liquidità UE: i tempi dell’attesa
Lo slittamento dell’entrata del sistema IVA (IGC) dal 1° gennaio 2016 a (speriamo) al 1° gennaio 2017 sta passando pericolosamente sotto silenzio, forse perché ormai siamo abituati a una azione politica lenta e poco determinata che - imprigionata nelle spire corporative e nel compromesso a tutti i costi - non riesce esprime una visione di lungo periodo, ovvero un piano strategico di sviluppo pluriennale. E’ un film già visto con la riforma delle imposte dirette che, oltre ad entrare in vigore un anno dopo, è stata ulteriormente smussata e resa meno efficace. Per il rilancio del Paese serve un deciso cambio di passo. Quanto tempo dovremo ancora aspettare? Il tutto mentre si avvicina il mese di settembre, quando, all’interno del percorso di avvicinamento all’Unione europea, si discuterà dell’interscambio commerciale. Se si fosse rispettata la data che sanciva il passaggio dalla monofase all’Imposta Generale sui Consumi, a settembre si sarebbe già potuto pensare a un linguaggio comune che si sarebbe poi ufficialmente concretizzato dall’inizio del nuovo anno, agevolando le discussioni e gli scambi tra le imprese sammarinesi e quelle del Vecchio continente. Nell’agenda della “cosa pubblica” poi troviamo l’importante progetto del polo del lusso, assolutamente condivisibile anche se nella sua elaborazione era auspicabile una maggiore trasparenza, e il Parco Scientifico e Tecnologico, del quale si parla a singhiozzo. Così com’è, francamente non è né carne né pesce. Tuttavia per il suo sviluppo, occorrono progetti (...) segue a pag. 7
sulle spalle l’economia
statale ridotta a 1/4
Lo dice il Rapporto sullo stato generale dell’occupazione 2014: dà lavoro a oltre 5.150 dipendenti. Tasso di disoccupazione al 7,15% a pag.4
L eggi
Imprenditori novità sulle residenze
a pag.5
F isco
Hanno trovato piena adiacenze le parole che Simona Michelotti, amministratore unico del Gruppo SIT, ha rilasciato a San Marino Fixing solamente una settimana fa: “In un momento di grande difficoltà per tutta l’economia del Paese , emerge la forza del comparto industriale manifatturiero”. In base a quanto si può leggere nella “Relazione sullo stato generale dell’occupazione 2014”, il settore delle “Industrie Manifatturiere” si conferma fondamentale per l’economia della Repubblica di San Marino in termini di concentrazione di imprese: a dicembre 2014 ha registrato 5.164 posti di lavoro. Al 31/12/14 attive 5 mila imprese, con una crescita dei comparti “Altri servizi” e “Sanità e assistenza sociale”. In aumento anche le offerte di lavoro: 1.500 (+10%). Servizio alle pagg. 6-7
Dichiarazione dei redditi, c’è la proroga
a pag.10
spazio riservato all’indirizzo
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F ocus
Questione di num3ri
Scontro titanico, non c’è che dire. La compagnia software&web più grande a livello globale, con un totale attivo tangibile di 119,7 miliardi di euro, è Microsoft, che si piazza davanti a Google (91,4 miliardi) e Oracle (58 miliardi). Lo riporta l’Indagine sulle multinazionali di Mediobanca, che alle s&w ha dedicato il suo focus d’analisi. Nella classifica 2014 per redditività netta al primo posto si posiziona Alibaba (con risultato netto a oltre il 31% del fatturato netto), davanti a Tencent Holdings (30,2%) e Priceline.com (28,7%). Dal denaro web a quello materico: nel primo semestre 2015 la Banca d’Italia ha riconosciuto false 80.807 banconote ritirate dalla circolazione in Italia, con un calo del 15,6% rispetto al secondo semestre del 2014 (95.711 banconote riconosciute false). La banconota più contraffatta – oltre il 50% del totale - è ancora quella da 20 euro. Al secondo posto quella da 50 euro (31%): nell’insieme i falsi di questi due tagli costituiscono l’86% del totale. L’Inail intanto informa che sono calati di almeno il 3% i morti sul lavoro nel 2014 rispetto al 2013. Nel 2014 le denunce di decesso sono scese del 9% rispetto al 2013, 1.107 contro 1.215. Di questi, i casi accertati di morte sul lavoro sono stati 662. Vi sono ancora 26 casi ancora in istruttoria. Anche se fossero tutti riconosciuti sul lavoro, si avrebbe una riduzione di poco più del 3% rispetto al 2013 e del 31% rispetto al 2010. Sorride invece poco Saipem, la società di ingegneria e impiantistica controllata dal gruppo Eni. In attesa che si alzi il velo sui conti, dunque, gli esperti hanno tagliato “le stime di utile per azione per il periodo 2015-2017 in media del 31%”. Sono 31 le imprese lucane che nel primo semestre dell’anno hanno portato i libri in tribunale; dal primo gennaio 2009 al 30 giugno scorso i fallimenti in totale sono stati 372. Lo evidenzia l’Ufficio Studi Confesercenti, che ha rielaborato su scala regionale il rapporto realizzato da Cribis D&B.
I talia e Mondo
FIXING - Anno XXIII - n.30 - Venerdì 31 Luglio 2015
CGIA: per evitare l’aumento accise carburanti, il Governo dovrà reperire 728 milioni di euro
Con le tasse Ue ogni italiano risparmierebbe 900 euro annui Crescita dell’IVA: con la prossima legge di stabilità si devono recuperare 16 miliardi Se il carico fiscale dell’Italia fosse in linea a quello medio europeo, ogni italiano risparmierebbe 904 euro all’anno di tasse e contributi. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha messo a confronto la pressione fiscale dei principali Paesi Ue registrata nel 2014: successivamente, l’analisi dell’Ufficio Studi ha definito il differenziale di tassazione degli italiani rispetto ai contribuenti degli altri Paesi europei. Il risultato, come era facilmente prevedibile, vede gli italiani occupare le primissime posizioni della graduatoria dei contribuenti più tartassati d’Europa. Tra i principali Paesi dell’Unione presi in esame, la pressione fiscale più elevata si riscontra in Francia. A Parigi, il peso complessivo di imposte, tasse, tributi e contributi previdenziali è pari al 47,8 per cento del Pil. Seguono il Belgio, con il 47,1 per cento, la Svezia, con il 44,5 per cento, l’Austria, con il 43,7 per cento e, al quinto posto, l’Italia. L’anno scorso la pressione fiscale nel nostro Paese si è fermata al 43,4 per cento del Pil. La media dei 28 Paesi che compongono l’Ue, invece, si è stabilizzata al 40 per cento; 3,4 punti in meno che da noi. Nella comparazione, l’Ufficio studi della CGIA ha deciso di calcolare anche i maggiori o minori versamenti che ognuno di noi “sconta” rispetto a quanto succede altrove. Ebbene, se la tassazione nel nostro Paese fosse in linea con la media europea, ogni italiano l’anno scorso avrebbe risparmiato 904 euro. Effettuando il confronto con la Germania, invece, si evince come i tedeschi paghino mediamente 1.037 euro all’anno in meno rispetto a noi. Analogamente, gli italiani pagano 1.409 euro in più rispetto agli olandesi, 1.701 euro in più dei portoghesi, 2.313 euro in più degli inglesi, 2.499 euro in più degli spagnoli e ben 3.323 euro in più rispetto agli irlandesi. Sempre rispetto al livello italiano di tassazione, si nota come gli austriaci abbiano pagato 80 euro in più ri-
spetto a noi, gli svedesi 292 euro in più, i belgi 984 euro in più e, infine, i francesi, con ben 1.170 euro in più. Dalla CGIA ricordano che il dato della pressione fiscale italiana relativa al 2014 non tiene conto dell’effetto del cosiddetto “Bonus Renzi”. L’anno scorso, infatti, gli 80 euro “restituiti” ai redditi medio bassi dei lavoratori dipendenti sono costati alle casse dello Stato 6,6 miliardi di euro. Quest’ultimo importo è stato contabilizzato nel bilancio della nostra Amministrazione pubblica come spesa aggiuntiva. Pertanto, se si ricalcola la pressione fiscale considerando questi 6,6 miliardi di euro che praticamente sono un taglio delle tasse, anche se contabilmente vanno ad aumentare le uscite, la pressione fiscale scende al 43 per cento. In relazione a questa precisazione, la CGIA ha redatto anche una comparazione che tiene conto di questa specificità. “Per pagare meno tasse - dichiara Paolo Zabeo della CGIA - è necessario che il Governo agisca sul fronte della razionalizzazione della spesa pubblica; con tagli agli sprechi, agli sperperi e alle inefficienze della macchina pubblica. Inoltre, questa operazione dovrà essere realizzata molto in fretta. Entro il prossimo 30 settembre, infatti, a seguito della mancata autorizzazione dell’Unione europea all’estensione del reverse charge alla grande distribuzione, il Governo dovrà reperire 728 milioni di euro, altrimenti è previsto
un aumento delle accise sui carburanti di pari importo”. E per evitare un nuovo aumento delle imposte, l’Esecutivo dovrà sterilizzare una serie di clausole di salvaguardia estremamente “impegnative”. Sebbene il ministro Padoan abbia in più di un’occasione scongiurato un nuovo aumento del carico fiscale, con la prossima legge di stabilità dovrà trovare oltre 16 miliardi per evitare un aumento delle entrate di pari importo per l’anno venturo. Tagli che dovranno salire a 25,4 miliardi nel 2017 e a 28,2 nel 2018. “Visti i risultati ottenuti in questi ultimi anni con la cosiddetta spending review – conclude Zabeo - abbiamo l’impressione che sarà molto difficile centrare questi obbiettivi”. In questa analisi, infine, non è mancata nemmeno una ricostruzione storica. Negli ultimi 15 anni, purtroppo, il risultato fiscale emerso dalla comparazione con la media europea è costantemente peggiorato. Se nel 2000 i contribuenti italiani pagavano 44 euro in meno di tasse rispetto alla media Ue, nel 2004 il carico fiscale per ciascun italiano era superiore del dato medio europeo di 126 euro. Il gap a nostro svantaggio è addirittura salito a 841 euro nel 2010 e ha raggiunto i 904 euro nel 2014. Gli investimenti sono crollati Secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi della CGIA, tra il 2007 e il 2014 l’ammontare complessivo degli investimenti al netto
dell’inflazione è sceso di ben 109,4 miliardi di euro, pari, in termini percentuali, a una diminuzione di 29,7 punti. Nessun altro indicatore economico ha registrato una contrazione percentuale così ampia. I settori che hanno subito i contraccolpi più significativi sono stati quelli relativi ai mezzi di trasporto (autoveicoli, automezzi aziendali, bus, treni, aerei, etc.), in flessione del 43,4 per cento (-10,9 miliardi di euro), i fabbricati non residenziali (capannoni, edifici commerciali, opere pubbliche, etc.), con un calo del 38,6 per cento (-39,1 miliardi) e le abitazioni. Nello specifico, l’edilizia residenziale ha fatto segnare una variazione negativa del 31,6 per cento (-31,7 miliardi). Pesanti anche le cadute subite dal settore informatico, con una riduzione pari a -30,1 per cento(-1,9 miliardi), da quello degli impianti e dei macchinari (che non include i mezzi di trasporto, i computer/hardware e le telecomunicazioni), che ha registrato una variazione negativa del 29,3 per cento (-25,4 miliardi), e dei software, che presentano una flessione del 10,8 per cento (-2,4 miliardi). Diversamente, le uniche tipologie di investimenti che non hanno risentito della crisi sono state quelle riconducibili alla ricerca e allo sviluppo (+8,1 per cento) e alle telecomunicazioni (+10,6 per cento). Se nel primo caso l’aumento in termini assoluti è stato pari a 1,5 miliardi di euro, nel secondo caso la variazione positiva è stata di 598 milioni di euro. L’Amministrazione pubblica è il settore istituzionale che in misura superiore agli altri ha tagliato di più. Sempre nel periodo tra il 2007 e il 2014, la contrazione in termini reali degli investimenti nella Pa è stata del 30,8 per cento. Seguono le famiglie consumatrici (-29,9 per cento), le imprese (29,5 per cento) e le società finanziarie (-23,3 per cento). La CGIA ricorda che, posto pari a 100 il totale degli investimenti nominali in Italia nel 2014, oltre il 60 per cen-
to era riconducibile alle imprese e un altro 24 per cento circa alle famiglie consumatrici. Tagli choc in quasi quattro anni Per evitare che scattino le cosiddette clausole di salvaguardia, entro la fine del 2018 il Governo dovrà recuperare 75,4 miliardi di euro in quasi 4 anni, altrimenti famiglie e imprese subiranno un aggravio fiscale di pari importo. Dopo l’ennesimo aggiornamento, l’Ufficio studi della CGIA è riuscito a ricostruire in misura chiara e definitiva il quadro generale di tutte le clausole di salvaguardia che gli ultimi esecutivi hanno “disseminato” all’interno dei provvedimenti fiscali approvati in questi ultimi anni. In buona sostanza, queste clausole sono impegni che abbiamo assunto nei confronti dell’Ue: nel caso il governo non fosse in grado di reperire le risorse necessarie per sterilizzare queste misure, sarebbe inevitabile l’aumento della tassazione, al fine di rispettare gli impegni presi con l’Ue in materia di conti pubblici. La prima scadenza è il prossimo 30 settembre: se entro quella data l’Esecutivo non fosse in grado di reperire 1,4 miliardi di euro, dal giorno successivo scatterebbe l’ennesimo aumento delle accise sui carburanti, oltre a un deciso incremento degli acconti Irpef e Ires in capo alle aziende. Niente a che vedere con l’impegno che dovrà essere affrontato con la prossima legge di stabilità. Entro la fine di quest’anno, infatti, Renzi sarà costretto a reperire ulteriori 16 miliardi di euro; diversamente, dal 1° gennaio 2016 scatterà un nuovo ritocco dell’Iva e un aumento della tassazione, attraverso l’elevazione di aliquote o la riduzione di detrazioni e deduzioni fiscali. In questa maniera, l’ammontare degli inasprimenti fiscali rispetto al 2014 arriverebbe a 17,4 miliardi di euro. a cura della Red. ec.
E venti
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L’invito a parteciparvi della Camera di Commercio di San Marino
“Matching B2B” a Expo per le imprese del Titano Iscrizione gratuita, zero spese se l’incontro è con ‘colleghi’ italiani
Z oom
D al 3 al 5 agosto Consiglio “estivo”, in Aula
Protezione civile, firma con l’Italia
La Segreteria di Stato per il Territorio e Ambiente ha firmato il 30 luglio la firma a San Marino del Protocollo d’Intesa fra la Repubblica di San Marino e la Repubblica Italiana sulla Cooperazione nel campo della protezione civile, sull’assistenza e sulla cooperazione in situazioni di emergenza. “Si tratta”, spiega una nota della Segreteria di Stato al Territorio, “di una importante intesa bilaterale, che favorirà la collaborazione a beneficio e nell’interesse delle reciproche comunità mirando a salvaguardare la vita, i beni e l’ambiente da calamità naturali e catastrofi attraverso la cooperazione in ambito di previsione, prevenzione, formazione ed assistenza. Per la parte sammarinese ha firmato il Segretario di Stato al Territorio, Ambiente e Protezione Civile, Antonella Mularoni, per la parte Italiana il Capo della Protezione Civile, ing. Fabrizio Curcio”. Dopo la firma dei rappresentanti sammarinesi e italiani a Palazzo Begni, la delegazione italiana è stata ricevuta in udienza dagli Eccellentissimi Capitani Reggenti.
arriva il Polo del lusso
L’Expo 2015 è una vetrina straordinaria per l’Italia e per i Paesi partecipanti, come San Marino. Ma ancora di più lo è per le imprese che in questo contesto possono incontrare e confrontarsi con i ‘colleghi’ di tutto il mondo. A tal proposito la Camera di Commercio di San Marino comunica che, a seguito della comunicazione del Commissariato Generale del Governo Sammarinese per l’Expò, “la Camera di Commercio di Milano, attraverso la sua società Promos, insieme ad Expò 2015 Spa ha realizzato una piattaforma Web denominata ‘Matching B2B’, allo scopo di mettere in contatto e favorire il business, in occasione dell’Expò, tra le imprese dei Paesi partecipanti ed anche con quelle italiane. L’iscrizione a tale piattaforma da parte delle imprese sammarinesi attraverso il sito www.expobusinessmatching.com è gratuita in quanto San Marino è un Paese partecipante ad Expò 2015”. Per poter partecipare agli incontri “l’im-
presa deve compilare gli spazi riservati al company profile, alle caratteristiche richieste ed ai mercati a cui intende riferirsi e verrà quindi messa in contatto con tutte le altre imprese del mondo che rispondono ai requisiti selezionati allo scopo di effettuare il matching”. Quindi, “nel caso in cui si concretizzasse un appuntamento con aziende italiane, nulla dovrà pagare l’impresa sammarinese”, spiegano dalla Camera di Commercio, “mentre se il meeting generato dalla piattaforma B2B fosse con un’impresa straniera è previsto il pagamento di una fee a Promos pari a € 150,00”. Registro Imprese: nuovo servizio di monitoraggio La Camera di Commercio di San Marino comunica che il sito del Registro Imprese “è stato implementato con una nuova funzionalità, infatti è possibile monitorare i cambiamenti dei dati relativi alle imprese sammarinesi”. “Se si desidera infatti rima-
San Marino FIXING settimanale di informazione economica, finanziaria e politica Direttore responsabile Alessandro Carli alessandro.carli@fixing.sm Redattore Daniele Bartolucci Responsabile commerciale Roberto Parma 339.8016455 roberto.parma@fixing.sm Per la pubblicità su Fixing 0549.873925 commerciale@fixing.sm
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nere costantemente aggiornati sui cambiamenti delle imprese sammarinesi”, spiega una nota della Camera di Commercio, “è sufficiente indicare quali imprese si vogliono monitorare in un apposito form, da quel momento verranno monitorate nei loro eventuali cambiamenti (denominazione, indirizzo, stato di licenza e solo per le società capitale sociale, oggetto sociale, amministratori ed eventuali procedure in corso). A seguito di un cambiamento verrà inviata una mail all’indirizzo indicato, con la quale avviseremo dell’avvenuto cambiamento di uno dei dati di cui sopra. Se si vorrà conoscere il contenuto del dato modificato basterà scaricare la visura dell’impresa direttamente dal sito (Servizio a pagamento).Tre semplici passi per conoscere il cambiamento: 1) entra nello Sportello Online (https://registroimprese.cc. sm/) all’interno del servizio monitoraggio e indica quali imprese vuoi monitorare; 2) dopo aver ricevuto la mail di notifica di modifica rientra nel servizio e clicca sul bottone “Visualizza modifiche” a fianco dell’impresa per conoscere quale dato è variato; 3) scarica la visura (a pagamento) per conoscere il contenuto della variazione”. Per maggiori informazioni è possibile contattare la Camera di Commercio al numero di telefono 0549/980380 oppure via email all’indirizzo info@ cc.sm.
Nuova sessione del Consiglio Grande e Generale, questa volta ‘anomala’ ma non straordinaria come si era ipotizzato giorni fa. La sessione si terrà dal 3 al 5 agosto e il tema centrale, come noto, sarà il Polo del lusso, più precisamente l’approvazione della convenzione per il “Luxury Department Store San Marino” e il relativo Progetto di legge “Modifiche alla Legge 29 gennaio 1992 n.7 - Piano Regolatore Generale (P.R.G.) per l’attuazione di interventi di sviluppo economico”. Ma non sarà l’unico tema all’ordine del giorno. Dopo il comma Comunicazioni (Risposte interpellanze/interrogazioni), al punto 2 c’è il “Conferimento Onorificenza Cavaliere di Gran Croce decorato con il Gran Collare a S.A.S. Alberto II Principe Sovrano di Monaco”, quindi il “Conferimento beni per la costituzione di capitale sociale Poste San Marino SpA: a) Relazione dei beni conferiti ai sensi dell’articolo 12, comma 5 della Legge 19 settembre 2014 n.146 b) Conferimento in proprietà dell’immobile autorizzato dal Congresso di Stato con delibera n.17 del 16 giugno 2015”. A seguire gli atti del Polo del lusso, come detto, e quindi al punto 5 la nomina di due membri del Comitato di Controllo sulle Fondazioni, ai sensi dell’articolo 42 della Legge 1 luglio 2015 n.101. Poi una serie di ratifiche di Decreti Legge, tra cui il numero 96/2015 per la “Sospensione straordinaria e temporanea dei termini di cui all’articolo 10, comma 7 della Legge 28 giugno 2010 n.118”, che riguarda so-
prattutto le badanti ucraine. Poi il “Decreto-Legge 30/06/15 n.97 Interventi urgenti in materia di lavoro, ammortizzatori sociali e di trattamento previdenziale anticipato”, il “Decreto-Legge 03/07/15 n.106 Misure urgenti per la soluzione dello stato di crisi temporanea delle imprese”, il “Decreto-Legge 24/07/15 n.117 Proroga straordinaria dei termini di presentazione delle dichiarazioni dei redditi per le persone fisiche inclusi i lavoratori autonomi e i titolari delle imprese di persone fisiche e degli altri adempimenti ad esse connessi”. A seguire anche alcune Istanze d’Arengo: “per l’abrogazione della Legge 29 agosto 1950 (pubblicata il 1° settembre 1950) “per la difesa della Repubblica” (istanza n.1)”, “perché il Consiglio Grande e Generale affermi che sono sottoponibili a referendum anche tutte le leggi qualificate che non rientrino nel divieto di cui all’articolo 3 della Legge Qualificata 29 maggio 2013 n.1 (istanza n.6)”, “perché vengano ritrascritti i nomi degli allora Eccellentissimi Capitani Reggenti sulla Colonna Romana posta nel cantone di San Leo donata alla Repubblica di San Marino dallo Stato Italiano nel 1937 (istanza n.12)”, “per la costruzione di passaggi pedonali sopraelevati lungo la Superstrada da Dogana a Borgo Maggiore (istanza n.13). Si ricorda che la sessione è pubblica e che la seduta pomeridiana di mercoledì 5 agosto terminerà alle 19.30; la seduta serale del medesimo giorno potrà eventualmente proseguire anche oltre le ore 24.
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di Daniele Bartolucci
La liquidità di cassa dello Stato è passata dai 207.272.696,13 euro del maggio 2011 ai 45.180.300,95 euro dello stesso mese di quest’anno e, in generale, se si considera anche tutto il settore pubblico allargato, il deterioramento è di ben 248.607.137,68 euro in meno in quattro anni. Questo il dato emerso in Consiglio Grande e Generale dalla risposta del Segretario di Stato alle Finanze Gian Carlo Capicchioni che, in verità, affrontava un’altra questione spinosa, ovvero la Voluntary disclosure italiana e la linea di credito richiesta da San Marino (alla stessa all’Italia) per sopperire l’eventuale crisi di liquidità del sistema bancario del Titano. La situazione del Bilancio dello Stato è sotto stretta osservazione da anni, sia da parte del Governo e della maggioranza, sia da parte delle minoranze in Consiglio e delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria. La diminuzione della liquidità di cassa è un dato importante, ma, come ha ricordato il Segretario Capicchioni, lo è anche l’aver raggiunto il pareggio di bilancio già quest’anno. “San Marino non è indebitato con l’esterno”, ha spiegato in Consiglio, “non si trova nelle condizioni di poter essere sottoposto a misure da parte della comunità internazionale (come la Grecia, ndr) e certamente è obiettivo del governo, quello di rafforzare i conti pubblici, ricostituire le riserve e diminuire il debito nella consapevolezza che questi risultati sono frutto da una lato di politiche di contenimento e sempre maggiore qualità della spesa pubblica e dall’altro da un impulso dell’economia che possa generare occupazione e ricchezza”. Perché, ha ribadito Capicchioni, “una linea corretta di gestione dei conti pubblici è precondizione indispensabile per potere spingere maggiormente sulle politiche di sviluppo”. Detto questo, il dubbio che la linea di credito richiesta all’Italia potesse o possa essere utilizzata anche per il bilancio dello Stato è un dubbio legittimo, che i Consiglieri Ivan Foschi e Andrea Zafferani avevano palesato nella loro interpellanza, chiedendo se servisse effettivamente a questo scopo e se era già stato definito “per quali necessità dovrebbe essere destinata, se a finanziare la spesa corrente oppure investimenti pluriennali”. Capic-
S istema Paese
FIXING - Anno XXIII - n.30 - Venerdì 31 Luglio 2015
Capicchioni (Finanze): “La linea di credito da 600 milioni con l’Italia? Non in questo ambito”
Liquidità “statale” ridotta a un quarto rispetto al 2011 Oltre allo Stato (-162 milioni) perde anche quasi tutto il settore pubblico allargato LIQUIDITA’ DI CASSA DELLO STATO E DEL SETTORE PUBBLICO ALLARGATO (IN EURO) AL 31/05/2011 AL 31/05/2012 AL 31/05/2013 AL 31/05/2014 AL 31/05/2015 STATO
207.272.696,13
136.814.543,56
84.330.460,78
62.316.096,76
45.180.300,95
A.A.S.S.
124.149.506,88
32.020.576,33
48.944.093,40
50.619.313,39
40.452.558,47
A.A.S.L.P.
1.176.624,93
2.897.384,70
1.334.805,85
1.342.035,75
1.132.364,09
A.A.S.F.N.
1.1911.481,58
764.600,41
1.570.837,51
427.741,91
//
I.S.S.
6.568.901,68
29.957.484,16
8.861.391,65
9.379.609,49
6.398.215,47
C.O.N.S.
1.313.764,51
1.272.280,36
339.372,84
275.452,77
793.884,38
UNIVERSITA’
834.761,08
1.570.085,32
220.039,60
645.605,33
703.859,56
AUTORITA’ PER L’AVIAZIONE CIVILE
433.176,16
378.073,23
322.996,01
352.358,15
438.276,69
ENTE DI STATO DEI GIOCHI
273.984,50
126.850,25
87.413,22
111.313,71
53.719,39
297.157,87
174.580,77
125.766.685,13
95.327.759,77
ENTE POSTE TOTALE
343.934.897,45
205.801.878,32
147.011.410,86
Elaborazione grafica a cura di San Marino Fixing. Fonte: Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio chioni ha, però, definitivamente tolto ogni dubbio con una risposta essenziale: “Il punto a) della domanda n.6 (quello virgolettato qui sopra, ndr) si riferisce ad un ambito certamente non oggetto di una eventuale linea di credito”. Insomma, la linea di credito non servirà a coprire buchi di bilancio, ma unicamente, nel caso appunto che dovessero verificarsi le condizioni di necessità, a creare e immettere nel sistema bancario “un plus apprezzabile di liquidità” e che “vi siano le condizioni per garantirlo senza che vadano in difficoltà i conti economici delle banche e senza che ciò incida sul sostegno al rilancio economico del paese”, qualora “nel peggior caso vi fosse un deflusso di denaro legato alla voluntary disclosure tale da incidere in maniera significativa sulla liquidità, con riflessi sulla disponibilità di risorse per il sistema economico”. Un’eventualità che non è detto che si verifichi, anche perché, come ha ricordato il Segretario alle Finanze, “ad oggi la voluntary disclosure non sta producendo effetti, non vi è infatti segnale alcu-
no di variazione della liquidità di sistema”. Ma, tenuto conto che i termini della voluntary scadono il 15 di settembre, e che quindi molti italiani stanno ancora valutando se aderire o meno al “ravvedimento”, è un’eventualità che va comunque attentamente valutata, come ha confermato il Segretario di Stato: “San Marino non può escludere di non avere depositate presso il proprio sistema bancario somme di denaro con queste caratteristiche (ovvero non dichiarati al fisco italiano, ndr). Ciò ha indotto il governo e le autorità competenti ad adottare un atteggiamento prudenziale rispetto a potenziali effetti anche a San Marino della voluntary disclosure che ha portato ad effettuare simulazioni e monitoraggi cadenzati sullo stato della liquidità di sistema. Le stime effettuate per il peggior scenario, indicano che potrebbe essere necessaria una elasticità di cassa massima di 600 milioni di euro”. Quindi una cifra non troppo distante da quanto preventivato nel momento dell’introduzione della legge in Italia da alcuni importanti protagonisti del mondo ban-
cario sammarinese. “A tal fine il Governo ha individuato la soluzione nell’assicurarsi una linea di credito da parte del relevant partner (l’Italia, ndr) da usare solo ed esclusivamente se necessario e limitatamente all’importo necessario”. Come verrebbe eventualmente utilizzata, quindi, questa somma se non potrà essere gestito dallo Stato e soprattutto ‘per’ lo Stato e il suo bilancio? “Va da sé”, ha spiegato quindi il Segretario Capicchioni in Consiglio, “che tecnicamente ed operativamente l’istituzione qualificata a garantire l’eventuale elasticità di cassa sia Banca Centrale di San Marino e che questa debba garantirsi verso il sistema bancario per la restituzione dell’eventuale tiraggio di somme a favore dello stesso, con tempi e modalità appropriati al momento in corso di definizione”.
L eggi e Normative
FIXING - Anno XXIII - n.30 - Venerdì 31 Luglio 2015
di Daniele Bartolucci
Non è la riforma della legge sulle residenze, ma una serie di modifiche necessarie, volte a regolare alcune delle questioni emerse negli ultimi anni, e a cancellare quelle “discriminazioni”, come le ha chiamate il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Pasquale Valentini, tra “residenti di serie A e di serie B, che non ci devono essere”. “Le modifiche apportate alla Legge 118/2010 sono importanti”, ha ricordato quindi Valentini, “ma non in contrapposizione con l’impianto precedente che è rimasto lo stesso. E’ una materia che necessita continui aggiornamenti, introducendo anche strumenti più snelli, con l’impegno di elaborare un testo coordinato per rendere più semplice la lettura delle norme, perché sappiamo bene quanto la chiarezza e la certezza del diritto oggi rappresentino un valore aggiunto per attrarre investimenti e investitori”. Per una riforma della Legge 118/2010 occorrerà quindi “una riflessione più ampia, che parta dalle esigenze del nostro territorio, ma che guardi anche all’apertura verso l’esterno, in particolar modo al percorso di internazionalizzazione che abbiamo deciso di intraprendere, penso al rapporto con l’Unione europea, ma non solo”. Sotto questo punto di vista, infatti, è bene ricordare che alcune delle modifiche introdotte oggi sono frutto anche di “raccomandazioni provenienti dagli Organismi Internazionali, in primis ECRI e GRETA”. “Dobbiamo fare chiarezza anche nei confronti dei sammarinesi”, ammette Valentini, “trovando un equilibrio tra chi vuole più economia, permettendo quindi l’arrivo di più imprenditorie e imprese, e chi teme per una perdita di servizi, dovendoli condividere con più persone. In tal senso, però, la stabilizzazione non solo dell’azienda ma anche della famiglia, diventa una garanzia per il sistema”. Dall’altro lato, “dobbiamo evitare che la residenza si trasformi solo in fruibilità
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Valentini (Esteri): “Risolte diverse questioni, ma l’impianto resta quello”
Residenze: novità per gli imprenditori Unità familiare, ‘consolidamento’ e ampliamento dell’art. 16 L.118 del nostro welfare, che è completamente gratuito”. In tal senso “abbiamo introdotto una serie di norme che va a disciplinare in maniera analitica i casi di revoca della residenza, individuando le autorità competenti per verificare il permanere delle condizioni che ne hanno determinato la concessione. Abbiamo voluto precisare i controlli, le revoche e le sanzioni, in quanto la legge è molto vaga, quindi quali sono gli uffici preposti e quale l’iter della revoca”. Permessi a studenti e progetti vacanza/lavoro Il Segretario di Stato ha quindi spiegato la semplificazione introdotta nel rilascio dei permessi per istruzione: “Prima veniva richiesta una serie di certificazioni che, oltre a rendere complicato l’iter, non avevano sempre basi di reciprocità con gli altri Paesi. Ora si baserà tutto sull’iscrizione, da cui far partire il resto delle pratiche”. Inoltre è stata istituita una nuova forma di permesso di soggiorno per programmi vacanza\lavoro in ambito internazionale, permettendo di accogliere a San Marino giovani di differenti nazionalità in regime di reciprocità. “Ciò consente di creare le basi per future intese con Paesi che già prevedono tipologie di scambio di tal genere, come Australia e Nuova Zelanda, con cui sono già in corso trattative in tal senso”. Lavoratori stagionali: si arriva a quattro anni Prevista una modifica al permesso stagionale e tempora-
neo per i lavoratori stranieri; sempre su sollecitazione dell’ECRI, è stato infatti prolungata la sua validità da 11 a 12 mesi, rinnovabile per 3 volte consecutive. “In pratica, se non sorgono problemi tra datore di lavoro e lavoratore, possiamo dare continuità a questo tipo di permessi per ben quattro anni”, ha commentato il Segretario, ricordando che “la modifica introdotta interessa sia le cosiddette badanti, sia i lavoratori stagionali del commercio e del turismo”. In tale contesto è stata anche introdotta la figura dell’assistente familiare, “per andare incontro alle esigenze di quelle famiglie, che ci sono anche a San Marino, che necessitano della presenza fissa di una persona in casa”. Più facile ricostruire l’unità famigliare “Nell’ottica del pieno ricongiungimento\riavvicinamento famigliare ed al fine di tutelare l’unità famigliare ed il rapporto genitoriale”, ha spiegato Valentini, “sono stati ampliati i permessi di soggiorno per l’intero nucleo famigliare del residente”. Questa modifica in particolare (vedi Fixing nr. 24), diventa importantissima per imprenditori e manager che decidano di trasferirsi sul Titano. Di fatto “si allinea la legge alla Legge per lo Sviluppo con l’estensione della residenza oltre al soggetto anche al nucleo familiare”. Sempre per gli imprenditori è interessante anche il “sensibile ampliamento dell’art.16 3) comma della Legge n.118”, che va a regolamentare “la
possibilità di concedere residenza anagrafica o permesso di soggiorno in capo a stranieri che presentino particolari programmi\progetti di carattere economico e imprenditoriale, che rivestano incarichi dirigenziali o di primaria importanza in società, che occupino un significativo numero di dipendenti o che svolgano incarichi dirigenziali in strutture sanitarie, in istituti bancari e finanziari ed altre fattispecie di rapporti particolarmente significativi in\per la Repubblica”. Un’altra “disposizione significativa”, ha spiegato il Segretario Pasquale Valentini, “riguarda l’abrogazione degli articoli che prevedevano la revoca del permesso di soggiorno o della residenza in caso di separazione avvenuta prima dei 5 anni di matrimonio, qualora non fosse nata prole. “Era una discriminazione notevole e anche di coercizione”, ha commentato il responsabile degli Affari Esteri, “a danno della figura più debole che pur di non interrompere la relazione sopportava anche angherie, peggiorata dal fatto che la nascita di un minore avrebbe escluso la perdita dello status di residente, di fatto divenendo un vincolo nel rapporto di coppia con risvolti potenzialmente pericolosi”. “Permesso di convivenza, non unioni civili” Un punto saliente, sul quale Valentini ha voluto chiarire posizioni e significati attribuiti alla nuova disciplina, riguarda il permesso di convivenza per fini solidaristici
e di mutuo aiuto. A tal riguardo Valentini, nel richiamare la Legge n.118 che ha introdotto il permesso per convivenza more uxorio, ha confermato con la modifica aggiuntiva “la volontà di estendere quanto previsto dalla norma vigente, attuando in tal modo la richiesta dell’Istanza d’Arengo n.10 del 2014. La legge”, ricorda il Segretario, “aveva introdotto una novità significativa ovvero il permesso per convivenza: se si voleva far entrare uno straniero era possibile, ma questi non avrebbe avuto altri diritti se non quello di accedere al mondo del lavoro come i frontalieri, con un diritto di precedenza perché comunque ha un legame in territorio. Questo valeva per more uxorio, quindi non dello stesso sesso. Ora abbiamo superato questo vincolo con la convivenza per coabitazione a fini solidaristici e mutuo aiuto, prevedendo quindi la concessione anche per persone dello stesso sesso. Il problema del permesso, perché questo era il tema in oggetto, è dunque risolto. Togliendo il more uxorio o dando altre indicazioni, si sarebbe data alla Gendarmeria la possibilità se non l’obbligo di chiarire lo stato affettivo e l’orientamento sessuale. Questo è inconcepibile”, ha puntualizzato Valentini. “Si parla di diritti e quindi questa norma anticipa la questione dei diritti civili senza dover dichiarare il legame affettivo né l’orientamento sessuale” che tra le altre cose non si può né richiedere né tantomeno certificare/divulgare, secondo le convenzioni interna-
zionali. “Quel permesso non dava nulla, invece ora con una stabilità di 5 anni si può trasformare in permesso di soggiorno e, dopo altri 5 anni, in residenza come per tutti gli altri”. Disposizioni transitorie e ‘consolidamento’ “Abbiamo infine disposto in via straordinaria una clausola per risolvere quelle situazioni singole che non rientrano nella variegata casistica, alcune, dobbiamo ammetterlo, create di fatto anche dai ritardi dell’amministrazione. Ora la Commissione con maggioranza dei due terzi può regolarizzare la posizione concedendo un permesso a coloro che hanno soggiornato almeno 15 anni e hanno giustificati motivi per regolarizzare la posizione”. A livello di transitorietà, inoltre, “verranno estesi i benefici citati prima anche agli imprenditori che sono entrati già prima della Legge, ma che non avevano potuto trasferire la residenza ai familiari”. Infine, per gli imprenditori e i manager, sarà possibile valutare il “consolidamento della residenza”, già previsto nella legge per lo sviluppo, ovvero dopo 10 anni di permanenza in territorio. Sarà in questo caso sempre la Commissione a fare questa valutazione, sentendo anche il diretto interessato, per ovviare alla revoca automatica in caso di cambiamenti rispetto ai ‘progetti’ iniziali: non è infatti raro che un imprenditore possa cambiare strategia e quindi chiudere o vendere la propria impresa per costituirne o avviarne una nuova, così come per un manager è abbastanza frequente cambiare azienda. La valutazione quindi terrà quindi conto di un arco temporale più ampio – 10 anni – per verificare che sussistano comunque i requisiti e i legami con San Marino, tali da non dover privare l’interessato del permesso o della residenza, ma anche da non privare San Marino della sua professionalità o dei suoi investimenti.
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“In un momento di grande difficoltà per tutta l’economia del Paese – un tempo basata sulla finanza e sul commercio, oggi entrambi in sofferenza – emerge la forza del comparto industriale manifatturiero, che rappresenta la parte più consistente dei soci dell’Associazione Nazionale Industria San Marino”. Le parole che l’amministratore unico del Gruppo Sit, Simona Michelotti, ha rilasciato a San Marino Fixing non più tardi di una settimana fa (San Marino Fixing numero 29 del 24 luglio), trovano piena conferma nella “Relazione sullo stato generale dell’occupazione 2014”: il settore delle “Industrie Manifatturiere” si conferma fondamentale per l’economia della Repubblica di San Marino in termini di concentrazione di imprese: a dicembre 2014 ha registrato 5.164 posti di lavoro. Erano 5.196 nel 2013 e 5.150 nel 2012. Il documento – di cui possiamo anticiparvi alcuni estratti salienti – fotografa con precisione lo stato di salute del Paese. Ci soffermeremo su cinque voci, cinque indicatori che spiegano l’andamento dell’economia del Titano. Le attività economiche Passando al setaccio i dati relativi allo stato generale dell’occupazione nella Repubblica di San Marino, va immediatamente posto in evidenza il fenomeno relativo al progressivo decremento delle attività economiche operanti in territorio negli ultimi anni. Al 31 dicembre 2014 sono attive 5.081 imprese, (Fonte Bollettino di Statistica), con un saldo negativo di 103 imprese in meno rispetto al 2013, anno che aveva già fatto registrare una diminuzione rispetto l’anno precedente (123 unità) confermando, comunque, un trend negativo dovuto alla crisi internazionale e soprattutto a quella sammarinese, ma allo stesso tempo si tratta di una diminuzione di minore entità rispetto agli anni precedenti. Il documento sottolinea che la diminuzione maggiore, rispetto l’anno precedente, riguarda in particolare i settori del “Commercio” (-62), “Attività Immobiliari, Informatica e Servizi alle Imprese” (-48), a seguire il settore “Costruzioni e Impianti” (-17). Rispetto a dicembre dell’anno precedente le imprese hanno registrato complessivamente una diminuzione percentuale del 1,99%. Registrano invece un incremento rispetto al precedente anno il settore “Altri servizi” (+37) e Sanità e Assistenza Sociale (+2) determinando un incremento percentuale rispettivamente del
A avoro L ttualità 5,35% e del 1,53%. Nel 2014 il ramo di attività economica che conta più imprese rispetto al totale è quello relativo alle “Attività Immobiliari, Informatica e Servizi alle Imprese” con circa il 33%, seguito dal settore “Commercio” con quasi il 27% e dal settore “Altri Servizi” con il 14% circa. Complessivamente il tessuto economico sammarinese è costituito da piccole medie imprese con un numero contenuto di dipendenti. Analizzando i risultati, il numero delle imprese con più di 9 dipendenti a dicembre 2014 è pari a 267, in calo di 5 unità rispetto al precedente anno. Il numero delle imprese con 0 dipendenti è pari a 2.860 su un totale di 5.081; le imprese con 0 dipendenti hanno segnato una diminuzione numerica pari a 37 unità rispetto al precedente anno e di 625 unità rispetto al 2010. Questi dati evidenziano che gli interventi messi in campo per vigilare e contrastare l’attività irregolare unito alla chiusura di alcune aziende, hanno comportato una riduzione del numero di attività senza dipendenti. Le attività con zero dipendenti sono concentrate nel settore delle “attività immobiliari, informatica e servizi alle imprese” unitamente a quello “altri servizi” che registrano rispettivamente 1.158 e 568 attività. Il settore “commercio” invece conta 575 attività con nessun dipendente. Rispetto all’anno precedente sono diminuite di 45 unità, mentre rispetto al 2010 sono diminuite di 200 unità. Analizzando più dettagliatamente i settori sopra citati emerge che le aziende con zero dipendenti che operano nel settore delle “attività immobiliari, informatica e servizi alle imprese” hanno principalmente forma giuridica di società (614) e di libero professionista (424), mentre le aziende con zero dipendenti che operano nel settore del “commercio” hanno prevalentemente forma giuridica di società (279) e di impresa individuale artigianale (205). Nel settore “Altri servizi” sono presenti 430 imprese con zero dipendenti nella forma giuridica di “Enti Vari”. La forza lavoro Prendendo in esame l’ultimo lustro - suddiviso per ramo di attività economica – emerge che i lavoratori dipendenti del settore “Costruzioni e impianti” sono diminuiti del 8,17% rispetto all’anno precedente mentre quelli del settore “Istruzione” e del settore “Altri Servizi” hanno registrato rispettivamente un decremento del 5,88% e del 3,84%.
FIXING FIXING -- Anno Anno XXII XXIII- -n.21 n.30- -Venerdì Venerdì3031Maggio Luglio 2015 2014
E’ il settore privato che ha dato anche nel 2014 il maggior numero di posti di
La grande forza del compa
Panoramica sulla “Relazione sullo stato generale dell’occupazione 2014 una crescita dei comparti “Altri servizi” e “Sanità e assistenza sociale”. I I rami economici che hanno registrato un incremento percentuale rispetto all’anno precedente sono quelli dei “Trasporti e Comunicazione” con il 10,65% e dell’agricoltura con il 10,26%. Osservando il dato riferito al settore pubblico allargato emerge che il numero dei lavoratori dipendenti (3.638) ha subito un decremento del 5,73% rispetto al precedente anno confermando il trend negativo nel quinquennio. Il settore dell’accoglienza turistica, in particolare “Alberghi e Ristoranti”, si mantiene pressoché stabile (0,41%) rispetto al 2013. Il settore “commercio” registra un decremento dei lavoratori dipendenti rispetto al 2013 (-2,66%). Come detto, il settore delle “Industrie Manifatturiere” fa la parte del leone in quanto dà lavoro a oltre 5.100 dipendenti. La “Relazione sullo stato generale dell’occupazione 2014” si spinge anche un po’ più in là, superando la boa del 31/12/2014: a marzo 2015 i lavoratori dipendenti privati hanno raggiunto le 18.395 unità, mentre a marzo 2014 erano 18.442. I rami economici che contano un numero di dipendenti significativo sono quelli appartenenti al settore “Industrie Manifatturiere” che a marzo 2015 contano 5.287 unità (erano 5.243 a marzo 2014) seguito dal settore “Commercio” con 3.034 unità (erano 3.016 a marzo 2014) e il settore “Attività Immobiliari, informatica e servizi alle imprese” che contano 2.117 unità (erano 2.082 a marzo 2014). Tornando al raffronto tra 2014 e 2013, il documento rimarca che il decremento netto dei posti di lavoro nel 2014, rispetto al 2013, è stato del 2,14%. I lavoratori frontalieri Nell’arco del quinquennio di riferimento i lavoratori frontalieri sono tendenzialmente in calo, occupando 5.172 posti di lavoro, in diminuzione rispetto al precedente anno del 2,40%. Il numero medio di lavoratori dipendenti del settore privato, nell’anno 2014 è di 14.592 unità, nel 2013 erano 14.722 unità, nel 2012 di 14.911 unità,
nel 2011 di 15.343 e nel 2010 di 15.764. Nel privato i dipendenti sono collocati principalmente nel settore delle industrie manifatturiere (5.239) dove sono prevalentemente maschi, nel Commercio (3.125) dove la componente maschile e femminile praticamente si equivale, mentre nel settore dei servizi complessivamente considerato – “settore Attività immobiliari informatica e servizi alle imprese” (2.087) e “Altri servizi” (1.110) . L’analisi del dato medio annuale 2014 dei lavoratori dipendenti privati per qualifica professionale evidenzia che nonostante la contrazione generale dell’ultimo quinquennio (2010/2014) - le qualifiche che “hanno registrato una tenuta sono quella di operai generici, commessi e impiegati operativi, al contrario si registra una diminuzione più accentuata per le qualifiche di operai specializzati e tecnici, impiegati specializzati e tecnici e operai caporeparto”. I lavoratori frontalieri al 31 dicembre 2014 sono complessivamente 5.172 e nel corso dell’ultimo quinquennio, hanno registrato un sensibile decremento rispetto al precedente anno di 127 unità. E’ da evidenziare che il trend negativo ha registrato il calo maggiore nel corso dell’anno 2011 con 434 unità in meno rispetto al 2010 mantenendosi comunque negativo fino al 2014. Il numero di frontalieri si attesta al 36% circa rispetto al totale dei lavoratori dipendenti privati e sono prevalentemente maschi. Le qualifiche dove sono maggiormente occupati rispetto al totale dei lavoratori dipendenti privati sono quelle di operaio specializzato e tecnico (48,18%) e operaio qualificato (44,96%). Seguono le qualifiche di operai caporeparto (40%) responsabile ed esperto di settore (39,37%), dirigente e assimilati (34,66%). La qualifica dove si registra un minor ricorso ai frontalieri è quella dell’impiegato operativo (21,97%). La disoccupazione Altro indice che ha catturato lo nostra attenzione è quello che riguarda chi non lavora. Il
Lavoratori dipendenti settore privato pe 2010
2011
AGRICOLTURA
31
30
INDUSTRIE MANIFATTURIERE
5.737
5.483
COSTRUZIONI E IMPIANTI
1.374
1.239
COMMERCIO
3.087
3.087
ALBERGHI E RISTORANTI
210
245
TRASPORTI E COMUNICAZIONI
601
554
ATTIVITA’ FINANZIARIE
1.072
1.028
ATTIVITA’ IMMOBILIARI INFORMATICA SERVIZI ALLE IMPRESE
2.345
2.287
ISTRUZIONE
43
48
SANITA’ E ASSISTENZA SOCIALE
191
222
ALTRI SERVIZI
1.071
1.120
NON SPECIFICATO
1
0
TOTALE GENERALE
15.764
15.343
Elaborazion tasso di disoccupazione totale medio è pari al 8,74% mentre il tasso di disoccupazione in senso stretto medio - l’unico ad avere rilevanza nel campo dell’analisi economica e dei fenomeni sociali in quan-
to utilizza i criteri a livello internazionale - è pari al 7,15%. Le imprese che nel 2014 hanno proceduto ad una riduzione del personale mediante la stipula di accordi di mobilità sono state in totale 315, coin-
A Lttualità avoro
FIXING - Anno XXIII XXII --n.21 n.30--Venerdì Venerdì30 31Maggio Luglio 2015 2014
i lavoro nella Repubblica di San Marino: oltre 5 mila e 100
arto manifatturiero
E ditoriale
Iniziamo a guardare al futuro, senza false scuse per mantenere comodi privilegi segue dalla prima pagina
4”: al 31 dicembre erano attive 5 mila imprese, con In aumento anche le offerte di lavoro: 1.500 (+10%)
er ramo di attività economica (dati medi) 2012
2013
2014
34
40
45
5.204
5.199
5.239
1.132
1.094
1.027
3.099
3.148
3.125
262
258
258
546
527
527
965
896
876
2.268
2.141
2.087
50
51
51
231
243
247
1.118
1.125
1.110
2
1
0
14.911
14.722
14.592
ne grafica a cura di San Marino Fixing. Fonte: Bollettino di Statistica volgendo complessivamente 730 lavoratori, di cui 626 collocati in mobilità e 104 in cassa integrazione; rispetto al 2013 si è registrato un incremento totale di 91 lavoratori coinvolti.
Le offerte di lavoro Concludiamo con una voce che sa dare il senso della misura dello stato di salute del Paese: le offerte di lavoro pervenute all’Ufficio del Lavoro e “distinte per ramo di attività
economica nell’arco temporale di riferimento”. Presi a campione gli ultimi 5 anni, si evidenzia un’andatura rallystica: a uno schiacciamento sino al 2012, fa da contraltare una graduale risalita. Le offerte di lavoro infatti sono state 1.994 nel 2010, 1.553 nel 2011, 1.211 nel 2012 e 1.362 nel 2013. A dicembre 2014 le offerte di lavoro erano complessivamente 1.506 registrando un incremento del 10,6% rispetto al precedente anno. “Questo dato – motiva la relazione - potrebbe far pensare ad una lieve ripresa del mercato, nella realtà si tratta di un fenomeno organizzativo imprenditoriale in aumento che porta l’azienda all’impiego di lavoratori per periodi lavorativi più brevi e talvolta rinnovati più volte nel corso dell’anno per la stessa figura professionale”. Le offerte in valore assoluto più elevate nel 2014 appartengono al ramo commercio (500) seguito dalle Industrie manifatturiere (348) e dalle “attività immobiliari, informatica e servizi alle imprese” (261). Si evidenzia che il settore delle Industrie manifatturiere, che numericamente occupa il maggior numero di dipendenti nel settore privato (35,90%) e negli anni ha sempre rappresentato il ramo di attività economica più ricettivo in termini di offerta di lavoro, dopo aver subito una flessione, passando da 450 richieste nel 2010, a 301 nel 2011, a 268 nel 2012 e a 310 nel 2013. Nel 2014 l’andamento mostra un incremento del 12,3% rispetto lo scorso anno registrando 348 offerte di lavoro. Il “settore costruzioni e impianti” – uno dei volani storici dell’economia locale e asset su cui ANIS crede molto sembra vedere la luce alla fine del tunnel: nel 2010 ha presentato 147 offerte, scese a 68 del 2011, risalite a 84 nel 2012 e 95 nel 2013. Nel 2014 le offerte di lavoro sono state 100. Questo settore che negli ultimi anni ha risentito della crisi come altre realtà vicine al Titano - sembra aver terminato la fase di contrazione ed essere entrato in una fase di assestamento. a cura della Red. ec.
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(...) concreti, investitori veri, pronti a finanziare l’operazione. Prima ancora, chiaramente, serve un accordo strategico con Roma. In questa agenda di priorità non possiamo dimenticare il silenzio che è caduto sulle concessioni dell’aeroporto “Fellini”, un progetto – quello dello scalo internazionale - che per le aziende del territorio è potenzialmente interessante, specie per la gestione delle dogane. Le festività La recente festa sammarinese del 28 luglio, data in cui si celebra la caduta del fascismo, ci dà poi lo spunto per tornare su un altro cavallo di battaglia di San Marino Fixing e dell’ANIS, quello cioè delle maggiori festività rispetto all’Italia. Sul Titano il totale che avevamo conteggiato poco più di un anno (maggio 2014) fa raggiunge la ragguardevole quota di 43 giorni di non-lavoro “holiday & vacation”: 17 dovuti a festività e 26 di ferie. Giornate di non lavoro che chiaramente incidono sulla competitività delle aziende
del Monte. Per recuperare qualche porzione di produttività sono state avanzate alcune proposte, come quella di spostare alcune festività alla domenica. Ma forse il vero problema si annida nella mancanza di volontà di cambiare marcia: il Paese è pigro, troppo seduto sullo status quo raggiunto in passato ma che oggi risulta essere vetusto, lontano dalla contemporaneità. Ci sorprende il fatto che, anche con accordo contrattuale fatto - tra gli allegati del contratto collettivo per il settore industria sottoscritto da ANIS e CSU, per esempio, c’è l’accordo tra datori di lavoro e sindacato dei lavoratori per la riduzione di due festività - la politica rimanga sempre e comunque ferma. Al di là delle scelte dell’esecutivo e opposizione, un po’ troppo singhiozzanti, risalta ancora una volta e in maniera sempre più evidente la mancanza di un vero piano strategico, capace di disegnare – unendo le idee dell’esecutivo e alle note delle associazioni di categoria – la San Marino
del futuro. Dobbiamo tornare a essere attrattivi, essere cittadini attivi, dinamici, che vogliono fare qualcosa di concreto e importante per il loro Paese. Basta solo chiedere: bisogna anche iniziare a dare qualcosa. Non occorre la sfera di cristallo o affidarsi alla fortuna, bensì sedersi a un tavolo e calendarizzare una serie di progetti – condivisi – che si vogliono (o meglio, si devono) raggiungere. L’Europa, ricordiamolo, non fa sconti. San Marino quindi, se vuole stare sui mercati e tornare ad essere un paese dove è bello vivere e lavorare, deve abbandonare quell’aria svogliata di riforme annunciate e non completate e spingere sull’acceleratore, dando un taglio con il passato.Modernizzare un Paese certo non vuol dire dimenticare la caduta del fascismo o la ricorrenza dei defunti del 2 novembre, ma semplicemente essere responsabili, e guardare al futuro. Senza demagogia o false scuse per mantenere buoni privilegi. Alessandro Carli
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I mprese
FIXING - Anno XXIII - n.30 - Venerdì 31 Luglio 2015
Questo il numero dei partecipanti alla serata che ha celebrato i 50 anni
Colombini, un Gruppo di oltre 1.700 persone I ricordi del Presidente Ivo Colombini, lo spettacolo dei Sonics Millesettecento persone, forse di più. Gli inviti che Colombini Group ha fatto in tutto il mondo per celebrare i 50 anni di attività hanno avuto una risposta davvero global: oltre ai dipendenti e agli ex dipendenti, ai rappresentanti del Governo sammarinese e a quelli delle associazioni di categoria, anche molti stranieri, a confermare – se ce ne fosse davvero bisogno – l’internazionalità e l’importanza dell’azienda del Titano. Il Palacongressi di Rimini, sede del gala il 24 luglio, ha rispolverato l’abito delle grandi occasioni: mentre il sole sta scendendo, alle 19 in punto è scattata l’ouverture, con un aperitivo all’aperto, su lato che guarda il mare, accompagnato dagli interventi musicali firmati dai Blubeaters. Persone eleganti, sorridenti, che tra saluti e abbracci hanno brindano, si sono fermati a scambiare qualche chiacchiera, immortalando il momento con centinaia di selfie e brevi video. Sarebbe potuto bastare, ma l’anniversario - davvero molto importante - ha riservato altre gradevolissime sorprese, a partire dalla cena, ospitata all’interno dell’edificio riminese. Tra una pietanza e un’altra, servita ai tavoli da camerieri impeccabili, le sonorità de La Bolla Trio, ma anche l’incanto dell’esibizione dei Sonics, un gruppo di acrobati che possono vantare, nel curriculum la partecipazione a importantissimi eventi mediatici come la Cerimonia di Chiusura dei Giochi Olimpici di Torino 2006 e la Cerimonia di Inaugurazione dello Stadio Olimpico di Kiev per gli Europei di Calcio del 2012. Le loro acrobazie hanno lascito senza fiati i presenti: capriole, palloni giganteschi, abbracci e intrecci, danzatrici appese alla funi, quasi a voler sfidare le leggi della fisica. Ma forse il momento più emozionante della serata è stato quando prima Ivo Colombini, il Presidente del Gruppo, e in seconda battuta
l’amministratore delegato Emanuel Colombini, sono
stati intervistati da Marco Maccarini, volto celebre de
“Le Iene”, “Festivalbar” e “MTV” che, con brio, ha fatto
da metronomo all’intensa serata. Microfono in mano, Maccarini ha chiamato sul palco Ivo Colombini, che ha ricordato la nascita dell’azienda, fondata assieme ai fratelli Elio e Giuseppe nel lontano 1965, regalando anche aneddoti che hanno raccolto applausi. In primis, la “fiducia” del progetto da parte dei genitori dei tre fratelli. Ivo, ringraziandoli, ha poi donato alla platea un bellissimo botta e risposta tra i tre giovani imprenditori e il padre quando si discusse dell’allargamento della bottega. Poiché adiacente alla prima “fabbrica” c’era anche la stalla dei maiali e a Ivo, Elio e Giuseppe serviva anche quello spazio per poter continuare a crescere, il padre rispose che con i maiali si mangiava sempre e comunque mentre con i mobili e il legno no. Ivo Colombini poi ha aperto il libro delle memorie, dalle prime consegne con
una Fiat 750 sino ai nomi dei primi due dipendenti assunti, passando per il sentimento di famiglia che si respira all’interno del gruppo. Quello stesso sentimento che è tornato più volte nelle parole di Emanuel Colombini, che alla fine ha voluto fare una sorpresa allo zio, regalandogli un quadro in cui i volti dei tre fratelli sono vicini. Il tutto mentre un video, proiettato sui due schermi adiacenti al palco, ha ripercorso il mezzo secolo del Gruppo, raccogliendo anche le parole di Marcello, Denis e Romina Colombini. La serata si è conclusa ben oltre la mezzanotte, con l’esibizione di una cantautrice italiana, che ha fatto ballare l’intero auditorium con i suoi brani in italiano e in inglese. All’uscita poi a tutti i presenti è stata consegnata una copia del libro “Storia di una famiglia e di un’azienda”. Alessandro Carli
I“Storia l libro di una famiglia e di un’azienda”: il volume è stato presentato anche agli Eccellentissimi Capitani Reggenti Venturini e Belluzzi Il CdA e il Comitato strategico di Colombini Group si sono presentati la scorsa settimana ai Capitani Reggenti Andrea Belluzzi e Roberto Venturini per un’udienza che ha voluto sottolineare la storia e i valori di una delle più importanti aziende sammarinesi nel giorno in cui essa celebra il suo cinquantesimo di fondazione. C’erano il Presidente Ivo Colombini, in rappresentaza della generazione che ha fondato l’azienda; l’AD Emanuel Colombini, affiancato dai cugini Marcello, Romina e Denis a rappresentare la continuità generazionale; l’équipe al completo dei massimi dirigenti che, a fianco dell’AD, ha segnato il percorso di sviluppo degli ultimi dieci anni. “Una bella storia sammarinese” ha evidenziato il Segretario di Stato Arzilli ripercorrendo i tratti salienti
di questi cinquant’anni e sottolieneando il ruolo di Colombini Group quale “ambasciatore del made in San Marino nel mondo”. E’ quindi toccato ad Emanuel Colombini illustrare ai Capi di Stato le caratteristiche che hanno portato il Gruppo al forte processo di internazionalizzazione che oggi lo vede presente con presidi fino in Messico, Pechino, Dubai. Da un’azienda “no name” alla costruzione di un brand oggi diffuso su scala mondiale, anche grazie alla recente acquisizione di Febal e Rossana. Un’azienda che non ha mai smesso di investire, soprattutto in settori quali formazione e tecnologia, tanto che oggi il successo che la contraddistingue può essere sintetizzato nella regola delle tre i: innovazione, investimenti, internazionalizzazio-
ne. Ancora adesso che Colombini non ha praticamente rivali sul territorio nazionale e pochi altri competitor a livello mondiale, l’azienda non smette mai di investire in nuove tecnologie, cercare nuovi mercati, rinnovare i suoi prodotti ogni anno con almeno una ventina di nuove collezioni, arrivando a proporre una gamma infinita di scelta. Nella pre-
stigiosa occasione, è stato presentato alla Reggenza il volume che il CdA ha voluto predisporre per questo speciale anniversario, dal titolo: “Storia di una famiglia e di un’azienda”. I testi, corredati da immagini del maestro della fotografia Silvano Bacciardi, sono stati redatti dalla giornalista e scrittrice Angela Venturini. Ripercorrono la storia dei
Colombini e la creazione dell’impresa fin da quando era un piccolo laboratorio artigianale ai confini di Dogana. La Reggenza ha espresso parole di elogio a tutti i rappresentanti di una realtà imprenditoriale che porta onore e vanto alla Repubblica e che per così tanto tempo ha costituito un tassello importante dell’economia sammarinese.
I mprese
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All’ottava edizione dell’Investment Forum spazio alla memoria e ai DPI
I settori industriali a basso contenuto tech Pietro Zani Massani: “Start up che sono scommesse di frontiera” di Alessandro Carli
L’elemento caratterizzante dell’ottavo Investment Forum, ospitato nella sede di Asset Banca, è stato, come ha spiegato in apertura il coordinatore del Club dei Business Angels, Pietro Zani Massani, “il proporre idee originali in settori industriali solitamente con un basso tasso di innovazione i cui prodotti e servizi hanno storicamente uno valore aggiunto molto modesto”. Tre idee quindi un po’ borderline, dal grande appeal, decisamente fresche, che spaziano dal food&beverage alla sicurezza nel mondo del lavoro, passando per le onoranze funebri. “Start up che rappresentano ‘scommesse di frontiera’ – ha rimarcato Zani Massani – e che sono giunte sino a qui dopo essere state ‘filtrate’ da enti certificatori di prestigio”. L’iniziativa difatti vede la stretta collaborazione con l’incubatore d’impresa JCube, che ha sede a Jesi, ma anche dell’Ufficio di Stato Brevetti e Marchi della Repubblica di San Marino e di IBAN. A testimonianza della vivacità e del forte interesse per l’iniziativa, in sala erano presenti numerosi imprenditori provenienti da San Marino ma anche da Rimini e Pesaro-Urbino. LABME Innovations srl Start up di Macerata, fondata da Marco Contigiani e Emiliano Principi, è attiva nel campo della progettazione, sviluppo, realizzazione, produzione, commercializzazione di prodotti o servizi innovativi, ad alto valore tecnologico, hardware e software nei settori dell’ingegneria industriale. Il primo prodotto lanciato è AirVest, un giubbetto di sicurezza per il mondo del lavoro che tutela l’incolumità del lavoratore in caso di cadute accidentali, sia nei contesti dove risulta difficoltoso effettuare un ancoraggio, sia qualora si verifichi il malposizionamento o il malfunzionamento dei dispositivi di ritenuta. Il siste-
ma monitora l’indossaggio del Dispositivo Protezione Individuale (DPI) e al verificarsi della caduta dell’utilizzatore, attiva una sacca airbag a protezione di torace, schiena e parte del collo. Il secondo, Smart Harness, è una imbracatura intelligente in grado di monitorare l’effettivo utilizzo del dispositivo di protezione. Il dispositivo memorizza tutte le informazioni sull’indossaggio del DPI all’interno di una memoria, implementando le funzionalità di una scatola nera, consentendo quindi di risalire ai dati in caso di infortunio o incidente. Entrambi i dispositivi hanno al loro interno anche un tag NFC per identificare il DPI ed accedere, tramite l’utilizzo di uno smartphone o di un tablet, alle informazioni relative all’anno di produzione, stato di revisione, eccetera contenute nel libretto del DPI. L’obiettivo di questi prodotti è quello da un lato di ridurre il numero di decessi per caduta dall’alto (che rappresentano ancora oggi in Italia e nel resto d’Europa la principale causa di decesso sul lavoro) e dall’altro quello di fornire uno strumento capace di ripartire equamente le responsabilità tra lavoratore, addetto alla sicurezza e datore di lavoro in caso di infortunio. Il mercato di riferimento della start up, che oggi è a uno
stadio di sviluppo pre-seed, è quindi quello dei dispositivi di protezione individuale, che in Europa ha un volume di circa 11 miliardi di euro. Dai dati Eurostat emerge inoltre come negli ultimi tre anni la quota di dispositivi anticaduta venduti sia in aumento del 3%. Il modello di business attualmente prevede due possibilità di attuazione. La prima è quella che passa attraverso l’individuazione di un partner commerciale attivo nel settore dei DPI con il quale proporre sul mercato i dispositivi, la seconda invece prevede l’individuazione delle risorse finanziarie necessarie ad avviare una produzione iniziale. Il fabbisogno corrente della start up è di 35 mila euro per la realizzazione del prototipo pre-produzione e relativa certificazione del dispositivo Smart Harness e di 90 mila euro per l’ultimazione del prototipo, realizzazione, pre-produzione e certificazione del dispositivo AirVest. Progetto Memini “Potenzialmente chiunque è cliente”. Così Marco Dellachiesa, co-fondatore, assieme a Franco Facondini, del Progetto Memini, la start up romagnola che ad oggi è nella fase seed e che si occupa di onoranze funebri. Il prodotto base è un’app per smartphone e tablet che pre-
senta il diario-ricordo di una persone defunta. Il cliente potrà così sfogliare digitalmente un album dei ricordi multimediali. “Pensiamo di valorizzare il rapporto con il luogo dove la persone cara è tumulata – ha spiegato Dellachiesa – il ricordo non dovrà avvenire da una scrivania davanti al computer, ma vicino ai propri cari. Per questo l’applicazione è per dispositivi mobile e conterrà anche i riferimenti geografici per raggiungere il luogo presso il cimitero”. Grande attenzione poi è riservata alla parte grafica. “Abbiamo individuato due tipologie di clienti: business, ovvero le agenzie di onoranze e i cimiteri comunali, e i privati”. In Italia ci sono 612 decessi all’anno, 15.500 nelle tre provincie di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena. “Il bacino di potenziali clienti è comunque più numeroso. Crediamo che in questo momento essere i primi a fare il mercato sia decisivo” ha concluso Dellachiesa. L’investimento in equity ricercato da Progetto Memini, che in passato ha partecipato alla business plan competition “Nuove Idee Nuove Imprese” (e che, tra i promotori, anche l’Associazione Nazionale Industria San Marino) è di 70 mila euro, la quota di capitale societario offerta all’investitore è del 15%.
Yuovo Marchigiana come LABME, ma con uno sguardo sul food. E’ Yuovo, che propone la realizzazione di un alimento funzionale a base d’uovo. L’originalità della ricetta, del packaging e della strategia di marketing hanno permesso a questa iniziativa di ricevere numerosi riconoscimenti e anche premi in denaro. Il founder Gianluca Mariucci, che ha un’esperienze diretta di quattro anni di lavoro presso la Agroalimentare Fratelli Monaldi (una delle tre principali aziende italiane di produzione di ovoprodotti pastorizzati venduti per l’industria alimentare), ha sottolineato che si tratta di “una crema d’uovo arricchita da elementi funzionali ad uso colazione e snack, posizionata all’interno del mercato dei prodotti refrigerati 0-4 C°, di fianco ad esempio agli yogurt”. La start up, in stato di preseed, richiede un finanziamento per sviluppare la prima immessa sul mercato di un prototipo per effettuare un primo test di mercato. “In base alla segmentazione per funzionalità proposta da Nielsen, il mercato potenziale direttamente interessato a Yuovo è costituito da quello dell’intolleranza alimentare, che ha un valore di 493.774.000 euro, dei reintegratori energetici (87.137.000 euro) e della difesa. Il modello di business prevede la produzione (preferibilmente in partnership con aziende già inserite nel settore 0-4 C) del prodotti per l’ingresso nella vendita diretta in GDO, con la possibilità di andare sul canale HoReCa e di lavorare con i paesi stranieri. “In questa fase – ha concluso Mariucci – per ultimare lo sviluppo del prodotto a livello industriale e di testing commerciale, un investimento di 100 mila euro, che permetterà di realizzare gli stampi per il packaging, finalizzare ka ricerca sul prodotto e di iniziare una prima, piccola produzione”.
I talia
Compass, non è terra di startup
Poche sorprese nel secondo report Compass, l’impresa che mette sotto la lente di ingrandimento le zone in cui lo sviluppo e la crescita delle startup sono all’ordine del giorno: al primo posto ancora la Silicon Valley (il nido che ha visto nascere Google, Facebook e Twitter), poi a seguire New York City, quindi Los Angeles, Boston, Tel Aviv, Londra, Chicago, Seattle, Berlino, Singapore, Parigi, San Paolo, Mosca, Austin, Banglore, Sydney, Toronto, Vancouver, Amsterdam, Montreal. Una classifica che vede nei primi dieci posti sei città americane e solo due europee, mentre nella seconda parte il ranking si fa più dinamico, con le grandi realtà urbane del Canada, del Brasile, dell’India e dell’Australia E l’Italia? Il Belpaese va in affanno davanti a parole come “funding” e “market reach” perché l’accesso al credito resta tabù e l’equity crowdfunding, che potenzialmente è un ottimo strumento, stenta a decollare. Trasparenza e chiarezza sono solo due delle chiavi che aprono le porte degli investitori. C’è un altro limite culturale che spezza le ali alle startup, ed è quello della competitività. Il mercato italiano - spiega il report di Compass - è ancora troppo lottizzato e appannaggio di una manciata di attori principali i quali o assorbono al proprio interno startup per integrarne prodotti e servizi oppure diventa difficile spuntarla e conquistarsi una parte anche piccola di mercato.
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F isco
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Terza e ultima puntata sulla circolare dell’Ufficio Tributario del Monte
Credito di imposta estero: i redditi diversi Ecco alcuni esempi pratici effettuati con valori numerici ipotetici Concludiamo la disamina della circolare dell’Ufficio tributario dedicata alla metodologia di calcolo del credito d’imposta estero. Quadro G: redditi diversi In riferimento ad eventuali redditi prodotti all’estero indicati ed elencati nel quadro G, che godono di eventuali abbattimenti interni, le eventuali imposte assolte all’estero devono essere riproporzionate ai sensi del comma 10 art. 18 L. 166/2013. Nel quadro P infine va indicato l’eventuale credito d’imposta su redditi esteri (da indicare nel rigo 80). Alcuni esempi pratici effettuati con valori numerici ipotetici. 1 - Contribuente residente che percepisce redditi da lavoro dipendente in Italia e altresì a San Marino: reddito lordo (da intendersi al netto dei contributi obbligatori) da lavoro dipendente Italia: 15.000 euro (modello CUD); reddito lordo (da intendersi al netto dei contributi obbligatori) da lavoro dipendente San Marino: 20.000 euro; Imposta netta/ritenute Italia: 4.000 mila (comprensivi della imposta addizionale comunale e regionale); calcolo deduzione 7% su reddito complessivo da lavoro dipendente: (20.000 euro x – 7%) + (15.000 euro x -7%) = (20.000 – 1.400) + (15.000 1.050) = 32.550 euro. L’imposta estera da indicare potenzialmente recuperabile è pari a: 4.000 euro x -7% = 3.720 euro. Calcolo reddito imponibile: 32.550 euro - 9.000 euro (quota SMaC) - 2.000 euro (passività deducibili varie di cui All. A e B) = 21.550 euro, al quale corrisponde un’imposta progressiva per scaglioni pari a 2.543,50 euro (imposta netta di cui al rigo 60). Il massimo credito d’imposta estero è dato da (13.950 / 21.550) x 2.543,50 = 1.646,49 euro (credito d’imposta estero). Imposta netta da pagare su dichiarazione a San Marino: 2.543,50 - 1.646,49 = 897,01 euro. 2 - Contribuente residente
sammarinese: reddito da lavoro dipendente a San Marino, immobile destinato a civile abitazione San Marino (abitazione principale Dello stesso contribuente), proprietario di immobile civile abitazione a disposizione in Italia e altresì di un terreno sempre in Italia a disposizione, e titolare di un conto corrente presso Istituto bancario italiano. Reddito lordo da lavoro dipendente: 30.000 euro; immobile civile abitazione in San Marino (abitazione principale) con rendita catastale di 1.600 euro; civile abitazione in Italia a disposizione (non locata, da indicare altresì nel quadro M) con rendita catastale di 800 euro; terreno in Italia a disposizione (non affittato, da indicare altresì nel quadro M ) con reddito dominicale di 500 euro + 500 euro di reddito agrario = 1.000 euro con imposta. IRPEF pagata di 100 euro (così come calcolata in base alla normativa italiana quadro RA, già rivalutato +75% reddito agrario, + 80% reddito dominicale); conto corrente che al 31/12/2014 ha un saldo positivo di 24.000 euro (da indicare altresì nel quadro M) e che nel corso del 2014 ha maturato interessi attivi pari a 200 euro. I calcoli per il reddito imponibile del contribuente: 27.900 euro (reddito da lavoro dipendente dato da 30.000 euro - 7%) + 100 euro (da rendita catastale RSM abitazione principale perché esente sino a 1.500 euro) + 800 euro (fabbricato Italia civile abitazione, da inserire nell’apposito rigo del quadro C) + 1.000 euro (terreno estero da inserire nel quadro B apposito rigo per estero)= 29.800 euro. In riferimento agli interessi da c/c il contribuente opta per la tassazione separata all’11% sul netto frontiera: 200 euro x 11% = 22 euro (a titolo quindi di tassazione separata, senza portarsi pertanto alcun credito d’imposta estero per tale reddito). Reddito al netto delle passività deducibili = 29.800 euro 9.000 euro (quota SMaC) 1.000 euro (altre passività) =
19.800 euro. L’imposta progressiva per scaglioni su 19.800 euro (1.940 + 306) = 2.246 euro. Poi c’è il caso del contribuente residente a San Marino, che svolge attività d’amministratore ed è altresì socio di una Srl sammarinese (da indicare nel quadro M), con compenso annuo percepito (al netto dei contributi previdenziali previsti obbligatori) quale amministratore a San Marino di 30.000 euro; titolare del 50% di una Snc In Italia (da indicare nel quadro M) con un reddito a lui imputabile pari a 20.000 euro che ha pagato in Italia una IRPEF netta pari a 4.000 euro e che inoltre ha altresì la gestione presso intermediari finanziari sammarinesi di strumenti finanziari che hanno prodotto plusvalenze nette (ossia plusvalenze – minusvalenze) per 10.000 euro. Lo stesso contribuente ha inoltre quote di una società di ca-
pitali in uno Stato estero che non ha DTA con San Marino (da indicare nel quadro M), che gli ha distribuito 20.000 euro di dividendi, soggetti ad una ipotetica ritenuta alla fonte del 20% (quindi ritenuta di 4.000 euro, netto percepito di 16.000). Calcolo imposta dovuta: 30.000 x - 25%= 22.500 (reddito da compenso da amministratore soggetto a tassazione progressiva) da indicare nel quadro G. 20.000 euro (reddito dalla Snc assoggettato a tassazione separata del 17%, che va indicato nella sezione 2 del quadro F). 10.000 euro capital gains soggetti a tassazione separata obbligatoria (non c’è opzione) dell’8%, da indicare nel quadro H. 20.000 euro dividendi di fonte estera, per i quali il contribuente può optare per la tassazione separata sul netto frontiera del 3% (senza alcun credito d’imposta estera) oppure tassazione pro-
gressiva per scaglioni (con credito d’imposta estera). Ipotesi A, a tassazione separata sui dividendi (da indicare quindi nel quadro H): reddito da Snc, 20.000 euro x 17%= 3.400; 22.500 - 9.000 (quota SMaC) = 13.500 (reddito netto imponibile) ma poiché il reddito d’impresa (della Snc italiana di 20.000 euro) concorre al calcolo dell’imposta progressiva per scaglioni dovuta, vi corrisponde la seguente imposta dovuta: 1.360 + 1.155 = 2.515. 10.000,00 x 8% = 800 (tassazione separata obbligatoria per i capital gains); (20.000 4.000) x 3% = 480 euro (tassazione separata su dividendi fonte estera sul netto frontiera); imposta netta dovuta, 2.515 + 480 + 800 = 3.795 euro (Ricordiamo che l’imposta RSM del 17% sul reddito della Snc italiana è stata totalmente assorbita dal credito d’imposta estero). Ipotesi b, a tassazione tutta
progressiva, anche sui dividendi. 22.500 - 9.000 (quota Smac ) + 20.000 (dividenti esteri) = 33.500 euro ma poiché il reddito d’impresa (della Snc italiana di 20.000 euro) concorre al calcolo dell’imposta progressiva per scaglioni dovuta, vi corrisponde la seguente imposta dovuta complessiva di 7.440 euro. Calcolo credito d’imposta estero: 20.000 x 7.440= 4.441,79 euro(max. credito d’imposta estero). Ma poiché il contribuente ha pagato imposta estera sui dividendi per 4.000 euro l’imposta netta da pagare è data da 7.440 4.000 = 3.440 euro. Alla predetta imposta di 3.440 devono essere sommati 800 relativi alla tassazione separata sui capital gains per un totale di 4.240 euro. L’Ufficio Tributario della Repubblica di San Marino è a disposizione per eventuali chiarimenti (0549.885010). a cura della Red. ec.
FProroga inanze straordinaria dei termini di presentazione
delle dichiarazione dei redditi: scadenza il 31 agosto La Segreteria di Stato per le Finanze ed il Bilancio comunica che è stato pubblicato il Decreto – Legge n.117/2015 relativo alla proroga straordinaria dei termini di presentazione delle dichiarazioni dei redditi per le persone fisiche inclusi i lavoratori autonomi e i titolari delle imprese di persone fisiche al 31 agosto 2015. Contestualmente vengono prorogati i termini, al 31 agosto 2015, anche per il versamento dell’imposta dovuta in base alla dichiarazione dei redditi e il versamento del primo acconto 2015, sempre per le persone fisiche inclusi i lavoratori autonomi e i titolari delle imprese di persone fisiche. Con il precedente Decreto – Legge 11 maggio 2015 n. 66, sono stati prorogati in via straordinaria e solo
per il periodo d’imposta 2014, i termini per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi e il relativo versamento dell’imposta a conguaglio dal 30 giugno, come previsto dalla Legge n. 166/2013, al 31 luglio 2015. Questo maggiore periodo di tempo, viene concesso alle persone fisiche per espletare tutti gli adempimenti fiscali in considerazione dell’aumento del numero dei contribuenti che hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione e per i mag-
giori adempimenti richiesti dalla legge di riforma fiscale n.166/2013. Inoltre, si è tenuto conto delle segnalazioni e delle richieste di proroga termini presentate dalle Organizzazioni Sindacali, dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e dall’Osla necessarie per completare le dichiarazioni dei redditi in giacenza. Resta confermata per il periodo d’imposta 2014 per tutti gli operatori economici, sia persone fisiche che giuridiche, la presentazio-
ne, entro il 31 luglio 2015, delle dichiarazioni annuali riepilogative dell’imposta speciale di bollo sull’acquisto dei servizi di agenzia, pubblicità ed elaborazione dati e dell’imposta complementare sui servizi, di cui alla Legge n.179/2005 e successive modifiche ed integrazioni, alla Legge n.194/2010 e al Decreto Delegato n. 50/2011. Il Decreto – Legge in oggetto proroga di conseguenza al 31 agosto 2015, in via straordinaria e solo per il periodo d’imposta 2014, anche i termini per il versamento del conguaglio e del primo acconto dei contributi previdenziali e del Fondiss di cui al comma 1, lettera a) del Decreto Delegato 25 giugno 2014 n. 93, per i lavoratori autonomi e i titolari delle imprese di persone fisiche.
T erza Pagina
Sarajevo, oggi ma 20 anni dopo
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“Le persone vogliono fare vedere al mondo come sono”
11 Libri
La Spoon River romagnola di Andrea Rossini
Vittorio Giardi e Gabriele Mazza in mostra con le fotografie fatte nella capitale della Bosnia, che vive tra passato e futuro Le immagini di “Sarajevo Capitale d’Europa 20 anni dopo”, in mostra all’interno della Sala Fondazione San Marino (via Belluzzi, 1, San Marino) sono l’attimo fermato. Tutto il “prima”, il “durante” e il “dopo” lo fa emergere – come fosse una pellicola che è entrata nella camera oscura Vittorio Giardi, uno dei due fotografi (il secondo è Gabriele Mazza) protagonisti dell’iniziativa. “Tra febbraio e marzo 2014 io e Gabriele siamo stati in Bosnia per presentare ‘San Marino the stone and the move’ all’interno del Sarajevo Winter Festival. Durante i dieci giorni dell’evento abbiamo svolto un lavoro di ricerca
e documentazione impegnativo ma gratificante, esplorando con scrupolo la città per fotografarla”. Questi scatti, al tempo stesso opera e documento, colti in molteplici spazi e momenti, oggi diventano materici. “Io ho cercato di dare un taglio più da cronaca, Gabriele invece si è soffermato sulla città. Io giravo con una sola macchina fotografica, spesso nascosta in modo da non farmi vedere, lui invece con un cavalletto e molto obiettivi. Abbiamo incontrato le neve e il sole, camminando 10-12 km al giorno”. Il risultato è visibile, integralmente, negli scatti che tutti possono ammirare sino al 23 agosto.
Giardi ci apre la porta del backstage. “Nessuno ci ha mai guardato male, anzi: le persone volevano farsi fotografare per far vedere al mondo come sono. Alle sei di mattina le persone si mettono in fila per ricevere il pane, e ti sorridono, augurandoti una buona giornata. Gli abitanti vivono il presente e hanno voglia di futuro”. Gli aspetti più negativi invece, spiega il fotografo sammarinese, “hanno riguardato l’architettura: il 90% dei nuovi edifici sono di proprietà di banche. Quelli vecchi – in particolar modo uno costruito durante l’epoca di Tito - invece hanno ancora i segni delle pallottole
nei muri, ma magari hanno gli infissi appena acquistati”. Città di contrasti quindi, soprattutto sociali. “Nelle strade di Sarajevo si vedono passare automobili da 100 mila euro e mezzi che qui da noi non si vedono più da anni”. 1994-2014: 20 anni dopo la guerra, quali sono le cicatrici ancora visibili? “Quel conflitto provocò la morte di oltre 20 mila persone. I parchi pubblici, ancora oggi, ricoprono le salme degli scontri: sono stati riconvertiti in enormi cimiteri che, ed è questo il messaggio più bello di fratellanza – vedono vicini ortodossi, cristiani e musulmani”. Alessandro Carli
Pittura
“Scenari del ‘900”, un bilancio di conferme e di promesse Di certo la mostra “Scenari del ‘900” ha dato un tono decisamente alto alla prima parte della stagione culturale sammarinese, mettendo in scena i grandi protagonisti dell’arte dello scorso secolo italiano e non solo. Un’iniziativa che ha avuto anche l’importante ruolo di disvelare ai cittadini sammarinesi le grandi potenzialità delle collezioni private e pubbliche esistenti in Repubblica, e che, come ha più volte ribadito la stessa curatrice Beatrice Buscaroli “attendono solo programmi più incisivi e volontà più determinate per essere conosciute anche al di fuori dello Stato” e mobilitare così ulteriori flussi di visitatori. La mostra, oltre a richiamare un folto pubblico di appassionati, è riuscita a mettere in moto una serie di visitazioni, incontri e dibattiti da parte di critici e storici dell’arte, giornalisti, collezionisti e operatori culturali. Relazioni che sapientemente valorizzate hanno prospettato a Banca CIS la possibilità di esportare la mostra, in toto o anche della parte relativa
alla propria collezione, in prestigiose città italiane. Quindi un bilancio carico di conferme e di promesse come del resto sottolinea Massimo Merlino, Presidente di Banca CIS – Credito Industriale Sammarinese: “Si tratta di un’esperienza decisamente positiva per la nostra Banca che da tempo investe risorse nella promozione dell’arte e della cultura e che per l’occasione, ha messo in campo buona parte delle opere del suo fondo d’investimento Scudo Arte
Moderna. C’è stato l’interessamento di operatori culturali ed amministratori di città vicine ma anche di realtà più distanti e prestigiose ad ospitare la mostra e questo ci ha davvero lusingati e ripagati degli sforzi fatti. L’arte oltre ad essere passione estetica ed emozionale è un bene reale, un investimento e, se ben seguita e amministrata, può dare significative soddisfazioni come dimostrano le ottime performances di questo tipo di mercato anche negli anni della grande crisi”.
Scrivere un libro è un’impresa ma allo stesso tempo un modo per “dare libertà” alla propria scrittura, spesso costretta a rispettare i canoni aulici del buon pensiero e del non urtare, attraverso la scelta di alcune parole, la sensibilità del lettore quotidianista. Nelle scorse settimane il collega Andrea Rossini, validissima penna “nerista” e “giudiziaria” del Corriere di Romagna, ha dato alle stampe per NFC il volume “I delitti della Romagna, trenta casi veri, presunti, irrisolti, da risolvere”, un viaggio nel Kursaal della cronaca più dura, quella che se hai un animo troppo sensibile, potrebbe toglierti il sonno. Una discesa negli inferi più caldi, un salto nel passato, per ricostruire e dare una nuova dignità a 30 storie che, nelle pagine dei quotidiani, spesso rischiano – per problemi di spazio – di rimanere incomplete. Un libro che non è solo nomi, lame affilate, coltelli e agguati, ma anche un’analisi delle procedure più intime delle indagini, del cambiamento tecnologico che ha attraversato i professionisti che si occupano dei fatti. “La scoperta più sorprendente nel corso delle ricerche che hanno preceduto la stesura del libro - scrive lo stesso autore - non è stato individuare e segnalare al magistrato il probabile responsabile di un omicidio, ma constatare come i vecchi identikit a matita fossero più somiglianti e efficaci di quelli odierni al computer”. Come detto in apertura, un libro significa libertà. Libertà di poter scrivere quello che davvero è uscito dalla bocca delle persone, senza censure: “Fanculo Sanpa”, o ancora, “Maradona figlio di puttana”. Rossini, in questa potente e interessante raccolta di storie, si veste da Edgar Lee Masters: lì una Spoon River americana, qui quella della Romagna, che attraversa la banda della “Uno bianca”, il lupo “Liboni”, preti fatti fuori, donnine e tanta malavita. Alessandro Carli