Fixing 26 2016

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Anno XXIV - n.26 - 1,50 euro

F inanze

San Marino Un PIL da AAA

Le riserve di bilancio di San Marino sono diminuite, passando da 40,5 milioni di euro nel 2014 a 32,9 milioni nel 2015 (2% del PIL). E’ quanto ha affermato il Segretario di Stato alle Finanze, Gian Carlo Capicchioni, che in aula ha dato lettura del rapporto Fitch. Prima della profonda recessione di San Marino, durante la quale il PIL è diminuito di un terzo, le riserve di bilancio erano pari al 15% del PIL. Il rapporto regista il ritorno a una lieve crescita, che dovrebbe attestarsi attorno allo 0,5% nel 2015, dopo una contrazione dell’1,0% nel 2014, e il mercato del lavoro si è lievemente stabilizzato. “Il saldo di bilancio – ha spiegato il Segretario - ha beneficiato del superamento della recessione e delle precedenti misure volte ad ampliare la base di prelievo e a combattere l’evasione fiscale. Il saldo pubblico è ritornato a registrare un avanzo dello 0,8% del PIL nel 2014, mentre si stima un lieve disavanzo pari quasi allo 0,1% del PIL nel 2015, a causa di entrate moderatamente inferiori e di maggiori spese ricorrenti”. Il PIL pro capite che rimane molto superiore alla mediana dei paesi del gruppo ‘BBB’ e in linea con la mediana ‘AAA’ (attestandosi sui 48.886 Dollari USA nel 2015); il debito pubblico lordo, che ammonta al 19% del PIL nel 2015, regge positivamente il confronto con la mediana ‘BBB’ del 42%. Un ampio fondo per la sicurezza sociale (pari quasi al 23% del PIL) potrebbe fornire una riserva di bilancio a breve termine in caso di ulteriori shock al settore bancario, ma nel più lungo termine il fondo necessita di maggiori contributi statali per garantirne la sostenibilità.

Direttore Alessandro Carli

Venerdì 1 Luglio 2016

San Marino mette nell’obiettivo il “bio”

A NIS

Ue, Di Pietro: Una scelta indispensabile

Primi incontri con la aziende interessate, circa 40, che già nel 2019 potranno avere le certificazioni e quindi esportare i propri prodotti a pag.7

S torie

Sandra Basso La “figlia delle stelle”

a pag.3

C ultura

La Repubblica di San Marino “punta” al biologico. Dopo molti rumors e molte richieste, è partito ufficialmente il primo “giro” di incontri tra il tecnico Carlo Bazzocchi e le circa 40 aziende del territorio interessate a fare il salto di qualità. In due o tre anni – e quindi già entro il 2019 - anche il Titano potrà quindi esportare i propri prodotti, purché il nostro Paese adotti una normativa equivalente a quella UE. Sull’importanza e sul valore anche economico che il bio sta avendo in Italia, giusto per fare un esempio, è intervenuto il Ministro Maurizio Martina che, in occasione della presentazione del “Piano strategico Nazionale”, prevede, entro il 2020, un raddoppio delle superfici e un aumento del fatturato di oltre il 30%. Servizio a pag. 4

Le sentenze di Vittorio Scialoja

alle pag.8-11

spazio riservato all’indirizzo


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T lc

FIXING - Anno XXIV - n.26 - Venerdì 1 Luglio 2016

Nuova sede e nuovi prodotti, bacino più ampio e attenzione all’innovazione

“Vogliamo promuovere San Marino all’estero” I progetti di William Casali, nuovo Presidente di San Marino RTV

F ocus

Questione di num3ri

Visto che – a quanto sembra – l’estate è arrivata, non possiamo non citofonare a Federalberghi. Che, naturalmente, ha risposto: da giugno a settembre le imprese del settore danno lavoro a poco più di 1 milione di dipendenti, con un picco nel mese di agosto pari a circa 1,12 milioni. Sempre lavoro, e sempre con il pollice in alto. E’ quello che emerge dal Rapporto “ImpresaInGenere”, realizzato da Unioncamere nel quadro della collaborazione con Ministero Sviluppo Economico, Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento Pari Opportunità. Le imprese femminili oggi in Italia sono 1 milione e 312mila imprese femminili e danno lavoro a quasi 3 milioni di persone. Non sappiamo se è l’effetto “Europei di calcio”, ma intanto l’economia francese ha aumentato il ritmo di crescita nel 1° trimestre dell’anno, segnando un rialzo dello 0,6% dal +0,3% del trimestre precedente. Lo ha reso noto, nei giorni scorsi, l’Istituto Statistico Nazionale Francese (INSEE). A calmare le acque, ci pensa Eurostat che in un report, ha rimarcato che il tasso dei posti di lavoro vacanti nella zona euro è cresciuto, passando dallo 1,6% dell’ultimo trimestre 2015 allo 1,7% del primo trimestre 2016. Tra le notizie curiose legate al 1 luglio, ne ricordiamo almeno un paio. Oggi, ma nel 1908, veniva adottato il segnale SOS come segnale internazionale per la richiesta di soccorso. Sempre oggi, ma nel 2005, l’Italia dice addio al servizio di leva obbligatorio

Una San Marino RTV più forte in Italia e pronta ad accompagnare San Marino nel processo di apertura all’esterno, soprattutto in chiave europea. Con un’attenzione particolare all’innovazione tecnologica, grazie al contributo del nuovo Presidente William Casali, che per la sua attività professionale, ma soprattutto per quella di ASI e l’impegno nell’Agenzia per lo Sviluppo Digitale, rappresenta al meglio questo settore. Dall’informatica all’informazione: quanto i due settori sono collegati? “Moltissimo, soprattutto oggi con l’accesso diretto e istantaneo alle fonti web. E in questo contesto noi vogliamo essere una di quelle fonti, autorevole e attendibile. Sicuramente per il pubblico, ma anche per i nostri interlocutori, in primis l’Italia e la Rai”. La Rai, appunto. Dopo la recentissima stabilizzazione dei rapporti, quali sono i prossimi accordi? “Ha fatto bene a citare quel passaggio, perché l’accordo di cooperazione radiotelevisiva tra Repubblica Italiana e Repubblica di San Marino è un provvedimento molto importante, da cui ne discenderanno altri su specifici temi. Averlo raggiunto è quindi un grande risultato, per il quale merita un plauso chi si è impegnato in tal senso, a partire dal mio predecessore Cesare Tabarrini e dal Direttore Carlo Romeo. Come detto, da lì si sono aperti nuovi tavoli tecnici a Roma, in particolare quello per il DAB, dal quale ci aspettiamo la possibilità di allargare la diffusione della nostra radio a tutta Italia. Lo stesso risultato che vogliamo ottenere per la Tv, per cui si aprirà un’altra trattativa in tal senso”. Più forti in Italia, quindi? “Più presenti, sicuramente. Fa parte della nostra mission promuovere il sistema San Marino all’esterno e vogliamo farlo nella maniera più efficace possibile. Per questo occorre che anche gli altri Stati, in particolare l’Italia ci

riconosca come Tv nazionale, un obiettivo fondamentale anche per il piano di investimenti, che ovviamente è collegato alla raccolta pubblicitaria. Va da sé che all’aumento del bacino d’utenza aumenti anche la possibilità di entrate pubblicitarie”. Riconoscimento che fa rima con accreditamento?

“Aperti tavoli tecnici a Roma per allargare il bacino a tutta la penisola” “Certamente essere considerati un partner affidabile dagli altri player, Rai in primis, è un obiettivo che va perseguito in ogni campo e in ogni momento. Anche per questo attendiamo fiduciosi il 25 luglio, quando verranno aperte le buste per il bando pubblico per una nuova sede. L’attuale struttura non ci permette di elaborare un piano industriale all’altezza, che prevede la produzione di servizi e prodotti di alta qualità, in grado di interessare anche altri Paesi e Tv. Inoltre sono personalmente convinto che il Palazzo Kursaal debba tornare, in toto, alla sua funzione originale che è turistica”. Investimenti, nuova sede, accordi con l’Italia: il piano sembra già pronto. “In verità c’è molto altro, e tantissimo compete giustamente al Direttore Romeo, al quale darò tutto il contributo possibile. Sono un convinto sostenitore del lavoro di squadra, un valore che ho acquisito in azienda e trasmesso in ASI fin da subito, e che porterò avanti anche in RTV dove, al momento, riscontro una giusta energia ed un buon rapporto anche con la Rsa”. A proposito di contributo, quanto conterà la sua esperienza nel settore dell’information technology?

“E’ il mio mondo, è vero, ma è anche un settore in espansione, che va studiato perché anche San Marino può cavalcare quest’onda di innovazione. Lo sta facendo con il Parco Scientifico, le start up, i nuovi investimenti nelle TLC e l’Agenzia per lo Sviluppo Digitale. Come il Direttore Romeo ha messo a disposizione la sua conoscenza e passione per il mare, ideando un prodotto – Alta Marea – che oggi rivendiamo anche all’estero, nel mio piccolo cercherò di infondere a tutta l’azienda una maggiore attenzione per l’innovazione, l’informatica e tutto ciò che riguarda le nuove tecnologie”. Dobbiamo aspettarci una programmazione monotematica sui computer? “No, tutt’altro. Innovazione non significa per forza chip, software o internet. E comunque non è mia intenzione intervenire nella programmazione, ma solo di

dare un contributo in tal senso, perché credo fortemente che San Marino possa fare molto nel mondo dell’innovazione tecnologica, all’interno dei propri confini come fuori da essi”. Fuori c’è l’Italia, anzi l’Europa. Se sullo stivale gli obiettivi sono già chiari, quale sarà l’approccio con l’Unione Europea?

“Aumenteremo la pubblicità per investire in produzioni di qualità” “San Marino sta finalmente uscendo dal proprio guscio e c’è tanta spinta all’apertura verso l’esterno. Lo si vede ogni giorno di più, nella società e nelle imprese. Questa apertura necessita di

P innevoluzione

tutto il sostegno e l’approfondimento che la Tv di Stato deve e può dare. Lo stiamo facendo con un programma dedicato, lo faremo anche in altri modi: siamo la Tv dei sammarinesi, vogliamo promuovere il Paese all’estero e informare di cosa succede nel mondo con rinnovata cooperazione”. E’ alla ricerca di nuove sinergie? “Ovviamente si, in questo progetto maggiore sarà la partecipazione, in primis del tessuto economico sammarinese, migliore sarà la percezione di un paese coeso e che crede nelle intenzioni che stiamo comunicando all’esterno. Oggi possiamo offrire maggiore visibilità soprattutto alle aziende che desiderano esportare il prodotto “Made in San Marino”, che può essere finalmente valorizzato su programmi di qualità prodotti in Repubblica”. Daniele Bartolucci

Discendiamo tutti dai pesci: abitudini appetiti, difetti e capacità comuni

di Daniele Bartolucci La spigola o branzino è uno dei predatori più rinomati delle coste italiane e, peccato per lui, anche uno dei pesci più gustosi da mangiare, protagonista di tante ricette. Se è vero che è sempre più diffuso l’allevamento di questa specie, è altrettanto vero che le quotazioni di quello “allamato” sono altissime. E questo non solo per le sue prelibate carni bianche.

Pur essendo un grande cacciatore, questo pesce è molto sospettoso e sono tanti i pescatori che tornano a casa con il carniere vuoto. Di qui l’infinita diatriba su quale sia la tecnica migliore per catturarla, se a bolognese col bigattino o la “schilla”, oppure a surf casting lanciando sulla rottura dell’onda, o a spinning e traina con gli artificiali. Ma anche si dovesse risolvere tale questione, rimarrebbero tutte le altre variabili, a

iniziare dalla stagione (d’invero lontano dalla costa, d’estate vicino agli scogli e alle foci dei fiumi, spesso anche nei fiumi stessi), per arrivare al meteo e alle fasi lunari. La verità, che i pescatori non ammetteranno mai, è che questo pesce abbocca quando e a ciò che vuole lui, che esso sia una piumetta bianca e nera o una mazzancolla sgusciata, o un topolino che incautamente nuota tra gli scogli.


S toria di imprenditori

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di Alessandro Carli

“Tutto è nato ‘da e per’ l’astronomia: le ricerche e le scoperte fatte nel tempo – penso al gps o a internet o ancora alle strutture in titanio o alle braccia meccaniche –, una volta testate, poi sono state portate nella vita di tutti i giorni. L’astronomia, in tutte le sue sfaccettature, ha cambiato l’esistenza dell’uomo”. Impossibile tradurre in scrittura l’accendo sudamericano con cui Sandra Basso, Amministratore Unico di S. M. Space, racconta il campo in cui opera l’azienda sammarinese. “Sono colombiana” spiega con un sorriso. Ma prima di capire la strada e i motivi che l’hanno condotta dapprima in Italia e poi sul Titano, proseguiamo con l’astronomia, e la leghiamo alla stretta attualità: la S.M. Space (dove, come rivela la stessa imprenditrice, “S. sta per Sandra e M. per Michele”, uno dei soci, “ma anche, per assonanza, sono le iniziali di San Marino”), come abbiamo annunciato su San Marino Fixing due settimane fa, fornirà al Vietnam National Satellite Center due cupole osservatorio e due cupole planetarie. “Le prime serviranno per fare ricerca: tra i problemi che sta vivendo oggi lo spazio, c’è quello della spazzatura, dei rifiuti. Le seconde invece, anche grazie alla grande duttilità, verranno impiegate per la parte didattica”. Un progetto straordinario, che Sandra Basso racconta tra le pieghe. A partire dall’arrivo sul Titano, lo scorso anno. “La S. M. Space è un distaccamento della Columbia Optics di Ferrara – racconta -. A San Marino avviene la fase di assemblaggio delle singole parti, già preventivamente ‘tagliate’ su misura, ma anche la fase di test e dei demo”. Il telaio con cui vengono realizzate le cupole, in acciaio (lo scheletro) e alluminio (per i rivestimenti interni, serve per isolare e evitare le condense), si presenta agli occhi in tutta la sua maestosità. Apparentemente un lavoro facile per i saldatori. Sandra però ci smentisce subito. “La particolarità

Intanto sono in partenza per il VNSC due planetari e due cupole dell’azienda sammarinese

Sandra Basso, una figlia delle stelle (e della politica) L’Amministratore Unico di S. M. Space tra università, giornalismo e la “sua” Colombia sta proprio nella sua forma. Generalmente gli operai sono abituati a operare su strutture dalla forma quadrata. La tecnica per le forme curve è diversa, e richiede grande conoscenza. Una saldatura non corretta può ‘rovinare’ la forma della cupola, e farla inclinare”. Le cupole presenti all’interno dell’azienda e che verranno spedite in Vietnam sono imponenti: sembrano i gusci delle coccinelle, ma molto più grandi. Sandra Basso e Michele Bonadiman azionano un telecomando, che muove in senso orario e antiorario l’osservatorio. Poi si avvicinano alla cupola, e la muovono con una mano. E’ la forza delle linee curve, che scaricano i pesi e rendono maneggevole la rotazione. Ci spostiamo all’interno del planetario e lo spettacolo che si apre agli occhi è da togliere il fiato. “La tecnologia – spiega l’Amministratore Unico – ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. Qui vengono proiettati filmati in 4K e, attraverso l’utilizzo di sei proiettori, si possono ammirare il cielo e le stelle. E si può andare avanti e indietro nel tempo, e vedere le notti stellate di New York tra 10 anni o quelle di Gerusalemme nell’anno 0”. Sembrano, giustamente, le parole di un ingegnere. E invece Sandra Basso è laureata in giornalismo e solo nel 2007 ha iniziato ad avvicinarsi e a studiare l’astronomia sino ad acquisire un know how di tutto rispetto. Facile, abbastanza facile per chi ha lavorato nel gruppo “Strategia politica” di Alvaro Uribe, Presidente

della Colombia dal 2002 al 2010. “E’ stata un’esperienza straordinaria, senza orari, che mi ha arricchito moltissimo come persona e come professionista. La politica, nel mio Paese natale, è diversa da quella italiana: i votanti vanno conquistati uno ad uno. Qui invece il partito dà indicazioni”. Sandra Basso apre il libro dei ricordi. “Ho sempre abbinato il lavoro allo studio, anche per misurare sul campo le conoscenze universitarie: solamente la pratica ti può far capire se quello è il tuo mondo oppure no”. Eppure uno dei suoi primi servizi giornalistici non è stato del tutto facile. Sandra lo ricorda con un sorriso: “Scoppia una bomba in una pizzeria, e mi mandano sul posto per le consuete interviste. Mi sono fatta accompagnare da mia mamma perché avevo un po’ paura di chiedere…”. “Mia mamma, una donna abbastanza rigorosa – prose-

San Marino FIXING settimanale di informazione economica, finanziaria e politica Direttore responsabile Alessandro Carli a.carli@fixing.sm Redattore Daniele Bartolucci d.bartolucci@fixing.sm Responsabile commerciale Roberto Parma 339.8016455 roberto.parma@fixing.sm Per la pubblicità su Fixing 0549.873925 commerciale@fixing.sm

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Editore Società Editoriale Fixing srl Via Antonio Onofri, 109 47890 San Marino Città Tel. 0549.991719 Fax 0549.879049 e-mail: info@fixing.sm web: www.sanmarinofixing.com Prezzo in edicola: 1,50 euro Fotolito Fotoedit srl - Via G. Angeli, 4 47899 Serravalle Repubblica di San Marino

Stampa Studiostampa New Age Strada Cardio, 58 47899 Galazzano Repubblica di San Marino Autorizzazione della Segreteria di Stato agli Affari Interni della Repubblica di San Marino del 16/4/1993 - Protocollo n.1695. Spedizione di stampa periodica in abbonamento postale per l’interno - Tassa pagata - Tariffa per editori - Autorizzazione n.711 del 16/02/2005 della Direzione Generale delle PP.TT. della Repubblica di San Marino

gue – mi ha insegnato ad avere fiducia in me stessa e a parlare con le persone”. Due caratteristiche indispensabili per chi lavora nella comunicazione. Sandra si interrom-

pe, guarda per qualche secondo il planetario. “Oggi le persone vivono spesso a testa bassa: guardano a terra, o scrivono sugli smartphone o i tablet. Scordando lo spetta-

A lt(r)adefinizione

colo che il cielo ci regala ogni giorno”. Perché in fondo siamo tutti “figli delle stelle”, anche se ogni tanto, putroppo, ce lo dimentichiamo…

Per condividere il significato delle parole senza dare nulla per scontato

di Roberto Parma “Cantami o diva del pelide Achille l’ira funesta”: il famosissimo incipit dell’Iliade è la frase impiegata nell’anteprima dei caratteri digitali (font). Non ho mai capito perché si utilizza questa frase, seguita da 1234567890, per riprodurre lo stile del carattere tipografico. Però l’accostamento del termine “carattere” al mitologico personaggio suscita in me un po’ di suggestione.

Forse la spiegazione potrebbe essere che l’eroe greco rappresenta un modello di uomo di “carattere”: virtuoso e valoroso, consapevole della propria forza e coraggio ma anche capace di provare sentimenti forti, come quello per l’amico Patroclo. Così, come nei caratteri tipografici dove convivono diverse caratteristiche: ne esistono difatti di tantissime varietà. Ci sono quelli cosiddetti “bastone”, utilizzati soprattutto, per

il loro tratto deciso nei titoli o nelle frasi brevi; ci sono poi i caratteri con le “grazie” maggiormente adatti a testi più lunghi in quanto affaticano meno gli occhi durante la lettura. Non esiste il “carattere” migliore, quello che primeggia sempre su tutto e su tutti, dipende dalle circostanze e spesso dalla nostra volontà. Achille ad esempio preferì una morte gloriosa ad una vita lunga ma priva di virtù.


T erritorio

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40 imprese interessate. Per l’export una norma equivalente a quella UE

San Marino “bio” già entro il 2019 Carlo Bazzocchi spiega i tempi, i costi e gli interventi da fare di Alessandro Carli

Le 40 richieste pervenute al Consorzio Terra di San Marino non sono esattamente un “sassolino nello stagno”. Del resto, la necessità di approdare al biologico, gli agricoltori, l’hanno manifestata più volte. Ora però quello che sino a pochi giorni fa era solo un progetto sulla carta, sta diventando realtà. Il Consorzio Terra di San Marino, in collaborazione con la Segreteria di Stato per il Territorio e all’UGRAA, ha dato incarico al dottor Carlo Bazzocchi, un professionista del settore, di occuparsi della parte operativa e tecnica: best practice, tempi di conversione e costi. Prima di presentare i dettagli del progetto però, sgombriamo subito un dubbio: per ottenere le certificazioni, anche in un’ottica di export, verranno recepite le normative UE. I tempi: obiettivo 2020, forse anche prima Uno spunto interessante arriva dall’Italia: il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ha presentato il Piano strategico Nazionale che per quel che concerne il bio prevede, entro il 2020, un raddoppio delle superfici e un aumento del fatturato del 30%. Ad oggi, in Italia, la superficie bio si attesta attorno al 10% del comparto agroalimentare e ha un “peso economico” di oltre tre miliardi di euro. Una deadline che San Marino potenzialmente potrebbe rispettare. Il Titano difatti non parte da zero: la produzione agricola biologica e le relative tecniche di coltivazione sono inserite nella Legge numero 39 del 1991 mentre il Decreto n. 94 del 2012 recepisce le disposizioni dell’Unione europea in materia di produzione ed etichettatura dei prodotti biologici. Attualmente però il Titano, specificatamente per il biologico, non ha (ancora) una normativa equivalente a quella attualmente in vigore in Europa, il Regolamento CE 837 del 2007 (e che, già a luglio, verrà rivisitata con una serie

di novità). E l’incarico che è stato affidato al dottor Bazzocchi si inserisce in questo solco: far sì che il Monte si doti di tutte quelle “attenzioni” che permettano agli agricoltori del nostro territorio di ottenere la certificazione bio. “Un prodotto bio – spiega il consulente del Consorzio Terra di San Marino deve avere il 95% dei suoi componenti biologici. Da questa percentuale va esclusa l’acqua”. Tempistiche, costi e fertilità Il processo di riconversione non è così immediato. “I tempi che intercorrono tra una coltivazione non bio a quella bio possono variare dai due anni per le coltivazioni annuali ai tre anni per quelle perenni, come ad esempio i frutteti” spiega Bazzocchi. Tempistiche che non devono spaventare. Se la Repubblica di San Marino sposa il bio (e l’intenzione è proprio questa, ndr) e si dota di una normativa equivalente a quella europea (che è appannaggio della Segreteria di Stato per il Territorio e l’UGRAA, ndr), entro il 2019 si potranno avere le certificazioni che, ricordiamo, vengono rilasciate da un ente terzo. “Per avere un’idea dei costi – chiarisce il professionista -, in Italia l’importo oscilla tra i 30 e i 50 euro ad ettaro all’anno”. La qualità della produzione e la quantità di prodotto, in un’azienda biologica, derivano direttamente dalla fertilità del terreno, che dipende dalla sua gestione e dalle lavorazioni che sono svolte. Dagli studi effettuati sui terreni sammarinesi, Bazzocchi ha rilevato una criticità, che non inficia sulla certificazione ma che deve essere comunque tenuto in considerazione. “Per l’Ue la fertilità organica, l’humus, è al centro del sistema bio – prosegue – e il Titano, ad oggi, presenta valori piuttosto bassi, all’incirca dell’1%” quando la media si attesta attorno al 3,5%.

Per recuperare il gap, secondo il professionista, “ci vorranno all’circa tre o quattro anni”. Un nuovo impulso per l’economia Il progetto è decisamente complesso e ambizioso, ma verrà realizzato. “Da una parte la Segreteria di Stato e gli uffici competenti - affermano dal Consorzio Terra di San Marino – stanno lavorando per allineare la normativa interna sammarinese a quella comunitaria, aggiornando ed integrando il quadro vigente; dall’altro ci sono gli operatori agricoli che dovranno ‘mettere in campo’ le buone pratiche di coltivazione legate al metodo biologico con il supporto e la guida di esperti del settore. Sarebbe veramente un grande orgoglio riuscire a diventare un Paese biologico potendo così dare riflessi positivi non solo al comparto agricolo ma all’intero Paese, nuovo impulso al settore del commercio e del turismo, dell’industria, della cultura e della sanità”. Cosa si intende per biologico La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale.

G estione Rifiuti

Rubrica a cura di: Bonifica dei siti contaminati Affidatevi ai professionisti

Anche se viviamo, e posso tranquillamente affermare “felicemente”, in un Paese che si sviluppa su una superficie di circa 60 chilometri quadrati e che conta oltre 30 mila residenti, questo non vuol dire che la nostra terra sia linda, profumata e in ottimo stato di salute. Nessun allarmismo, sia ben chiaro, però la nostra esperienza sul campo più di qualche volta ci ha fatto imbattere su alcune problematiche. Quando, per esempio, veniamo chiamati per la gestione dei rifiuti derivanti dallo smantellamento di una cosa o di un’impresa, accade che – al di là dei clorocarburi o degli sversamenti – si debba avere a che fare con le cisterne che contenevano il gasolio utilizzato per il riscaldamento. Anche se la Repubblica di San Marino non ha una normativa specifica (a differenza dell’Italia, che invece obbliga la bonifica della cisterna), è chiaro che parliamo comunque un rifiuto pericoloso, e che quindi deve essere trattato con la massima attenzione. Anche perché, lo ricordo più che volentieri, sino a quando un sito non è “bonificato”, è soggetto a limitazioni d’uso tali da garantire la salute dei fruitori in funzione della specifica

destinazione d’uso. Torniamo al dunque. La nostra azienda possiede tutto il know how e si è specializzata anche in questa particolare tipologia di rifiuto e, quando interveniamo, seguiamo una procedura ferrea. In prima battuta la cisterna viene svuotata e poi, attraverso l’utilizzo di alcune escavatori, viene asportata. Successivamente subentra la parte – altrettanto importante - dei controlli: vengono prelevati dei campioni per sapere se la bonifica è stata eseguita a regola d’arte (ovvero che non vi sono più residui pericolosi), a cui segue tutta una serie di documentazioni che andranno a certificare la “guarigione” del sito. In questo delicato processo, provvediamo anche alla classificazione dei rifiuto (i Codici CER), al confezionamento e infine al suo smaltimento. Ben più complessa è invece la situazione che riguarda la contaminazione dei materiali dopo un incendio o un crollo. E’ cosa nota che anche nella Repubblica di San Marino, in passato, si sia costruito anche utilizzando l’amianto, come ci ha ricordato il post grande nevone del febbraio 2012. In questo caso, vista la pericolosità di questo materiale, è fondamentale – e

può capitare, magari in un momento di foga - non prendere iniziative personali: anche se al tatto l’amianto “non scotta” e quindi può sembrare apparentemente innocuo, in realtà può essere molto dannoso sia per la salute dell’uomo che per quella dell’ambiente. Spesso poi la poca conoscenza può essere cattiva consigliera. Domande del tipo “Ma quanto mi costerà chiamare un’azienda specializzata per una stima?” oppure affermazioni come “Sono solo due calcinacci e faccio da me” possono essere frequenti. La mia risposta sarà sintetica e, mi auguro, utile: la maggior parte delle volte, una telefonata alla IAM srl e una successiva perlustrazione del sito avviene gratuitamente. Vale la pena compromettere la propria salute e quella del terreno per una non telefonata? Mattia Marinelli


S port & I mpresa

FIXING - Anno XXIV - n.26 - Venerdì 1 Luglio 2016

Gli atleti-colleghi già pronti per l’ultima tappa: SMR Comics Run il 27 agosto

Sfida tra team aziendali sul tracciato del trenino Corporate Run: primi Ciacci Gioielleria, davanti a “Le Rocce” e TISM di Daniele Bartolucci

Ennesimo successo di concorrenti e di pubblico per l’evento targato Track&Field. Ma del resto, non capita tutti i giorni di poter correre sul vecchio tracciato della ferrovia Rimini-San Marino, che dalla Stazione di Dogana all’interno del Parco Ausa, sale sino alla ex-Stazione di Città. Una gara podistica competitiva a cui, novità del 2016, è stata accompagnata la Corporate Run, ovvero una sfida tra team aziendali, sul filone degli eventi che stanno spopolando negli States, dove le imprese più importanti partecipano con tutti i dipendenti, consapevoli che questo possa aumentare lo spirito di gruppo (team building) e anche il benessere psicofisico di chi vi partecipa (welfare azinedale). Le stesse convinzioni che hanno spinto gli organizzatori a creare il primo programma Corporate Run a San Marino, abbinandolo alle corse podistiche della stagione in corso. La prima, svoltasi il 21 maggio, nell’ambito del Giro del Monte, ha visto la partecipazione di oltre 220 atleti-dipendenti che hanno corso (in verità, alcuni, anche camminato) con i colori della propria azienda. La prima tappa ha visto sul podio, come noto, il team Odon, seguito da Banca Sammarinese di Investimento e Ciacci Gioielleria. Evidentemente il terzo gradino stava un po’ stretto a questa squadra , che nella sfida di sabato 25 giugno ha dato il meglio di sé, conquistando la vittoria finale al termine di una esaltante ed equilibratissima staffetta. La formula scelta per l’occasione, infatti, è quella della corsa a squadre di 5 elementi, ognuno dei quali ha corso per 3 km su un percorso insidioso e molto impegnativo, ma anche affascinante, con panorami mozzafiato e gallerie, e il trenino come punto di riferimento. Alle spalle del team Ciacci Gioielleria si sono classificati quindi gli atleti de “Le rocce nella roccia”, seguiti da Telecom Italia San Marino, anche que-

TEAM

TEMPO

1

CIACCI GIOIELLERIA

1:18:55

2

LE ROCCE DELLA ROCCIA

1:21:03

3

TELECOM ITALIA SAN MARINO

1:24:57

4

CIARLATANS

1:30:45

5

COFAS GROUP

1:39:53

6

INTERNET.SM

1:55:24

7

CIACCI GIOIELLERIA 2

---

sta volta una delle aziende più numerose come iscritti. La classifica finale è completata dal team “Ciarlatans”, Cofas Group Porte e Finestre, Internet.sm e il secondo team Ciacci Gioielleria. Alla fine della corsa, foto di rito per tutto il gruppo Corporate, riunitosi con tutti gli altri runners per la festa finale, assieme ai vincitori della competizione agonistica, Michele Agostini e Federica Moroni. La Track&Field San Marino, soddisfatta del risultato è già al lavoro per la preparazione del prossimo evento: la SMR Comics Run, in programma il 27 agosto (per informazioni www.tfsanmarino.com), un circuito disegnato interamente nelle contrade

e sentieri del centro storico di San Marino. Come sempre, San Marino Fixing, in qualità di media partner, seguirà con dovizia di particolari anche questo terzo e ultimo evento nell’ambito del programma Corporate Run. Un evento che si preannuncia davvero spettacolare, non solo per la particolarità del tracciato, ma per la concomitanza con il Comics San Marino che sicuramente contribuirà a rendere più colorata e festosa tutta la giornata. A tal proposito, visto che il tracciato riprende la fuga di Lupin nell’episodio ambientato proprio a San Marino, ci si aspetta anche il suo ritorno. Magari in versione runner questa volta.

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A ttualità

FIXING - Anno XXIV - n.26 - Venerdì 1 Luglio 2016

Brexit, l’analisi dell’esperto dei sistemi bancari e finanziari internazionali

“Le imprese che lasciano l’UK non verranno da noi” Ivan Simetovic: “Si dirigeranno verso altri Paesi dell’Unione europea” di Alessandro Carli

“L’impatto della Brexit sulle borse del sud Europa e sulle banche è stato addirittura superiore a quello che hanno avuto l’attacco alle Twin Towers di New York e il crack di Lehman Brothers del settembre del 2008”. Ivan Simetovic, laurea in Economia Politica alla Bocconi e studi alla Harvard Business School, ex manager di Mediobanca, vanta una grande esperienza nel sistema bancario e finanziario internazionale. E’ stato consulente dei più importanti fondi sovrani mondiali, da quello del Governo di Singapore all’Abu Dhabi Investment Authority. A Mediobanca ha seguito la quotazione in Borsa delle maggiori imprese italiane dell’ultima decade, venendo a contatto con i più importanti imprenditori e manager Italiani di ogni settore. Questo percorso lo ha portato ad ottenere una serie di prestigiosi riconoscimenti, quali i “Thomson Reuters Extel Awards” gli Oscar della City, che ha vinto per ben due volte nel 2008 e 2010. Oggi è un imprenditore e libero professionista che lavora in Europa, Asia e Medio Oriente, aiutando imprese e capitali ad incontrarsi. Ha creato MIA Holdings, una società dedicata agli investimenti nell’Africa Sub-Sahariana. A San Marino è impegnato come consulente dell’ISS sulla gestione e diversificazione degli investimenti del fondo pensione ma ha seguito con estrema attenzione i risultati del referendum che ha visto i cittadini del Regno Unito decidere per l’uscita dall’Unione Europea. “Conosco bene Londra - racconta -, per 15 anni ho fatto la spola con la City. Londra è la vera capitale dell’Europa, il simbolo vivente dell’integrazione possibile”. Come si spiega il risultato della tornata? “L’Unione Europea e prima ancora la Comunità Europea e la Comunità del Carbone e dell’Acciaio, sono nate per aggregare i popoli europei

dalle ceneri della seconda guerra mondiale. Grazie a loro l’Europa ha beneficiato di un lungo periodo di pace e di stabilità. La decisione presa dai britannici, può essere interpretata in vari modi. In prima battuta, fa emergere un dato di fatto, e cioè che l’UE oggi è avvertita come inefficiente ed estremamente burocratica, distante dai problemi reali delle persone. Viene vista dalla gente solo come un unione finanziaria e non politica. Un esperimento eseguito a metà. Tornando al Regno Unito, dal punto di vista sociale, le persone anziane che vivono nelle province e che non hanno beneficiato o non capito del tutto degli effetti positivi dell’appartenere all’UE – mi riferisco alla libera circolazione delle persone per esempio, ma non solo - hanno deciso per i giovani delle grandi città, invece a favore dell’EU”. Lo shock del leave ha avuto grosse ripercussioni sulle borse, un po’ come accadde nel 2008 per Lehmann… “Dal punto di vista quantitativo, direi di sì: l’impatto è stato molto importante, soprattutto per la paura che i mercati oggi hanno del futuro. Le borse sono molto sensibili alle speculazioni. La sterlina si è svalutata di un 7% in un solo giorno, ai minimi da decenni. Gli indici azionari dei Paesi mediterranei, Italia e Spagna, sono crollati del 12% il giorno dell’annuncio, con molte banche che hanno perso un quarto della loro capitalizzazione in una sola seduta. Per l’Italia è stato il più grande ribasso di sempre. Questo succede perché la borsa già specula su una possibile disgregazione totale dell’UE e con questa anche dell’Euro. Ovviamente in tale scenario i paesi mediterranei sarebbero quelli più a rischio: se tornassero tassi d’interesse al 15-20% , come era in epoca pre-Euro, per paesi ad altro debito come l’Italia sarebbe il preludio al default. Parimenti, stiamo

assistendo a un rafforzamento dei cosiddetti ‘beni rifugio’ come l’oro”. La Brexit mette fine all’idea di Unione europea? “La consultazione del 23 Giugno, va ricordato, ha valore consultivo e non vincolante: questo significa, in estrema sintesi, che la Gran Bretagna non è obbligata legalmente ad uscire dall’UE. Il governo potrebbe anche decidere di non prendere atto del voto popolare. Va ricordato però che nel Regno Unito l’etica e il rispetto per le espressioni dei cittadini hanno un ‘peso’ diverso a quello che invece accade in Italia…”. Le banche potrebbero lasciare la piazza finanziaria di Londra? “Dipende dalle scelte che farà il governo britannico: se uscirà dall’UE e non siglerà una serie di accordi, credo di sì. Si parla però già di rientrare nell’orbita Europea attraverso il SEE, lo Spazio Economico Europeo, quindi ancora è presto per capire. Le banche oltre ad usare capitale finanziario, soprattutto quelle di investimento, necessitano di tanto capitale umano. Londra impiega milioni di professionisti da tutta Europa e non solo. Queste professionalità potrebbero lasciare la Nazione e trasferirsi in altri Paesi, come ad esempio Dublino o Francoforte, o anche Milano. Il rischio concreto è quello di un reflusso quindi sia di capitale finanziario che umano, persone e professionisti ma anche imprese che potrebbero abbandonare il Regno Unito per trasferirsi in altri paesi dell’UE, con ricadute anche sull’occupazione britannica”. C’è poi una parte del Regno Unito che la pensa diversamente dagli inglesi… “Ricordiamo che il Regno Unito non è solamente Inghilterra. La Scozia e l’Irlanda del Nord, per esempio, si sono espresse per l’UE, e già si leggono ipotesi di scissione del Regno Unito stesso, con il Sinn Fein che addirit-

tura vorrebbe chiamare un referendum sull’unificazione dell’Irlanda. Paesi che vedono l’UE come un’opportunità e non come un limite. Insomma, tanti scenari che sarebbero potuti sembrare di fanta-politica solo qualche mese fa ma che oggi potrebbero diventare concreti”. L’effetto-domino quindi potrebbe accadere in Europa dove alcuni Paesi a forte vocazione neonazionalista – Polonia, Ungheria, Olanda, eccetera – potrebbero seguire l’esempio dell’Inghilterra… “Il rischio c’è, non lo posso negare. Ma credo che sia un processo comunque che richieda molto tempo. Nel caso di Brexit, Bruxelles dovrà lavorare almeno due anni prima che diventi pienamente operativa, posto anco-

ra una volta che il governo britannico inizi il processo”. San Marino, come sa, ha avviato un percorso di accordo di associazione all’Ue. Quali possono essere le ricadute? “La nostra Repubblica, per innegabili motivi storici, geografici ed economici, è legata all’Italia, che ad oggi rappresenta ancora il mercato di riferimento: se l’UE dovesse disgregarsi, potremmo avere molti problemi, proprio perché l’Italia è uno dei paesi più vulnerabili dell’Unione. Detto ciò, spero che la disgregazione non avvenga mai, ma che semmai questo momento di crisi di identità venga usato per rafforzare l’Unione, perché l’Unione Europea era e deve rimanere soprattutto un baluardo a difesa della pace dei popoli Euro-

pei, come è stata voluta dai suo padri fondatori. Questi circa 70 anni di pace non sono che una parentesi in secoli di guerre, non bisogna dare quindi nulla per scontato, tanto meno la pace e la prosperità: dobbiamo fare di tutto per proteggere il futuro dei nostri figli. Non dimentichiamocelo mai”. San Marino può attirare qualche impresa che lascerà il Regno Unito? Se sì, in che modo? “No: le imprese che andranno via, si dirigeranno verso i Paesi dell’Unione Europea. Molte banche guarderanno all’Irlanda probabilmente. Al momento, la Repubblica di San Marino non è parte dell’UE oltre ad essere troppo piccola per attrarre i colossi dell’investment banking o industriali”.

Radio 24 News - “Focus Economia” Tremonti: “Confederazione”, Prodi “Idea comune tra Merkel e Hollande” Radio 24 Il Sole 24 Ore www.radio24.ilsole24ore.com

“Credo negli Stati, cioè 50 anni fa gli Stati erano cause di guerre, adesso sono il contenitore di quel che resta della democrazia. Se ci fosse un accordo tra gli Stati in senso di articoli di confederazione che mettono insieme l’essenziale, la difesa, la gestione delle migrazioni, e non mettono insieme ciò che non ha senso mettere insieme - tipo la dimensione dei tavolini o dei bagni - forse articoli di confederazione potrebbe essere la formula che ci dà un futuro, una prospettiva”. Così si esprime su cosa succederà ora in Europa l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti, intervenuto a “Focus Economia” di Sebastiano Barisoni su Radio 24. “Io son convinto che un’Unione senza Stati

si pianta nella disunione e rischia questo, Stati da soli, isolati, si impadroniscono del loro passato, ma diventano vittime di forze globali ancora peggiori di quelle che abbiamo in giro...”. Sebastiano Barisoni si rivolge poi all’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi e, facendo riferimento all’ipotesi che Tusk stia organizzando un tour tra i Paesi fondatori, gli domanda se pensa che a questo punto l’Europa debba rinsaldarsi partendo dal nocciolo duro. “Io credo che il giro di Tusk può anche essere utile, ma se mette in gioco di nuovo le strutture sovrannazionali, altrimenti se Tusk pensa di rifare i giochini di compromessi fra i 28 Stati si sbaglia” risponde Romano Prodi a

Radio 24 e continua: “Per cui io concretamente penso molto più brutalmente che la soluzione si trova se lunedì la Merkel, Renzi e Hollande hanno qualcosa in testa in comune e poi lo propongono a tutti gli altri Stati. Allora se uno ha questo nucleo centrale che spinge in avanti, allora gli Stati possono congiungersi con le strutture sovrannazionali, se no è inutile che Tusk giri”.


A ttualità

FIXING - Anno XXIV - n.26 - Venerdì 1 Luglio 2016

di Alessandro Carli

Il ciclo di incontri di approfondimento realizzato da ANIS e Università di San Marino sulla questione Europa - il primo si è tenuto all’interno della sede degli Industriali nel pomeriggio di mercoledì 29 giugno con l’intervento del professor Adriano Di Pietro, Docente di Diritto tributario, Scuola Europea di Alti Studi Tributari dell’Università di Bologna, che ha affrontato la fiscalità nell’integrazione europea – dà concretezza alle parole che il Presidente ANIS Stefano Ceccato ha pronunciato durante l’Assemblea del 21 giugno: “San Marino è fisicamente in Italia e in Europa, lo sanno bene tutte le imprese che operano con l’estero”, rimarcando come le “relazioni internazionali comportino un’apertura verso l’esterno, ma senza abdicare alla sovranità di San Marino”. La lectio, riservata ai soci e realizzata, come spiega ANIS, “per far incontrare gli imprenditori e creare un momento di scambio di opinioni e di punti di vista su diversi temi” al fine di creare “una cultura d’impresa”, si è concentrata sugli aspetti fiscali, uno dei punti-chiave per le aziende sammarinesi che guardano all’internazionalizzazione. Professor Di Pietro, l’Europa oggi è una scelta obbligata? “Anche dopo la Brexit, l’orientamento è questo, anche se non è facile. Non ci sono comunque molte alternative. La Repubblica di San Marino è uno Stato enclave, collegato all’Italia da regimi fiscali e finanziari. E la scelta dell’Europa è indispensabile”. Come saprà, San Marino sta passando dall’imposta Monofase al sistema IVA. Passo necessario per entrare in Europa… “Ha creato scontento, specie tra i commercianti del Monte Titano. Credo che non si tratti una scelta ‘autonoma’ ben-

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Aliquote imposte dirette e indirette: “San Marino può mantenere quelle già in vigore”

Il professor Di Pietro: “L’UE è una scelta indispensabile” Primo incontro in ANIS del corso, organizzato assieme all’Università: la fiscalità

F ocus

L’UE e la fiscalità

sì di una conseguenza, anche perché gli altri Stati dell’Unione europea ce l’hanno. L’introduzione dell’IVA agevolerà i dialoghi. E’ una necessità quindi, ma anche un’opportunità. Va chiaramente razionalizzata. E’ un errore di prospettiva pensare all’IVA di 40 e più anni fa: credo che vada pensata in una visione più moderna, con caratteristiche diverse, in grado di salvaguardare il regime di neutralità”. Specificatamente alle imposte dirette e indirette, c’è la possibilità per la Repubblica di San Marino di concordare aliquote diverse, ovvero di mantenere quelle attuali o addirittura di abbassarle? “Sì. C’è un dato attuale che è

molto rappresentativo: le imposte hanno un limite ‘in basso’ ma non in alto. L’UE non impone un tetto in alto. Uno degli ultimi documenti della Comunità ha fotografato l’IVA europea, e ne è emersa un’immagine a macchia di leopardo: regimi in deroga, regimi transitori, aliquote ‘ponte’, eccetera. La Repubblica di San Marino, studiando bene l’argomento e le possibilità, quindi può mantenere le aliquote attuali, e forse anche abbassarle”. Sotto il punto di vista fiscale, l’accordo di Associazione all’Unione europea avviato dalla Repubblica di San Marino oltre un anno fa, quali vantaggi può portare? “Si teme, in genere, quello che non si conosce. Non si sa

molto dell’UE, e forse non sono state valutate una serie di opportunità, come ad esempio i finanziamenti. Quello che più mi preoccupa, riferendomi a San Marino, è lo scarso interesse dei giovani, il futuro di ogni Paese”. Qual è il ruolo che possono esercitare i Piccoli Stati in Europa? “Vanno affrontati i problemi oggettivi, come la conoscenza e l’approfondimento. Noto invece una diffidenza, che non è figlia di una valutazione. Essere dentro l’Unione europea significa colloquiare con gli altri Paesi sotto il profilo dell’università, della cultura, del lavoro, eccetera. Europa vuol dire che le imprese possono entrare in un nuovo mercato, cercare part-

ner. Entrare nell’UE rappresenta la modernità di un Paese”. Il percorso di approfondimento realizzato da ANIS e Università prevede altri tre appuntamenti: il 6 luglio il professor Pietro Manzini affronterà il tema de “Le merci nell’integrazione europea e le quattro libertà dell’Unione Europea”. “La libertà di circolazione dei capitali: finanza e mercato tra Europa e San Marino” è il titolo dell’intervento del 13 luglio, a cura del dottor Marcello Forcellini. Ultimo appuntamento, il 7 settembre con la professoressa Giuliana Laschi, che spiegherà “Il processo d’integrazione europea e il cammino sammarinese”. Gli incontri sono gratuiti per tutti i soci ANIS, per informazioni e iscrizioni: anis@anis.sm

L’Unione Europea non ha un ruolo diretto nell’imposizione fiscale o nella fissazione delle aliquote delle imposte. È quindi il governo del singolo Paese, e non l’UE, a stabilire le imposte che paghi. Il ruolo dell’Unione Europea è quello di vigilare sulle norme fiscali nazionali per garantire che siano coerenti con alcune sue politiche, come quelle volte a promuovere la crescita economica e l’occupazione, garantire la libera circolazione di merci, servizi e capitali nell’UE (nel mercato unico), garantire che le imprese di un Paese non godano di indebiti vantaggi concorrenziali rispetto ai concorrenti di altri paesi, ma anche garantire che le imposte non discriminino i consumatori, i lavoratori o le imprese di altri paesi dell’UE. Inoltre va ricordato che le decisioni dell’Unione Europea in materia fiscale richiedono il consenso unanime di tutti i governi dei paesi membri. In tal modo si assicura che gli interessi di ogni paese dell’UE siano tenuti in conto.


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A ttualità

FIXING - Anno XXII - n.22 - Venerdì 6 Giugno 2014

Scialoja, Maestro delle controversie Il professore, studioso di diritto romano, tenne per oltre 30 anni l’ufficio di Giudice delle Appellazioni Nel luglio 1933, per acclamazione, la Repubblica di San Marino gli conferì la cittadinanza onoraria di Alessandro Carli

Studioso di diritto romano ma soprattutto Ministro della Giustizia nel 1909 e Ministro degli Esteri dieci anni più tardi, il nome (e il lavoro) del professor Vittorio Scialoja (1856-1933) è ben conosciuto anche nella Repubblica di San Marino: per oltre 30 anni (1903-1933) difatti tenne l’ufficio di Giudice delle Appellazioni. Un impegno che, nel luglio del 1933, quattro mesi prima della sua scomparsa (avvenuta a Roma nel mese di novembre) il Titano gli riconobbe, onorandolo con la cittadinanza onoraria “per acclamazione”. La sua biografia e i suoi studi Nato a Torino il 24 aprile del 1856, a Firenze (l’allora Capitale d’Italia), frequentò il prestigioso Liceo Dante. Professore di diritto romano a Camerino (1879), Siena (1881), Roma (1884–1931); socio nazionale (1918) e presidente (1926–32 e luglio-novembre 1933) dell’Accademia dei Lincei, fu fondatore e segretario perpetuo dell’Istituto di diritto romano, promotore e presidente dell’Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato. Delegato italiano alla conferenza per la pace (1919) e alla Società delle Nazioni (dal 1921 al 1932), nel 1927 fu nominato ministro di Stato. Con Serafini, Alibrandi, Fadda e Ferrini iniziò quella imponente revisione dello studio del diritto romano che doveva poi approdare ad un generale rinnovamento della scienza giuridica italiana. Molti suoi studi hanno determinato nuovi orientamenti nei campi dell’esegesi, della storia, della dogmatica. Fu un importante romanista, ordinario di Diritto romano (Università La Sapienza). Il “Bullettino dell’Istituto di diritto romano”, fondato da lui, porta oggi il suo nome. Sull’importanza che ebbe il professore sul diritto sammarinese, ben scrive Micha-

ela Reinkenhof di Lipsia: “Secondo l’opinione di Vittorio Scialoja, la Repubblica di San Marino doveva lasciarsi ispirare dal diritto italiano per le lacune dell’ordinamento del suo Statuto in materia di diritto internazionale, sin dai tempi in cui la Repubblica era legata al regno d’Italia per mezzo della ‘Convenzione di buon vicinato e di amicizia’. Allo spirito del tempo si aggiunse che il diritto italiano costituisce, in ogni modo, il diritto comune delle genti italiane, alle quali anche il popolo di San Marino appartiene”. E’ una sentenza del 1924 che lo stesso Scialoja scrisse che ci aiuta a capire il significato del diritto comune vigente a San Marino che, testuale, “non corrisponde al diritto romano giustinianeo, ma è quel diritto che si venne formando e svolgendo sulla base del diritto romano, canonico e delle consuetudini negli Stati civili d’Europa e il particolar modo in Italia. Esso deve ricercarsi negli scritti dei più autorevoli giureconsulti e nelle decisioni dei tribunali svoltesi intorno e sopra le leggi romane”. Lo stesso giurista non mancò poi di criticare – sotto il punto di vista del diritto - il Monte Titano: “La repubblica di San Marino è oramai l’unico Stato europeo – dopo il 1900, anno in cui il diritto comune ha cessato di aver vigore in Germania con l’attuazione del nuovo codice civile dell’impero – dove questo diritto (comune, ndr) ha ancora valor di legge. Essa è nelle condizioni delle repubbliche italiane dell’evo medio e del principio dell’età moderna, nelle quali vigevano gli statuti municipali e il diritto comune, fonte sussidiaria ma amplissima di diritto, in tutto ciò che dalle leggi speciali o dagli statuti non fosse espressamente preveduto”. Nonostante questa considerazione, nei sei lustri di lavoro, ebbe modo di conoscere in profondità l’animo sammarinese, come riportano al-

vi fosse amministrata come a San Marino”. L’opera di Scialoja a San Marino A Vittorio Scialoja si deve, in prima battuta, la precisazione del diritto comune, ma anche e soprattutto la risoluzione di molte controversie. Fissò, tra le altre cose, “la natura giuridica della dote congrua riservata alle femmine, in concorso ai discendenti maschi, sulla successione intestata del padre e degli avi paterni”, ma anche la capacità della donna di fronte alle obbligazioni cambiarie, la posizione delle società di fatto a scopo commerciale, “il criterio descrittivo tra la ferita grave per gli accidenti e la ferita grave di sua natura”, le condizioni e i limiti della restitutio in integrum, la natura della perenzione statuaria, la distinzione tra le sentenze interlocutorie miste, appellabili e le interlocutorie mere non appellabili, conciliando e interpretando, da par suo, contrastanti disposizioni dello statuto. Le sue sentenze si sono sempre contraddistinte “per brevità, chiarezza e rigore di formulazione giuridica”.

cuni volumi custoditi nella biblioteca di Stato (su tutti, ricordiamo “Parere in tema di restituzione in intero contro la cosa giudicata secondo il diritto vigente nella repubblica di San Marino”) e che aiutano a ricostruire nei dettagli il suo impatto nella nostra Repubblica. Scialoja lodò “la poca disposizione a delinquere del nostro popolo. In particolar modo si diceva “meravigliato della scarsità di reati, specie di sangue e contro la proprietà, rilevando che quei pochi non assumevano forme speciali di gravità”. Uno degli aspetti che lo colpì positivamente, fu senza dubbio il grande rispetto che i

sammarinesi avevano (e hanno ancora oggi, ndr) verso le Autorità e gli Istituti. Un rispetto che definì “semplice, sincero e spontaneo” e che mutuò in occasione di un discorso pubblico quando disse che “il popolo sammarinese ha profondo il senso della giustizia. In quel discorso, datato 1930, scrisse all’allora Reggente Manlio Gozi: “Ho ascoltato con vero piacere le parole del vostro reggente, il quale ha accennato all’affetto dei sammarinesi verso di me, perché veramente io mi sono sempre sentito circondato da questa benevolenza di tutti i cittadini, che alla mia età è un grande conforto. Questi sentimenti dei sam-

marinesi ho cercato di corrispondere con la mia opera, data sempre con entusiasmo e con passione, e vi dichiaro che continuerò a prestarla finché potrò: forse un giorno le mie forze mi impediranno di lavorare per voi, ma ritengo che questo momento non sia ancora arrivato”. Ma è nel seguente passaggio, rivolto ai capi e ai dirigenti di San Marino e al Commissario della Legge, che emerge tutta la sincera riconoscenza verso il Titano. “Io parlo sempre di voi e del vostro giudice al Presidente della Corte di Cassazione e al Ministro della Giustizia d’Italia e dico che sarebbe una fortuna per il Regno d’Italia se la Giustizia

L’onorificenza che gli conferì San Marino Come detto, la sua ascrizione all’elenco cronologico delle persone ascritte alla cittadinanza onoraria di San Marino avvenne per acclamazione il giorno13 luglio del 1933. La cerimonia, riporta “Il popolo sammarinese”, avvenne a Roma, in Campidoglio. Scialoja, uomo di diritto, si commosse e per l’occasione presentò alle autorità capitoline il Segretario di Stato Giuliano Gozi che gli donò il riconoscimento. Al momento delle strette di mano, lo stesso “neo cittadino sammarinese” disse: “Questi è il Segretario di un piccolo Stato (e disse la parola ‘piccolo’ per ben tre volte) ma in pochi Stati del mondo i capi di governo hanno tanta autorità e generalità di consensi quanto


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FIXING - Anno XXIV - n.26 - Venerdì 1 Luglio 2016

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lui nella Repubblica di San Marino”. Meno di una settimana più tardi, esattamente il 19 luglio, scrisse una lettera a San Marino in cui, dopo aver ringraziato il Principe e Sovrano Consiglio per il conferimento, si soffermò su un complotto “poco avanti scoperto” contro la Repubblica: “Debbo all’illuminato Governo come debbo a cotesti cittadini che faranno senza dubbio dimenticare i torbidi, che non dovevano mai turbare la pace cittadina, se la pace della Repubblica non si è alterata. Evviva dunque la salda Repubblica e i suoi validi Reggitori!”. La morte di Scialoja: lutto del Governo Il 20 novembre, il giorno dopo la morte di Scialoja, il Segretario di Stato Giuliano Gozi fece pubblicare “Il manifesto del Governo” in cui diede notizia ai cittadini della scomparsa di Scialoja. Nel ripercorrerne la carriera sammarinese, Gozi scrisse che “Grande fu il bene che quel Sommo Luminare del Diritto prodigò nell’esercizio, dell’alta Magistratura, partendo la giustizia sammarinese con cognizione unica più che rara e con la saggezza e la serenità di antico stampo; ma inestimabile fu il prestigio che Egli diede alla nostra Patria, la Lui amata con affetto di padre e di studioso, eccitandone e testimoniandone le più sane virtù, affermandone sempre e testé anche in modo più significativo il sacrosanto diritto di vivere libera e indisturbata nel politico consorzio”. Gozi, in pieno stile del periodo, così concluse la sua missiva: “Cittadini! Inchiniamoci con spirito incorrotto e incorruttibile davanti alle venerate spoglie dell’Uomo che, meritevole della perpetua nostra ricordanza, or si eleva tra i Geni tutelari della Repubblica”. Il Consiglio Principe e Sovrano Il Consiglio Principe e Sovrano si riunì in seduta circa 10 giorni dalla morte di Scialoja. L’Eccellentissima Reg-

genza, in mezzo “al religioso silenzio” dell’Assemblea in piedi, pronunciò le seguenti parole: “Egli fu veramente un grand’uomo, non solo in materia di scienza ma anche di politica e del grand’uomo, alla profonda sapienza aggiunse la saggezza, fatta di bontà, di generosità, di umana comprensione; onde per la nostra Repubblica, oltre che giudice, fu amico e protettore, la cui perdita costituisce una grave disgrazia”. Appena ricevuta la notizia dell’addio da parte della stessa famiglia, ha dapprima ordinato “l’esposizione della bandiera abbrunata a Palazzo Pubblico” e successivamente spedì alla famiglia il seguente telegramma: “La Repubblica di San Marino che ebbe in Vittorio Scialoia (scritto con la i invece che con la j) un Giudice illustre e intemerato, un consulente e padre amorevole, compiange unanime l’irreparabile evento”. La Reggenza inoltre inviò a Roma per i funerali e, in no-

me del Titano, donò una corona di fiori e lesse il messaggio di cordoglio. “Non è fatto ordinario che la morte di un Giudice sia rimpianta dalla generalità dei cittadini fra cui si annoverano anche coloro che, o nel campo penale o nel civile, furono colpiti dalle sue sentenze. Perciò questo che si è verificato a San Marino è il più significativo onore che potevasi rendere alla memoria dell’Estinto. Ciò ha costituito un conforto anche per la Reggenza e per tutti voi, perché così abbiamo potuto constatare, non senza orgoglio, che il popolo sammarinese col suo fine intuito, ognora presente, sa identificare i veri amici sotto ogni veste gli si presentino e, giusta la norma tradizionalmente seguita, di tener fede alle amicizie, che gli fu elemento principe di conservazione, sa non dimenticarli mai più. Sempiterna gratitudine noi dobbiamo a Vittorio Scialoia che dovrà essere a suo tempo ricordato anche con qualche segno più tangi-

bile (San Marino gli ha intestato una via, ndr)”. 1930: quella festa all’hotel Titano Torniamo indietro di tre anni, e rileggiamo assieme il brindisi pronunziato per “Sua Eccellenza” Vittorio Scialoja durante uno dei suoi

soggiorni a San Marino per capire anche qualche aspetto “più leggero”. La sera del 25 luglio del 1930 gli avvocati, i funzionari e gli impiegati del Tribunale Commissariale della Repubblica di San Marino organizzarono in suo onore un pranzo d’onore. Fu invitato anche il Capitano

Reggente Manlio Gozi che, al momento dello spumante, interrompendo la consuetudine che i Reggenti debbano parlare “in simposi”, si alzò per brindare alla sua salute, augurandosi che alla Repubblica fosse dato poterlo avere a Giudice e ospitare per moltissimi anni ancora.


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FIXING - Anno XXIV - n.26 - Venerdì 1 Luglio 2016

Era il 1866, ma già allora vinse “il fronte del rifiuto al cambiamento”

Ideò l’IGR, alternativa alla tassa sul macinato La proposta di Scialoja fu bocciata: avrebbe cambiato il fisco italiano La storia della “tassa sul macinato” è un caso scolastico di politica economica, a distanza di quasi un secolo e mezzo dalla sua promulgazione, datata 1868. Studiosi, politici ed economisti italiani e di tutta Europa ne hanno raccontato, nel bene e nel male, tutti gli effetti e concause, riconoscendole per certi versi le fondamenta del sistema tributario italiano e, purtroppo, la sua incapacità a rinnovarsi e trasformarsi. Un muro con cui si dovette scontrare anche Antonio Scialoja, Ministro delle Finanze, che aveva proposto una valida alternativa alla tassa sul macinato: quell’imposta generale sul reddito, sul

modello della income tax inglese, che oggi San Marino ha sposato appieno. Che quella bocciatura abbia lasciato, negli anni di lavoro sul Titano, qualche traccia? Non si sa. Quel che è certo, invece, è che quella proposta, se avesse avuto la forza di venire approvata e tradotta in legge, molto probabilmente avrebbe cambiato le sorti del fisco italiano, per come si è evoluto nel secolo successivo soprattutto. Ma cos’era questa tassa sul macinato e perché, oggi, viene considerata una scelta sbagliata sotto moltissimi aspetti? In un’economia rurale come quella dell’Italia del tempo, il prezzo della farina ave-

va un valore economico e sociale enorme, paragonabile forse a quello della benzina e dell’energia oggi (dove infatti il popolo subisce e lamenta ancora il peso “statale” delle accise applicate). E in quel contesto, lo Stato obbligò a installare all’interno di ogni mulino un contatore meccanico che conteggiava i giri effettuati dalla ruota macinatrice. La tassa era caclolata in proporzione al numero di questi giri, che, secondo i legislatori, dovevano corrispondere alla quantità di cereale macinata. Ogni mugnaio doveva versare la tassa all’erario, sia con riferimento alla lettura del contatore, che, in mancanza di

C onsorzio Terra di San Marino

questo, sulla base della macinazione presunta. La conseguenza diretta fu un forte incremento del prezzo del pane e, in generale, dei derivati del grano e degli altri cereali, prezzo che non scese dopo l’abrogazione della tassa. Se da un lato la nuova tassa contribuì, insieme all’Imposta di ricchezza mobile, al raggiungimento del pareggio di bilancio nel 1876, dall’altro diffuse il malcontento nelle classi sociali più povere, per le quali i derivati del grano rappresentavano il principale, se non unico, alimento e andava contro la tradizionale politica annonaria di favorire prezzi contenuti per i cereali. Fu uno

dei pochi casi, in Italia, in cui si scatenò la protesta popolare, con rivolte violentissime. A quella che divenne l’archetipo della tassazione italica, si contrappose però la proposta innovativa di Scialoja, che prevedeva anche la separazione tra finanza centrale e finanza locale (un antesignano del federalismo?), che avrebbe risolto uno dei nodi centrali del sistema italiano.Il muro su cui si infranse il sogno di Scialoja è lo stesso su cui sono andati a sbattere tutti i suoi successori, come ebbe a scrivere Paolo Favilli nel suo libro “Riformismo alla prova. Ieri e oggi”. “... respingeva il piano finanziario Scialoja perché avrebbe

L’arte della trebbiatura, una tradizione di famiglia per Giorgio Stacchini Le previsioni per quest’anno, gli orari di lavoro, i pericoli che corre la spiga

“Meriggio. La macchina trebbia / ansando con rombo profondo. / Il grano, rigagnolo biondo, / già scorre. Nell’aria è una nebbia / sottile. Sogguarda per l’aia / il nonno, con faccia rubizza. / Nell’aria una rondine guizza / radendo la bassa grondaia”. In questo frammento poetico di Enrico Panzacchi c’è parte della vita e dell’impegno di Giorgio Stacchini, che proprio in questo periodo dell’anno è alle prese con la delicata fase della trebbiatura. Ci accoglie nella sua proprietà a Ventoso. L’impatto visivo è strabiliante: il piazzale è dominato da una macchina molto alta, marca Laverda. “E’ la mietitrebbia che utilizzo nei campi” racconta. Oggi si lavora così, ma ieri? Il viso di Giorgio si illumina: “Mio babbo lavorava con una macchina in legno, chiamata più precisamente mietilega, un macchinario che richiedeva una grande mano d’opera. Avevo 6 o 7 anni e lo vedevo, assieme ad altra gente, tutto indaffarato a pulirla, aggiustarla, eccetera”. Oggi la tecnologia ha dato una grossa mano al

suo lavoro, ma le attenzioni sono più o meno le stesse. “La mattina mi sveglio molto presto, attorno alle 5. Poi, dopo essere stato nelle stalle, preparo la mietitrebbia: benzina, ingrassaggio, eccetera. E parto, ovvero mi dirigo nei campi. Il lavoro termina la sera quando scende la rugiada”. Il cielo è terso, ma l’aria è frizzante, il 28 giugno alle 9.30. “Quest’anno la

trebbiatura è partita un po’ in ritardo rispetto agli altri anni. Parliamo di un periodo-chiave per noi: lavorare bene in questo periodo permette di ‘accatastare’ il grano e l’orzo necessari per l’inverno. Il meteo però non ci è venuto incontro: abbiamo sofferto molto l’acqua. Il grano va raccolto quando è asciutto e le piogge di giugno ha messo in difficoltà tutto il comparto. Un grano

umido corre il serio rischio di ammuffirsi”. E non solo per quel che concerne la raccolta. “L’annata 2016 non è eccezionale sia per la quantità che per la qualità. E’ andata decisamente meglio nel 2012, l’anno della grande nevicata di febbraio. Ad ogni modo, nel 2016 spero di raccogliere circa 300 quintali di orzo, che verrà utilizzato come mangime per le vacche da latte, e più

o meno 1.000 quintali di grano, che porterò alla CAPA, la Cooperativa Ammasso Prodotti Agricoli”. Come detto, la mietitura deve sempre guardare il cielo. “I pericoli sono tanti. Una tempesta più ‘stendere’ il grano, una grandinata invece lo rovina. Le palline di ghiaccio staccano la spiga dal gambo e, una volta a terra, non può più essere raccolta”. La stretta attualità e i fatti di cronaca locali ci portano a parlare anche di un altro pericolo, questa volta via terra: i cinghiali. “Non mangiano il grano, però – visto che non sono così delicati nei movimenti – quando si muovono o si sdraiano, rovinano il raccolto”. Non possiamo poi non parlare di economia. “Oggi il valore del grano è molto basso, siamo attorno ai 1618 euro al quintale. Una cifra che, non lo nego, non riesce a coprire le spese di produzione. Certo, oggi le macchine danno una bella mano, non posso negarlo, e permettono di lavorare meno tempo e a condizioni migliori. Il problema è che il

avuto il ‘difetto di non essere immediatamente applicabile […] e di suscitare discussioni passionate ed astruse’. Si tratta sostanzialmente”, scrive Favilli, “delle motivazioni che saranno alla base del rigetto di qualsiasi piano finanziario si fosse proposto l’obiettivo di modificare in profondità il sistema fiscale italiano. Motivazioni-collante di quel vero e proprio fronte del rifiuto che risulterà, sempre vincente”. Grazie anche a “esigenze di bilancio” e “gestione dominata da una emergenza continua”. Era il 1866, nel 2016 quanta di questa definizione è ancora attuale? Daniele Bartolucci

Rubrica periodica a cura del Consorzio terra di San Marino tel.(00378)0549-902617 Fax.(00378)0549-906278 mail to: consorzioterradisanmarino@ omniway.sm

valore del grano è crollato…”. Giorgio Stacchini torna indietro nel tempo. “Da bambino vedevo tutte queste persone che facevano i fasci, e poi con i carretti trasportavano il grano. Era un momento di lavoro ma anche di festa: nei campi c’’erano anche dieci o dodici persone e alla fine della trebbiatura, che dura all’incirca un mese, chi aveva partecipato a questo ‘rito’ si riuniva per fare una festa: mangiavano tutti insieme e brindavano”. Come in una poesia di Armando Bettozzi, che suona così: “E torna, così, e soltanto, resta, il bello / d’una giornata che è la grande festa / che alla fatica, dà… ma non l’arresta, / che già aspetta, la cantina, il vin novello”.


S peciale Cultura

FIXING - Anno XXIV - n.26 - Venerdì 1 Luglio 2016

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Ci vuole equilibrio: solo così questo dualismo si trasforma in atto di forza

Diritti e doveri, un filo che può fare inciampare Viaggio nella grande letteratura tra Cicerone, Eliot e Giovanni Paolo II di Simona Bisacchi Pironi

Cicerone ci insegna che “Non solo per noi stessi siamo nati”. Per il solo fatto di essere al

mondo insieme ad altre persone, una sottile e intricata rete di diritti e doveri ricopre la

nostra strada. Se troppi sono i doveri e scarsi i diritti, la rete si farà spessa, si aggrapperà

alle nostre caviglie, costringendoci a trascinare i passi, sempre più pesanti e stanchi.

Se si pretendono i diritti e si ignorano i doveri, i fili della rete diventano così affilati, così poco visibili da farci inciampare nei nostri stessi piedi. Ma se la trama dei diritti e l’ordito dei doveri si intreccia in un sapiente equilibrio, quella rete non è più una trappola, diventa una rete di sicurezza nelle acrobazie dell’esistenza. Il dovere non è essere obbligati a compiere un gesto senza avere scelta, senza scappatoie. Il dovere è piuttosto sapere che una nostra determinata azione - per quanto faticosa o scomoda - può cambiare le cose, può fare la differenza. La vita quotidiana è piena di piccoli doveri che se ben eseguiti potrebbero cambiare l’aspetto di una giornata. Il dovere di una risata. Di sdrammatizzare. Il dovere di dire no. Il dovere della gentilezza. Il dovere di essere stessi ma di cercare di migliorare per chi ci sta accanto. Il poeta statunitense Wallace Stevens sottolinea che “Il buon umore è un dovere che noi abbiamo verso il prossimo”. Niente di più semplice, in teoria. Niente di più complesso da realizzare. Eppure ogni dovere che por-

tiamo a termine è un regalo che facciamo a noi stessi. “I doveri non vengono compiuti per amore del dovere, ma perché l’evitarli metterebbe l’uomo a disagio - spiega Mark Twain - Un uomo non compie che il dovere di accontentare la sua anima, il dovere di rendersi gradevole a se stesso”. Inutile, quindi, credersi generosi o meritevoli perché “La ricompensa per chi adempie ad un dovere è la capacità di adempierne un altro” (George Eliot). Si cresce così. Trascinando questa rete di diritti e doveri come se fosse una zavorra, come se aspettassimo solo il momento opportuno per abbandonarla in un angolo quando non ci vede nessuno. Fino a quando, passo dopo passo, quel dovere di ascolto, di silenzio e di lotta diventa necessario. Difficile magari, ma indispensabile. Non ci si sente più liberi, se non compiendo il proprio dovere. Allora, quando si arriva a quel punto lì, la rete si fa forte e splendida, perché come diceva Giovanni Paolo II “La libertà non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che dobbiamo”.

Simona B. Lenic scrittrice, autrice di “Setalux” libro candidato al 51° Premio Bancarellino Su San Marino Fixing scrive di libri, letture e lettori.

La TOP FIVE di Fixing

1

L’altro capo del filo (Andrea Camilleri) Sellerio € 14

2

Serenata senza nome (M. De Giovanni) Einaudi € 19

3

Non è la fine del mondo (A. Gazzola) Feltrinelli € 15

4

Piranha (C. Cussler & B. Morrison) Longanesi € 13,90

5

Dopo di te (J. Moyes) Mondadori € 18



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