Camminiamo Insieme marzo 2015

Page 1

TEMPO DI QUARESIMA “Convertitevi e credete al Vangelo!”

CAMMINIAMO INSIEME Bollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi Marzo 2015 - n. 397 pro manuscripto


BEATA QUARESIMA! di don Giuseppe Raimondi - parroco

Siamo in Quaresima. Un tempo prezioso per la vita del cristiano. Convinti di questo, noi dovremmo ringraziare il Signore che ce lo offre, e la Chiesa, nostra madre, che ci sollecita a viverlo in spirito di conversione per un ritorno maggiormente convinto al Signore. Consapevoli di questo dono, noi ci siamo impegnati dopo aver ricevuto la cenere sul nostro capo. Lo scopo di questo cammino è in primo luogo quello della purificazione dai peccati e poi quello di vivere una vita cristiana maggiormente fedele al Vangelo.

PRIMO IMPEGNO: CONVERSIONE Qui sorge subito l’interrogativo fondamentale. Che cosa vuol dire convertirsi? Conversione

2 - camminiamo insieme

vuol dire cambiamento di vita. Abbandonare certi comportamenti contrari al Vangelo, alla vita cristiana. Dio infatti, proprio perché ci ha fatti figli nel battesimo, ci vuole santi. C’è poi l’altro interrogativo. Chi deve convertirsi? Noi molto spesso riteniamo di non doverci convertire. Ci riteniamo a posto. E lo diciamo anche. E’ una mentalità di autosufficienza, di perbenismo. Per noi sono gli altri che devono cambiare, devono smettere di fare certe cose, di aver certi comportamenti sbagliati. E invece tutti siamo chiamati a convertire il cuore.

SFORZIAMOCI La nostra perfezione è la santità. E questa la si raggiunge mediante una continua conversione del cuore. Infatti quelle mancanze, che noi cristiani e sacerdoti ogni giorno commettiamo, quello stile di vita consumistico di cui è segnata la nostra vita, anche se ci sembrano cose insignificanti, sono e restano sempre un ostacolo alla nostra vera perfezione. Dio Padre proprio


perché ci vuole bene e desidera la nostra perfezione, non si stanca mai di sollecitarci a questo impegno. Rispondiamogli generosamente. Non dobbiamo aver paura. Se siamo stati sinceri quando ci siamo impegnati a diventare migliori, abbiamo percepito dentro il nostro cuore una certa soddisfazione. Era il segno che quella era la strada giusta.

SECONDO IMPEGNO: RITORNARE AL SIGNORE La conversione è sempre orientata al Signore. Con il peccato, più o meno grave, noi ci allontaniamo da Lui. Non siamo più posseduti pienamente dal suo amore. Il peccato di qualsiasi genere è sempre un ostacolo all’amore di Dio. La nostra vita infatti è e deve essere sempre più intessuta, imbevuta, animata, sorretta, trasfigurata dall’amore della Trinità. La nostra piena realizzazione sta appunto qui: essere posseduti pienamente dal Signore.

NON TEMIAMO Non dobbiamo allora aver paura di ritornare al Signore. Lui non ci obbliga, vuole che rispondiamo liberamente al suo invito. Lui ci aspetta sempre con amore, vuole realizzare un vero incontro d’amore. Lui ordina ogni cosa, ogni avvenimento, ogni incontro, ogni situazione della nostra vita per far breccia sulla nostra volontà. La risposta deve essere nostra, personalmente nostra.

Superiamo allora ogni paura. Lui vuole veramente il nostro vero bene, la nostra autentica felicità.

POICHE’ ABBIAMO ANCORA TEMPO Consapevoli che nella conversione e nel ritorno al Signore sta tutto il nostro vero bene, affrettiamoci ad utilizzare questo tempo di Quaresima per una sincera conversione e per un gioioso abbandono al Signore. A tutto questo ci siamo impegnati all’inizio della Quaresima ricevendo la cenere sul capo. La Pasqua che vivremo tra qualche settimana realizzi veramente un autentico abbandono al Signore. Inizieremo allora a vivere da veri figli di Dio, avremo gioia piena nel cuore e saremo testimoni del suo amore in casa, nel quartiere, ovunque la vita ci ponga a vivere.

camminiamo insieme - 3


Le nostre proposte per la Quaresima Riportiamo di nuovo le iniziative Quaresimali già presentate sul bollettino del mese di febbraio.

ESERCIZI SPIRITUALI POPOLARI IN PARROCCHIA Ecco per tutti una felice e fruttuosa esperienza spirituale. Li riproponiamo ancora, consapevoli che, quando si ascolta la Parola di Dio, il bene fiorisce sempre. Si tratta infatti di momenti di ascolto e di riflessione comunitari. Si tengono in S. Fereolo nei giorni di martedì 10 – mercoledì 11 - giovedì 12 marzo. • Per gli anziani nel pomeriggio con inizio alle ore 15. • Per giovani e adulti alla sera con inizio alle ore 21.

CELEBRAZIONI Si tratta di momenti nei quali siamo chiamati ad aprici alla grazia di Dio mediante i sacramenti o con celebrazioni liturgiche Quaresimali. Suggeriamo di partecipare liberamente una volta alla settimana ad una Messa. Sarà il modo per dire al Signore che il suo sacrificio non lo viviamo soltanto quando c’è l’obbligo del precetto. I sacerdoti sono poi a disposizione per le confessioni sia prima che dopo la celebrazione della Messa oppure in altri momenti da concordare o an-

4 - camminiamo insieme

che per un conversazione spirituale.

VIE CRUCIS Anche quest’anno vivremo il mistero della nostra redenzione percorrendo assieme la via della croce Ecco i giorni e gli orari: • venerdì 20 marzo alle ore 21 animata dai ragazzi e dagli adolescenti (ovviamente tutti possono partecipare) • venerdì 27 marzo alle ore 20,30 stazione cittadina dal Duomo al Crocifisso della Maddalena.

PREGHIERA Insieme alle diverse celebrazioni non deve mancare la preghiera personale e comunitaria. E’ qui che realizziamo un vero incontro con il Signore a tu per tu. Se preghiamo da soli siamo poi preparati per la preghiera comunitaria. Invitiamo allora all’adorazione o preghiera silenziosa del martedì in S. Fereolo. Dalle ore 21 alle 22. In quest’ora è possibile sostare a pregare nel silenzio per quel tempo che si desidera: • all’adorazione del venerdì al S. Cuore dalle ore 16 alle 17. • in S. Fereolo dalle ore 16,30 alle18.

CARITA’ L’incontro con il Signore deve portare all’incontro con il fratello. Si vedano a questo proposito le indicazioni nella pagina 10 dedicata alla Caritas.


LA PARROCCHIA: OPERA DI DIO E DEGLI UOMINI Nei nostri paesi e nelle nostre città vediamo sempre al di sopra dei tetti ergersi un campanile. Non è una torre di osservazione. Non è neppure un’opera costruita per manifestare la propria superiorità. E’ invece il segno di una speciale presenza, dove convergono in una mirabile armonia l’opera di Dio e l’abbandono fiducioso degli uomini attratti dalla grazia. E così il campanile è il segno che lì vive e opera una comunità cristiana che chiamiamo parrocchia.

OPERA DI DIO Siamo più che mai consapevoli che la comunità parrocchiale vada avanti per la potenza dello Spirito Santo che la anima e la sostiene sia nel suo essere che nel suo servizio al quartiere. Non è e non deve essere vista come un gruppo umanitario, nemmeno come frutto della buona volontà di alcuni uomini e di donne generose capitanati da uno che viene chiamato prete. Se tutto

questo è quello che l’uomo della strada vede quando guarda una comunità parrocchiale, non è e non deve essere vista e considerata così da chi la vive e per lei si spende generosamente. La parrocchia è dono del Signore ad un quartiere. La chiesa universale è dono d’amore al mondo intero. E tutto questo lo vediamo nella persona e nell’opera pastorale di papa Francesco.

OPERA DEGLI UOMINI Se tutto questo è vero, dobbiamo però dire che la parrocchia va avanti anche per la generosità di tutti coloro che riconoscono in lei la presenza del Signore. Quanti infatti si spendono per conservarla, per renderla viva, perché svolga nei dovuti modi la sua opera di evangelizzazione. Se non ci fossero i volontari che con disinteresse svolgono i loro servizi, la comunità non sarebbe visibile, non sarebbe di aiuto alla volontà del Padre che vuole, attraverso il loro umile e a vol-

San Fereolo, via Papa Giovanni

camminiamo insieme - 5


te poco riconosciuto servizio, manifestare il suo amore al quartiere.

TUTTI E DUE INSIEME Quando vediamo una comunità parrocchiale che si raccoglie noi siamo chiamati a vedere la presenza del Signore e poi il tessuto umano formato da chi desidera rispondergli. Perché infatti ci sia una parrocchia è necessario soprattutto che il Signore chiami e si renda presente. E’ lui che dà vita alla famiglia cristiana. Se non fosse il suo Spirito che parla attraverso la sua Parola, se non compisse ancora il suo miracolo, mediante i sacramenti, la comunità non esisterebbe. E’ necessario però che ci sia anche il tessuto umano, vale a dire uomini e donne, giovani e bambini che accolgano e si lascino lavorare dalla grazia del Signore.

PER CHE COSA? Per vivere l’amore del Signore sia a livello personale che comunitario e così salvare le proprie anime. La comunità parrocchiale ha però anche un altro obiettivo: testimoniare l’amore del Signore a tutti coloro che l’accostano ed essere segno vivo dell’amore di Dio per il quartiere. Consapevoli di questi due servizi, non possiamo far altro che ringraziare il Signore che nella sua bontà si rende presente e fa di noi battezzati il suo amato popolo.

AMIAMO E VIVIAMO LA PARROCCHIA Se è vero tutto questo, ne consegue un duplice preciso impegno. In primo luogo dobbiamo amare la parrocchia. Se è lì che in modo particolare il Signore si manifesta e riversa nei nostri cuori il suo amore, dobbiamo amarla e ringraziarla. Perché possiamo amarla veramente è necessario che superiamo quella visione che ci fa vedere solo i limiti della comunità. Sono povertà umane di chi la frequenta e la forma. Il Signore è al di sopra di tutto questo. Dobbiamo poi viverla frequentandola assiduamente. Pensiamo in modo particolare alla Messa, alle diverse celebrazioni ed alle sue numerose attività. E se poi si ha un po’ di tempo, superando pigrizie e diffidenze, assumiamo anche qualche piccolo servizio di volontariato.

6 - camminiamo insieme

Un poeta latino, pagano, diceva: “Video meliora, proboque! Deteriora, tamen, secuor!” Cioè: “Vedo le cose migliori, e le approvo! Tuttavia, seguo le cose peggiori!” Lo stesso S. Paolo, nella lettera ai Romani, ha queste affermazioni: “Sappiamo che la legge è spirituale, mentre io sono carnale, venduto come schiavo del peccato. Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto. Ora se faccio quello che non voglio, riconosco che la legge è buona; quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. lo so, infatti, che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti nel mio intimo acconsento alla Legge di Dio, ma nelle mie membra, vedo un’altra legge che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io, dunque, con la mia ragione, servo la Legge di Dio, con la mia carne, invece, la legge del peccato.” (Lettera ai Romani, 7,14-25). Sono affermazioni, sia quella del poeta pagano, come quella di S. Paolo, che ci dicono chiaramente che la nostra natura umana è stata rovinata dal peccato originale per cui in noi c’è sempre una lotta tra la nostra anima (infusa da Dio e, quindi, attirata continuamente a Lui) ed il nostro corpo (fatto dalla terra, quindi continuamente attratto dai beni materiali). Il poeta latino, essendo un pagano, non poteva spie-


I doni dello Spirito Santo

LA FORTEZZA di don Marco Avogadri

garsi questa lotta interiore, S. Paolo, invece, illuminato dalla grazia del Signore, ce l’ha spiegata molto bene: è una lotta che richiede da noi assidua collaborazione e vigilanza perché il Diavolo si è associato alla fragilità del nostro corpo e continuamente ci tenta... Dio, però, da buon Padre, ci ha mandato in aiuto il suo Figlio Gesù, il quale non si è accontentato di raccomandarci la vigilanza, ma ci ha fatto dono del suo Spirito con il dono della Fortezza capace di rintuzzare i continui assalti del Demonio.

FRAMMENTI DI VITA QUOTIDIANA 1. Mi sono arreso: per evitare di essere deriso, per non rischiare di perdere il mio amico più caro, mi sono staccato dall’Oratorio, anch’io ho inventato scuse complicate per giustificare il mio allontanamento dalla S. Messa festiva. Mi spiace che il mio prete non mi chieda più niente, sento che molti pomeriggi sono squallidi e vuoti - con tutto quello che potrei fare! - ma, come fare senza amici? I miei genitori hanno da dire su tutto, sui vestiti che metto, sulle parole che uso, sul come mi pettino, sull’ora in cui rientro la sera, sui voti che prendo a scuola…. Hanno ragione anche loro, ma la compagnia che frequento è fatta così e con loro mi sento sicuro, da solo, mi sento perduto. Qualche volta sono lo zimbello del gruppo, ma... è meglio essere presi in giro che essere di nessuno. Non dico che sono contento e non dico che sia poi molto divertente stare per ore a parlare di niente ed a vantarsi

di imprese stupide, ma, se non sto c o n loro, di chi sono io? 2. Basta che la smetta! “E se vuole la televisione in camera, che abbia la TV in camera! Sono stufo di questa storia!” Così è finita la discussione che durava da settimane, fatta, più che di argomenti, di puntigli, di ricatti, facce scure e mutismi ostinati. La ragazza ha quattordici anni ed una sorprendente capacità di ottenere quello che vuole. “Se c’è qualche trasmissione che mi interessa, la tele è sempre occupata... tutte le mie amiche parlavano di quel film ed io me ne stavo lì come una stupida... m’avevi promesso un regalo per il mio compleanno...”. E così per settimane, quando si degnava di parlare. E pensare che quando eravamo fidanzati, progettavamo la casa senza TV per non essere come i nostri genitori, bloccati lì per ore! Adesso finiremo per averne tre! Lo so che la TV non aiuterà mia figlia a diventare migliore e immagino che sciuperà del tempo per inseguire vicende assurde, curioserà tra programmi sconvenienti, riempiendosi la testa di fantasie di cui vergognarsi. Lo so che non è un bene, ma anche la mia pazienza ha un limite e penso che, quando vengo a casa stanco dal lavoro, di aver diritto ad un po’ di calma. La figlia abbia anche lei la TV in stanza, basta che la smetta! Domani la ragazza vorrà anche navigare incontrollata in internet...

camminiamo insieme - 7


PREGHIERA E RIFLESSIONE Invoco con voi e per voi lo Spirito Santo perché effonda il dono della Fortezza. “Essere forti, secondo il Signore, significa essere fedeli e perseveranti nella fede, senza lasciarsi sviare da opinioni peregrine, da mode seducenti ed egoiste, da calcoli di opportunità e di successo. La fortezza è l’atteggiamento di chi è saldo nell’obbedienza amorosa al Signore e sopporta per lui prove e desolazioni, senza abbandonare la via a volte oscura e dolorosa della sequela del Signore. Il cristiano non si piega a nessuno se ha accolto e coltivato in sé il dono della Fortezza.” (C. M. Martini: Tre racconti dello Spirito). Il dono della fortezza fa nascere la fierezza della propria originalità e dona energìe per diventare protagonisti. Così anche un ragazzo timido ed impacciato, può avvertire il desiderio di liberarsi dal complesso d’inferiorità che lo rende sempre gregario, dalla paura di restare solo. Un giorno sarà

8 - camminiamo insieme

consolato da amicizie che non sperava, da una gioia dentro che non aveva mai provato e dal ritrovato gusto di alzare gli o c c h i verso il Signore crocifisso e morto anche per lui. Dicono gli psicologi che il passaggio da un gruppo amicale ad una comunità sicura, accogliente ed educante sia piuttosto faticoso, ma lo Spirito di Fortezza aiuta, incoraggia e sostiene. S’incomincia con la sincerità: “Non mentirò più a nessuno, soprattutto a me stesso per voler dimostrare che sono giuste le cose sbagliate!” A questo punto, dopo questo atto di umiltà, uno già sente dentro di sé lo sguardo incoraggiante del Signore che, amorevolmente, lo invita ad un cammino di ritorno al Padre buono e misericordioso. Il dono della Fortezza rende liberi e fa della resistenza e della perseveranza nel bene, un’esperienza bella da vivere. Lo Spirito Santo, con il dono della fortezza edifica uomini e donne capaci di una sapienza educativa che non si lascia piegare dai malumori e non prende decisioni per esasperazione. La pazienza di ascoltare non è per accondiscendere o accontentare, ma per capire e fare capire. Il figlio o la figlia intuiscono già prima di aprir la bocca se la richiesta è sensata e già sanno che non sarà accolta. Intuiscono anche quando si tratta di capricci: sanno che è inutile fare il muso ed arrabbiarsi. Fanno fatica a riconoscerlo, ma sentono che i genitori hanno ragione; e il rumore passerà. Ci sono passaggi che sono difficili per tutti, ma i genitori cristiani, per la grazia del sacramento del Matrimonio, hanno una risorsa inesauribile di fortezza e di lucidità: cercano di chiedere aiuto a quel Dio che li ha voluti uniti in Matrimonio e che li ha voluti procreatori di nuove creature capaci di continuare qui sulla terra la lode al Padre Celeste (C. M. Martini: Lo Spirito Santo in famiglia).


Il Vescovo di Lodi in visita alla parrocchia di San Fereolo

In occasione della festività di San Bassiano, patrono della nostra parrocchia e della diocesi, mons. Malvestiti ci ha fatto una graditissima visita. Dopo la celebrazione della S. Messa della domenica sera, il nostro Vescovo si è intrattenuto con i parrocchiani presenti ed ha improvvisato con la corale parrocchiale un canto.

camminiamo insieme - 9


ANCORA SULLA NOSTRA CARITAS La nostra Caritas, come è stato detto nella messa di ringraziamento il 31 dicembre, è un po’ come il fiore all’occhiello della parrocchia. Dicendo questo diciamo subito anche che non siamo malati di Caritas. Se abbiamo una malattia è solo quella che riguarda Gesù. E’ Lui la nostra passione interiore, la nostra gioia profonda, la nostra viva speranza. E in forza di questa malattia d’amore ci spingiamo ad amare quello che Lui ama in primo luogo e che ci invita ad amare e a servire: i poveri. Facendo questo noi gli diciamo concretamente che gli vogliamo bene perché sappiamo per fede che servendo i poveri serviamo Lui perché vive di nuovo in loro anche se sono passati ormai duemila anni dalla sua presenza fisica in questo mondo.

ANCHE SE E’ DIFFICILE Anche se abbiamo fede, sappiamo per esperienza che non è sempre facile vederlo nei poveri che spesso incontriamo per via o vengono alla porta della casa parrocchiale o chiedono aiuto alla Caritas. Dobbiamo infatti fare i conti con il nostro stato d’animo, con le nostre forze morali e tante volte anche con le nostre tasche vuote. E’ però soprattutto l’incertezza della loro sincerità che a volte ci blocca nel dare loro un aiuto. Nonostante queste perplessità noi dobbiamo aiu-

10 - camminiamo insieme

La settimana della carità

Anche in Quaresima ritorna la settimana della Carità. Si tratta di una settimana nella quale siamo maggiormente sollecitati ad avere un cuore aperto ai poveri, una mente che sa leggere le loro difficoltà e un spirito che si impegna in qualcosa di concreto nei loro confronti. Vivremo questo appuntamento nella settimana che va da domenica 22 a domenica 29 marzo. In questa settimana il cesto che raccoglie i generi alimentari dovrà essere tenuto maggiormente in considerazione. Il digiuno che siamo invitati a fare in questa Quaresima deve esprimersi non solo nella rinuncia a qualcosa, ma anche servirsi di quel qualcosa a cui rinunciamo per aiutare chi ha bisogno. Saranno messi poi a disposizione dei fogli per la meditazione sulla carità. E così, educati alla carità compiremo il nostro gesto con maggior convinzione. La Domenica delle Palme, chiudendo la settimana della carità, saremo tutti invitati ad andare a messa non solo per prendere l’ulivo benedetto, ma anche per portare un pacchetto per i poveri.


Abbiamo bisogno per il nostro doposcuola...

tarli, vogliamo aiutarli. Come si diceva è la fede in Cristo che ci deve far superare questi blocchi psicologici.

CHE FARE? La nostra Caritas si è impegnata in diversi servizi. Li abbiamo elencati sull’ultimo nostro bollettino parrocchiale. Ci preme però ora di sottolineare che questo impegno per i poveri è di tutti e di ciascuno. Se esiste la Caritas è per venire incontro a quei servizi che sono impossibili singolarmente e per dare una certo aiuto a chi versa in difficoltà. Ma l’impegno di aiutare i poveri vedendo in essi il Signore stesso, è di tutti, nessuno escluso. Quanti piccoli gesti di bontà si possono fare! Basta aprire un po’ gli occhi e si vedono, sia vicino

Il nostro doposcuola esiste da più di vent’anni. Ed ha sempre bisogno di insegnanti. I ragazzi da aiutare sono numerosi e coloro che li aiutano sono sempre pochi. Siamo più che mai convinti che nel nostro quartiere ci sono diversi insegnanti in pensione. Quanto bene potrebbero fare. E invece…. Non vogliamo costringere nessuno. Noi aspettiamo. Preghiamo il Signore che smuova i loro cuori e spinga la loro volontà a superare le possibili difficoltà. Agli insegnanti veri e propri potrebbero unirsi anche quegli uomini e donne che negli anni passati hanno avuto una certa dimestichezza con i compiti e le lezioni dei loro figli. E anche qui quanti potrebbero… invece. Non lamentiamoci se poi i ragazzi di oggi non sanno scrivere, non sanno leggere, non sanno….

alle nostre abitazioni, sia nei nostri palazzi, sia per la strada, tanti poveri o persone che versano in difficoltà. A volte basta un atto di bontà, un saluto oppure un suggerimento perché vada alla Caritas. E poi c’è quell’aiuto che coinvolge la nostra stessa persona. A questo proposito pensiamo al volontariato. Infatti la Caritas sia parrocchiale che cittadina va avanti per il volontariato. Ecco allora qui nei due riquadri le nostre necessità parrocchiali.

camminiamo insieme - 11


LA VOSTRA GENEROSITA’ Questa è la pagina che non manca mai sul nostro bollettino parrocchiale. E’ il segno concreto che la parrocchia è aiutata anche nelle sue difficoltà finanziarie. Se mancasse sarebbe grave, non solo perché ci mancherebbero gli aiuti finanziari, ma soprattutto perchè verrebbe meno lo spirito di generosità nei suoi confronti. La generosità si vede non solo nelle offerte più o meno grandi, ma in modo particolare nell’intenzione che si esprime mentre viene consegnata. Pensiamo a chi offre perché sta per andare in ospedale e chiede una benedizione particolare. C’è chi offre per ringraziare, per aiutare chi versa in necessità. Infatti diverse persone anziane, non potendo portare nel cestone della Caritas il proprio sacchetto, fanno la loro offerta in denaro affinché qualcuno comperi qualcosa per i poveri. C’è chi offre in occasione del primo stipendio ricevuto, chi è andato in pensione offre qualcosa della sua liquidazione. L’elenco potrebbe continuare. Ecco allora quanto abbiamo ricevuto in questo mese (importi in euro): 30 per l’oratorio; 20 dalla comunione anziani; 45; 25 dalla comunione anziani; 15; 50 per l’oratorio; 60 per l’oratorio; 25 dalla comunione anziani. All’offerta ricevuta di 90 euro da parte dei condòmini di piazza Gobetti, si sono aggiunte 20 euro. La Messa per i defunti del condominio sarà celebrata sabato 28 marzo alle ore 17 al S. Cuore.

PER I DEFUNTI Il condominio “Olimpia” ha offerto per il defunto Franco Mario la somma di 125 euro. Il defunto è stato iscritto alle Messe perpetue. Il condominio “Fanfulla 3° lotto” ha offerto 80 euro per il defunto Premoli Umberto. Il defunto

12 - camminiamo insieme

è stato iscritto alle Messe perpetue. Il condominio “Fanfulla” ha offerto 100 a suffragio del defunto Federico Giuseppe. Il defunto è stato iscritto alle Messe perpetue.

S. CUORE (importi in euro): 50; 310; 45; 100; 130; 190. 90; 50. Dalla domenica fine mese di gennaio 1050 euro.

GRAZIE Poiché questa pagina si ripete, si ripete anche il grazie della comunità a tutti coloro che in un modo o in un altro sostengono le spese, favoriscono le attività pastorali, aiutano a conservare le strutture parrocchiali. La parola grazie è semplice, e se si vuole anche povera, ma se abbiamo cuore e poi un po’ di fede, diventa ricca e significativa. Noi le diamo questo valore e vorremmo che chi offre la ricevesse con questo spirito. Alla parola “grazie” c’è sempre unito, da parte della comunità parrocchiale, il costante ricordo nella preghiera. Vorremmo però che i nostri offerenti avessero anche la consapevolezza che il Signore tiene conto del loro cuore sia in questi giorni sia per l’eternità.


L’Associazione Amici di San Fereolo

DIARIO DEL MESE di Marinella Molinari

I nostri incontri sono ripresi il 2 Febbraio, nel giorno della Candelora. Alle ore 15 è iniziata la celebrazione con la benedizione delle candele, cui è seguita la Santa Messa. Al termine ci siamo ritrovati tutti in oratorio per fare merenda in compagnia: ci aspettavano una tazza di cioccolata calda e qualche fetta di panettone, preparate da Paola e Vittoria. Chi lo desiderava poteva rinnovare la propria iscrizione all’Associazione, facendo timbrare la tessera e dando una piccola offerta. Questi momenti, in cui siamo tutti insieme, sono molto belli perché ci permettono di migliorare i rapporti di amicizia tra noi. Passare un’oretta in compagnia ci fa bene, ci rilassa perché riusciamo a dimenticare i nostri problemi e a liberare la mente per un po’ di tempo. Purtroppo molte persone, per vari motivi, non si sentono di uscire di casa o sono impossibilitate a farlo. Finiscono così per sentirsi sole: la solitudine è un fenomeno caratteristico della nostra società. A volte fare un piccolo sforzo ci aiuterebbe a stare meglio; scambiare qualche chiacchiera, un sorriso con qualcuno oppure mangiare qualcosa insieme può servire. Nel Vangelo leggiamo spesso che Gesù si è fermato a mangiare da amici o da sconosciuti che lo invitavano. Anche questo fa molto bene e ci aiuta ad essere sereni. E infine, ma non è l’ultima cosa: pregare insieme. L’11 febbraio c’è stata, come da tradizione, la Santa Messa per la Madonna di Lourdes; il 18 la Santa Messa delle Ceneri con l’imposizione della cenere sul capo. Tutte queste celebrazio-

ni sono state partecipate perché particolarmente “sentite”; al termine siamo usciti dalla chiesa in un vero stato di grazia! Vi invito a riflettere su ciò che ho scritto in queste righe. È possibile che, superando il desiderio di stare in casa al caldo, si possa fare qualcosa per il nostro benessere? Io ne sono convinta e vi invito sempre con affetto: partecipate ai nostri incontri, vi aspettiamo! Ecco il programma di Marzo: • Giovedì 5: il dottor Valerio Migliorini presenta il suo libro “Le pedalate del dott. Santi”. • Martedì 10, mercoledì 11, giovedì 12 : Esercizi spirituali parrocchiali per tutti i pensionati • Giovedì 19: “Donne per Lodi” - incontro con la Presidente delle Cristine, sig.ra Marcarini. • Giovedì 26: “L’era napoleonica a Lodi” - relatore prof. Angelo Stroppa.

camminiamo insieme - 13


A LEZIONE DAL PAPA SULLA FAMIGLIA di Cesare J. Beltran

Una nostra famiglia ha partecipato ad una catechesi di Papa Francesco (foto sotto). Riportiamo ciò che hanno appreso e la loro esperienza per averlo incontrato così da vicino. La famiglia può essere considerata il tassello fondamentale di ogni stato, la pietra angolare di ogni società moderna. Essa può rappresentare il progresso o il declino della collettività, è, infatti, attraverso il buon funzionamento di questa meravigliosa istituzione che possiamo usufruire della risorsa più preziosa e, forse, anche quella più sopravvalutata di tutte: i giovani. La robustezza di una famiglia sana, costruita sulla forza e la potenza di Dio, può, attraverso i suoi frutti, portare un radicale miglioramento a tutte le nazioni. In questi ultimi anni, però, non abbiamo solo assistito a una delle più grandi crisi economiche

14 - camminiamo insieme

degli ultimi decenni, ma anche a un imponente e sempre più dilagante crollo famigliare in cui vediamo la disintegrazione e la decadenza di tutti quei valori fondamentali che facevano vigorosa una così imponente istituzione. In un momento della nostra storia in cui mancano sempre più certezze e la continua trasformazione della nostra società porta a interrogarci su aspetti che fino a poco tempo fa erano scontati, creando un senso generale di disorientamento e di caos nella nostra vita, Papa Francesco ci direbbe: “Non cediamo mai al pessimismo che il diavolo ci offre ogni giorno”. Papa Francesco, proprio in questo momento d’incertezza, ha consacrato due udienze generali del mercoledì a questa priorità fondamentale che riguarda da vicino ognuno di noi. Durante la catechesi del Santo Padre si è capita questa necessità di unione e compattezza all’interno del


nucleo familiare come l’aveva già fatta pervenire in diverse occasioni, ma questa volta si è soffermato sulla figura di padre, un aspetto d’indiscutibile rilevanza poiché è il nome con cui ci riferiamo a Dio. Il sommo pontefice ci ha invitato a riflettere su questa sfaccettatura della nostra quotidianità, portandoci a meditare sulla responsabilità e il compito arduo che ogni padre deve svolgere per educare i propri figli. Un padre che deve essere presente, ma non controllore, saper correggere con fermezza ma anche perdonare, essere paziente, amorevole e deve soprattutto avere quella amabilità, gentilezza e misericordia dimostrata dal padre nella parabola del figlio prodigo, quella misericordia che ha tanto nel cuore Papa Francesco, tanto da averla inserita nello stemma papale in cui compare la scritta “miserando atque eligendo”. Durante una di quelle stupefacenti catechesi sulla figura del padre ho avuto la fortuna, l’onore e il piacere di essere presente insieme alla mia famiglia. È stata una giornata colma di gioia ed emozione, prima l’ingresso all’interno delle mura vaticane da porta sant’Anna poi l’entrata insieme ai caschi blu dell’ONU e altre cariche istituzionali, come l’ambasciatore della sede diplomatica argentina a Roma, all’interno dell’aula delle udienze generali Paolo VI, dove siamo rimasti fino al momento del baciamano. È stata in quell’occasione che abbiamo avuto modo di salutare personalmente il Santo Padre scambiando qualche parola con lui, riuscendo a cogliere quella semplicità e bontà d’animo che ti avvolge e ti scalda il cuore e quella semplicità che solo i grandi uomini riescono a mostrare e trasmettere così facilmente. Era la seconda volta che eravamo, come famiglia, al cospetto del più alto rappresentante della Chiesa Cattolica, prima con il Papa emerito Benedetto XVI dove abbiamo ricevuto la comunione da lui stesso nell’occasione in cui si era recato a Pavia nel 2007, poi con il Santo Padre

Francesco. Questa volta l’emozione è stata veramente tanta, forse perché si trattava del primo Papa sudamericano e quindi mi ci sentivo più legato oppure perché ero più maturo e potevo rendermi realmente conto dell’importanza di quel momento, in ogni caso sono convinto che sia stato speciale per ciascuno di noi e resta il fatto che dal dialogo con il santo padre ho capito che è l’uomo giusto al momento giusto. In un’epoca in cui il maligno cerca di paralizzarci attraverso la paura, l’unica capace di spegnare il fuoco dello Spirito Santo che ognuno di noi porta nel proprio cuore, Papa Francesco attraverso la naturalezza delle sue azioni e la fermezza con cui intraprende certe strade, penso possa essere una grande guida carismatica capace di guidare la chiesa attraverso il cammino che desidera veramente il Signore che è la luce, la verità e la via. Ci sono esperienze che ti fanno pensare e che non restano solo nel passato ma che influenzano la forma in cui agisci nel presente, questa è una di quelle. Le sfide che la nostra società o più semplicemente la nostra vita ci offre non sono penitenze o castighi ma sono la possibilità che ci dona il signore, che ci ama come un padre, per migliorarci e portare frutto a tutti quelli che ci stanno intorno, il nostro prossimo.

“Non dobbiamo avere timore della bontà e della tenerezza”. (Papa Fancesco)

camminiamo insieme - 15


IL G.S.O., IL Toro e l’incomprensibile essenza dell’essere di Roberto Folletti

Cosa unisce il nostro G.S.O. ed il Torino? Apparentemente nulla… Eppure basta andare un po’ oltre all’apparenza di due società agli antipodi del mondo pallonaro (una in terza categoria, l’altra in serie A ed Europa League, una dilettantistica e l’altra professionistica) per scoprire che poi non sono molto distanti… Un tifoso qualsiasi parlando della propria squadra inizierebbe a snocciolare il numero di scudetti, di coppe e trofei internazionali vinti; parlerebbe di ciò che ha. Esiste un tifoso, unico al mondo, che pur avendoli vinti e pur avendo un settore giovanile con il palmares più ricco d’Italia e tra i migliori al mondo invece vi parlerebbe di ciò che è, perché alla fine vincere non è tutto. Vi racconterebbe di luoghi, di persone e di storia, anzi no di leggenda perché molte squadre hanno una storia ma solo una squadra è leggenda, tutto condito di sentimenti ed emozioni dove non solo le vittorie hanno rilevanza ma anche le sconfitte assumono un sapore particolare. Questo tifoso anomalo che conosce la differenza tra l’essere e l’avere e quella tra l’essere e l’apparire, è il tifoso del Toro. Un bambino diventa tifoso di una squadra perché magari in quel periodo vince scudetti o coppe a volontà, un bambino del Toro non sceglie ma s’innamora della sua squadra nell’infanzia non appena con la sua innocenza inizia a capire come funziona il mondo con le sue ingiustizie da combattere e suoi dolori da superare, o addirittura alla nascita, quando ancora non sa nulla delle conseguenze a cui sarebbe andato incontro ma che se le avesse capite, avrebbe scelto ancora più convinto che

16 - camminiamo insieme

mai il suo Toro. Alla fine tifare Toro non è molto diverso che vivere, svegliarsi alla mattina ed iniziare a lottare; è essere contro le ingiustizie, il potere, il destino, l’omologazione, la cultura del vincitore; è la cosa più semplice e normale della vita per chi non vuole limitarsi a guardarla ma viverla. Il Toro è libertà e fantasia, ma anche una forza, un principio, una fede, un amore, una passione ed i suoi tifosi sono romantici ed idealisti, capaci di rendere una squadra sentimento, valore, ideale, trasformandola in un modus vivendi. I tifosi del Toro non sono stati piegati ma temprati dal destino, dalle morti, dagli incidenti, dalle sciagure, dai pali, dalle traverse e dalle sconfitte che non solo non li allontanano o abbattono, ma li fortificano ed uniscono. Ai nostri figli, chiederemo di andare oltre le apparenze, non racconteremo ciò che potremmo vincere ma di cosa rappresenta il Toro, la nostra gloria, la nostra dignità, il nostro passato, la nostra storia, la nostra leggenda, in pratica le nostre radici, perché un popolo senza passato e senza


radici non ha futuro e perché, “Essere del Toro è la speranza in un mondo migliore” (Mondonico). Se chiedi ad un tifoso del Toro di parlare della sua squadra non può che iniziare a parlare dell’unica squadra nel mondo da tutti riconosciuta con un aggettivo davanti al nome, il Grande Torino. Non era solo una squadra di calcio, era la voglia di una città di vivere, di tornare bella e forte, dopo i disastri della guerra. Era un calcio diverso ma ciò che faceva grandi quegli uomini era, oltre allo strapotere tecnico e fisico, la loro forza morale: in un momento di crisi di identità come quello del dopoguerra fu un coagulo importantissimo per gli italiani. Rappresentavano una serie di valori che il popolo aveva come dimenticato, perso per strada: la dignità, l’onore, la fierezza. La gente si riconosceva nei suoi campioni, che erano persone normali: li incontrava per strada, al bar, alcuni di loro avevano dei negozi in centro dove lavoravano. Sotto la pioggia di un pomeriggio del 1949 la squadra più forte del mondo abbandonò la scena della sua storia ed entrò di schianto nella sua eternità. Erano le 17:03 del 4 maggio, quando la torre di controllo dell’aeroporto di Torino cominciò a sospettare che ci fosse qualcosa che non andava: il pilota dell’aereo che riportava a casa i giocatori del Torino non rispondeva più alla radio. Le nubi basse, inconsuete per la stagione, addormentavano la città da qualche ora, quando

si udì l’esplosione. Quell’aereo si schiantò sulla collina di Superga alla base della basilica: non si salvò nessuno. Forse era troppo meravigliosa questa squadra perché invecchiasse. Forse il destino voleva arrestarla nel culmine della sua bellezza. Il giorno dei funerali, per strada c’era tutta la città, fabbriche, uffici e negozi tutti serrati, gente e bandiere da tutta Italia in un pellegrinaggio di affetto, la città era muta, spenta e respirava dolore. Tutti tifavano quei colori o comunque simpatizzavano per essi, tutti, anche chi il calcio non lo aveva mai seguito, sapevano a memoria la formazione che divenne una filastrocca: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Di quella squadra, contro l’Ungheria, arrivarono a indossare la maglia azzurra della nazionale dieci giocatori su undici e fu vittoria... 3-2. Indro Montanelli di loro diceva: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta”. Il 4 maggio di ogni anno si assiste al pellegrinaggio dei tifosi alla basilica di Superga e alla visita della squadra alla lapide degli Invincibili (così furono chiamati perché “soltanto il fato li vinse”) dopo la funzione religiosa a suffragio. Quella squadra giocava al Filadelfia, uno stadio dove il Torino non aveva mai perduto per quasi sei anni, dove in cinque campionati le squadre ospiti erano riuscite a strappare solo otto punti.

camminiamo insieme - 17


Un vecchio stadio da trentamila posti, gradinate e tribune ad un metro dal terreno. Quando i granata battevano la fiacca, succedeva anche a loro, c’era un trombettiere, Oreste Bolmida, che con tre squilli di tromba suonava la carica e capitan Valentino si rimboccava le maniche, dando il segnale a tutta la squadra, partiva il famoso quarto d’ora granata. Allora il Toro si scatenava, sembrava che in campo ci fosse un’invasione di maglie granata e i gol fioccavano. Epiche le vittorie e le rimonte: ricordiamo la prima contro la Roma 7-0 (in trasferta) e contro la Lazio (in casa) sotto per 0-3 ribaltò il risultato per il definitivo 4-3. Il racconto del tifoso del Toro poi compie un excursus di circa vent’anni: era la metà degli 60 quando apparve una figura strampalata, capelli lunghi e barba, dipingeva quadri, disegnava vestiti, girava per Torino con una gallina al guinzaglio, giocava con il 7 sulla schiena, i calzettoni abbassati, la maglia fuori dai pantaloncini, imprendibile, geniale e pazzesco, era la farfalla granata, Gigi Meroni. Quando nell’estate del 1967 stava per passare alla Juventus, i tifosi del Toro scesero in piazza a protestare, e gli operai della Fiat con il cuore granata cominciarono a boicottare la catena di montaggio: erano i giorni in cui veniva lanciata la nuova 128, e tutte uscivano dalla fabbrica senza dei pezzi, oppure rigate, e con un volantino sul cruscotto: “Agnelli, giù le mani dal Torino”. L’ultima foto di Meroni da vivo, la maglia granata addosso, è una profezia: il Torino ha appena battuto la Sampdoria, ma lui lascia il campo a capo chino, gli occhi tristi a guardare qualcosa che nessuno in quell’istante poteva afferrare… L’incidente avvenne poche ore dopo… Quando morì, Meroni aveva 24 anni. Li ha ancora. Per sempre. Alla guida di una delle due auto coinvolte nell’investimento c’era un giovane tifoso del Toro che ancora oggi porta nell’anima la ferita di quella notte maledetta. Nella sua stanza c’era il poster di Gigi. Al suo idolo in maglia granata assomigliava addirittura un po’. Per uno di quegli incroci del destino che solo dalle parti del Toro potevano accadere quel ragazzo diventerà 33 anni dopo presidente del Torino Calcio. Nel weekend successivo alla morte ed al suo funerale, c’era il derby con la Juventus. Tra il silenzio funereo delle tifoserie di entrambi gli schieramenti, il campo fu inondato di fiori da un elicottero, che furono raccolti poi

18 - camminiamo insieme

sulla fascia destra, quella di competenza di Meroni. In quella gara, i granata vinsero 4-0 (tre reti di Combin che giocò con 39 di febbre per onorare il suo amico scomparso e la quarta rete fu di Carelli che giocò con la maglia numero 7, la stessa di Meroni). Un capitolo a parte spetta ai derby che, a differenza dei “cugini” bianconeri che ritengono essere tutti uguali, per il tifoso granata invece sono una storia a parte e molte sarebbero le pagine da riempire raccontando le epiche vittorie che vedevano soccombere i bianconeri eterni favoriti: nell’83, sotto per 0-2 al 70esimo ribaltammo il risultato in 3 soli minuti (3-2 il finale) o nel 2001 quando sotto per 0-3 riuscimmo a pareggiare (3-3) ma ancora una volta tutto sembrò crollare quando a 3 minuti dallo scadere l’arbitro accordò (l’ennesimo) rigore ai bianconeri, ma Salas spedì il pallone in tribuna grazie ad una buchetta fatta da Maspero sul dischetto del rigore. Ma essere del Toro vuol dire parlare di Giagnoni come giocatore (il pugno a Causio) e come allenatore (con il suo mitico colbacco), Pulici e Graziani (i gemelli del gol), Sala (il poeta), Zaccarelli, Ferrini (il Capitano), Mondonico (e la sua sedia alzata), Radice, Agroppi e tanti altri, oppure della finale di coppa Uefa ad Amsterdam (persa senza perdere colpendo per ben tre volte i legni di porta), di una finale di coppa Italia vinta subendo tre rigori (inesistenti) e perché no della sfilata dei 50 mila per le vie di Torino, orgogliosi di appartenere, il giorno dopo la retrocessione in B... E non si può ridurre a poche righe la storia degli “Invincibili” o di Meroni o di luoghi come il Filadelfia. Ciò che avete letto è solo un piccolo assaggio. Sarà un caso ma il Toro è la società che vanta il maggior numero di libri, di siti internet e film che narrano di personaggi, luoghi e vicende che lo hanno interessato. La storia del Toro obbedisce ad un copione drammatico: di rappresentazione in rappresentazione, società, tifosi e giocatori si sono cuciti addosso una divisa mentale ormai indelebile come la maglia granata: è più importante soffrire (in una maniera disumana) che vincere. Essere del G.S.O. San Ferolo è un po’ come essere del Toro, perché uguale è la passione che ci muove ed uguale è l’incomprensione che generiamo in chi ha sempre pensato che lo sport giovanile è fatto solo o principalmente per vincere. E tutto questo dove lo mettete?


VITA PARROCCHIALE CATECHESI • Ragazzi elementari: sabato: 7 – 14 – 21 28 • Ragazzi di prima media: domenica 8 – 15 - 29. Domenica 22 marzo alle ore 14.30 incontro con il vescovo al Palacastellotti. • Ragazzi di 2 e 3 media: 8 – 15 – 22 – 29 • Adolescenti e Giovani: vedere programma in oratorio • Pensionati, adulti e anziani: vedi a pag. 13

tendono far battezzare i propri figli sono pregati di passare dalla casa parrocchiale per iscrivere il proprio figlio e per ritirare i moduli necessari per la celebrazione. Le prossime celebrazioni si tengono il 6 aprile, Lunedì dell’Angelo, ed il 3 maggio.

FIDANZATI I prossimi corsi per la preparazione al matrimonio cristiano iniziano martedì 3 marzo alle ore 21 e martedì 28 aprile. Chi vuole iscriversi, è pregato di passare dalla casa parrocchiale per il foglio di presentazione al corso.

Domenica 22 marzo

S. GIUSEPPE: PENSIAMO AI PAPA’ ED AIUTIAMO CHI HA BISOGNO

SCUOLA DI BIBBIA Prossimo incontro martedì 3 marzo.

PER LA QUARESIMA

Anche se la festa di S. Giuseppe è giovedì 19 marzo, noi ricorderemo in modo particolare tutti i papà domenica 22 marzo alla Messa dei ragazzi alle ore 10,30. Invitiamo allora tutti i bambini e i ragazzi a venire a Messa con il papà. In questa circostanza desideriamo fare una grande festa attorno all’altare per chiedere al Signore che tutti i papà siano contenti.

Vedere programma a pag. 4.

SETTIMANA DELLA CARITAS Da domenica 22 a domenica 29 marzo.

INCONTRI PER GRUPPI • Pomeriggio di Fraternità: domenica 1 marzo ore 16 • Volontari Caritas: mercoledì 25 marzo ore 21 • Animatori dei centri di ascolto: lunedì 30 marzo ore 21

BATTESIMI La prossima celebrazione comunitaria dei battesimi si tiene domenica 8 marzo. I genitori che in-

camminiamo insieme - 19


VITA PARROCCHIALE Poiché domenica 22 marzo daremo inizio alla settimana della Caritas parrocchiale, invitiamo i bambini e i ragazzi, mentre vengono a Messa con i loro papà, a portare qualche genere alimentare per chi è senza lavoro e chiede alla nostra Caritas un sostegno. La preghiera e il gesto di carità otterranno dal Signore nuove grazie e benedizioni non solo per il papà, ma anche per tutta la famiglia. Giovedì 19 marzo, poi, essendo il giorno della festa liturgica di S. Giuseppe, celebreremo in S. Fereolo alle ore 18 una Messa solenne per tutti i papà vivi e defunti.

Dal 27 al 29 aprile

PELLEGRINAGGIO A LOURDES Stanno per chiudersi le iscrizioni al pellegrinaggio parrocchiale a Lourdes. Se qualcuno intende parteciparvi, è pregato di iscriversi. A questo momento sono 29 i pellegrini iscritti. Andiamo dalla Vergine per implorare grazie e benedizioni non solo per chi vi partecipa, ma anche per tutta la comunità parrocchiale. Riportiamo di nuovo le note tecniche per chi ne avesse bisogno. • Il viaggio sarà in aereo e si terrà da lunedì 27 a mercoledì 29 aprile 2015 • Quota partecipazione: massimo 500 euro • Maggiorazione camera singola 90 euro • Sistemazione in hotel 3 stelle, camera a due letti, pensione completa; importante: indi-

20 - camminiamo insieme

care con chi si vuole stare in camera • Trasporto in pullman andata/ritorno compreso nella quota • Acconto 200 euro da versare presso la Casa Parrocchiale all’atto dell’iscrizione • Serve carta d’identità non scaduta.

Domenica 1 marzo

POMERIGGIO DI FRATERNITA’ Dopo le diverse esperienze più che positive, ritorna l’esperienza del “Pomeriggio di Fraternità” di primavera. A questo appuntamento sono invitati tutti i fedeli della parrocchia. Oggi più che mai comprendiamo la necessità di crescere nella fraternità per essere segno di quel mondo nuovo che Gesù desidera realizzare. Ecco il programma: domenica 1 marzo ci si ritrova in oratorio nel salone teatro. Alle ore 16 dopo una breve preghiera si ascolterà una riflessione. Questa volta sarà tenuta da Don Olivo Dragoni sul tema “Come vivere da Figlio di Dio”; seguirà una conversazione a gruppi. Si tratta di condividere un po’ quanto si è ascoltato. Alle 18 S. Messa solenne per tutti in Chiesa a S. Fereolo celebrata dal parroco. Alle 19,15 circa in oratorio ceneremo insieme in serena fraternità. La conclusione è prevista per le ore 20,45. Tutti possono partecipare. E’ un modo per sentirsi comunità parrocchiale. Superiamo timori e pigrizia. Abbiamo bisogno di questi momenti. Per venire incontro alle spese par la cena si


IL PERCORSO DELLA VITA chiede un contributo di 5 euro. In fondo alla Chiesa vi sono i fogli per l’iscrizione oppure se ne parli con i sacerdoti.

ANCORA I VANDALI AL SACRO CUORE Ogni giorno sentiamo che i ladri entrano in diverse case del nostro quartiere. E questo avviene anche in altre parti della città. Purtroppo dobbiamo dire che oggi anche le nostre Chiese sono soggette a queste visite. Il loro punto di ricerca sono sempre i soldi. Purtroppo per cercarli spaccano e rovinano ogni cosa. Anche questo avviene sia nelle case che nelle Chiese. Ciò che impressiona maggiormente è che non si stancano di compiere queste visite. Infatti spesso ritornano sui loro passi, cioè nelle case già perlustrate in antecedenza. Tutto questo anche nella nostra Chiesa del S. Cuore. Non è ancora passato un anno dalla loro visita ed ecco che domenica notte sono ritornati sui loro passi, nello stesso modo, con lo stesso intento, compiendo sempre il medesimo vandalismo. E così ci è toccato non solo di constatare l’amarezza di questo gesto, ma anche di vedere il grande disordine, le spaccature dell’armadio della sacrestia. Che cosa volevano? Anche qui sempre i soldi. Di soldi non ne hanno trovati. Solo qualche centesimo nelle vecchie cassette. Infatti normalmente vengono svuotate settimanalmente.

BATTESIMI

• BOVE FIAMMA di Gennaro e Zampetti Angelica • GEROLI ALBERTO di Giovanni e Marcon Daniela

DEFUNTI • • • •

GIANELLI ROSANNA di anni 82 ROSSINI CLEMENZA di anni 78 PALERMO MARIANGELA di anni 85 CAMARRI OSALDA di anni 92

MESSE PERPETUE

Sono stati iscritti: Franco Mario, Premoli Umberto, Federico Giuseppe.

IL SIGNORE HA VISTO TUTTO A noi, fino a quando saremo su questa terra, non sarà mai dato di sapere chi sono questi infelici visitatori. Siamo però convinti che il Signore non solo li ha visti, ma anche li conosce per nome e cognome. Non è intervenuto oggi perché rispetta la libertà degli uomini. Interverrà però sulla loro coscienza quando lo riterrà opportuno. A noi il compito di rimettere a posto, di pulire e di far aggiustare. E dopo questo momento di amarezza, andremo avanti amando e frequentando con fede e amore la nostra cara Chiesa del S. Cuore.

Federico Giuseppe di anni 76

Franco Mario di anni 85

camminiamo insieme - 21


LE S. MESSE DEL MESE A SAN FEREOLO

Domenica 1 ore 8,00 ore 11,30 Vignati Michele ore 18,00 Lunedì 2 ore 8,30 Milani Antonia - Bernardo Venti Franco e Alba ore 18,00 Fam. Marchesi - Miragoli - Teresa Martedì 3 ore 8,30 Patrini Andrea ore 18,00 Monico Giovanni - Marisa Mercoledì 4 ore 8,30 Martino - Maria ore 18,00 Bignamini Pierluigi - Asaro Vito Giovedì 5 ore 8,30 ore 18,00 Ufficio per tutti i defunti della parrocchia Venerdì 6 ore 8,30 Per tutti gli iscritti alle Messe Perpetue ore 18,00 Amedeo - Angela - Roberto Sabato 7 ore 8,30 ore 18,00 Negrini Sincletica Fam. Sara -Molinari Giordano Gaetano Domenica 8 ore 8,00 Fam. Rosa - Maria - Pasquale Soresini Ennio ore 11,30 Bianchi Ernesto - Ferrari Ernesto - Tino ore 18,00 Fam. Riboni-Trezzi - Magnani Elio - Celestino Lunedì 9 ore 8,30 Fantini Luisa ore 18,00 Cremonesi Maria Martedì 10 ore 8,30 Tirloni Luigi - Luigia ore 18,00 Fam. Cigala-Podini Mercoledì 11 ore 8,30 ore 18,00 Fam. Bisson-Scotton Giovedì 12 ore 8,30 ore 18,00 Fam. Gaeti Venerdì 13

22 - camminiamo insieme

ore 8,30 ore 18,00 Rossini Clemenza Sabato 14 ore 8,30 ore 18,00 Durelli Domenica-Figli Ferrari Isabella-Pietro - Baroni Luigi Domenica 15 ore 8,00 ore 11,30 Caccuri Mario ore 18,00 Lunedì 16 ore 8,30 Anime del purgatorio ore 18,00 Bellosi Giuseppina Martedì 17 ore 8,30 ore 18,00 Alessandro - Cesarina - Pasquale - Bianca - Vincenzo Mercoledì 18 ore 8,30 ore 18,00 Cremonesi Mario - Maria - Enrico - Luisa - Giuseppe Giovedì 19 FESTA DI S. GIUSEPPE ore 8,30 ore 18,00 Per tutti i papà vivi e defunti Venerdì 20 ore 8,30 Dabergami Angela - Doretta ore 18,00 Badagnani Emma - Angela Giovanni - Castelli Virginio Sabato 21 ore 8,30 Volpi Patrizia ore 18,00 Buschi Pietro - Cortese Giuseppe Domenica 22 ore 8,00 ore 11,30 ore 18,00 Lunedì 23 ore 8,30 ore 18,00 Raimondi Battista - Getilli Vanda Martedì 24 ore 8,30 Cernuschi Piero-Antonio-Elvira Anna - Fam. Occhiato Conca Anna-Dorino ore 18,00 Fam. Orsi-Zambelli Antonio-Vera-Germana Mercoledì 25 ore 8,30 Fam. Callegari - Schellini ore 18,00 Fam. Torchia - Schiavini Costantino Giovedì 26


Giovedì 12 ore 17,00 Venerdì 13 ore 17,00 Sabato 14 Pizzocheri Anna - Cipolla ore 17,00 Domenica 15 ore 9,00 Formenti Elena DOMENICA DELLE PALME ore 10,30 Lunedì 16 Inizio celebrazione e ore 17,00 Messa in oratorio Martedì 17 Invernizzi Maria - Pietro ore 17,00 Mercoledì 18 ore 17,00 Mario - Rachele - Giuseppe Giovedì 19 Fam. Gennari-Picinelli ore 17,00 Ardemani Bruno Venerdì 20 ore 17,00 A ROBADELLO Sabato 21 Domenica 1 ore 17,00 ore 9,00 Broglio Pietro ore 10,30 Per i ragazzi Domenica 22 Lunedì 2 ore 9,00 ore 17,00 ore 10,30 Martedì 3 Lunedì 23 ore 17,00 Maria - Fam. Carrera - De Franceschi ore 17,00 Luisa-Costanza Martedì 24 Mercoledì 4 ore 17,00 ore 17,00 Giovedì 5 Mercoledì 25 ore 17,00 ore 17,00 Venerdì 6 Giovedì 26 ore 17,00 ore 17,00 Sabato 7 Venerdì 27 ore 17,00 Bellocchio Giovanni ore 17,00 Bergamaschi Giovanni e Colomba Sabato 28 Domenica 8 ore 17,00 ore 9,00 Paglino Giacomo e Luigi Domenica 29 ore 10,30 Per i ragazzi ore 9,00 Lunedì 9 ore 10,30 ore 17,00 Fam. Tamagni - Della Noce Martedì 10 Lunedì 30 ore 17,00 ore 17,00 Mercoledì 11 Martedì 31 ore 17,00 Malaspina Piero ore 17,00 ore 8,30 ore 18,00 Venerdì 27 ore 8,30 ore 18,00 Sabato 28 ore 8,30 ore 18,00 Domenica 29 ore 8,00 ore 10,30 ore 18,00 Lunedì 30 ore 8,30 ore 18,00 Martedì 31 ore 8,30 ore 18,00

Maria - Pasquale - Lidia

Rosi - Dellagiovanna Callegari Piero Fam. Broglio - Edelli Riccarda La Face Aldo - Sibono Umberto Palermo Mariangela Per i ragazzi Fam. Maccagnola Fam. Travamola-Marchetti Scaramuzza Silvia - Bignami Luigi - Lovagnini Giuseppe - Pietro FESTA DI S. GIUSEPPE Per tutti i papà Fam. Perondi Locatelli Angelo e Giovanna Invernizzi Pietro Raffaele - Laura - Maria - Donato Per i ragazzi Anselmi Pietro - Zilli-Ghidoni Per tutti gli iscritti alle Messe Perpetue

Per i condòmini defunti P. Gobetti 1 DOMENICA DELLE PALME Tempo permettendo si celebra in S. Fereolo Audelli Luigi

camminiamo insieme - 23


Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo viale Pavia 41, Lodi ▪ tel. 0371-30658

per contattarci:

don Peppino: tel. 0371-30658 don Roberto: tel. 0371-36345 don Marco: tel. 0371-438540 Caritas parrocchiale: via della Marescalca 3 ▪ tel. 0371-430885 Gruppo Sportivo Oratorio: via Salvemini 5 ▪ tel. 0371-31964 Coordinatore Sportivo: Roberto Folletti ▪ 339-1452918 e-mail: dongraimondi@libero.it sito web: www. sanfereolo.it e-mail Caritas Parrocchiale: caritassanfereolo@gmail.com

i servizi della Caritas parrocchiale: Ambulatorio infermieristico

lunedì – mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 10

Doposcuola

martedì - giovedì dalle 17 alle 18,30 mercoledì - venerdì dalle 14,30 alle 16

Distribuzione vestiti

martedì – giovedì dalle ore 9 alle 11

Servizio anziani ammalati e infermi mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11,30

Aiuto generi alimentari una volta al mese

Centro d’ascolto

Mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11

Servizio pratiche A.C.L.I.

Secondo e quarto mercoledì del mese dalle 9,30 alle 11

Prenotazione esami e visite mediche

mercoledì dalle 9 alle 10 - venerdì dalle 9 alle 11


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.