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SALUTE_10piu_n.2.12:CASA NOTIZIE cesena n1.2007

31-01-2012

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I NOSTRI AMICI ANIMALI

Come affrontare la

leishmaniosi Questa malattia colpisce i cani, portandoli nella maggior parte dei casi alla morte. Ma la trasmissione all’uomo può avvenire soltanto attraverso la puntura di un pappatacio.

Dott.ssa

Barbara Pallareti

Medico Veterinario specialista in patologia e clinica degli animali d’affezione E-mail: barbara.pallareti@gmail.com

La leishmaniosi viscerale canina è una grave malattia sistemica ad evoluzione cronica, dovuta ad un protozoo parassita, la leishmania infantum; è una zoonosi, cioè può trasmettersi dal cane all’uomo, ma non è una malattia contagiosa (la trasmissione non avviene per contatto fra malato e sano). Conduce solitamente gli animali alla morte, dopo una più o meno lunga fase debilitante. Per la trasmissione è necessaria la puntura di un piccolo insetto notturno, il phlebotomus perniciosus, volgarmente detto pappatacio, attivo Pappataci nel periodo estivo, un 28

tempo segnalato in Centro Italia, Sud Italia, isole e Liguria, alle basse altitudini, sotto i 400 metri sul livello del mare. Nel Nord Italia i pappataci sono stati segnalati con una distribuzione a macchia di leopardo in regioni ritenute tradizionalmente indenni come Trentino, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e nelle zone collinari dell’Emilia Romagna.

La diagnosi Il periodo di incubazione può variare da un mese a sette anni. Dopo l’ingresso del parassita, il sistema immunitario del cane si può attivare e fermare la leishmania o raggiungere la quiescenza temporanea. Il 25 per cento dei casi è costituito da soggetti asintomatici, la metà risulta avere pochi sintomi quali ingrossamento dei linfonodi associato a dimagramento, astenia (indebolimento) e lesioni della pelle, e un 25 per cento è plurisintomatico, con dermatite furfuracea, ulcere, problemi oculari, onicogrifo-

si (crescita abnorme delle unghie), adenomegalia, dimagramento, anemia, epistassi( sangue dal naso), insufficienza renale, patologie epatiche, ecc. La grande variabilità nelle manifestazioni cliniche è una conseguenza del coinvolgimento del sistema immunitario in risposta al parassita o per danni diretti da parte dello stesso. La diagnosi viene effettuata sulla base del sospetto clinico associata ad indagini di laboratorio. I cani infetti vanno protetti dalle punture dei pappataci, per impedire che trasmettano loro la leishmania attraverso l’uso di repellenti in commercio come collari o fiale spot-on, specificatamente efficaci contro questo particolare insetto.

Le terapie Mentre in campo umano la terapia porta ad una guarigione completa di circa il 96 per cento dei casi, nei cani la percentuale scende drasticamente. Si giunge solo ad una guarigione clinica (regressione di tutti i sintomi, in cui il parassita rimane latente nell’organismo), ma non a guarigione completa e


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