SALUTE 10+ n.2.2016.

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RAVENNA

MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 2 - FEBBRAIO 2016

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GIANNI PES

E I SEGRETI DEI CENTENARI

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DOMENICA NEGRINI 102 ANNI IL 21 FEBBRAIO

- L’ENDOMETRIOSI

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- L’UTILIZZO MEDICO DELLA CANNABIS - LA NUOVA NORMATIVA

PER CONTRASTARE IL FUMO

- GLI ITALIANI

E LA SESSUALITA’

Salute Dieci Piu’

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Spesso è ciò che non si vede a fare la differenza… Da 60 anni sanitaria romagnola e' specialista nella realizzazione di plantari personalizzati, ortopedici e per uso sportivo. Una buona performance sportiva parte, infatti, proprio dai piedi. Ciclisti, podisti, calciatori, tennisti, atleti professionisti e amatoriali, possono trarre grande beneficio e giovamento da una corretta postura. Per questo Sanitaria Romagnola propone un esame specifico con apposite solette baropodometriche inserite all'interno delle proprie scarpe sportive. Queste solette sono collegate ad una piccola centralina che, semplicemente fissata in cintura al paziente, permette di eseguire la valutazione in piena libertà: direttamente in sella alla propria bicicletta, durante una camminata, un salto o qualsiasi altro movimento. Le solette rilevano le pressioni esattamente per quelle che sono durante l’atto sportivo evidenziando eventuali vizi o problematiche posturali. Al termine della valutazione i dati raccolti vengono scaricati in un computer ed esaminati con l’esperto: a questo punto sarà possibile stabilire se è necessaria la compensazione con un’ortesi che verrà eventualmente creata su misura per l’atleta. Il risultato che si vuole ottenere è quello di far acquisire allo sportivo maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo: che si tratti di attività agonistica o amatoriale è fondamentale conoscersi non solo per migliorare le proprie prestazioni ma soprattutto per evitare dolori, traumi ed affaticamento. Spesso è ciò che non si vede a fare la differenza. Per appuntamenti e ulteriori informazioni Negozio - Tel. 0545.23669 - info@sanitariaromagnola.it Max - Cell. 335.7848072 - Federico - Cell. 335.6363355

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Salute Dieci Più

Nr. 2 - FEBBRAIO 2016 - www.salute10piu.it

ALIMENTAZIONE

2 LA STEVIA Dott.ssa Monica Negosanti GINECOLOGIA

5 L’ENDOMETRIOSI Dott. Francesco Giambelli ODONTOIATRIA

9 CHIRURGIA IMPLANTARE SENZA BISTURI Dott. Nicola Vanuzzo OCULISTICA

12 OCCHIALI PROGRESSIVI Dott. Ugo Cimberle LONGEVITA’

14 GIANNI PES E I SEGRETI DEI CENTENARI di Tiziano Zaccaria SALUTE

18 DIECI REGOLE PER LA SALUTE DELLA MANO Dott. Alberto Lazzerini LONGEVITA’

19 102 ANNI PER DOMENICA NEGRINI di Tiziano Zaccaria SANITA’

20 TERAPIA CANNABIS Dott. Andrea Baldisserri SALUTE DEL PIANETA

22 IL DOPO COP21 DI PARIGI di Giancarlo Sturloni SANITA’

24 LE NUOVE NORMATIVE ANTIFUMO di Fabio Lironzi PSICOLOGIA

25 LE CRISI Dott. José Aguayo Ph.D. SOCIETA’

28 GLI ITALIANI E LA SESSUALITÀ Prof.ssa Roberta Rossi I NOSTRI AMICI ANIMALI

28 IL TESTAMENTO PER “FIDO” Roberto Bennati SALUTE 10+ - Anno 6 - N. 2.2016 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.it

Proprietà, redazione e realizzazione - Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48124 Ravenna Tel. 0544.501950 - multiredazione@linknet.it - Direttore responsabile: Spada Gabriele Stampa: Modulgrafica Forlivese - Forlì (FC) - www.modulforlivese.it


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ALIMENTAZIONE

LA STEVIA E’ un DOLCIFICANTE NATURALE a produzione zero di effetti tossici o potenzialmente cancerogeni. Vediamo inoltre cosa sono i dolcificanti in genere e quali quali sono le principali caratteristiche di quelli artificiali.

UNA DOLCE RICETTA… TORTA DI MELE E CANNELLA

Dott.ssa

Monica Negosanti

Dietista - AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione

La STEVIA è una pianta della famiglia dei crisantemi, originaria del Sudamerica, dove è stata utilizzata da secoli per il suo potere dolcificante, molto superiore rispetto allo zucchero, ma senza calorie e privo di potere cariogeno (che provoca carie). A differenza dei dolcificanti artificiali, la Stevia è un prodotto sicuro: in nessun studio scientifico è stato dimostrato produrre effetti tossici e neppure rischi dal punto di vista cancerogeno.

La Stevia… …ha un potere dolcificante fino a 300 volte superiore a quello dello zucchero da cucina, con il vantaggio di avere zero calorie. Per tutti questi motivi il consumo della stevia sta aumentando sempre più: la si può trovare negli scaffali dei supermercati tra i dolcificanti da tavola o nella lista degli ingredienti di alimenti light, indicata con la sigla E 960. 2

Alcune importanti raccomandazioni Anche se naturale, la Stevia rimane pur sempre un additivo. Valgono quindi le stesse raccomandazioni date dall’Inran (l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) per tutti gli altri edulcoranti: non somministrarli ai bambini sotto i tre anni e non usarli durante la gravidanza e l’allattamento. Limitare il consumo di questi prodotti è importante anche per gli adulti. Non è detto, infatti, che un alimento sia più sano solo perché è dolcificato con un ingrediente diverso dallo zucchero. Il consiglio di sempre è quello di imparare a valorizzare il sapore naturale dei cibi, senza ricorrere ad additivi edulcoranti che ci abituano inevitabilmente ad utilizzarli sempre di più, rischiando, a lungo andare, l’insorgenza di diverse patologie.

Ingredienti: - 10 g di polvere di stevia (la dose dipende da quale tipo scegliete) - 1 bicchiere di olio di semi di girasole - 2 uova - 3 mele - 1/2 bicchiere di latte o latte di soia - 200 g di farina 00 - 2 cucchiai di maizena (amido di mais) - 1 bustina di lievito per dolci - 1 pizzico di sale - Cannella in polvere

Procedimento Rompere le uova in una bacinella, aggiungere la maizena, la stevia, il latte e l’olio, lavorando gli ingredienti con la frusta o lo sbattitore elettrico. Aggiungere poi anche la farina setacciata, il lievito, il sale e la cannella: versare il composto in una tortiera, mettendo le mele tagliate a fettine a raggiera sul composto. Infornare a 180° per 30 minuti circa.


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I DOLCIFICANTI, detti anche edulcoranti, sono sostanze naturali o artificiali che vengono utilizzate per conferire un sapore più dolce a cibi e bevande, ma anche a prodotti che, pur non essendo utilizzati a scopo alimentare, entrano in contatto con la bocca e il cavo orale, come nel caso di collutori, dentifrici ma anche molti farmaci o integratori. I dolcificanti maggiormente utilizzati sono il comune zucchero bianco, lo zucchero di canna, il fruttosio, il miele e i dolcificanti artificiali, per esempio, aspartame e saccarina. Tra lo zucchero di canna e quello di barbabietola non vi sono grandi differenze, in quanto sono entrambi costituiti da saccarosio quasi al 100%, fornendo quindi la stessa quota calorica. Lo zucchero di canna, a differenza di quello di barbabietola, non è raffinato e si presenta con un caratteristico sapore aromatico e color miele. A causa del loro notevole apporto calorico (4 Kcal/grammo), un consumo eccessivo di dolcificanti può contribuire a determinare quadri patologici come il sovrappeso, l'obesità, la carie dentale e il diabete mellito.

Miele e fruttosio hanno generalmente un potere dolcificante simile o leggermente superiore a quello del saccarosio,

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con potere calorico uguale o di poco inferiore a quest’ultimo. Questi dolcificanti favoriscono però la carie dentale in misura simile allo zucchero da tavola e possono favorire l’aumento dei trigliceridi: sono quindi sconsigliati in caso di sovrappeso e obesità. Il miele, inoltre, favorisce l’aumento della glicemia e non è adatto a soggetti affetti da diabete mellito.

I dolcificanti artificiali… …hanno un potere dolcificante pari o superiore al comune zucchero da tavola, ma con minore contenuto calorico.

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Questi dolcificanti, inizialmente utilizzati al fine di limitare l’innalzamento della glicemia in pazienti diabetici, sono oggi molto usati nei famosi prodotti light e nelle terapie dietetiche ipocaloriche. Purtroppo però, come ogni sostanza non naturale, possono dare disturbi più o meno gravi: vengono infatti sconsigliati in gravidanza, allattamento ed in fase di crescita e, per ogni dolcificante sintetico, esiste una dose giornaliera massima che è consigliabile non superare. I dolcificanti sintetici hanno inoltre lo svantaggio di avere anche un potere cancerogeno dimostrato. FINE

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Dr.ssa Maddalena Piffanelli Laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche (Università degli Studi di Ferrara) ed iscritta all’Ordine dei Farmacisti dal 1997.

Dopo una ventennale esperienza nel settore farmaceutico, dal giugno del 2015 è titolare e dirige la Parafarmacia Elisir di Ravenna ove, con professionalità e dedizione, mette a disposizione utili consigli per la tutela della salute e l’ottimizzazione del benessere corporeo.

La Parafarmacia Elisir nasce con l’obiettivo di offrire un servizio altamente qualificato ai propri clienti. Una particolare attenzione è rivolta alla filosofia del naturale ed alla sapiente integrazione tra innovazione e tradizione per la cura sia degli adulti che dei bambini. Specifiche aree sono dedicate ai settori della omeopatia, fitoterapia, bio-makeup e dermocosmesi ed il loro utilizzo ad integrazione e potenziamento dei trattamenti farmacologici. Presso la Parafarmacia Elisir sono disponibili anche farmaci e integratori per la cura ed il benessere dei piccoli animali domestici. L’attenzione alle esigenze di ogni singolo cliente è uno dei punti di forza dei nostri Farmacisti. Una gamma di servizi di analisi e di assistenza sono a vostra disposizione. Il personale della Parafarmacia Elisir collabora strettamente con medici specialisti in medicina e chirurgia.

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GINECOLOGIA

ENDOMETRIOSI E’ una malattia “bizzarra” caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina.

OVAIE

Dott.

Francesco Giambelli

Specialista in Ginecologia e Ostetricia Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia Presidio Ospedaliero di Ravenna Email: francesco.giambelli@auslromagna.it

L’endometrio consiste nella mucosa di rivestimento della cavità uterina formata da tessuto epiteliale e tessuto connettivo che si modifica in base alle variazioni ormonali. Una volta avvenuta l’ovulazione, se non c’è stato il concepimento, attraverso l’azione degli estrogeni e del progesterone (ormone tipico femminile), l’endometrio si sfalda e dà avvio al ciclo mestruale. In chi soffre di endometriosi parte di questa mucosa, va a posizionarsi in altre zone del corpo al di fuori dell’utero. Ciò può provocare sanguinamenti interni e infiammazioni croniche.

Nel 90% dei casi… …questo tessuto, che viene chiamato ectopico, proprio perché rilevato al di fuori della sua sede normale, si va a collocare nelle pelvi, la parte bassa dell’addome dove si trovano gli organi femminili.

UT

ER O

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VESCICA

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Colpisce infatti soprattutto le ovaie, l’utero, le tube, il peritoneo pelvico, la vescica, il sigma-retto (l’ultima parte dell’intestino compresa tra il colon e lo sfintere anale), gli ureteri e anche, se molto più raramente, può assumere collocazione particolare come quella polmonare, diaframmatica e endocerebrale. Ogni mese, per mezzo dell’influenza ormonale, il tessuto endometriale impiantato in sede anomala va incontro a sanguinamento, proprio come accade per l’endometrio normalmente presente in utero.

LE PIU’ COMUNI LOCALIZZAZIONI DELL'ENDOMETRIOSI

Tale sanguinamento comporta un'irritazione cronica dei tessuti circostanti che dà luogo alla formazione di tessu»SEGUE to cicatriziale e di aderenze.

Dott. Mauro Passarini MEDICO CHIRURGO SPECIALIZZATO CHIRURGIA OSTETRICA

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COME SI GENERA L’ENDOMETRIOSI Il come si genera questa patologia è perlopiù sconosciuto, ma a riguardo sono state formulate diverse ipotesi, due in particolare. Secondo la teoria retrograda, durante metriale riuscirebbe a crescere e a radile mestruazioni, per motivi non chiari, carsi. Si parla infatti anche di cause di lo sfaldamento della mucosa, invece di tipo immunologico. Secondo questa essere espulsa attraverso il canale cervi- ipotesi, in alcune donne, a un certo cale in vagina, risalirebpunto della vita, TESSUTO ECTOPICO be dall’utero, muoven- “FUORI POSTO” come reazione condosi in senso inverso, traseguente a un cammite le tube, verso l’adbiamento avvenuto dome, dove andrebbe nel sistema immunipoi a impiantarsi. tario, le cellule endoSecondo alcuni esperti, metriche riuscirebbela mestruazione retrograda (appunto ro a impiantarsi e a generare lesioni che “si muove” a ritroso) sarebbe fre- endometriosiche. Si è considerato quente in molte donne, ma, soltanto in inoltre il carattere di ereditarietà di alcune sarebbe dovuta ad anomalie questa malattia, ma nessuna tesi finoimmunitarie, ormonali o per cause ra vagliata è stata accertata scientificalegate all'ambiente ed il tessuto endo- mente.

Chi colpisce principalmente? L’endometriosi può colpire le donne dalla prima mestruazione o sopraggiungere successivamente. La sua comparsa è indipendente dall’aver avuto una gravidanza ma, se è presente prima della gestazione, dopo il parto, tende a svilupparsi più velocemente. E’ una malattia che riguarda circa il 20% della popolazione femminile e nel 5% dei casi è asintomatica. Ciò vuol dire che molte donne non si accorgono di esserne affette fino

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a quando non si sottopongono a dei controlli più approfonditi in seguito alla riscontrata difficoltà ad ottenere una gravidanza.

Quali sono i sintomi? L’endometriosi può interferire con l’aspetto riproduttivo. Il sanguinamento interno continuo delle pelvi crea uno stato di infiammazione cronica che va a distruggere la qualità ovocitaria. Inoltre questo processo ha come conseguenza la formazione di cicatrici che

creano a loro volta delle aderenze nelle pelvi, le ovaie tendono così ad attaccarsi all’utero e insieme alle tube a non lavorare più come dovrebbero. Quando è sintomatica l’endometriosi può essere invalidante a causa del forte dolore che provoca rendendo difficile svolgere anche le più semplici mansioni quotidiane. Le algie (dolori) si manifestano a seconda di dove si focalizza il tessuto, e possono comparire sia durante il ciclo mestruale (dismenorrea), che nel periodo dell’ovulazione, oppure sotto forma di spasmi pelvici cronici irradiati al retto ed alla bassa schiena. Spesso le donne che soffrono di endometriosi presentano dispareunia, cioè provano dolore durante i rapporti sessuali, che non permette il completamento dell’atto. Questi tipi di dolori possono apparire singolarmente, ma anche tutti insieme nello stesso soggetto. L'intensità del dolore non è necessariamente un indicatore affidabile della gravità della condizione. Alcune donne con endometriosi lieve hanno dolori estesi, mentre altre con endometriosi avanzata sentono poco dolore o addirittura nessuno. Possono essere presenti altri sintomi come affaticamento cronico, colite, periodi di stitichezza alternati a diarrea. Addirittura quando l'infiammazione è a uno stadio avanzato, durante il periodo mestruale, a causa dell'infiamma-


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zione provocata dal tessuto endometriosico, può verificarsi un innalzamento della temperatura corporea.

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La diagnosi… …viene fatta attraverso la laparoscopia, un esame endoscopico effettuato tramite una sonda inserita a livello ombelicale che permette di guardare all’interno dell’addome. La stessa metodologia può essere utilizzata per intervenire e rimuovere il tessuto endometrico, ma non sempre lo si può asportare del tutto. Talvolta il tessuto è talmente diffuso che rende l’intervento molto complesso e l’esportazione totale può esporre a rischi. Dopo la laparoscopia talvolta si deve intervenire nuovamente, infatti circa nel 20-25% dei casi si verificano delle recidive.

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Esiste inoltre la possibilità di intervenire farmacologicamente tramite l’utilizzo di estro-progestinici come le normali pillole contraccettive o tramite l’uso di progestinici dedicati. Esistono quattro livelli di gravità dell’endometriosi: semplice, complicata, abbastanza complicata e severa. La capacità riproduttiva è inversamente proporzionale al grado di gravità. FINE

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ODONTOIATRIA

CHIRURGIA

IMPLANTARE

SENZA L’USO DEL BISTURI

L’implantologia dentale rappresenta un validissimo procedimento con il quale è possibile oggi sostituire gli elementi dentari compromessi.

Dott.

Nicola Vanuzzo

Odontoiatra - Centro Dentale Vanuzzo - Padova Tel. 049.8790496 www.centrodentalevanuzzo.it info@centrodentalevanuzzo.it

Che cos’è? Un impianto dentale è un dispositivo medico in titanio, spesso a forma di “vite”, che viene inserito mediante un intervento chirurgico all’interno di un sito osseo creato su una porzione di mandibola o mascella ormai priva di elementi dentari.

Un impianto ben inserito si orteointegra, cioè sviluppa tenace contatto con l’osso che lo circonda. Una volta osteointegrato viene utilizzato come una radice dentale artificiale, su cui viene costruita una “corona” (FIGURA 1), che avrà l’esatto aspetto e l’esatta funzione del dente che andrà a sostituire. Sotto il termine generale di “implantologia mininvasiva” si tendono a raggruppare tutte quelle tecniche e protocolli che permettono di ridurre al minimo lo stress chirurgico degli interventi di posizionamento degli impianti dentali. Questo è possibile grazie ad un continuo sviluppo dei protocolli chirurgici (che con l’esperienza divengono sempre più raffinati) ed al progresso tecnologico,

TELESOCCORSO

L’impianto installato diventa una vera e propria radice dentale su cui verrà costruita la “corona”.

FIGURA 1

che ci fornisce sistematiche implantari sempre più performanti ed apparecchiature e software di progettazione che permettono esatte pianificazioni dei singoli casi. Ridurre lo stress chirurgico ha una duplice importantissima valenza. In primo luogo “mininvasività” significa minor insulto per i tessuti duri (osso) e molli (gengive »SEGUE guance, mucose etc)…

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…del paziente, con una riduzione dei processi e dei tempi di guarigione che si traduce in un maggior rispetto biologico e, quindi, in una migliore guarigione dal punto di vista clinico. In secondo luogo, ma non meno importante, mininvasività è sinonimo di minor dolore, soprattutto post-operatorio, riduzione dei tempi biologici di attesa.

I vantaggi della tecnica Flapless Questa metodica prevede che non venga utilizzato un classico lembo mucoso creato con il bisturi per realizzare l’intervento (dall’inglese appunto Flapless significa senza lembo), ma prevede che l’impianto venga inserito direttamente attraverso la gengiva.

seguenti all’intervento). Ma la corretta esecuzione di tale tecnica non è per nulla semplice, in quanto il tecnico si trova ad operare alla “cieca”. Per questo motivo, diventa fondamentale un'accuratissima e meticolosa pianificazione del caso, che oggi giova tantissimo dei vantaggi offerti dalle Tomografie di ultima generazione, che sfruttano la TECNOLOGIA CONE BEAM. Tale tecnologia permette infatti, mediante una ridotta esposizione ai raggi X (rispetto alle TAC spirali classiche), di ottenere una fedelissima ricostruzione 3D delle ossa mascellari, dei tessuti molli, dei denti residui e soprattutto delle strutture sensibili come il canale che accoglie il nervo alveolare inferiore nella mandibola o le cavita aeree come i seni paranasali del mascellare.

La dima chirurgica è una mascherina in resina che il chirurgo posiziona nel cavo orale del paziente per avere una traccia il più possibile precisa dell’orientamento da dare alle frese per inserire correttamente gli impianti previsti nel progetto. Di conseguenza è possibile, nei casi complessi, progettare delle dime che possano guidare la mano del chirurgo nell’inserimento preciso e fedele al progetto.

Quando utilizzarla

IMPIANTO INSERITO CON TECNOLOGIA FLAPLESS

Il vantaggio è notevole: meno dolore, meno gonfiore, meno disagi per il paziente…che non avrà nemmeno punti di sutura. Ed anche i vantaggi clinici sono di rilievo, in quanto il rispetto biologico dei tessuti è massimo, e vengono ridotti al minimo i riassorbimenti ossei iatrogeni (cioè quelli naturalmente con-

OSSA MASCELLARI E DENTATURA ATTRAVERSO UNA RICOSTRUZIONE 3D CON TECNOLOGIA CONE BEAM.

Su queste ricostruzioni 3D è possibile valutare, progettare e pianificare minuziosamente il caso, decidendo “a tavolino” posizione, inclinazione, numero e dimensioni degli impianti da inserire.

La tecnica Flapless è indicata per tutti i pazienti, soprattutto per quelli ansiosi o che, per motivi di salute generale, tollerano difficilmente le chirurgie tradizionali, quelle che implicano incisioni e scollamento di un lembo. La realizzazione di dime chirurgiche inevitabilmente alza i costi dell’intervento. E’ invece controindicata per i pazienti che posseggono una gengiva aderente molto sottile, in quanto gli interventi flapless porterebbero ad un'ulteriore riduzione della stessa, mettendo a rischio estetica e mantenimento del lavoro ultimato.

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Per tutti quei casi in cui è indicato invece procedere con l’esecuzione di un classico lembo, mediante incisione della mucosa con un bisturi, l’ausilio del microscopio operatorio può consentire di eseguire chirurgie anche complesse, attraverso accessi minimi.

E nel caso di interventi particolarmente complessi? E’ ormai finita l’era del “grande taglio, grande chirurgo”, anzi questo concetto è stato totalmente invertito. Con il microscopio operatorio (il suo potere di ingrandimento può raggiungere anche le “30 volte”) e l’efficientissima illuminazione coassiale da esso generata, possiamo trasformare in “microchirurgie” mininvasive anche interventi spesso complessi, riuscendo a ridurre al minimo la dimensione dell’incisione e minimizzando gli effetti post-chirurgici. Anche il bisturi (o meglio il “microbisturi”in questo caso) può quindi essere usato in modo mininvasivo. Quando l’osso invece è molto scarso, potrebbe essere difficile inserire i dispositivi implantari in modo appropriato alla funzione che dovranno svolgere. Spesso questi gravi casi obbligano il clinico a pianificare degli interventi di rigenerazione ossea importante, che non potremmo mai definire “mininvasivi”.

In alternativa… …molte volte è possibile procedere in modo molto meno traumatico inserendo impianti di lunghezze e/o diametri ridotti. Il progresso tecnologico ha infatti permesso alle aziende implantari di realizzare sistematiche molto performanti, con la conseguente possibilità di poter avere prestazione meccaniche simili a quelle degli impianti tradizionali, ma con dispositivi di dimensioni ridotte. Grazie a questi sistemi, è spesso possibile risolvere in modo mininvasivo casi complessi di pazienti con gravi atrofie, che altrimenti si sarebbero dovuti sottoporre a interventi di rigenerazione di maggior calibro costituiti principalmente da più interventi chirurgici e tempi di maturazione molto lunghi.

Gli impianti a lunghezza o diametro ridotto prevedono spesso l’utilizzo di un numero superiore di dispositivi (a volte uno per ogni dente sostituito), ma il costo per l’utilizzo di più pilastri implantari è sicuramente inferiore a quello derivante da complessi ed invasivi interventi di rigenerazione.

RADIOGRAFIA DI IMPIANTI A DIMENSIONE RIDOTTA

Il post intervento Queste e molte altre tecniche, selezionate accuratamente caso per caso, possono oggi rendere molto meno traumatiche ed invasive le riabilitazioni implantoprotesiche, ma non passi il messaggio che tali tecniche semplifichino la chirurgia.

Molto spesso infatti approcci mininvasivi complicano atti chirurgici altrimenti più semplici. E’ fondamentale quindi affidarsi ad operatori competenti ed esperti che riescano ad ottenere i massimi risultati clinici risparmiando il più possibile i FINE tessuti biologici coinvolti. A cura di Federica Pagliarone.

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OCULISTICA

OCCHIALI

PROGRESSIVI LA CORREZIONE DELLA PRESBIOPIA CON LENTI MULTIFOCALI.

Ugo Cimberle

Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it

Prima o poi arriva un momento della vita in cui non riusciamo più a mettere a fuoco le immagini vicine e si rende necessario un qualche sistema per permetterci di leggere o di lavorare al pc. Questa visione insufficiente prende il nome di presbiopia ed è dovuta al naturale invecchiamento del nostro occhio il cui cristallino si indurisce e perde la capacità di modificare la sua forma, cosa che era alla base della possibilità di variare il fuoco da oggetti lontani a cose molto vicine (insufficienza accomodativa).

Breve premessa Le soluzioni sono diverse ma la più semplice è sicuramente un buon paio di occhiali. Prima di tutto alcune considerazioni di ordine generale: com'è buona regola in medicina, la correzione di una funzione alterata dell'organismo non può prescindere da una adeguata conoscenza delle cause che l'hanno determinata. 12

Possibili soluzioni ottiche (senza ricorso alla chirurgia) Le prime lenti per correggere la presbiopia risalgono al 1300, quando nei "Capitolari di Venezia" si parla espressamente di "lapides ad legendum" che diventano successivamente dei "rodoli de vero per lezer". Da allora le lenti per correggere la presbiopia hanno beneficiato di tutti i progressi fatti dall'industria dell'occhialeria. Il vero salto di qualità lo si ha negli anni '60 quando l'ing. Maitnaz studia, progetta e realizza occhiali a focale variabile con il nome di Varilux, giustamente passati alla storia.

In poco meno di 50 anni anche gli occhiali progressivi, o multifocali, hanno subito un costante miglioramento ed attualmente sono in grado di correggere soddisfacentemente ogni tipo di insufficienza accomodativa. DISTANTE Distorsione periferica

CANALE DI PROGRESSIONE

Dott.

Bisogna porre in atto tutte le cautele necessarie affinché una valutazione affrettata e superficiale del problema non lasci ignorate le condizioni dell'occhio in età avanzata e situazioni patologiche oculari o sistemiche ben più gravi. In questi casi, una protesi che dia una falsa tranquillità a chi ne è affetto finisce come minimo per ritardare sensibilmente il momento della diagnosi. Da qui il consiglio di non limitarsi all'autodiagnosi con l'acquisto di un occhiale premontato come si trovano ormai in molti esercizi commerciali nè a considerare sufficiente la valutazione, per quanto precisa ed affidabile nel suo campo specifico, dell'ottico, ma cogliere l'occasione per una completa visita oculistica.

Distorsione periferica

VICINO Guardando dentro una lente come quella qui rappresentata l’occhio vede a fuoco “il lontano” nella parte superiore mentre vede a fuoco “il vicino” nella parte inferiore.

Le LENTI MULTIFOCALI sono costruite in modo che la parte superiore compensa il difetto di base da lontano (se presente) e quella inferiore l'insufficienza accomodativa per vicino, mentre la parte intermedia è composta dal cosiddetto "canale di progressione" otticamente meno efficiente e con forme e lunghezza varie, utile alla visione a distanze intermedie, dipendenti dal modello. Indubbiamente il multifocale è la correzione che sta gradatamente spostando tutte le altre per il lavoro in ufficio, ove sono presenti distanze di lavoro diverse che devono poter essere focalizzate alternativamente in decimo di secondo e non consentono quindi un continuo cambio di occhiali. Peraltro il fatto che ogni fabbricante


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due diversi piani, per esempio uno schermo di pc ed un testo da copiare.

RAPPRESENTAZIONE DI UNA LENTE MULTIFOCALE DI PROSSIMITA’ DOVE VIENE FAVORITA LA LETTURA DELLA CARTA STAMPATA E DEI DISPOSITIVI DIGITALI A DISCAPITO DI ELEMENTI LONTANI

abbia in catalogo sei o sette tipi di multifocali, aventi caratteristiche diverse, per meglio adattarsi ai lavori ed alle esigenze più disparate (per impiegati, addetti al computer, per chi deve leggere a lungo testi a breve distanza, per conducenti di automezzi, per musicisti ecc.) dimostra che la quadratura del cerchio in questo caso non è ancora stata trovata. Un multifocale che privilegia la parte alta fatalmente lo fa a scapito della visione intermedia e/o di quella da vicino (parte bassa); un design che cerca di ampliare il corridoio di progressione inesorabilmente comprime la porzione di lente dedicata al lontano e/o al vicino; è così via in una serie di innumerevoli combinazioni possibili. Mal comune praticamente a tutti i multifocali è la difficoltà di utilizzarli con la testa inclinata di lato (ad esem-

pio sdraiati su un fianco a letto) e la non trascurabile riduzione di nitidezza di immagine con una certa deformazione delle linee, quando si utilizza la parte periferica nasale o laterale della lente. Un po' diverso il concetto del cosiddetto "MULTIFOCALE DI PROSSIMITÀ" detto anche "Office" o "a profondità di campo". Non si tratta di una vera lente a focale variabile ma di una lente in cui, essendo molto limitata l'addizione per vicino, non è necessario utilizzare un canale di progressione, rendendo quindi la lente perfettamente fruibile in tutti i suoi punti ed esente da deformazioni delle immagini percepibili soggettivamente. Queste caratteristiche fanno del multifocale di prossimità la lente ideale per il soggetto emmetrope (cioè senza difetti rilevanti per la vista del lontano), che necessita di focalizzare per vicino

LA SCELTA DELLA MONTATURA È UN ALTRO PASSO IMPORTANTE. Questa deve avere una forma adeguata al viso e deve avere dimensioni appropriate, non troppo grandi ma non piccole e specialmente con una forma molto regolare dalla parte del naso per il perfetto contenimento del canale di progressione. Le misure da fare sono molteplici (centraggio, altezza, distanza dall'occhio, posizionamento dei punti principali della lente, ecc.) e richiedono competenza e pazienza.

Conclusioni In definitiva oggi la soluzione del multifocale è quella scelta in moltissimi casi. A volte c'è una certa difficoltà ad adattarsi ad una lente che cambia la messa a fuoco all'interno del campo visivo periferico, ma il più delle volte questo avviene in breve tempo. A fare la differenza sono la qualità delle lenti e della montatura progettate dall'ottico (oggi spesso dotato di strumenti di alta tecnologia) sulla base della conformazione fisica e delle necessità di ciascuno. Perciò diffidate un po' di offerte particolarmente speciali e misurazioni frettolose. FINE

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LONGEVITA’

I SEGRETI DEI

CENTENARI

Intervista a GIANNI PES, il professore sardo scopritore e studioso delle “Zone Blu”, le aree del mondo nelle quali la diffusione di centenari è straordinariamente elevata. «La genetica influenza la nostra longevità soltanto per il 25 per cento. Il resto è legato allo stile di vita e all’ambiente in cui viviamo».

di Tiziano Zaccaria E-Mail: zaccariatiziano@alice.it L'Ogliastra in Sardegna, l’isola di Okinawa in Giappone, la penisola di Nicoya in Costa Rica, l’isola greca di Ikaria, la città di Loma Linda in California: queste cinque aree del mondo, all’apparenza molto diverse fra loro, sono legate da un filo invisibile. Si tratta delle cinque regioni dai più alti indici di longevità al mondo. È il risultato di una ricerca portata avanti fin dal 1999 dalla rivista scientifica americana “National Geographic”, in collaborazione con il professor Gianni Pes dell’Università di Sassari.

varie aree del pianeta, che hanno consentito di identificare le altre “zone blu”».

Qual’è l’obiettivo delle ricerche? «E’ quello di identificare i fattori genetici, nutrizionali ed ambientali all’origine dell’alto numero di individui longevi di queste popolazioni. Al momento questi fattori restano non completamente noti. Tuttavia, i nostri studi suggeriscono che i fattori genetici influiscono soltanto per un 25 per cento. Stile di vita, alimentazione, attività fisica, buone relazioni sociali ed ambiente in cui si vive, inci-

dono invece al 75 per cento».

Tutto sommato è una buona notizia: significa che ognuno di noi è in larga parte padrone del proprio destino «La durata e la qualità della nostra vita può essere migliorata agendo sui fattori suggeriti dai centenari viventi, che nella maggior parte dei casi non fumano, non consumano alcol, non hanno un incremento significativo del proprio peso in età adulta, mangiano poca carne rossa e molta frutta e verdura, hanno un’attività fisica regolare anche

Professor Pes, intanto perché queste cinque aree sono state ribattezzate “zone blu”? «E’ un nome nato casualmente. Sul finire degli anni Novanta iniziai a studiare la distribuzione dei centenari in Sardegna assieme al demografo belga Michel Poulain. Durante la ricerca, sulla mappa sarda cerchiavamo con un pennarello blu le zone con la maggiore concentrazione di centenari. Nacque così l'idea di battezzare “zona blu” l'area dell'Ogliastra, quella con un’eccezionale “longevità diffusa”. Negli anni successivi, grazie al contributo del “National Geographic”, sono partite diverse spedizioni scientifiche in 14

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in età avanzata, vivono con una mentalità ottimistica, riescono a neutralizzare le situazioni di stress, sono socievoli e tengono lontana la depressione che può favorire l'insorgenza di cardiopatie».

Parliamo ora di ciascuna delle “zone blu”, iniziando dall’Ogliastra in Sardegna «Oggi in Italia il rapporto tra centenari e popolazione è di circa 30 ogni centomila abitanti. In Ogliastra questo rapporto sale a 76 per centomila, quindi è di due volte e mezzo la media nazionale. In particolare, nel piccolo comune di Villagrande Strisaili, epicentro dell’area longeva, il rapporto arriva a 180 per centomila. La peculiarità dei centenari dell’Ogliastra è il rapporto paritario tra maschi e femmine, mentre è risaputo che nel mondo gli uomini hanno un’aspettativa di vita inferiore alle donne. Ciò ne fa il luogo con la più alta concentrazione di longevità maschile sulla Terra. Nella “zona blu” sarda l’alimentazione fino alla metà del secolo scorso era caratterizzata da un ampio consumo di cibi fermentati e a basso indice glicemico. Tra questi, il pane a fermentazione naturale o a pasta acida, sembra aver mantenuto una bassa prevalenza di malattie metaboliche come il diabete mellito. L’economia agropastorale ha poi favorito un’attività motoria costante, tenendo lontane le malattie cardiovascolari».

L’isola di Okinawa, in Giappone «E’ un’isola dell’arcipelago Ryukyu, nel Mar Cinese Orientale, la più meridionale delle 47 prefetture del Giappone. La popolazione di Okinawa, pari a un milione e quattrocentomila abitanti, ha la più elevata aspettativa di vita in buona salute del mondo. Dagli studi fatti, è emerso che le patologie cardiocircolatorie e il cancro hanno valori estremamente bassi.

patologie tendono ad elevarsi sugli individui di Okinawa emigrati, rispetto a chi trascorre sull’isola tutta la propria vita. Purtroppo negli ultimi anni la sostituzione della dieta tradizionale con un'alimentazione sempre più spostata verso il “fast food”, sta determinando una riduzione della longevità e della qualità della vita, soprattutto nelle generazioni nate dopo il 1945».

L’isola di Ikarìa in Grecia «L’isola dedicata all'eroe mitologico Icaro si trova nel Mar Egeo, a circa 50 km dalle coste della Turchia.

Il segreto sembra risiedere soprattutto nel cibo: cereali integrali, frutta, verdura, un po’ di pesce e poca carne. Si fa molto uso soprattutto di alghe Kombu e zucche amare Goya.

UNO SCORCIO DELL’ISOLA DI IKARÌA

Ha circa ottomila abitanti ed è una delle oasi meno turisticizzate della Grecia. Territorio e stili di vita di In particolare, l’alimentazione di queste popoquest'isola sono quasi identici a lazioni è caratterizzata da un limitato apporto quelli dell'Ogliastra. I principali calorico: circa 1900 calorie al giorno, contro le fattori della longevità dei suoi 2700 della media occidentale. abitanti sembrano essere l'aliAd Okinawa sono particolarmente lon- mentazione e l’attività fisica legata geve le donne: il rapporto di centenari alla pastorizia. fra femmine e maschi è di 8 a 1, rispet- Anche la mancanza di stress aiuterebbe a raggiungere i cent'anni di vita. to ad una media mondiale di 4 a 1. La genetica sembra influenzare poco: Le abitudini che caratterizzano gli abitanuno studio ha dimostrato che molte ti di Ikarìa sono la pennichella… »SEGUE

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SALUTE_10piu_n.2.16_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 05/02/16 15:18 Pagina 16

»…pomeridiana

ed il consumo abbondante di erbe quali maggiorana, salvia, menta, rosmarino e artemisia. L’alimentazione quotidiana comprende latte di capra, tè, caffè, pane, miele, lenticchie, ceci, patate e finocchio. Ad Ikarìa il numero dei novantenni è pari al 20 per cento della popolazione totale; in Italia, per esempio, è meno del 2 per cento. La qualita della vita di questi anziani è straordinaria: non ne abbiamo trovato neanche uno affetto da demenza senile. Ora un gruppo di ricercatori di Atene sta proseguendo lo studio avviato da noi. Anche loro concordano sul fatto che i fattori alimentari influenzano più della genetica».

La Penisola di Nicoya, in Costa Rica

NI CO YA

LA PENISOLA DI NICOYA IN COSTARICA

«E’ la regione nord-occidentale del Costa Rica, che si affaccia sull’Oceano Pacifico. La longevità diffusa nei suoi circa 330mila abitanti è emersa durante una spedizione effettuata nel 2007 da un team del “National Geographic”, di cui facevo parte assieme al professor Poulain. A Nicoya è stata riscontrata una certa analogia con l’Ogliastra, in quan-

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GIANNI PES (A DESTRA) CON UN “LONGEVO” COSTARICANO E IL DEMOGRAFO BELGA MICHEL POULAIN (A SINISTRA)

to tra i centenari esiste un rapporto quasi paritario fra maschi e femmine. Il fattore genetico pare avere un’importanza relativa, poiché la bassa incidenza di malattie cardiovascolari tende a scomparire negli emigrati all’estero. Sembrano invece rilevanti alcuni fattori ambientali. Per esempio, qui l’acqua potabile ha un elevato contenuto di calcio, che esercita un effetto protettivo contro l’osteoporosi senile».

Dai risultati emersi, risulta che la popolazione locale vive fino a sette anni in più rispetto alle media degli Stati Uniti. Ciò ha provocato un effetto virtuoso: negli ultimi anni altre cittadine Usa stanno cercando di importare lo stile di vita di Loma Linda, coinvolgendo abitanti, scuole e ristoranti.

Loma Linda, in California (Usa) «A Loma Linda, città californiana di circa ventimila abitanti, vive una vasta comunità di adepti della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, una setta cristiana molto rigorosa nei suoi stili di vita e fortemente vegetariana. Qui l’alimentazione è incentrata su cereali integrali, frutta, verdura, legumi e noci; è invece sconsigliato il consumo carne, zuccheri raffinati, alcol e tabacco.

A LOMA LINDA (CALIFORNIA - USA)

Il paese di Albert Lea, nel Minnesota, sembra aver ottenuto risultati molto incoraggianti: soltanto negli ultimi dieci anni, migliorando la propria alimentazione, i residenti avrebbero visto aumentare di tre anni la loro aspettativa di vita. In altre cittadine costiere della California si sta lavorando per ridurre obesità e stress».


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Esistono altre potenziali “zone blu” nel mondo? «Altre zone del mondo sono candidate ad essere “zone blu”: gli studi sono tuttora in corso. Del resto la ricerca del “National Geographic” è diventata famosa e molti stanno bussando alla nostra porta per ottenere questo riconoscimento, che qualcuno vorrebbe utilizzare anche a fini turistici. Perciò dobbiamo andare molto cauti ad assegnare delle medaglie, per evitare il rischio di svalutare il concetto delle “zone blu”. Esistono tuttavia altre aree del mondo che sembrano avere i requisiti giusti. La principale di queste è la contea di Sunchang, in Corea del Sud, un’antica zona rurale di risaie, che in questi anni stiamo studiando con attenzione. Abbiamo fissato dei parametri per misurare la longevità di una popolazione. In particolare, occorre verificare che il fenomeno sia stabile nel tempo».

Molte “zone blu” sono isole o aree non facilmente raggiungibili. Dunque, l’isolamento di una popolazione contribuisce a renderla più longeva? «Gli studi fatti indicano che è così. L’Ogliastra è una zona isolata all’interno della stessa Sardegna, tanto che viene definita “un’isola nell’isola”. Anche ad Ikarìa ed Okinawa per secoli c’è sempre stata una forte endogamia (un ordinamento matrimoniale per il quale gli

sposi vengono selezionati all'interno del medesimo gruppo o stirpe, ndr.)».

Eppure i rischi genetici legati all’endogamia sono noti da tempo (rischio di nascituri con difetti e patologie ereditarie come l’emofilia). Non è un paradosso? «Infatti durante i nostri studi abbiamo presto abbandonato l’ipotesi che la “longevità diffusa” possa essere fortemente determinata da fattori genetici. Abbiamo capito che incidono soprattutto l’alimentazione, l’ambiente in cui si vive e le abitudini individuali».

Ci sembra di capire, però, che la globalizzazione e le abitudini dei “fast food” stanno influenzando negativamente le aree del mondo rimaste isolate per secoli «Purtroppo in Ogliastra il tasso di obesità e malattie mataboliche è in netta crescita. Oggi nella popolazione scolare i ragazzi in sovrappeso risultano già il 19 per cento e gli obesi il 7 per cento. Queste percentuali restano ancora inferiori rispetto alle medie italiane, che sono rispettivamente del 24 e del 12 per cento, tuttavia emergono i primi segnali di una “contaminazione” alimentare poco sana, con la quale queste popolazioni dovranno fare i conti in FINE futuro».

ASPETTATIVA DI VITA: ITALIA SECONDA AL MONDO Secondo le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2015 in Italia l'aspettativa di vita è arrivata agli 82,6 anni: siamo secondi al mondo dietro solo alla Svizzera, dove l'aspettativa media è di 82,9 anni. Appaiata all’Italia troviamo anche Singapore con una media di 82,6. Fra le donne, le italiane hanno una speranza di vita che tocca gli 85,0 anni, mentre gli uomini arrivano a 80,2. A livello femminile nel globo comandano le giapponesi con un’aspettativa di 87,0 anni. Tra gli uomini, i più longevi sono gli islandesi a quota 81,2 anni, seguiti dagli svizzeri con 80,7 e dagli australiani con 80,5. Purtroppo l’Oms sottolinea il fatto che restano grandi differenze tra la speranza di vita delle varie zone del monto: un bambino nato in uno Stato ricco vive mediamente 76 anni, un suo coetaneo che cresce in un'area povera non supera i 60 anni; per le bambine la differenza aumenta ulteriormente.

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SALUTE

DECALOGO PER LA SALUTE

DELLA MANO Vi proponiamo dieci regole con alcuni consigli per interressarvi alle vostre mani, perché esse rivelano non solo l’età, ma anche la cura che abbiamo di noi stessi.

attrezzi come racchette, mazze e palle. La prevenzione consiste in un’adeguata preparazione atletica e nell’utilizzo di mezzi di protezione, come le polsiere per i pattini. Dott.

Alberto Lazzerini

Istituto Clinico Humanitas

1 - INFORTUNI SUL LAVORO Sono la causa più frequente di infortunio per le mani, coinvolte nella maggior parte degli incidenti professionali, quasi sempre dovuti ad inosservanza delle norme di sicurezza obbligatorie. Impariamo a rispettarle e facciamole rispettare. 2 - INFORTUNI DOMESTICI Le case sono piene di insidie per le mani. Utensili da cucina come coltelli, frullatori, apriscatole, ma anche ferri da stiro, tagliaerba, attrezzi per il bricolage, spesso utilizzati con disattenzione o in modo improprio, possono provocare danni gravi alle mani. Prestiamo attenzione. 3 - INFORTUNI SPORTIVI Lo sport può nasconUTILIZZARE dere insidie, provoPROTEZIONI cando infortuni da caduta, impatto, utilizzo disattento di 18

4 - “WHATSAPPITE” L’utilizzo prolungato ed eccessivo dei mezzi tecnologici come telefonini, tastiere, videogiochi, può provocare “mal di mouse” e più in generale sovraccarico dei tendini e dei muscoli, tendiniti croniche, dolorose e difficili da risolvere. Indispensabile interrompere periodicamente l’utilizzo e lasciar riposare le mani. 5 - FITNESS PER LE MANI Non perdiamo l’occasione, quando ad esempio leggiamo un libro, viaggiamo in autobus, guardiamo la tv, per eseguire semplici esercizi di mobilizzazione delle mani, spesso costrette a posture scorrette prolungate a causa dei nostri impegni professionali. 6 - PROTEGGIAMO LA PELLE Conserviamo la cute delle mani elastica idratata. ed Proteggiamole dall’esposizione esagerata al sole o al freddo.

L’aspetto delle mani rivela la nostra età e la cura che abbiamo di noi stessi. 7 - CURIAMO LE UNGHIE Oltre a migliorare l’estetica delle mani, le unghie hanno un ruolo nelle funzioni di manipolazione e nella protezione delle dita. Curiamone la salute, oltre che l’aspetto. 8 - ASCOLTIAMO LE MANI Dolore, formicolio, stanchezza, possono essere segni di patologie facilmente curabili, ma che possono lasciare danni irreversibili se non trattate per tempo. Non trascuriamo questi segnali. 9 - “PARLIAMO” EDUCATAMENTE CON LE MANI Con le mani salutiamo, gesticoliamo, esprimiamo emozioni. È importante imparare un linguaggio educato, come dovremmo fare con le parole. 10 - LE MANI DEI BAMBINI Insegniamo ai bambini a proteggere le mani da lesioni cui un ambiente, spesso non concepito a loro misura, li espone: a casa, a scuola, durante i giochi. FINE


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LONGEVITA’

DOMENICA

NEGRINI LA PARRUCCHIERA CENTENARIA

“Anna” (così doveva chiamarsi), si appresta a festeggiare i 102 ANNI nella Residenza Camerini di Castel Bolognese. Non si è mai sposata: il suo primo ed unico fidanzato morì in guerra.

di Tiziano Zaccaria

Mi racconto un po’

E-Mail: zaccariatiziano@alice.it

«Quando ero piccola, i miei genitori si trasferirono da Villa San Martino a Castel Bolognese, andando a vivere in un appartamento nella piazza centrale racconta “Anna”, perché ancora oggi tutti la chiamano così - Mio padre era un commerciante di suini, mia madre faceva la casalinga e arrotondava il bilancio familiare vendendo ciambelle. Eravamo sei figli: quattro maschi e due femminile. Una famiglia povera ma onesta. Mio padre cercava di andare d’accordo con tutti e anche durante il ventennio fascista non volle farsi coinvolgere dalla politica».

Può capitare che un piccolo particolare condizioni per sempre la vita di una persona. Un caso curioso è quello di Domenica Negrini, la lughese oggi ospitata nella residenza per anziani “Camerini” di Castel Bolognese, che si appresta a compiere 102 anni. Quando nacque, per l’esattezza il 21 febbraio 1914 a Villa San Martino, frazione di Lugo, Domenica avrebbe dovuto chiamarsi Anna.

UNO SCORCIO DI VILLA S. MARTINO

Almeno così avevano deciso i suoi genitori. Ma il padre, quando arrivò all’anagrafe per registrarne la nascita, si era dimenticato quel nome, finendo per accordarsi con l’impiegato comunale su “Domenica”. Poco importava la registrazione ufficiale, all’epoca. Tanto poi le persone venivano chiamate coi soprannomi che nascevano spontaneamente nel tempo. C’erano cose più importanti a cui pensare, a partire dalla povertà in cui si viveva nelle campagne romagnole. E quando Domenica nacque, nel mondo si sentivano già le forti tensioni che l’anno dopo avrebbero portato allo scoppio della prima guerra mondiale.

Domenica non si è mai sposata «Da giovane mi fidanzai con un militare napoletano, originario per l’esattezza di Frattamaggiore, che due volte all’anno veniva in servizio dalle nostre parti. Mio padre, però, mi proibiva assolutamente di vederlo. Ci salutavamo dalla finestra e ci davamo appuntamento di nascosto. Lui mi aveva promesso che mi avrebbe sposata. Ma allo scoppio della seconda guerra mondiale lo inviarono a combattere all’estero, non ricordo bene dove. Quando arrivò la notizia della sua morte, mio padre fece salti di gioia».

Il dopoguerra A partire dagli anni Cinquanta, Domenica ha vissuto per tanti anni

assieme alla madre, dopo la scomparsa del padre. «Ho fatto per diverso tempo la parrucchiera, lavorando anche a Bologna. In seguito a Castel Bolognese ho gestito una baracchina di dolciumi e merendine situata davanti alle scuole. Assieme a mia mamma ho trascorso una vita serena e salutare: andavamo spesso a fare un giro in bicicletta fino a Casola Valsenio (22 km di salita, ndr.)».

Anna non si è fatta mancare nulla “Anna” non s’è fatta mancare nulla: ha viaggiato parecchio, per fede o semplice divertimento: «Sono stata a San Giovanni Rotondo in visita a Padre Pio, ma anche a Montecarlo per giocare al Casinò. E per diverso tempo, ogni anno volavo in Canada per andare a trovare mia sorella che si era trasferita là».

Oggi Domenica ha ancora buona memoria, anche se a seguito di una recente caduta è costretta su una sedia a rotelle. Una degenza che non le ha fatto perdere lo spirito battagliero e allegro che l’ha sempre contraddistinta. «I segreti della mia longevità? Non credo di averne. Ho anche fumato a lungo, quando ero giovane. Il cibo? Ho sempre mangiato di tutto, soprattutto molto pane. Anche perché spesso era FINE l’unico cibo disponibile». 19


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SANITA’

TERAPIA

CANNABIS COME DEVONO COMPORTARSI MEDICI E FARMACISTI.

Dott.

Andrea Baldisserri

Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it

Partito il Progetto pilota Statale per l’uso della cannabis ai fini terapeutici. Il 15 dicembre scorso è entrato in vigore il Decreto che oltre ad individuare nel Ministero della Salute le funzioni di organismo per la coltivazione della cannabis, contiene un allegato tecnico rivolto a medici e farmacisti per consentirne l’uso medico in maniera omogenea in Italia. I primi lotti di cannabis prodotti dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze per la vendita, saranno disponibili entro il primo semestre del 2016. La fase di Progetto pilota durerà ventiquattro mesi, durante i quali saranno effettuate le verifiche del raggiungimento dei risultati attesi.

Le Regioni dovranno predisporre le richieste di fabbisogno relative all’anno 2016 entro il prossimo 31 gennaio; per il 2017 le richieste dovranno essere presentate entro il 31 maggio 2016. 20

Le misure per medici e farmacisti I medici devono integrare le prescrizioni con i dati anonimi relativi a età, sesso, posologia in peso della cannabis ed esigenza di trattamento, compilando una scheda del paziente trattato da inviare alla propria Regione. I farmacisti che allestiscono preparazioni a base di cannabis devono ricordare che la sostanza attiva vegetale dopo l’estrazione va distrutta, come per i medicinali scaduti ed inutilizzabili.

L’utilizzo medico della cannabis… …e dei suoi componenti, detti cannabinoidi, ha una storia millenaria condivisa da molte culture nel mondo. Nella medicina moderna, anziché la combustione e l’inalazione della pianta essiccata, che rappresentano i metodi tradizionali, si utilizzano farmaci a base di fitocannabinoidi o di cannabinoidi sintetici. Con la proibizione della pianta avvenuta in Italia nel secolo scorso, la diffusione della cannabis come rimedio farmacologico è sensibilmente diminuita fin dagli anni ‘50.

Effetti contro disordini del movimento, asma e glaucoma. Effetti contro allergie, infiammazioni, infezioni, epilessia, depressione, disordini bipolari, ansia, dipendenza, sindrome d'astinenza. Effetti allo stadio di ricerca contro malattie autoimmuni, cancro, neuroprotezione, febbre, disordini della pressione arteriosa.

La cannabis del mondo Se l'uso a scopo ricreativo resta illegale in diverse parti del mondo, l’uso medico della cannabis è ormai legale in molti paesi europei, tra cui Austria, Finlandia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna ed extraeuropei come Canada e Israele.

Indicazioni terapeutiche Effetti contro nausea e vomito anoressia e cachessia, spasticità, condizioni dolorose (in particolare dolore neurogeno).

Negli STATI UNITI il commercio di cannabis per qualsiasi scopo è reato federale, mentre la produzione per utilizzo personale è legale in 20 Stati.


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Il CANADA nel 2005 è stato il primo paese al mondo ad autorizzare la commercializzazione di un estratto totale di Cannabis sotto forma di spray sublinguale Sativex, per il trattamento del dolore neuropatico dei malati di sclerosi multipla e cancro.

Otto possibili controindicazioni 1 Attenzione al delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), il composto psicoattivo più importante contenuto nella Cannabis: può indurre dipendenza psicologica e pertanto rientra fra le sostanze a rischio di abuso.

Cannabis richiede cautela nei pazienti epilettici. 6 L'estratto standardizzato non è raccomandato nei pazienti con meno di 18 anni per insufficienti dati clinici relativi ad efficacia e sicurezza.

2 All’inizio del trattamento con l’estratto standardizzato di Cannabis (concentrazione titolata di delta-9-tetraidrocannabinolo e cannabidiolo) possono manifestarsi vertigini, in particolare nel periodo di tempo necessario al paziente per individualizzare il dosaggio ottimale. Nel 2006 il Sativex è stato approvato negli Stati Uniti per essere sottoposto a studi clinici per dolore intrattabile in pazienti con tumore. Sebbene l’uso abituale di fumo di Cannabis provochi dipendenza, nei trial clinici la somministrazione continuativa dell’estratto standardizzato è stato associato in un numero limitato di pazienti ad effetti collaterali riconducibili ad astinenza, come insonnia, alterazione dell’umore e dell’appetito. Inoltre, nei trial clinici non è stata osservata tolleranza, cioè necessità di aumentare progressivamente la dose di farmaco per mantenere l’efficacia terapeutica.

3 La somministrazione dell’estratto standardizzato di Cannabis è stato associato a irritazione della mucosa della bocca nel 22% dei pazienti trattati. 4 E’ necessario interrompere la somministrazione se il paziente evidenzia reazioni psicotiche. La Cannabis, infatti, sembra associata ad un aumento del rischio di sviluppare schizofrenia. 5 I cannabinoidi possiedono effetti “anti”, ma anche “pro” convulsivi. Sulla base di studi recenti, la somministrazione dell'estratto standardizzato di

7 Gli effetti della Cannabis sul sistema nervoso centrale possono essere potenziati in caso di somministrazione concomitante con farmaci ipnotici- sedativi, deprimenti-eccitanti il sistema nervoso, farmaci oppioidi. 8 La terapia con l’estratto standardizzato può avere effetti tossici sullo sviluppo fetale, perciò richiede l’uso di un valido metodo contraccettivo, che deve essere continuato per almeno tre mesi dopo la fine della terapia. In caso di gravidanza, interrompere immediatamente l’assunzione della Cannabis. FINE

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LA SALUTE DEL PIANETA

COP21DI PARIGI ORA INIZIA LA VERA SFIDA

Il testo votato a Parigi alla Conferenza della Nazioni Unite sul Clima, al termine dei negoziati internazionali, contiene un nuovo imperativo: limitare l’aumento della temperatura globale entro la soglia di sicurezza di 1,5° C.

costernazione nei quartier generali delle compagnie del carbone e nei palazzi del potere dei Paesi esportatori di petrolio.

Giancarlo Sturloni Coordinatore della comunicazione di Greenpeace Italia www.greenpeace.org

L’accordo sul clima raggiunto durante la #COP21 - svoltasi a Parigi dal 30 novembre al 12 dicembre 2015 - è un punto di svolta, ma non basta. Esso trascura i popoli più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici, mentre le nazioni che più hanno contribuito al riscaldamento globale promettono miseri aiuti a chi già oggi rischia di perdere i mezzi di sostentamento a causa dei mutamenti climatici. Nonostante sia stato annacquato, il testo votato al termine dei negoziati contiene un nuovo imperativo: bisogna limitare l’aumento della temperatura globale entro la soglia di sicurezza di 1,5°C.

Il limite posto… …e il nuovo obiettivo di “zero emissioni nette” entro la seconda metà del secolo, significano sostanzialmente dover abbandonare i combustibili fossili entro il 2050. Una vera rivoluzione, che provocherà 22

Quali azioni dovremo mettere in pratica negli anni a venire per mantenere l'aumento di temperatura sotto i 1.5° C? È questa la vera sfida che ci aspetta. Gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni presentati a Parigi non sono infatti sufficienti per raggiungere questo obiettivo. La spinta decisiva nei prossimi anni verrà dalla società civile. Nel corso del 2015 il movimento per il clima ha già ottenuto vittorie decisive: ha fermato le trivellazioni di Shell nell’Artico, ha bloccato l'oleodotto Keystone e avviato il carbone sulla strada del declino. Ma per liberarci definitivamente dei combustibili fossili e costruire un futuro pulito, nei prossimi anni il nostro destino sarà deciso dal coraggio collettivo della nostra specie. L’obiettivo è un futuro 100 per cento rinnovabile entro il 2050.

A conclusione della COP21, Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International, ha dichiarato: «A volte sembra che i Paesi dell’Onu non siano in grado di parlare ad una sola voce, ma stavolta quasi 200 nazioni si sono sedute intorno allo stesso tavolo per sottoscrivere un accordo globale sul clima. La razza umana si è unita per una causa comune, anche se gli accordi di Parigi sono soltanto il primo passo di un lungo cammino. Questo accordo da solo non ci tirerà fuori dalla situazione in cui ci siamo cacciati, però ora trovare una via d’uscita sarà più semplice».

«L’accordo fissa l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura media globale a 1.5°C, ma gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni attualmente in discussione ci porterebbero vicino a un aumento di 3° C. Questo è un grande problema, ma c’è una soluzione: l’importanza delle energie rinnovabili sta aumentando esponenzialmente in tutto il Pianeta. È il momento di accelerare la transizione energetica verso le rinnovabili, l’unica soluzione al problema delle emissioni». FINE


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Energia, ecco come il mondo DEVE cambiare. A Parigi sono state prese, almeno sulla carta, decisioni epocali. Parte il processo d’abbandono dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas), destinati a sparire nell’arco di mezzo secolo. L’Arabia, per esempio, dovrà riorganizzare la propria economia rispetto alla vendita del petrolio. Gli elementi più importanti Il testo approvato a Parigi si pone l'obiettivo di fermare il riscaldamento entro gli 1,5 °C. Ogni cinque anni gli impegni nazionali saranno rivisti e si farà il punto sui progressi fatti. Si rafforza il cosiddetto meccanismo “Loss & Damage”, cioè le compensazioni economiche dei Paesi ricchi per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad una loro conversione verso l’energia pulita: il finanziamento è fissato in 100 miliardi di dollari all’anno.

Verso la fine delle fonti fossili Per limitare a 1,5° C il riscaldamento globale, ci sarà bisogno di profonde e rapide riduzioni delle emissioni di CO2, passando attraverso politiche aggressive, incluso l’aumento dei prezzi dell'energia da fonti fossili, per accelerare investimenti in tecnologie pulite. L'accordo di Parigi, nel suo complesso, invia un messaggio forte ad imprese e cittadini: i combustibili fossili appartengono al passato, mentre per il futuro l’energia potrà essere solo rinnovabile e pulita. Sostanzialmente i combustibili fossili sono destinati a sparire in mezzo secolo; centinaia di miliardi di dollari cambieranno destinazione a favore delle rinnovabili, dell’efficienza energetica e della mobilità elettrica. Tutto il mondo unito Uno dei punti forti dell’accordo di Parigi è il coinvolgimento praticamente di tutte le nazioni del pianeta nella lotta climatica, che rappresenta un decisivo e non scontato passo in avanti. La disponibilità della Cina era nota da un anno, ma non era certa l’adesione dell’India o quella dell’Arabia Saudita; quest’ultima ora dovrà riorganizzarsi per diversificare la propria economia rispetto alla vendita del petrolio.

La svolta è stata l’uscita allo scoperto della coalizione di Stati “high ambition” (alta ambizione), un gruppo di un centinaio di Paesi, comprendente fra l’altri l’intera Unione Europea, Usa, Canada ed Australia, decisi a difendere l’integrità ambientale dell’accordo. I principali Paesi in via di sviluppo, alla fine lo hanno accettato. Anche il Brasile, per anni parte di quest’ultimo blocco, si è aggiunto alla coalizione “high ambition”. Ora entro il 2030 si dovrà portare al 33% la quota delle rinnovabili (attualmente in Italia è al 17%), definendo reali politiche climatiche che coinvolgano energia, industria, edilizia, trasporti e agricoltura. Anche le Regioni ed i Comuni saranno sollecitati dall’accordo di Parigi ad agire con maggiore incisività. Meccanismi da definire I meccanismi previsti per il funzionamento dall’accordo di Parigi andranno messi a punto nel tempo. Dunque, la strada è ancora lunga ed è legata alla volontà dei singoli governi, che purtroppo non potranno essere sanzionati nel caso di non raggiungimento degli obiettivi da loro stessi indicati. Comunque, diverse nazioni hanno già promesso di raddoppiare i loro investimenti nella ricerca energetica nell’arco di pochi anni. Senza contare che nel mondo già oggi centinaia di città hanno programmato percorsi di de-carbonizzazione. E anche il mondo degli imprenditori si sta muovendo per accelerare l’entrata sul mercato di tecnologie pulite innovative, compresa una cordata guidata dal multimiliardario Bill Gates, ex numero uno di Microsoft. Insomma, se il Protocollo di Kyoto ha portato alla rivoluzione mondiale delle rinnovabili, l’accordo di Parigi rappresenta l’inizio della fine dei fossili. Ora spetta alla società civile esigere che i governi attuino le misure e gli obiettivi contenuti nell’accordo, incalzandoli se dovessero ritardare il processo di abbandono del carbone, del petrolio e del gas.

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SANITA’

LOTTA AL

TABAGISMO LE NUOVE NORME ANTIFUMO

Le direttive riguardano principalmente le etichettature: compariranno foto shock e messaggi molto forti, a ribadire gli effetti negativi del fumo di sigaretta sulla salute.

IMMAGINE DALLA CAMPAGNA ANTIFUMO ADOTTATA IN FRANCIA

di Fabio Lironzi Il 2 febbraio scorso sono entrate in vigore le nuove norme sui prodotti del tabacco, con le quali l’Italia ha recepito le direttive europee del 2014 in materia di fumo. Le novità di maggiore impatto riguardano l’etichettatura. Nei prossimi mesi sui pacchetti di sigarette compariranno immagini e messaggi sempre più forti, per ribadire gli effetti negativi del fumo sulla salute: foto choc di persone malate e di patologie d’organo, nonché frasi del tipo “Il fumo può uccidere il bimbo nel grembo materno”.

Le principali limitazioni E’ stata limitata la distribuzione di tabacco sfuso, ora vendibile in quantità massima di 30 grammi a persona. Addio anche alle confezioni da dieci sigarette. A tutela dei minori sono poi state rafforzate le misure previste dalla cosiddetta “legge Sirchia” del 2003: è scattato il divieto di fumare in auto alla presenza di bambini e donne in stato di gravidanza, così come nelle aree esterne degli ospedali e dei presidi pediatrici, ginecologici, ostetrici, neonatologici e degli Irccs (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico). 24

STOP A CHI FUMA IN AUTO IN PRESENZA DI BAMBINI

Il decreto fa riferimento anche alle sigarette elettroniche ed a tutti quei dispositivi studiati per utilizzare il tabacco senza combustione, attraverso l’inalazione di vapori generati da particolari procedure di riscaldamento. Per quanto riguarda questi nuovi prodotti, i dati preliminari delle ricerche commissionate dal Ministero della Sanità mostrano una riduzione del livello di sostanze nocive rispetto alle sigarette. Ma i vapori prodotti dal riscaldamento possono contenere formaldeide (un cancerogeno), seppure in concentrazione notevolmente inferiore alla quantità emessa dalla sigaretta tradizionale, pertanto il pericolo dell’esposizione passiva non va sottostimato. Inoltre, le sigarette elettroniche ed i nuovi prodotti “a rischio ridotto” immettono nell’organismo della nicotina, sostanza che provoca dipendenza. INOLTRE, secondo una recente ricerca del Veterans Affairs Healthcare System di San Diego, in California, le sigarette elet-

troniche potrebbero danneggiare il Dna e provocare danni alle cellule. I ricercatori americani precisano che gli effetti evidenziati in laboratorio non sono del tutto comparabili a quelli sul corpo umano. Per confermare questi primi risultati serviranno altri studi ed approfondimenti sui circa 500 marchi di sigarette elettroniche e gli oltre settemila aromi presenti sul FINE mercato internazionale.

OMS CONTRO IL FUMO NEI FILM L’Oms (Organizzazione Mondiale per la Sanità) richiama i governi nazionali a misure più stringenti per i film che ritraggono l'uso del tabacco, nel tentativo di difendere bambini ed adolescenti. Tra le proposte, vietare ai minori i film con scene di fumo ed imporre avvisi anti tabacco prima delle proiezioni. Viene inoltre raccomandato lo stop all’esposizione dei marchi nei film. L’Oms raccomanda anche che le produzioni mediatiche che promuovono il fumo non possano ricevere sovvenzioni pubbliche. Nel 2014 il fumo è stato trovato nel 44% di tutti i film di Hollywood. Ed il 59% dei top film tra il 2002 e il 2014 contiene immagini con tabacco. Ma il fenomeno non è solo per le produzioni statunitensi: le immagini del tabacco sono state trovate in film ad alto incasso prodotti in sei paesi europei (Germania, Islanda, Italia, Polonia, Paesi Bassi e Regno Unito), e due paesi dell'America latina (Argentina e Messico). Nove film su 10 provenienti da Islanda e Argentina contengono scene di fumo.


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PSICOLOGIA

LECRISI Sono fasi che tutti noi attraversiamo durante la nostra vita: c’è chi le supera facilmente e chi invece con più difficoltà. In ogni caso possono diventare un punto di partenza per una nuova o diversa crescita personale.

Le crisi fanno parte della vita

Dott.

José Aguayo Ph.D.

Psicologo - Psicoterapeuta Cell. 340.8385059 Email: j.aguayo1345a@ordpsicologier.it

"E adesso cosa faccio?"; "non può essere, non è giusto...!!!"; "ma perché proprio a me?"… rappresentano alcune esclamazioni di impotenza e perplessità, che fanno riferimento a quelle circostanze esistenziali inaspettate che ci mettono davanti a situazioni a noi sconosciute. Nei loro confronti non ci sentiamo preparati, soprattutto quando esse sono anche fonte di conflitto: eppure esigono delle risposte. Sono momenti che comportano dei cambiamenti importanti nella vita della persona e che con molta probabilità, in circostanze diverse non avremmo nemmeno preso in considerazione. Sono gli imprevisti, le così dette crisi che sotto diverse modalità fanno parte del divenire naturale della nostra esistenza; un approccio sbagliato che non ci permetta di superarli è la premessa per sviluppare dei disturbi di adattamento. In effetti, essi sono piuttosto frequenti per cui si stima che un 20% della popolazione possa esserne coinvolta lungo l'arco della loro vita.

Vi sono due grandi categorie di situazioni critiche che richiedono dei cambiamenti alle persone che ne vengono coinvolte. Quelle PREVEDIBILI, perché fanno parte di un percorso fisiologico di crescita ma che lo stesso rappresentano delle sfide che richiedono la ridefinizione di nuovi equilibri personali e relazionali. In questa categoria possiamo individuare l'adolescenza, la terza età, ecc. Proprio perché prevedibili, non tutte le persone le vivono come condizioni critiche.

Ma ci sono anche delle SITUAZIONI IMPREVEDIBILI, spesso legate a cambiamenti avvenuti nella quotidianità abituale nei confronti della quali non eravamo preparati e che per la loro natura possono innescare cambiamenti drastici. Sono le crisi situazionali (divorzio, perdita del lavoro, morte di una persona cara, emigrazione).In entrambe le categorie di crisi, è presente un'intensa carica emozionale che può interferire… »SEGUE

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» …sulla

nostra capacità di affrontare le novità indotte dalla nuova condizione. Molte delle nostre abitudini e abilità vengono alterate, per cui può diminuire la nostra capacità di adattamento. Subentra un'incertezza che stimola la sensazione di perdita del controllo delle situazioni e di conseguenza un senso di impotenza che blocca. Inizialmente fare fronte ad una crisi delle nostre presunte sicurezze ci fa sentire inadeguati, ma la stessa può essere opportunità per apprendere qualcosa di nuovo, che ci permetta di crescere, di essere resilienti (resistere alle avversità). La resilienza è la capaQuella nuova cità reattiva di una persituazione ci da sona di fronte alle avversità. Questa rivista infatti la possibi- ha trattato approfondilità di riflettere e tamente l’argomento di promuovere resilienza sul nr. 10 dell’anno 2013. Puoi dei cambiamenti visualizzare il file PDF nel nostro siste- andando su www.salute10piu.it ma di valori. Di fatto, spesso questa tipologia di situazioni ci "impone" la necessità di mettere in discussione i nostri obiettivi di vita. Per fare questo tipo di rivalutazione bisogna prima riuscire a liberarci dallo "shock" o impatto emozionale, tentare quindi di uscire da quello che era il nostro stato di sicurezza e comfort precedente.

Come sapere se la modalità con cui affrontiamo le crisi è sana?

Diversamente, possono comparire alcuni tipi di disturbi di adattamento:

Le crisi sono delle esperienze di vita che sperimentiamo come una catena di avvenimenti, per cui seguono delle tappe di svolgimento chiaramente differenziabili. L'impatto iniziale legato alla novità del vissuto stimola un incremento dell'emotività, dal quale può emergere sia un senso di impotenza che uno di irritabilità. In alcuni casi da ciò subentra il tentativo di negare, come strategia che ci possa permettere di trovare nuove risorse psicologiche per fare fronte alla situazione. Successivamente, da un punto di vista razionale la persona comincia ad accettare l'avvenimento, ciò che è successo, si pone delle domande. In questa fase, la carica emozionale è molto intensa, di essa ne fanno parte la paura e lo sconcerto. Più tardi, vi è l'accettazione emozionale; stato molto complesso nel quale la persona può sentirsi arrabbiata, depressa, irrequieta. E' una fase che può anche essere caratterizzata dalla presenza di disturbi psicosomatici. Se questo processo avviene in maniera “lineare” e “continua”, tutto ci porta a trovare un nuovo stato di equilibrio personale.

-

DEPRESSIVI; ANSIOSI; MISTI ANSIOSO-DEPRESSIVI; CON ALTERAZIONE MISTA DELLE EMOZIONI E DEL COMPORTAMENTO.

Come si arriva ad una crisi personale Come abbiamo detto prima, nell'arco della vita i momenti di stabilità emozionale possono ogni tanto essere interrotti da avvenimenti inaspettati che interrompono uno "status" di equilibrio. Sono circostanze che ci destabilizzano e che normalmente portano con sè delle nuove esigenze che non sempre siamo in grado di affrontare con successo. In quei momenti ci sentiamo di fronte un "alluvione" psicologico e abbiamo bisogno di tempo, un periodo di transizione, prima di adeguarci. Ovviamente essendo dei cambiamenti drastici, importanti soprattutto sul piano psicologico, può subentrare una crisi personale di sconcerto e smarrimento. In particolare quando siamo costretti a rivedere alcuni dei nostri valori o convinzioni oppure ci sentiamo obbligati a modificare i nostri obiettivi, di solito viviamo un periodo di confusione. E' in questo frangente che possiamo sentirci persi e sperimentare il senso di vuoto interiore.

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Di fatto, la crisi personale quasi sempre rappresenta una circostanza di ri-incontro con noi stessi, di "revisione" o "ristrutturazione" del nostro "io" e delle nostre mete.

Quali conseguenze? Abbiamo tante modalità con le quali affrontare una crisi personale. C'è chi ha bisogno di più tempo per uscirne e c'è chi ha bisogno invece di un aiuto specialistico. In generale, è normale che queste situazioni provochino sofferenza, dolore, tristezza e angoscia; è proprio in questo momento che le emozioni possono essere somatizzate.

Superare la crisi personale La crisi personale non è un disturbo in sé, ma se percepiamo di avere difficoltà per affrontarla è sicuramente opportuno cercare un supporto specialistico. Attraverso questo aiuto la persona potrà accettare meglio gli avvenimenti, attivare le proprie risorse per affrontarli e ristrutturare il proprio "io" per dare risposte efficaci alle nuove necessità.

Un approccio sano nei confronti di una crisi suppone il raggiungimento di traguardi che offrono poi la possibilità di diminuire l'intensità emotiva che si è creata nella nuova situazione. Vale a dire:

SUPPORTO PSICOLOGICO

La crisi personale mette a prova la nostra capacità di resistenza, la nostra resilienza psicologica. Di fronte alla crisi possiamo adottare una di due strategie: accettarla e tentare di uscirne fortificati oppure soccombere. In quel preciso istante determiniamo se la crisi diviene un'opportunità per crescere oppure una situazione che innescherà un disturbo adattivo.

» Sviluppo di abilità per la risoluzione dei conflitti; » Maggiore capacità introspettiva e maggiore fiducia nelle proprie abilità; » Ricostruzione delle aspettative adeguate alla nuova situazione; » Presa di coscienza che le perdite e i cambiamenti fanno parte inevitabile della vita; » Fortificazione personale attraverso la propria resilienza; » Concentrazione sui nuovi aspetti positivi emersi, che l'impatto emozionale ofuscava all'inizio.

E' utile ricordare che molte volte una crisi personale ci mostra che non siamo soddisfatti di alcuni aspetti della nostra vita e quindi abbiamo bisogno di cambiarli. Comunque, nel caso in cui la crisi personale sia legata ad una situazione esterna che non ci soddisfa e che dipende da noi stessi cambiarla (anche se subentra la paura o il dubbio), l'aiuto professionale può essere opportuno per prendere decisioni che ci possano poi permettere di stabilire e raggiungere nuovi obiettivi per cambiare il nostro FINE percorso di vita.

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SOCIETA’

GLI ITALIANI E LA

SESSUALITA

Siamo fra i pochi Paesi europei a non avere l’educazione sessuale nelle scuole. Ma continuare a censurare non serve, anzi rischia di alimentare ignoranza e pregiudizi.

Prof.

Roberta Rossi

Presidente FISS - Federazione Italiana Sessuologia Scientifica Docente di Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale Università La Sapienza - Roma

In Italia si parla spesso di introdurre l’educazione sessuale fra le attività scolastiche. Perché si sente questo bisogno? In molti paesi europei l’educazione alla sessualità è una materia di insegnamento.

Nel nostro Paese manca una legislazione che permetta di definirne i contenuti e le modalità, nonostante esista un grande bisogno di conoscere come siamo fatti, cosa significa la prevenzione, come gestire al meglio una relazione fra due persone. Vogliamo far finta che questi aspetti della vita siano legati alla naturalezza della sessualità, e non ad un comportamento che possiamo imparare a comprendere nelle sue sfaccettature. I consigli di Stomatologica

Fare educazione sessuale non significa dire ai ragazzi e alle ragazze di masturbarsi, come continua a dire chi è ideologicamente contrario. Manca purtroppo un confronto dialettico con questi conservatori, che non consente di individuare limiti e potenzialità di un intervento di questo tipo. Censurare non serve, anche perché siamo pieni di messaggi più o meno espliciti sulla sessualità che, se non veicolati, rischiano di alimentare ignoranza e pregiudizi. L'educazione alla sessualità dovrebbe essere quindi intesa come un momento di approfondimento scientifico e con-

Perchè curare i dentini da latte?

“Perchè come i denti degli adulti possono ammalarsi e provocare dolorosissimi ascessi ed inoltre hanno il compito di guidare l’eruzione dei futuri denti permanenti, perciò vanno conservati il più a lungo possibile” (Dottoressa Susanna Stagni)

Convenzioni con: Soci Banca BCC - Endas - CSRC Portuali - Gruppo Provinciale Guardia di Finanza ASCOM - Cral HERA ravenna - Cral ConfArtigianato - Cral Vigili del Fuoco - Amici di Ravenna Antica

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fronto su diversi temi che riguardano la salute sessuale e i rapporti affettivi. Momenti che possono essere destinati a tutti con linguaggi diversi, adattabili alle esigenze specifiche delle diverse fasi della vita.

In Italia si registra un’escalation di violenze sessuali anche fra marito e moglie. La mancata educazione sessuale può essere uno dei fattori? In questo senso entra in gioco un discorso di educazione alla sessualità che fornisca strumenti per imparare a negoziare, anziché a prevaricare, che comprenda la possibilità di comprendere che dire “no” non significa ti rifiuto, ma che “questa cosa che mi proponi non mi piace”.

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Disabili e sessualità: è un problema sentito in Italia? E’ certamente sentito da chi è coinvolto nella situazione, quindi le famiglie dei ragazzi disabili, gli operatori che ci lavorano.

Per il resto della società, la disabilità è un argomento che preferisce non prendere in considerazione, lasciandolo volentieri a chi lo affronta quotidianamente. La recente proposta di legge sull’assistente sessuale sarebbe un primo passo, a patto che tutto non diventi uno dei tanti business con scarsa efficacia per chi ne potrebbe usufruire.

Il nuovo farmaco per la libido femminile, il Flibanserin, ha già sollevato polemiche. Come reagirà la popolazione femminile italiana? Si tratta di un nuovo farmaco a base non ormonale destinato a quelle donne che vivono la diminuzione o l’assenza di desiderio in una particolare fase della vita, come premenopausa e menopausa, a causa dei cambiamenti ormonali. Una novità quindi in campo farmacologico, dove la ricerca si è sempre molto concentrata sui presidi al maschile, quasi a confermare l’importanza di una vita sessuale soddisfacente solo per l’uomo. Spero che le donne accolgano bene questa opportunità, ovviamente non pensando di risolvere tutto con un farmaco, ma inserendo questo utilizzo in un contesto di relazione gratificante e soddisfacente. FINE

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I NOSTRI AMICI ANIMALI

UN TESTAMENTO

SPECIALE… …a favore dei nostri cari a quattro zampe; in Italia la legge non consente di lasciare la propria eredità direttamente agli animali, ma solamente ad una Onlus che possa prendersi cura di loro.

Come agire?

Roberto Bennati Lega Anti Vivisezione Tel. 06.4461325 - www.lav.it

Quale futuro sarà riservato agli animali nostri compagni di vita, quando non ci saremo più? Chi si prenderà cura di loro? Possono ereditare i nostri beni? Come fare per assicurare loro un futuro sereno, accuditi, curati e rispettati come noi vorremmo?

Un trend in crescita, che sottintende il desiderio di pianificare con maggior certezza il passaggio del proprio patrimonio e il rispetto delle proprie volontà dopo la morte, e che trova riscontro nell’incremento del 10%, negli ultimi dieci anni, del numero di lasciti disposti in favore di Onlus. A donare sono soprattutto le donne, oltre il 60%, nella metà dei casi il valore del lascito non supera i 20.000 euro. Fra l’altro in Italia la possibilità di dedicare una parte del proprio patrimonio a favore di cause benefiche non lede i diritti dei familiari, ben garantiti dalla previsione della quota legittima.

Premesso tutto ciò, il testamento è sempre una questione delicata: meglio informarsi per tempo e fare chiarezza sul futuro dei nostri beni verso i nostri cari, anche di quelli a quattro zampe. Assicurare il rispetto delle proprie volontà rende l’animo più sereno, soprattutto se si può garantire un futuro sicuro ai propri animali, compagni di una vita intera, ponendoli al riparo dal rischio di abbandono e maltrattamento. SANTERNO - RA Via Mantraversa, 19/B

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Nel nostro paese… …sono ancora poche le persone consapevoli dell’importanza di un gesto che può dare molto agli animali, senza intaccare il diritto dei propri eredi. Una pratica già molto diffusa nel mondo anglosassone consente di lasciare una parte della propria eredità ad un’associazione “Onlus” che possa prendersi cura di loro, anche se in Italia questo è ancora un argomento tabù. Lo dimostra il fatto che la propensione degli italiani a fare testamento (15%) resta di gran lunga inferiore a quella degli statunitensi (80%) e dei britannici (50%), anche se i dati mostrano un incremento di oltre il 50% nei testamenti pubblicati in Italia dal 1989 dal 2011. 30

Andrea

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In Italia… …a differenza di altri Paesi come gli Stati Uniti, la Legge non consente di lasciare (in tutto o in parte) la propria eredità agli animali, ma solamente a chi si prende cura di loro, in quanto nel nostro ordinamento gli animali non sono considerati soggetti giuridici ma “beni” di proprietà.

Associazione Sportiva Dilettantistica

Avvicinamento all’equitazione per grandi e piccini Riabilitazione equestre per disabilità fisico-mentali

UNA SCUDERIA

UNA CASA

UNA FAMIGLIA

Il CAVALLO è un AIUTO alla PREVENZIONE del DISAGIO TIPICO PRESENTE NELL’ETÀ ADOLESCENZIALE Via Benaco, 59 - Ravenna - Tel. 0544.271763 Cristiana - Cell. 333.3427633 Gli animali, non possono essere nominati eredi diretti: esiste quindi la possibilità che vengano assegnati a qualcuno che non li cura come vorremmo e che si possano venire a trovare in pericolo, in assenza di specifiche disposizioni. Il testamento è lo strumento che ci consente di scongiurare questo rischio, facendo sì che i nostri animali vengano indirettamente beneficiati, designando come erede diretto una persona fisica o giuridica (associazione o fondazione) di nostra fiducia, che amministri l’eredità e assicuri che l’animale venga accudito e curato in base alle nostre specifiche disposizioni. RAVENNA - Via Faentina, 121/F C/O Centro Comm.le Il Ponte Cell:

COS’E’ LA LAV Nata nel 1977, la LAV ha come obiettivo l’affermazione dei diritti degli animali, la loro protezione e la difesa dell’ambiente. Si batte in particolare per abolire la vivisezione, la pesca, la caccia e gli spettacoli (come i circhi) con l’utilizzo di animali. Difende la Terra e i suoi ecosistemi, combatte contro ogni forma di violenza, prevaricazione e sfruttamento, per il rispetto del diritto alla vita, alla dignità e alla libertà di ogni individuo umano e non umano. Il testamento in favore della LAV è lo strumento per dare continuità ai valori di una vita, al nostro impegno per i diritti di tutti gli animali, contribuendo alle tante attività e ai progetti dell’Associazione. Attraverso il testamento le nostre volontà hanno una certezza: qualcuno dopo di noi si impegnerà a mantenerle vive.

ASSOCIAZIONE

DILETTANTISTICA

AFFILIATA

347.5212717

www.lapalestra.ra.it E-mail: info@lapalestra.ra.it

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SALUTE_10piu_n.2.16_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 05/02/16 15:18 Pagina 32

HANNO COLLABORATO al numero 2_FEBBRAIO_2016 di SALUTE 10+ Dott. José Aguayo Ph.D. Psicologo - Psicoterapeuta

Salute Dieci Piu

Dott. Alberto Lazzerini Istituto Clinico Humanitas

Email: j.aguayo1345a@ordpsicologier.it Dott. Andrea Baldisserri Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it Roberto Bennati Lega Anti Vivisezione Tel. 06.4461325 www.lav.it Dott. Ugo Cimberle Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it Dott. Francesco Giambelli Specialista in Ginecologia e Ostetricia Presidio Ospedaliero di Ravenna Email: francesco.giambelli@auslromagna.it

Dott.ssa Monica Negosanti Dietista AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione

Giancarlo Sturloni Coordinatore della comunicazione di Greenpeace Italia www.greenpeace.org Roberta Rossi Presidente Federazione Italiana Sessuologia Scientifica Dott. Nicola Vanuzzo Odontoiatra - Centro Dentale Vanuzzo - Padova Tel. 049.8790496 - info@centrodentalevanuzzo.it www.centrodentalevanuzzo.it

I COLLABORATORI DI SALUTE 10+ Dott. José Aguayo Ph.D. - Psicologo - Psicoterapeuta Email: j.aguayo1345a@ordpsicologier.it Dott.ssa Annalisa Allodoli E-mail: allodoliannalisa@gmail.com Dott. Antonio Ascari Raccagni - Responsabile U.O. Dermatologia AUSL di Forlì Dott.ssa Serena Bagli - Psicologa e Psicoterapeuta - Lugo Email: info@serenabagli.it - www.serenabagli.it Dott. Andrea Costa Laurea in tecniche audioprotesiche Dott. Ugo Cimberle Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it Dott.ssa Isabella Cantagalli Psicologa - Psicoterapeuta c/o Physiomedica Via Malpighi, 150 - Faenza E-mail: drcantagalli@gmail.com - Cell. 329.8025403 Dott. Pierpaolo Casalini Medico-Chirurgo U.O. Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Faenza - E-mail: pierpaolo.casalini@gmail.com

Enrico Casadei Maestro di tennis - Circolo Tennis Club Faenza Denny Conti - Sport GM Solarolo Rivenditore specializzato materiale da running Dott. Andrea Costa - Laurea in tecniche audioprotesiche Dott.ssa Margherita D’Amato Medico Chirurgo Oculista - Studio: Piazza della Resistenza, 3 Alfonsine (RA) - Cell. 333.1671952 Dott. Andrea Drei Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza E-mail: andrea.drei@alice.it

Nicoletta Fabbri - Laureata in Scienze Motorie e Sportive Titolare di Spazio Pilates - Faenza - E-Mail: nicofabbri@libero.it Dott. Maurizio Fontana Direttore U.O.C. Ortopedia Traumatologia Presidio Ospedaliero di Faenza Dott. Andrea Flamigni - Specialista Idrologia Medica Direzione Sanitaria Terme di Cervia Email: andrea.flamigni@terme.org

E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it Dott. Luciano Lozio Docente universitario e consulente farmaceutico

Dott. Antonio Salzetta Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Presidio Ospedaliero di Faenza - Ausl Ravenna

Barbara Maioli - Educatore Cinofilo APNEC nr. 043 - E-mail: barbara.maioli@alice.it

Dott. Ernesto Sarracino Coordinatore pedagogico Comune di Russi e Faenza - Pedagogista al centro per le famiglie del Comune di Forlì Consulente per i genitori - Tel. 335.5238668

Dott. Andrea Maccolini - Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Tecnobios Procreazione Bologna Consigliere CECOS Italia - Email: amaccolini@alice.it

Gianna Manna - Optometrista E-mail: giannamanna@yahoo.it Dott.ssa Francesca Negosanti Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia c/o Centro Dermatologico srl via Ercolani, 8 - Bologna - www.centro-dermatologico.it Dott.ssa Monica Negosanti - Dietista AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione Dott. Gianfranco Niedda - Otorinolaringoiatra E-mail: gianfranconiedda@tiscali.it Dott. Roberto Nonni - Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: rnonni@alice.it Dott. Marco Quarantini Medico Chirurgo spec. Odontostomatologia Centro Odontoiatrico Bononia - Bologna E-mail: marcosmile@libero.it Dott. Pietro Querzani - Neurologo - E-mail: querzani@gmail.com Dott.ssa Antonietta Pace Logopedista - Cell. 339.7196006 E-mail: paceantonietta@libero.it Dott. Stefano Palo Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica Cell: 393.4825681 E-mail: dott.stefanopalo@gmail.com

Manlio Panascì - Chirurgo Ortopedico GVM Care & Research Dott. Massimiliano Perrone Medico Chirurgo Oculista Direttore Sanitario Poliambulatorio Privato DSC - Bologna - Tel. 051.242588 E-mail: info@poliambulatoriodsc.com Dott.ssa Federica Piras Medico Veterinario - E-mail: st.fe@libero.it

Dott.ssa Elisabetta Giusti - Specialista in Chirurgia d’urgenza e P. S.. Diagnostica Ecocolor Doppler - Flebologia Ravenna - Casa di Cura Domus Nova E-mail: ela.giusti@gmail.com

Edda Plazzi Psicologa e Psicoterapeuta di coppia per problemi sessuali e relazionali Cell. 333.6921234 - E-mail: eddaplazzi@hotmail.com

Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com

Dott. Oliviero Quercia - Responsabile Unità di Alta Specializzazione di Allergologia - Ospedale di Faenza

Dott.ssa Pamela Sparacino E-mail: pamela.sparacino@libero.it Dott. Sergio Spinato - Odontoiatra - Sassuolo Tel. 0536.883868 - www.studiodentisticospinato.it E-mail: studiodentisticospinato@gmail.com Dott. Ignazio Stanganelli Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Professore associato Università di Parma E-mail: igstanga@tin.it Dott. Stefano Stea - Responsabile U.O di Chirurgia Maxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola www.stefanostea.it E-mail: maxillofacciale-mch@gvmnet.it

Evelina Tabanelli - Consulente Nutrizionale E-mail: evelinatabanelli@libero.it

Fabrizio Tagliavini - Direttore Dipartimento Malattie Neurogenerative - Istituto Carlo Besta Prof. Umberto Tirelli Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica, Centro di Riferimento Oncologico, Istituto Nazionale Tumori di Aviano (Pordenone) Dott. Gregorio Tugnoli Responsabile U.O.S.D. Chirurgia del Trauma Ospedale Maggiore, Azienda USL di Bologna E-mail: gregorio.tugnoli@ausl.bologna.it Dott. Aldo Vallicelli Nutrizionista - E-mail: aldoval57@libero.it Dott.ssa Sara Vignoli Fisioterapista - Studio Medico Villa Ginanni Corradini Campiano - Cell. 345.2801470 - E-mail: vignolisara@gmail.com Dott.ssa Dalila Visani - E-mail: dalila.visani@gmail.com Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata - E-mail: salutenaturasnc@alice.it

Max Vismara Istruttore cinofilo e psicologo clinico - www.dicasavismara.it Ing. Nicola Vitiello Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Dott. Giuseppe Vieni - Responsabile servizio di Allergologia e Pneumologia pediatrica Unità Operativa di Pediatria e Neonatologia Ospedale S. M. delle Croci di Ravenna e Presidi Ospedalieri di Faenza e Lugo - AUSL Romagna

Dott. Marco Ioni - Dirigente Medico 1° Livello Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza - AUSL di Ravenna

Antonio Ravaglioli Esperto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici per impiego biomedico E-mail: ravaglioli.antonio@alice.it

Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN, Società Italiana di Neonatologia

Tiziano Rondinini Apicoltore - Faenza

Dott. Alfonso Zaccaria - Ex Direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia Azienda USL di Ravenna

Dott.ssa Enza Lamanna Urologia - Azienda USL di Ravenna

Roberta Rossi Presidente Federazione Italiana Sessuologia Scientifica

Dott. Franco Ziccardi - Medico di medicina generale Gruppo C.A.S.P.I.T.A. di Faenza - E-mail: caspitafaenza@gmail.com

Dott. Salvatore Voce - Urologia - Azienda USL di Ravenna E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it


SALUTE_10piu_cover_n.2.2016_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 05/02/16 11:25 Pagina 3

Don Angelo Lolli

Direttore Sanitario Dott. Paolo Balella

L’IMPEGNO DEL POLO SANITARIO per la FORMAZIONE Corso Teorico Pratico per la formazione di Addetti al Pronto Soccorso nelle Aziende, Decreto Unico 81/2008, e relativo corso Retraining (ricertificazione). Modulazione Corso: 16 ore suddivise in 10 ore teoriche più 6 ore di pratica. Le lezioni sono tenute da esperti utilizzando slide in videoproiezione e dispositivi medici. Verranno trattate patologie cardiache, neurologiche, addominali, respiratorie, allergiche, arresto cardiocircolatorio, traumi (cranici, toracici, addominali, articolari), ustioni, sommersione, ipotermia, ipertermia. Medicazioni, immobilizzazioni, bendaggi. Tecniche di autoprotezione del personale addetto al soccorso. Obiettivi didattici - Allertamento Servizio di Soccorso. - Riconoscere un’emergenza sanitaria. - Attuare gli interventi di primo soccorso. - Conoscere i rischi specifici dell’attività svolta. - Acquisire conoscenze generale sulle patologie specifiche in ambiente di lavoro. - Acquisire capacità di intervento pratico. - Addestramento pratico.

Corso BLSD categoria A (Non sanitari) con certificazione I.R.C. Comunità (Italian Resusitation Council). (Corso di rianimazione cardiopolmonare di base dell’adulto e defibrillazione precoce). Per la lezione vengono utilizzati computer, videoproiettore e lezione ufficiale di IRC. Per l’esercitazione verranno utilizzati manichini computerizzati e simulatori DAE (defibrillatore semiautomatico).

Retraining BLS D categoria A (LAICI). Ricertificazione del corso base.

Corso BLSD categoria B (Sanitari) con certificazione I.R.C. (Italian Resusitation Council). (Corso di rianimazione cardiopolmonare di base dell’adulto e defibrillazione precoce). Per la lezione verrà utilizzato computer videoproiettore e lezione ufficiale di IRC. Per l’esercitazione verranno utilizzati manichini computerizzati e simulatori DAE (defibrillatore semiautomatico).

Retraining BLS D categoria B (SANITARI). Ricertificazione del corso base.

Corso movimentazione manuale delle persone e dei carichi Il corso si prefigge di insegnare le abilità e le conosenze necessarie per: 1 - Prevenire il mal di schiena e gli infortuni degli operatori sanitari e socio sanitari. 2 - Rafforzare le conoscenze teorico-pratiche nella movimentazione dell’ospite da parte degli operatori. 3 - Migliorare la coesione dei membri dell’equipe assistenziale fisioterapica.

Polo Sanitario Opera Santa Teresa del Bambino Gesù - Via Don Angelo Lolli, 20 - Ravenna - Tel. 331.9128451


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