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Notizie e approfondimenti

GIOVEDÌ 5 GIUGNO 2014

L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de Il supplemento rientra nel progetto Russia Beyond the Headlines, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, Le Figaro, El Pais

QUESTIONE UCRAINA

Da EuroMaidan alle elezioni dello scorso 25 maggio. Passando attraverso gli scontri, il referendum in Crimea, le sanzioni alla Russia e i vertici internazionali. Duecento giorni di crisi in Ucraina. Ognuno dei quali ha rischiato di essere il detonatore di un conflitto che sarebbe andato ben al di là dei confini del paese. Ognuno dei quali ha però conservato e alimentato la speranza in una risoluzione pacifica della crisi internazionale che ha segnato i primi mesi del 2014. Tra decisioni dei governi, gesti simbolici, prospettive su nuovi scenari geopolitici. Ecco, passo dopo passo, la radiografia di una crisi che tiene ancora il mondo con il fiato sospeso.

MAXIM DONDYUK

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21 novembre 2013. A Kiev iniziano le prime manifestazioni. Tutto è provocato dalla decisione del governo guidato da Viktor Yanukovich di sospendere i preparativi per la sigla di un accordo di libero scambio con l’Unione Europea. E contestualmente di rendere più stabili i rapporti economici con la Federazione Russa. Nei giorni che seguono, la “piazza” diventa sempre più numerosa. E non mancano scontri con le forze dell’ordine. 28 novembre 2013. Il vertice di Vilnius, tra il leader ucraino e i gli esponenti dell’Ue, si conclude con un nulla di fatto. Il giorno successivo i manifestanti in piazza Maidan chiedono all’esecutivo: la formazione di un comitato permanente per comunicare con l’Unione Europea, la fine delle repressioni e le dimissioni del governo. La risposta di Yanukovich sarà di tutt’altro segno. 30 novembre 2013. La polizia sgombera i manifestanti da Piazza dell’Indipendenza. Le proteste della comunità internazionale non si fanno attendere. In Ucraina viene proclamato uno sciopero generale. I manifestanti occupano Kiev. Chiedendo, ancora, le dimissioni del governo. 8 dicembre 2013. Una grande manifestazione attraversa le strade della capitale. I partecipanti sono molte decine di migliaia. La tensione con le forze dell’ordine cresce minuto dopo minuto. Durante la giornata viene decapitata una statua di Lenin. 10 dicembre 2013. Il governo di Yanukovich prende posizione in modo ancora più netto. In un messaggio rivolto ai cittadini, il Presidente dell’Ucraina dichiara che “ogni chiamata alla Rivoluzione” rappresenta una minaccia alla sicurezza nazionale. 25 gennaio 2014. Dopo un mese di stallo, Yanukovich offre ai leader dell’opposizione le cariche di Presidente e di Capo del Consiglio dei Ministri. L’offerta viene rispedita al mittente. E la folla occupa il Palazzo delle Esposizioni “Casa Ucraina”, fino a quel momento usato come presidio per le forze dell’ordine. Lo scontro si sposta in Parlamento. L’opposizione chiede il ritorno alla Costituzione del 2004. 20 febbraio 2014. È il giorno nero della crisi. La situazione sfugge di mano. Kiev diventa un campo di battaglia. Gli scontri a fuoco attraversano tutti gli angoli della capitale. Il mondo è con il fiato sospeso. Alla fine il bilancio della giornata apre una ferita nel cuore dell’Ucraina: muoiono settanta manifestanti e diciassette militari. Nei mesi successivi sembra fallire ogni tentativo di chiarire chi ha iniziato gli scontri. 22 febbraio 2014. Arriva l’epilogo di EuroMaidan. Il Palazzo Presidenziale viene occupato dall’opposizione. Il 24 febbraio viene emesso un ordine di cattura per Yanukovich. Che il 27 dichiara la propria estraneità agli scontri del 20 febbraio e ritenendo illegittimo il nuovo governo di Kiev. 1 marzo 2014. Il Parlamento della Federazione russa autorizza il Presidente Putin all’uso della forza per difendere gli interessi nazionali. 4 marzo 2014. Crimea. Truppe paramilitari prive di segni di riconoscimento iniziano a presidiare il Parlamento. La popolazione – a maggioranza filorussa – inizia a formare milizie per l’autodifesa. 6 marzo 2014. Iniziano i dieci giorni più difficili per la diplomazia mondiale. Il Parlamento della Crimea sancisce la volontà della regione di entrare nella Federazione Russa. E indice un referendum tra i cittadini. Il giorno successivo Mosca approva il progetto. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu interviene: si mette ai voti la proposta di bloccare il referendum. Ma, nella sessione del 15 marzo, la Russia pone il veto. 16 marzo 2014. La Crimea vota per l’annessione alla Federazione Russa. Il 96% dei cittadini decidono di staccarsi dall’Ucraina. La comunità internazionale dichiara “illegale” il voto. Poco meno di 48 ore dopo scattano le sanzioni Usa/Ue contro Mosca. Il G8 di Sochi salta. Il 20 marzo a Bruxelles i leader occidentali condannano il comportamento di Mosca. Per la diplomazia resta solo un piccolo spiraglio. 7 aprile 2014. Effetto valanga. I filorussi ucraini cercano di esportare il modello Crimea nelle altre regioni del Paese. A Donetsk dichiarano l’indipendenza da Kiev. E chiedono l’aiuto delle autorità della Russia. Al confine stazionano oltre cinquantamila soldati della Federazione. 17 aprile 2014. A Ginevra i rappresentanti di Usa, Russia e Ucraina si impegnano per una risoluzione pacifica della crisi. Ma tra filorussi e forze governative la tensione resta alta. La Russia nega ogni coinvolgimento diretto, ma dichiara di essere disposta a difendere le popolazioni. 26 aprile 2014. Sull’orlo del baratro. Otto osservatori dell’Ocse vengono rapiti dai ribelli filorussi a Sloviansk. Nella settimana successiva in tutta l’Ucraina crescono gli scontri. Vengono occupati municipi, palazzi istituzionali e infrastrutture strategiche. 2 maggio 2014. Oltre 40 filorussi muoiono nel rogo della Casa dei Sindacati di Odessa. Ma la tragedia non ferma la diplomazia. In vista delle elezioni previste a fine maggio i russi ritirano i propri militari dal confine con l’Ucraina. Gli osservatori Ocse vengono rilasciati. Gli scontri sono isolati e circoscritti alla regione di Donetsk. Alla vigilia del voto, le autorità russe dichiarano che rispetteranno l’esito elettorale a Kiev. 25 maggio 2014. Petr Poroshenko, industriale del cioccolato, diventa il nuovo Presidente dell’Ucraina. Ma le violenze non si fermano, soprattutto a Sloviansk, dove il fotoreporter italiano Andrea Rocchelli muore coinvolto in un conflitto a fuoco. 4 giugno 2014. Incontro in Polonia tra Petr Poroshenko e Barack Obama.


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Sport

MONDIALI 2014

ILYA ZUBKO RBTH

Gli italiani? Un luogo comune li vuole esenti da puntualità e disciplina. Niente di più sbagliato. E Fabio Capello ha spazzato via questi stereotipi fin dai suoi primissimi giorni in Russia. In confronto ai suoi predecessori, come il bonario Guus Hiddink, che verso la fine del suo incarico aveva lasciato andare i calciatori a briglia sciolta, o l'accigliato Dick Advocaat, che non faceva segreto di essere interessato prima di tutto alle dimensioni del proprio conto in banca, più che ad allenare la squadra, Don Fabio - il soprannome dell'allenatore italiano sin dai tempi del suo impegno con il Real Madrid - sembra un generale. Se gli allenatori olandesi facevano solo brevi puntate in Russia, Capello invece trova il modo di assistere a tre o quattro match per ogni giornata di campionato. E, a poco a poco, ha cambiato metà della rosa della Nazionale. Ha tolto dalla formazione i giocatori Arshavin, Pavljuchenko e Pogrebnjak, che Advocaat considerava insostituibili, ma in compenso ha scoperto Kozlov e Eshchenko e ha promosso titolari Fajzulin e Kombarov; in Brasile porterà dei calciatori che fino a due mesi fa non si sarebbero neanche sognati di entrare nella Nazionale. Con questa sua politica Capello, in primo luogo, costringe i calciatori a lavorare in maniera costante e mostra loro che nessuno ha il posto in squadra garantito. Quanto ai principi a cui si attiene nel suo lavoro, il ct ripete spesso la parola "respect". Ha introdotto un ordine molto rigoroso: gli atleti devono rispettare il programma della giornata al minuto, il personale è disciplinato come in un hotel di lusso e i giornalisti non vengono ammessi nell'albergo dove alloggia la squadra, a eccezione dei soli eventi ufficiali.

I punti di forza La principale caratteristica dell'attuale Nazionale russa è proprio il suo livello di organizzazione. Nella squadra non ci sono giocatori davanti ai quali in Brasile si formeranno file di fan desiderosi di ricevere un autografo. I nomi della maggior parte di loro, al di fuori dei confini della Russia, sono noti solo agli specialisti. In compenso, però, ciascuno di loro sa esattamente cosa deve fare in campo. Da qui nascono il pressing, un buon controllo di palla e una difesa ben organizzata. «La squadra è diventata più com-

patta e unita», afferma l'ex tecnico della Nazionale Valerij Gazzaev. È d'accordo con lui anche un altro ex allenatore della Nazionale,Yuri Semin. «Vorrei sottolineare l'unità che Capello ha dato alla squadra. Abbiamo cominciato a giocare meglio in difesa, anche se alcuni dei nostri difensori per via dell'età non sempre fanno in tempo a chiudere sui giocatori avversari più veloci», è l'opinione di Semin. L'osservazione a proposito della velocità si riferisce in primo luogo ai difensori centrali della Nazionale. Sergei Ignashevich sta per festeggiare il suo trentacinquesimo compleanno;Vasilij Berezutskij il 20 giugno compirà trentadue anni. Ma Capello non ha a disposizione alcun sostituto per questi ruoli. In compenso, gli allenatori e i preparatori atletici hanno una vasta scelta di giocatori a centro campo e sulle fasce, dove per ciascuna posizione sono in concorrenza tra loro due o tre giocatori. È proprio sul centrocampo di qualità che si costruisce tutto il gioco della Russia. Sull'attacco invece resta qualche dubbio. Il compito di segnare reti in Brasile tocca al miglior bomber russo del momento, Aleksandr Kerzhakov, l'unico ad avere già partecipato a un campionato mondiale. Nel 2002, ancora giovanissimo, era stato con la Nazionale ai Mondiali in Giappone. Attualmente però Aleksandr è annoverato tra i veterani, e nel suo club, lo Zenit di San Pietroburgo, assiste dalla panchina alla maggior parte dei match. Un'altra possibilità per l'attacco è Aleksandr Kokorin della Dinamo, giocatore di indubbio talento, ma ancora poco esperto, che non si distingue per la costanza dei risultati. Dunque, a quanto pare è l'attacco il punto debole della formazione russa.

Girone equilibrato Pur riconoscendo che la Nazionale russa in questo torneo non sarà certo tra le favorite, sia i tifosi che gli esper-

In questo momento dobbiamo concentrarci unicamente sulla fase a gironi. Al resto penseremo dopo. Meglio fare un passo alla volta" FABIO CAPELLO, COMMISSARIO TECNICO DELLA NAZIONALE RUSSA

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russa in Brasile: «Sono convinto che arriveremo agli ottavi di finale. E se a quel punto non ci troveremo davanti la Germania, sono sicuro che potremo andare ancora avanti. Anche se, in linea di principio, per noi vincere il girone sarebbe già un ottimo risultato, considerando che dal 1986 non abbiamo più raggiunto questo traguardo», ha spiegato il dirigente. Per poi aggiungere: «Il mio ottimismo si basa soprattutto sull'allenatore. Capello forse non è il tecnico ideale: ma è comunque un punto di forza della nostra Nazionale».

ti sono convinti che la squadra sia in grado di vincere il proprio girone.Tanto più che le sue avversarie in questa prima fase non sono tra le più temibili: Corea del Sud, Belgio e Algeria. «Passare la fase dei gironi può essere un fatto normale, non sarà certo una sorpresa. Sono sicuro che arriveremo alle fasi conclusive», ha dichiarato il presidente onorario dell'Unione calcistica della Russia Vjacheslav Koloskov. È d'accordo con lui anche il famoso commentatore sportivo Vladimir Stognienko, che farà la telecronaca delle partite della Nazionale

L'INTERVISTA FABIO CAPELLO

"Non abbiamo obiettivi, ma siamo davvero forti" Manca poco. E l'allenatore italiano della Nazionale russa racconta il percorso di avvicinamento all'evento sportivo dell'anno. Capello, fra pochissimo la Nazionale russa comincerà a prepararsi per affrontare i Mondiali. Come si sente? È sotto pressione? L'adrenalina scorre a fiumi? Ora siamo completamente concentrati sulla preparazione. Controllo continuamente i giocatori e questa è di sicuro la cosa più importante. Quanto alla domanda sulle questioni organizzative, la sede del ritiro e così via, per noi non è assolutamente un problema. Ma l'adrenalina scorrerà quando atterreremo in Brasile e cominceremo ad allenarci e quando vedremo il primo match del campionato dal vivo o in televisione. È soddisfatto dalle squadre scelte per le amichevoli in vista della competizione avversaria? Sì, ho scelto io stesso questi avversari, basandomi sulle peculiarità delle squadre e sul loro modo di giocare perché avversari di questo genere ci aiutano a capire con quale tipo di compagini ci toccherà confrontarci ai Mondiali. Proviamo a fare un breve identikit delle squadre avversarie nel girone. Che ne pensa di Belgio, Corea e Algeria? Comincio dal Belgio, che è davvero una squadra forte. Il livello dei suoi giocatori è incredibilmente alto, come dimostra il fatto che sono impegnati nei più importanti campionati del Vecchio Continente. Giocano ad alti livelli con continuità e sono abituati a questo ge-

GETTY IMAGES/FOTOBANK

Per la prima volta negli ultimi dodici anni, la Nazionale della Russia parteciperà alle fasi conclusive del Mondiale di calcio. La vera stella è in panchina: Fabio Capello.

nere di competizioni. La Corea è una squadra forte sia a livello fisico, che dal punto di vista tecnico. Ricordo bene la nostra amichevole a Dubai: non fu facile vincere e per questo rispetto il loro stile di gioco. Per quanto riguarda l'Algeria, non saprei proprio, visto che solo da poco ho ricevuto il primo cd dove sono registrate le loro partite e quindi non ho ancora avuto modo di conoscere questa squadra. Ma lo farò presto. Quale risultato in questo Mondiale potrebbe essere considerato soddisfacente per la Nazionale russa? Cerchiamo di fare un passo per volta. Prima ci aspetta il girone iniziale e, se passeremo alla fase successiva, allora è molto probabile che l'incontro

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agli ottavi di finale sarà con la Germania o con il Portogallo, due team di grande prestigio e con importanti individualità. Ma a questo penseremo dopo, è meglio non correre troppo. Ritengo che siamo davvero una squadra molto forte e che possiamo riservare delle sorprese, ma per farcela dobbiamo capire quale peso di responsabilità ricadrà sulle nostre spalle durante il Mondiale. Partecipiamo a questo torneo dopo tantissimo tempo. I Mondiali sono un evento completamente diverso da ogni altro genere di competizione. È la manifestazione in assoluto più rilevante per il mondo del calcio: per far bene sarà necessario curare ogni particolare, senza lasciare nulla di intentato. I.Z.

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Sport

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Preparativi La prossima edizione della kermesse si disputerà nella Federazione

Verso il 2018: stadi nuovi, ma occhio ai costi Gli esperti russi stanno studiando l'organizzazione dei Mondiali brasiliani per limitare al minimo la possibilità di errori. Previsti investimenti importanti sul fronte degli impianti. TIMUR GANEEV RBTH

RUSSIA BEYOND THE HEADLINES È FINANZIATO DAL QUOTIDIANO RUSSO ROSSIYSKAYA GAZETA. QUESTO INSERTO È STATO REALIZZATO SENZA LA PARTECIPAZIONE DEI GIORNALISTI E DEI REDATTORI DE LA REPUBBLICA. RBTH È FINANZIATO DAI PROVENIENTI DELL'ATTIVITÀ PUBBLICITARIA E DAGLI SPONSOR COMMERCIALI, COSÌ COME DA MEZZI DI ENTI RUSSI. MANTENIAMO UNA

POSIZIONE DI REDAZIONE INDIPENDENTE E RAPPRESENTIAMO DIVERSI PUNTI DI VISTA RELATIVI AGLI EVENTI CHE COINVOLGONO LA RUSSIA E IL RESTO DEL MONDO, GRAZIE A MATERIALI DI QUALITÀ E AL PARERE DI ESPERTI. FIN DA QUANDO È INIZIATA LA NOSTRA ATTIVITÀ, NEL 2007, CERCHIAMO DI RISPETTARE I PIÙ ALTI STANDARD REDAZIONALI, MOSTRANDO I MIGLIORI ESEMPI DI GIORNALISMO IN RUSSIA E

parzialmente in ombra durante l’estate». Se gli stadi di Kazan e di Sochi sono pronti per ospitare incontri di massimo livello, in altre città della Russia i lavori procedono con maggiore lentezza. Quello più vicino a essere pronto è lo stadio Otkrytie, nuova arena dello Spartak, che dovrebbe essere inaugurato alla fine di luglio. Più problematico è invece lo Zenit di San Pietroburgo, in fase di costruzione dal 2006, che non sarà pronto prima della metà del 2016. Anche il leggendario stadio Luzhniki di Mosca, teatro delle Olimpiadi del 1980, non potrà essere completato di qui a breve: chiuso per lavori, sarà finito nel giro di quattro anni. Il “nuovo” Luzhniki ospiterà la finale della Coppa del Mondo. La costruzione degli stadi nelle province russe è stata affidata a imprese locali. A realizzare gli impianti di Nizhny Novgorod e Volgograd sarà la Stroytransgaz, di proprietà di Gennady Timchenko, mentre il gruppo Crocus, di Aras ed Emin Alagarov, lavorerà agli impianti di Kaliningrad e Ro-

SULLA RUSSIA. IL NOSTRO OBIETTIVO È CREARE UNA SORTA DI VALORE AGGIUNTO PER RENDERE PIÙ AMPIO IL RACCONTO DELLA FEDERAZIONE RUSSA. OLTRE CHE IN ITALIA, RBTH È PRESENTE CON 26 INSERTI IN 21 PAESI DEL MONDO, PER UN PUBBLICO DI LETTORI PARI A 33 MILIONI DI PERSONE. ESISTONO INOLTRE 19 SITI INTERNET, AGGIORNATI QUOTIDIANAMENTE, IN 16 DIVERSE LINGUE.

stov sul Don e l’impresa Sinara-Development, di Dmitri Pumpyanski, si occuperà dello stadio di Ekaterinburg. «Questi impianti sono stati commissionati dalle singole regioni, e il nostro compito è garantire che superino le ispezioni della Fifa», ha dichiarato Mutko. Il governo russo ha studiato con attenzione l’esperienza del Brasile, organizzatore della Coppa del Mondo del 2014, ed è deciso a non ripetere gli errori compiuti dai sudamericani. «I miei colleghi del comitato organizzatore rimarranno in Brasile per tutta la durata del Mondiale», ha annunciato Aleksei Sorokin, direttore generale del comitato organizzatore “Rossiya-2018”. «Inoltre, stiamo organizzando molti scambi tra i rappresentanti delle nostre regioni e quelli brasiliane». «Le infrastrutture rappresentano uno dei problemi principali del calcio russo», ha affermato in un’intervista Anatolij Vorobyov, segretario generale dell’Unione russa calcio. «Ma con l'organizzazione dei Mondiali la situazione cambierà».

GAIA RUSSO

Il Ministero russo dello Sport ha rivisto nuovamente i costi relativi all’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2018. Rispetto alle stime iniziali, l'investimento per allestire l’evento è stato ridotto dell'equivalente di quasi un miliardo di euro ed è ora poco sotto i 13 miliardi. «A parte gli stadi, dobbiamo allestire più di 300 progetti, tra cui gli alloggi per gli atleti e le postazioni per la stampa», ha spiegatoVitalij Mutko, ministro dello Sport. «Si parla sempre di appropriazioni indebite, della lentezza dei lavori e via dicendo. Tutte insinuazioni alle quali non vale la pena di controbattere, dal momento che ci sarà sempre qualcuno pronto a sollevarle. Eventi come le Olimpiadi e la Coppa del Mondo creano migliaia di posti di lavoro e aiutano il Paese a crescere».

L’Arena di Kazan, il primo dei dodici stadi che ospiteranno la Coppa del Mondo del 2018, è già pronta, e sarà inaugurata il prossimo 26 maggio. Lo stadio, che può ospitare 45.000 spettatori, assomiglia all’Emirates, uno dei migliori impinti del mondo, sede del club londinese dell’Arsenal. Tale affinità non è casuale: lo studio che ha progettato lo stadio per i “Gunners” (oltre al nuovo Wembley e allo stadio Olimpico di Londra), ha infatti preso anche parte al progetto dello stadio Kazan. Lo stadio Fisht di Sochi, che ha ospitato le cerimonie di inaugurazione e di chiusura dei Giochi Olimpici e Paraolimpici invernali, è già pronto a ospitare le partite di calcio. Il Fisht è stato progettato dallo studio di architettura Popoulous, che vanta tra le sue realizzazioni lo Yankee Stadium di New York, lo Stadio Olimpico di Chicago e lo stadio So Kon Po di Hong Kong. «Il Fisht è stato progettato in modo da riflettere la luce a un’angolazione particolare durante l’inverno (e permettere al sole di penetrare al suo interno) e da rimanere

SUL NOSTRO SITO Chi giocherà per la squadra russa? Nell'elenco dei prescelti che arrivano dai tornei europei c'è solo il centravanti Pavel Pogrebnyak, uno dei pochi veterani in rosa: gioca in Inghilterra nel Reading e ha realizzato 13 gol in 39 partite. La sua storia sul nostro sito. › www.it.rbth.com/30973

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Turismo

Il museo

La particolarità

Alcuni esemplari delle porcellane tradizionali sono esposti nel museo della “Associazione di Gzhel”. Qui i visitatori possono assistere al processo di produzione, studiare le tecniche di pittura e addirittura creare - rigorosamente a mano - qualche oggetto personale.

Una delle caratteristiche principali di Gzhel è la varietà delle forme. Inoltre, il prodotto diventa luminoso grazie al contrasto della vernice cobalto con lo sfondo bianco. Dopo la torrefazione il cobalto nero diventa luminoso. E la posizione del disegno corrisponde alla forma.

Cosa visitare

ITAR-TASS

A parte vasi e giocattoli color blu cobalto, che si trovano esposti ovunque nei villaggi della zona, si consiglia di visitare le chiese locali, costruite con il denaro che i proprietari delle manifatture donarono tra il XIX e l’inizio del XX secolo. Chiesa dell’Ascensione (1859): si trova nel villaggio di Rechitsy ed è ispirata a un progetto di Konstantin Torn. La struttura principale, composta da mattoncini rossi, è sovrastata da una cupola a cipolla. Chiesa di San Giorgio (1812): situata nel villaggio di Novokharitonovo, questo edificio in stile moderno è un pregevole esempio di chiesa “dei vecchi credenti”. Fu costruito nel 1912 in onore del centenario della sconfitta di Napoleone, grazie a una donazione della famiglia Kuznetsov, proprietaria del locale stabilimento di ceramiche. Chiesa di San Giorgio il vittorioso (1863): si trova nel villaggio di Ignatievo e vanta una vetrata raffigurante San Giorgio, in ottimo stato di conservazione. Chiesa di Pokrovskaya (1864): è ubicata nel villaggio di Karpovo e fu costruita con il denaro di Glotov, un altro proprietario di fabbrica. Il corpo principale dell’edificio, in mattoni, poggia su una base di pietra bianca. La chiesa, di stile eclettico, fonde in sé alcuni elementi dell’architettura “old Russian”.

Tradizioni Viaggio tra gli artigiani che producono la celebre ceramica color cobalto. Un incanto per chi visita la Federazione

Molto talento e una manciata d'argilla Una carrellata tra giocattoli, piatti e souvenir. Il comprensorio di Gzhel, un vasto territorio non molto lontano da Mosca, è da molti secoli uno dei principali centri di lavorazione del materiale. TATIANA KHOROSHILOVA

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le tipologie di porcellana prodotte dalla fabbrica di Gzhel. Una varietà straordinaria che lascia a bocca aperta per originalità e qualità dei materiali

1818

L'anno in cui il primo laboratorio di Novokharitonovo ha iniziato la produzione, dando avvio alla storia di una delle manifatture più apprezzate della Federazione

A parte piatti e vasellame, a Gzhel si producevano anche dei giocattoli dalle sembianze di uccelli e animali e diverse figurine che rappresentavano scene di vita russa: cavalli bianchi smaltati, cavalieri, bambole, e ancora giocattoli − dipinti nei colori della tradizione popolare: viola, giallo e blu. Oggi le ceramiche di Gzhel si producono in diversi grandi stabilimenti. La Manifattura delle porcellane di Gzhel, inaugurata nel 2003 nel villaggio di Novokharitonovo, comprende anche un laboratorio dedicato alla produzione di oggetti artistici situato nel villaggio di Rechitsy, nel quale da tempo immemore si produce la famosa porcellana di Gzhel. Nei piani inferiori l’ar-

© RIA NOVOSTI

I NUMERI

gilla viene lavorata e disposta negli stampi, per poi essere decorata ai piani alti − in un ambiente permeato dal forte odore di vernici, tra tavoli sui quali sono esposti gli strumenti del mestiere, come pennelli, spatoline e barattoli colmi di ossido di cobalto: un composto nero che durante la fase di cottura assume una colorazione blu. «Lo scorso anno abbiamo festeggiato il nostro 195esimo anniversario», spiega Petr Sivov, direttore della Manifattura delle porcellane. «Infatti, il nostro stabilimento è stato fondato nel 1818, anno in cui il primo laboratorio di Novokharitonovo inaugurò la produzione di vasellame di porcellana. La nostra fabbrica è la più grande, e un tempo era anche quella con meno problemi. Per adesso produciamo quasi settecento pezzi diversi. Il problema principale è che molti vanno via a causa della monotonia del lavoro. Oggi lavorano solo sei pittori». La “Associazione di Gzhel”,un’altra grande manifattura locale, è nata invece negli anni Novanta. I suoi artigiani hanno riportato in auge le tradizionali decorazioni blu-verdi, cadute in disuso già prima della Rivoluzione di ottobre. La manifattura comprende il fondo Prototipi industriali, che raccoglie una vasta collezione di pezzi che ripercorrono la storia della produzione della porcellana russa, compresa quella di questi posti. A differenza di altri laboratori della regione, la Fabbrica di ceramiche sperimentali di Gzhel non si limita alla produzione delle tradizionali ceramiche color cobalto, ma ne produce anche altre, dai colori vivaci.

Gzhel, il tour nei luoghi sacri

NATALIA MIKHAYLENKO ; LORI/LEGION MEDIA

I villaggi del comprensorio di Gzhel formano un’area rurale fortemente caratterizzata dalla produzione e lavorazione della ceramica. Oltre all’Università statale dell’arte e dell’industria, fondata più di cento anni fa e situata nel centro della regione, il comprensorio vanta un museo, numerosi punti-vendita e diversi stabilimenti produttivi. Il villaggio di Gzhel, che sorge lungo le sponde del fiume Gzhelka e conta poco più di settecento abitanti, non è cambiato molto negli ultimi cento anni. I piccoli laboratori del territorio, nei quali si lavora la tradizionale ceramica bianca e blu, danno lavoro a più di millecinquecento artigiani locali. Le prime testimonianze relative al villaggio risalgono al 1339, anno in cui il principe moscovita Ivan Kalita lo citò nel proprio testamento. Il commercio locale della ceramica era fiorente già da allora. In particolare, Gzhel era nota per la lavorazione di una varietà particolarmente pregiata di argilla, di colore bianco e dalla consistenza fine, malleabile e“saponosa”,impiegata nella produzione di ceramica e porcellana. I contadini di Gzhel sfuggirono alla schiavitù quando l’intera regione, caratterizzata da una vocazione prevalentemente agricola, fu annessa al Prizak (dipartimento) di Aptekarsky e indirizzata alla produzione di vasellame. Intorno al 1800, in seguito alla scoperta di alcuni depositi di una varietà di argilla bianca e particolarmente malleabile, avvenuta nei pressi del villaggio di Volodino, nella zona sorsero le prime manifatture di porcellana. Pavel Kulikov, pioniere della lavorazione dell’argilla, aveva messo a punto un metodo per la produzione della porcellana, e già verso la fine degli anni Ottanta del XVIII secolo a Gzhel operavano venticinque laboratori di ceramica. Qui i maestri ceramisti lavoravano la materia prima, proveniente dai crepacci della zona, e completavano le ordinazioni. Apprendisti e pittori (solitamente si trattava dei figli e figlie dell’artigiano) decoravano gli oggetti e li portavano al forno per essere cotti.

LORI/LEGION MEDIA

RBTH

© NATALIA MIKHAYLENKO; LORI/LEGION MEDIA


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