Russia Oggi Febbraio 2013

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GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO 2013

Il supplemento rientra nel progetto RUSSIA BEYOND THE HEADLINES, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, The Washington Post, Le Figaro, El Paìs, Süddeutsche Zeitung, Le Soir, La Nacion L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de

AFP/EASTNEWS

La rinuncia di Benedetto XVI al Soglio Pontificio alimenta riflessioni e dibattiti in tutta la cristianità. E anche nella Chiesa Ortodossa Russa la scelta del Papa scatena numerose prese di posizione. Rispetto per una “decisione difficile”,l’elogio del coraggio di Joseph Ratzinger, la volontà di considerare con rigore gli effetti e le ricadute di questo atto sui rapporti tra le due Chiese. In merito a quest’ultimo tema, analisti ed esperti concordano: chiunque sia il successore di Benedetto XVI, il percorso di avvicinamento tra Mosca e il Vaticano non subirà nessuna battuta d’arresto. Anzi. In un mondo in cui la contingenza dei problemi sociali si lega a dinamiche socio-economiche comuni, l’univer-

salità della Chiesa è da più parti considerata come un“metodo”vincente per affrontare e risolvere questioni che sono presenti in diverse parti del Pianeta. La povertà, l’esclusione sociale che aumenta, l’assenza di una “comunità”forte su cui appoggiarsi. Per raccontare queste dimensioni abbiamo passato una notte con i volontari di Miloserdie, la“squadra”della Chiesa Ortodossa che aiuta chi vive nell’ombra desolata dell’anonimato sociale, tra stenti e notti al gelo, poche certezze per il futuro e nessun riguardo per il proprio passato. Ascoltando anche il parere dei volontari italiani che vivono e lavorano a Mosca. Per scoprire le fondamenta del “ponte di fede” che lega il Vaticano e la Federazione. PAGINA 2

IN QUESTO NUMERO

SUL NOSTRO SITO

Economia in buona salute

Cinema, alla ricerca delle origini

Yakutsk, nel profondo Nord

A differenza della recessione che sta colpendo l’Italia, il Pil della Federazione è atteso in forte progresso anche quest’anno (+3,5% secondo le ultime stime). Così cresce l’attenzione delle aziende con sede principale nell’Europa Occidentale, compresi i grandi gruppi bancari e assicurativi.

A bordo di un treno, viaggio alla scoperta della vera anima russa. Protagonisti un gruppo di giovani registi e una giornalista italiana, Luciana Castellina. I risultati, raccolti in una serie di cortometraggi e in un libro, offrono esiti in buona parte sorprendenti.

Viaggio nella capitale della Repubblica di Sacha, la regione più vasta di tutta la Russia, da sempre crocevia di uomini d’affari e pionieri alla scoperta del Grande Nord. Qui è facile rimanere contagiati dallo spirito, retaggio dei grandi esploratori del passato.

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Chiesa

VERSO IL CONCLAVE IL NUOVO PONTEFICE DARÀ UNA SVOLTA ALLE RELAZIONI TRA LA CHIESA DI ROMA E QUELLA RUSSA? Dopo le dimissioni di Benedetto XVI, gli esperti e i rappresentanti del clero cattolico e ortodosso si aspettano dal nuovo Papa sviluppi nei rapporti tra le due Chiese. OLGA DORONINA RUSSIA OGGI

Le dimissioni di Papa Benedetto XVI hanno sorpreso tutto il mondo cristiano, inclusi i rappresentanti della Chiesa ortodossa russa. Gli esperti, sottolineando l’importante progresso nei rapporti inter-cristiani raggiunti durante l’ultimo pontificato, sono sicuri che, chiunque diventerà il nuovo capo della Chiesa cattolica, non ci sarà un peggioramento nel dialogo con la Chiesa ortodossa. La posizione ufficiale di quest’ultima è stata espressa da Ilarion Volokalamskij, direttore del Dipartimento delle Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. «La decisione del Papa di abbandonare il suo incarico nella situazione contingente può essere interpretata come un atto di personale coraggio e umiltà», si legge nella dichiarazione di Volokalamskij. La Chiesa ortodossa a sua volta è grata al Pontefice per aver compreso i problemi che ostacolano una piena normalizzazione dei rapporti tra cattolici e ortodossi, specialmente in Ucraina occidentale. «Non resta che sperare che il suo successore proceda sulla stessa strada e che i rapporti tra cattolici e ortodossi continuino a crescere, per il bene comune di tutto il mondo cristiano», ha dichiarato il metropolita. Anche il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill ha espresso un giudizio positivo sull’attività del Pontefice, sostenendo che la posizione assunta da Benedetto XVI riguardo alle questioni fondamentali della società di oggi suscita rispetto, così come l’essere rimasto coraggiosamente saldo ai principi fondamentali legati alla tradizione apostolica. Gli esperti chiama-

ti in causa da Russia Oggi sono concordi nell’affermare che chiunque sarà il nuovo Pontefice, non vi sarà un deterioramento nei rapporti con la Chiesa russa ortodossa. «La Chiesa cattolica considera la ricerca di uno scambio ecclesiastico e di un dialogo intercristiano più profondo un obiettivo importantissimo. E l’unità è fattibile, anche se è difficile ipotizzare una tempistica in questo senso, se si parla del prossimo futuro o ci vorranno secoli interi. L’elezione del nuovo Papa comunque non modifica questa opinione», sostiene padre Kirill Gorbunov, direttore del Centro informazioni dell’Arcidiocesi di Dio a Mosca. Senza dubbio la personalità del nuovo Pontefice avrà il suo peso. Padre Kirill non esclude che il nuovo Vescovo di Roma possa non essere europeo e di conseguenza non conoscere così bene la Russia, come invece Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. «Ma il principio fondamentale su cui si basano i nostri rapporti è stato formulato e non ha senso aspettarsi grandi stravolgimenti. La storia e il progetto di Dio sono più grandi dei singoli individui», ha affermato con convinzione il rappresentante della Chiesa ortodossa. Così come il segretario dell’Amministrazione delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia, padre Antonij Sevrjuk, in un colloquio con Russia Oggi, ha fatto notare che durante il Pontificato di Benedetto XVI si è osservato un proficuo sviluppo del dialogo tra cattolici e ortodossi. «Abbiamo percepito un chiaro interesse da parte del Soglio Pontificio alla crescita dell’interazione con il mondo ortodosso. Ci auguriamo che anche durante il nuovo pontificato la continuità venga mantenuta e il dialogo proceda e rimanga intenso. Le nostre Chiese hanno molto da dire alla società di oggi che purtroppo si sta allontanando sempre di più dai principi dell’etica cristiana, interpretando in modo erroneo

UN PONTE TRA MOSCA E IL VATICANO

il concetto di diritto e libertà dell’individuo», ha affermato lo ieromonaco. Il sacerdote Aleksij Jastrebov, rettore della parrocchia russa delle Sante mirofore di Venezia – che fa parte dell’Amministrazione delle parrocchie della Chiesa ortodossa russa in Italia –osserva che nel corso dell’ultimo pontificato la posizione della Chiesa orto-

dossa russa è stata più ascoltata. «Il rapporto è diventato in buona misura quello che si ha con una Chiesa sorella, piuttosto che con un rivale. Qui in Italia si è avvertito in special modo. Gli ortodossi hanno un ottimo rapporto con la persona e l’operato del Papa uscente. Nonostante all’interno della Chiesa cattolica, guidata per la prima

volta dalla fine degli anni Settanta da papi non italiani, si sia mantenuta la direzione tracciata nel Concilio Vaticano II, i tempi erano diversi. Molto dipendeva e dipende ancora dagli umori e dall’atteggiamento dei vescovi cattolici nei confronti della Chiesa ortodossa russa. Personalmente non mi aspetto una sostanziale inversione

Reportage Una notte con gli operatori di Miloserdie, la squadra che soccorre e aiuta i poveri della capitale

Volti senza passato nell’autobus della misericordia Il freddo pungente, gli occhi arrossati. La fame che offusca parole e idee. Stenti, sofferenza, incertezza per il futuro. Un viaggio con i volontari che prestano soccorso ai bisognosi di Mosca. STEFANIA ZINI RUSSIA OGGI

È la sera della Vigilia del Natale ortodosso. Nel centro di Mosca, in un vicolo tranquillo dietro la stazione ferroviaria Kursky, all’improvviso rieccheggia una voce femminile. «Buon Natale». Articolando a malapena le parole, una donna sdentata di

ogni notte durante l’inverno, la squadra di turno della Servizio Ortodosso di Aiuto Miloserdie (Misericordia) prepara l’autobus ad accogliere i senzatetto della capitale. Essi si ritrovano sempre lì, certi che il personale del servizio troverà per tutti un po’ di cibo e qualche parola di conforto. Poi, mentre l’autobus percorre il solito giro delle stazioni ferroviarie in cerca degli altri, i senzatetto possono rifocillarsi e dormire al caldo. Una sola condizione: stare seduti tranquilli, non bere alcolici e non dire parolacce. La signora dalla voce squillante con il mazzo di garofani in mano si avvicina per prima all’operatore. La segue un ragazzo con due lividi violacei stampati sugli zigomi. Una storia disperata. Originario di San Pietroburgo, è giunto a Mosca in cerca di lavoro e per più di sei mesi percorre

quarant’anni circa grida il suo saluto, sventolando un mazzo di garofani infreddoliti. È vestita in modo bizzarro: indossa un cappotto liso e sporco, troppo lungo e troppo stretto e calza degli scarponi in pelo. Attraversa la strada, trascinando a stento le gambe appesantite, seguita da un gruppetto eterogeneo di uomini e donne dall’aspetto rassegnato. Quindici o venti visi stanchi, arrossati e rigonfi per il freddo, arrancano in fila indiana verso un autobus con le porte aperte, parcheggiato lì vicino. Anche in questa sera di festa, come

la città con le stampelle: facendo a botte si è slogato un ginocchio e ora non sà come tornare a casa. L’addetto al servizio Miloserdie ascolta tutti pazientemente, aiutandoli a salire i gradini dell’autobus. Alla fine tutti siedono al calduccio. E anche all’interno dell’autobus regna finalmente la pace. Molti dei senzatetto, esausti per la prolungata desolazione e la brutalità della vita da strada, si rilassano avvolti dal calore di questo rifugio temporaneo su ruote e si addormentano immediatamente. In altri, la fame vince la stanchezza. Cominciano a masticare rumorosamente e golosamente. Mangiano avidamente, senza dimenticarsi dei compagni seduti accanto, con cui dividono qualche boccone. Seduta in un angolino, osservo questo spettacolo estremamente insolito,

I NUMERI © ILYA PITALEV/RIA NOVOSTI

80%

6.069

400.000

dei senzatetto sono uomini, il 20% donne. Vengono da tutte le regioni della Russia e dalle ex-repubbliche dell’Urss

senzatetto vivono a Mosca, secondo un censimento del 2010. Ma, stando ad altre stime, potrebbero essere almeno 15.000

è ufficialmente il numero dei senzatetto in Russia. In realtà sono molti di più. Ci sono 139 associazioni che si occupano di loro

quando, una signora, ormai sazia, mi si siede vicino ed inizia a raccontare la sua storia in un inglese a dir poco perfetto. Ucraina di origine, ha frequentato una scuola specializzata, viaggiato in Europa e visitato tre volte l’Inghilterra. Racconta tutto con una tale dovizia di particolari che temo non si fermi più. Letteralmente scioccata dal suo inglese fluido che stride in quell’ambiente degradato, le chiedo come ha fatto a restare senza nulla, senza una dimora, quando avrebbe potuto essere una brava insegnante o traduttrice, guadagnare, avere insomma una vita normale. La donna abbassa gli occhi e comincia a rispondere in modo alquanto confuso, usando la lingua russa: senza un passaporto, dice, in Russia non si trova lavoro, e lei lo ha perso tempo fa. A Mosca è stata portata misteriosamente dagli zingari. Chi fosse o cosa facesse nella vita in Ucraina è rimasto un suo segreto. Non amano parlare del passato. Potrebbe non voler tornare alla vita di prima, anche se fosse possibile, perché, evidentemente, non era una bella vita. È ormai Natale e tutti gli ospiti dell’autobus, senza eccezione, sono sprofondati in un sonno ristoratore.


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Società

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IL COMMENTO

Le decisioni difficili di Ratzinger e Wojtyla Olga Sedakova POETESSA

D

LA CURIOSITÀ

Come si elegge il Patriarca

di rotta», ha aggiunto padre Aleksij. Roman Silantev, direttore del Centro di Geografia delle religioni, ritiene che, se il nuovo Papa sarà europeo, è molto probabile che i rapporti tra il Soglio Pontificio e il Patriarcato di Mosca rimangano immutati. «Benedetto XVI ha lasciato i rapporti con la Chiesa ortodossa in buono stato.

Anche in Russia si spera che il suo successore li mantenga tali. Se, tuttavia, il nuovo Vescovo di Roma dovesse venire dall’America Latina o dall’Africa i rapporti potrebbero cambiare. Gli stessi cattolici però sono interessati a un Papa del Vecchio Continente, dato che è in Europa che ora si concentrano le questioni più importanti

INTERVISTA/1

In lotta contro la disoccupazione Il diacono Oleg Vyshinsky, direttore dei progetti di aiuto ai senzatetto del Servizio Ortodosso Miloserdie, ha lavotaro tredici anni per il pronto soccorso in ospedale. Poi la decisione di cambiare vita e la richiesta a una chiesa ortodossa di svolgere mansioni ausiliarie. In qualità di guardiano, entra in contatto con un gran numero di senzatetto che venivano accolti e rifocillati. In quell’occasione impara dal suo padre spirituale ad avere compassione per queste persone e aiutarle. Lavora per l’autobus Miloserdie dal 2005; ne diventa il responsabile dal 2007. Come può succedere che una persona dalla vita normale diventi all’improvviso un senzatetto? Scientificamente questo processo viene definito “percorso discendente di mobilità sociale”. In realtà ogni persona ha alle spalle una sua storia. Spesso la dipendenza dall’alcool gioca un ruolo chiave. La prima causa che porta un uomo in strada è comunque la mancanza di lavoro. Sono molti a venire a Mosca dalla periferia con la speranza di guadagnare e di avere un future migliore, ma spesso non trovano un impiego e non hanno più i soldi per tornare a casa. Al secondo posto vengono i problemi familiari. Capita che le mogli litighino con i mariti che per questo cominciano a bere e,

quando la convivenza diventa insostenibile, l’uomo si sente in dovere di lasciare la casa a moglie e figli e si ritrova senza dimora. Capita poi che vengano compiuti soprusi ed estorsioni ai danni dei cittadini. Negli anni’90 la milizia usava privare gli alcolizzati delle loro abitazioni: minacciandoli di formulare un’accusa nei loro confronti, li faceva ubriacare e li costringeva a firmare i documenti di vendita dei loro appartamenti. Vi erano poi falsi agenti immobiliari che truffavano la gente. Un alcolizzato che vive da solo è facile preda di malintenzionati. Tra i senzatetto troviamo poi ex-carcerati, orfani, immigrati illegali e malati mentali che scappano non si sa da chi e da cosa. Quali compiti svolge il servizio Miloserdie nei confronti dei senzatetto? Il nostro compito primario è reintegrare i senzatetto socialmente. Perché ciò avvenga, li mettiamo in contatto con specialisti che li possano aiutare, anche se questi professionisti non fanno necessariamente parte della nostra organizzazione o di strutture ecclesiastiche. Svolgiamo la funzione di intermediari. Abbiamo poi gruppi di sostegno ai senzatetto presso gli ospedali, dove, lontano da un ambiente socialmente malato, spesso si riprendono, hanno il tempo di pensare alla loro vita. Negli ospedali i nostri collaboratori parlano con i senzatetto e la barriera che si crea tra l’emarginato sociale e la società gradualmente scompare. In realtà, i senzatetto sono persone molto spaventate, diffidenti e chiuse che hanno accumulato molte esperienze negative che non vogliono ricordare. S.Z.

CORBIS/FOTO SA

Il capo spirituale della Chiesa ortodossa russa viene eletto con voto segreto dal Concilio locale - il consesso di elettori che può includere anche dei laici - fra tre candidati presentati dal Concilio dei vescovi, l’organo supremo di potere della Chiesa. Il Concilio locale può aggiungere un proprio candidato, se questi verrà sostenuto da almeno un quarto dei membri dell’assemblea. Il Concilio dei vescovi seleziona i tre candidati tra tutti i porporati che propongono la propria candidatura mediante una prima votazione preliminare. In caso di rifiuto di uno dei candidati, il suo posto verrà occupato dal candidato immediatamente successivo; mentre in caso di rifiuto da parte di tutti e tre i candidati si procederà a una nuova votazione. Viene eletto Patriarca il candidato che ottiene più della metà dei voti del Consiglio locale. Se ciò non dovesse verificarsi, si procede a un secondo turno di votazione da cui emergono due candidati. Nell’ipotesi in cui entrambi i candidati ottengano lo stesso numero di voti, il Patriarca viene scelto con un’estrazione a sorte.

urante uno degli incontri con Papa Giovanni Paolo II ebbi occasione di incontrare anche il futuro Papa Benedetto XVI, allora Cardinale Ratzinger. Gli venni presentata come «poetessa» ed egli chiese molto seriamente: «Una vera poetessa? È importante saperlo». Stupita, gli chiesi a mia volta perché. Rispose: «Se ai nostri giorni esistono veri poeti e veri artisti, ciò significa che questo è un mondo non abbandonato dallo spirito». Indubbiamente oggi quella di Benedetto XVI è stata una decisione molto forte. La spiegazione di allora colpisce per nobiltà. Egli pensa esclusivamente agli interessi della Chiesa, alla quale, in una situazione dinamica come quella attuale, serve una persona in possesso di tutte le proprie forze fisiche. La vecchiaia non permette di far fronte a un tale compito. Nei confronti di Benedetto XVI ho sempre provato e provo tuttora un profondo rispetto, prima di tutto perché ho letto i suoi lavori. È un teologo profondo e coraggioso. Viene generalmente considerato un conservatore, ma il suo ultimo gesto è estremamente innovativo. Nella modernità nessun Papa ha mai compiuto una simile azione. In genere i papi son morti da papi. È anche possibile che la sua decisione appaia inaspettata perché tutti ricordano gli ultimi anni di Giovanni Paolo II, il quale continuò il suo servizio anche quando era profondamente malato e proprio in ciò vide il proprio dovere pastorale. A me sembra che entrambe queste decisioni meritino profondo rispetto. Nonostante tutte le differenze con il suo predecessore, Benedetto XVI è il prosecutore diretto delle tradizioni di Giovanni Paolo II. E la Chiesa si trova, oggi come ieri, di fronte alla necessità di affrontare nuove sfide. Nell’ultima frase del suo messaggio, Benedetto XVI dice che consegna la Chiesa al suo Capo, a Cristo. Nessuno certamente ha mai dubitato di Chi stesse realmente a capo della Chiesa. Ma nelle tradizioni di particolare ammirazione del Pontefice, la sua figura spesso per molti soppiantava questa tesi iniziale. Riguardo al futuro non me la sento di parlare, non riesco assolutamente a fare alcun pronostico, tanto più che non appartengo alla Chiesa Cattolica. L’autrice è poetessa e pubblicista

per la Chiesa», constata il teologo. Aleksei Judin, segretario responsabile dell’Enciclopedia cattolica russa, concorda sul fatto che durante l’ultimo pontificato i rapporti si sono stabilizzati; inoltre la stessa figura di Ratzinger come eccellente teologo suscitava interesse nel mondo ortodosso. Adesso entrambe le Chiese devono af-

frontare problemi globali che le avvicinano. La Chiesa russa intensifica l’attività missionaria e in quest’opera le servirà una mutua assistenza pastorale. «È importante ricordare che per un europeo l’Oriente cristiano, inclusa l’ortodossia russa, è un argomento che lo riguarda da vicino. Non importa com’era la persona prima dell’assunzione al

Le iniziative per i cittadini più bisognosi

INTERVISTA/2

Il Servizio Ortodosso di aiuto Miloserdie (Misericordia) è un’associazione che raggruppa una serie di progetti a sfondo sociale, volti a prestare aiuto ai bisognosi. Attualmente vi sono 23 iniziative in essere grazie alle donazioni. Tra queste, due focalizzate sull’aiuto dei senzatetto: l’autobus Miloserdie e il Servizio di Aiuto ai Senzatetto presso gli ospedali di Mosca. Dalla metà degli anni’90 è presente a Mosca un gruppo di “Amici della Comunità di Sant’Egidio”. L’organizzazione è composta prevalentemente da giovani ortodossi. Inizialmente si è occupata dei bambini di strada, che ora a Mosca, fortunatamente, non si vedono quasi più. Successivamente ha avviato un servizio agli anziani ricoverati negli istituti e, dal 2001, ai senzatetto. Oggi conta 50 volontari stabili più un gruppo ben più largo di sostenitori dei singoli progetti. Finanzia le proprie attività attraverso donazioni. Oltre quelli già citati, ci sono undici servizi sociali ortodossi e alcune organizzazioni laiche e protestanti

SUL SITO Reportage e storie curiose, attualità e commenti di analisti, interviste e gallerie fotografiche Leggi di più su www.russiaoggi.it

Il lavoro prezioso di “Sant’Egidio” Alessandro Salacone è il rappresentante della Comunità di Sant’Egidio a Mosca. Laureato in Lettere, dottorato in Storia contemporanea. Attualmente ha un assegno di ricerca. Partecipa al lavoro della Comunità di Sant’Egidio da venti anni, da quando a Roma andava al liceo. Da dieci anni collabora come volontario con la comunità di Sant’Egidio a Mosca, dove si è trasferito da due anni. Qual è il principio del vostro lavoro? Ci basiamo sul principio che la Comunità di Sant’Egidio promuove in tutto il mondo: oltre all’aiuto materiale immediato, si deve sviluppare un discorso culturale per cambiare la mentalità delle persone rispetto a un problema. Per fare questo, promuoviamo iniziative pubbliche, conferenze, cercando di coinvolgere non solo le istituzioni, ma anche le persone comuni. I barboni, per esempio, molto spesso non sono nemmeno considerati uomini. In Russia, in particolare, la loro situazione è molto seria e non solo per le condizioni climatiche. C’è anche un discorso di grande disprezzo e di molti pregiudizi nei loro confronti. Non ultima l’idea romantica, che non corrisponde al vero, che essi conducano questo tipo di vita per scelta. Inoltre, non si sa quanti essi siano, perché non esiste un metodo preciso che permetta di calcolarli.

Soglio Pontificio; dopo dovrà certamente cambiare. È possibile che un Papa africano o sudamericano dimostri un’energia che prima non si poteva immaginare e imprima una nuova dinamica al dialogo ecumenico. In ogni caso le previsioni sulla crescita dei rapporti sono positive», conclude lo storico delle religioni.

Nel quotidiano in cosa consiste il vostro lavoro? Abbiamo dei gruppi che 2-3 volte a settimana distribuiscono nelle stazioni di Mosca pasti caldi, circa 300 porzioni. Qui è diffusa l’idea che se dai da mangiare ai senzatetto queste persone si possono adagiare alla situazione, senza voler risollevarsi sulle proprie gambe e spesso ci chiedono, se facciamo qualcosa per reintegrarli nella società. Per essere reintegrato un barbone deve prima ritrovare la sua dignita. Il nostro è un primo passo per mostrargli che qualcuno lo stima e che non è solo un’anonima cifra statistica. Abbiamo poi una specie di casa-famiglia, un appartamento che prendiamo in affitto e dove attualmente abbiamo accolto una signora che ha vissuto per 15 anni in strada e un’insegnante di inglese in pensione che ha perso la casa dopo essere stata raggirata da un’agenzia immobiliare. È questa un’esperienza che provammo per la prima volta qualche anno fa, ospitando due signore, una senzatetto da 20 anni, l’altra rimasta senza dimora dopo essersi ammalata. Mentre era in ospedale, il figlio alcolizzato le aveva venduto la casa. Rimasero con noi per 6 anni fino a che morirono. Realizziamo poi eventi particolari, come il pranzo di Natale a cui quest’anno hanno partecipato 300 barboni, chiamati uno ad uno con un biglietto di invito personale con scritto nome e cognome. Ciò per creare un rapporto di amicizia con queste persone che vivono in una situazione estremamente difficile, ma che, se trattati in modo umano, rispondono in modo più che umano. S.Z.


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Economia

PROSPETTIVE MACRO L’EUROPA OCCIDENTALE ARRANCA E L’ITALIA SI APPRESTA A VIVERE UN ALTRO ANNO DI RECESSIONE MA LA FEDERAZIONE STIMA UNA CRESCITA VICINA AL 3,5% NEL 2013 GRAZIE ALLA DOMANDA INTERNA

ECCO LE RICETTE ANTICRISI L’incremento del reddito medio registrato negli ultimi anni e il ridotto indebitamento delle famiglie russe consentono di ovviare al calo della domanda internazionale. CHIARA MERICO RUSSIAOGGI

Mentre l’Europa Occidentale annaspa nella crisi, in Russia la situazione appare molto più rosea, con il Pil che ha chiuso il 2012 con un progresso del 3,5% e promette di mantenere questo ritmo di crescita nell’anno in corso, secondo le stime di East Capital, società di gestione indipendente specializzata nei mercati dei Paesi Est europei e della Cina. Lo studio evidenzia come, in un quadro di ripresa generale, le economie emergenti cresceranno meglio di quelle sviluppate, che saranno ancora alle prese con provvedimenti di austerity. A sostenere la crescita in Russia, secondo il report firmato da Marcus Svedberg, è in primo luogo la domanda interna: i consumi nel Paese conti-

perfetta indicazione», spiega Svedberg. Dal punto di vista dell’investimento azionario, spiegano gli analisti, la Federazione è stata “trascurata”, nonostante siano evidenti «alcuni sviluppi decisamente positivi, come l’accesso al Wto, i risultati aziendali – che nel terzo trimestre 2012 sono stati in linea o superiori alle aspettative – e una crescita del Pil sostenuta e stabile, con bassi livelli di inflazione». Questo scenario crea interesse tra gli investitori occidentali, come sottolinea a Russia Oggi Flavio Ramella, segretario generale della Camera di Commercio italo-russa: «Il consumatore russo mostra sempre più attenzione per la qualità: le preferenze non sono più per i prodotti cheap, ma per l’eccellenza europea. Un settore in cui l’Italia è leader». Con i suoi 143 milioni di abitanti, la Federazione è l’ottavo mercato al mondo per le vendite al dettaglio. La crescita della popolazione e il cambiamento degli stili di vita hanno portato a un aumento degli acquisti, ma il mercato è ancora lontano dalla saturazione. Dall’estero arrivano due grandi tipologie di prodotti: quelli rivolti a un pubblico di massa, importati prevalentemente da Cina e India, e quelli di qualità elevata, che arrivano dall’Europa Occidentale e sono destinati a clienti con un grande potere d’acquisto. In questa fascia di mercato, il Made in Italy ha grandi potenzialità:

nuano infatti a crescere a ritmo sostenuto e nuovi investimenti sono in vista per grandi eventi sportivi come le Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014 e i Mondiali di calcio del 2018. Lo stato dei conti pubblici, notano gli analisti, è eccellente e l’inflazione resta vicina ai minimi storici. Qualche problema al bilancio potrebbe arrivare da una contrazione dei prezzi delle materie

La crescita dei consumi offre numerose opportunità per le aziende italiane di moda, soprattutto per i marchi più famosi prime e del petrolio, beni su cui si fondano le esportazioni russe. «Il livello di indebitamento del cittadino russo è molto basso, il reddito medio è aumentato di otto volte dal 2000 e la crescita dei salari continua a essere a doppia cifra: tre fattori che danno una

Mosca, la nuova frontiera della dieta mediterranea Gli spaghetti sono ormai dventati parte integrante della dieta alimentare russa. E fanno da traino all’export verso la Federazione di olio d’oliva, conserve di pomodoro e parmigiano. Nella torta dell’export italiano verso la Russia i prodotti alimentari stanno guadagnando una fetta sempre più grande. Nel 2010-2011, secondo i dati presentati alla fiera Exhibitaly, il settore agroalimentare ha fatto segnare una crescita delle esportazioni in Russia pari al 22%, seconda solo a quella del settore meccanico (+24%) e molto superiore al tessile (+16%) e all’arredamento (+11%). Il cibo è uno dei simboli del Made in Italy, e i russi mostrano un interesse sempre maggiore per i prodotti della tradizione gastronomica italiana. Negli ultimi due anni, secondo l’Istat, l’andamento delle esportazioni nella Federazione è stato particolarmente positivo per quanto riguarda il latte e i derivati (+90%), gli ortaggi e legumi (+144%) e i prodotti per la pasticceria (+59%), con un aumento del 184% dell’export di cacao e preparazioni relative. Ma la regina della cucina italiana è e rimane la pasta. «Per noi la Russia è un mercato molto importante, special-

mente in prospettiva futura», spiega Riccardo Felicetti, presidente di Aidepi, l’associazione che riunisce i produttori italiani di pasta e dolci. «Per i consumatori russi la pasta non è più un alimento esotico, ma ormai parte integrante della dieta alimentare». I numeri relativi ai primi sei mesi del 2012 parlano chiaro: l’export verso la Federazione di spaghetti, penne e rigatoni italiani è aumentato di ben il 25,8%. L’immagine della pasta come prodotto buono, sano e salutare gioca un ruolo fondamentale nell’aumento dei consumi. «La fama della dieta mediterranea conta molto», racconta Felicetti. Il ruolo degli spaghetti nelle dinamiche dell’export italiano è importante anche per un’altra ragione: «Le esportazioni di pasta fanno da traino a quelle di altri prodotti tipici italiani, come l’olio d’oliva, le conserve di pomodoro, il parmigiano», aggiunge il presidente di Aidepi. Un circolo virtuoso per le imprese italiane, che vedono i loro marchi affermarsi come simboli di qualità, in un mercato immenso e dalle grandi potenzialità come quello russo. C.M.

Lo schermo magico dello Yota Phone

Transazioni record per le carte di credito

Sbarcherà sul mercato nel terzo trimestre di quest’anno Yota Phone, il primo smartphone Made in Russia. Sarà dotato di due schermi, con quello posteriore basato su tecnologia e-ink, che quindi potrà funzionare anche con la batteria scarica. Utilizzerà una piattaforma Qualcomm con processore dual-core a 1.5 GHz di frequenza, potrà contare su 2 GB di Ram e 32 o 64 GB di memoria interna. Il prezzo dovrebbe aggirarsi sull’equivalente di 500 euro.

Nel 2012 le carte di credito hanno registrato un boom in Russia, con una crescita di utilizzo del 92%, secondo un’indagine di Frank Research Group, per un valore complessivo che si aggira sull’equivalente di 19 miliardi di euro. Tra gli istituti di credito, il primato è andato a Sberbank (+400% in un anno), seguita dala Russian Standard Bank e da VTB24. Da considerare, poi, che già il 2011 aveva registrato un balzo del 70% rispetto all’anno precedente.

ALAMY/LEGION MEDIA

IN BREVE

nel 2011 le esportazioni verso la Russia sono aumentate del 17,8% e la tendenza dovrebbe trovare conferma anche per il 2012. «Abbiamo registrato una crescita verticale – spiega Ramella – per i prodotti agroalimentari italiani. In particolare l’olio d’oliva, che prima si trovava solo nei ristoranti, ora è diventato una presenza costante anche sulle tavole dei russi; così come per i vini italiani si è passati da un consumo sporadico, solo al ristorante, a una frequenza molto più elevata, anche in casa». Il Made in Italy in Russia è ben rappresentato anche dai marchi della moda, mentre ancora non riesce ad affermarsi il capo italiano di qualità nobrand, senza un marchio immediatamente riconoscibile. «Molti russi preferiscono aprire la giacca e leggere sull’etichetta il nome di uno stilista noto: diffidano dai nomi poco conosciuti e alcuni preferiscono addirittura venire a comprare abiti in Italia, perché qui hanno la certezza di trovare i marchi originali», aggiunge Ramella. «Questo atteggiamento è anche colpa dei prodotti italian sounding, che ingannano il consumatore con nomi ammiccanti, ma che di italiano hanno solo il nome». Sul mercato russo, conclude il segretario generale, crescono molto anche le vendite di prodotti cosmetici, «un mercato che però non è presidiato dalle aziende italiane».


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Finanza

IL COMMENTO

Banche Le nuove prospettive di Unicredit, Intesa SanPaolo e Generali

Se burocrazia e fisco frenano le esportazioni

Il boom delle automobili e le strategie della finanza

Vittorio Torrembini

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ESPERTO

Presidente di Confindustria Russia-Gim

I tre grandi centri del potere economico italiano cercano nell’area le potenzialità di crescita che la Penisola non è più in grado di offrire. Ma il successo non è scontato. LUIGI DELL’OLIO RUSSIA OGGI

L’ultimo passo in ordine di tempo è stato compiuto da Unicredit, che a metà febbraio ha concluso un accordo con Renault-Nissan per creare una banca specializzata nell’offerta di servizi finanziari dedicati ai clienti russi della multinazionale dell’automotive (che può contare anche sui marchi Infiniti, Dacia e Lada-Vaz). L’intesa porterà alla nascita di una joint-venture, con il 60% in capo a Renaul-Nissan e il 40% nelle mani dell’istituto di credito italiano. L’obiettivo è cavalcare il boom del mercato automobilistico russo (+12% le immatricolazioni nel 2012 per un ammontare di 2,9 milioni di unità), destinato a conquistare la leadership europea entro il 2020. Al di là dei numeri, l’operazione ha un valore strategico per Unicredit, impegnata a sviluppare le attività di retail banking nella Federazione, considerato che l’attuale presenza è concentrata soprattutto sul fronte corporate, con circa 1,2 milioni di clienti, che ne fanno la quinta banca nel Paese, la prima tra quelle straniere. La direzione è chiara: a fronte delle debolezze che caratterizzano l’economia italiana, la banca italiana ha deciso di puntare con vigore su un Paese in forte crescita e con un elevato potere di influenza anche sugli Stati vicini. Del resto, l’attuale numero uno della banca di Piazza Cordusio, Federico Ghizzoni, in passato è stato responsabile del business nell’Europa Centro-Orientale, per cui conosce bene le potenzialità di quei mercati. Non è da meno Intesa SanPaolo, che

gosstrakh, una delle più importanti del mercato. Contestualmente, Generali Ppf Holding cederà a PPF Group le attività assicurative focalizzate sul credito al consumo in Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakhstan. La Russia è un mercato assicurativo che cresce al ritmo del 6-7% annuo, il doppio rispetto all’Europa Occidentale Resta il fatto che non sono solo i big italiani del credito a muoversi con decisione nel mercato russo: anche i francesi e i tedeschi stanno seguendo la stessa strada, senza dimenticare il peso crescente assunto negli ultimi anni dagli operatori locali. Ma già il fatto di esserci, a fronte della debolezza mostrata dagli imprenditori italiani in altri settori strategici, è un segnale positivo.

nel primo semestre 2012 ha visto balzare del 122% l’utile netto generato da Banca Intesa Zao. Ca’ de Sass negli ultimi anni è stata protagonista di grandi investimenti nel Paese, dal finanziamento per il gasdotto Blue Stream, costruito con la partecipazione di Eni, a operazioni di trade finance e project financing con Gazprom, Rusal, Rosneft ed Evraz Group, Mechel, solo per citare i nomi più noti. Per entrambe le banche, il target di riferimento non è costituito solo dalla clientela russa, ma anche dalle imprese italiane che sempre più spesso puntano sulla Federazione proprio per ritrovare le potenzialità di crescita perdute in patria. Grande interesse verso la Russia viene mostrato anche da Generali. Il

Unicredit è molto focalizzata sul corporate. Siamo tra le prime cinque banche del Paese, la prima internazionale. Ma sul retail non siamo così forti: questa operazione nei prossimi quattro-cinque anni ci porterà mezzo milione di clienti in più” IL DIRETTORE GENERALE DI UNICREDIT, ROBERTO NICASTRO

primo gruppo assicurativo italiano (terzo in Europa) nelle scorse settimane ha raggiunto un accordo per rilevare entro il prossimo anno il restante 49% della joint-venture Generali Ppf Holding, attiva nel mercato assicurativo dell’Europa Centro-Orientale. A vendere è stato il finanziere ceco Petr Kellner, nell’ambito di un’operazione che ha portato sotto il diretto controllo del gruppo triestino anche il 38,46% della compagnia russa In-

IL NUMERO

12% La crescita delle immatricolazioni di auto nel corso del 2012 in Russia, per un totale di 2,9 milioni di unità vendute. Si tratta del secondo mercato europeo

L’INTERVISTA DMITRI REPIN

Alla ricerca di possibili investitori Una cabina di regia per le start up Un modello apprezzato anche all’estero che consente di individuare le nuove aziende più promettenti, puntando così anche ad attrarre investimenti internazionali. Il tema start up è molto caldo anche in Russia, dove si è dato vita a una piattaforma di riferimento per i neo-imprenditori, che punta anche a rassicurare potenziali investitori stranieri. Dottor Dmitri Repin, lei è il ceo di Digital October: può spiegarci di cosa vi occupate? Questa struttura è il baricentro dell’ecosistema delle startup russe. Analizziamo le start up per assicurarci che non si facciano compromessi su qualità e contenuti e facciamo in modo che raggiungano gli standard internazionali. Inoltre ci adoperiamo per far incontrare imprenditori e investitori, anche stranieri e per trovare soggetti disposti a fornire capitale di rischio. A cosa devono fare attenzione gli investitori stranieri se scelgono una start up russa? Parecchi anni fa gli investitori stranieri correvano molti più rischi, ma oggi le occasioni di investimento più semplice si sono esaurite. Non esiste un unico settore sicuro sul quale dovrebbero concentrarsi gli investitori.

È meglio valutare caso per caso. Per esempio, la Russia è diventata oggi il mercato numero uno in Europa di ecommerce, più importante di quello tedesco. Se esaminiamo quali sono le principali aziende di commercio elettronico che operano in Russia, tutte hanno investitori statunitensi alle spalle. In sostanza, esistono due tipologie di aziende nelle quali investire: le aziende efficienti che soddisfano le esigenze del mercato locale facendo qualcosa di diverso e le buone aziende che servono il mercato globale. Quali sono i problemi principali con i quali si scontrano le start up russe? Non sono molto diversi dai problemi delle altre aziende della Federazione: un’inadeguata applicazione delle leggi e un clima giuridico non uniforme. Spesso vanno fatte lunghe trafile burocratiche. E di frequente le start up hanno necessità di strutturare i finanziamenti fuori dalla giurisdizione russa. C’è una fuga di cervelli dalla Russia? Dal punto di vista tecnologico sì, ma sul fronte del management registriamo un trend opposto. Ad esempio io ho lavorato a Boston per otto anni come ricercatore senior all’Mit, ma poi ho scelto di tornare nella mia patria. Ben Aris

ITAR-TASS

L

e relazioni commerciali tra Italia e Russia sono in continua crescita. L’economia della Federazione, nonostante la flessione imposta dalla crisi finanziaria, è in pieno sviluppo e questo comporta un certa solidità nella domanda di prodotti e servizi di ogni genere. L’Italia, che è uno dei principali partner commerciali europei, copre una vasto settore di questa domanda con prodotti alimentari, moda, arredamento, prodotti industriali, bancari e molti altri. La crescita delle nostre esportazioni è quindi dovuta alla crescita della domanda in Russia. Se andiamo però a vedere la crescita e l’intensificazione delle relazioni commerciali di altri Paesi europei, notiamo che il loro incremento è maggiore del nostro. La crescita di Germania e Olanda, ad esempio, è dovuta a una loro miglior performance economica generale nell’anno passato. Per altri Paesi come la Francia è dovuta soprattutto dal fatto che fino a poco tempo fa erano sotto-rappresentati in questo mercato. L’imporsi di questi nuovi attori comporta maggior concorrenza per i nostri prodotti. Le nostre rappresentanze commerciali e diplomatiche stanno lavorando su alcune soluzioni che potrebbero contribuire a un rilancio dei nostri prodotti, facilitandone l’ingresso e la distribuzione. La costruzione di un hub logistico italiano, a esempio, dovrebbe favorire la semplificazione del sistema di trasporti per le nostre merci e il disbrigo delle procedure doganali. Questo progetto vede il Gim in prima linea sin dalla sua ideazione. Per facilitare ulteriormente l’ingresso delle nostre merci stiamo lavorando assieme all’ambasciata italiana per la realizzazione del “corridoio verde” che dovrebbe eliminare le problematiche in materia doganale nella Federazione Russa. Se è vero che queste innovazioni possono ridare forza al nostro export, è anche vero che soffriamo di un problema di non competitività come sistema Paese, ed è li che bisogna davvero dare un segno di riscatto. Le nostre imprese scontano complicazioni burocratiche e fiscali, che limitano la nostra competitività internazionale. Se l’Italia affronterà questo momento difficile effettuando le riforme di cui le nostre imprese hanno bisogno per rilanciarsi l’impatto sulle nostre relazioni commerciali, in Russia come altrove, sarà positivo e immediato.


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RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

Cultura

me, aperture praticate nel ghiaccio, la banja russa, gli uomini “orsi”, hanno bevuto vodka e mangiato borsch, hanno filmato con le macchine da presa le “Lada” e le “Zhiguli”. Ciascun partecipante al progetto presenta il proprio cortometraggio, ma partecipa anche alla creazione di un film collettivo. A Mosca i cineasti hanno proiettato sette cortometraggi: “Le donne russe”,“Brindiamo!”,“La banja russa”, “L’inverno russo”,“L’enigma della Lada”, “L’anima russa” e “Orsi”, tutti montati con dei computer portatili a bordo del treno, durante il viaggio di ritorno da Irkutsk durato quattro settimane. Tra loro, anche Cristina Picchi, 31 anni, di Lucca. «Un mese in questo Paese aiuta a chiarire le idee riguardo alla Russia. Ma ti lascia con la voglia di scoprirla ancora di più - racconta Cristina, oggi divisa tra Londra e l’Italia -.Viaggiando tra Mosca e il Lago Bajkal si incontrano persone e paesaggi completamente diversi. È difficile ridurre tutte le mie impressioni a poche frasi. Una cosa è certa: a livello umano i russi ci assomigliano molto. Ho scoperto una disponibilità, una certa flessibilità e una gestione delle cose in parte un po’ italiane. Per quanto riguarda gli stereotipi, abbiamo tentato di osservare partendo da quello che c’era di vero, cercare di non dare una rappresentazione forzata delle cose.

Una giovane cineasta di Lucca racconta la sua esperienza alla rassegna internazionale “Kinopoezd”, un’iniziativa che ha avuto il treno come protagonista assoluto, scenario delle riprese e luogo di lavoro al tempo stesso. DARIA GONZÁLEZ e LUCIA BELLINELLO RUSSIA OGGI

Inverno 2013. Potrebbe sembrare l’incipit di una sceneggiatura. Lo sferragliare di un treno. Dai finestrini in corsa solo taiga e neve. Il gelo incombe. Temperature da - 10, - 20, - 30° C. Sei città, 25 cineasti provenienti da 15 Paesi, 30 giorni e un solo treno. I partecipanti al progetto documentaristico internazionale “Kinopoezd” (“Cinetreno”) in un mese hanno percorso 10mila chilometri da Murmansk a Irkutsk e ritorno, riprendendo e montando direttamente a bordo del treno sette cortometraggi sulla vita dei russi. Murmansk è la tundra e le renne. A San Pietroburgo ci sono le notti bianche e i ponti mobili. Tomsk è innanzitutto le sue università, la taiga e i frammenti di meteoriti sparsi per un territorio immenso. Irkutsk ha il Lago

ietta per il pubblico. Controllare la produzione dei film di Medvedkin è complicato, e il progetto viene bloccato. Poi, negli anni ‘60 il regista Chris Marker in Francia diffonde l’idea di Aleksandr Medvedkin: gli operai per difendere i propri diritti devono utilizzare abilmente i mezzi del cinematografo. Nel 2008 il primo“Cinetreno”ispirato all’idea sovietica parte da Mosca alla volta di Vladivostok per dare la parola alla gente negli angoli più remoti del Paese. Nel 2010 il secondo “Cinetreno” parte da Bishkek, e attraversando alcune ex

UN

TRENOCHIAMATO

CINETRAIN(10)

Bajkal. E Mosca è la capitale che non assomiglia a nessun’altra città della Russia. Inverno 1930. Fuori dal finestrino c’è uno spazio sconfinato, fitto di rami di abete coperti di neve. Il regista sovietico Aleksandr Medvedkin viaggia di città in città in un vagone speciale attrezzato con una sala di montaggio, dove la pellicola viene sviluppata immediatamente. Riprende la vita delle città di provincia, le problematiche locali, monta il materiale sul posto e lo pro-

Sicuramente c’è una base di verità. L’inverno russo è sicuramente molto freddo e questo forma persone sicuramente più forti». Ed è stato proprio l’inverno il tema centrale del lavoro di Cristina. «Girare un film su una stagione non è stato certo facile. Senza dimenticare gli ostacoli che si incontravano anche nelle circostanze più banali. Come la lingua, ad esempio. Quando non si è in grado di comunicare, ci si ritrova in una situazione dai tratti un po’ infantili, che

repubbliche sovietiche, si dirige verso la capitale russa. A Mosca, la città un tempo lontana nella quale si arenò il progetto di Medvedkin, oggi si incontrano tutte le strade. E di nuovo l’inverno 2013. Come sono le donne russe? Perché nella banja ci si purifica non solo il corpo, ma anche l’anima? Ai cineasti è stato assegnato il compito di sbrogliare la matassa degli stereotipi sulla Russia. Fuori c’erano davvero 30 gradi sotto zero. In un mese, i cineasti hanno visto donne bellissi-

LA TESTIMONIANZA LUCIANA CASTELLINA

Lungo la Transiberiana, nel Paese che non cambia mai

Nel suo libro parla del consumismo come una dei segni più evidenti delle trasformazioni della Russia. Ce lo descrive? La prima volta che sono stata a Mosca, il panorama visivo era del tutto diverso da quello attuale: non c’erano affissioni pubblicitarie. Pochissimi i

ristoranti, dove si formavano lunghe file. Dagli anni ’80 c’è stato un boom di vetrine e ristoranti. Nel 2011, un consumo uniforme: gli stessi negozi in ogni città. Non ho trovato un colbacco ma, persino in Siberia a UlanUde, c’erano le vetrine con griffe occidentali come Max Mara. Il comunismo è ancora presente nella coscienza della società civile russa? Difficile dirlo. C’è la coscienza molto forte di essere un Paese con una storia importante. Secondo alcuni recenti sondaggi, il 53% della popolazione ha nostalgia di Stalin: una visione mitologica del passato, soprattutto nei giovani. E che, insieme a disincanto e fenomeni di violenza, è uno dei principali indicatori del vero male della Russia: la crisi d’identità. Da Krusciov a Putin. Com’è cambiato il rapporto dei russi con il potere? L’Occidente ha sbagliato nel credere

che la caduta del muro e quella del regime sovietico sarebbero state accolte con le stesse reazioni di Paesi come Polonia e Ungheria. Nella Federazione, invece, il popolo è stato molto scontento perchè sentiva di essere una grande potenza e si è poi invece trovato a vivere in un Paese in crisi. Perchè un comunista oggi torna in Russia? Si torna. Anche per capire perchè è finita così. È una ricerca che va fatta, soprattutto per un Paese come la Russia che ha subito cambiamenti epocali. La cosa assurda è che questa riflessione, a parte che dagli intellettuali, non è stata mai fatta nemmeno dai comunisti russi. E lei tornerà nuovamente? Sì. Dovrei ritornare per un periodo più lungo, per insegnare in un’università. Dopo la mia ultima esperien-

za, se dovessi dare un suggerimento, consiglierei soprattutto di visitare la Siberia: è una terra che offre un viaggio emozionante. Pensare oggi a una rivoluzione contro gli effetti della crisi economica mondiale sarebbe una chimera, una strada percorribile o una profezia? Le rivoluzioni si possono fare ma devono essere il frutto di una maturazione politica, culturale e sociale molto profonda e lunga. Il Paese dove ci sono meno condizioni è proprio la Russia. La rivoluzione nasce da un processo storico: è questo che ci ha insegnato Gramsci ed è per questo che siamo stati così diversi dai russi. Rosa Lella Leggi l’intervista completa e la recensione del libro su www.russiaoggi.it/22513

MICHELE PALAZZI

Avere 83 anni e un mal di Russia che non va più via. Luciana Castellina, un tempo esponente del Partito Comunista Italiano, già parlamentare italiana ed europea, non ha mai interrotto la sua ricerca – forse più esistenziale, che politica – sul fallimento del modello sovietico. Una riflessione che, da oltre 50 anni, si traduce in una sorta di pellegrinaggio periodico: la prima volta che Luciana è stata in Russia era infatti il 1957. Da allora vi è ritornata spesso. Il viaggio più recente, nel 2011 lungo la Transiberiana, lo racconta nel suo ultimo libro: Siberiana, un’analisi della società russa in forma di reportage.


RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

A ROMA PER CAPIRE UNICITÀ E CONTRADDIZIONI 22 FEBBRAIO - 30 MARZO 2013 LA CASA DEL CINEMA, ROMA

Cinque documentari - con appuntamenti fissati di venerdì - per capire la Russia di oggi, i cambiamenti radicali che hanno sconvolto un Paese che ora mostra un profilo tra i più contraddittori del mondo occidentale. La rassegna propone cinque documentari prodotti in Paesi diversi, che cercano di fissare i punti fondamentali della Russia attuale › www.russiaoggi.it/22475

NEI SAPORI DELL’EST LE RADICI DI UNA TRADIZIONE 4 - 9 MARZO 2013 RISTORANTE LARYS, ROMA

Un viaggio gastronomico alla scoperta dei sapori dell’Est. Un’occasione per conoscere i piatti tradizionali di questo Paese, dal borsch al vinegret, fino ai gustosi dolci, come i bliny. L’evento è organizzato grazie anche a collaborazioni avute direttamente in Russia, che permettono di ricreare la cucina tradizionale in maniera fedele all’originale › www.russiaoggi.it/22477

DANZA, UN OMAGGIO A GEORGE BALANCHINE 2 - 3 MARZO 2013 SALA OSPITI DELL’AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA, CENTRO DI DANZA BALLETTO, ROMA

costringe a richiedere l’aiuto dell’interprete anche solo per comprare un biglietto della metro. Per questo motivo con le persone ho cercato di instaurare un linguaggio non verbale: osservavo i loro gesti, il movimento degli occhi». Paesaggi surreali, distanze infinite, il sapore del tè bollente bevuto dopo un tuffo ghiacciato nel Lago Bajkal. «Sono queste le cose che mi porterò dietro per tutta la vita – conclude -. E che hanno fatto nascere in me un grosso interesse verso questo Paese. Una delle cose più belle è stato gettarsi nell’acqua gelata del Lago Bajkal, è stata una cosa surreale: -25° C. Il giorno prima di partire per tornare indietro verso Mosca. Proprio l’ultima cosa che abbiamo fatto insieme. È arrivata una banja portabile. Una sorta di camper rudimentale, con un fuoco dentro: a turni di sei-sette persone siamo entrati in questa banja e siamo usciti in costume e ci siamo buttati nel lago».

È considerato tra più grandi coreografi del XX secolo. Colui che ha saputo tracciare un ponte tra il balletto classico e quello moderno: nel 2013 ricorrono i trent’anni dalla morte di George Balanchine, artista poliedrico nato a San Pietroburgo, la cui produzione supera i quattrocento balletti › www.russiaoggi.it/22519

“CUORE DI CANE” SUL PALCO DELLA SCALA 13 MARZO - 3 APRILE 2013 TEATRO ALLA SCALA, MILANO

Tramutare “un cane di strada in un uomo fallimentare, e l’uomo fallito in cane”. Proprio come “la rivoluzione vuol tramutare il proletario sfruttato in cittadino liberato e poi lo riprecipita nel fanatismo”. È questa una delle tante critiche che si leggono su “Cuore di Cane”, il romanzo di Bulgakov, conosciuto per la sua forte vena satirica › www.russiaoggi.it/22521

Sul sito «La fame viene e scompare, ma la dignità una volta persa non torna mai più». È una delle frasi del trailer di Educazione siberiana, film con John Malkovich che esce oggi nelle sale italiane per la regia del premio Oscar, Gabriele Salvatores, di cui oggi sarà pubblicata un’intervistadi Mariella Caruso sul nostro sito Russiaoggi.it. Tratto dal romanzo d’esordio di Nikolai Lilin, scrittore tatuatore di origini siberiane, il film racconta dell’infanzia di due ragazzi in Transnistria, regione dell’ex Unione Sovietica autoproclamatasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta da nessuno Stato

LA CITAZIONE

Gabriele Salvatores REGISTA DEL FILM “EDUCAZIONE SIBERIANA”

"

Non si tratta di un film politico asettico e pesante, ma incentrato sulle regole ferre – e talvolta assurde – che hanno dominato la città nella quale è cresciuto lo stesso scrittore”

WWW.RUSSIAOGGI.IT/22529

L’INTERVISTA MICHELE PLACID0

Tra Cattani e Vallanzasca E quella notte in Afghanistan nel ruolo del maggiore dei paracadutisti Mikhail Bandura. Che ricordi ha della sua partecipazione al progetto? Ah, conservo dei bellissimi ricordi di quel periodo, anche se le riprese furono davvero pericolose. Si svolgevano al confine con l’Afghanistan. Proprio mentre lavoravamo al film, a Dushanbe scoppiò una rivolta contro il governatore della città, che era russo. Gli insorti occuparono la città, e noi riuscimmo con grande difficoltà a uscirne e a raggiungere di notte l’aeroporto. Fu un momento di grande tensione. Non dico che la mia vita sia stata veramente in pericolo, ma in quella situazione sarebbe potuta accadere qualunque cosa. Soprattutto se si considera che l’incidente causò delle vittime, in particolare tra i russi. Ma, nonostante tutto, quell’esperienza fu per me assai positiva, dal punto di vista umano.

Sono passati quasi trent’anni, ma l’immagine dell’affascinante commissario Cattani, protagonista della famigerata serie Tv“La piovra”,non si cancella dalla memoria di centinaia di migliaia di russi. Oggi il sessantaseienne attore e regista Michele Placido, che interpretava il protagonista di un’instancabile lotta contro la mafia, non vuole vivere del successo conosciuto negli anni ‘80, anche perché negli ultimi decenni ha fatto molto altro, al cinema, come a teatro. Gli interessa molto di più il futuro. Maestro, lei in Russia è conosciuto e amato solo come il commissario di polizia Corrado Cattani. Cosa pensa del fatto che tra tutti i personaggi che ha interpretato questo sia il preferito? La maggior parte del mio tempo ora la trascorro in Italia e in Francia, dove mi conoscono e mi apprezzano come regista cinematografico. De “La piovra” tutti ormai si sono dimenticati da tempo. A quanto capisco, probabilmente in Russia hanno visto solo questo film con la mia partecipazione. Forse è per questo che il personaggio di Cattani continua a vivere nei cuori dei russi. Sono molto contento di essere riuscito a fare qualcosa di importante anche per questo Paese.

Viene spesso in Russia? Potrebbe raccontarci qualche ricordo della sua prima visita? Il mio primo viaggio a Mosca fu negli anni ‘80. Avevano preparato una splendida festa in mio onore, ero ospite della televisione sovietica e incontrai i miei colleghi del cinema. Rilasciai anche un’intervista al giornale Pravda. Ebbi l’onore di trovarmi in prima pagina e ne sono molto orgoglioso. Da allora sono stato spesse volte in Russia. Due anni fa, ad esempio, ho partecipato al Festival internazionale del cinema di Mosca come regista del film “Vallanzasca - Gli angeli del male”, che ha avuto vasto seguito, e sono stato ospite del famoso regista russo Nikita Mikhalkov.

Qual è il suo rapporto con il personaggio di Corrado Cattani? Che rapporto posso avere? Ormai sono passati quasi trent’anni. Quel personaggio ha avuto indubbiamente un ruolo importante nella mia vita. Ma allora ero giovane, avevo solo 38 anni. Adesso ho altre priorità. Vede, io non vivo mai di ricordi, non mi volto indietro. Preferisco guardare sempre avanti, al futuro. Ora sto recitando “Re Lear” in teatro, poi lavorerò come regista a una pièce di Cechov, successivamente girerò un film in Francia e ho anche in programma delle riprese in Spagna. L’esperienza de “La piovra” ormai è acqua passata. E non c’è più nemmeno quell’Italia: adesso abbiamo problemi completamente diversi, la vita è cambiata.

A oggi lei ha girato undici film da regista, senza interrompere nel frattempo la sua carriera di attore. Che cosa le dà più soddisfazione, dirigere le riprese sul set o assecondare le richieste del regista? Ho iniziato la mia carriera come attore di teatro, perciò per la mia natura

È vero che fu proprio lei a chiedere al regista della serie di far morire il commissario Cattani? Sì, fui io. Lo feci con consapevolezza, perché in quel momento avevo altri obiettivi professionali. Grazie a quell’“uccisione” sono riuscito a costruire una carriera sensata e a ottenere molti risultati. Lo sapeva che la morte del suo famoso personaggio nell’ex Unione Sovietica fu vissuta da molti come una tragedia personale? Sì, ne sono consapevole. Quando spararono a Cattani, la gente non solo pianse addolorata davanti agli schermi, ma molti chiesero anche di far resuscitare il suo personaggio, sommergendo di lettere l’Ambasciata italiana. Mi raccontarono di quelle lettere e del dispiacere del pubblico. Mi spiace molto che la gente fosse così addolorata, ma cercate di capirmi: dovevo andare avanti nel mio lavoro, non potevo permettermi di fossilizzarmi sul commissario, sfruttando questo personaggio solo per dare piacere al pubblico. Nel 1991 lei recitò nel film “Afghan Breakdown” del regista Vladimir Bortko,

CONTOUR/GETTY IMAGES/FOTOBANK

DA VEDERE

Spettacoli

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L’attore e regista italiano Michele Placido

di artista preferisco recitare sul palcoscenico, come sta avvenendo in questo periodo, con l’interpretazione del personaggio di Re Lear, che stiamo portando in tournée in tutta Italia. Al cinema, invece, mi trovo a mio agio dall’altra parte della cinepresa: preferisco lavorare come regista, mentre in teatro mi immedesimo maggiormente nel ruolo di attore. È risaputo che i rapporti tra Russia e Italia si fondano su un sentimento di profonda simpatia e di reciproco interesse tra i popoli. Alla luce di questo, ha mai pensato di realizzare un progetto in collaborazione con i suoi colleghi della Federazione? Devo ammettere che abbiamo pensato più volte di girare un film insieme, ma non è così semplice come potrebbe sembrare. È difficile trovare un progetto adatto, all’interno del quale io possa dirigere in veste di regista il lavoro di attori russi, o lavorare come attore sotto la guida di un regista russo. Senza dubbio mi piacerebbe utilizzare in qualche modo gli immensi spazi della Federazione, impiegarli come scenografia vivente in un film di argomento storico. Spero di riuscire a realizzare questo sogno prima o poi. Quali temi le interessano maggiormente come regista? Il mio prossimo film parlerà di una grande storia d’amore. Dopo tutti quei film ambientati nel mondo della malavita, ho deciso di dedicarmi un po’ ai rapporti tra uomini e donne. Ci dica tre cose su cui si fonda oggi la vita dell’attore e regista Michele Placido. Innanzitutto c’è il mio lavoro, che amo. E la mia famiglia, che per me vuol dire moltissimo. Ho una moglie e cinque figli, e sono loro, naturalmente, la mia vera ragione di vita. Niva Mirakyan


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RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

Sport

Sochi Infrastrutture, impianti e trasporti. Il punto della situazione a pochi mesi dall’inizio delle gare

Contenuti multimediali su www.russiaoggi.it/sochi-2014 YURI KOZYREV/NOOR

(circa 2.500 euro). Del resto quelle di Londra erano Olimpiadi estive, considerate le più costose nella storia dei Giochi. A Vancouver invece il prezzo massimo dei biglietti non superava i 33mila rubli (circa 825 euro). Insomma, secondo il Comitato organizzatore, le Olimpiadi saranno relativamente economiche, così come ha affermato il presidente Dmitri Chernyshenko: «Vogliamo che ai Giochi di Sochi arrivino più tifosi possibile per sostenere le nostre squadre. Per questo il 42 per cento di tutti i biglietti avranno il costo meno di 75 euro». I Giochi Olimpici si teranno in due cluster: costiero e di montagna: l’impianto principale del costiero è il palazzo del ghiaccio che ospiterà gli incontri di hockey, di pattinaggio arti-

Mancano meno di dodici mesi al via dei Giochi olimpici invernali (7-23 febbraio 2014), che porteranno all’attenzione internazionale la città della Russia meridionale. ALEKSANDR KILYAKOV RUSSIA OGGI

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miliardi di euro, il costo per realizzare 48 km di autostrada, affiancata da una ferrovia

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gli impianti sportivi che ospiteranno i Giochi. Al termine delle gare ne resteranno in uso otto

stico, degli sport sui pattini e così via. Il cluster di montagna, la cui base è la stazione sciistica Krasnaya Polyana, si trova a 40 chilometri dalla costa. Proprio lì, sulle montagne, si svolgeranno tutte le competizioni “da neve”. Una delle condizioni imposte dal Coi

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il costo dei Giochi in miliardi di euro, un valore quintuplicato rispetto alle stime iniziali

era l’incremento del trasporto urbano. In questo caso i costruttori si sono ritrovati ad affrontare alcune difficoltà. La costruzione della tangenziale che circonda Sochi attraverso le montagne sta per essere portata a termine. Mentre l’aeroporto della città è stato rico-

LE SPERANZE DELL’ITALIA

Armin Zoeggeler, la sfida senza tempo della leggenda dello slittino Sochi 2014, ultima curva verso la leggenda. A 40 anni, per la sesta medaglia olimpica. Armin Zoeggeler è l’immagine mondiale dello slittino. Due ori, un argento e due bronzi ai Giochi, sedici medaglie mondiali, altrettanti nelle competizioni europee, dieci Coppe del Mondo, 55 successi nel circuito maggiore. Il fuoriclasse di Merano ha già visionato il tracciato della prova olimpica. Impressionato dalla qualità dell’organizzazione russa, racconta le aspettative personali e della nazionale italiana, a meno di un anno dai Giochi invernali russi.

GETTY IMAGES/FOTOBANK

Sochi è pronta alle Olimpiadi. Questa la conclusione del capo del Comitato Olimpico Internazionale. Nella capitale dei futuri Giochi invernali, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha incontrato il responsabile della Commissione di coordinamento per il Comitato Olimpico Internazionale Jean-Claude Killy e il direttore esecutivo dei Giochi, Gilbert Felli. «È difficile credere che la promessa da voi fatta in Guatemala nel 2007 oggi sia diventata realtà – ha affermato Killy -. Sono pochi i Paesi nel Mondo che in sei anni avrebbero potuto mettere a punto questo programma. Due anni fa si sono tenute le gare del Campionato Europeo di sci alpino, mentre l’anno scorso c’è stato il campionato del Mondo. Si sono svolte decine di prove e nessuno sportivo ha avuto modo di lamentarsi. Per noi si tratta di un buon esempio», ha aggiunto. Secondo le stime del Comitato Olimpico Internazionale, l’80% degli impianti e delle infrastrutture è già pronto. L’aspetto più impegnativo riguarda ora il trampolino del salto: lavori per i quali «non si può perdere nemmeno un minuto», e che comunque saranno terminati per tempo. Intanto, a un anno esatto dall’inizio delle Olimpiadi, il 7 febbraio è iniziata la vendita dei biglietti. Andare a Sochi costerà meno rispetto a Londra, ma di più rispetto a Vancouver: i biglietti per la capitale inglese potevano infatti raggiungere i centomila rubli

I NUMERI

struito praticamente da zero. Secondo i calcoli del governo russo, Sochi 2014 potrebbe risultare tra le Olimpiadi Invernali più care della storia. Inizialmente, per gli impianti olimpici e per lo sviluppo di Sochi come città-kurort, si pensava di spendere circa 320 miliardi di rubli (circa 8 miliardi di euro). In sei anni però le previsioni di spesa sono aumentate di cinque volte. Buona parte delle spese è andata nella realizzazione delle infrastrutture della città, un lascito che aiuterà lo sviluppo del territorio anche quando le competizioni sportive saranno giunte al termine. Un aspetto da considerare quando si opera un confronto con edizioni del passato, che non sempre hanno dato i medesimi risultati.

NAZIONALITÀ: ITALIANA ETÀ: 39 ANNI PROFESSIONE: SLITTINISTA

Sochi è l’ultima fermata della sua carriera. Quali sono le sue sensazioni? L’Olimpiade cade nella mia ultima stagio-

ne agonistica. Vorrei un’altra medaglia, ma sono realista. Aumentano gli acciacchi, il tempo passa. Invece per lei il tempo sembra non passare, visto il suo recente successo a Lake Placid, in Coppa del Mondo. Perché ha scelto di saltare i Mondiali? Una scelta dolorosa, ma necessaria. Da tempo la mia mente è proiettata solo alle Olimpiadi. Come tutta la squadra azzurra. Si può far meglio di Vancouver 2010. Che ne pensa della pista di slittino e più in generale degli impianti olimpici russi? Sono stato a Sochi tre volte per svolgere allenamenti internazionali e a breve ci tornerò per le finali di Coppa del Mondo. Ho visto la pista, ma per esprimere un giudizio devo effettuare i rilievi tecnici.

In generale, vedo l’atmosfera delle grandi occasioni. Le Infrastrutture sono modernissime. I russi avvertono lo spirito olimpico, lavorano come se l’evento cominciasse domani. Vogliono presentarsi competitivi al mondo attraverso lo sport. In Russia debutteranno sei nuove discipline, tra cui lo slittino a squadre. Un vantaggio per l’Italia? Ritengo un grande risultato questo inserimento. Anche se patiremo a lungo la chiusura della pista di Cesana Pariol, costruita per le Olimpiadi di Torino 2006. Ora l’Italia non ha una pista di allenamento per lo slittino e il bob. Così è complicato fare meglio di russi e tedeschi, i migliori in circolazione. Nicola Sellitti

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