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Economia

Letteratura

Alrosa, il più grande produttore russo di diamanti, rischia di chiudere i battenti

Da proibito “Arcipelago Gulag“ di Solgenitsyn diventa un testo obbligatorio nelle scuole

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PAG. 7 PAVEL KASSIN_KOMMERSANT

GETTY IMAGES/FOTOBANK

LUNEDÌ 6 DICEMBRE 2010

L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e

Inserto distribuito con The NYT International Weekly

SUL NOSTRO SITO RUSSIAOGGI.IT

La difficile strada dell’informazione

Una Mosca da brividi Per incontrare un fantasma e comunicare con le forze dell’aldilà non è necessario recarsi in Transilvania. Gli amanti del brivido possono semplicemente fare una passeggiata per Mosca. La capitale russa, già da tempo, ha iniziato a essere popolata dai protagonisti di miti inquietanti e leggende agghiaccianti e, non a caso, è considerata una delle città europee più “anomale”. Su russiaoggi.it un viaggio tra i misteri della città e le fotografie degli angoli più carichi di enigmi e di forze soprannaturali. PHOTOXPRESS

REUTERS/VOSTOCK-PHOTO

Un presidio a sostegno di Oleg Kashin, il cronista di “Kommersant” picchiato a novembre. Nel 2010 otto giornalisti sono stati uccisi, circa 40 aggrediti. SERVIZIO A PAGINA 2

Spalletti: “Resto allo Zenit E voglio vincere di nuovo”

Tendenze Aumentanto le “eco-comuni”

SU QUESTO NUMERO Nato e Russia voltano pagina

AFP/EASTNEWS

Sono almeno cinque le ragioni per cui la nuova fase delle relazioni tra Nato e Russia inaugurata lo scorso mese durante il vertice di Lisbona sembra destinata a essere più sostenibile. Le enumera Oksana Antonenko, senior fellow dell’Istituto internazionale per gli studi strategici (Iiss) e coautrice del rapporto “Verso un concetto strategico Nato-Russia”

Nuovi pionieri dalla vita cittadina all’utopia ecologista Stanchi del tran tran delle megalopoli, migliaia di professionisti russi si sono trasferiti nei boschi. Per alcuni è stata una scelta felice, per altri un’esperienza deludente. ANNA NEMTSOVA RUSSIA OGGI

COMMENTO A PAGINA 6

La svolta verde del Cremlino AFP/EASTNEWS

Yevgenia Pystina è una dottoressa che un tempo lavorava presso il Novosibirsk Medical Institute, il prestigioso istituto di ricerca della principale città siberiana. Tre anni fa suo marito, un pianista concertista, le parlò di alcuni attivisti verdi che si

erano stabiliti su una terra demaniale a circa 120 chilometri a Nord della città, lungo le sponde del fiume Ob. «Io risi - ricorda oggi - e lui mi disse “Ti ci porto così potrai vedere con i tuoi occhi”. Una volta arrivati qui, non ce ne siamo andati più». Yevgenia, il marito e le due figlie di sette e otto anni ora infatti vivono in una comune chiamata“Terra dell’abbondanza”e formata da 52 famiglie, i cui membri hanno un’età compresa tra gli uno e i 91 anni. SEGUE A PAGINA 3 RIA-NOVOSTI

Luciano Spalletti festeggia a petto nudo a meno 10 gradi la vittoria dello Zenit in campionato

«Anche se ero venuto qui con l’intenzione di impegnarmi per vincere, prevedere questi risultati era davvero difficile». Così l’allenatore dello Zenit Pietroburgo Luciano Spalletti commenta in un’intervista con Russia Oggi il suo“en plein”: la vittoria sia del campionato sia della Coppa di Russia. Smentisce le indiscrezioni di un suo ritorno in Italia: «Non sono stato contattato né dall’Inter né da nessun’altra squadra italia-

na», dice. E ai tifosi di San Pietroburgo impazienti di vedere che prova daranno di sé il signor Luciano e la sua squadra in Champions League, promette: «Resto qui.Voglio vincere di nuovo il campionato». I calciatori italiani in terra russa però, a eccezione di Bocchetti, non hanno però avuto la stessa fortuna di mister Spalletti. I SERVIZI A PAGINA 8

L’INTER

Nessun contatto

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Non sono stato contattato né dall’Inter né da nessun altro. Ho un contratto qui: continuerò ad allenare lo Zenit. E l’anno prossimo voglio vincere di nuovo il campionato. E al tempo stesso far vedere un calcio che dia spettacolo”

Gli incendi boschivi divampati la scorsa estate hanno fatto suonare un campanello d’allarme sulle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Russia tanto che, dopo anni di sprechi energetici, il Cremlino ha deciso di abbracciare un modello economico più sostenibile. SERVIZIO A PAGINA 4

La regione di Altai dove sono sorti decine di insediamenti ecologici


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Attualità

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Riforme Non basta una legge a tutelare la libertà di stampa. Occorre una terapia politica per tutta la società

Uccisi e pestati perché scomodi così muoiono i giornalisti russi La brutale aggressione subita dal cronista di “Kommersant” ha innescato un dibattito senza precedenti sulla sicurezza dei reporter in Russia. GEORGY BOVT RUSSIA OGGI

Un mese fa Oleg Kashin, cronista del quotidiano russo Kommersant, è stato picchiato quasi a morte nei pressi della sua abitazione nel centro storico di Mosca. Si è trattato solo dell’ultimo caso in ordine di tempo di brutale aggressione a un giornalista in Russia - dall’inizio dell’anno si contano una quarantina di casi analoghi e otto reporter assassinati per la loro “professione” - ma l’episodio stavolta ha scatenato una vera e propria tempesta sul perché in Russia i giornalisti vengano aggrediti e assassinati. Escluso il Caucaso dove il regolamento di conti con botte e omicidi è prassi comune, le altre regioni russe non sono così politicamente attive da far sì che l’assassinio di un avversario valga il rischio che si corre. Di norma, il vero motivo di queste aggressioni e di questi omicidi va ricercato negli interessi economici - spesso legati alla corruzione del governo – che potrebbero teoricamente essere messi a repentaglio da rivelazioni all’opinione pubblica. Una riforma e una maggiore tutela legislativa sarebbero naturalmente gradite, ma perché abbiano effetto concreto – e ammesso che diventino leggi vere e proprie – la società russa intera dovrebbe frequentare un corso di “terapia politica” che renda più aperta la società stessa. Il che equivale a: esercitare pressioni sulle autorità affinché rendano note le informazioni;

Quest’anno otto cronisti sono stati uccisi e altri quaranta sono stati vittime di violenze

proibire l’uso arbitrario di archivi di documenti“segreti”; far sì che non vi siano documenti e fonti utilizzati esclusivamente dalle autorità; punire sistematicamente coloro che si macchiano di omertà e ignorano le richieste ufficiali provenienti dalla stampa e infine adottare

una legge sulla libertà dell’informazione. Questi provvedimenti, varati simultaneamente, ridurrebbero i rischi che corrono i giornalisti. Quanto più accessibile sarà l’informazione relativa a governo e aziende e quanto più si andrà affermando l’abitudine di par-

lare con la stampa e di farlo apertamente, con la massima trasparenza e non di nascosto, tanto più fiacche diverranno le motivazioni addotte da chi commissiona l’omicidio di coloro che affermano o scrivono cose che secondo alcuni non andrebbero dette o scritte.

LA RUSSIA CHE NON CONOSCI I russi, dicono i sondaggi, negli ultimi 10-15 anni sono diventati più cinici. Ma contro tutto e tutti resistono l’amore per bambini e animali. Sarà per questo che le cronache e la politica russa sono attraversate da un costante filo rosso animalista? A cura di Orietta Moscatelli

IL CANE DEL PREMIER PUTIN CERCA UN NOME SUL WEB Un concorso via web per dare un nome al nuovo cane del premier Vladimir Putin, dono del collega di Sofia Boyko Borisov. Il capo del governo si affida ai cittadini: leggerà le proposte e deciderà. Poi farà conoscere il piccolo pastore bulgaro alla labrador Connie, informa il sito dell’esecutivo. Prima il nome, dopo le presentazioni. REUTERS/VOSTOCK-PHOTO

NIYAZ KARIM

Si torna a scendere in piazza BEN ARIS RUSSIA OGGI

Nikolai Alexeyev e Boris Nemtsov, due dei più noti attivisti russi, concordano su un fatto: manifestare in pubblico oggi è un po’ più facile che in passato. Nikolai Alexeyev, uno dei leader del Gay Pride russo, arriva direttamente dal tribunale: un luogo che dopo 11 arresti conosce bene. L’udienza questa volta riguarda l’accusa di aver organizzato e partecipato a una manifestazione non autorizzata nel centro di Mosca. «Non voglio più aspetta-

re per esercitare le mie libertà o i miei diritti civili di omosessuale», dichiara. Dopo la destituzione a ottobre del sindaco di Mosca Luzhkov, il Cremlino ha ammorbidito le proprie posizioni sulle proteste di piazza e gli attivisti politici – che rappresentano lo scontento di automobilisti e pensionati, ambientalisti, preservazionisti e liberali disincantati – si augurano di poter approfittare del nuovo clima. Qualche cambiamento c’è stato: si sono tenute le prime manifestazioni gay ufficiali e anche

Strategy-31 (un movimento che, rivendicando l’articolo 31 della Costituzione, si batte a favore del diritto a manifestare) ha ottenuto per la prima volta il permesso di organizzare una manifestazione a Mosca. Seduto a un tavolino di fronte alla stazione della metropolitana Cistie Prudi, Boris Nemtsov aspetta di firmare alcune delle 10mila copie del suo caustico opuscolo “Cosa ci hanno portato 10 anni di Putin”. La fila si forma rapidamente. Un tempo vicepremier del governo diYelt-

sin e leggendario riformatore, oggi Nemtsov è passato dalla parte dell’opposizione dove si è ritagliato il ruolo di “rompiscatole”. «Questo libro rappresenta la più importante iniziativa dell’opposizione da 10 anni a questa parte», afferma. «È la samizdat dei nostri giorni» aggiunge riferendosi alla pubblicazione di testi clandestini in epoca sovietica. Secondo Alexeyev, sarà Internet a trainare il cambiamento in Russia. Nemtsov è più scettico ma entrambi concordano sul fatto che, malgrado le proteste, lo Stato continua a mantenere un rigido controllo su Mosca, cruciale al proprio senso di stabilità.

DOPPIE PORZIONI PER LE SPIE A 4 ZAMPE L’Fsb, il Servizio di sicurezza russo, ha pubblicato le norme per le razioni alimentari degli agenti e “loro animali”. Il menù umano prevede 250 grammi di carne in scatola e idem di verdure. Ai cani in servizio, invece, 400 grammi di carne e 600 di farinacei. Dietro un grande agente c’è un grande animale. ITAR-TASS

TRA GLI ANIMALI DOMESTICI ANCHE ORSI E COCCODRILLI

L’INTERVISTA

I pazzi, le strade e i diritti umani i primi 100 giorni di Mikhail Fedotov “Aprire una strada di comprensione tra società civile e autorità”, questa la priorità del nuovo consigliere presidenziale per i Diritti umani

ITAR-TASS

Mikhail Fedotov, consigliere di Medvedev sui Diritti umani

dalle autorità moscovite. Spero di risolvere quest’impasse. Noi russi diciamo sempre che i nostri due problemi sono i pazzi e le strade. Credo che questa combinazione sia la risposta alle due classiche domande della storia russa:“Di chi è la colpa?”e“Cosa bisogna fare?”.Di chi è la colpa? Dei pazzi. Cosa bisogna fare? Strade. La nostra priorità nei primi 100 giorni deve essere quella di trasformare vie senza uscita in strade aperte. La situazione di Piazza del Trionfo è una via senza uscita che deve diventare una strada aperta, una strada di comprensione tra popolazione e autorità.

del Trionfo a Mosca, sarebbe un successo. I leader dell’opposizione e dei movimenti per i diritti umani hanno inoltrato 12 domande per organizzare manifestazioni in piazza ogni mese, ma ogni volta sono state respinte

La Russia viene considerata uno dei Paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti. Si pensa subito a Khlebnikov e alla Politkovskaya. Le indagini sulle loro morti sono molto lente in Russia. Cosa si deve fare per garantire più sicurezza

EVGENY ABOV RUSSIA OGGI

Mikhail Fedotov, ex oppositore del Cremlino e segretario dell’Unione dei Giornalisti, è diventato il nuovo consigliere presidenziale per i Diritti umani dopo le controverse dimissioni del suo predecessore Ella Panfilova. Russia Oggi lo ha incontrato all’indomani del suo insediamento. Quando un alto funzionario s’insedia si pensa subito ai suoi “primi 100 giorni”. Cosa spera di ottenere in quest’arco di tempo? Se riuscirò a evitare che la gente sia picchiata o malmenata durante le manifestazioni di protesta ogni 31 del mese in Piazza

agli operatori dell’informazione nel nostro Paese? Prima di questa nomina, sono stato direttore del Centro per il giornalismo in situazioni estreme dell’Unione russa dei giornalisti. Mi sono occupato di ogni sorta di violazione dei loro diritti. Purtroppo le inchieste sono condotte in maniera molto approssimativa, anche se non credo che le autorità lo facciano di proposito. Si tratta di crimini molto complicati ed è difficile indagare. Credo che si cerchi davvero la verità ma oggi, bisogna ammetterlo, non siamo ancora in grado di garantirla. E la situazione è resa più difficile dalle nostre forze dell’ordine che sembrano essersi dimenticate di come vada fatto il loro lavoro. In altre parole non è un problema che riguarda soltanto i giornalisti ma anche gli enti preposti al rispetto della legge?

Esattamente. So di casi in cui agenti di polizia chiedono soldi alle vittime per trovare i criminali. Pagateci e li troveremo. Basterebbe a mostrare come sia caduto in basso il nostro sistema. La corruzione, purtroppo, non riguarda solo il sistema giudiziario. Corrode lo Stato dall’interno ed è il peggior male esistente oggi in Russia. Cosahaintenzionedifareatalproposito in qualità di presidente del Consiglio per la promozione delle istituzioni della società civile? Durante il prossimo incontro col Presidente, parleremo molto di polizia e riforma giudiziaria. Proporremmo alcune idee su come rendere il sistema più efficace, più trasparente e più concreto per il pubblico. Ad esempio proporrò che la riforma della polizia preveda la creazione di una commissione indipendente per gestire le denunce contro la stessa polizia. L’idea è di portare il cosiddetto sistema di sicurezza interna fuori dal ministero degli Interni, rendendolo un organismo indipendente dal governo, ma finanziato dallo Stato. L’intervista integrale su russiaoggi.it

In Parlamento una legge sul “comportamento responsabile verso gli animali domestici”. Norme in difesa, e per difendersi, da cani, gatti, ma anche orsi e coccodrilli. “Dovremo mettere ogni specie esistente perché nelle case s’incontra di tutto”, dice un deputato. ITAR-TASS

A CENA AL CREMLINO MENÙ CON VERME Un vermetto è stato avvistato in un’insalata servita a una cena ufficiale al Cremlino. L’amministrazione nega, ma il governatore di Tver ha inviato una foto su Twitter. L’insalata era fresca, assicura. PHOTOXPRESS


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Eco-comuni, dal tran tran cittadino all’utopia ambientalista I COMMENTI ANNA NEMTSOVA (3)

ragazzi è affidata ai membri con particolari conoscenze in un campo. «Per tutta la vita ho fatto parte di un sistema: a scuola, all’università, quando ero un ufficiale. Il sistema però si è sgretolato di fronte ai miei occhi, distrutto da bugiardi, ladri, amministratori scandalosamente corrotti», dichiara Dmitri Ivanov. Sono le stesse motivazioni che hanno portato gli altri membri a cercare di costruirsi una nuova vita all’interno della comunità. «Siamo qui per creare un nuovo modello sociale, basato sulla riduzione del nostro impatto negativo sull’ambiente». Sono i prodotti biologici a costituire la base della dieta vegetariana di tutti i membri. Le grandi ong ambientaliste come Greenpeace Russia vedono di buon occhio il movimento delle eco-comuni. «Riflettono - commenta il capo del reparto risparmio energetico di Greenpeace, Vladimir Chuprov - l’innato desiderio di vivere in armonia con la natura». È difficile stimare quanti russi abbiano ceduto al richiamo della foresta, ma quel che è certo è che i numeri sono in aumento. Solo negli ultimi due anni sono sorti decine di insediamenti ecologici sui Monti Altai, in Carelia e lungo il Volga. Alcuni si sono addirittura spostati al di

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Il numero di comunità eco-sostenibili, o “eco-comuni” come vengono chiamate in Russia, sorte in alcune delle regioni più remote della Russia, Siberia compresa, è aumentato significativamente negli ultimi 10 anni. Il richiamo della terra sta conquistando migliaia di professionisti stanchi del nuovo consumismo e desiderosi di condurre una vita semplice, autosufficiente e rispettosa dell’ambiente. «Da quando mi sono trasferita qui, è il mio interesse per l’arte, il canto, la scienza e l’agricoltura a svegliarmi ogni mattina», racconta Pystina: lunga treccia di capelli scuri, canta tutto il giorno mentre raccoglie cavoli in veranda, versa del miele nei barattoli per l’inverno o dipinge uova insieme alle figlie Angelina e Polina. Ogni famiglia dà il suo contributo alla vita di Terra dell’abbondanza. La famiglia di Valery Popov, ex fisico, ad esempio, aiuta i nuovi arrivati a costruirsi una casa. I Nadezhdin, famiglia di dentisti, lavorano invece come panettieri, mentre Klavdiya Ivanova, ex insegnante di musica, realizza a mano abiti tradizionali molto apprezzati. Suo marito, un ex ufficiale dell’esercito, si dedica invece al riciclaggio. E l’istruzione dei

Yevgenia Pystina EX-RICERCATRICE PRESSO IL NOVOSIBIRSK MEDICAL INTITUTE

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Da quando mi sono trasferita qui, è il mio interesse per l’arte, per il canto, per la scienza e per l’agricoltura a svegliarmi ogni mattina”

Vladimir Chuprov CAPO DEL REPARTO DI RISPARMIO ENERGETICO DI GREENPEACE RUSSIA

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Diamo il benvenuto a tutti i movimenti ambientalisti, perché riflettono l’innato desiderio della gente di vivere in armonia con la natura”

Sopra, Evgenya Pystina dipinge uova e confeziona bambole per gli altri membri della comune

fuori dei confini nazionali, come nel caso della eco-comune Shambhala-Shasta a Ashland, in Oregon. Non tutti però si lasciano conquistare dalle romantiche aspirazioni di questi attivisti. La Chiesa ortodossa russa ad esempio ha criticato le comuni definendole delle “sette” che pro-

I Nadezhdin, famiglia di dentisti che lavorano come panettieri

Donne della eco-comune “Terra dell’abbondanza”

“Siamo qui per creare un nuovo modello sociale, autosufficiente e rispettoso dell’ambiente” pongono falsi idoli. E alcune autorità locali, sospettose, hanno negato a diverse comuni il diritto di proprietà sui terreni di cui è stato concesso loro l’usufrutto. Gli ambientalisti di Terra dell’abbondanza dicono di non essere una minaccia e che le loro

case sono aperte a chiunque desideri visitarle e assaggiare il miele, i dolci di zucca e il latte di capra da loro prodotti. Come in ogni impresa umana, poi, anche in queste comuni vi sono rivalità interne e accuse di corruzione: circostanze che hanno deluso alcuni ex-membri come Olga Kumani, un’ex giornalista di cronaca nera di Novosibirsk, che aveva abbandonato la vita cittadina nel 2002. «In città non riuscivo a respirare. Il sistema statale mi soffocava», ricorda. Perciò si trasferì insieme ai suoi tre figli nella comune Charbai nell’Altai. «I capi però erano interessati solo a controllare il nostro denaro e a sfruttare il nostro lavoro», dice Kumani che ora vive in un luogo ancora più isolato, in una comunità di 22 artisti. Anche qui però i rapporti sono tesi. «Sto cercando un’alternativa migliore. Magari in Siberia».

Il personaggio Belov lotta da 22 anni contro il bracconaggio

Salute La medicina migliore è sfogarsi con uno sconosciuto

Premiato dal Wwf l’uomo che salva le tigri siberiane

Andare in analisi? Per i russi è meglio un viaggio in treno

il numero delle tigri presenti sul suo territorio dai 50 esemplari degli Anni ’60 a circa 500, come è stato osservato durante il Forum internazionale sulle tigri che si è tenuto a San Pietroburgo due settimane fa. La lotta al bracconaggio e al contrabbando nell’Estremo Oriente russo è un’impresa non facile: solo lo scorso anno 240 persone sono state arrestate

Responsabile di due riserve naturali nell’Estremo Oriente russo, Anatoly è stato insignito della medaglia del Duca di Edimburgo per la Conservazione. DMITRY LEVNER RUSSIA OGGI

all’interno delle due riserve naturali che si trovano sotto la responsabilità di Belov. Ma Belov non si considera più eccezionale degli altri membri della squadra che lavora insieme a lui. «Hanno premiato me - commenta - ma non sono l’unico impegnato su questo fronte. Con me lavora un’intera squadra di persone: i miei colleghi ispettori, le guardie di frontiera, i poliziotti. Sono tutte meritevoli allo stesso modo». Belov ha passato 22 anni dei suoi 48 nelle riserve naturali dell’estremo Est: i mille chilometri quadrati di territorio che protegge sono ormai casa sua. «Se riusciremo a preservare questo territorio - continua - per i nostri figli sarà un’eredità senza prezzo».

“Psicanalisi” e “depressione” sono due parole tabù in Russia. Qui l’antidolorifico per eccellenza sono la vodka e una sincera chiacchierata. Ancor meglio se con un estraneo. SVETLANA SMETANINA RUSSIA OGGI

«Cosa ne pensa il tuo analista?». Una domanda frequente nei film occidentali da non fare mai a un

amico russo. Si offenderebbe a morte: «Ti sembro pazzo?». Un’altra parola tabù è “depressione”. Secondo le stime dell’Oms è una delle prime cause di assenza dal lavoro. Ovunque, tranne che in Russia. Se un russo dice al suo superiore che non può andare a lavoro perché è depresso, la risposta più delicata che si possa aspettare è: «Cosa sei, fuori di testa?». Che non significa“Dimmi

VASILY MAXIMOV_KOMMERSANT

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Secondo il calendario cinese, il 2010 è l’Anno della Tigre. Ciò rende quanto mai azzeccato il fatto che quest’anno il Wwf abbia conferito il suo premio più prestigioso - la medaglia del Duca di Edimburgo per la Conservazione - a un uomo che ha dedicato la sua carriera a proteggere le tigri siberiane dell’Amur nell’Estremo Oriente russo: Anatoly Belov, responsabile di due riserve naturali nella vasta regione orientale di Primorsky. In controtendenza rispetto ad altri Paesi che hanno assistito a un veloce calo della loro popolazione di tigri, l’Estremo Oriente russo ha visto crescere

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Nel mondo esistono solo 3200 esemplari di tigri selvatiche

I treni sono un universo a parte in cui si vive una vita parallela

di più”, ma “non mi seccare con queste scemenze”.Ciò non significa che i russi non siano soggetti a depressione. Anzi, le cause di depressione non sono mai mancate in Russia, a partire dagli inverni lunghissimi, freddi e senza sole. Un altro fattore per cui la Russia è famosa in tutto il mondo è la vodka: l’antidolorifico russo per eccellenza. Ma la medicina migliore in questo Paese è una sincera chiacchierata. Non sempre con parenti o amici. Spesso è più facile aprirsi con un estraneo. Ovvio, ci deve essere l’atmosfera giusta. Il luogo ideale sono i treni: un universo a parte in cui si vive una vita parallela. Anche perché un viaggio in treno tra Mosca e Vladivostok ad esempio dura una settimana intera. Capita così di ascoltare storie che nemmeno il miglior regista saprebbe immaginare. Tanto che si dice che gli scrittori in treno prendano appunti. Si pensa che scaricare i propri problemi su un amico sia egoistico, sfogarsi con uno sconosciuto lo sia meno. Anche perché all’occorrenza l’interlocutore prescelto potrà sempre contare su una consulenza psicologica. Completamente gratuita. Segui la rubrica di Smetanina su russiaoggi.it


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RINNOVABILI IL GOVERNO HA APPROVATO UN PIANO DA 220 MILIARDI DI EURO IN 10 ANNI

RACHEL MORARJEE RUSSIA OGGI

Ogni anno la Russia spreca energia sufficiente ad alimentare l’economia francese, ma ora il Cremlino ha deciso di cambiare rotta. Il mese scorso il governo ha approvato un piano decennale per l’efficienza energetica da 9532 miliardi di rubli (circa 220 miliardi di euro). «Il vento è cambiato ai piani alti della politica russa: c’è la volontà di mutare registro per costruire un modello economico più efficiente», ha commentato Kevin James, analista di Londra Climate Change Capital, società di consulenza e investimenti green, aggiungendo che la vera svolta è avvenuta dopo gli incendi boschivi della scorsa estate, che hanno fatto suonare un campanello d’allarme sulle conseguenze dei cambiamenti climatici. Il primo ministroVladimir Putin si è lasciato andare a una battuta, dichiarando che il riscaldamento globale porterà a minori acquisti di cappotti in pelliccia. Il presidente Dmitri Medvedev, tuttavia, ha deciso di affrontare di petto la questione, anche alla luce di un rapporto della Banca Mondiale che mostra il legame tra i progressi sul fronte dell’efficienza energetica e la crescita di produttività e competitività. «Gli investimenti in questo settore potrebbero consentire risparmi vicini a 70 milioni di tonnellate equivalente di petrolio all’anno», ha dichiarato Medvedev. Ai prezzi attuali vorrebbe dire un risparmio di quasi 30 miliardi di euro. La Russia è il più grande produttore al mondo di gas e il secondo di petrolio, con prezzi tutto sommato a buon mercato rispetto agli altri Paesi. Tuttavia, di fronte alle prospettive di riduzione delle riserve mondiali, sta crescendo la consapevolezza di ridurre gli sprechi. Medvedev è impegnato su più fronti per ridurre la dipendenza dall’oro nero, dalla decisione di eliminare gradualmente l’uso di lampadine a incandescenza al sostegno verso le tec-

nologie per l’efficienza energetica. Il prossimo anno verrà realizzata, presso la cittadina termale di Kislovodsk (nella regione di Stavropol che si affaccia sul Mar Nero), la prima stazione fotovoltaica russa. Un impianto da 13 megawatt per la cui progettazione è al lavoro l’azienda Rostovteploelektroproekt. In estate Enel e Rushydro (primo produttore russo di energia idroelettrica) hanno siglato un accordo di cooperazione che prevede progetti congiunti sulle energie rinnovabili, compreso lo sfruttamento dell’energia prodotta dal mare e la geotermia. Altre iniziative sono state avviate sul versante del biofuel, mentre il governo ha messo a punto un progetto di legge per promuovere il riciclo in ambito industriale. La Russia è pronta a entrare anche nel business delle auto ibride: nei mesi scorsi il miliardario Mikhail Prokhorov ha annunciato per dicembre il varo definitivo di un’auto elettrica a basso costo, progetto sostenuto da Putin. Le ong plaudono a questa svolta,

A dicembre è atteso il varo dell’automobile elettrica a basso costo, realizzata con il benestare di Putin

Il vecchio e il nuovo: una centrale a carbone e, a destra, pannelli fotovoltaici e turbine eoliche

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Si punta a recuperare i ritardi e a ridurre la dipendenza dall’oro nero con un sistema misto tra incentivi alle industrie e parchi fotovoltaici.

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LA SVOLTA VERDE DEL CREMLINO SÌ ALLA GREEN ECONOMY

Ambiente E già si pensa a nuove soluzioni per il post-Kyoto

Chi inquina paga anche in Russia Dopo le difficoltà dei primi anni, decolla il mercato del carbon trading che consente di scambiare i diritti sulle emissioni inquinanti.

Gli ambientalisti tuttavia restano diffidenti in attesa che i progetti si trasformino in realtà

TIM GOSLING RUSSIA OGGI

ma fanno notare che la sfida più difficile sarà passare dai progetti alla pratica, evitando gli errori del passato quando alle buone intenzioni non sempre sono seguiti i fatti. Per Vladimir Chouprov di Greenpeace, «tra le grandi aziende industriali del Paese sta crescendo la consapevolezza verso l’efficienza energetica», ma a livello centrale, compreso Vladimir Putin, resta un diffuso scetticismo sui cambiamenti climatici e sulle conseguenze per la popolazione. «Il governo - continua - non è verde e molte politiche vanno contro la tutela dell’ambiente».

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PER L’EFFICIENZA ENERGETICA E LA RIDUZIONE DEGLI SPRECHI

Biocombustibile ottenuto da semi di soia

Ci sono voluti diversi anni di rodaggio, ma finalmente sta decollando il mercato russo del carbon trading: una piattaforma, ispirata al principio “chi inquina paga”,che consente lo scambio di diritti a emettere carbonio. In sostanza, le industrie che inquinano maggiormente devono acquistare crediti e i soldi versati vanno a finanziare progetti per la riduzione del danno ambientale. Quando nel 2005 Kevin James il manager di Climate Change Capital (società di investimento e consulenza sul business dei cambiamenti climatici) si trasferì a Mosca era convinto di tro-

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varsi di fronte a un mercato dalle potenzialità enormi, data la necessità di ristrutturare l’industria pesante di epoca sovietica, per adeguarla a quanto previsto dal Protocollo di Kyoto, al quale la Russia aveva aderito nell’anno precedente. Invece l’azienda ha deciso di abbandonare il Paese nel 2009 dopo contrasti con i ministeri: «Abbiamo cercato di condurre in porto tre o quattro progetti ecologici in Russia, ma c’era una palude politica a livello nazionale che ha reso impossibile la realizzazione», afferma James. Evidentemente i tempi non erano maturi, visto che oggi il mercato del carbonio sta prendendo piede. All’inizio di quest’anno il governo ha dato il via libera a 15 progetti per ridurre le emissioni in settori che vanno dalle cartiere all’utilizzo di sostanze chimiche nella produzione di energia. I 30 milioni di tonnella-

L’auto ibrida costruita grazie ai finanziamenti del miliardario Mikhail Prokhorov

te di crediti di carbonio che i progetti produrranno dovrebbero far aumentare il prezzo dei crediti, incentivando così i grandi inquinatori a rivedere le proprie politiche. Tuttavia non è detto che il carbon trading raggiunga l’obiettivo sperato: «Kyoto scade nel 2012, quindi c’è poco tempo per altri progetti in questa direzione», ha ricordato un banchiere che ha preferito rimanere anonimo. La vera sfida si apre ora, con la necessità di pensare a strumenti rafforzati per fare della Russia un Paese all’avanguardia nella lotta all’inquinamento globale, capace anche di far leva sulle nuove soluzioni offerte dai progressi della tecnologia.

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NOTIZIE IN BREVE L’aviazione sceglie il biofuel dalle foreste

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Un carburante ecologico ottenuto dalla legna invece che dal petrolio. Potrebbe essere questa la nuova frontiera dell’aviazione russa, in linea con quanto annunciato nelle scorse settimane anche da un’altra potenza emergente come il Brasile. Il viceministro russo ai Trasporti, Valery Okulov, ha annunciato che il paese intende investire sulle potenzialità del biofuel (con un programma di ricerca destinato a partire nei prossimi mesi), complice anche l’ampia disponibilità di materia prima che si trova nelle enormi foreste della nazione. Un risultato che consentirebbe al tempo stesso di ridurre i costi per il carburante e di abbattere le emissioni inquinanti nell’ambiente.

It: il Cremlino punta tutto su Linux Il Cremlino si prepara ad abbandonare Windows a beneficio di una soluzione costruita in casa e basata sulla piattaforma Linux. L’idea, comune a diverse esperienze avviate anche nella pubblica amministrazione italiana, nasce dalla volontà di avere maggiore controllo sulla sicurezza. Mosca ha intenzione di stanziare l’equivalente di 3,5 milioni di euro per realizzare questo progetto.

I NUMERI

RIA NOVOSTI

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4,5%

20%

La quota di elettricità oggi prodotta da fonti rinnovabili. Un fronte finora poco battuto per l’abbondanza di petrolio e gas

L’obiettivo che il governo punta a raggiungere entro il 2020 grazie al contributo di eolico, fotovoltaico e idroelettrico

Il target fissato per il 2020 dall’Unione Europea, dove la lotta ai cambiamenti climatici è stata avviata già da diversi anni

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Miniere L’azienda si rivolge al mercato per restare in vita

Diamanti russi a rischio Alrosa sommersa dai debiti Burocrazia e crisi economica hanno portato la società al fallimento. Si va verso una cessione del 20-25% del capitale azionario già nel 2011. SVETLANA SOROKINA RUSSIA OGGI

Più ancora della crisi economica ha pesato l’incapacità di rinnovare la struttura burocratica ereditata dall’era sovietica. Alrosa, azienda che ha di fatto il monopolio nell’estrazione dei diamanti in Russia (che vale il 40% del mercato mondiale), rischia di chiudere i battenti. Nelle scorse settimane il governo della Repubblica di Sakha (in Yakutia, Siberia Orientale) ha deciso di giocare l’ultima carta per la salvezza, dando il via libera alla privatizzazione della società oggi in mano allo Stato. Il primo passo è stato il cambio di status legale con l’obiettivo di vendere il 20-25% delle azioni già nel 2011. In linea di principio non sarà difficile trovare acquirenti, dal momento che le miniere di diamanti fanno gola ai grandi investitori per la crescente domanda che arriva dai Paesi emergenti. La situazione di Alrosa, tuttavia, è particolare, considerato che la società versa in una situazione finanziaria critica: a fine giugno aveva accumulato debiti per 2,7 miliardi di euro e necessita di almeno un miliardo e mezzo di liquidità entro il 2012

per ammodernare una struttura in buona parte rimasta identica a quella dell’epoca sovietica. L’azienda opera nella miniera di Mir, un enorme cantiere a cielo aperto nelle riserve ghiacciate della Repubblica di Sakha. La cava, già larga circa un chilome-

La scheda

La Russia detiene il 40% del mercato mondiale dei diamanti, seconda solo al Sud Africa. I principali giacimenti russi si trovano in Siberia NIYAZ KARIM

La Alrosa ha accumulato debiti per 2,7 miliardi di euro dal 30 giugno a oggi e ha bisogno di almeno un miliardo e mezzo di nuova liquidità entro il 2012

LA FOTO DEL MESE

tro e mezzo, continua ad aumentare in ampiezza e le sponde rischiano di crollare. Per questo l’estrazione dovrà procedere sottoterra. Questo farà però impennare i costi, secondo l’analista di Metropol Andrei Lobazov. In più, la società deve fare i conti con gli elevati costi sociali della sua azione. Alrosa è responsabile di ogni attività che gravita sulla miniera del Mir. Nonostante un clima non proprio clemente (in inverno le temperature scendono fino a 25 gradi sotto lo zero), la zona ha conosciuto negli ultimi anni un processo straordinario di urbanizzazione, con l’arrivo di minatori (e delle rispettive famiglie) da tutta la regione siberiana. La produzione ha subito drastici tagli nel 2008 quando la crisi ha raggiunto anche le zone più remote della tundra russa e la compagnia ha accumulato debiti essendosi rifiutata di licenziare gli operai anche nel periodo più duro della recessione. A maggio del 2009, il governo federale ha acquistato un miliardo di dollari (768milioni di euro) di diamanti, una misura tuttavia irripetibile. Così oggi la società si rivolge al mercato per restare in vita, mentre il governo locale assicura che manterrà una posizione forte nell’azionariato per tutelare gli interessi della comunità. Contenuti multimediali su russiaoggi.it

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I principali produttori mondiali di energia da fonti rinnovabili

Russia e Italia siglano accordi in Puglia La Task Force Italo-Russa, che si è riunita a fine novembre a Bari registrando la partecipazione di 600 operatori economici, ha prodotto sette accordi commerciali tra le aziende dei due Paesi e l’approvazione di 34 manifestazioni di interesse, tra cui la costruzione di un tecnoparco, di un centro di laboratori di ricerca e di un polo aerospaziale. Nel primo semestre del 2010 gli scambi commerciali tra Italia e Russia si sono attestati a quota 10 miliardi di euro.

SPAZIO UN ITALIANO IN ORBITA... E PER LA PRIMA VOLTA ANCHE IN RETE Sei mesi in orbita e sempre in collegamento inviando video, foto e messaggi via Twitter e Youtube: Paolo Nespoli (nella foto, durante le esercitazioni presso il centro spaziale Star City) sarà il primo astronauta italiano a par-

tecipare a una missione di lunga durata e a tenersi in contatto dallo spazio anche grazie ai moderni sistemi di comunicazione. Classe 1957, Nespoli partirà il 13 dicembre insieme alla statunitense Catherine Coleman e al russo

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Dmitri Kondratiev dal cosmodromo russo di Baikonur, in Kazakistan, per raggiungere la Stazione Spaziale internazionale (Iss) il 15 dicembre per la missione MagISStra dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).


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RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

Opinioni

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A LISBONA L’ORA DEL DISGELO NATO E RUSSIA VOLTANO PAGINA

TUTTI I PREGIUDIZI DELL’OCCIDENTE

Oksana Antonenko RICERCATRICE

I

l vertice di Lisbona ha inaugurato un nuovo capitolo nei rapporti fra Nato e Russia che, a partire dalla fine della Guerra Fredda, hanno subito un bel po’ di alti e bassi. Negli anni Novanta la nuova partnership nata dall’Accordo costitutivo delle relazioni Nato-Russia fu interrotta dalla guerra nel Kosovo. Ripresi i rapporti diplomatici dopo la Dichiarazione di Roma e la creazione del Consiglio Nato-Russia, furono nuovamente interrotti durante il conflitto tra Russia e Georgia scoppiato nell’agosto 2008. Sono almeno cinque le ragioni perché la nuova fase di “partenariato strategico”dichiarata a Lisbona il 20 novembre può essere sostenibile e portare a una trasformazione strategica dei rapporti tra coloro che durante la Guerra Fredda erano nemici. La prima è lo scenario nel suo insieme. Nato e Russia oggi condividono le stesse preoccupazioni sulla sicurezza: le minacce di instabilità in Afghanistan e nella regione confinante; l’escalation dei conflitti regionali; la proliferazione di armi di distruzione di massa e della tecnologia missilistica; le minacce rappresentate da attori che non sono Stati, comprese le reti terroristiche e la criminalità organizzata. La seconda ragione è il pragmatismo. È degno di nota il fatto che la nuova fase delle relazioni tra Nato e Russia sia partita senza nessuna magniloquente

Bruno Sergi RICERCATORE

N

NIYAZ KARIM

gruppi afgani e a iniziare i preparativi per una strategia di disimpegno delle forze dell’Isaf. La quarta ragione è la difesa missilistica. Mosca ha molto da offrire perché ha sia la tecnologia sia i fondi necessari a sviluppare il suo stesso apparato perché possa costituire parte della difesa del settore dell’Europa orientale e Asia centrale. La quinta ragione sono i cambiamenti che hanno reso la Russia pronta ad abbracciare una maggiore integrazione nella Nato. Il presidente Medvedev ha annunciato una strategia a tutto campo di modernizzazione interna che richiederebbe un’integrazione economica maggiore con i Paesi occidentali sviluppati. L’opinione pubblica favorevole a un “miglioramento dei rapporti”è cresciuta di oltre il 10 per cento l’anno scorso. Se tutti questi motivi offrono

Sono almeno cinque le garanzie che questa nuova fase delle relazioni sarà più sostenibile e duratura e ampollosa dichiarazione congiunta, né aspettative opposte destinate quindi a essere deluse. La dichiarazione congiunta adottata al vertice è invece orientata verso una collaborazione reciprocamente vantaggiosa su questioni di comune interesse. La terza ragione è l’Afghanistan: Russia e Nato condividono le medesime preoccupazioni sugli sviluppi odierni e futuri nel Paese, in particolare sugli attuali sforzi miranti a trovare un accordo politico tra i diversi

IL SONDAGGIO

sufficienti garanzie che la nuova fase delle relazioni tra Nato e Russia sarà più sostenibile e soprattutto più resiliente a qualsiasi crisi futura, vi sono due aree nelle quali il vertice di Lisbona avrebbe potuto spingersi più in fondo. La prima è quella del Consiglio Nato-Russia (Nrc). Malgrado i suoi molteplici risultati e successi, il Nrc andrebbe riformato perché non è ancora un ente veramente comunitario e integrato in grado di prendere decisioni congiuntamente. In secondo luogo, la Nato avrebbe dovuto puntare a una visione più ambiziosa dei rapporti con la Russia, offrendo un’esplicita politica delle porte aperte, anche se condizionata. L’autrice è senior fellow dell’Istituto internazionale per gli studi strategici (Iiss)

on sono mancate in passato contrapposizioni tra Occidente e blocco sovietico, originate da una convinta diversità tra democrazia e comunismo. Esasperate anche dalla geopolitica della Russia che, più che un Paese, si presenta come un doppio continente con profonde radici in Europa e in Asia. E sebbene la nostra amicizia con il popolo russo non sia mai stata messa in discussione, anche grazie a una fitta rete di investimenti e rinnovati legami culturali, i pregiudizi occidentali sulla Russia sono stati tanti, specialmente negli otto anni di Vladimir Putin al Cremlino. Facciamo un passo indietro. I pregiudizi tipici della guerra fredda vennero meno dopo il 1985 quando, prima Mikhail Gorbaciov, poi Boris Eltsin, divennero le icone di una nuova Russia che non meritava più, per i commentatori occidentali, i veti del passato comunista. E non se ne coglie la logica. Gorbaciov - benedetto sia dal Kgb che dalla leadership del partito comunista – stava solo abbozzando un comunismo di matrice nuova. Poi negli Anni ’90 venne l’oligarchia corrotta al potere. Della ge-

IL PARADOSSO DEL DISARMO NUCLEARE

Per i russi scioperare paga “COSA PENSATE DELLO SCIOPERO?”

Evgeny Primakov Igor Ivanov Evgeny Velikhov Mikhail Moiseyev

N NIYAZ KARIM

Scioperare serve. È quanto sostiene la maggior parte dei russi interpellati dall’istituto Levada. Il 17% che ritiene che lo sciopero sia “l’unico mezzo per fare accogliere le proprie istanze” è costituito per lo più da disoccupati e

TELEMOSCA

studenti. Ben il 44% definisce lo sciopero “una misura estrema ma inevitabile”. Sono invece soprattutto professionisti e impiegati, e in generale donne, a credere che con gli scioperi non si ottenga nulla. FONTE: LEVADA

ell’ambito del disarmo e della non proliferazione nucleari, il 2010 è stato caratterizzato da diverse importanti iniziative: Russia e Usa hanno firmato un nuovo Trattato di riduzione degli armamenti strategici Start; al summit di Washington sono state approvate risoluzioni per la messa in sicurezza dei materiali nucleari, mentre alla conferenza sul Trattato di non proliferazione nucleare Npt si è firmato il suo rafforzamento. Benché simili iniziative siano indubbiamente utili, non sono state

basate sul principio di reciproca deterrenza nucleare. Il paradosso della deterrenza nucleare è che è rivolto a scongiurare minacce che hanno segnato il secolo scorso, mentre conflitti armati tra grandi potenze e alleati nel mondo globalizzato e multipolare appaiono improbabili. La deterrenza nucleare non è efficace contro le minacce del XXI secolo come armi di distruzione di massa, terrorismo globale, conflitti etnici e religiosi e criminalità di frontiera. In alcuni casi, anzi, può provocarle. La futura fase del disarmo nucleare non potrà perciò essere esclusivamente bilaterale. In virtù della sua posizione geostrategica la Russia, a differenza degli Usa, è raggiungibile da ogni

Paese in possesso di armi nucleari. È anche per questo che nel Paese è diffusa la convinzione che è al suo potenziale nucleare che si deve lo status di grande potenza e che, se tale potenziale venisse a mancare, gli Usa o altri Paesi non esiterebbero a calpestare i suoi interessi. Sotto questo punto di vista, il disarmo nucleare richiede l’affermarsi di un sentimento di fiducia tra le nazioni, oltre che maggiore sicurezza e stabilità internazionali. Sul lungo termine un “mondo senza nucleare”non è semplicemente il mondo che conosciamo privato delle armi nucleari. Nell’ottica di alcune piccole nazioni, le armi nucleari sono un mezzo per opporsi al vantaggio che le grandi potenze hanno in

IL PRESENTE INSERTO DI OTTO PAGINE È REALIZZATO E PUBBLICATO DALLA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA), CHE SI ASSUME LA PIENA RESPONSABILITÀ DEI CONTENUTI. INDIRIZZO WEB: WWW.RUSSIAOGGI.IT E-MAIL: EDITORE@RUSSIAOGGI.IT TEL.: +7 (495) 775 3114 FAX: +7 (495) 988 9213 INDIRIZZO POSTALE: 24 ULICA PRAVDY, 4 - 12° PIANO, MOSCA, RUSSIA, 125993. EVGENY ABOV: DIRETTORE ED EDITORE; POLINA KORTINA: CAPOREDATTRICE; VLADISLAV KUZMICHEV: RESPONSABILE DELLE PAGINE DI ECONOMIA; LUIGI DELL’OLIO: EDITOR DELLE PAGINE DI ECONOMIA (ITALIA); MASSIMILIANO LENZI: RAPPRESENTANTE (ITALIA); ANDREI SHIMARSKY: ART DIRECTOR; ANDREY ZAICEV: RESPONSABILE DEL DESK FOTOGRAFICO; NICOLAI KOROLEV, DARYA KOZYREVA: PHOTO EDITOR; MILLA DOMOGATSKAYA: DIRETTORE DI PRODUZIONE; ILIYA OVCHARENKO, IRINA PAVLOVA: IMPAGINAZIONE; MARTIN ESPOSITO: CORRETTORE DI BOZZE; VSEVOLOD PULYA: RESPONSABILE DEL SITO RBTH.RU; GABRIELLA PERSIANI: EDITOR DEL SITO RUSSIAOGGI.IT (ITALIA). EDIZIONE ELETTRONICA A CURA DI: FEDOR KLIMKIN, CAMILLA SHIN. TRADUTTRICI: ANNA BISSANTI, NADIA CICOGNINI, MIRELLA MERINGOLO, MARZIA PORTA. LA VERSIONE ELETTRONICA DEL PRESENTE INSERTO È DISPONIBILE SU RUSSIAOGGI.IT. PER USUFRUIRE DI UNO SPAZIO PUBBLICITARIO SULL’INSERTO, CONTATTARE LA RESPONSABILE DELLA PUBBLICITÀ, JULIA GOLIKOVA AL SEGUENTE INDIRIZZO E-MAIL: GOLIKOVA@RG.RU ©COPYRIGHT 2010, SPA ROSSIYSKAYA GAZETA. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. ALEXANDER GORBENKO: DIRETTORE DEL CDA; PAVEL NEGOITSA: DIRETTORE GENERALE; VLADISLAV FRONIN: CAPOREDATTORE CENTRALE. SONO VIETATE LA COPIA, LA DISTRIBUZIONE E LA RIPRODUZIONE DELLA PUBBLICAZIONE O DI UNA PARTE DELLA STESSA SENZA PREVIA AUTORIZZAZIONE SCRITTA DI ROSSIYSKAYA GAZETA, QUALORA QUESTE NON SIANO DA INTENDERSI AD USO PRIVATO. PER RICHIEDERE L’AUTORIZZAZIONE A RIPRODURRE O COPIARE UN ARTICOLO O UNA FOTO, UTILIZZARE IL SEGUENTE NUMERO DI TELEFONO +7 (495) 775 3114 O IL SEGUENTE INDIRIZZO E-MAIL KORTINA@RG.RU. “RUSSIA OGGI” DECLINA OGNI RESPONSABILITÀ IN MERITO A MANOSCRITTI E FOTO NON COMMISSIONATI

nuina democrazia occidentale, di stampo parlamentare, non ve n’era traccia. I tanti pregiudizi svanirono nel nulla. Chissà perché! Con Putin al Cremlino nel 1999, eletto a furor di popolo nel 2000 e nel 2004, i tabù contro la Russia tornarono con forza. Gli attacchi al nuovo leader, per il suo passato nel Kgb, furono costanti e perfidi. Ma anche per la ricchezza petrolifera russa che, pur non avendo garantito alcunché in passato, dal 1999 ha rivitalizzato l’economia, aiutando a ripagare il debito con l’estero, consentendo al Paese di uscire dalla crisi e rilanciando Mosca sulla scena politica globale. L’Occidente avrebbe voluto una Russia debole, sia in Europa sia in Asia. Certo è che la paradossale macchina occidentale dei pregiudizi, delle credenze errate, della puzza sotto il naso, ha conosciuto nuovo vigore. Siamo in vista delle elezioni presidenziali del 2012. Un passaggio delicato. Le aspirazioni politiche di Putin sono concrete, pur se non ufficiali: l’uomo che ha restituito al Paese stabilità sociale nonostante i tanti problemi non risolti e che ha reso credibile il rilancio dell’economia pare infatti l’unico politico russo capace di vincerle. Sergi è docente universitario e autore del libro “Misinterpreting modern Russia”

termini di armi convenzionali. Da qui il proliferare del nucleare a livello regionale e la minaccia del terrorismo nucleare. Perciò è necessario costruire un meccanismo affidabile per la soluzione pacifica dei conflitti, internazionali e locali. Il disarmo nucleare richiede una revisione totale dell’intero sistema internazionale che risolva anche altri cruciali problemi del XXI secolo legati a economia e finanza globale, fonti energetiche, clima, demografia, epidemie, criminalità, estremismo etnico e religioso. In questo contesto il disarmo nucleare non è un obiettivo a sé, ma un metodo di riorganizzazione della vita internazionale sulla base di principi più civili. Evgeny Primakov è stato primo ministro russo. Igor Ivanov è stato ministro degli Esteri, Evgeny Velikhov è presidente del Centro scientifico “Kurchatov Institute”. Mikhail Moiseyev è stato primo viceministro della Difesa dell’Urss.

LE LETTERE AL DIRETTORE, GLI ARTICOLI DEI REDATTORI ESTERNI E LE VIGNETTE DEFINITE “COMMENTI” O “PUNTI DI VISTA” O PUBBLICATE NELLA SEZIONE “OPINIONI” VENGONO SELEZIONATE IN MANIERA DA FORNIRE UN VENTAGLIO DI POSIZIONI E NON RISPECCHIANO NECESSARIAMENTE IL PENSIERO DI “RUSSIA OGGI” E DELLA “ROSSIYSKAYA GAZETA”. INVIATE LE VOSTRE LETTERE AL DIRETTORE A EDITORE@RUSSIAOGGI.IT


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Cultura

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La testimonianza Alexsandr Solgenitsyn nei ricordi della moglie

“Così mio marito raccontò i Gulag” RUSSIA OGGI

Sul finire della guerra, nel 1945, mio marito Alexsandr, che allora aveva il grado di comandante, fu arrestato a causa di una lettera a un compagno di scuola intercettata dalla censura. Aveva 26 anni. Fu condannato a otto anni in un campo di lavoro correzionale e all’esilio perpetuo. Durante la sua deportazione, travolto dalle immagini della guerra, dai racconti dei commilitoni, dalle crudeli condizioni di vita dei centri di detenzione e dei primi campi, cominciò a scrivere. O meglio a creare in segreto, nella propria mente, non sulla carta. Alla domanda: «Come è diventato scrittore?», era solito rispondere: «Nel profondo, in prigione». Così scrisse il romanzo Il primo cerchio. “Arcipelago Gulag” L’opera più importante della sua lunga vita, il romanzo Arcipelago Gulag, la scrisse sotto l’in-

L’edizione scolastica di “Arcipelago Gulag”

to per la prima volta a Parigi e tutto il mondo venne a conoscenza del sistema sovietico di repressione. Il regime non perse tempo. Il 12 febbraio 1974 Alexsandr fu arrestato e trasferito nella prigione di Lefortovo con l’accusa di “alto tradimento” e l’indomani fu privato della cittadinanza, scortato in aeroporto ed espulso dal Paese. L’edizione per le scuole Trascorrono 16 anni. Il nostro paese cambia: Arcipelago Gulag viene pubblicato e Alexsandr può rientrare in patria. A distanza di vent’anni, però, i nuovi stili di vita contemporanei non invogliano i lettori a leggere tutti e tre i tomi di Arcipelago Gulag. Con una certa amarezza, poco tempo prima di morire, mio marito mi affida allora la redazione dell’edizione ridotta in un solo tomo che oggi è diventata testo scolastico obbligatorio. Mi sono prefissa di preservare la struttura e l’architettura del romanzo e di non trasformarlo in una costellazione di episodi frammentari, affinché resti l’incessante viaggio per le “isole” dell’Arcipelago e sia il nostro Autore a pilotarci attraverso le rotte da lui così magistralmente battute e scoperte.

“Con una certa amarezza mi affidò il compito di redigere un’edizione ridotta della sua opera” Nell’ottobre del 1970 dalla radio giunge una notizia esplosiva: Alexsandr era stato insignito del Premo Nobel per la letteratura! Ma che c’era da festeggiare? Da cinque anni esisteva il divieto di pronunciare il suo nome, il suo archivio personale era stato confiscato e sequestrato e in Urss non era più stata pubblicata una sua riga. Decise di non andare a ritirare il premio a Stoccolma per paura di non poter più far ritorno in patria. Tre anni dopo il testo di Arcipelago Gulag fu pubblica-

RG (2)

NATALJA SOLGENITSYNA

cessante minaccia di essere arrestato. Doveva nascondere il fatto stesso di lavorare al libro e non lasciava mai i manoscritti insieme in uno stesso posto. «Non avevo mai lavorato così in vita mia. Era come se non fossi io a scrivere, ma la mia mano a guidarmi. Ero come una molla compressa per mezzo secolo che poi salta via», mi disse un giorno.

PHOTOSOYUZ

Natalja Solgenitsyna racconta il lavoro febbrile del Nobel per la Letteratura per raccontare l’orrore dei campi di lavoro forzato nella sua opera più importante.

Alexsandr Solgenitsyn e la moglie Natalja

L’incipit

''

L’anno 1949 ci capitò sotto gli occhi, a me e alcuni amici, una curiosa nota nella rivista Natura. Vi si diceva che in riva al fiume Kolyma, durante gli scavi, era stato trovato uno strato sotterraneo di ghiaccio e racchiusi in esso esemplari pure congelati di fauna fossile (di qualche decina di millenni fa). Fossero pesci o tritoni si erano conservati tanto freschi, comunicava il corrispondente, che i presenti, spaccato il ghiaccio, li

Alexandr Solgenitsyn, Nobel per la Letteratura 1970

mangiarono sul posto, VOLENTIERI. Ben pochi avranno capito il significato vero, titanico, dell’incauta nota. Noi lo capimmo subito. Vedevamo chiaramente tutta la scena nei suoi minuti particolari: come i presenti spaccavano con accanita fretta il ghiaccio; come calpestando i sommi interessi dell’ittiologia e respingendo l’un l’altro a gomitate, si strappavano pezzi di pesce millenario, lo trascinavano al falò, lo sgelavano e si saziavano. Lo capimmo perché eravamo tra quei PRESENTI, tra

quella possente razza di detenuti, unica al mondo, che sola poteva mangiare VOLENTIERI un tritone. Kolyma era infatti l’isola più grande e celebre, il polo della efferatezza di quello straordinario paese che è il GULag, geograficamente stracciato in arcipelago, ma psicologicamente forgiato in continente, paese quasi invisibile, quasi impalpabile, abitato dal popolo dei detenuti” Da “Arcipelago Gulag” Traduzione di Maria Olsùfieva Arnoldo Mondadori Editore 1974

IN LIBRERIA

“Diffidate dai casi letterari Di russo c’è solo lo pseudonimo”

I Pasternak raccontati in musica

L’eterna lotta tra letteratura e politica

La storia di uno slancio dello spirito

TITOLO: LA NOSTRA VITA AUTORE: BORIS ALEKSANDR E EVGENIJ PASTERNAK CASA EDITRICE: EXCELSIOR TRADUTTORE E CURATORE: LILJANA AVIROVIĆ

TITOLO: RUSSIAN ATTACK AUTORE: VIKTOR EROFEEV, EDUARD LIMONOV, VLADIMIR SOROKIN CASA EDITRICE: SALANI TRADUTTORE: MARCO DINELLI CURATORE: M. DINELLI E G. DENISOVA

TITOLO: SOLŽENICYN AUTORE: LJUDMILA SARASKINA CASA EDITRICE: SAN PAOLO TRADUTTORI: M. CALUSIO, M. CARLETTI DELL’ASTA, E. GUERCETTI, M. VENDITTI

Il libro parla della famiglia, che è piuttosto un casato illustre, e delle città in cui vissero i Pasternak, soprattutto Mosca e Berlino. Comprende scritti dei figli Aleksandr da Vicinanze lontane e di Evgenij da Materiali per una biografia. Sono presenti due opere del padre , il grande poeta Boris: Storia di una controttava e La fanciullezza di Žena Ljuvers. Il filo rosso che lo percorre interamente è la musica.

Tre autori scomodi, spesso censurati in Russia e accusati di pornografia, di estremismo, di tradimento dello spirito russo. Al centro delle loro opere, il conflitto fra gli intellettuali e il potere che ancora oggi conta vittime illustri come la Politkovskaja. Non si tratta di dissidenti politici, ma di tre scrittori e intellettuali, che si sono conquistati una notorietà anche all’estero per l’originalità dello stile e la forza dei contenuti.

È l’unica biografia autorizzata di Alexsandr Solgenitsyn (19182008). La Saraskina, pluripremiata, ha vissuto otto anni a fianco dello scrittore che si considerava erede della grande tradizione del cristianesimo ortodosso. La sua vita, secondo una definizione dell’autrice, fu “un incessante slancio dello spirito”. Fu testimone della rivoluzione russa, della seconda guerra mondiale, dello stalinismo, della caduta del Muro.

ARCHIVIO PERSONALE

L’INTERVISTA

Elena Kostioukovitch insieme allo scrittore italiano Umberto Eco

Dall’Orlando furioso di Ludovico Ariosto ai Promessi sposi di Alessandro Manzoni per finire con Il nome della rosa e altri 11 libri di Umberto Eco, è a Elena Aleksandrovna Kostioukovitch che i lettori russi devono la conoscenza di molti classici italiani. Mentre in Italia è a lei che si devono le collane russe di Bompiani e Frassinelli e la diffusione di autori come Ljudmila Ulitskaya o Boris Akunin.

quali autori russi gli italiani. Che rapporto hanno gli italiani con la letteratura russa? In Italia vi è una grande curiosità per la letteratura russa, ma nessuno, ad eccezione degli slavisti, la conosce perché è opinione diffusa che esista, ma che la si tenga nascosta. Perciò la si va a cercare in Siberia, nelle ex repubbliche sovietiche, tra la diaspora russa, nell’underground o in rete. I “talent scout” italiani si dannano per scovare scrittori russi inesistenti. Ora, per esempio, tra questi nuovi autori fintorussi sono di moda due scrittori sotto i cui pseudonimi russi si nascondono un noto banchiere italiano e un immigrato moldavo che scrive in italiano.

Signora Kostioukovitch, Lei è tra quanti decidono quali autori italiani debbano leggere i russi e

Lei collabora con Umberto Eco da oltre vent’anni. Gli ha mai segnalato qualche autore russo?

TATJANA SHABAEVA RUSSIA OGGI

Un traduttore trasforma il testo originale? Un traduttore deve inventare la lingua del suo autore. Sceglie dal suo vocabolario sterminato il lessico più adeguato, preferendo determinate costruzioni grammaticali ad altre, ma soprattutto, ricreando e riorchestrando il ritmo della prosa per seguire solo poi consapevolmente o intuitivamente la linea traduttiva trovata. Forse anch’io, lavorando da venticinque anni sui testi di Eco, ho ormai elaborato degli automatismi selettivi e ho dato forma a una “lingua echiana”. L’intervista integrale su russiaoggi.it

ARCHIVIO PERSONALE (3)

Elena Kostioukovitch, traduttrice in cirillico di Eco, avverte: “Dietro due autori russi di successo si nascondono un moldavo e un italiano”

Come la maggior parte degli italiani, anche Eco non conosce molto della letteratura russa dopo Dostoevskij. I suoi contatti sono casuali ed episodici. Nell’adolescenza, da quel che racconta, amava la prosa di Merezhkovskij. Ora con l’età tende a leggere sempre meno narrativa e sempre più saggistica e letteratura scientifica. Tanto per fare un esempio, Lur’e e Lotman Eco li ha letti e apprezzati e ha anche letto i Protocolli dei Savi di Sion per il suo nuovo romanzo, Il cimitero di Praga, che ora sto traducendo.

A cura di Annalisa Alleva


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Sport

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NOTIZIE IN BREVE

Calcio Tranne Salvatore Bocchetti, i giocatori tricolori non hanno lasciato grandi ricordi nella Federazione

Mondiali volley Russia campione Italia quinta

Né le mosse successive riportarono in auge i calciatori italiani, come dimostrano le esperienze negative di Francesco Ruopolo e Ivan Pellizoli con la Lokomotiv Mosca. Pellizolli, ad esempio, era arrivato nella capitale della Federazione accolto da grandi aspettative, come confermato dalla capacità di

L’arrivo di Rosina nello Zenit era stato circondato da grandi aspettative, ma finora il fantasista prelevato dal Torino ha deluso le aspettative. ILYA ZUBKO RUSSIA OGGI

strappare uno stipendio da un milione di euro. Il Lokomotiv, che aveva avuto problemi con i portieri, contava su un giocatore dal nome russo, Ivan appunto. Nonostante l’impegno tuttavia Pellizoli non è riuscito ad affermarsi come titolare fisso della squadra, e dopo il recupero da un grave infortu-

nio, ha deciso di tornare a casa. «Di Mosca mi resteranno sempre dei bellissimi ricordi, ma dal punto di vista sportivo la mia esperienza nel Lokomotiv non è stata un successo», è il bilancio fatto dallo stesso Pelizzoli sulla sua trasferta russa. La svolta è arrivata nell’esta-

INTERVISTA CON LUCIANO SPALLETTI

Spalletti: “L’Inter? Non mi ha contattato nessuno Resto qui allo Zenit. E voglio vincere di nuovo” ALEXANDR PETROSIAN (2)

I calciatori italiani in terra russa non hanno avuto la stessa fortuna di mister Spalletti che, primo allenatore di una squadra russa con passaporto italiano, ha fatto“l’en plein” di titoli facendo vincere per la prima volta allo Zenit sia il campionato sia la Coppa nazionale. I primi“emigranti”tricolore arrivarono in Russia per merito di Igor Shalimov, che negli Anni ’90 aveva trascorso alcune proficue stagioni da giocatore con il Foggia, l’Inter, l’Udinese, il Bologna e il Napoli. Tornato in Russia a fine carriera, l’ex-centrocampista si spese per costruire ponti con il nostro calcio, sin da quando nel 2003 fu nominato allenatore dell’Uralan, squadra della città di Elista, da poco promossa nella Premier Liga (l’equivalente della nostra Serie A). Dal Siena e dalVicenza si trasferirono nelle steppe della Calmucchia Dario Passoni e Alessandro Dal Canto. L’opinione pubblica locale accolse questi giocatori poco conosciuti con prudenza e con un po’ di scetticismo. Eppure i nuovi arrivati si dimostrarono calciatori di tutto rispetto per il campionato russo. A fine stagione però l’Uralan retrocesse, Shalimov fu licenziato e i suoi pupilli italiani tornarono in patria. E per qualche stagione nessun club si decise più a richiamare italiani in Russia.

A sinistra, Alessandro Rosina in una partita tra lo Zenit di San Pietroburgo e il Cska di Mosca

Luciano Spalletti è il primo allenatore italiano nella storia del calcio russo. E ha raggiunto un traguardo che molti suoi colleghi sognano per un’intera carriera: vincere nella stessa stagione sia il campionato che la Coppa di Russia, oltre al record di 23 partite senza sconfitte. Ora i tifosi dello Zenit di San Pietroburgo sono impazienti di vedere che prova daranno di sé l’ex allenatore della Roma e la sua squadra in Champions League. Ha fatto vincere la Coppa Italia alla Roma e la Coppa di Russia e il nostro campionato allo Zenit. Che significato hanno avuto per Lei queste differenti vittorie? Per me tutti i titoli sono bellissimi da vincere. È sempre una soddisfazione arrivare primi. È un’emozione tutta particolare dare gioia a quelli che hanno a cuore i colori

dello Zenit. E anche per me personalmente questa vittoria vuol dire molto. Ma anche le stagioni che ho vissuto in Italia sono state piene di emozioni: ho molti bei ricordi. Si aspettava di conseguire la “doppietta d’oro” al suo primo anno in Russia? Anche se ero venuto qui con l’intenzione di impegnarmi per vincere, prevedere questi risultati era davvero difficile. Sono molto grato ai miei giocatori. Ho lavorato con 24 ragazzi e ciascuno di loro si è comportato da vero numero uno. In Russia lo Zenit quest’anno ha vinto tutto. Adesso tornerà in Italia ad allenare l’Inter? Non sono stato contattato né dall’Inter né da nessun altro. Ho un contratto qui: voglio continuare la mia esperienza allo Zenit.

Quali sono gli obiettivi per il prossimo anno? Fare meglio in Champions League. Vincere di nuovo il campionato. E al tempo stesso far vedere un calcio che dia spettacolo. Non crede che allo Zenit di San Pietroburgo manchi un avversario qual era la Lazio per la Roma? Il derby Roma-Lazio è una cosa a sé. Qui non ci sarà una Lazio, ma c’è un’agguerrita concorrenza con le squadre di Mosca. Ci è bastato perdere la prima partita del campionato contro lo Spartak di Mosca perché ci si scatenasse contro un uragano di polemiche. Consiglierebbe ai suoi colleghi di lavorare in Russia? Senza dubbio. Però è difficile trovare un posto, perché gli allenatori russi sono molto ben preparati. IZ

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Le sorprese e le delusioni degli italiani in Premier Liga

te del 2009, quando lo Zenit di San Pietroburgo, che l’anno prima aveva vinto la coppa Uefa, ha acquistato per cinque milioni e mezzo di euro ha acquistato dal Torino Alessandro Rosina. Stando alle indiscrezioni, il suo stipendio sarebbe di circa due milioni di euro all’anno. Dal giocatore ci si aspettava dunque una resa commisurata. Rosina ha segnato già nella prima partita con la nuova squadra e ha concluso molto bene la stagione 2009.Molti credevano che con l’arrivo in squadra dell’allenatore Luciano Spalletti il centrocampista avrebbe dato il meglio di sé. Invece è successo esattamente il contrario. Lo Zenit ha acquistato diversi giocatori di classe, e Rosina ha giocato titolare assai di rado. Per molti analisti, Rosina è stato la delusione della stagione 2010. Lui però per ora si dice contento della sua vita a San Pietroburgo. «Della Russia mi piace praticamente tutto.Vorrei soltanto giocare un po’ di più. Per il resto, il periodo che sto trascorrendo all’estero è il più bello della mia vita», ha dichiarato di recente. L’ultimo trasferimento di un giocatore italiano in Russia è stato il passaggio di Salvatore Bocchetti dal Genoa al Rubin di Kazan, avvenuto in estate per 9,5 milioni di euro. È probabile però che il difensore non rimarrà a Kazan ancora per molto: se continuerà a giocare così bene, soprattutto nella Champions League, il Rubin farà molta fatica a trattenere il giocatore che secondo le indiscrezioni più recenti sarebbe corteggiatissimo dalla Juventus.

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Il ritorno della F1 a Sochi nel 2014

LEGION-MEDIA

Dopo 28 anni la Formula 1 si appresta a tornare in Russia. La città di Sochi ospiterà dal 2014 una tappa del circo dei motori più famoso dal mondo. Intanto Marussia Motors, società produttrice di auto sportive guidata da Nikolai Fomenko, ha annunciato di aver acquisito «una quota significativa» di Virgin Racing, team che dal 2011 correrà in Formula 1 con il nome Marussia Virgin Racing. L’arrivo del costruttore russo potrebbe anche condizionare il mercato dei piloti: se Vitaly Petrov non dovesse rinnovare con la Renault, la Virgin potrebbe accoglierlo tra le sue braccia.

Ciclismo, Cipollini in casa Katusha

GETTY IMAGES/FOTOBANK

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La Nazionale russa ha conquistato i mondiali femminili di pallavolo, che si sono svolti in Giappone. Il team, trascinato dalle fuoriclasse Ekaterina Gamova ed Ekaterina Aleksandrovna, ha battuto in finale il Brasile per 3-2, confermando così il titolo conquistato quattro anni fa. Il bronzo è andato al Giappone, che ha battuto gli Stati Uniti nella finale di consolazione. L’Italia, che si era presentata alla rassegna iridata con speranze di medaglia, si è dovuta accontentare invece del quinto posto.

Team Katusha ha un consulente d’eccezione. La squadra russa di ciclismo ha da poco annunciato di aver ingaggiato per la prossima stagione l’ex campione del mondo Mario Cipollini. Il suo compito principale sarà di formare giovani ciclisti russi, da lanciare nel medio termine nell’orbita delle competizioni internazionali. Il presidente della squadra è un’altra vecchia conoscenza dei fan italiani, Andrei Tchmil, che nel 1999 ha conquistato la Milano-Sanremo.

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